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Vinitaly, Regione Marche: bilancio assolutamente positivo

Vinitaly, Regione Marche: bilancio assolutamente positivoMilano, 18 apr. (askanews) – Una presenza in crescita di operatori qualificati e buyer esteri, un dibattito vivace sul futuro del vino e un’attenzione condivisa da tutti gli stakeholder del settore nei confronti dei vini marchigiani. È un bilancio “assolutamente positivo” quello delle Marche a Vinitaly, che lascia soddisfatti i produttori presenti nell’area che Regione Marche ha organizzato anche per questa 56esima edizione, con la presenza di 107 Cantine, 49 delle quali presenti nella collettiva regionale: 38 con l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) e 11 con il Consorzio Vini Piceni. Oltre ottomila persone e più di 700 bottiglie di vino stappate a “Terrazza Marche”, cuore dello stand regionale.


Soddisfatto del Salone, l’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini: “In questi anni si è compiuto un processo di ricambio generazionale particolarmente vivace e da questo Vinitaly è emersa nitida la volontà delle imprese di innovare, programmare il futuro, puntare sulla sostenibilità, sull’enoturismo e il biologico come elementi distintivi, in grado di conquistare nuovi mercati”. “L’edizione appena conclusa è stata la consacrazione del vino marchigiano, che guarda oltre il momento di difficolta del settore vitivinicolo con prospettive incoraggianti” aggiunge il presidente dell’Imt, Michele Bernetti, sottolineando che “il sistema Vinitaly funziona e attrae sempre più operatori qualificati dall’Italia e dall’estero, specie quest’anno per noi, che abbiamo messo in rete tutte e 16 le Denominazioni del Consorzio, assicurando così una grande attenzione anche alle aziende di piccole e medie dimensioni, al di là delle due denominazioni del Verdicchio di Jesi e Matelica che sono i nostri locomotori”.


Il presidente del Consorzio Vini Piceni, Simone Capecci, parla di “un’edizione di Vinitaly più che positiva sia per la presenza qualificata degli operatori sia per gli eventi organizzati dal Consorzio, molto seguiti sia in presenza che sui canali social”. “Le aziende hanno lavorato e hanno portato a casa risultati utili, confermando l’appeal del vino marchigiano e le notevoli potenzialità e longevità delle nostre produzioni” prosegue Capecci, sottolineando che “siamo inoltre riusciti a portare avanti un dibattito nazionale, iniziato nel 2018, per valutare l’utilizzo dei vitigni resistenti anche per le Denominazioni. Positiva – conclude – anche la presenza di buyer esteri, grazie all’operatività di Vinitaly e di Ice Agenzia, così come ha avuto un ritorno particolarmente soddisfacente la presenza delle Marche a ‘Vinitaly & The City”‘.

Vinitaly, Cambria: edizione di alto profilo, siamo soddisfatti

Vinitaly, Cambria: edizione di alto profilo, siamo soddisfattiMilano, 18 apr. (askanews) – “Si chiude un Vinitaly di alto profilo per l’Etna Doc, sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo di buyer italiani ed esteri. Siamo molto soddisfatti”. Lo ha dichiarato Francesco Cambria, presidente del Consorzio Etna Doc che alla 56sima edizione della manifestazione a Veronafiere ha portato 50 imprese associate in un’area collettiva molto partecipata nel corso di tutte le quattro giornate del Salone.


L’Etna è stata anche uno dei tre territori del vino protagonisti di una ricerca realizzata dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia, che è stata presentata in fiera alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Vinitaly, Bindocci: ottima presenza di operatori qualificati

Vinitaly, Bindocci: ottima presenza di operatori qualificatiMilano, 18 apr. (askanews) – “Chiudiamo un Vinitaly all’altezza delle nostre aspettative: abbiamo riscontrato un’ottima presenza di operatori altamente profilati provenienti da tutto il mondo”. Questo il commento del presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, sul 56esimo Salone internazionale dei vini e distillati che si è chiuso il 17 aprile a Veronafiere.


Tra i tanti visitatori, in occasione della prima Giornata nazionale del Made in Italy è arrivata allo stand consortile anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

The Sense di Follonica: Pipero e Scamardella insieme per il ristorante Eatè

The Sense di Follonica: Pipero e Scamardella insieme per il ristorante EatèMilano, 18 apr. (askanews) – Una partnership gastronomica di primo piano prende forma al ristorante fine dining Eatè del The sense experience resort di Follonica, nel cuore della Maremma toscana: l’imprenditore Alessandro Pipero e lo chef Ciro Scamardella si affiancheranno con il loro talento e le loro visioni allo staff dell’Eatè per elevare ulteriormente l’esperienza gastronomica offerta agli ospiti del resort e consolidare il posizionamento di eccellenza del The sense experience nel panorama della ristorazione di alto livello.


Voluta da Ciro Verrocchi – direttore generale del gruppo Icon Collection a cui fa capo il The sense – la partnership prende il via con l’apertura della nuova stagione il prossimo 11 maggio. “Questa collaborazione rappresenta un’eccitante fusione di talenti nell’ambito enogastronomico e visioni creative – afferma Federico Ficcanterri, proprietario del The sense experience resort insieme al cugino Riccardo – Siamo entusiasti di iniziare con loro un nuovo capitolo nell’ambito della ristorazione di alto livello presso il nostro resort e di offrire ai nostri ospiti esperienze gastronomiche sempre più sofisticate che possano essere memorabili”. Per Alessandro Pipero, proprietario del ristorante Pipero Roma – una stella Michelin – questa partnership rappresenta l’opportunità per esplorare nuove frontiere culinarie e condividere la sua passione per l’ospitalità con una nuova audience. “Sono entusiasta di portare, insieme allo chef Ciro Scamardella e al restaurant manager Achille Sardiello, il nostro stile inconfondibile di cucina e servizio al Ristorante Eatè del The sense experience resort – dice Pipero – Insieme, creeremo un’esperienza gastronomica straordinaria che delizierà i palati degli ospiti e li lascerà con ricordi indelebili”.


Alessandro Pipero, grazie alla sua passione per l’arte del servizio e alla sua dedizione alla perfezione, è diventato una figura di spicco nel mondo della ristorazione di lusso. Sin dai suoi esordi nel settore, ha dimostrato capacità nel creare esperienze culinarie indimenticabili per i suoi ospiti. La sua carriera è stata contrassegnata da una serie di successi e riconoscimenti, tra i quali “miglior sommelier d’Italia dalla Guida de L’Espresso” nel 2008 e “Maitre dell’anno” da Identità Golose nel 2013 e da collaborazioni prestigiose in Italia e all’estero. La sua abilità nel coordinare le operazioni di sala e nel garantire un’esperienza gastronomica impeccabile lo ha reso un punto di riferimento nel settore. Come proprietario di Pipero Roma, continua a ispirare una nuova generazione di professionisti con la sua visione e il suo impegno per offrire ai suoi clienti momenti indimenticabili di gusto e ospitalità. Alla guida della cucina d’istinto e di sorpresa di Pipero Roma, l’executive cef Ciro Scamardella porta con sé un bagaglio di esperienze culinarie straordinarie, affinate accanto a chef di fama internazionale come Paolo Barrale, Antonio Cannavacciulo, Martin Barasategui, Anthony Genovese e Roy Caceres. La sua cucina, caratterizzata da sapori intensi e mediterranei, si ispira alle sue radici campane e alla sua passione per la tradizione culinaria. Grazie alla supervisione e consulenza di Pipero e Scamadella, il ristorante fine dining Eatè, segnalato dal 2023 dalla Guida Michelin, diventerà presto un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina


(Nella foto, da sinistra: Filippo Felloni, general manager del The Sense, Ciro Verrocchi, Alessandro Pipero, Riccardo Ficcanterri e Federico Ficcanterri)

Da Vinitaly un’iniezione di fiducia per l’intero settore del vino

Da Vinitaly un’iniezione di fiducia per l’intero settore del vinoMilano, 17 apr. (askanews) – E’ stato un Vinitaly più che riuscito quello che si è concluso oggi, dove si è respirata un’aria positiva nonostante questo primo trimestre sia stato per il mercato del vino piuttosto difficile, le previsioni per l’anno in corso non siano rosee e su tutto incomba un cambiamento climatico che non lascia sereni i vignaioli. A detta di aziende, cooperative e Consorzi, sono stati quattro giorni ricchi di incontri e fitti di appuntamenti con i buyer internazionali, quest’anno provenienti da 140 Paesi. Sul fronte delle presenze estere a Vinitaly 2024, gli Stati Uniti si confermano in pole position con un contingente di 3.700 operatori presenti in fiera (+8% sul 2023), seguiti da Germania, Uk, Cina e Canada (+6%). In aumento del 15% i buyer giapponesi.


Secondo la fiera le presenze sono state complessivamente 97mila, con oltre 30mila operatori esteri (il 31% del totale), di cui 1.200 top buyer (+20% sul 2023) da 65 nazioni. Bilancio positivo anche per “Vinitaly Plus”, la piattaforma di matching tra domanda e offerta, con 20mila appuntamenti business, raddoppiati in questa edizione, e per il fuori salone “Vinitaly and the city”, che ha superato le 50mila degustazioni (+11%) con la città in festa con il vino. Numeri significativi che però non restituiscono il clima che è stato davvero primaverile in tutti i sensi. Sarà forse perché a Verona hanno trovato molto più di quello che c’era a Parigi e soprattutto a Dusseldorf, forse perché la fiera e la città hanno risposto come meglio potevano al di là dei loro limiti strutturali. O forse perché consapevoli che tra enoturismo, crescita delle vendite in Cantina e nuovi mercati più di uno ha persino pensato di poter aumentare il fatturato 2024, sta di fatto che tra gli espositori e gli operatori riuniti a Verona era palpabile una certa euforia. E si sa che l’euforia è contagiosa e così a degustare è tornato anche il pubblico, soprattutto di giovani. Certamente si tratta di una presenza selezionatissima, da un biglietto che non lascia spazio ai “perdigiorno” (120 euro al dì), ma non si può non sottolineare la loro curiosità, consapevolezza e maturità, mai vista tra i padiglioni fino a qualche anno fa. Preceduto dallo storico “Wine ministerial meeting” che ha portato i responsabili dell’Agricoltura dei 30 Paesi produttori di vino a discutere in Franciacorta con il ministro Francesco Lollobrigida, la 56esima edizione di Vinitaly ha visto l’arrivo in massa del governo, con sette ministri, vice, sottosegretari e la premier che hanno tagliato nastri, partecipato a convegni e girato per gli stand. Una presenza importante e significativa a testimoniare il supporto ad un comparto che vale miliardi ed è, al di là di ogni retorica, un simbolo prezioso del nostro Paese. Presenza che però, forse perché già vista l’anno scorso, è stata vissuta anche come un po’ ingombrante dal mondo del vino italiano, ora in attesa che si passi dalle parole ai fatti a partire dal tema dei dealcolati, così tanto discusso in questi giorni.


“Vinitaly consolida il proprio posizionamento business e un ruolo sempre più centrale nella promozione internazionale del vino italiano” ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, sottolineando che “i dati della manifestazione, unitamente al riscontro positivo delle aziende, confermano gli obiettivi industriali dell’attuale governance, fortemente impegnata a potenziare il brand fieristico del made in Italy enologico nel mondo. Va in questa direzione – ha evidenziato – il rafforzamento della collaborazione con tutti i referenti istituzionali, oggi in prima linea con Veronafiere nel sostenere l’internazionalizzazione del settore”. “La profilazione degli operatori è tra i nostri principali obiettivi strategici” ha aggiunto l’Ad Maurizio Danese, parlando di “un risultato già centrato nella scorsa edizione, quella della svolta di Vinitaly, e proseguito quest’anno anche nei confronti della domanda domestica, in particolare quella del canale horeca attraverso iniziative di comunicazione e marketing che hanno contribuito all’incremento delle presenze italiane. In questi giorni abbiamo registrato reazioni positive, un’iniezione di fiducia in un momento complesso che ci vede impegnati a supportare il principale prodotto ambasciatore e apripista dell’agroalimentare del Belpaese nel mondo”.


Chiuso Vinitaly, che dà appuntamento per la nuova edizione dal 6 al 9 aprile 2025, i prossimi appuntamenti del calendario estero 2024 sono “2Wine to Asia” (Shenzen 9-11 maggio); “Vinitaly China Roadshow” Shanghai, Xian, Guangzhou (2-6 settembre 2024); “Wine South America” a Bento Gonçalves (RS) Brasile (3-5 settembre); “Vinitaly Usa” (Chicago 20-21 ottobre), e infine “Vinitaly & Wine Vision” (Belgrado 22-24 novembre).

Vino, Busi: banche ci diano respiro su credito e Bce tagli costo denaro

Vino, Busi: banche ci diano respiro su credito e Bce tagli costo denaroVerona, 17 apr. (askanews) – “Il Chianti si trova ad affrontare un periodo non facile con problematiche relative alla produzione 2023, dove abbiamo avuto una vendemmia molto scarsa. Le banche ci devono dare respiro sul credito, per poter rientrare sul capitale investito: questa sarebbe la soluzione a tanti dei nostri attuali problemi. E la Bce deve ridurre, se non tagliare, il costo del denaro, che sarebbe un grande sollievo per tante aziende”. Lo ha affermato il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi che alla 56esima edizione di Vinitaly a Veronafiere ha incontrato il sottosegretario alle Politiche agricole, Patrizio La Pietra.


“Stiamo assistendo ad un calo delle vendite dovuto, principalmente, all’alto costo del denaro che ha sottratto risorse alle famiglie e, quindi, alla capacità di spesa, e i costi energetici, poi, sono stati un’ulteriore aggravante” ha proseguito Busi, spiegando che “il sottosegretario ci ha detto che il governo sta già lavorando su questo fronte, e prevede una riduzione dei tassi di interesse in tempi abbastanza brevi, spetta comunque alla Bce la decisione finale”. “Sul fronte dei ristori per le calamità naturali, che dallo scorso maggio hanno interessato anche la Toscana, La Pietra ci ha detto che sono stati stanziati sette milioni di euro, fondi che comunque non sono certamente sufficienti a livello nazionale” ha continuato il presidente del Consorzio Vino Chianti, ribadebdo che “fondamentali restano però le agevolazioni da parte delle banche sui crediti”.


“Il Chianti ha investito molto sulla fiera nazionale del Vinitaly e ad oggi il bilancio è certamente positivo” ha quindi precisato Busi, spiegando che “abbiamo registrato una grande affluenza” e che “il sistema fieristico funziona nonostante il complesso periodo che stiamo vivendo a livello internazionale”.

Vino, Conegliano Valdobbiadene per 3 anni bollicina di Biennale Cinema

Vino, Conegliano Valdobbiadene per 3 anni bollicina di Biennale CinemaMilano, 17 apr. (askanews) – Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg sarà “Sostenitore” dell’81esima Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia e delle successive due edizioni, e l’unica bollicina presente in esclusiva nel corso delle serate di gala di apertura e chiusura della Mostra.


“La collaborazione con la Biennale di Venezia rappresenta un traguardo che completa la strategia delineata in questi ultimi anni, ovvero portare il nome e le bollicine di Conegliano Valdobbiadene tra i pubblici più ampi e allo stesso tempo autorevoli dell’Italia e del mondo” ha dichiarato la presidente del Consorzio, Elvira Bortolomiol, aggiungendo che “il percorso di accreditamento del nostro prodotto in contesti culturali di rilievo contribuisce a consolidare un posizionamento di prodotto premium che le nostre bollicine, prodotte su territori impervi ed eroici come le Rive del Conegliano Valdobbiadene, meritano. La collaborazione con la Biennale di Venezia – ha precisato – proseguirà per tre anni e ogni anno sarà celebrata con un’etichetta esclusiva disegnata ad hoc”. L’etichetta 2024 nasce dall’idea “Riprese collinari”, realizzata da mimicocodesign+DeRiva e sarà presente su tutte le bottiglie alla Mostra. Il Consorzio ha precisato che il Conegliano Valdobbiadene sarà proposto come aperitivo di benvenuto al momento dell’arrivo degli ospiti, e le bottiglie, caratterizzate dall’etichetta disegnata per l’occasione, saranno poste su ciascun tavolo. Sarà inoltre in degustazione nella sala che ospita le delegazioni dei film invitati e sulla terrazza privata del Palazzo del cinema.

Vino, Maretti: dealcolato può essere ulteriore segmento del settore

Vino, Maretti: dealcolato può essere ulteriore segmento del settoreMilano, 17 apr. (askanews) – “Sappiamo che sono pronti dei provvedimenti normativi per agevolare e far partire questa filiera, e questo vede il nostro favore, perché in questo momento di mercato difficile, il vino dealcolato può essere un ulteriore segmento dove c’è domanda che va incontro ad esigenze di consumo, quello dei giovani, quello attento a certi requisiti di benessere”. Lo ha affermato il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti in merito al dibattito sul vino dealcolato che si è riacceso alla 56esima edizione di Vinitaly.


“Quello che stimoliamo negli incontri istituzionali è di arrivare in porto in tempi brevi, invece di prevedere provvedimenti che magari ricalchino vecchi schemi di estirpazione per equilibrare domanda e offerta” ha proseguito Maretti, spiegando che “come sappiamo, il rischio è infatti che non si riesca a raggiungere l’obiettivo per il quale erano stati pensati e questo porta ad una scarsa soddisfazione dei produttori. Se non, addirittura diventano incentivazioni, buone uscite per chi comunque aveva deciso di smettere di produrre”. “Quello che occorre è, invece, una impostazione di sviluppo di mercato su nuovi prodotti e con nuove modalità, su nuove fasce di consumo e nuovi mercati” ha continuato il presidente, sottolineando che tutto questo “senza mai dimenticare che un vino senza alcol può ambire a posizionarsi come bevanda, come prodotto anche su quei mercati dove per motivi religiosi l’alcol non è permesso. Sono questioni – ha concluso – che hanno un loro valore e il Vinitaly è una tribuna importante, è l’occasione per poterlo ribadire alle forze politiche che numerose sono transitate dal nostro stand”.

Vino, assegnato a Vinitaly il 51esimo “Premio Angelo Betti”

Vino, assegnato a Vinitaly il 51esimo “Premio Angelo Betti”Milano, 16 apr. (askanews) – Riccardo Iacobone (Abruzzo), Francesco Perillo (Basilicata), Salvatore Molettieri (Campania), Luigi Nola (Calabria), Ass. “Modigliana Stella dell’Apennino” (Emilia-Romagna), Daniele Drius (Friuli Venezia-Giulia), Azienda agricola Villa Simone (Lazio), Giacomo Cattaneo Adorno (Liguria), Andrea Virgili (Lombardia), Mario Lucchetti (Marche), Roberto De Stefano (Molise), Michela Marenco(Piemonte), Alois Frotscher (Alto Adige), Matteo Mattei (Trentino), Alessandra Quarta (Puglia), Salvatore Elio Carta (Sardegna), Marisa Leo (Sicilia), Maddalena Guidi (Toscana), Tenute Lunelli – Tenuta Castelbuono (Umbria), André Gerbore (Valle d’Aosta) e Andrea Sartori (Veneto). Sono i vincitori del 51esimo “Premio Angelo Betti – Benemeriti della vitivinicoltura”, nato proprio da un’idea di Betti nel 1973, e diventato uno dei riconoscimento più sentiti di Vinitaly, perché assegnato da Veronafiere a coloro che, “con la propria attività professionale o imprenditoriale, hanno contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese”.


Sottolineando che il premio “si conferma tra i più sentiti e prestigiosi riconoscimenti del settore”, il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, presente alla cerimonia di premiazione con l’Ad Maurizio Danese, ha sottolineato che “quest’anno abbiamo voluto fortemente ricordare assieme alla Regione Sicilia, l’impegno civile e la straordinaria luce di Marisa Leo, ‘Donna del vino’ innamorata della sua terra e del suo lavoro, vittima dell’ennesimo femminicidio”. La medaglia e la targa alla memoria della manager della Cantina Colomba Bianca sono stati consegnati dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida alla vicepresidente dell’Associazione Marisa Leo, Samantha Di Laura.

Vino, Brunello booster per economia: 153 mln contributo su territorio

Vino, Brunello booster per economia: 153 mln contributo su territorioMilano, 16 apr. (askanews) – “Da sempre Montalcino vive un rapporto simbiotico con il vino: una comunità agricola tra le più virtuose a livello nazionale insediata in un ecosistema in cui il Brunello fa da traino. Di fatto, l’enoturismo si è affermato proprio qui dove l’esperienza autentica del territorio non può che passare attraverso un calice: non è un caso che già nel 1948 fu proprio una Cantina di Montalcino ad aprire, per la prima volta in Italia, le porte ai visitatori, spianando la strada a quello che poi sarebbe diventato il fenomeno attuale. È da questo legame che nasce il brand oggi conosciuto in tutto il mondo”. Lo ha affermato il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci ad un convegno a Vinitaly dove una ricerca dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia ha preso in considerazione tre “wine history” dell’economia rurale a trazione enologica: Barolo, Etna e Montalcino.


Secondo l’analisi, che ha calcolato l’impatto prodotto dal vino sull’economia locale, ogni volta che a Montalcino viene aperta una bottiglia di Brunello si producono sul territorio 117 euro tra impatto diretto, indiretto e indotto (il quadruplo rispetto al valore di una bottiglia di vino franco Cantina), per un totale di circa 153 mln di euro l’anno. Si tratta di un vero e proprio effetto moltiplicatore che si riscontra anche nell’enoturismo e nei servizi ad esso connessi, dato che il borgo toscano è infatti una meta importantissima per i turisti winelover, di fatto raddoppiati negli ultimi otto anni. Qui si registrano più di 200mila presenze l’anno, di cui oltre la metà provenienti dall’estero. Le presenze e i soggiorni nel borgo toscano generano un giro d’affari di circa 80 mln di euro, per una spesa pro capite giornaliera, al netto dei viaggi, intorno ai 120 euro. Una ricchezza diffusa su tutto il territorio, che registra indicatori di reddito superiori alla media regionale (24.400 euro contro 21.100), in visibile aumento rispetto anche alla media italiana: +38% contro l’11% di crescita decennale.