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Nutella omaggia le parole con la collezione in collaborazione con Treccani

Nutella omaggia le parole con la collezione in collaborazione con TreccaniMilano, 5 ott. (askanews) – Le parole e il significato che ciascuna di esse schiude ogni volta che le pronunciamo o le scriviamo, le leggiamo o le ascoltiamo. Sono loro le protagoniste della nuova edizione limitata di Nutella, realizzata in collaborazione con Treccani, da questo mese sugli scaffali dei supermercati.

La nuova collezione “Nutella parole” è un omaggio ai sentimenti in cui ci identifichiamo o che ci rappresentano. Grazie alla collaborazione con Treccani sono state selezionate 21 parole, una per ogni lettera dell’alfabeto, a cui è dedicato un vasetto della crema spalmabile, dalla ‘a’ di amore, alla ‘c’ di creatività, dalla ‘n’ di noi, alla ‘u’ di unicità. I vasetti della collezione si trasformano così in un dizionario di emozioni, ciascuno con una grafica realizzata ad hoc che si ispira alla parola e al mondo che evoca: una danzatrice che balla su un vinile per la ‘r’ di Ritmo, un sole che sorride per la ‘s’ di sorriso, un papavero rosso in un campo di fiori gialli per la ‘u’ di unicità.

Treccani ha messo a disposizione il suo database, indicando etimologia e significato di ogni parola e collaborando alla ricerca di curiosità per ciascuna di esse. Per la lettera ‘n’, ad esempio, è stata scelta la parola “noi”: al di là del suo uso come pronome di prima persona plurale, il noi “Nell’uso toscano può reggere un verbo al singolare con costruzione impersonale: noi si mangia alle otto; allora, noi s’andava tutti gli anni al mare” o che “può essere usato anche da oratori o scrittori che vogliono considerare gli ascoltatori o lettori come partecipi del proprio ragionare, o che intendono condividere con altre persone la paternità di quanto affermano o esprimono (si parla in questo caso di plurale di modestia): gli autori da noi citati”. Per approfondire etimologia, significato e curiosità di ognuna delle 21 parole, inoltre, da ottobre sono disponibili 21 brevi podcast della serie “Più che parole” che guidano alla scoperta di ciascuna parola, attraverso etimologia, riferimenti, curiosità, brani e approfondimenti.

Mulino Bianco: 2.172 aziende agricole aderiscono a Carta sostenibilità

Mulino Bianco: 2.172 aziende agricole aderiscono a Carta sostenibilitàMilano, 5 ott. (askanews) – Quasi 1.900 ettari di terreno colorati da fiori capaci di attrarre insetti impollintori come le api. Parliamo dell’equivalente di 2.500 campi da calcio che come un puzzle ogni anno si compongono grazie al contributo delle aziende agricole che aderiscono alla Carta del Mulino di Mulino Bianco. E da tre anni i campi più belli vengono premiati nell’ambito del concorso fotografico “I fiori del Mulino”.

Quest’anno sono i campi fioriti di Modena ad aggiudicarsi il primo e il secondo posto. A vincere, l’azienda Boscogranai di Gallerani Vittorio, un’impresa iscritta alla Carta del Mulino solo quest’anno ma che si è aggiudicata il gradino più alto del podio. Al secondo posto, l’azienda modenese Ferrarini Paolo, che aderisce alla Carta del Mulino da due anni. Al terzo posto, invece, c’è la società agricola S.Basilio del dottor Fabbri & Cdi Rovigo, da tre anni aderente alla Carta. A scegliere i campi fioriti più belli, una giuria composta da WWF e Mulino Bianco, che ha selezionato i migliori 20 scatti fotografici, e poi i consumatori, che hanno votato per scegliere i finalisti e il vincitore. Il progetto La carta del Mulino, partito nel 2019, oggi coinvolge oltre 100 prodotti col marchio del gruppo Barilla, un grande balzo in avanti rispetto ai 17 prodotti del 2020. In parallelo anche le imprese agricole che hanno aderito al disciplinare sono cresciute passando dalle 500 del 2020 alle 2.172 di oggi: solo nel 2023 queste realtà hanno prodotto 317.000 tonnellate di grano per 244.000 tonnellate di farina.

In base al disciplinare di agricoltura sostenibile per la produzione di grano tenero, ogni anno il 3% dei campi deve essere coltivato a fiori che favoriscono l’impollinazione, in modo da salvaguardare l’ecosistema di api e insetti e la biodiversità. E una ricerca scientifica dell’università di Bologna, confrontando i campi con le aree Fiori del Mulino con quelli senza, ha registrato che in 4 anni c’è stato un aumento del 64% di api selvatiche, 42% di farfalle e 40% di sirfidi. L’attenzione di Barilla per la sostenibilità però non si ferma qui, come afferma Orlando Visciano, responsabile della filiera sostenibile del grano tenero: “Abbiamo sviluppato con Xfarm, Cnr, Life cycle engineering una piattaforma digitale che, attraverso strumenti di agricoltura 4.0 e supporto alle decisioni, avrà lo scopo di guidare agricoltori ed operatori della filiera in scelte sempre più oculate e rispettose per l’ambiente”.

Inoltre Barilla contribuisce come unico partner al progetto di ricerca scientifica Sco-Rate (Soil organic carbon Rate), realizzato in collaborazione con l’Istituto per la BioEconomia del Consiglio nazionale delle ricerche, che ha l’obiettivo di misurare la fertilità e la salute del suolo in modo semplice, veloce, accurato ed economico rispetto ai metodi tradizionali. Con questo nuovo approccio sarà possibile misurare e monitorare lo stato di salute dei suoli da remoto, attraverso le immagini satellitari, veicolando puntualmente le informazioni alle filiere in modo da supportare gli agricoltori che intraprenderanno il percorso di rigenerazione dei suoli e dei territori.

Vino, “I Sodi di S. Niccolò 2019”: un progetto tra arte e solidarietà

Vino, “I Sodi di S. Niccolò 2019”: un progetto tra arte e solidarietàMilano, 5 ott. (askanews) – Castellare di Castellina ha presentato un’edizione limitata del suo vino più importante “I Sodi di San Niccolò 2019”: 550 bottiglie dipinte a mano, ognuna diversa dall’altra, da altrettanti studenti del Liceo artistico “Brera” di Milano. Il progetto è stato presentato nella sede dell’Istituto in via Papa Gregorio XIV, dal fondatore della Cantina del Chianti Classico, Paolo Panerai, dall’enologo Alessandro Cellai e dalla preside dell’istituto, Emilia Ametrano.

Si tratta di bottiglie di diversi formati il cui vetro è stato decorato con fiori, foglie, volatili ed elementi della natura a contorno del celebre uccellino vittoriano che caratterizza l’etichetta di questo storico e premiato “supertuscan” negoziato sulla “Place de Bordeaux”, incentrato sul Sangiovese (qui chiamato Sangioveto) e arricchito con una piccola percentuale di Malvasia nera. Tra tutte le versioni realizzate dagli studenti, la giuria ha scelto quattro bottiglie (una per ciascun formato), oltre ai cinque disegni più belli per impreziosire gli astucci del formato 0,75 litri. Il formato da 9 litri, decorato dalla giovane Aurora Sartori con una splendida fenice, verrà battuto all’asta da Christie’s London il 30 novembre e il ricavato sarà devoluto interamente all’associazione non profit Dynamo Camp che offre programmi di terapia ricreativa a bambini e adolescenti affetti da malattie gravi o croniche. Anche una parte dei proventi della vendita degli altri formati andrà in beneficienza alla stessa associazione. Ad eccezione di un ragazzo, i premiati sono tutte studentesse: Manuela Fasoli (per la bottiglia da 3 litri), Martina Zottola (per quella da 1,5 lt.), Leda Bossi (per la 0,75), mentre per i disegni sull’astuccio in legno, sono stati scelti i lavori di Giorgia Prado Caballero, Gabriele Banfi, Alice Tosi, Alessandra Miravalle e Maya Montini.

Nato nel 1977, “I Sodi di S. Niccolò” (nome suggerito da Luigi Veronelli) è stato il quarto “supertuscan” (ora “historical supertuscan”) della storia, come furono battezzati allora dalla rivista inglese “Decanter” i grandi vini del Chianti Classico che, per avere la più alta qualità, uscirono dalla Doc diventando “vini da tavola”, così da non essere costretti dall’allora Disciplinare di produzione ad utilizzare anche uva bianca. “I Sodi” è stato anche il primo vino italiano inserito nella “Top 100” del 1988 di “Wine Spectator” (annata 1985) e del 1989 (annata 1986). Inoltre, per ben due volte (con le annate 2013 e 2016), è risultato il primo vino italiano sommando i punteggi delle cinque guide italiane e dei quattro critici internazionali più autorevoli.

Vino, Consorzio Alta Langa main sponsor Fiera Tartufo Bianco d’Alba

Vino, Consorzio Alta Langa main sponsor Fiera Tartufo Bianco d’AlbaMilano, 5 ott. (askanews) – Anche quest’anno il Consorzio Alta Langa sarà presente alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, giunta alla sua 93esima edizione: il Consorzio entra tra i main sponsor e l’Alta Langa Docg si conferma “official sparkling wine” della manifestazione, che andrà in scena dal 7 ottobre al 3 dicembre 2023.

“Anno dopo anno lavoriamo per consolidare ed esaltare il legame tra Alta Langa Docg e Tartufo Bianco d’Alba – commenta la presidente del Consorzio, Mariacristina Castelletta – un matrimonio di gusto e di intenti, in cui l’impegno comune è quello di promuovere al meglio queste due eccellenze in Italia e nel mondo”. Le aziende del Consorzio che partecipano alla Fiera con i loro vini Alta Langa sono: Araldica – Il Cascinone; Banfi; Bera; Berutti; Bosca; Agricola Brandini; Cantina Alice Bel Colle; Cantina Vallebelbo; Casa E. di Mirafiore; Cascina Cerutti; Cerrino; Contratto; Coppo; Daffara & Grasso; Deltetto; Enrico Serafino; Ettore Germano; Fabio Perrone; Fontanafredda; Gancia; Giulio Cocchi; Il Falchetto; Ivaldi; Marcalberto; Mario Giribaldi; Mauro Sebaste; Pecchenino; Poderi Cusmano; Poderi Vaiot; Rapalino; Ravasini – Cascina Bretta Rossa; Rizzi; Roberto Garbarino; San Silvestro; Sara Vezza; Tenuta Carretta; Terrabianca; Terre del Barolo; Tosti1820.

Le Alte Bollicine Piemontesi accompagneranno i piatti dei “cooking show” che si terranno tutti i fine settimana, con ipiù quotati chef nazionali e internazionali che faranno assaporare le loro preparazioni con il Tartufo Bianco d’Alba. L’Alta Langa Docg sarà anche alle “Cene Insolite”: al Teatro Sociale di Alba si succederanno Pino Cuttaia, Gennaro Esposito e Andrea Berton. Una speciale cena dedicata alle Alte Bollicine Piemontesi si svolgerà il 10 novembre al Castello di Roddi con lo chef Michele Minchillo. Inoltre il 22 ottobre alle 15 si svolgerà un laboratorio del gusto guidato dal sommelier Davide Buongiorno e dedicato alla scoperta dell’Alta Langa Docg. Come ogni anno, il metodo classico piemontese si potrà degustare all’interno della Grande Enoteca della Fiera dove un settore sarà espressamente riservato alle etichette del Consorzio.

Natale speciale a Casa Fiasconaro, in arrivo collezione 70° Anniversario

Natale speciale a Casa Fiasconaro, in arrivo collezione 70° AnniversarioRoma, 4 ott. (askanews) – Mancano pochi mesi a Natale ed il conto alla rovescia a Casa Fiasconaro è già iniziato. Quest’anno, però, sarà un Natale ancora più speciale perché Fiasconaro, eccellenza dell’Alta Pasticceria siciliana, celebra i suoi primi 70 anni. Per festeggiare l’azienda propone la Collezione 70° Anniversario, che racchiude la creazione dolciaria espressamente realizzata per l’Anniversario dell’azienda, il Montenero. Nato come rivisitazione del Mannetto – il primo panettone Fiasconaro – il Montenero è stato “battezzato” con il nome della contrada che ha visto crescere le generazioni Fiasconaro nella bella stagione.

Il dolce è un lievitato dall’anima siciliana, frutto dell’incontro tra Pandoro e Panettone, che sposa un goloso impasto di cacao e cioccolato di Sicilia che ricorda “a’ Muntagna” – il profiterole di Mario, anima e fondatore della Fiasconaro – impreziosito da delicate note di limone di Sicilia. Disponibile in una confezione ottagonale da 700 gr., alla quale sarà abbinata una bustina di zucchero a velo con apposito spolverino. È un dolce dal forte valore simbolico, che racconta la continuità generazionale che oggi porta l’azienda alla sua terza generazione di Pasticceri: il Montenero, infatti, nasce dalla creatività e dal talento del giovane Mario Fiasconaro, omonimo del nonno, che con la stessa passione e dedizione vuole omaggiare e ricordare l’inizio della storia dell’azienda e delle sue origini.

La Collezione 70° Anniversario racchiude alcuni dei lievitati da ricorrenza di punta di Fiasconaro, tutti rigorosamente incartati con un pack dedicato alla collezione: dal Panettone Tradizionale fino al Panettone all’Albicocca e “Cioccolato di Modica IGP”, senza dimenticare il Panettone agli Agrumi e Zafferano di Sicilia. 70 anni di Arte Pasticciera: una Favola che fa ancora sognare…

La Favola della Famiglia Fiasconaro è quella di una Famiglia innamorata della sua Terra, che con i suoi dolci ha fatto vivere e sognare la Sicilia a milioni di persone nel mondo. I fratelli Fiasconaro fanno parte della squadra di successo che ha portato il marchio a conquistare i mercati internazionali in oltre 60 Paesi: Fausto è Responsabile del punto vendita Fiasconaro, Martino si occupa della Direzione Amministrativa, Nicola è pluripremiato Maestro Pasticciere e Ambasciatore dell’Arte dolciaria Made in Sicily nel mondo. Oggi Fiasconaro significa ciò che significava 70 anni fa: passione per la bellezza, artigianalità e qualità senza compromessi, ma soprattutto, amore per la propria Terra e per le persone che con sguardo attento ed esperta manualità fanno la differenza in ogni fase della sua produzione. Fra tradizione e innovazione, l’azienda continua a sperimentare gusti e sapori regalando un vero viaggio sensoriale alla scoperta della Sicilia e delle sue migliori materie prime. Un sogno, quello della Famiglia Fiasconaro, che attraversa il tempo e lo spazio, restando sempre fedele a se stesso: 70 anni di Amore per le proprie Origini, 70 anni di Visione, 70 anni di Bellezza.

”Tre Bicchieri 2024″ assegnati a 25 vini del FVG, tre sono “orange”

”Tre Bicchieri 2024″ assegnati a 25 vini del FVG, tre sono “orange”Milano, 4 ott. (askanews) – Sono ben 25 le etichette del Friuli Venezia Giulia che hanno ottenuto i “Tre Bicchieri”, il punteggio più alto attribuito dalla guida “Vini d’Italia 2024” del Gambero Rosso che verrà presentata ufficialmente il 15 ottobre prossimo.

In una terra vocata per i vini bianchi, penalizzata da un’annata siccitosa come il 2022, le belle sorprese sono state numerose e se molti di questi riconoscimenti sono frutto di vendemmie precedenti e l’eccellenza è stata raggiunta dopo periodi di affinamento più o meno lunghi, sono comunque sei i vini della vendemmia 2022 che hanno ottenuto i “Tre Bicchieri”. Tre provengono dal Collio, tra cui il Sauvignon di Tiare che conquista il decimo traguardo consecutivo, uno dalla Denominazione Friuli Colli Orientali, un’altro dal Carso e l’ultimo dal Friuli Occidentale. Tra le eccellenze segnalate dai degustatori della guida dedicata al FVG, ci sono anche tre vini ottenuti da fermentazione con macerazione della buccia (“orange wine”): “Il fascinoso Collio Chardonnay Riserva 2018 di Primosic in quel di Oslavia sul Collio goriziano, poi la Malvasia di Skerk e la Vitosvka Collection di Zidarich, ambasciatori del Carso”. Chiude la rassegna “un eccellente vino rosso: Petrussa ha proposto uno Schioppettino 2019 di straordinaria eleganza, a dimostrazione del potenziale anche rossista di questa regione e delle sue uve tradizionali, come il Refosco dal peduncolo rosso, il Tazzelenghe ed il Pignolo”.

Ecco le etichette che hanno preso i “Tre Bicchieri”: “Carso Malvasia Dileo 2022” di Castelvecchio, “Collio Bianco Broy 2021” di Eugenio Collavini, “Collio Bianco Col Disôre 2020” di Russiz Superiore, “Collio Bianco Fosarin 2021” di Ronco dei Tassi, “Collio Bianco Luna di Ponca 2020” di Tenuta Borgo Conventi, “Collio Chardonnay Riserva 2018” di Primosic, “Collio Friulano 2022” di Schiopetto, “Collio Malvasia 2022” di Doro Princic, “Collio Pinot Bianco Santarosa 2021” di Castello di Spessa, “Collio Sauvignon 2022” di Tiare-Roberto Snidarcig, “Desiderium I Ferretti 2021” di Tenuta Luisa, “Eclisse 2021” di La Roncaia, “FCO Bianco Myò I Fiori di Leonie 2020” di Zorzettig, “FCO Bianco Pomèdes 2021” di Roberto Scubla, “FCO Biancosesto 2012” di Tunella, “FCO Friulano 2022” di Torre Rosazza, “FCO Friulano V. 50 Anni 2021” di Le Vigne di Zamò, “FCO Schioppettino 2019” di Vigna Petrussa, “Friuli Isonzo Pinot Grigio Gris 2021” di Lis Neris, “Friuli Isonzo Sauvignon Vieris 2021” di Vie di Romans, “Friuli Pinot Bianco 2022” di Le Monde, “Malvasia 2020” di Skerk, “Rosazzo Terre Alte 2020” di Livio Felluga, “Vintage Tunina 2021” di Jermann, e “Vitovska V. Collection 2016″ di Zidarich”.

Vino, Argea festeggia il suo primo compleanno con le Tenute di punta

Vino, Argea festeggia il suo primo compleanno con le Tenute di puntaMilano, 4 ott. (askanews) – Ad un anno dalla sua nascita, Argea, il più grande gruppo vinicolo privato italiano, ha festeggiato a Milano il primo “Argea Day”, presentando le etichette di punta delle tenute “Artists” del Gruppo: Cuvage di Aqui Terme (Alessandria), Ricossa di Castel Boglione (Asti), Poderi dal Nespoli (Forlì) e Zaccagnini di Bolognano (Pescara).

Una doppia degustazione sotto il nome di “The anthology of italian wines”, rivolta a sommelier professionisti e stampa specializzata e guidata da Filippo Bartolotta con il prezioso supporto delle enologhe Federica Lauterio (Zaccagnini), Soledad Adriasola (Poderi dal Nespoli), Patrizia Terzano (Ricossa) e del loro collega Franco Brezza (Cuvage). “Abbiamo voluto portare nel contesto di Argea Day, le nostre tenute di punta non solo perché rappresentano l’eccellenza, ma perché vogliamo testimoniare come un grande gruppo sia attento anche a micro-realtà territoriali, alla verticalità dei vini e all’espressione autentica dei territori” ha spiegato il Ceo di Argea, Massimo Romani, aggiungendo che si tratta di “un cammino iniziato da tempo, che si arricchirà anche di nuove progettualità nei prossimi anni, e che siamo contenti abbia riscosso apprezzamento sia da parte dei sommelier che dei giornalisti specializzati. Per noi queste etichette non rappresentano un elemento di business primario – ha concluso – ma sono i gioielli di una reputazione complessiva del gruppo di cui siamo orgogliosi e che continueremo a fare crescere sia in termini di qualità che a livello di distribuzione nazionale e internazionale”.

Vino, da 6 a 8 ottobre a Corciano (Perugia) c’è “Castello di vino”

Vino, da 6 a 8 ottobre a Corciano (Perugia) c’è “Castello di vino”Milano, 3 ott. (askanews) – Il Consorzio tutela vini Doc Colli del Trasimeno è tra i patrocinatori dell’undicesima edizione di “Corciano Castello di vino”, in programma da venerdì 6 a domenica 8 ottobre 2023 e organizzato dall’omonima associazione nel borgo medievale in provincia di Perugia.

Nato per far riscoprire le tradizioni vinicole del territorio, oltre che per finanziare il recupero e il restauro di opere artistiche locali, l’evento sarà strutturato come un percorso di degustazione itinerante lungo le antiche vie del borgo, con l’opportunità di conoscere i vini delle aziende vitivinicole consortili. Piccoli corner all’aperto permetteranno ai visitatori di gustare in modo veloce e dinamico i prodotti gastronomici locali mentre la Taverna del Duca sarà a disposizione di chi preferirà assaporare comodamente seduto i prodotti della tradizione umbra. L’inaugurazione è prevista venerdì alle 19 in Piazza Doni. Sabato alle 11.45 ala Palazzo Comunale si terrà il convegno dal titolo “La Grenache in Italia tra opportunità e obiettivi comuni: il Trasimeno incontra il Cannonau di Sardegna – Territori e profili a confronto”. Moderato da Vincenzo Scivetti, delegato di Grenaches du Monde in Italia, dialogheranno sul tema Nicola Chiucchiurlotto, direttore del Consorzio tutela vini Doc Colli del Trasimeno; Renzo Peretto e Mauro Murenu di Laore Sardegna, Mariano Murru, presidente di Assoenologi Sardegna, e Mario Mereu, presidente del Consorzio di tutela Cannonau di Sardegna.

“‘Corciano Castello di Vino-Anteprima Trasimeno 2023’ è un’importante occasione per iniziare a fare squadra tra i territori produttori di Grenache in Italia” ha dichiarato il presidente del Consorzio tutela vini Doc Colli Del Trasimeno, Emanuele Bizzi, spiegando che “per tale motivo abbiamo organizzato una tavola rotonda tra protagonisti del panorama vitivinicolo di Umbria e Sardegna. Si tratta del primo passo di un percorso per presentarsi forti a livello internazionale – ha concluso – con l’obiettivo futuro di riunire tutti i territori italiani vocati alla coltivazione della varietà”.

Non solo il gusto: le merendine si mangiano anche con gli occhi

Non solo il gusto: le merendine si mangiano anche con gli occhiMilano, 3 ott. (askanews) – Mangiare una merendina non è solo una questione di gusto. Che siano adulti o bambini, per gli italiani contano anche l’odore che sollecita l’olfatto (48%) e l’estetica che attira la vista (45%) mentre è più trascurato il tatto (7%). A dirlo è un’indagine commissionata da Unione italiana food ad Astra Ricerche sul lato estetico delle merendine italiane, prodotto della nostra industria alimentare che riproduce in miniatura dolci della tradizione casalinga, che proprio quest’anno compie 70 anni e vanta un valore di mercato di 1,3 miliardi (dati Circana 2022).

Anche per le merendine dunque il food design è una discriminante nella scelta di consumo. Prima di ogni altro elemento a colpire sono le decorazioni sulla superficie del prodotto (72%). Segue poi la forma: che sia arrotondata, a trancio rettangolare, intrecciata o a mezzaluna è un elemento estetico apprezzato da tre italiani su 10 (29%). Poco più indietro nel gradimento troviamo il colore (26%) e la dimensione (25%). “È un dato di fatto che non si mangia solo attraverso il gusto, ma anche gli altri sensi hanno una loro importanza ed in particolare la vista – afferma Paola Medde, psicologa dei comportamenti alimentari – basti pensare che nel nostro cervello il 50% delle cellule sono direttamente o indirettamente coinvolte nella visione. Gli alimenti arrotondati vengono associati a un’esperienza piacevole, di coccola e di morbidezza, mentre quelli spigolosi, vengono associati ad esperienze energizzanti, di forza e dinamismo”.

Mordere una merendina appena scartata è sicuramente la modalità di consumo più frequente (60%), ma c’è anche chi la divide in due prima di consumarla (20%) o chi la apprezza maggiormente nel latte o nel succo (15%). Ci sono poi quelli, anche se sono una minoranza (5%), che preferisce consumare prima la farcitura e poi il resto. In occasione del 70esimo compleanno delle merendine italiane, Unionfood ha scelto tre prodotti della merenda riconoscibili per il loro “food design”. Parliamo della storica Kinder Brioss, un pan di Spagna a trancino con le righe sulla superficie e un doppio strato di crema, ideale per l’inzuppo in ogni tipo di tazza – anche la più stretta. Altro prodotto reso celebre dalla sua estetica sono i flauti al latte: l’inconfondibile forma che ricrea un filoncino di pane con farcitura di crema al latte è un modo per riproporre la merenda fatta in casa di una volta. Infine l’antesignano dei prodotti da forno dolci monodose: il Buondì Motta. All’inizio il prodotto si chiamava Mottino, a seguire venne cambiato il nome in Buondì proprio per evocare il momento della giornata per cui era stato creato: la colazione. La sua caratteristica distintiva è proprio la forma arrotondata che rimanda a un piccolo panettone.

Vino, Ais: Federico Domeneghetti miglior sommelier del Veneto 2023

Vino, Ais: Federico Domeneghetti miglior sommelier del Veneto 2023Milano, 3 ott. (askanews) – Il miglior sommelier del Veneto 2023 è Federico Domeneghetti. Lo ha comunicato l’Associazione italiana sommelier (Ais), spiegando che il professionista della delegazione di Padova ha vinto un viaggio studio in Portogallo, oltre all’ammissione di diritto alla semifinale del Concorso miglior sommelier d’Italia 2023. Inoltre, in veste di ambasciatore del vino veneto a livello nazionale, Domeneghetti potrà essere coinvolto in eventi e attività di comunicazione legati ai vini della regione fino alla prossima edizione del concorso.

“Il concorso di quest’anno è stato particolarmente importante perché abbiamo registrato un aumento significativo nel numero degli iscritti – ha commentto il presidente di Ais Veneto, Gianpaolo Breda – a dimostrazione di quanto il settore della sommellerie sia in crescita e quanto sia forte l’interesse dei professionisti del vino in Veneto”. Sono 19 i soci di Ais Veneto che hanno partecipato all’edizione 2023, andata in scena lunedì 2 ottobre a Longarone (Belluno), per il secondo anno consecutivo all’interno del programma di “Dolomiti Horeca”. Durante la mattinata, nella sede dell’Istituto alberghiero Dolomieu, si è tenuta la prova scritta consistente in una relazione dettagliata, finalizzata a valutare la preparazione tecnica e teorica dei partecipanti, e in un’analisi organolettica di due vini regionali. I tre migliori concorrenti, Federico Domeneghetti della delegazione di Padova, Enrico Panizzuti della delegazione di Venezia e Aldo Naddeo della delegazione di Verona, hanno avuto accesso alle finali svoltesi nel pomeriggio a Longarone Fiere, dove hanno affrontato la degustazione alla cieca di un vino della regione con domande di approfondimento, il riconoscimento di quattro distillati da tutto il mondo, un abbinamento formulato dalla Giuria e prove di accoglienza, servizio al tavolo con decantazione e comunicazione del vino.