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Padiglione Lombardia a Vinitaly: 3.300 mq con circa 200 aziende

Padiglione Lombardia a Vinitaly: 3.300 mq con circa 200 aziende



Padiglione Lombardia a Vinitaly: 3.300 mq con circa 200 aziende – askanews.it



Padiglione Lombardia a Vinitaly: 3.300 mq con circa 200 aziende – askanews.it




















Milano, 29 mar. (askanews) – Uno spazio espositivo di 3.300 metri quadrati, finanziato e realizzato in accordo di programma da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, che riunisce produttori, consorzi, associazioni e istituzioni nel salotto al primo piano del PalaExpo, con circa 200 aziende che offriranno in degustazione oltre mille etichette. Il Padiglione Lombardia di Vinitaly (“Lombardia, una straordinaria esperienza di gusto”), il Salone internazionale dei vini e distillati la cui 55esima edizione andrà in scena a Veronafiere dal 2 al 5 aprile, è stato presentato oggi a Palazzo Lombardia dal governatore Attilio Fontana, dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, dal presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio, dal presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, dalla presidente di Ascovilo, Giovanna Prandini e da Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta.

“La Lombardia vanta 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT e, in termini di qualità, può tranquillamente competere con le più rinomate regioni vitivinicole a livello non solo nazionale, ma anche internazionale” ha ricordato Fontana, sottolineando che “l’ultima vendemmia, pur caratterizzata da condizioni meteorologiche estreme, si è chiusa con una produzione fatta per la stragrande maggioranza di vini a Denominazione di qualità, per cui nove bottiglie su dieci dell’annata 2022 saranno a marchio DOCG, DOC o IGT”. La produzione dello scorso anno, infatti, conta oltre 142 milioni di bottiglie potenziali, per l’88% vini a Denominazione di qualità. Una percentuale in virtù della quale la Lombardia, già prima regione in Italia per valore della produzione agroalimentare, si conferma ai vertici a livello nazionale anche per quanto riguarda la quota di vini di qualità sul totale della produzione. “I vini lombardi tornano a Verona confermandosi come grandi ambasciatori dei nostri territori, in Italia e sempre di più anche all’estero” ha affermato Beduschi, precisando che “il mercato principale per i prodotti vitivinicoli lombardi è quello tedesco, che nel 2022 ha rappresentato il 24% dell’export e che nel periodo 2019-2021, a cavallo della pandemia da Covid-19, è cresciuto addirittura del 46,7%”. “Seguono, in termini di valore, gli Stati Uniti, con una quota del 12,5% e in crescita del 20,6% tra il 2019 e il 2021, la Svizzera (8,6%), il Giappone (6,4%), la Francia (4,1%), il Regno Unito (4%) e la Spagna (2,9%)” ha continuato, sottolineando che è “merito delle imprese vitivinicole che lavorano per proporre un’offerta straordinariamente ampia e di qualità, con una presenza sempre crescente di varietà autoctone”. “Un primato e un vanto del vino lombardo – ha concluso il neo assessore – che a Vinitaly avrà come sempre un ruolo da protagonista, anche per promuovere l’immagine della regione, della sua storia e dei suoi prodotti”.

La biodiversità lombarda rappresenta anche “una risorsa fondamentale in termini economici” ha rimarcato Auricchio, ricordando che “da un lato ci sono le tremila imprese vitivinicole lombarde, che sono state capaci di attraversare anche i durissimi anni della pandemia salvaguardando l’occupazione e creando, nel corso degli anni, nuovi posti di lavoro: oggi abbiamo 6.275 occupati stabili, il 17,6% in più rispetto a dieci anni fa, ai quali si aggiungono naturalmente decine di migliaia di stagionali e persone occupate nell’indotto”. “Dall’altro lato – ha proseguito – ci sono il turismo enogastronomico e il valore del settore in termini di marketing territoriale, che abbiamo già esplorato con l’Expo del 2015 e che dobbiamo sfruttare ancora di più in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026”.

Record per l’export di vino lombardo: nel 2022 sfiorati 320 mln euro

Record per l’export di vino lombardo: nel 2022 sfiorati 320 mln euro


Record per l’export di vino lombardo: nel 2022 sfiorati 320 mln euro – askanews.it



Record per l’export di vino lombardo: nel 2022 sfiorati 320 mln euro – askanews.it



















Milano, 29 mar. (askanews) – Il vino lombardo cresce sui mercati internazionali, dove il valore delle vendite è pressoché raddoppiato negli ultimi 15 anni, arrivando a sfiorare quota 320 milioni di euro nel 2022, nuovo record storico. Consolida anche la propria presenza nel Regno Unito superando di slancio lo scoglio della Brexit, con un + 29% sul mercato britannico proprio a cavallo dell’addio di Londra all’Unione Europea. E registra risultati molto positivi anche sul fronte dell’occupazione, grazie a una crescita degli addetti stabili del 17,6% negli ultimi 10 anni.

Nel corso del 2022 l’export della produzione vitivinicola della Lombardia è infatti cresciuto del 7,8% rispetto al 2021, raggiungendo quota 319 milioni e 623 mila euro, pressoché il doppio rispetto ai 167 milioni e 699 mila euro che erano stati registrati nel 2007, 15 anni prima. I dati Istat elaborati dall’Ufficio Studi di Unioncamere Lombardia sono stati diffusi questa mattina a Palazzo Lombardia a Milano, in occasione della presentazione del Padiglione dei vini lombardi a Vinitaly (primo piano del PalaExpo), il Salone internazionale dei vini e distillati la cui 55esima edizione andrà in scena a Verona dal 2 al 5 aprile.

Identità Golose: Porfidio di Terrazza Gallia “Miglior sommelier 2023″

Identità Golose: Porfidio di Terrazza Gallia “Miglior sommelier 2023″


Identità Golose: Porfidio di Terrazza Gallia “Miglior sommelier 2023” – askanews.it



Identità Golose: Porfidio di Terrazza Gallia “Miglior sommelier 2023” – askanews.it




















Milano, 29 mar. (askanews) – Paolo Porfidio, head sommelier di Terrazza Gallia, ristorante fine dining dell’Excelsior Hotel Gallia di Milano ha ricevuto il premio come “Miglior Sommelier 2023” di Identità Golose. Il riconoscimento gli è stato conferito “per il suo modo di raccontare il vino con stile e personalità, oltre che per il suo impegno nel valorizzare la professione attraverso eventi di formazione in cui coinvolge i colleghi”.

“Sono orgoglioso di aver ricevuto questo importante riconoscimento, che conferma che la strada percorsa fino ad ora è quella giusta” ha affermato Porfidio, aggiungendo che è “un premio che mi sprona a proseguire con sempre maggiore entusiasmo il lavoro iniziato con Terrazza Gallia, una realtà che riconosce e valorizza il ruolo dei giovani professionisti in questo settore”. “Se le doti tecniche non devono mancare, lo stesso vale per quelle comunicative – ha concluso – siamo noi i veri ambasciatori dei grandi produttori del territorio, a noi spetta il piacere di far avvicinare sempre più persone a un consumo consapevole e informato del vino, così da renderlo un momento di condivisione”.

A Milano dal 7 al 9 maggio seconda edizione di “MIxology Experience”

A Milano dal 7 al 9 maggio seconda edizione di “MIxology Experience”


A Milano dal 7 al 9 maggio seconda edizione di “MIxology Experience” – askanews.it



A Milano dal 7 al 9 maggio seconda edizione di “MIxology Experience” – askanews.it


















Milano, 29 mar. (askanews) – Dal 7 al 9 maggio prossimi, al Superstudio Maxi di via Moncucco 35 Milano, si terrà la seconda edizione di “MIxology Experience”, l’evento dedicato all’”hospitality” e alla “bar industry”, con un focus sul settore beverage e sul mondo dei cocktail. L’appuntamento di riferimento per gli operatori del settore è organizzato dal circuito “Bartender.it” ed è la fiera più specializzata a livello italiano dedicata al mondo del bar, della miscelazione e di tutto quello che ruota attorno al settore.

“L’edizione 2023 conferma il format di successo, arricchito da importanti novità e attività che coinvolgeranno sia il mercato nazionale che internazionale” spiega Luca Pirola, fondatore di Bartender.it, aggiungendo che “puntiamo a migliorare nettamente i risultati straordinari registrati lo scorso anno al debutto della manifestazione, visitata da quasi settemila persone, alla presenza di 151 aziende, 357 brand, per un totale di più di 200mila assaggi”. Per tre giorni, il pubblico potrà scoprire le più importanti novità del settore e i segreti relativi ai prodotti e alle aziende di riferimento. La visita sarà organizzata in percorsi tematici, animati dai più grandi brand del settore per conoscere da vicino tutto il mondo della liquoristica e della distillazione attraverso l’incontro con produttori, master distiller, brand ambassador, importatori e distributori. Anche quest’anno ci sarà spazio per i prodotti “No-Low Alcohol”, analcolici e a bassa gradazione alcolica indispensabili per la preparazione di cocktail e mocktail, ma anche per gli strumenti di lavoro con attrezzature e accessori professionali.

La manifestazione sarà un punto di confronto coi massimi esponenti della Beverage Industry. Sul palco principale si affronteranno i temi di maggior interesse per l’Hospitality e la Bar Industry con un programma che racconterà esperienze, professionalità e creatività esplorando tendenze e tradizioni nel mondo beverage: interviste e tavole rotonde con i massimi esponenti dell’ospitalità, dell’economia, dello spettacolo e del lavoro che analizzeranno le sfide future dell’Ho.re.ca. Le sale seminari, invece, saranno a disposizione delle aziende per presentare nuovi prodotti, promuovere i propri brand, organizzare degustazioni private e condurre masterclass. Per il pubblico sarà anche possibile acquistare tutti i prodotti presenti a MIxology Experience con una vetrina speciale per le novità di mercato, i prodotti innovativi e i brand non ancora distribuiti. Un’area “matching” sarà invece esclusivamente dedicata al “B2B”: un’agenda di appuntamenti dove incontrarsi e confrontarsi sulle opportunità di business con un sistema di prenotazione online che permetterà la gestione degli incontri.

Infine, da giovedì 4 a martedì 9 maggio in oltre 60 tra cocktail bar, ristoranti, rooftop e bar d’hotel di Milano si terranno eventi, serate e degustazioni aperte a tutti per la MIxology Week.

Mercato Ue bevande low-no alcol: nicchia che cresce +18%

Mercato Ue bevande low-no alcol: nicchia che cresce +18%


Mercato Ue bevande low-no alcol: nicchia che cresce +18% – askanews.it



Mercato Ue bevande low-no alcol: nicchia che cresce +18% – askanews.it



















Milano, 28 mar. (askanews) – Il mercato delle bevande senza alcol o con ridotto tenore alcolico è in costante crescita (+18% CAGR a valore 2019-2021 per distillati e liquori “low/no”) e quello dell’Ue vale circa 7,5 mld di euro, trainato in gran parte dalla birra, con il “vino” che si attesta a 322 milioni di euro e gli alcoli (i distillati e liquori senza alcol) a 168 milioni. La stima è della società Areté che ha realizzato uno studio per la Commissione UE, da cui emerge che in valore assoluto questo segmento rappresenta ancora una nicchia di mercato, in genere contribuendo a meno dell’1% del rispettivo mercato di riferimento (con l’eccezione della birra).

Tra i Paesi UE che trainano il mercato vi sono Francia, Spagna, Germania e Belgio (in totale, 84% del mercato UE per i superalcolici e 91% del mercato UE dei vini aromatizzati “low/no”), mentre fuori dall’Europa i mercati più vivaci sono quelli australiano e statunitensi, con un valore stimato rispettivamente di circa due miliardi e un miliardo di euro ciascuno. Se la birra è di gran lunga il prodotto più venduto, in alcuni Paesi sta avanzando anche il consumo di vini dealcolizzati e versioni a gradazione ridotta dei distillati più diffusi, come in Francia dove il vino a basso tenore di alcol ha raggiunto nel 2021 un valore di mercato stimato a 166 milioni di euro, e nel Regno Unito, primo mercato per le alternative “low-no alcohol” ai superalcolici, con vendite per 98 milioni di euro. La ricerca Areté stima in circa 8 milioni di euro il mercato italiano delle bevande “low/no” nel 2021 (lo 0,1% del totale della categoria), a fronte dei 78 milioni di euro del mercato francese. Cifre ancora più ridotte per i vini aromatizzati, rappresentati principalmente dalle alternative al Vermouth, con vendite stimate in meno di un milione di euro. Un po’ meglio il vino (parzialmente) dealcolizzato, con un mercato nazionale stimato di circa 30 milioni di euro, nettamente in rincorsa rispetto a Francia (166 milioni) e Germania (69 milioni). I dati Euromonitor International analizzati per lo studio dall’azienda italiana specializzata nella valutazione di politiche per il settore agroalimentare, fanno però intravedere previsioni di forte crescita nei prossimi anni (+23% di tasso di crescita medio annuo 2021-2026 per i superalcolici “low/no”), in linea con le aspettative di molti operatori, che vedono in questo mercato un grande potenziale per raggiungere nuove categorie di consumatori (si pensi ad esempio a chi non beve alcolici per motivi religiosi) ed allinearsi a trend di consumo ormai consolidati (quali la preferenza per prodotti più salutari).

Da un’indagine effettuata su oltre 5.500 rispondenti in 15 Paesi UE, risulta che il 59% dei consumatori dell’UE dichiara un atteggiamento generalmente positivo, di curiosità, nei confronti di queste bevande in quasi tutti i principali mercati europei, mentre solo il 6% ha riferito una reazione negativa. Insieme ai benefici per la salute (ai primi posti per il 31% dei rispondenti), la qualità del prodotto è considerato l’aspetto più importante. Una bassa qualità percepita e la marcata differenza di sapore rispetto alla corrispondente bevanda alcolica, sono citate come fattori atti a scoraggiare il consumo per il 25%-30% dei consumatori interpellati. Gli under 35, in particolare, paiono più attenti a stili di vita sani e sono generalmente più inclini a provare prodotti nuovi (per esempio versioni “low/no” dei distillati o dei vini aromatizzati) discostandosi dalla tradizione, mentre tra i consumatori più adulti la birra analcolica o a bassa gradazione è il prodotto che suscita maggior interesse. Areté sottolinea che uno degli aspetti critici, con impatti anche sugli andamenti di mercato, è la normativa. Ad oggi non esiste una definizione legale di “bevanda alcolica” nella legislazione alimentare dell’UE e il quadro normativo per i prodotti di questa categoria può variare in modo significativo da un Paese all’altro e tra prodotti diversi, così come la possibilità di commercializzare versioni alcohol free o a ridotta gradazione alcolica. Queste differenze diventano particolarmente evidenti soprattutto in tema di etichettatura e di denominazioni di vendita autorizzate: mentre la possibilità di produrre (e commercializzare come tali) vini dealcolizzati è stata introdotta dalla più recente riforma PAC del 2021, ad oggi è vietato etichettare come gin, vodka o whiskey bevande che ne imitano il sapore ma che hanno un tenore alcolico ridotto.

Il 6 aprile a Trieste il festival “Teranum e i vini rossi del Carso”

Il 6 aprile a Trieste il festival “Teranum e i vini rossi del Carso”


Il 6 aprile a Trieste il festival “Teranum e i vini rossi del Carso” – askanews.it



Il 6 aprile a Trieste il festival “Teranum e i vini rossi del Carso” – askanews.it


















Milano, 28 mar. (askanews) – Giovedì 6 aprile, dalle 16 alle 21, nel prestigioso Savoia Excelsior Palace Hotel di Trieste si terrà la rassegna “Teranum e i vini rossi del Carso” organizzata dall’Associazione viticoltori del Carso (Društvo Vinogradnikov Krasa). Una degustazione di “terrani e refoschi inaspettati”, vini rossi prodotti da Muggia a Doberdò del Lago, passando dal ciglione al Carso interno della Slovenia e con puntate anche in provincia di Gorizia.

“Si avrà la possibilità di assaggiare vini freschi o strutturati, fermi o frizzanti, giovani e invecchiati, a dimostrazione dei progressi dei viticoltori e della grande versatilità e potenzialità della regione vitivinicola locale” hanno spiegato gli organizzatori durante la presentazione avvenuta oggi a Trieste, aggiungendo che “inoltre, grazie alla preziosa collaborazione con i cuochi che collaborano con Okusi Krasa – Sapori del Carso, verranno proposti ai visitatori piatti in cui l’ingrediente principale sarà la carne locale, preparata in modo innovativo, quasi provocatorio, dai ristoranti aderenti”. “Un festival internazionale con un forte significato simbolico: ‘Teranum’ come ponte tra i popoli, come momento per rinsaldare amicizie e intrecciare nuove collaborazioni” continuano gli organizzatori, ricordando che “come da tradizione consolidata”, avremo in assaggio alcuni Nero d’Avola prodotti dai vignaioli ospiti provenienti dalla siciliana Menfi, Città italiana del Vino 2023: Planeta, Cantine Barbera, Mandrarossa Winery e Tenuta Stoccatello.

I vignaioli di Trieste e Gorizia presenti sono Bajta, Bole, Budin, Cacovich, Castelvecchio, Grgic, Kocjancic, Lenardon, Merlak, Milic Damijan, Milic Stanko, Milic Zagrski, Nicolini, Sancin, Skerlj, Škerk, Vigna Sul Mar-Urizio e Zidarich. Quelli sloveni: CV-Colja Vino, Cotar, Cotova Klet, Perinova Kmetija, Širca Kodric, Tavcar Emil, Turisticna Kmetija Škerlj, Vinska Klet Štok, Vina Vrabec, Vina Petelin Rogelja, Vinakras, Vinska Klet Orel, Vina Štoka e Vinarstvo Rebula.

Vino, Saccardi: Bolgaré? Bolgheri territorio unico, non gioco di parole

Vino, Saccardi: Bolgaré? Bolgheri territorio unico, non gioco di parole


Vino, Saccardi: Bolgaré? Bolgheri territorio unico, non gioco di parole – askanews.it



Vino, Saccardi: Bolgaré? Bolgheri territorio unico, non gioco di parole – askanews.it



















Milano, 28 mar. (askanews) – “E’ la sentenza che ci aspettavamo perché Bolgheri non è un gioco di parole. Bolgheri è un territorio irripetibile che esiste solamente in quel nome, lo stesso nome di un prodotto che solo questa terra ci offre, frutto di un saper fare e una tradizione uniche”. La vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione Toscana, Stefania Saccardi, commenta con soddisfazione la sentenza con cui il Tribunale dell’Unione Europea si è espresso “in maniera definitiva e inequivocabile” contro il marchio “Bolgaré” che un’azienda vinicola della Bulgaria voleva continuare ad utilizzare per un suo vino.

“Con questa decisione l’Ufficio marchi europeo conferma che la Toscana e il ‘made in Tuscany’ non rappresentano una mera questione di difesa di cortile ma sono la risposta a chi ha bisogno di trovare un prodotto di qualità che si associa a bellezza, storia, valore: le 66 aziende associate del Consorzio” ha aggiunto Saccardi, concludendo “tutto questo è Bolgheri, ben altro e ben oltre maldestri tentativi di ingannare qualche sprovveduto. Questa sentenza segna un precedente fondamentale per la protezione delle Doc e delle Dop-Igp toscane e italiane”.

Tribunale UE boccia marchio “Bolgaré” per vino di una Cantina bulgara

Tribunale UE boccia marchio “Bolgaré” per vino di una Cantina bulgara


Tribunale UE boccia marchio “Bolgaré” per vino di una Cantina bulgara – askanews.it



Tribunale UE boccia marchio “Bolgaré” per vino di una Cantina bulgara – askanews.it



















Milano, 28 mar. (askanews) – Il tribunale dell’Unione Europea ha definitivamente chiuso il contenzioso sull’uso del marchio “Bolgaré” che una Cantina bulgara voleva utilizzare come nome per un proprio vino. Dopo sei anni, i giudici hanno dato ragione al Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc perché “Bolgaré” è evocativo della denominazione. Si tratta di una vittoria contro il cosiddetto “italian sounding” e un importante precedente per la protezione delle denominazioni d’origine italiane ed europee.

“Nel 2017 la maggiore azienda vinicola della Bulgaria aveva presentato domanda per registrare ‘Bolgaré’ all’Ufficio marchi europeo (Euipo)” ricostruisce ad askanews il direttore del Consorzio Bolgheri, Riccardo Binda, spiegando che “l’immediata opposizione che facemmo fu inizialmente respinta dall’Euipo, per poi essere invece definitivamente accolta nel 2022”. “La Cantina bulgara ha però impugnato questa decisione di fronte al Tribunale dell’Unione Europea – continua Binda – ma i giudici hanno ritenuto il loro ricorso manifestamente infondato”. La sentenza evidenzia infatti che il termine “Bolgaré” richiama nel consumatore la Dop “Bolgheri” e non la Bulgaria, per “somiglianza fonetica, numero simile di lettere (di cui le prime quattro uguali), identità di prodotti e somiglianza figurativa nei caratteri di scrittura”.

Vino, 29 e 30 aprile a Castell’Arquato “Monterosso Val d’Arda Festival”

Vino, 29 e 30 aprile a Castell’Arquato “Monterosso Val d’Arda Festival”


Vino, 29 e 30 aprile a Castell’Arquato “Monterosso Val d’Arda Festival” – askanews.it



Vino, 29 e 30 aprile a Castell’Arquato “Monterosso Val d’Arda Festival” – askanews.it


















Milano, 28 mar. (askanews) – Il 29 e 30 aprile prossimi torna nello splendido borgo di Castell’Arquato (Piacenza) il “Monterosso Val d’Arda Festival”, la manifestazione dedicata alla scoperta del vino Monterosso e del suo territorio. Per due giorni 31 Cantine locali presenteranno i loro prodotti lungo la via della “barricaia”, animata da mostre d’arte, esibizioni musicali e dalle degustazioni della gastronomia locale.

Organizzato e gestito da un generoso e infaticabile manipolo di volontari spinto dall’amore per la propria terra e le proprie tradizioni enogastronomiche, il Festival festeggia quest’anno la sua decima edizione, animando nell’ultimo fine settimana di aprile uno dei “Borghi più belli d’Italia”, insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. “Siamo entusiasti di tornare a riempire le strade del nostro borgo con un’edizione ricchissima del Monterosso Val d’Arda Festival” ha dichiarato Franco Ticchi, responsabile dell’organizzazione dell’evento e presidente dell’associazione di promozione sociale “La Goccia”. “Dopo gli anni difficili legati alle restrizioni della pandemia, ospiteremo i visitatori offrendo loro il saper fare e l’eccellenza della nostra enogastronomia, un percorso alla scoperta delle nostre tradizioni che si rinnovano” ha proseguito Ticchi, aggiungendo “occuperemo il borgo medioevale con allegria, rispetto, un’esplorazione alla ricerca della bellezza per tutti i gusti”. Con gli anni, questa manifestazione è diventata anche l’occasione per favorire il turismo nella Val d’Arda e dare impulso a tutto quanto il Piacentino ha di meglio da offrire. Il Festival ha ottenuto il patrocinio del Comune di Castell’Arquato, della Provincia di Piacenza e della Regione Emilia-Romagna. Quest’ultima gli ha anche conferito il riconoscimento di evento “#Plastic-freER”, il piano regionale che si propone di ridurre “l’impatto negativo delle plastiche sull’ambiente, accompagnando la fase di transizione verso sistemi di produzione, consumo e gestione post-consumo più sostenibili”.

Monterosso Val d’Arda è una sottozona della Doc Colli Piacentini nata nel 1967. Il Monterosso viene prodotto da uve bianche utilizzando principalmente Moscato bianco, Malvasia di Candia aromatica, Trebbiano Romagnolo e Ortrugo. Tradizionalmente frizzante e abboccato (prodotto in alcuni casi anche “sui lieviti”), è un vino “facile”, immediato e beverino, fresco e leggero. Oltre che frizzante, può essere fermo o in versione spumante.

Cibus Connecting Italy, Confagricoltura a Parma dal 29 al 30 marzo

Cibus Connecting Italy, Confagricoltura a Parma dal 29 al 30 marzo


Cibus Connecting Italy, Confagricoltura a Parma dal 29 al 30 marzo – askanews.it



Cibus Connecting Italy, Confagricoltura a Parma dal 29 al 30 marzo – askanews.it


















Roma, 27 mar. (askanews) – Confagricoltura è tra i protagonisti del Cibus Connecting Italy 2023, il progetto del Salone internazionale dell’alimentazione in programma alla Fiera di Parma dal 29 al 30 marzo. Sarà il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, insieme alla giunta della Confederazione, a inaugurare lo stand al Padiglione 5, F04 alle 13.00 del 29 marzo, giorno del taglio del nastro che darà il via alla Fiera.

Il mondo confederale sarà rappresentato da una ricca delegazione di imprese che avranno a disposizione, oltre a singoli spazi espositivi, anche un’area business in cui svolgere i propri incontri con i buyer. Confagricoltura sarà rappresentata nel resto della Fiera anche al di fuori del proprio spazio con importanti realtà associate presenti con propri stand. Non solo. La Confederazione porterà a Parma anche un importante convegno sulle nuove competenze nel settore primario con un focus sui due progetti europei a cui partecipa (Fields e I-Restart), dedicati allo sviluppo delle professionalità di domani nei settori della zootecnia, veterinaria, genetica, bioeconomia e sostenibilità. L’incontro, in calendario il 30 marzo dalle 11.30 alle 13.30, avrà come ospiti: Annalisa Sassi, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna; Silvio Borrello, ex direttore generale del ministero della Salute; e Paola Pittia, docente ordinaria di Scienze e Tecnologie Alimentari all’UniTe. L’evento è organizzato dal segretario generale di Agronetwork, Daniele Rossi e da Remigio Berruto, docente associato di Meccanica agraria dell’UniTo. Il Cibus Connecting Italy – ricorda una nota – punta a essere il luogo in cui produzione, industria e distribuzione si incontrano e si confrontano su nuovi modelli di approvvigionamento di filiera che contemplino anche la valorizzazione del rapporto tra i prodotti agricoli e i territori in cui nascono. A Parma sono attesi 20.000 visitatori provenienti da 90 diversi Paesi esteri, tra cui 1.300 top buyer che saranno orientati tra gli stand dei circa mille marchi che hanno aderito, grazie al programma di incoming sviluppato dall’Ente Fiera in collaborazione con Agenzia ICE.