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Doppio Malto e Fabbri insieme nel cocktail “vintage” di Bruno Vanzan

Doppio Malto e Fabbri insieme nel cocktail “vintage” di Bruno VanzanMilano, 26 mag. (askanews) – L’onda alta della mixology prova a “travolgere” anche la birra. In passato, in verità, i tentativi fatti non hanno avuto grande successo, anche per un certo “snobismo” dei consumatori di birra nei confronti di un consumo che non fosse in purezza. Ma a provare a mescere con successo il variegato mondo della birra con quello dei cocktail ora è un barman pluripremiato come Bruno Vanzan che per Doppio Malto ha messo a punto “Riviera”, un cocktail in cui la birra Bella rossa di Doppio Malto incontra lo sciroppo Fabbri alla fragola.

Quello messo a punto da Vanzan è un brew cocktail, disponibile nei locali Doppio Malto, che come ha spiegato lo stesso barman “nasce da una birra ambrata doppio malto con una gradazione alcolica di 6,5 volumi che ha profumi e sfumature amare e si presta a essere miscelata. Con il cocktail non vogliamo più che la birra ci racconti la sua frizzantezza ma il suo ceppo maltato, che poi è la stessa materia prima del whisky con una volumetria alcolica più bassa”. Questo è abbinato a uno sciroppo alla fragola di Fabbri 1905, un gusto che omaggia i cocktail anni 90, come del resto è un richiamo vintage anche il nome, Riviera. A completare il bicchiere la soda “che consente di recuperare frizzantezza – ha sottolineato Vanzan – necessaria a donare brio e a farci sentire bene” e un’amarena sciroppata. Per Doppio Malto, format della ristorazione in espansione con aperture programmate in Italia e in Francia, significa ampliare le occasioni di consumo delle sue birre, oggi tutte prodotte nel birrificio di Iglesias, in Sardegna, che ha una capacità produttiva di cinque milioni di litri.

Ma dietro questo cocktail c’è anche il sodalizio con Fabbri 1905. “Fabbri ha sempre avuto l’intuizione della birra nella mixology – ha detto Maida Merolla, marketing manager business unit beverage Fabbri 1905 – il lancio della linea di cocktail Sbritz ne è una prova. Del resto la birra va incontro alle abitudini dei consumatori low alcool e alla tendenza a pasteggiare coi cocktail. Non è più un aperitivo ma un accompagnamento per i pasti”. Il nuovo nato in casa Doppio Malto è pensato per un target variegato. Del resto “nella ricetta finale ci sono 2-3 volumi di alcol, quindi avvicina tutti: chi non beve, ha dei gusti più ricercati come chi beve whisky perchè si sente il malto” ha spiegato il barman. Un modo diverso dunque di consumare la birra che passa anche dal bicchiere.

Consorzio Lugana Doc: il 29 maggio a Verona convegno sull’enoturismo

Consorzio Lugana Doc: il 29 maggio a Verona convegno sull’enoturismoMilano, 26 mag. (askanews) – “Enoturismo tra identità locali, digitalizzazione e sostenibilità”: è il titolo del convegno che si terrà nel pomeriggio di lunedì 29 maggio nell’auditorium di Verona Fiere. L’incontro è organizzato dal Consorzio Tutela Lugana Doc per promuovere la riflessione e il dibattito sul grande potenziale del turismo del vino, e vedrà la partecipazione di Bruno Bertero (direttore generale Ente turismo Langhe Monferrato Roero), Elvira Bortolomiol (presidente del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg), Marta Cotarella (cofounder Intrecci Alta Formazione), Roberta Garibaldi (Associazione italiana turismo enogastronomico), Diana Isaac (founder Winerist) e Fabio Piccoli (direttore Wine Meridian).

All’incontro, il presidente del Consorzio del Lugana Doc, Fabio Zenato presenterà l’importante progetto di valorizzazione della Denominazione come “wine destination” sul quale l’ente consortile ha deciso di investire e farsi promotore nel corso di quest’anno. Un piano che ha coinvolto e coinvolgerà nel corso del 2023 aziende, istituzioni e pubblico con numerose attività. La Doc Lugana si estende tra le colline delle sponde meridionali del Lago di Garda nei quattro Comuni lombardi di Sirmione, Pozzolengo, Desenzano, Lonato e quello veneto di Peschiera del Garda. Il Consorzio per la sua tutela nasce nel 1990 e riunisce oggi il 90% dei produttori di Lugana.

Vino, Marzia Varvaglione è la nuova presidente di Agivi

Vino, Marzia Varvaglione è la nuova presidente di AgiviMilano, 26 mag. (askanews) – Marzia Varvaglione è la nuova presidente dell’Associazione giovani imprenditori vinicoli italiani (Agivi) di Unione italiana vini (Uiv), al posto di Violante Gardini Cinelli Colombini. Classe 1989 e già vicepresidente nel mandato in scadenza di Violante Gardini Cinelli Colombini, la business developer e direttore marketing and sales dell’omonima azienda di famiglia, è stata designata all’unanimità dal neo-eletto Consiglio direttivo. La presidente ha poi nominato Tommaso Canella (Casa Vinicola Canella Spa) e Vittoria Rocca (Angelo Rocca & figli) vicepresidenti.

“Sono pronta a mettermi a lavorare con la squadra di Agivi con cui opereremo in continuità con le precedenti presidenze. Voglio ribadire l’impegno prioritario ddell’Associazione per la sostenibilità nel senso più ampio e duraturo che, nella sua declinazione francese di durabilité, ci invita a impegnarci per tracciare una strada che abbia valore anche nel futuro” ha detto la Varvaglione, aggiungendo “puntiamo su innovazione tecnologica, digitalizzazione e formazione, in una parola, cultura, la vera discriminante per fare la differenza anche e soprattutto nel mondo del vino”. Ex giocatrice di basket ad alti livelli, Varvaglione ha poi sottolineato che il “mantra di questa presidenza” è mutuata dalle frase del celebre cestita Michael Jordan: “Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati”. “So che il campionato che vogliamo vincere – ha chiosato – è quello del nostro futuro come imprenditori e come esseri umani”. “Ho sempre creduto in questo progetto, fin da quando entrai a farne parte nel 2008” ha detto la presidente uscente, Violante Gardini Cinelli Colombini, ricordando che “dall’elezione dello scorso Consiglio, nel novembre 2019, si sono associati 57 nuovi giovani che lavorano nel mondo del vino, una ‘famiglia’ in continua crescita che conta oggi 105 soci, con tre candidature che saranno votate al prossimo cda”.

A sedere nel Consiglio Nazionale di Uiv per la compagine saranno ora la presidente Marzia Varvaglione e il vicepresidente designato, Vittoria Rocca. Il Consiglio direttivo eletto oggi dall’Assemblea generale dei soci è invece composto da: Giulia Benazzoli (Benazzoli Fulvio Società Agricola), Tommaso Canella (Casa Vinicola Canella Spa), Martina Centa (Soc. Agr. Roeno), Violante Gardini Cinelli Colombini (Az. Agr. Donatella Cinelli Colombini), Giulia Goretti (Agr. Goretti Produzione Vini Srl), Nicola Guidi (Cantine Guidi 1929), Matteo Magnabosco (Azienda Agricola Ca del Lupo), Vittoria Rocca (Angelo Rocca & figli), Annamaria Sorricchio di Valforte (Barone di Valforte), Emanuela Tamburini (Azienda Agr. Tamburini) e Marzia Varvaglione (Varvaglione – Vigne e Vini srl).

Vino, lo champagne di Maison Burtin approda sul mercato italiano

Vino, lo champagne di Maison Burtin approda sul mercato italianoMilano, 26 mag. (askanews) – Grazie alla distribuzione de Le Tenute del Leone Alato, Maison Burtin debutta sul mercato italiano con i quattro champagne “Hommage à Gaston Burtin”, dedicati al fondatore, per otto anni presidente del “Syndicat des négociants en vins de Champagne”.

Gaston Burtin si stabilì in Champagne nel 1923 e nel 1933, a 33 anni, diede vita alla Cantina. Nel 1958 acquistò lo Château des Archers a Épernay, dove scavò una rete di cantine su nove piani a 35 metri di profondità e investì in attrezzature automatizzate che gli permisero di produrre sino a 100mila bottiglie al giorno. Una “potenza” che gli permise di entrare nell’allora emergente grande distribuzione e di diventare la seconda casa di champagne più importante dell’epoca. Nel marzo 2006 la Cantina fu rilevata da Lanson-BCC, oggi tra i leader nel mondo dello champagne. La Maison propone oggi un Brut “base” (39% Pinot Meunier, 24% Pinot Noir e 37% Chardonnay), un Blanc de Blancs 2017, un Brut 2014 da vigneti Grand Cru e Premier Cru, e un Brut Rosé realizzato prevalentemente da uve Meunier. Invecchiati con il metodo Solera, senza la fermentazione malolattica, gli champagne di Maison Burtin hanno una spiccata personalità e uno stile preciso caratterizzato da mineralità e sapidità, ma soprattutto da una bella acidità e freschezza.

L’etichetta posteriore indica con chiarezza l’annata di produzione, la percentuale di vini riserva, il dosaggio e il numero di crus che lo compongono: “Abbiamo deciso di essere completamenti trasparenti nei confronti del consumatore finale – ha detto il Ceo dell’azienda, Frédéric Olivar – perché riteniamo che la sua consapevolezza abbia un’importanza primaria”.

Spirits, “Elephant Gin” ottiene la certificazione B Corp

Spirits, “Elephant Gin” ottiene la certificazione B CorpMilano, 26 mag. (askanews) – Elephant Gin ha conseguito la certificazione B Corp, dopo aver ottenuto 90 punti da parte dall’organizzazione no profit che attribuisce la certificazione alle imprese sugli standard B Impact, che riguardano governance, risorse umane, comunità, ambiente e clienti. Nel quadro della certificazione, Elephant Gin ha sottoscritto un accordo legalmente vincolante con il quale si impegna ad anteporre le persone e il pianeta al profitto.

Creato nel 2013 dai coniugi tedeschi Tessa e Robin Gerlach, Elephant Gin è prodotto artigianalmente nella distilleria di Wittenburg (Germania) utilizzando 14 botaniche (molte africane) e gli alambicchi di rame Arnold Holstein. Al pluripremiato Elephant London Dry Gin, si sono aggiunte negli anni altre referenze, sempre commercializzate con bottiglie sigillate con sughero naturale e legate con lo spago. L’azienda spiega di devolvere il 15% dei suoi profitti alle fondazioni per la salvaguardia dell’elefante africano, e di essere impegnata nella riduzione degli sprechi, nella ricerca dei metodi innovativi dello smaltimento dei rifiuti e nell’offerta di opportunità di lavoro in Sudafrica. A dicembre 2022, Compagnia dei Caraibi ha concluso un accordo per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Elephant Gin, ampliando così il portafoglio di marchi propri ed entrando nel mondo della produzione diretta di gin super premium.

Vino, 28 aziende lombarde partecipano a Cantine Aperte il 27-28 maggio

Vino, 28 aziende lombarde partecipano a Cantine Aperte il 27-28 maggioMilano, 26 mag. (askanews) – Sono 28 le aziende vitivinicole lombarde che sabato 27 e domenica 28 maggio accoglieranno gli enoturisti in occasione dell’edizione 2023 di Cantine Aperte, manifestazione promossa dal Movimento Turismo del Vino (Mtv) della Lombardia.

Si tratta di produttori delle più vocate zone della regione: Franciacorta, Colli Morenici Mantovani, Lambrusco Mantovano, Lugana, Oltrepò Pavese, Ronchi Varesini, San Colombano al Lambro, Valcalepio, Valtellina e Valtènesi. Per favorire la visita di un numero maggiore di aziende, da quest’anno è stata introdotta una nuova formula: nella prima cantina in cui si recheranno (qualunque essa sia), i visitatori potranno infatti acquistare biglietti da cinque o nove degustazioni l’uno, al prezzo rispettivamente di 20 e 30 euro e con questi biglietti potranno poi recarsi in altre cantine, fino a esaurimento dei buoni. Una parte dei proventi delle due Giornate di Cantine Aperte in Lombardia sarà devoluta al sostegno delle aziende colpite dall’alluvione dei giorni scorsi, tramite l’Associazione Movimento Turismo del Vino Emilia-Romagna presieduta da Antonella Breschi Perdisa.

“I trent’anni di attività della nostra associazione hanno cambiato il mondo del vino italiano e io mi onoro di essere stato uno dei dieci firmatari del primo atto notarile sottoscritto a Vinitaly nel 1993” ricorda il presidente di Mtv Lombardia, Carlo Pietrasanta, aggiungendo “anche quest’anno siamo molto felici di registrare l’adesione alla nostra manifestazione di nuove aziende guidate da giovani vitivinicoltori, così come saremo entusiasti di accogliere nelle nostre Cantine nuovi giovani appassionati, interessati all’affascinante mondo del vino”. “Il turismo del vino raccoglie infatti in sé valori importanti e di grande attualità – ha concluso Pietrasanta – a partire dall’alleanza tra uomo e natura e dall’armonia tra tradizione e innovazione, per giungere al piacere della condivisione e della convivialità e alla valorizzazione della storia e delle culture locali”.

Fivi: oltre mille iscritti a Mercato vignaioli indipendenti a Bologna

Fivi: oltre mille iscritti a Mercato vignaioli indipendenti a BolognaMilano, 25 mag. (askanews) – Sono già oltre mille i produttori che hanno dato la loro adesione alla 12esima edizione del Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti, l’evento della Fivi che si terrà dal 25 al 27 novembre 2023 a BolognaFiere.

Manifestazione fortemente identitaria, vivace e allegra il Mercato è da un lato il luogo di incontro dei vignaioli e delle vignaiole di tutta Italia e un importante momento associativo per la loro Federazione, e dall’altro un’importantissima occasione per far conoscere e vendere i propri vini, incontrando vecchi amici e nuovi clienti. “L’evento di Bologna si preannuncia come il principale appuntamento dei produttori di vino italiano, nell’accezione che è giusto dare a questo termine” afferma il presidente della Fivi, Lorenzo Cesconi, sottolineando che “per noi non è un mero dato geografico ma un aggettivo che può essere associato solo a un vino che rappresenta l’identità e la vocazione di un territorio, prodotto nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente, intrinsecamente connesso in un complesso sistema di relazioni culturali, economiche e sociali. Il Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti – conclude – è in questo senso l’evento più rilevante del vino italiano”.

BolognaFiere ha messo a disposizione 30mila metri quadrati, distribuiti su quattro padiglioni: saranno il 29 e il 30, oltre al Mall, ad accogliere i vignaioli, mentre 28 e 36 saranno dedicati al food e ai servizi correlati al Mercato. Nei prossimi mesi saranno comunicati la lista completa dei Vignaioli presenti e il programma dettagliato dell’evento che, pur con molte novità, manterrà un format del tutto simile a quello consolidato in questi anni: una mostra-mercato di tre giorni (sabato, domenica e lunedì) con vignaioli e vignaiole da tutto lo Stivale disposti in ordine casuale, e con un padiglione dedicato agli artigiani del cibo. Quattro le masterclass che arricchiranno il programma, per focalizzare l’attenzione su alcuni territori ed eccellenze del mondo dei vignaioli indipendenti italiani. Il manifesto dell’edizione di quest’anno è stato realizzato ancora una volta da Guido Scarabottolo, un omaggio all’infinita varietà dei Vignaioli attraverso la citazione delle bottiglie di Giorgio Morandi, il noto pittore bolognese del Novecento.

Tartufo: presentato oggi al CREA Dizionario internazionale in 5 lingue

Tartufo: presentato oggi al CREA Dizionario internazionale in 5 lingueRoma, 25 mag. (askanews) – Non poteva che essere multilingue il volume dedicato ad uno dei simboli del nostro made in Italy enogastronomico che coniuga gusto, sostenibilità e territorio. Inglese, cinese, giapponese e arabo oltre, naturalmente, all’italiano): queste le lingue in cui si può leggere il dizionario internazionale “il Tartufo” presentato oggi al CREA dagli autori Stefano Vaccari, Direttore Generale del CREA e Giuseppe Cristini, Direttore artistico della rivista “Accademia del tartufo nel mondo”.

Tra passato e presente Cibo di Re e Regine, il tartufo ha attraversato i secoli accrescendo la sua fama di ingrediente esclusivo, “tocco magico” di ogni pietanza. È così dall’antichità: gli antichi Greci e Romani, che di lusso se ne intendevano, apprezzavano il tartufo per proprietà culinarie e afrodisiache. In epoca moderna, la diffusione del tartufo è stata straordinaria e con essa anche il recupero delle tradizioni che lo hanno legato a popolazioni e territori. L’Italia ha saputo raccontare e tutelare queste tradizioni. Infatti, nel 2021 la “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” è stata riconosciuta dall’UNESCO quale patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Il libro è un piccolo tentativo di due appassionati di questo fungo di condividere centinaia e centinaia di termini, anche dialettali, legati al tartufo, cercando allo stesso tempo di divulgare l’enorme ricchezza di varietà e sfumature del genere botanico Tuber. Nelle pagine del testo, che trattano i misteri e la magia di questo nobile vegetale, si trovano più di 300 termini tradotti, suddivisi in sei categorie: Tartufo & Habitat, Territori del Tartufo, Cerca e Cavatura del Tartufo, Valutazione del Tartufo, il Tartufo in cucina e a tavola, il mito del Tartufo. Ogni termine è contrassegnato da un numero e dall’abbreviazione della lingua per facilitarne la ricerca. Le sei categorie utilizzate cercano di descrivere la complessità del mondo del tartufo, che abbraccia tutte le scienze naturali, la geografia e le tradizioni popolari, il marketing e la sociologia, l’alta cucina, la storia e la mitologia. “Non di rado – dichiara Stefano Vaccari, Direttore Generale CREA e coautore del volume – la conoscenza del tartufo si limita ai termini ‘bianco’ o ‘nero’. E’ un po’ come se cercassimo di racchiudere il mondo del vino nelle sole categorie ‘bianco’ o ‘rosso’. Nel Dizionario abbiamo cercato di allargare la conoscenza di questo fungo alle sue diversità, alle tante tradizioni che lo legano ai territori, agli utilizzi in cucina e a tavola, alle caratteristiche merceologiche e qualitative che ogni diverso tartufo deve avere”. “E’ un’opera immane che siamo riusciti a completare con un impegno di ricerca, di studio e di valorizzazione di questa preziosità unica al mondo – afferma Giuseppe Cristini, coautore del Dizionario – . Siamo andati a scavare tra i dialetti, in mezzo ai boschi e ai cavatori, studiando le razze di cani da tartufo, in territori anche poco conosciuti ma bellissimi e incontaminati”.

Vino, da 16 a 18 giugno a S. Damiano d’Asti torna La Barbera Incontra

Vino, da 16 a 18 giugno a S. Damiano d’Asti torna La Barbera IncontraMilano, 25 mag. (askanews) – Dopo il successo della scorsa edizione, che ha visto la presenza di oltre trentamila persone, è pronta la stagione 2023 de “La Barbera Incontra”, il Festival “Agrimusicalletterario” di San Damiano d’Asti (Asti), che si svolgerà da venerdì 16 a domenica 18 giugno. Tra gli ospiti di questa edizione del Festival, la giovane cantante Mara Sattei, l’attrice comica Emanuela Aureli, Teo Teocoli e la band Le Vibrazioni, il cui concerto chiuderà l’evento.

La manifestazione, che nasce per onorare il vino rosso più famoso del Piemonte proponendo l’incontro tra mondi diversi (vino e arte, musica e cibo, cultura e spettacolo), vedrà un susseguirsi di spettacoli, intrattenimento, concerti, degustazioni e appuntamenti artistici, e sarà anticipata da una speciale serata inaugurale a ingresso libero dal titolo “Aspettando La Barbera” che si terrà il 10 giugno alla Cantina Carlin de Paolo sempre nel borgo astigiano. Il tema di quest’anno è “Wine Pot – incontro di culture”, attraverso il quale si vuole ancora di più raccontare quanto la contaminazione sia arricchente e attuale. In questa direzione va ad esempio l’incontro (18 giugno alle 11) con Nico Conta (presidente Enrico Serafino 1878), Anderson Hernanes (titolare Ca del Profeta ed ex calciatore di serie A) e Giulia Maccagno (ideatrice progetto Accademia della Vigna) che indaga l’apertura imprenditoriale degli ultimi anni del territorio piemontese vocato al vino, tradizionalmente considerato “chiuso”, portando esempi di grande imprenditoria arrivati dall’estero per generare valore e qualità non soltanto nel patrimonio vitivinicolo ma anche in ambito sociale.

Consorzio Vino Custoza Doc investe sulla formazione sul territorio

Consorzio Vino Custoza Doc investe sulla formazione sul territorioMilano, 25 mag. (askanews) – Archiviata la parentesi delle fiere internazionali del vino, il programma del Consorzio Tutela Vino Custoza Doc si focalizza in questo periodo sulla formazione sul territorio, con un fitto calendario di incontri e seminari per supportare gli operatori nel comunicare al meglio le grandi potenzialità di questo vino.

Fortemente convinto che la crescita della denominazione passi anche attraverso attività didattiche, il Consorzio ha indirizzato sulla formazione un considerevole budget del programma di finanziamento Pnrr approvato per il 2023, riuscendo così a presentare la Denominazione e a far conoscere le peculiarità uniche del Custoza a scuole alberghiere ed istituti tecnici. Settimana scorsa si è conclusa la prima parte dell’attività formativa, che ha visto il Consorzio incontrare dieci classi per un totale di oltre 150 studenti. Gli istituti veronesi coinvolti sono stati l’Ipsar Carnacina di Valeggio sul Mincio, l’Ipsoa Berti di Caldiero e l’Istituto Tusini di Bardolino. Attraverso questi incontri il Consorzio “apporta nuovo vigore a uno dei pilastri della sua attività: affiancare le aziende, siano esse cantine, attività di ristorazione o alberghi dell’area gardesana, nella creazione di sistema virtuoso che fa della cultura dell’accoglienza il traino per un intero territorio”.

Dalle prossime settimane partirà l’attività di formazione diretta agli operatori della ristorazione e dell’accoglienza alberghiera di Verona e del Garda in collaborazione con Federalberghi, “che fin da subito ha apprezzato l’idea e la volontà del Consorzio di investire nelle competenze di servizio del vino, prodotto così importante per il territorio, accogliendo con entusiasmo questa possibilità di collaborazione”. “Il ‘fil rouge’ delle nostre iniziative di formazione è la consapevolezza di quanto la nostra denominazione abbia da offrire: sia che questa consapevolezza sia tutta da acquisire, come per i giovani che scelgono di dedicare il loro percorso formativo all’accoglienza, sia che si tratti di fornire strumenti sempre nuovi agli operatori più esperti, che non possono che rafforzarne il potenziale” ha spiegato la presidente del Consorzio, Roberta Bricolo, presidente del Consorzio. Aggiungendo “siamo convinti che i migliori ambasciatori di un territorio siano le persone che ogni giorno accolgono turisti e visitatori, e questo ci spinge a osservare i maitre di sala, gli chef, i sommelier, ma anche gli operatori di cantina, gli enologi e i viticoltori di domani con grande attenzione”. È in questa direzione – ha concluso – che si delineerà il lavoro della commissione Giovani, istituita dal nostro nuovo Cda”.

Il Consorzio, che ha sede a Sommacampagna (Verona), riunisce 72 Cantine vinificatrici, 110 aziende imbottigliatrici e 480 viticoltori, con una superficie vitata di circa 1.400 ettari e una produzione annuale che si aggira sugli 11 milioni di bottiglie.