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Vino, il 4 luglio a Villa Appia Antica a Roma torna “Bererosa”

Vino, il 4 luglio a Villa Appia Antica a Roma torna “Bererosa”Milano, 30 giu. (askanews) – Giovedì 4 luglio nei suggestivi spazi aperti di Villa Appia Antica a Roma, tra alberi secolari e rovine del tratto urbano della Regina viarum, si terrà la 13esima edizione di “Bererosa”, manifestazione dedicata ai vini rosé ideata e curata dalla rivista “Cucina e Vini”.


Sessanta le Cantine che dalle 17 alle 23 metteranno in degustazione oltre 200 vini tra fermi e mossi, in abbinamento a una selezione di eccellenze gastronomiche. “I rosati proseguono nella loro costante progressione che in 20 anni li ha portati a crescere da poco più di 16 milioni di ettolitri a quasi 21 milioni” racconta il direttore di “Cucina e Vini”, Francesco D’Agostino, ricordando che “nello stesso periodo il vino rosso ha perso la bellezza del 25%, mentre il bianco si attesta sul risultato di venti anni fa grazie soprattutto alla forte spinta dei vini spumanti. Evidente – conclude – come nella sua crescita il vino rosa stia portando via quote di mercato al vino rosso, riuscendo a incontrare un gradimento senza condizionamenti e, soprattutto, un interesse generalizzato che coinvolge anche il pubblico più giovane”. Come in tutti gli eventi di “Cucina e Vini”, un corner sarà dedicato alla degustazione di olio extravergine di oliva di qualità.

Vino, Giorgio Calabrese: non è uso ma abuso che può rivelarsi dannoso

Vino, Giorgio Calabrese: non è uso ma abuso che può rivelarsi dannosoMilano, 29 giu. (askanews) – “Dico sempre che noi beviamo l’acqua ma gustiamo il vino, perché è un vero e proprio alimento, non è l’uso ma l’abuso che può rivelarsi dannoso, come per tutti gli alimenti”. Ad affermarlo è stato Giorgio Calabrese, medico, nutrizionista e consulente del ministero della Salute, ospite al convegno “In Vino Veritas” organizzato da Coldiretti Alessandria al Centro sperimentale di vitivinicoltura Tenuta Cannona a Carpeneto (Alessandria), in collaborazione con il locale Comune e Fondazione Agrion.


“Anche nel Medioevo il vino era considerato un alimento salutista e oggi noi dietologi riconfermiamo questo principio, basandolo però solo su un moderato consumo: l’alcol contenuto nel vino non è un nutriente essenziale per l’alimentazione umana e produce effetti benefici solo se viene introdotto nella giusta quantità e sempre associato ai pasti principali” ha proseguito Calabrese, aggiungendo che “il vino non serve a dissetare ma, essendo liquido, è da considerarsi una bevanda-alimento, infatti, oltre all’alcol, nel vino troviamo altri componenti, come i polifenoli e il resveratrolo, che proteggono il cuore”.

Vino, per Olimpiadi 2024 a Casa Italia 32 etichette di 29 Cantine

Vino, per Olimpiadi 2024 a Casa Italia 32 etichette di 29 CantineMilano, 29 giu. (askanews) – Sedici rossi, dieci bianchi e sei rosé prodotti da 29 Cantine in rappresentanza di tutte le regioni italiane. Sono i 32 vini che saranno presenti a Casa Italia per le Olimpiadi di Parigi 2024.


“Cantine di grandi produttori e di piccoli artigiani, di Denominazioni storiche oppure di più recente successo: la selezione dimostra quanto sia radicata in Italia la qualità del vino e la passione di chi lo mette in bottiglia, facendolo conoscere a tutto il mondo” ha spiegato il giornalista Luciano Ferraro che ha supportato nella selezione LT Wine & Food Advisory, sottolineando che “quello francese sarà il palcoscenico per mettere in scena ancora una volta l’unicità del Vigneto Italia”. “Una grande selezione di vini del nostro Paese per una doppia celebrazione storica” ha commentato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ricordando che “innanzitutto, Casa Italia è l’hospitality house per eccellenza del mondo olimpico perché è la prima nata in assoluto e quest’anno a Parigi festeggeremo i 40 anni dalla nascita. E poi – ha aggiunto – Casa Italia sarà allestita all’interno de Le Prè Catelan dove la sera del 23 giugno 1894 il barone Pierre de Coubertin elevò il calice per brindare alla nascita dei Giochi Olimpici dell’era moderna. Quindi doppio cin cin all’insegna della storia e della tradizione”.


Ecco i vini e i loro produttori divisi per Regioni. Per l’Abruzzo: “Cerasuolo d’Abruzzo Doc “Tralcetto 2023” di Ciccio Zaccagnini, e “Merlot Rosato Calalenta 2023” di Fantini Group; per la Basilicata: “Aglianico del Vulture Superiore Docg Serpara 2017” di Re Manfredi; per la Calabria: “Cirò Rosato Doc Segno 2023” di Librandi; per la Campania: “Greco di tufo Docg 2023” di Feudi di San Gregorio; per l’Emilia-Romagna “Romagna DOC Sangiovese Superiore Prugneto 2023” di Poderi dal Nespoli e “Reggiano Lambrusco Spumante Dop Rubino del Cerro 2022” di Venturini Baldini, per il Friuli Venezia Giulia “Friuli Colli Orientali Doc Friulano 2023” di Torre Rosazza; per il Lazio “Bellone Lazio Bianco Igt Anthium 2023” di Casale del Giglio; per la Liguria “Colli di Luni Doc Vermentino Etichetta Nera 2022” di Lunae Bosoni; per la Lombardia “Sforzato di Valtellina Docg Sfursat Carlo Negri 2019” di Nino Negri; per le Marche “Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore Tralivio 2022” di Sartarelli; per il Molise “Aglianico del Molise Doc Riserva Sassius 2017” di Di Majo Norante; per il Piemonte “Barolo Docg Lecinquevigne 2020” di Damilano; per la Puglia “Edizione 5 Autoctoni 22 S.A.” di Fantini Group, “Primitivo del Salento Igt Torcicoda 2022” e “Rosato Igt Salento Calafuria 2023” di Tormaresca; per la Sardegna: “Vermentino di Sardegna Doc Cala Reale 2023” e “Alghero Rosato Doc Anemone 2023” di Sella & Mosca; per la Sicilia “Etna Doc Bianco 2023” di Cottanera. Per la Toscana “Chianti Classico Riserva Docg La Forra 2020” di Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, “Toscana Igt Rosè Aliè 2023” di Marchesi Frescobaldi, “Chianti Docg 1877 2023” di Ruffino, “Brunello di Montalcino Docg 2018” di Tenuta Le Potazzine, e “Toscano Rosso Igt Lucente 2021” di Tenuta Luce; per il Trentino Alto Adige: “Alto Adige Doc Gewurztraminer Ceslar 2023” di Cantina di Bolzano, “Teroldego Rotaliano Riserva Trentino Doc Castel Firmian 2019” di Mezzacorona, e “Trentino Chardonnay DOC 2020” di Villa Margon; per l’Umbria “Montefalco Sagrantino Docg 2019” di Arnaldo Caprai; per la Valle d’Aosta “Chardonnay Valle d’Aosta Dop 2023” di Les Cretes; per il Veneto “Breganze Doc Icon 2017” di Diesel Farm e “Valpolicella Ripasso Doc Superiore Black Label 2021” di Pasqua Vigneti e Cantine.

Vino, il 1 luglio in Grecia convegno su cambiamento clima e sostenibilità

Vino, il 1 luglio in Grecia convegno su cambiamento clima e sostenibilitàMilano, 29 giu. (askanews) – Lunedì 1 luglio il presidente di Equalitas, Riccardo Ricci Curbastro, prenderà parte alla conferenza “Cambiamento climatico e sostenibilità nel settore vitivinicolo” organizzata dalla Greek Wine Federation per parlare dello standard Sopd Equalitas “come crescente modello di certificazione riconosciuto e applicabile a livello internazionale”.


La Greek Wine Federation è un’organizzazione non-profit creata nel 1949 con l’obiettivo di rappresentare gli interessi del settore vitivinicolo greco in Grecia e all’estero. I membri rappresentano più del 70% della produzione di vino in bottiglia, comprese le sei regioni vinicole della Grecia e più del 90% delle esportazioni di vino greco. La conferenza si svolgerà ad Heraklion con la partecipazione di importanti rappresentanti internazionali del settore vitivinicolo. Lo scopo di questa seconda Conferenza è quello di continuare la discussione sulle conseguenze del cambiamento climatico, e le possibili strategie per combatterlo che sono state inizialmente discusse durante il primo appuntamento nel 2023. Saranno inoltre esaminati temi specifici, come le certificazioni e l’impronta della valutazione dell’impronta carbonica, con particolare riferimento alla viticoltura cretese, e alla sua sostenibilità.


All’iniziativa, oltre a Ricci Curbastro, interverranno Stefanos Koundouras docente al Viticulture Department of Agriculture of the Aristotle University of Thessaloniki; Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale del Ceev; la giornalista Michelle Bouffard, fondatrice di “Taste Climate Change”; Emma Fourdan, team leader di “Carbon Space” Europe, Middle East, Africa; Stellios Boutaris, Ceo di Kir Yianni; Yannis Voyatzis; Theodore Georgopoulos; Stefanos Koundouras; il ricercatore Dimitris Taskos; il winemaker Zacharias Diamantakis; e gli agronomi Dimitris Tsoupeis e Nikos Somarakis.

Ad Harvard convegno sul futuro del vino con Data science and AI

Ad Harvard convegno sul futuro del vino con Data science and AIMilano, 28 giu. (askanews) – Nei giorni scorsi nella celebre Università di Harvard si è tenuto “Vine to mind: decanting wine’s future with Data science and AI”, un importante simposio che ha visto riuniti a Boston personalità del calibro di Orley Ashenfelter, presidente dell’American Association of Wine Economists; Laura Catena, Dg di Bodega Catena Zapata; Jeffrey Meisel, vicepresidente e Dg di Constellation Brands; Michael Silacci, winemaker di Opus One; Mark Sahn, Cfo di Gallo; Saskia de Rothschild, Ceo e Dg di Chateau Lafite Rothschild. Unico relatore italiano è stato l’agronomo friulano Marco Simonit.


Organizzato in collaborazione con il “Journal of Wine Economics” per celebrare il quinto anniversario dell’Harvard data science review (Hdsr), questo evento aveva un duplice obiettivo: analizzare il connubio tra le tradizioni enologiche e il dinamismo delle tecnologie contemporanee del Data Science e dell’Intelligenza artificiale, e disegnare il futuro della viticoltura con intuizioni, innovazioni e collaborazioni basate proprio sul Data science. Due le sessioni del simposio, che è stato aperto da Xiao-Li Meng fondatore e caporedattore dell’Harvard Data Science Review, Francesca Dominici direttrice della Facoltà di Harvard Data Science Initiative, e Donald St. Pierre co-fondatore e Presidente AdaptEdge. La prima “Economia del vino guidata dal Data science e potenziata dall’Intelligenza artificiale” ha analizzato come i produttori e i distributori di vino possono sfruttare la ricchezza dei dati e degli strumenti di Intelligenza artificiale per acquisire una profonda conoscenza dei comportamenti e delle preferenze dei consumatori, valutare gli effetti delle normative e delle politiche pubbliche, perfezionare le loro strategie di marketing e migliorare l’economia del vino in modo efficace e responsabile.


La seconda sessione è stata dedicata invece a “Clima e uva” ed ha affrontato la questione di come, in un mondo in cui il cambiamento climatico ridisegna continuamente i confini, il Data science possa essere la bussola che guida l’evoluzione della viticoltura. Ad aprirla è stato Marco Simonit con un intervento dedicato alla progettazione del vigneto di fronte al cambiamento climatico. “Il cambiamento climatico è diventato un tema rilevante negli ultimi anni, sapevamo che avremmo dovuto affrontare nuove sfide in molti aspetti della nostra vita, ma credevamo che sarebbe stato un problema per le prossime generazioni” spiega l’agronomo, aggiungendo che “ci siamo però resi conto di recente che il cambiamento climatico è qui, possiamo vederlo e sperimentarne gli effetti ogni giorno”. “Gli effetti dei cambiamenti climatici (innalzamento delle temperature medie, eventi estremi come siccità, colpi di calore, forti tempeste e via dicendo) stanno determinando una frequenza sempre maggiore di effetti sui principali distretti vitivinicoli del mondo” ha proseguito, spiegando che “per sfuggire a questi problemi sono necessarie nuove aree viticole”. “Quindi abbiamo focalizzato due punti che riteniamo essenziali: innanzitutto, per l’emisfero settentrionale, considerato lo spostamento a Nord della coltivazione della vite già in atto, la ricerca di nuovi distretti vinicoli nelle zone più fresche, e poi quella che potremmo chiamare ‘Viticoltura d’alta quota’, ovvero l’impianto di vigneti ad altitudini più elevate” ha continuato, evidenziando che “in questo contesto è utile favorire la resilienza delle piante alle variabili climatiche: da un lato, preservando l’efficienza del sistema di conduzione dell’acqua nelle piante e migliorando le riserve nel legno vivo, dall’altro gestendo tralci e grappoli nel rispetto delle norme che garantiscano il vigore della pianta”. “Le densità di impianto dovrebbero essere riconsiderate, al fine di ridurre l’uso di acqua e risorse, e avere spazio sufficiente per lo sviluppo dell’architettura delle piante” ha messo in luce, concludendo che “bisogna progettare delle architetture dinamiche, che possono essere sviluppate e modificate in base alla vita dell’impianto: saranno loro a costituire la spina dorsale dei germogli e dei grappoli e diventeranno un punto chiave per adattare le piante al loro terroir”.

Vino, Consorzio Doc Delle Venezie partner di “Wine in Moderation”

Vino, Consorzio Doc Delle Venezie partner di “Wine in Moderation”Milano, 28 giu. (askanews) – Il Consorzio di tutela Doc Delle Venezie ha annunciato la partnership con “Wine in Moderation” (WiM). La più estesa Denominazione d’origine a livello nazionale che riunisce gli operatori della filiera produttiva del Pinot Grigio di Friuli-Venezia Giulia, Trentino e Veneto, da oggi lavorerà con WiM, il programma europeo che dal 2008 opera in favore della responsabilità sociale allo scopo di promuovere il consumo responsabile e moderato del vino nonché i valori e le iniziative che sono parte integrante del programma stesso.


“Siamo orgogliosi di entrare nella squadra di ‘Wine in Moderation’ ed iniziare quindi un percorso sinergico a sostegno della responsabilità sociale e di uno stile di vita sano” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Albino Armani, spiegando che “crediamo che solo mediante iniziative e campagne educative ed informative sia possibile contrastare gli abusi e apprezzare il vino nell’ambito della convivialità e di un’alimentazione sana ed equilibrata”. “Il Consorzio sarà in prima linea per promuovere iniziative in coerenza con il programma europeo, volte a diffondere un messaggio di moderazione ed una corretta informazione ai consumatori” ha aggiunto il direttore, Stefano Sequino, sottolineando che “il nostro obiettivo è appoggiare e comunicare la cultura sostenibile del vino accanto a ‘Wine in Moderation’ che è riferimento internazionale in materia di responsabilità sociale nell’ambito del nostro settore”. Il programma “Wine in Moderation” è coordinato da WiM Association, associazione internazionale no profit fondata da associazioni del settore enologico e importanti aziende vinicole.

Vino, al Crea di Velletri prende il via “Tutti giù in Cantina”

Vino, al Crea di Velletri prende il via “Tutti giù in Cantina”Milano, 28 giu. (askanews) – “Il comparto del vino italiano si trova davanti ad una sfida epocale, tra cambiamento climatico, patologie vecchie e nuove e gusti del consumatore in continua evoluzione. In questo quadro, la ricerca del Crea è pronta a dare il suo contributo in termini di innovazione e sostenibilità, lungo tutta la filiera, dalla vigna al consumatore, come l’appuntamento di oggi dimostra”. Così Andrea Rocchi, presidente del Crea, al taglio del nastro di “Tutti giù in Cantina”, il Festival della cultura del vino di Velletri (Roma), organizzato dal Crea Viticoltura ed Enologia, insieme all’associazione Idee in Fermento, con il patrocino del Masaf e il contributo della Regione Lazio e di Arsial, che si svolge da venerdì 28 a domenica 30 giugno nella storica sede del centro di ricerca in via Cantina Sperimentale 1.


La tre giorni del festival, giunto ormai alla IX edizione, si presenta con un palinsesto molto fitto: tavole rotonde, performance e, soprattutto, degustazioni di altissimo livello a disposizione del pubblico con oltre 200 etichette delle migliori produzioni enologiche del Lazio ma anche nazionali e internazionali. Come ogni anno, sono previsti anche gli approfondimenti scientifici: la consueta passeggiata in vigneto con esperti e ricercatori del Crea Viticoltura ed Enologia di Velletri e dell’Arsial, e le “Piante raccontano”, curiosità e aneddoti dalla Cantina sperimentale del centro Crea. Paese ospite d’onore di quest’anno, gli Stati Uniti, a cui alle 18 del 28 giugno viene dedicata l’apertura con “Italia – Usa: un sorso tra due mondi”, degustazione guidata dei grandi vini americani ed italiani introdotta da Anthony Tamburri, docente della City University of New York e preside del John Calandra Institute. Sabato 29 è invece atteso il ritorno dell’attore Gianmarco Tognazzi con i suoi racconti e pensieri etilici.


“‘Tutti giù in Cantina’ anche quest’anno fa toccare con mano la ricerca e le soluzioni innovative messe in campo dal Crea, a Velletri come nelle altre sue sedi, per far fronte alle criticità del settore: dalla peronospora, alla siccità sino ai nubifragi continui di questo 2024” afferma Riccardo Velasco, parlando di “un giro tra le varietà resistenti e tra le uve da tavola, preziosa risorsa nel Lazio, e nei vigneti sperimentali a basso impatto grazie a sensori e digitale e, infine, nella cantina storica a supporto dei vini dei castelli e delle piane circostanti. Il connubio Castelli Romani e vino, che perdura da oltre 2000 anni, ha contribuito – ha concluso – a portare l’Italia sulle vette d’Europa e del Mondo per quantità e qualità della produzione”.

Vino, si intensifica l’attività di Veronafiere-Vinitaly negli Usa

Vino, si intensifica l’attività di Veronafiere-Vinitaly negli UsaMilano, 28 giu. (askanews) – Si intensifica il networking diplomatico di Veronafiere-Vinitaly con le istituzioni statunitensi. L’occasione è stata quella del 248esimo anniversario dell’Independence Day celebrato la sera del 27 giugno a Villa Taverna a Roma, nella residenza dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Jack Markell, con Veronafiere e il suo brand di promozione del vino italiano nel mondo sponsor del ricevimento ufficiale che, come di consueto, anticipa anche nelle sedi di rappresentanza nel nostro Paese la festa nazionale del 4 luglio negli Usa.


“Il nostro supporto all’evento dell’ambasciata Usa a Roma consolida un’alleanza istituzionale che rafforza ulteriormente le relazioni tra la Spa fieristica di Verona e il primo mercato di sbocco del vino italiano – ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo – e assume una rilevanza importante a pochi mesi dal debutto di ‘Vinitaly Usa’ a Chicago, il 20 e 21 ottobre prossimo”. Alla serata ha preso parte anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che nel suo intervento ha fatto riferimento anche all’alleanza commerciale tra i due Paesi. In particolare, Tajani ha detto che “Italia e Stati Uniti, insieme, hanno iniziato a correre”, ricordando la prima edizione dello scorso anno di Vinitaly a Chicago e sottolineando l’importanza del Made in Italy agroalimentare come voce fondamentale delle esportazioni tricolore.


La delegazione di Veronafiere, oltre che dal presidente Bricolo, era composta dal vicepresidente Romano Artoni, dal consigliere di amministrazione Mario Veronesi e dal Dg Adolfo Rebughini. Presenti anche il sindaco di Verona, Damiano Tommasi e il presidente di ICE-Agenzia, Matteo Zoppas. Dopo l’edizione numero zero dell’anno scorso, “Vinitaly Usa” punta a diventare “la prima fiera b2b del vino italiano in territorio americano, con la firma di una cooperazione compatta tra Veronafiere, Ice-Agenzia e Camera di Commercio Italiana Americana con sede a Chicago”. Tra gli obiettivi della manifestazione quello di raggiungere gli 11mila mq di superficie espositiva e di raddoppiare sia il contingente di aziende italiane che quello dei buyer americani rispetto alla scorsa edizione e di accrescere al contempo il programma di promozione bidirezionale. Infatti, anche per la manifestazione di Chicago, Veronafiere conferma il piano di sviluppo di Vinitaly che da un lato contempla la scalata delle aziende italiane in un’area con ampi margini di crescita, e dall’altro la profilazione e la selezione di buyer e distributori in vista di Vinitaly 2025 che si terrà dal 6 al 9 aprile a Verona.


Nella due giorni di Chicago sono in programma masterclass guidate dalle principali riviste specializzate internazionali, “walk around tasting”, seminari e focus di mercato, e tre sessioni della “Vinitaly international Academy”.

Vini del Lazio protagonisti al “Forum della cultura del vino” a Roma

Vini del Lazio protagonisti al “Forum della cultura del vino” a RomaMilano, 28 giu. (askanews) – Lunedì 1 luglio alle 11.30 all’Hotel Cavalieri di Roma andrà in scena il 42esimo “Forum della cultura del vino”, curato dalla Fondazione italiana sommelier con il contributo di Regione Lazio e Arsial. L’evento, con cadenza annuale, riunisce sommelier, produttori, esperti del settore, appassionati e operatori dell’enogastronomia con l’obiettivo di esplorare tematiche cruciali come la degustazione, la produzione vinicola, le nuove tendenze del mercato, la sostenibilità e l’educazione enologica.


L’edizione di quest’anno è interamente dedicata al Lazio, alla sua crescita qualitativa “e al fatto che, nonostante la presenza di aziende e produzioni di livello altissimo, i vini laziali non abbiano ancora ottenuto il riconoscimento che meritano, a causa di pregiudizi radicati che ne hanno storicamente limitato l’apprezzamento”. Al ‘Forum’ prenderanno parte, in qualità di relatori, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, l’assessore regionale con deleghe a Bilancio, Agricoltura e Sovranità Alimentare, Giancarlo Righini, il commissario straordinario di Arsial, Massimiliano Raffa, e il presidente della Fondazione italiana sommelier e di Bibenda Editore, Franco Maria Ricci, coadiuvati da un parterre composto da esperti e operatori del settore. L’evento si accompagna alla “Festa dei Sommelier”, durante la quale saranno nominati 350 sommelier del vino e dell’olio, oltre alla consegna degli attestati d’onore a seconda degli anni di appartenenza alla Fondazione italiana sommelier. In questa cornice, a partire dalle 16, sarà allestito un grande banco di assaggio con la partecipazione di una cinquantina di aziende del Lazio, che proporranno in degustazione più di 300 etichette di vini bianchi, rosati e spumanti di loro produzione.


“Regione Lazio e Arsial hanno scelto di sostenere la 42esima edizione del Forum che per quest’anno è dedicato ai vini e alle Cantine della nostra regione” ha commentato Raffa, aggiungendo che “è una grande opportunità per tutto il nostro settore vitivinicolo, che si colloca nel solco della strategia di promozione che stiamo portando avanti da un anno in sinergia con l’assessorato, mirata al racconto del Lazio come regione di eccellenza enologica, con elevati standard qualitativi e un proprio modello di sviluppo, che abbiamo chiamato appunto ‘Modello Lazio’. Crediamo nella qualità – ha concluso – e siamo convinti, sulla scia dei risultati che stiamo raccogliendo, che i territori del Lazio siano pronti per competere con le regioni più blasonate, senza temere confronti, né sul mercato interno, né nei contesti internazionali”.

Vino, Colomba Bianca punta sul Metodo Classico a partire dal 100 mesi

Vino, Colomba Bianca punta sul Metodo Classico a partire dal 100 mesiMilano, 27 giu. (askanews) – Dal 28 al 30 giugno a Marsala e nelle isole Egadi (Trapani) la Cantina cooperativa siciliana Colomba Bianca organizza l’”International Sales Meeting”, per illustrare alla propria rete di vendita per il mercato nazionale e internazionale le ultime novità e i progetti che intende implementare dedicati al Metodo Classico.


Ad accogliere gli ospiti ci saranno il presidente Dino Taschetta, il direttore vendite e sviluppo commerciale Giuseppe Gambino, la marketing manager Cristina Genna. E’ prevista inoltre una masterclass, “Bollicine Metodo Classico dalla Sicilia e dal mondo”, che sarà tenuta da Vania Velentini insieme con l’enologo siciliano Mattia Filippi. Lo spumante “595” che Colomba Bianca produce con le uve della gessosa zona di Salemi, sarà messo a confronto con le bolle dell’Etna, Franciacorta, Trento Doc, Cote de Blancs e Cote des Bar. Durante la tre giorni si dialogherà sulla strategia di posizionamento dello “Spumante Sicilia Doc” pianificata da Colomba Bianca, che vuole rendere sempre più distintiva e riconoscibile la produzione dell’isola sui mercati internazionali. Si approfondirà inoltre la linea “595” che oggi conta un “Blanc de blanc” a base Chardonnay, un rosè di Nero d’Avola e la limited edition “595” a base Chardonnay che affina 100 mesi sui lieviti. Si tratta di una linea destinata da subito al mercato nazionale, ma che già si affaccia all’esportazione verso mercati con una cultura enologica evoluta come Stati Uniti, Giappone, Germania e Regno Unito.


“La nuova etichetta del ‘100 mesi’ incarna il desiderio di valorizzare il percepito qualitativo dei vini di cooperazione” spiega Taschetta, aggiungendo che “innoviamo creando valore per il nostro territorio, andando oltre i preconcetti e le difficoltà abbiamo vinto una sfida contro il tempo, scoprendo che il riposo è la chiave del successo che abbiamo racchiuso in una selezione eccezionale”. Questo paziente viaggio inizia dai vigneti a 595 metri sul mare nella zona collinare tra Vita e Salemi e culmina con il lungo affinamento sui lieviti di oltre 8 anni. Colomba Bianca ha sede a Mazara del Vallo e conta poco meno di 2.500 soci viticoltori che operano su una superficie di 6mila ettari, di cui ben 1.800 biologici, e sei impianti di vinificazione e affinamento dove produrre e imbottigliare.