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Vino, Consorzio Chianti a Ginevra tra eccellenze del Made in Italy

Vino, Consorzio Chianti a Ginevra tra eccellenze del Made in ItalyMilano, 2 giu. (askanews) – Il 3 giugno al Musee d’Art et d’histoire di Ginevra il Consorzio Vino Chianti parteciperà alla Festa Nazionale Italiana, fornendo vini e alcuni materiali promozionali e informativi della Denominazione. La serata è organizzata dalla nuova Console generale a Ginevra, Nicoletta Piccirillo, all’insegna del Made in Italy, per celebrare il nostro Paese e il suo stile di vita inconfondibile.


“La partecipazione dei nostri vini alla Festa Nazionale Italiana è un’opportunità per rafforzare i legami culturali ed economici tra l’Italia e la Svizzera, promuovendo al contempo la qualità e la tradizione delle nostre aziende” ha affermato il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, evidenziando che “con circa 300 partecipanti attesi, tra cui imprenditori, dirigenti di varie imprese e autorità locali, l’evento sarà una vetrina d’eccezione”.

Vino, Premio Collio: i quattro vincitori della 17esima edizione

Vino, Premio Collio: i quattro vincitori della 17esima edizioneCormons, 2 giu. (askanews) – Sono Eveljn Riturante, Antonella Fontanel, Davide Bortone e Michael Godel i vincitori della diciassettesima edizione del Premio Collio. I vincitori sono stati premiati il 1 giugno a Cormons (Gorizia) nell’ambito dei festeggiamenti per l’anniversario dei 60 anni dalla nascita del Consorzio Tutela Vini Collio.


Il premio è istituito dal Consorzio in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, il MIB Trieste School of Management e l’ARGA Friuli Venezia-Giulia, ed è dedicato al Conte Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein, primo presidente del Consorzio e colui che ha avuto la lungimiranza di riunire i produttori del Collio nella prima forma consortile. La commissione giudicatrice era composta da Pierpaolo Penco, Carlo Morandini, Enrico Peterlunger, Lucilla Iacumin, e Luca Raccaro. Riturante e Fontanel si sono aggiudicate ex aequo il premio per la “miglior tesi di laurea triennale o magistrale”, la prima con “Il marketing dell’esperienza nell’enoturismo – La vendemmia turistica didattica in Friuli Venezia Giulia” al corso magistrale in Gestione del turismo e degli eventi culturali dell’Università degli studi di Udine, e la seconda con “Selezione di lieviti enologici per fermentazioni a basso impatto energetico” per il corso di laurea triennale in Viticoltura ed Enologia, dell’Università degli studi di Udine. Bortone ha vinto per la sezione “miglior articolo giornalistico divulgativo italiano” con il suo “Viva il Collio (Bianco) purché non se ne parli”, mentre Godel ha avuto il riconoscimento per il “miglior articolo giornalistico divulgativo straniero” con “Another fine Collio Experience”(Canada).


“Siamo veramente soddisfatti di questa edizione che come ogni anno seleziona e promuove professionisti che si sono distinti per il loro impegno sul piano scientifico, applicativo e divulgativo, nei settori della viticoltura, dell’enologia e della valorizzazione della Denominazione e del territorio del Collio” ha commentato la direttrice del Consorzio Tutela Vini Collio, Lavinia Zamaro, sottolineando che “oramai è un appuntamento importante che fa parte della storia, del presente del futuro del nostro Consorzio che ha un ruolo importante sia per la promozione che per il sostegno della cultura del vino”.

Vino, “Enoteca Italiana Siena” riaprirà nel 2025 nella Fortezza Medicea

Vino, “Enoteca Italiana Siena” riaprirà nel 2025 nella Fortezza MediceaMilano, 2 giu. (askanews) – Dopo l’acquisizione del marchio l’anno scorso e l’assegnazione dei due bastioni della Fortezza Medicea, la storia della nuova “Enoteca Italiana Siena” (EIS) riparte da dove tutto è iniziato 91 anni fa, questa volta come soggetto privato e non più come ente pubblico. Risale infatti al 3 agosto 1933 la prima “Mostra mercato dei vini tipici d’Italia” ospitata nella Fortezza ed organizzata dalla istituzioni senesi con il patrocinio dell’allora ministero dell’Agricoltura. Nel marzo 1949 il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio senesi costituirono l’”Ente Mostra Mercato nazionale dei vini tipici e pregiati”, e nel 1960 la fiera biennale fu sostituita con una mostra-mercato: l’”Enoteca Italica Permanente” (che nel 1990 passò da “italica” a “italiana”). La riapertura è prevista per marzo 2025.


“L’Enoteca riprende vita a sette anni dalla sua chiusura con un progetto che ha come obiettivo di base non disperdere il suo patrimonio di conoscenze e di storia, e per restituire un ruolo di primaria importanza a Siena e al suo territorio nel mondo del vino e dell’agroalimentare italiano” ha spiegato l’amministratrice di EIS, Elena D’Aquanno a capo di un manipolo di imprenditori, sottolineando la volontà di dare vita ad un “polo locale per gli enoturisti e non solo, un luogo di formazione e di informazione sulle varie tipologie di vini, le aziende del territorio, le disponibilità di visite in azienda. Accanto a questo – ha aggiunto D’Aquanno – EIS ambisce a tornare ad essere un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale attraverso sinergie a livello privato e pubblico (regioni ed enti di promozione) e altre realtà importanti, e l’apertura di ‘filiali’ in altre città italiane, sono aperte interlocuzioni con Milano, Napoli, Roma e Venezia, e anche all’estero”. Infine la volontà di conquistarsi “un ruolo sul campo attraverso collaborazioni prestigiose, ritagliandosi un profilo da ‘centro studi’, formando competenze, dando un servizio e contenuti utili alle aziende private e a strutture/enti pubblici”. Gli ambienti della Fortezza Medicea saranno dunque adibiti in parte ad uso commerciale ed in parte ad uso sociale e culturale. Gli ampi locali nel seminterrato del Bastione San Francesco dovrebbero ospitare “il Museo del Vino, inteso non solo come esposizione di bottiglie o oggetti, quanto come percorso multimediale e sensoriale”. Al piano terra è invece prevista la hall principale, un ristorante con posti a sedere anche in terrazza, un’enoteca anch’essa con posti a sedere e zone di esposizione del vino con mostre temporanee di fotografie e arte. Recuperato l’espositore di vino che racconta la prima “Mostra Mercato dei Vini Tipici d’Italia” del 1933. Il Bastione San Filippo sarà invece l’anima fieristica/espositiva temporanea e permanente, e dedicata agli eventi.

Vino, 8 giugno degustazione dei “Tre Stelle Oro” della guida Veronelli

Vino, 8 giugno degustazione dei “Tre Stelle Oro” della guida VeronelliMilano, 2 giu. (askanews) – Masterclass, degustazioni, incontri: sabato 8 giugno nel suggestivo Agriturismo Podere Pietravento di Campiglia Marittima (Livorno), andrà in scena “Tre Stelle Oro: l’eccellenza nel calice”, l’evento del Seminario Permanente Luigi Veronelli che invita professionisti e appassionati a conoscere da vicino i capolavori enologici italiani premiati con il massimo riconoscimento dalla “Guida Oro I Vini di Veronelli”.


Si inizia alle 17 con una omaggio alle produzioni del territorio livornese attraverso una masterclass guidata dai curatori Gigi Brozzoni e Marco Magnoli che, dopo una breve presentazione dell’edizione 2024 della prima guida vini d’Italia, condurranno la degustazione guidata di sei pregiate etichette: “Bolgheri Superiore Argentiera 2020” di Argentiera; “Bolgheri Superiore Atis 2020” di Guado al Melo; “I’Rennero Merlot Costa Toscana 2020” di Gualdo del Re; “Paleo Rosso Toscana 2020” di Le Macchiole; “Bolgheri Superiore Dedicato a Valter 2019” di Poggio al Tesoro, a cui si aggiunge “FSM Rosso 2019” della Cantina fiorentina Castello di Vicchiomaggio. A seguire, dalle 19 alle 21, i vini premiati dalla Guida saranno proposti in degustazione aperta al pubblico. Ai loro banchi d’assaggio, le Cantine Capezzana (Prato), Fattoria Le Pupille (Grosseto), La Gerla (Siena), Masi (Verona), Pio Cesare (Cuneo), San Giovenale (Viterbo), Sant’Agnese (Livorno), Tedeschi (Verona) e Tenuta Sette Ponti (Arezzo) proporranno oltre 25 vini insigniti delle “Tre Stelle Oro”.


La manifestazione sarà dunque un’occasione per incontrare i vignaioli premiati dall’edizione 2024 della storica guida ideata da Luigi Veronelli, intellettuale e padre della moderna critica enogastronomica italiana, nonché per conoscere il Seminario Permanente Luigi Veronelli, l’associazione senza scopo di lucro per la cultura del vino e degli alimenti, che riunisce vignaioli, agricoltori, artigiani del gusto, ristoratori, distillatori, cultori della gastronomia e opera dal 1986 per valorizzare la rilevanza culturale del mondo del vino.

Vino, “Grenaches du Monde”: a Italia 43 medaglie, di cui 31 a Sardegna

Vino, “Grenaches du Monde”: a Italia 43 medaglie, di cui 31 a SardegnaMilano, 2 giu. (askanews) – Sono quattro, tutte sarde, le etichette italiane che si sono aggiudicate la “Double gold medal”, il riconoscimento più alto attribuito da “Grenaches du Monde”, il concorso annuale itinerante dedicato ai vini prodotti con uve Grenache. Si tratta di “Anghelu Ruju Riserva 2008” di Sella e Mosca; “Festa Noria SA Vino liquoroso Igt” di Cantina Santadi; “L’ora Grande 2022 Doc Cannonau di Sardegna” di La Contralta; “Scillaras 2022 Doc Cannonau di Sardegna” di Società Agricola Baccalamanza, e “Ajana 2019 Igt Isola dei Nuraghi” di Ferruccio Deiana & C.


Complessivamente alle aziende italiane sono andate 43 medaglie: oltre alle sei “Double gold medal”, la giuria composta da un centinaio di esperti internazionali ha assegnato anche 28 medaglie d’oro e nove d’argento. A dominare è stata la Sardegna che in totale ha ricevuto 31 riconoscimenti: oltre alle sei più prestigiose, sono da segnalare ben 18 “Gold medal” e sette “Silver medal”. La 12esima edizione della manifestazione organizzata dal 2013 dal Conseil interprofessionnel des vins du Roussillon (Civr) di Perpignan, si è tenuta quest’anno a Parigi e ha, come sempre, preso in considerazione rossi, bianchi, rosati e le tipologie dolci e spumanti. Con 163mila ettari di vigneti, il Grenache è il settimo vitigno più coltivato al mondo, anche se Spagna e Francia insieme rappresentano quasi il 90% della superficie vitata complessiva. Il terzo principale produttore è il nostro Paese.

Vino, Adami nuovo presidente del Consorzio Conegliano Valdobbiadene

Vino, Adami nuovo presidente del Consorzio Conegliano ValdobbiadeneMilano, 31 mag. (askanews) – Franco Adami è stato eletto all’unanimità nuovo presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Succede a Elvira Bortolomiol e rimarrà in carica per il triennio 2024-2026. Il prossimo Cda nominerà i vicepresidenti.


“Il lavoro che ci aspetta sarà impegnativo ma sono convinto che partendo dalla definizione di una visione comune della nostra identità e di quali siano i punti di condivisione con il resto del mondo Prosecco, saremo capaci di promuovere al meglio i nostri valori immateriali e farli così emergere in modo deciso” ha dichiarato il neo presidente, aggiungendo che “i nostri primi passi concreti saranno intervenire sul Disciplinare di produzione, perché la resa unica, un territorio una sola Denominazione, è possibile e utile per promuoverla in modo compatto”. “Naturalmente occorre anche continuare il percorso intrapreso sino ad ora per una Denominazione sempre più sostenibile, nonostante i grandi passi compiuti negli ultimi anni, il nostro impatto sull’ambiente, deve, per quanto possibile, progressivamente diminuire” ha proseguito, precisando che “infine, dovremo concentrarci sulla conservazione delle Rive, luogo identitario e distintivo”.


Nel corso del Cda, Adami ha pronunciato un appello affinché il dialogo in seno alla Denominazione “sia condotto con franchezza, trasparenza e coerenza”, che saranno le linee guida di condotta che il Consiglio si darà nello svolgimento del proprio lavoro. “Trasparenza significa anche riconoscere che in alcune occasioni è importante accettare il limite di un interesse singolo in favore dell’interesse dell’intera comunità” ha affermato, sottolineando che “nel medio periodo questo comportamento collettivo premierà l’intera comunità”. Adami ha annunciato che si impegnerà da subito a favore della conservazione delle Rive, le “Rive-Rive” come le definisce lui, e su questo “sarà importante intraprendere un duplice percorso che consenta da un lato il lavoro sulla valorizzazione del prodotto, ad esempio creare cuvée che possano riportare in etichetta i diversi luoghi di provenienza, dall’altro lato lavorare sull’assetto paesaggistico soprattutto sul versante della conservazione”. “Le Rive si reggono su un equilibrio delicato e la loro bellezza e produzione vanno preservate in particolare dagli smottamenti che le minacciano ormai costantemente, viste le piogge più tropicali che mediterranee” ha ricordato il neo presidente, chiarendo che “i viticoltori sono sentinelle e operatori attivi delle nostre colline, ma vanno messi nella condizione di poter agire con maggior facilità pur nel rispetto delle norme vigenti. Su questo punto si lavorerà con le amministrazioni locali per trovare un punto di incontro che consentirà alle Rive di continuare a essere luoghi di produzione e di bellezza”.

Vino, il 5 giugno a Roma l’Assemblea generale 2024 di Federvini

Vino, il 5 giugno a Roma l’Assemblea generale 2024 di FederviniMilano, 31 mag. (askanews) – Il 5 giugno alle 11 alle Scuderie di Palazzo Altieri si terrà l’Assemblea Generale Federvini 2024. L’appuntamento, dal titolo “Cultura, responsabilità, stile mediterraneo: i valori di Federvini in un mondo che cambia”, farà un focus sullo scenario geopolitico, tra conflitti vecchi e nuovi che hanno esacerbato tensioni a livello internazionale, e che impone anche all’economia riflessioni ed efficaci prese di posizione. Si discuterà inoltre di revisione della direttiva imballaggi, norme sull’etichettatura, regolamento sulle Indicazioni Geografiche (IG) e delle scottante tema dei cosiddetti “health warning” sulle etichette degli alcolici. Infine, si ragionerà del ruolo del consumo responsabile e della dieta mediterranea nello scenario internazionale.


Tra gli ospiti i ministri Francesco Lollobrigida (Masaf) e Adolfo Urso (Mimit), Paolo De Castro (Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale del Parlamento europeo), Nicola Verola (Dg per l’Europa e la Politica commerciale internazionale del Mae), Paolo Mascarino (presidente Federalimentare) e Micaela Pallini (presidente Federvini).

Consorzio Vini Abruzzo: tre progetti per vitivinicoltori regionali

Consorzio Vini Abruzzo: tre progetti per vitivinicoltori regionaliMilano, 30 mag. (askanews) – Il Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo ha presentato tre progetti a supporto dei vitivinicoltori regionali con l’obiettivo di favorire la gestione ottimale dei vigneti e delle produzioni.


Il primo progetto è “ADO Abruzzo”, abbreviazione della sigla “Areali delle quattro D.O. Abruzzo per una caratterizzazione moderna”, promosso dal Consorzio in collaborazione con Ager e finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020, il primo in Italia in grado di utilizzare le moderne tecnologie dell’Agricoltura 4.0. come la georeferenziazione e i big data, per consentire di analizzare e descrivere dettagliatamente le caratteristiche dei territori, in particolare quelli delle quattro denominazioni regionali. “Il tutto avviene tramite a piattaforma Enogis che permette di visualizzare e combinare su mappe digitali diversi strati di informazioni, come ad esempio dati territoriali, bioclimatici e di produzione” ha spiegato Luca Toninato, Ad di Ager, gestore tecnico del progetto, parlando di “uno strumento dinamico e in continuo aggiornamento, utile non solo per individuare le vocazioni viticole ed enologiche dei diversi territori dell’Abruzzo, ma anche per informare e così supportare le scelte da parte dei produttori regionali riguardo l’ubicazione dei vigneti, i migliori vitigni da impiantare in ogni zona e la loro gestione agronomica, anche in funzione delle condizioni meteo”. Il secondo riguarda invece il progetto sperimentale sui “vitigni resistenti” (Piwi), presentato dalla professoressa Ombretta Mercurio, docente dell’istituto tecnico agrario Ridolfi-Zimarino di Scerni (Chieti) che nel settembre scorso ha stipulato un protocollo di intesa con il Consorzio mettendo a disposizione terreni e Cantina per avviare la sperimentazione dedicata a questo tipo di vitigni che avrà durata di cinque anni. “Si tratta – ha precisato Mercurio – di 18 vitigni interspecifici (cosiddetti resistenti) e non geneticamente modificati, già iscritti nel registro nazionale che saranno messi a confronto con i nostri autoctoni e, se la sperimentazione avrà riscontri positivi, potranno essere inseriti nell’elenco regionale”.


Il terzo progetto è un’evoluzione del lavoro che i funzionari della Regione Abruzzo svolgono per assicurare la costante e precisa rilevazione e successiva informazione di tutto ciò che avviene giornalmente in campagna. “Anche in questo caso l’accordo con il Consorzio ha portato non solo in dote nove tecnici che consentiranno un monitoraggio più ampio e la successiva elaborazione dei dati attraverso il sistema Agroambiente Abruzzo” ha detto Fabio Pietrangeli, responsabile del Bollettino fitopatologico della Regione Abruzzo, aggiungendo “ma anche la condivisione da parte di 45 aziende che contribuiscono a raccogliere e a rendere disponibili altre informazioni, oltre quelle rilevate dalle 47 capannine distribuite sul territorio regionale che registrano temperature, piogge, umidità e vento e che sono accompagnate dai rilievi tecnici e fotografici in campo”. “Gli obiettivi sono chiari: accrescere la conoscenza del territorio e delle sue peculiarità viticole ed enologiche è fondamentale per le future scelte di caratterizzazione e di valorizzazione delle nostre Denominazioni” ha chiosato il presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi, sottolineando che “questo significa fornire alle imprese informazioni utili e puntuali per la programmazione e la gestione aziendale, migliorando la redditività e garantendo l’equilibrio del mercato e, non ultimo, aumentare il valore aggiunto delle produzioni vinicole regionali”.


“Il Consorzio è finalmente diventato un ente a servizio dei viticoltori e delle Cantine, investendo su iniziative fondamentali e creando un nuovo sistema di lavoro condiviso con enti e istituzioni regionali, con il mondo scolastico e universitario, con le associazioni professionali e con i tecnici impegnati ogni giorno nel settore” ha commentato l’enologo Nicola Dragani, mettendo in luce che “questo ha portato a un progetto di formazione per le aziende vitivinicole su diversi temi che si è snodato nei mesi scorsi in cinque incontri mentre un ulteriore appuntamento dedicato alla nuova legge sull’etichettatura, in vigore dalla vendemmia 2024, è previsto il prossimo 2 luglio. Un altro prossimo obiettivo – ha concluso – è l’aggiornamento del disciplinare del Cerasuolo d’Abruzzo per il quale stiamo studiando l’utilizzo del metodo innovativo Cielab che consente di individuare il più corretto range di colore, fondamentale per stabilire una precisa identità di uno dei nostri vini oggi più apprezzati”.

Vino, Sciotti (Fantini): 2024 anno difficile, ripresa arriverà nel 2025

Vino, Sciotti (Fantini): 2024 anno difficile, ripresa arriverà nel 2025Milano, 30 mag. (askanews) – “Credo che anche questo sarà un anno molto difficile, il costo del denaro è lo stesso del 2023, e se l’inflazione è un po’ scesa, il potere d’acquisto perduto non è stato compensato. L’unica variazione positiva è che tutti hanno smaltito un po’ d’inventario e quindi saremo in grado di riconoscere marginalità più interessanti al vitivinicoltore, stimolandolo a lavorare meglio. Per vedere un chiaro e generalizzato segno di ripresa dobbiamo guardare al 2025, tenendo conto che ci sarà da fare un aggiustamento sullo stile dei vini”. A parlare è Valentino Sciotti, Ad di Fantini Wines, azienda vitivinicola da lui fondata nel 1994 a Ortona (Chieti), che ha chiuso il 2023 con un fatturato di 87,5 milioni di euro (-4,5% sul 2022) ma con un margine operativo lordo in piccola ma significativa crescita, dal 21,65 al 21,92%.


“Negli Stati Uniti si assiste ad un calo generalizzato dell’importazione di vino che fa pensare a uno spostamento di gusto dei consumatori, e questo ha pesato sul 2023 e peserà sul 2024 così come l’Asia, rimbalzata in negativo dopo la grandissima crescita degli anni precedenti. Ora l’Asia, almeno in certe aree, si è ripresa bene, mentre una garanzia è la Svizzera, mercato che è cresciuto anche in momenti difficili come questo perché rappresenta un target medio-alto e non è un Paese da ‘primo prezzo’, che è la fascia dove si sono evidenziate le maggiori difficoltà” prosegue Sciotti, che mette in luce un altro tema. “In questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un fenomeno tanto diffuso quanto paradossale e anomalo: in una fase di forte inflazione e con un aumento costante dei costi di produzione, tante aziende hanno abbassato i prezzi dei loro vini, spaventate tra l’altro da giacenze di magazzino troppo alte” racconta, chiarendo che “è vero che mantenere un magazzino è diventato sempre più caro (noi abbiamo avuto oneri finanziari aggiuntivi pari a circa due milioni di euro) ma queste scelte emergenziali si sono rivelate sbagliate perché hanno assottigliato la marginalità” “Noi i rincari li abbiamo puntellati scegliendo di collocarci da tempo nella fascia medio-alta del mercato e difendendo il nostro ottimo rapporto qualità/prezzo, convinti che non abbia senso limare il prezzo a scapito della qualità” spiega il Ceo di Fantini Wines, aggiungendo che “abbiamo poi lavorato per consolidare un’identità forte, riaffermato la nostra vocazione all’on trade dopo che ci eravamo ben posizionati sull’off trade durante i lockdown, e infine abbiamo ulteriormente accresciuto l’export che oggi supera il 96%, sfondando quota 90 Paesi in tutto il mondo”. “Questo significa poter mettere in campo una capillarità distributiva in grado di attutire anche le crisi di mercato localizzate, dovute a ragioni politiche o economico-finanziarie” evidenzia, aggiungendo che “non ultimo, nonostante siano sempre stati un punto debole del Meridione, noi abbiamo lavorato molto e bene su bianchi e rosati, e adesso che hanno sopravanzato i rossi quanto a consumi, 54% contro 46%, siamo stati premiati sul mercato e questo conferma che come la capacità di intercettare i trend sia fondamentale”.


Nel calo del consumo di vino nel mondo, preoccupa il ruolo delle giovani generazioni. “Se i giovani si sono un poco allontanati dal prodotto-vino è anche colpa nostra, dobbiamo saper intercettare le nuove tendenze stilistiche” risponde Sciotti, spiegando che “l’uva piace a tutti, il vino no: tutto ciò che perdiamo nel processo di trasformazione dall’uva al vino deve essere visto come un errore. L’omologazione è un falso problema – prosegue l’imprenditore abruzzese – perché se assaggiamo due acini d’uva dello stesso vitigno a cinque giorni di distanza, le differenze di percezione saranno molto ma molto minori rispetto al vino che se ne trarrebbe. Questo significa che in fase di trasformazione sbagliamo qualcosa e ora siamo chiamati a recuperare questo gap: dobbiamo tutti renderci conto che se si cerca la naturalezza, questa sta in un vino fruttato, poiché il vino è prodotto con la frutta, se non sa di frutta è un’anomalia. Un vero vino ‘naturale’ per come lo concepisco io – chiosa – assomiglia quanto a gusto all’acino di partenza e regala piacevolezza”. Un altro tema attuale e molto discusso è quello dei dealcolati, un mercato in forte crescita anche se ancora di nicchia. “Con il nostro dipartimento interno di ricerca e sviluppo ci siamo mossi già da qualche anno studiarne la fattibilità e abbiamo subito sondato l’interesse dei nostri clienti, specialmente nei mercati che sono più ricettivi e sensibili a queste tendenze” spiega Sciotti ad askanews, chiarendo che “abbiamo però riscontrato scarso interesse e i clienti che si sono detti potenzialmente interessati associavano lo zero alcol ad un prodotto con una fascia di prezzo molto bassa”. “I prezzi per produrli sono però piuttosto alti, perché per togliere l’alcol serve un procedimento molto complesso (oltre che poco sostenibile), e inoltre – chiosa – i vini migliori che abbiamo degustato fino ad oggi mostrano un accettabile struttura aromatica ma a livello gustativo si percepisce solo la dolcezza, così forte da essere molto spesso stomachevole”.


Proprio nell’ottica di guardare al futuro, Sciotti tiene a rimarcare l’importanza del continuo investimento in ricerca e sviluppo dell’azienda. “Quattro anni fa abbiamo comprato 60 microvinificatori da 30 e 50 litri per fare continua sperimentazione – conclude – e questo vuol dire ogni anno portare avanti fino a cento prove di vinificazione diverse: ciò che facciamo noi in un anno, le altre Cantine lo ottengono in trenta”.

”Amphora Revolution”: a Verona 101 Cantine che fanno vino in anfora

”Amphora Revolution”: a Verona 101 Cantine che fanno vino in anforaMilano, 30 mag. (askanews) – Saranno 101 le aziende produttrici di vino in anfora provenienti da tutta Italia che parteciperanno il 7 e 8 giugno alle Gallerie Mercatali di Veronafiere, ad “Amphora Revolution”, primo evento vinicolo dedicato interamente al mondo delle giare in terracotta e alle eccellenze di questa particolare nicchia dell’enologia. Lo hanno annunciato oggi durante una conferenza stampa online Helmuth Kocher patron del “Merano WineFestival”, Maurizio Danese e Raul Barbieri, rispettivamente Ad e direttore commerciale di Veronafiere, e il direttore scientifico della manifestazione, Attilio Scienza. Questa iniziativa nasce infatti dalla prima joint venture tra Merano WineFestival e Vinitaly, e prevede tasting, masterclass e panel tecnico-scientifici dedicati ad un pubblico di appassionati e operatori del mondo vino.


Insieme con i vini italiani sarà presente una selezione di vini georgiani, protagonisti di un percorso di degustazione che conduce alla scoperta di una tecnica di vinificazione antica, oggi considerata rivoluzionaria perché innovativa in risposta alle sfide della sostenibilità e del cambiamento climatico sempre più concreto. Ad arricchire i banchi di degustazione anche una selezione di vini subacquei e vitigni antichi, con la partecipazione del Gruppo di ricerca ampelografica sostenibile per la preservazione della biodiversità viticola (Graspo) che identifica, cataloga e vinifica vitigni antichi e minori a livello nazionale e internazionale. Ricco, inoltre, il programma di convegni tecnico-scientifici, simposi, tavole rotonde che esploreranno e approfondiranno tecniche, biodiversità, segreti e approcci riguardanti l’arte enoica dei vini in anfora, e la sua evoluzione negli anni e nei territori di riferimento. “Amphora Revolution è nato con l’obiettivo di mettere in scena un nuovo trend del mondo del vino: il recupero di una tecnica antica come innovazione che molte aziende italiane e internazionali stanno sperimentando negli ultimi 10 anni” ha detto Koecher, mentre Danese ha messo in luce che questa manifestazione “rappresenta una nicchia di valore dal Dna sostenibile e si presenta come una piccola Davos per lo sviluppo di un comparto e di una tendenza che trova sempre più estimatori, tra i produttori e i consumatori”.


Per Barbieri questo è un evento che “vuole dare visibilità a un comparto che sta suscitando molta attenzione anche a livello commerciale: si tratta della principale piazza ‘b2b’ e ‘b2c’ di questa particolare produzione enologica”. “In questo momento caratterizzato dal cambiamento climatico e da una dispersione del consumo da parte dei giovani, attratti da altre bevande o dai nuovi low alcol, i vini in anfora possono essere una risposta sia come risposta alle sfide del clima sia per ripristinare il rapporto dei consumatori con il vino” ha evidenziato Scienza, sottolineando che “il vino è il catalizzatore e l’anfora ne è il contenitore: ‘Amphora Revolution’ ci consente di tornare alle origini, ai vitigni antichi diffondendone anche la cultura, soprattutto tra i giovani che, credo, potranno essere il primo target di winelover della rassegna”. L’evento prenderà ufficialmente il via venerdì 7 giugno alle 14.30 con la premiazione “WH Amphora PLATINUM Award” e la presentazione della “The WineHunter Amphora Award 2024”, la prima guida dedicata interamente ai vini in anfora.