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Vino, i bianchi di Borgogna di Moret con Allegrini Wine Distribution

Vino, i bianchi di Borgogna di Moret con Allegrini Wine DistributionMilano, 17 set. (askanews) – Allegrini Wine Distribution arricchisce il suo catalogo con i bianchi della Borgogna prodotti dall’enologo David Moret. Si tratta di vini che portano nomi di zone importanti, dal Meursault al Puligny-Montrachet Cru Les Folatières, dallo Chassagne-Montrachet fino al Corton-Charlemagne, che saranno distribuiti per la prima volta in Italia a partire dal 15 ottobre.


Il ramo d’azienda nel settore della distribuzione della nuova Allegrini Wines si amplia grazie “al lavoro di scouting e crescita della distribuzione portato avanti dal team commerciale con l’obiettivo di creare un portfolio in cui dominano il concetto di terroir e la ricerca della massima espressività di quel rapporto tra uomo, uva e ambiente che è sempre stato centrale per la produzione dei vini Allegrini”. Moret si affianca ad altre maison che negli ultimi mesi hanno iniziato ad essere distribuite in Italia: Jacques Picard (Champagne), Domaine du Couvent (Gevrey-Chambertin) e Domaine La Meulière (Chablis). “Siamo fieri di potere essere i primi in Italia a rappresentare queste piccole maison, ognuna con le proprie caratteristiche da raccontare” afferma Oscar Lanciani, direttore vendite Italia di Allegrini Wines, sottolineando che “le sorprese non sono finite: amplieremo il nostro portfolio con altre collaborazioni importanti per dare alla nostra rete vendita e ai nostri clienti il meglio dell’eccellenza enologica europea”.

Enoturismo, nuovo direttivo per l’associazione The Grand Wine Tour

Enoturismo, nuovo direttivo per l’associazione The Grand Wine TourMilano, 17 set. (askanews) – Giovanni Minetti, Ceo di Tenuta Carretta, è il nuovo presidente di The Grand Wine Tour al posto di Max Coppo (Cantina Coppo di Canelli). Nel direttivo della prima associazione italiana di Cantine unite nella valorizzazione dell’enoturismo, entrano anche Nadia Zenato, co-owner della storica Cantina tra Lugana e Valpolicella, ed Elvira Bortolomiol, alla guida dell’omonima azienda di Valdobbiadene, che sono state nominate rispettivamente vicepresidente e membro del Direttivo, entrambe con delega alla comunicazione. Le due imprenditrici saranno affiancate nel loro incarico da Lapo Mazzei dello storico gruppo toscano, e da Alberto Chiarlo dell’azienda piemontese Michele Chiarlo.


“The Grand Wine Tour costituisce un unicum nel suo genere in Italia e siamo molto orgogliose di rappresentare nel mondo un progetto che permette di codificare e di conseguenza unificare e valorizzare l’immenso patrimonio enoturistico italiano” hanno dichiarato Zenato e Bortolomiol, spiegando che l’biettivo è quello di “arrivare a quaranta Cantine socie nel prossimo triennio, per poter presentare al visitatore la realtà vitivinicola italiana nelle sue diverse articolazioni territoriali”. L’associazione è nata nel 2017 con l’idea di reinventare l’enoturismo in Italia attraverso la filosofia del Grand Tour, che a cavallo tra Settecento e Ottocento accompagnò nobili e intellettuali europei alla scoperta del patrimonio artistico-culturale del Bel Paese. Oggi comprende 16 Cantine dislocate in otto regioni: Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, Marchesi di Gresy, Michele Chiarlo, Tenuta Carretta e Villa Sparina in Piemonte; Lunae in Liguria e Torre Rosazza in Friuli Venezia Giulia; Bortolomiol, Costa Arente e Zenato in Veneto; Castello di Fonterutoli in Toscana, Umberto Cesari in Emilia-Romagna, Casale del Giglio in Lazio e Zisola in Sicilia.


L’associazione è proprietaria anche del “Marchio di qualità di The Grand Wine Tour”, che certifica gli standard di accoglienza richiesti ai soci secondo precisi parametri di valutazione, e di un tour operator attivo in Italia e all’estero nella proposta di tour enogastronomici nei territori delle Cantine associate. The Grand Wine Tour organizza inoltre corsi di formazione e aggiornamento sul turismo del vino per il personale delle Cantine associate. L’agenda 2024-2025 del nuovo direttivo prevede la partecipazione a fiere di settore e incontri B2B con tour operator specializzati per ottenere una maggiore penetrazione sui mercati esteri, una rinnovata comunicazione con focus strategico sul consumatore finale e l’ampliamento dell’offerta formativa. “La strada da percorrere è ancora molta” aggiungono Zenato e Bortolomiol, spiegando che “per aumentare l’attrattività dell’ospitalità è necessario un radicale cambio di prospettiva in Cantina: da una logica di prodotto è necessario passare a una di servizio, da una visione orientata agli operatori professionali a una diretta al consumatore privato. Per questo gli investimenti economici non bastano – aggiungono – è essenziale acquisire competenze specifiche, che sappiano parlare di prodotto ma conoscano anche il linguaggio dell’ospitalità e siano rivolte al servizio al cliente. Ancora una volta – concludono – il punto di partenza non può che essere la formazione”.

Scuola, spesa e preparazione dei pasti per la famiglia incidono sullo stress

Scuola, spesa e preparazione dei pasti per la famiglia incidono sullo stressRoma, 17 set. (askanews) – In Italia, la stagione del “back to school” è spesso vissuta con particolare ansia non solo dai figli, ma anche dai genitori: secondo un sondaggio di HelloFresh, il servizio di box ricette a domicilio leader del settore, commissionato all’istituto di ricerca Censuswide, infatti, il 56% dei genitori italiani dichiara che il proprio carico mentale aumenta in particolar modo a settembre rispetto al resto dell’anno – percentuale che si alza fino al 71% per i genitori Millennial – un momento in cui quasi 2 italiani su 5 (36%) coordinano in media da 6 a 10 task diverse durante la giornata.


Proprio in concomitanza con il ritorno a scuola per molte famiglie italiane, informa una nota, HelloFresh, presenta i risultati della ricerca e, insieme alla collaborazione con Erica Liverani, Social Chef e vincitrice di MasterChef Italia 2016, fornisce alcuni consigli pratici per organizzare al meglio la propria routine “back to school” anche in cucina. Come emerge dalla ricerca, i pasti sono in particolare una parte significativa del carico mentale provato dai genitori durante il periodo del back to school, con il 74% dei rispondenti che afferma che la pianificazione, il budget, la spesa, la preparazione della cena per la famiglia sono tutti momenti che incidono sul livello di stress mentale quotidiano, un dato che posiziona i genitori italiani come secondi solo a quelli spagnoli (78%) nella classifica europea. Al terzo posto del podio europeo si collocano i genitori francesi con il 68%. Altre attività che vengono considerate stressanti sono l’esecuzione corretta dei compiti dei propri figli (45%) a cui segue il ritorno ad un’efficace routine quotidiana mattutina pre-scuola (41%) l’organizzazione logistica dei trasporti dei vari componenti della famiglia (31%), la preparazione delle nuove divise e la ricerca del materiale scolastico (25%).


Quando si cercano consigli da più fonti online, si rischia di generare aspettative pressanti tanto sui figli quanto sui genitori. Il cosiddetto “information overload” (“sovraccarico informativo”) è infatti una condizione tipica di chi si rivolge a più risorse su internet, per cui si finisce con il ricevere più informazioni di quante se ne possano elaborare efficacemente con conseguente stress e difficoltà nel prendere decisioni. I genitori italiani sono i più sensibili in Europa alle informazioni che ricevono online e dai social media quotidianamente, seguiti dal Belgio e dalla Francia: più di un quarto dei rispondenti (26%) afferma, infatti, di sentirsi sopraffatto dalla quantità di notizie e consigli che riceve su internet tutti i giorni. Il 38% dei genitori dichiara, inoltre, che la disponibilità di informazioni online e sui social media ha avuto un’influenza sul proprio carico mentale, percentuale che si alza al 47% per i genitori Millennial.


La guida di Erica Liverani: 4 pratici consigli per una migliore gestione in cucina. Social Chef e vincitrice di MasterChef Italia 2016, Erica Liverani è un esempio di genitore multi-tasking che ha trovato il giusto equilibrio tra lavoro, passione e famiglia. Insieme ad HelloFresh, ha stilato un elenco di 4 consigli semplici ed efficaci per ottimizzare il tempo e le risorse in cucina. Organizzare una spesa strategica con liste tematiche: per ottimizzare il tempo dedicato alla spesa e ridurre lo stress del rientro nella routine, si possono creare liste della spesa tematiche basate sui pasti settimanali pianificati. Dividere la lista in categorie come “colazione”, “pranzi al sacco”, “cene veloci”, e “snack” può aiutare evitare anche gli acquisti impulsivi, risparmiando tempo e denaro. Preparare colazioni veloci e nutrienti in anticipo: la colazione è fondamentale per iniziare la giornata con energia, ma può diventare stressante quando si è di fretta. Organizzarsi preparando spuntini veloci e nutrienti la sera prima o durante il weekend può essere una piccola abitudine rivoluzionaria per la propria routine mattutina. “Il porridge può essere una buona idea, ma noi in famiglia preferiamo i pancakes. La sera prepariamo l’impasto senza gli albumi montati, una operazione che verrà fatta la mattina oltre a cucinarli” commenta Erica Liverani. Coinvolgere la famiglia: rendere partecipi tutti i membri della famiglia nella preparazione dei pasti, programmando magari un momento settimanale dedicato alla cucina come una serata a tema o un brunch domenicale, può migliorare l’organizzazione dei pasti e supportare la redistribuzione delle incombenze quotidiane: “Assegnare compiti specifici a ciascuno può essere utile, come lavare le verdure, apparecchiare la tavola o preparare un’insalata. Attenzione, queste mansioni non devono essere intese come delle punizioni: mia figlia Emma sa che deve tenere in ordine la camera non perché ha preso un brutto voto, ma perché è importante prendersi cura delle proprie cose e degli spazi dove abitiamo!”.


Dedicare del tempo in cucina per se stessi: occorre infine riservarsi un momento settimanale in cui cucinare diventi un’attività solo per sé, senza pressioni o scadenze, sperimentando nuove ricette, preparando uno dei propri piatti preferiti, o semplicemente godendosi il processo di cucinare con calma. Come spiega Erica, questo momento di “cucina terapeutica” permetterà di riconnettersi con se stessi, riducendo lo stress e ricaricando le energie. Così facendo, si potrà essere più sereni e presenti sia in famiglia che al lavoro, trovando un equilibrio migliore nella propria routine quotidiana. “Consapevoli che settembre rappresenta un momento di particolare stress per molte famiglie italiane, abbiamo voluto approfondire i trend emergenti per sensibilizzare sull’importanza di trovare un equilibrio tra le varie attività quotidiane e tutelare il carico mentale delle famiglie. Dai risultati della ricerca, è emerso in modo significativo l’impatto dell’organizzazione dei pasti sul livello di stress quotidiano dei genitori italiani. Soluzioni come HelloFresh contribuiscono ad alleviare questo carico, permettendo alle famiglie di trascorrere più tempo insieme, liberandole dalla preoccupazione di dover pianificare e fare la spesa per i pasti della settimana” conclude Alessa Pomerantz, Responsabile dello sviluppo ricette di HelloFresh.

Pallas: ruolo OIV sempre più importante per futuro settore vitivinicolo

Pallas: ruolo OIV sempre più importante per futuro settore vitivinicoloYerevan (Armenia), 16 set. (askanews) – “Il nostro ruolo sarà sempre più importante e credo che gli Stati membri siano convinti che del ruolo cruciale che svolgiamo per il futuro del settore vitivinicolo”. Lo afferma ad askanews Sophie Pallas, direttrice delle Relazioni esterne dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), in vista del 45esimo Congresso dell’Oiv che si terrà dal 14 al 18 ottobre a Digione, in Francia, nell’anno in cui questo organismo festeggia il centenario.


“La conferenza – aggiunge Pallas – riunirà i rappresentanti istituzionali dei cinquanta Stati aderenti per pensare insieme a rinnovare e a rafforzare il ruolo dell’organizzazione, e a ragionare su come l’Oiv può sostenere il settore in vista delle numerose sfide future”. A margine dell’ottava Conferenza globale sul turismo del vino promossa dall’UNWTO a Yerevan, in Armenia, Pallas spiega che “l’enoturismo ha un peso importante: sta moltiplicando le entrate dei produttori di vino, aprendo nuove aree di mercato e portando nuovi clienti”. “I Paesi emergenti come l’Armenia sono piccoli produttori di vino, con superfici vitate non enormi e dunque hanno grandi margini di sviluppo” prosegue, aggiungendo che “le loro peculiari caratteristiche naturali e le connotazioni genetiche dei loro vigneti sono molto interessanti e contribuiscono ad alimentare il ragionamento sul futuro della coltivazione della vite, soprattutto alla luce del cambiamento climatico. L’Armenia, per esempio, ha una straordinaria varietà di vitigni autoctoni: è come un osservatorio, un laboratorio che sarà molto utile per tutti gli altri Paesi produttori di vino” continua, sottolineando che “ogni specificità e ogni singola storia arricchiscono la strategia globale dei nostri Stati membri”.


Sul tema dell’enoturismo l’Oiv ha in campo diversi progetti, il più importante dei quali, insieme con l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, riguarda le linee guida per gli Stati membri per la raccolta dei dati al fine di stilare una prima analisi del fenomeno. In cantiere anche un percorso di formazione dedicato allo sviluppo sostenibile nell’ambito del piano strategico 2025-2029, il cui focus è proprio la sostenibilità.

Carvao (UNWTO): enoturismo opportunità per sviluppare zone rurali

Carvao (UNWTO): enoturismo opportunità per sviluppare zone ruraliYerevan (Armenia), 16 set. (askanews) – “Lo sviluppo del turismo del vino è molto importante per gli Stati emergenti come l’Armenia. Un aspetto significativo è che, in genere, l’esperienza enoturistica avviene in territori rurali e questo permette di creare posti di lavoro, di contrastare fenomeni di spopolamento e di creare imprese nelle comunità locali. Se dunque si ha una strategia di coesione territoriale e si vogliono creare opportunità nelle regioni meno sviluppate, investire nell’enoturismo è un’occasione per incrementare opportunità commerciali. In Armenia, ad esempio, sta creando sempre più imprese, persino i wine bar sono passati in pochi anni da uno a 15, e l’interesse crescente delle Cantine per questo settore sta dando slancio al Paese come destinazione turistica”. Lo ha spiegato ad askanews Sandra Carvao, direttrice Intelligence di mercato, politiche e competitività dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, a margine dell’ottava Conferenza globale sul turismo del vino promossa dall’UNWTO a Yerevan, in Armenia.


Secondo Carvao, l’enoturismo verte su due segmenti: “Il primo è ovviamente quello degli esperti di vino che viaggiano per visitare specifiche Cantine o determinate regioni vinicole perché sanno quello che vogliono provare” dice, aggiungendo che “il secondo riguarda, invece, sempre più persone che vogliono semplicemente sperimentare la degustazione, che sono interessante all’esperienza del vino. E questo è un fenomeno in costante ascesa”. Per la dirigente dell’UNWTO, la strategia da mettere in campo si basa su tre aspetti principali. “Innanzitutto, l’integrazione nel territorio delle Cantine e dell’esperienza enologica che propongono: non si può avere un’esperienza enologica in un’azienda avulsa dal suo territorio, il che significa anche cibo, gente, tradizione, ecc..” afferma, ricordando che “siccome le persone visitano più di una Cantina, è necessario avere un approccio olistico, d’insieme”. “Dato che l’esperienza va oltre la semplice degustazione del vino, il secondo aspetto riguarda lo sviluppo di sinergie con altri settori, come l’arte, la musica, la natura e il ‘turismo attivo’, attività che si sono moltiplicate grazie ai tanti eventi in programma” prosegue Carvao, mettendo in luce con askanews che “questo è anche il motivo per cui è importante che le aziende vinicole investano nella formazione all’ospitalità, al di là della classica narrazione su come viene fatto il vino. Infine – chiosa – c’è la componente digitale: è necessario investire nella raccolta di dati e nel marketing, sia per l’attività stretta di azienda vinicola, sia per quella turistica”.


Gli ostacoli più seri per lo sviluppo del turismo del vino che sono stati individuati dagli esperti che si sono confrontati alla conferenza di Yerevan, sono la competenza, il cambiamento climatico, il tema del coordinamento e quello di sapersi adattare alle esigenze dei clienti. “Secondo quanto è emerso nel corso dei lavori, è necessario attrarre e formare le persone che intendono operare in questo settore” afferma ad askanews la dirigente dell’UNWTO, aggiungendo che è opinione comune che “il cambiamento climatico avrà un impatto non solo sulla produzione di vino ma anche sulle esperienze in cantina”. “Il terzo punto che è emerso con forza è stato quello relativo al coordinamento dei diversi attori: le aziende vinicole, le destinazioni turistiche, i trasporti e tutti gli altri attori della catena del valore che devono essere collegati tra loro” prosegue, ricordando infine la necessità di “capire e anticipare le tendenze per essere pronti e saper rispondere alle diverse e mutevoli esigenze e richieste dei clienti”.

Enoturismo, UNWTO e OIV al lavoro su linee guida per misurare fenomeno

Enoturismo, UNWTO e OIV al lavoro su linee guida per misurare fenomenoYerevan (Armenia), 16 set. (askanews) – “Da quello che ci dicono le aziende vinicole e le destinazioni turistiche, l’enoturismo è sempre più importante per il loro bilancio e per la diversificazione delle loro entrate. Lo sappiamo da singole realtà ma non abbiamo un quadro completo di questo fenomeno a livello globale perché attualmente i dati sul turismo del vino li raccolgono solo alcune regioni dalle Cantine che li hanno. Non esiste un sistema che consenta la raccolta di questi dati a livello nazionale e questo non permette a noi, organizzazione intergovernativa, di raccoglierli dai diversi Paesi per scattare una fotografia del fenomeno nei diversi Paesi del mondo dove si produce vino. La sfida è quindi quella di riuscire ad ottenere dei dati coerenti dai singoli Stati, e attualmente stiamo lavorando con l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) per cercare di sviluppare una metodologia che vogliamo poi proporre a tutti i Paesi affinché inizino ad implementarla”. Lo ha riferito ad askanews Sandra Carvao, direttrice Intelligence di mercato, politiche e competitività dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, a margine dell’ottava Conferenza globale sul turismo del vino promossa dall’UNWTO a Yerevan, in Armenia.


“Il nostro primo impegno sul fronte dell’enoturismo è quello di analizzarne l’impatto e stilare delle statistiche, e abbiamo sottoscritto un memorandum con l’UNWTO per costruire modelli, metodologie e nuovi indicatori per misurare l’impatto del turismo del vino e poi condividere i dati” conferma ad askanews, Sophie Pallas, direttrice delle Relazioni esterne dell’OIV, presente all’importante appuntamento di Yerevan. Il progetto dell’organizzazione del vino dedicato alla metodologia di raccolta e analisi dei dati sul turismo del vino ha preso il via nel 2021 e dovrebbe concretizzarsi entro la fine del 2024 in una pubblicazione che riporta le linee guida e le raccomandazioni tecniche per gli Stati membri.

Peronospora, Masaf: al via il 19 settembre aiuti per 47 mln di euro

Peronospora, Masaf: al via il 19 settembre aiuti per 47 mln di euroRoma, 16 set. (askanews) – A partire dal 19 settembre, prenderanno il via da parte di Agea i pagamenti dei fondi di solidarietà destinati agli agricoltori colpiti dalla Peronospora. Gli aiuti, per un totale di 47 milioni di euro, – informa il Masaf – sono riservati alle aziende che hanno subito una riduzione di produzione di almeno il 30% a causa dell’infezione fungina che ha colpito nel 2023.


“Abbiamo messo a disposizione tutto ciò che potevamo per sostenere in particolare le piccole e medie imprese, che sono maggiormente vulnerabili rispetto a eventi così distruttivi”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. “Il nostro obiettivo – ha rimarcato il ministro – è proteggere il futuro del settore vitivinicolo e offrire un sostegno concreto alle imprese danneggiate. La rapidità e la gravità con cui la Peronospora si è diffusa, complice il clima eccezionale di quell’anno, hanno richiesto un intervento straordinario, e il Governo Meloni ha risposto con decisione”. Sono circa 30.000 le aziende agricole che hanno fatto richiesta per accedere a tali fondi, una cifra che dimostra l’ampiezza della crisi che ha interessato sia il comparto dell’uva da tavola che quello del vino.


Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha destinato tutte le risorse disponibili per sostenere le imprese agricole colpite: 7 milioni di euro provenienti dalla legge 163/2023 e ulteriori 40 milioni dal Decreto Agricoltura. Il 40% dei fondi sarà erogato a tutte le aziende richiedenti, mentre il restante 60% sarà assegnato come quota aggiuntiva alle imprese che hanno adottato misure di prevenzione.

Vino, Muradyan (VWFA): in Armenia in ultimi 5 anni da 25 a 150 Cantine

Vino, Muradyan (VWFA): in Armenia in ultimi 5 anni da 25 a 150 CantineYerevan (Armenia), 16 set. (askanews) – “Questa è la prima importante conferenza sul vino e sull’enoturismo che si tiene in Armenia, e siamo davvero contenti perché per noi è una grande opportunità per mostrare oltre all’enologia armena, anche che cos’è questo Paese e far conoscere il nostro ricco patrimonio e la nostra storia. L’Armenia ha un enorme potenziale perché abbiamo tanti territori vocati alla viticoltura. Nel 2018 c’erano solo 25 aziende, ora ne abbiamo più di 150, con una crescita incredibile negli ultimi cinque anni”. Lo ha detto ad askanews Zaruhi Muradyan, direttrice esecutiva della “Vine and Wine Foundation of Armenia” (VWFA), a margine dell’ottava Conferenza globale sul turismo del vino promossa a Yerevan dall’organizzazione del turismo delle Nazioni Unite (UN Tourism).


Fondata nel 2016, la “Vine and Wine Foundation of Armenia” è un’organismo statale che oggi associa 55 Cantine e si dedica principalmente alla promozione del comparto. “Il nostro lavoro è quello di sviluppare il settore vitivinicolo, capendo esattamente il potenziale dei nostri vitigni autoctoni per la vinificazione” racconta Muradyan, spiegando che “inoltre, stiamo cercando di aiutare i produttori a definire uno standard per determinare cosa significa ‘vino armeno’. Il settore sta crescendo davvero velocemente, anche grazie a molti consulenti internazionali (enologi, agronomi ed enotecnici italiani, argentini e francesi, tra cui il celebre Michel Rolland, ndr) che ci hanno supportato nell’implementazione delle nuove tecnologie nelle Cantine – prosegue – e allo stesso tempo, anche il turismo sta crescendo, e quindi questa conferenza è davvero una bella opportunità per fare rete, incontrare le persone e condividere esperienze”. In Armenia oggi vivono circa 2,7 milioni di persone, contro gli otto milioni che vivono all’estero a causa della diaspora a seguito del genocidio perpetrato tra il 1890 e il 1916 dall’Impero ottomano, che causò complessivamente circa 1,5 milioni di morti. Da sempre, gli armeni all’estero aiutano con le rimesse i propri parenti in Patria e molti di quelli che hanno avuto successo sostengono il Paese e investono in Armenia. “Negli ultimi anni molti stanno investendo soprattutto nel settore del vino – evidenzia Muradyan – ed è grazie a loro se oggi abbiamo Cantine moderne e un settore professionale che punta sulla qualità”. Tra gli investitori, non può non essere citato anche il produttore svizzero Jakob Shuler che ad Areni ha messo in piedi la Noa Wines.


La vigna armena si aggira complessivamente su circa 16mila ettari, divisi in cinque zone principali: Armavir (900-1100 metri slm), Ararat (800-1000 mt.), Aragatsotn (900-1400 mt), Tavush (400-1000 mt.) e la più rinomata Vayots Dzor (1.000-1.800 mt.). Sono 31 le varietà autoctone coltivate e vinificate oggi, le più note delle quali sono Sev Areni, Voskehat, Kangoun, Haghtanak, Milagh, Lalvari, Khatoun Kharji e Khndoghni. Nonostante nel villaggio di Areni, nella provincia di Vayots Dzor, sia stata scoperta “la più antica cantina vinicola al mondo2, risalente indicativamente al 4000 a.C., una vera “industria” del vino in Armenia c’è da appena una decina di anni e oggi la produzione si attesta su circa 13 milioni di bottiglie, con l’export che tocca una quarantina di Paesi ma che si concentra per circa l’80% in Russia. Delle 111 Cantine registrate nel 2021, 46 producevano meno di cinquemila bottiglie, 29 tra cinquemila e cinquantamila, e solo cinque oltre il milione. Nonostante tutto questo, diversi produttori e produttrici sono sulla strada giusta e alcuni vini interessanti sono già presenti sul mercato e hanno ottenuto riconoscimenti internazionali. Malgrado il Paese sia storicamente legato alla produzione del suo celebre Brandy-Cognac e al consumo della più economica vodka, il consumo pro capite di vino è passato dai due litri del 2016 ai 4,2 del 2022, anche grazie alla spinta dei giovani della capitale dove adesso sorgono enoteche-wine bar molto di moda. “Per coinvolgere maggiormente le giovani generazioni – continua Muradyan parlando con askanews – molte delle nostre aziende partecipano ad iniziative dedicate, come ad esempio manifestazioni tipo ‘Vino e jazz’ o ‘Vino e scacchi’ (il gioco più diffuso e amato in Armenia, ndr).


In questo contesto, parlare di enoturismo è dunque più da intendersi ancora come ulteriore occasione per la scoperta del territorio più che del vino, che in generale sembra ancora alla ricerca di un’identità precisa, ma che potenzialmente può riservare ben più di piacevoli sorprese, grazie al suo ricco patrimonio di vitigni autoctoni (quasi tutti a piede franco e con piante che hanno anche di 200 anni) e ad un territorio in cui la vitis vinifera si coltiva in suoli molto diversi (seppur quello vulcanico appaia il più determinante) fino a quasi 2000 metri, possibile soluzione al cambiamento climatico. “In questi ultimi anni le aziende hanno iniziato a credere di più nell’enoturismo – prosegue Muradyan – e spero che i produttori capiscano che è un modo molto interessante di presentare i propri vini e raccontare le tradizioni e la storia dei loro territori, oltre che di fornire ai visitatori un’offerta al passo con i tempi”. Alla domanda su quale sia l’ostacolo più rilevante per lo sviluppo del vino in Armenia, la risposta della direttrice del VWFA fa gelare il sangue e dà da pensare: “La guerra”. Già perché qui l’ultimo conflitto risale appena ad un anno fa, nel 2023, quando l’esercito azero riconquistò il Nagorno Karabakh costringendo, dopo un lungo assedio, circa 120mila persone della comunità armena locale a fuggire. “La guerra è una preoccupazione costante anche per la viticoltura, perché molti vigneti si trovano vicino ai confini e quindi è molto pericoloso anche solo prendersene cura, oltre all’incognita di non sapere con certezza se potremo mantenerli in futuro” dice, rimarcando che “però siamo forti, manteniamo lo spirito giusto e continuiamo a fare del nostro meglio, e siamo certi che i nostri progetti avranno successo”.


“Sono pochi i prodotti che possono contribuire all’immagine di un Paese e a farlo conoscere: abbiamo dimostrato di saper produrre un ottimo brandy che è diventato leggendario, perché non possiamo farlo con il vino, se abbiamo questa tradizione millenaria alle spalle?” chiosa Muradyan ad askanews, sottolineando con grande orgoglio che “questa è oggi una priorità per il nostro governo, che sostiene economicamente e politicamente la Fondazione. E insieme con il governo, c’è anche il settore privato: lavoriamo tutti insieme ad un’unica missione, quella di far conoscere il vino armeno nel mondo”.

Vino, Parri nuovo direttore Consorzio Bolgheri e Bolgheri Sassicaia

Vino, Parri nuovo direttore Consorzio Bolgheri e Bolgheri SassicaiaMilano, 15 set. (askanews) – Daniele Parri è il nuovo direttore del Consorzio Bolgheri e Bolgheri Sassicaia, Denominazione che ha appena festeggiato i trent’anni. Subentra a Riccardo Binda, passato a ricoprire il medesimo incarico per il Consorzio di Tutela Vini Oltrepò Pavese.


Il livornese Parri ha alle spalle sette anni di collaborazione come export manager della Cantina Caiarossa di Riparbella (Pisa). “Dennis, Derk, Valerie Albada Jelgersma, l’intero team di Caiarossa ed io, – ha affermato il CEO del gruppo AJ Domaines, Alexander van Beek – desideriamo esprimere i nostri più sinceri ringraziamenti a Daniele per la sua dedizione e il lavoro straordinario nella promozione dei vini della nostra azienda”.

Moio (Oiv): vino paga più di altre bevande diatriba vino-salute

Moio (Oiv): vino paga più di altre bevande diatriba vino-saluteMilano, 12 set. (askanews) – “Il settore vive un momento difficile perché si è interrotta la trasmissione generazionale di cosa significhi consumare vino. Le nuove generazioni non sono state educate a farlo e oggi i giovani, attratti dalla mixology, si allontanano dal vino ma assumono più alcol rispetto alla mia generazione. Paradossalmente, nella delicatissima questione alcol e salute ci va di mezzo il vino e non le altre bevande”. Lo ha detto il presidente dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), Luigi Moio, all’apertura degli “Etna Days” organizzati dal Consorzio Etna Doc.


“A mio avviso anche sul tema vino e salute c’è una grande responsabilità nella comunicazione, troppo spesso confusionaria e contraddittoria” ha aggiunto Moio, spiegando che “non possiamo dire che il vino fa bene perché c’è l’alcol ma ci sono altri argomenti che distinguono il nostro mondo e che accomuna il prodotto con i territori e la loro storia. Serve affermare questi valori identitari per non confondere il vino con le altre bevande alcoliche” ha proseguito, sottolineando che “il vino non è un liquido, è un vettore culturale: bere un calice di Etna è un atto culturale ed è indubbio che la forza della sua denominazione è data dall’identità costruita attorno al Vulcano”.