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Il 14-15 luglio “VinoVip Cortina” con i grandi nomi del vino italiano

Il 14-15 luglio “VinoVip Cortina” con i grandi nomi del vino italianoMilano, 15 mag. (askanews) – Domenica 14 e lunedì 15 luglio Cortina d’Ampezzo (Belluno) ospiterà la quattordicesima edizione di “VinoVip Cortina”, l’appuntamento con i grandi nomi del vino italiano organizzato ogni due anni dalla storica rivista “Civiltà del bere” diretta da Alessandro Torcoli. Il summit, patrocinato dal Comune ampezzano, accoglierà 60 Cantine leader dell’enologia italiana, che si confronteranno sul futuro del mondo del vino, con dibattiti e degustazioni aperte sia ai professionisti del settore che ai wine lovers.


Ad aprire la due giorni sarà il talk show “Resistenza!” alle 15.30 di domenica 14 luglio presso l’Alexander Girardi Hall. Il momento di approfondimento ha un titolo particolarmente provocatorio e mira a indagare le tematiche più calde riguardanti la sopravvivenza della “civiltà del bere”. Dalle tendenze proibizioniste di alcuni Paesi che negano il valore culturale del vino, alle migliori politiche da adottare per la risposta al cambiamento climatico che mette sempre più a rischio la viticoltura in diverse zone del mondo, fino alle politiche commerciali più adatte a scenari economici e geopolitici sempre più complessi. A conclusione, come da tradizione, sarà consegnato il “Premio Khail” 2024, riconoscimento intitolato al fondatore di “Civiltà del bere” e destinato a un personaggio che si è distinto nella valorizzazione del vino italiano nel mondo. Il 15 luglio lo spazio sarà tutto per gli approfondimenti enologici e le degustazioni. Alle 9.30 la mattinata si apre al Grand Hotel Savoia con “Cabernet vs Cabernet”: un evento speciale (convegno più walk-around tasting fino alle 13.30) dedicato ai “fratelli” Sauvignon e Franc, due grandi vitigni internazionali alla base del successo di alcuni tra i vini più apprezzati al mondo. Si indagheranno la dialettica tra i due e le loro differenze in termini enologici e viticoli con il coinvolgimento di grandi esperti in materia, passando poi alla prova sensoriale con l’assaggio di eccellenti versioni dell’uno e dell’altro vitigno, oltre a qualche alleanza particolarmente riuscita.


Si prosegue nel pomeriggio con l’evento clou della manifestazione, il “Wine tasting delle Aquile”, la speciale degustazione al Rifugio Faloria (2.123 metri slm) di 180 etichette italiane simbolo del bere di qualità, tra vini e distillati, grandi classici ed eccezionali novità, raccontate direttamente dai loro creatori. Le aziende protagoniste di “VinoVip Cortina” 2024 sono Marchesi Antinori, Argiolas, Banfi, Berlucchi Franciacorta, Bortolomiol, Le Caniette, Casale del Giglio, Castagner, Castello del Terriccio, Castello di Querceto, Cesarini Sforza, Cleto Chiarli, Citra Vini, Nododivino, Collavini, Dei, Elèva, Fèlsina, Fontanafredda, Fonzone, Isole e Olena, Leone de Castris, Livon, Cantine Lvnae, Lungarotti, Mandrarossa, Le Manzane, Masciarelli, Masi Agricola, Tenuta Meraviglia, Mezzacorona, Monteverro, Montezovo, Nino Franco, Nino Negri, Pasqua Vini, Pio Cesare, Planeta, Poggio al Tesoro, PuntoZero, Quintodecimo, Rocca delle Macìe, Rottensteiner, Ruffino, Tenuta San Guido, San Marzano, Tenuta Santa Caterina, Santa Margherita, Cantina Santadi, Santi, Tedeschi, Cantina Terlano – Andriano, Tommasi Family Estates, Umani Ronchi, Velenosi, La Viarte, Villa Bogdano 1880, Villa Sandi, Vite Colte, Zenato e Zorzettig.

Vino, un libro racconta i 100 anni del Consorzio Chianti Classico

Vino, un libro racconta i 100 anni del Consorzio Chianti ClassicoMilano, 14 mag. (askanews) – Oggi il Consorzio Vino Chianti Classico compie cento anni: il 14 maggio 1924, infatti, 33 lungimiranti viticoltori decisero di dare vita all’ente consortile che oggi rappresenta una compagine di 500 aziende. Alla ricostruzione di questo straordinario percorso compiuto dal Consorzio è dedicato il libro “Sulle tracce del Gallo Nero” scritto da Daniele Cernilli con la collaborazione di Paolo De Cristofaro.


“Non si tratta di un libro celebrativo ma vuole essere un lungo racconto che parte dalla battaglia di Montaperti del 1260 fino ad arrivare ai giorni nostri” ha spiegato Daniele Cernilli, aggiungendo che “ovviamente la storia del Consorzio e dei personaggi che ne sono stati artefici, ma è anche la storia del simbolo, di quel Gallo Nero che, unico nel suo genere, ha caratterizzato il Chianti Classico fin dai suoi esordi, esattamente 100 anni fa”. “È stato un onore e soprattutto un grande divertimento poter lavorare su fonti di prima mano – ha aggiunto Paolo De Cristofaro – una documentazione straordinaria, da cui emerge una volta di più tutta la modernità e la lungimiranza di questo territorio e dei suoi protagonisti”. Il volume di 256 pagine è edito da Giunti Editore ed è arricchito da due inserti fotografici a colori di 16 e di 24 pagine. Tradotto anche in inglese, sarà distribuito nelle librerie a partire dal 22 maggio.


“Motivo di orgoglio non è solo il nostro territorio, uno dei più belli del mondo, che ci impegniamo ogni giorno a trasferire nei nostri vini, ma lo è anche la nostra storia” ha commentato il presidente Giovanni Manetti, aggiungendo che “infatti, nel concetto di terroir che i francesi hanno reso famoso nel mondo, l’elemento culturale e umano, quindi anche storico e tradizionale, non può essere scisso dai fattori ambientali che caratterizzano un vino. E il Consorzio del Chianti Classico porta avanti proprio quell’ispirazione dei padri fondatori, quelle lezioni di unità di intenti e identità apprese in un secolo di storia”.

Vino, Zaia: Prosek-Prosecco dossier chiuso: questo nome è nostro

Vino, Zaia: Prosek-Prosecco dossier chiuso: questo nome è nostroMilano, 14 mag. (askanews) – “Prosek dossier chiuso: questo nome è nostro e nessuno potrà mai utilizzalo in Europa come ‘menzione tradizionale’ per indicare un vino che vuole solamente evocare le nostre bollicine ma non ha nulla di Veneto. Il nuovo Regolamento europeo sulle indicazioni geografiche Ig mette, quindi, la parola fine a una sgradevole vicenda e questo risultato è frutto di una grande lavoro di squadra tra istituzioni, associazioni di categoria e consorzi che in tutte le sedi hanno difeso non solo un brand, ma un vino che esprime la storia e l’identità del Veneto”. Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, annunciando la pubblicazione del testo del Regolamento dell’Ue nella Gazzetta Ufficiale Europea, che limita definitivamente l’uso ingannevole del nome Prosek sulle etichette croate o di qualsiasi altro Stato membro.


“Ci tengo anche a ricordare che Prosek è un nome che ci appartiene: c’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene” ha proseguito Zaia, aggiungendo che “c’è pure una motivazione storica: le prime citazioni del nome ‘Prosecco’, con riferimento al vino, risalgono infatti al XIV secolo, ed esiste una cartina geografica storica in cui la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico”.

Vino, Consorzio Chianti Classico presenta “Manifesto di sostenibilità”

Vino, Consorzio Chianti Classico presenta “Manifesto di sostenibilità”Milano, 14 mag. (askanews) – Nel giorno del suo centesimo compleanno, il Consorzio Vino Chianti Classico ha presentato il suo “Manifesto di sostenibilità”, dichiarazione di intenti che guarda al futuro della Denominazione. La visione di un Chianti Classico sostenibile sia come sistema imprenditoriale sia come mezzo di salvaguardia del territorio, è stata illustrata dalla direttrice del Consorzio, Carlotta Gori, nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze, al termine di un incontro dedicato a “sostenibilità e identità territoriale” a cui hanno partecipato i rappresentanti di alcune fra le più illustri Denominazioni e grandi vini del mondo: Champagne, Borgogna, Porto e Douro, Oregon e Barolo.


Il documento propone 57 regole d’indirizzo con l’intento di ridurre l’impatto ambientale tramite una gestione del territorio, delle superfici produttive e dei boschi, volta a preservarne le caratteristiche, le potenzialità, il paesaggio e la biodiversità, e di valorizzare la crescita e l’affermazione delle risorse sociali e culturali del territorio. Regole tra le quali i viticoltori sceglieranno quelle che maggiormente si adattano alle loro caratteristiche, alla loro identità, ai loro programmi, tenendo conto dell’invito del Consorzio a rispettarne almeno la metà e poi, secondo un piano stabilito, di aggiungerne altre. Il lavoro del Consorzio include “elementi innovativi” ispirati dallo studio del paesaggio culturale del Chianti Classico avviato nel 2018 dalla Fondazione della tutela del territorio Chianti Classico per la candidatura Unesco. Il Manifesto, ha spiegato Gori – è “un progetto ambizioso che pone il patrimonio culturale del territorio come suo eccezionale fattore identitario che accompagna il vino Chianti Classico, aumentando sempre più la sua tipicità e la sua territorialità, ma anche inclusivo per far crescere, tutti insieme, la sostenibilità territoriale”. “Gli aspetti fondamentali su cui puntare e niente affatto scontati sono la cura delle vigne, della permeabilità dei terreni, della ricchezza dei microrganismi nei suoli, la fertilità, le piante sane, il rispetto per la natura e per gli animali, la biodiversità come fonte di vita, la responsabilità ecologica e sociale” ha proseguito Gori, ricordando che “il nostro territorio e le aziende che lo animano stanno da decenni dando un contributo fondamentale al raggiungimento di questi obbiettivi e nell’attuazione pratica di questa visione”.


“Abbiamo atteso fino ad oggi ad affrontare, come Consorzio, il tema così attuale della sostenibilità, per potergli dare una caratterizzazione, un’identità specifica che fosse in grado di evidenziare ed esaltare i caratteri distintivi della nostra denominazione e del suo territorio di produzione” ha aggiunto il presidente dell’ente consortile, Giovanni Manetti, parlando di “un manifesto che siamo certi i nostri viticoltori accoglieranno e renderanno vivo e attivo, fino a farlo diventare un vero impegno di sostenibilità del nostro territorio e delle sue produzioni”. Il territorio del Chianti Classico è per il 62% boschivo, mentre il 52% della superficie vitata è biologica e moltissime sono le aziende in conversione. Il 75% delle Cantine conta meno di dieci ettari di vigneto, e la medesima percentuale di viticoltori imbottiglia direttamente il proprio prodotto. Lo studio per il riconoscimento Unesco de “Il sistema delle Ville Fattorie nel Chianti Classico” ha svelato ben 341 siti storici protetti, e oltre 100 ville fattorie. Negli ultimi 50 anni il 74% del territorio è stato preservato dalle trasformazioni rimanendo invariato, e solo il 4% è stato oggetto di antropizzazione.

Vino, Uiv: cala consumo quotidiano ma non platea stabile a 30 mln

Vino, Uiv: cala consumo quotidiano ma non platea stabile a 30 mlnMilano, 14 mag. (askanews) – Nel 2023 si confermano 29,4 milioni i consumatori di vino nel nostro Paese, stabili rispetto all’anno precedente, così anche la quota generale di penetrazione della popolazione (55%), mentre scendono a 11,7 milioni i consumatori quotidiani, 400mila in meno rispetto al 2022. È l’istantanea elaborata dall’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) su base Istat, che ha rilasciato le tabelle 2023 sui consumi di alcolici degli italiani. Secondo le stime dell’Osservatorio il saldo consumato in Italia nel 2023 ammonta a 23 milioni di ettolitri.


Il quadro che emerge dalla ricognizione Uiv sui cambiamenti di scenario negli ultimi 12 anni è quello di una popolazione che in generale non rinuncia al vino (+2% la numerosità dei fruitori rispetto al 2011), pur con profondi segnali di cambiamento delle abitudini. Rappresentati al 58% da maschi e al 42% da femmine, i nuovi consumatori e, sempre più, consumatrici hanno infatti un rapporto con il vino più responsabile e consapevole, ma allo stesso tempo meno esclusivo, fatto di frequenti tradimenti di abitudini e di flirt con altri partner alcolici. Una tendenza questa che con il passare degli anni caratterizza via via non più solo i giovani e giovanissimi, ma che si riflette ormai anche sulle generazioni più adulte, anch’esse sempre meno legate a un impiego quotidiano e a quello, quasi passivo, del companatico. Prova ne sia, tra l’altro, l’importante crescita dei consumatori in occasione dell’aperitivo (+31% dal 2011), oggi consuetudine per quasi 22 milioni di persone. “Le nuove rilevazioni Istat confermano una volta di più lo straordinario rapporto degli italiani con il vino: cambiano le abitudini, ma probabilmente l’attuale approccio è ancora più stimolante rispetto alle motivazioni di un tempo” ha commentato il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi, aggiungendo che “oggi la domanda è maggiormente legata al piacere e alla condivisione che non all’abitudine, e questo penso sia una prova di maturità importante che conferma come il vino sia sinonimo di moderazione”.


A ridisegnare l’identikit dei winelover italiani, la crescita nel periodo della domanda femminile (+10%, con i maschi a -3%), la minor fruizione quotidiana (-22%) e la contestuale crescita del 29% dei “non quotidiani”, che oggi contano 17,7 milioni di persone e rappresentano il 60% del totale, contro il 48% di 12 anni prima. Un fenomeno, quello della saltuarietà, che coinvolge anche la birra: oggi due terzi dei consumatori di bionde lo fanno in modo sporadico. E se, come è facile immaginare, tra i consumatori quotidiani i giovani della “Gen X” (fino a 24 anni) pesano solo il 4,4% (circa la metà della loro incidenza sulla popolazione italiana), sorprende la veloce e progressiva erosione degli “assidui” tra le generazioni successive. I trend relativi ai “quotidiani” variano infatti dal -20% al -50% per tutte le successive coorti a eccezione degli over 65, una roccaforte che da sola vale il 40% dei consumatori abituali. L’Emilia-Romagna è la regione con la maggior quota di consumatori in base alla popolazione (61,3%), seguita dalla Valle d’Aosta (60,5%), dalla Toscana (60,4%) e dal Veneto (59,8%). L’area che registra la maggior crescita di consumatori (+11%) è la provincia di Trento, mentre la Basilicata è quella che vede la maggior contrazione (-9%). Tra le macroregioni, primeggia il Nord-Est con un’incidenza al 59,4%, seguito da Centro (57,4%), Nord-Ovest (56,7%), Mezzogiorno (51,1%), e Isole (46,8%).

Vino, Franciacorta: tendere a riequilibrio tra mercato interno e estero

Vino, Franciacorta: tendere a riequilibrio tra mercato interno e esteroMilano, 14 mag. (askanews) – “Cari Soci, dopo una parentesi di sostanziale ripresa dei mercati, il 2024 si è aperto mettendo in discussione la sicurezza: i conflitti a cui ogni giorno assistiamo sono variabili che influenzano negativamente i consumi e che devono portarci a considerare, con la dovuta cautela, le nostre strategie future. È tempo di volgere il nostro sguardo con più decisione verso un nuovo, ambizioso, orizzonte, in cui la distribuzione dei nostri prodotti fra mercato nazionale e mercati esteri possa tendere a un progressivo riequilibrio, senza tuttavia pregiudicare il lungo e prezioso lavoro dedicato al mercato italiano fino a oggi. Per perseguire questo obiettivo al di fuori dei nostri confini, è necessario affrontare alcune priorità interne non più differibili nel tempo, riassumibili in tre parole chiave: ricerca, comunicazione, enoturismo”. Lo ha detto il presidente del Consorzio Franciacorta, Silvano Brescianini, nel corso della sua introduzione all’assemblea dei soci dell’ente consortile che si è tenuta questa mattina al Teatro comunale di Erbusco (Brescia).


Tra i punti all’ordine del giorno, l’approvazione del bilancio 2023 e del budget per il 2024, e la proposta per regolamentare il lavoro sulle “Unità geografiche” del cartografo Alessandro Masnaghetti che, con la “Carta dei Vigneti e delle Zone di Franciacorta”, ha diviso il territorio franciacortino in 134 aree. Dall’analisi del primo trimestre 2024 è emersa una crescita dei valori rispetto ai volumi, con un incremento nei prezzi medi rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Reduce dalla tappa napoletana del “Festival Franciacorta”, andato in scena la settimana scorsa allo Yacht Club di Marina di Stabia, il Consorzio e si prepara a nuovi eventi promozionali negli Stati Uniti e in Europa.

Vino, dal 21 al 25 maggio il Sannio ospita “Campania Stories” 2024

Vino, dal 21 al 25 maggio il Sannio ospita “Campania Stories” 2024Milano, 14 mag. (askanews) – Il Sannio ospita l’edizione 2024 di “Campania Stories”, la presentazione alla stampa specializzata nazionale ed internazionale delle nuove annate dei vini prodotti nelle principali Denominazioni campane, con tasting e visite in Cantina e ai territori. L’evento si tiene dal 21 al 25 maggio alle “Tenute del Gheppio” di Dugenta (Benevento), mentre ad ospitare l’inaugurazione, in collaborazione con il Sannio Consorzio Tutela Vini, sarà la storica Rocca dei Rettori di Benevento.


Oltre 90 le adesioni dall’intera regione alla rassegna organizzata da Miriade & Partners che celebra la sinergia tra tutte le componenti del mondo del vino campano: le Cantine, la collaborazione della delegazione locale dell’Ais, il sostegno della Regione e la media partnership di Luciano Pignataro Wine Blog. Anche questa edizione di “Campania Stories” vede la presenza sul territorio di diverse firme della stampa di settore, mentre durante l’anno verranno organizzati groupage internazionali dando la possibilità alle Cantine di far assaggiare i propri vini alle più importanti testate mondiali, e fornendo allo stesso tempo a giornalisti e operatori contenuti tecnici e aggiornamenti sui dati di produzione di filiera. Una rassegna, dunque, che dura 365 giorni, anche attraverso le attività digitali (e non solo) di promozione della Campania del vino nel mondo, presentando sul web e sui social Denominazioni, territori e protagonisti del mondo del vino della regione.


Venerdì 24 maggio, a conclusione del programma per la stampa, va in scena “Campania Stories Day”, degustazione per operatori e appassionati provenienti da tutta Italia, in programma sempre a “Tenute del Gheppio” di Dugenta (Benevento) dalle 16.30 alle 18.30 e dalle 19.30 alle 21.30, con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti. Ecco le cantine che parteciperanno all’edizione 2024 di “Campania” Stories: Irpinia (Avellino): Amarano, Barbot Stefania, Borgodangelo, Cantina del Barone, Cantine Dell’Angelo, Colli di Lapio, Contrade di Taurasi, De’Gaeta, De Vito Laura, Delite, Di Meo, Donnachiara, Ferrara Benito, Feudi di San Gregorio, I Capitani, I Favati, Il Cancelliere, Le Otto Terre, Macchie Santa Maria, Masseria Della Porta, Nativ, Perillo, Petilia, Pietracupa, Sanpaolo di Claudio Quarta Vignaiolo, Tenuta Cavalier Pepe, Tenuta De Gregorio, Tenuta del Meriggio, Tenuta Madre, Tenuta Pietrafusa di Villa Matilde Avallone, Tenuta Scuotto, Torricino, Traerte, Vernice, Vesce Giovanni, Vesevo, Villa Raiano; Sannio (Benevento): Cantina di Solopaca, Cantine Iannella, Catalano Elena, Fattoria La Rivolta, Fontana Reale, Fontanavecchia, La Fortezza, La Guardiense, Monserrato 1973, Mustilli, Ocone 1910 Taburno Wine County, Rossovermiglio, Terre Stregate, Torre del Pagus; Caserta: Alois, Cantina di Lisandro, Caputo 1890, Masseria Felicia, Masseria Piccirillo, Nugnes, Paparelli Luca, Porto di Mola, Scaramuzzo, Tenute Bianchino, Torelle, Vigne Chigi, Villa Matilde Avallone, Vitematta; Napoli: Abbazia di Crapolla, Agnanum, Astroni, Bosco de’ Medici, Cantavitae, Cantine Carputo, Cantine del Mare, Cantine Olivella, Casa D’Ambra, Casa Setaro, Contrada Salandra, Portolano Mario, RadiciVive, Salvatore Martusciello, Sorrentino Vini, Tenuta Loffredo; Salerno: Cantina dei Quinti, Cuomo Marisa, Fiasco Francesca, Montevetrano, Sammarco Ettore, San Salvatore 19.88, Tempa di Zoè.

Vino, da 17 a 19 maggio torna “Pentecoste a Castellina in Chianti”

Vino, da 17 a 19 maggio torna “Pentecoste a Castellina in Chianti”Milano, 14 mag. (askanews) – Il 17, 18 e 19 maggio torna il tradizionale appuntamento con la “Pentecoste a Castellina in Chianti”, il “wine weekend” di assaggi dei migliori Chianti Classico della zona, di specialità gastronomiche toscane e di eventi culturali, organizzato nel borgo senese dall’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti.


Giunta alla sua 26ma edizione, la festa si apre il 17 con “A cena con il Classico” sotto le volte medievali di Castellina situate a ridosso delle mura del paese: pietanze tipiche della tradizione toscana preparate dal ristorante “Albergaccio di Castellina” e accompagnate dai Chianti Classico proposti dai viticoltori dell’Associazione. Il 18 maggio si entra nel vivo della manifestazione: dalle 12 alle 20, sempre in via delle Volte, verranno allestiti i banchi di degustazione dei vini raccontati dai 39 produttori dell’Associazione. Sia il 18 che il 19, sarà presente una delegazione delle Unità geografiche aggiuntive (Uga) del Chianti Classico, mentre ospiti d’onore saranno Tonello wines e Zambon Vulcano, produttori del Soave Doc e Monti Lessini Doc che porteranno in assaggio bollicine e bianchi a base di Durella e Garganega. Sempre sabato, dalle 18 alle 23, è prevista l’apertura straordinaria gratuita del Museo Archeologico del Chianti Senese situato all’interno dell’edificio dominato dalla Torre di Castellina. Qui si trova anche l’installazione “Un secolo di Gallo Nero” che festeggia i cento anni del Consorzio del Chianti Classico. Alle 16.30, è in programma un laboratorio artistico per bambini da 6 a 11 anni curato dagli operatori del Museo.


Foto di Andrea Federici

Vino, dal 15 al 19 maggio c’è la “Bologna Wine Week” con 25 Cantine

Vino, dal 15 al 19 maggio c’è la “Bologna Wine Week” con 25 CantineMilano, 13 mag. (askanews) – Esplorare la ricchezza dei vini, promuovendo la cultura vinicola e raccontando le peculiarità delle 25 Cantine partecipanti: questo l’obiettivo della “Bologna Wine Week”, la cui seconda edizione nel capoluogo dell’Emilia- Romagna andrà in scena da mercoledì 15 a domenica 19 maggio.


Si parte i primi due giorni con “Enoteca BWW” presso Palazzo Isolani, con “sponsorclass” riservate agli operatori del settore e degustazioni guidate aperte al pubblico, oltre ad un esclusivo “Opening party”. Venerdì si inizia alle 15 in piazza Minghetti con le degustazioni ed il concerto trio Soul, mentre sabato, dopo l’apertura dei banchi, sono previsti tre talk pubblici: alle 17.30 quello su “Bere bene e responsabilmente” con la partecipazione di carabinieri e polizia, alle 18 sulle politiche di economia circolare e sostenibilità di Caviro con Silvia Buzzi, e alle 19 su “The Art of Wine” con la partecipazione di Beppe Vessicchio e di Andrea Amedei. La serata proseguirà fino alle 22.30 con un concerto jazz. Domenica sono attesi tre approfondimenti: si alle 17.30 talk su “Vino ed economia locale” con Ascom e l’assessore comunale all’Agricoltura Daniele Ara; alle 18 focus su “Turismo ed esperienze” con Davide Maggi (Ceo Home Food – Cesarine) e a seguire, iniziative per ridurre l’impatto ambientale con Lorenzo Zitignani (Direttore Generale Plastic Free). “Bologna Wine Week – sottolineano gli organizzatori – si impegna a creare un’esperienza unica coinvolgendo la città e i suoi abitanti, abbattendo le tradizionali barriere tra eventi per addetti ai lavori e offrendo a tutti l’opportunità di celebrare e scoprire il mondo del vino, immergendosi nella bellezza del contesto cittadino”.


All’evento, voluto da Gian Marco Gabarello tramite la sua enoteca “Ebrezze”, e realizzato con il patrocinio del Comune di Bologna e della regione Emilia Romagna, partecipano le Cantine Angoris (Friuli), Antichi Vigneti Fratelli Sculco (Calabria), Assirelli (Emilia Romagna), Boeri (Piemonte), Borgo Veritas (Friuli), Cantina dei conti (Veneto) Cantina Forlì – Predappio (Emilia Romagna), Fedrizzi Alessandro (Emilia Romagna – BO), Fonzone, (Campania), Goretti (Umbria), I Breè (Piemonte), Marramiero (Abruzzo), Maso Corno (Trentino), Merlotta (Emilia Romagna), Montevecchio Isolani (Emilia Romagna), Nativ (Campania), Oinoevini (Emilia Romagna), Opera02 (Emilia Romagna), Ornina wine (Toscana), San Valentino (Emilia Romagna), Terre Carsiche (Puglia), Terre Rosse Vallania (Emilia Romagna), Tomisa (Emilia Romagna), Vini Apuani (Toscana) e Vitevis (Veneto). Presente anche la parte food con i truck di Eredi Nigro, Li Mortacci e I due Gatti.

Vino, Assovini Sicilia ha festeggiato 25 anni dalla sua fondazione

Vino, Assovini Sicilia ha festeggiato 25 anni dalla sua fondazioneMilano, 13 mag. (askanews) – Assovini Sicilia ha festeggiato venticinque anni dalla sua fondazione: l’importante anniversario è stato celebrato a Cefalù (Palermo) dal 9 all’11 maggio scorsi durante l’ultima edizione di “Sicilia en Primeur”, l’anteprima dell’ultima annata che ha compiuto vent’anni.


Era il 1998 quando Diego Planeta, Lucio Tasca d’Almerita e Giacomo Rallo, firmarono l’atto costitutivo di Assovini Sicilia. A sposare la visione lungimirante di scommettere sull’associazionismo come strategia vincente per promuovere la Sicilia, erano state otto aziende e dopo venticinque anni, il sogno di attribuire un valore culturale, di promozione e di storytelling al vino siciliano è divenuto realtà. “Sono orgogliosa di rappresentare un’associazione che ha sempre veicolato e promosso un’immagine contemporanea della Sicilia, legata alle tradizioni, dinamica, elegante” ha dichiarato la presidente Mariangela Cambria, aggiungendo che “grazie al coraggio di chi ha creduto nell’associazionismo sfidando ogni resistenza culturale e mettendosi in gioco senza protagonismi, credendo nel fare squadra, oggi la Sicilia nel mondo è un brand dal potente e profondo valore culturale e dall’appeal internazionale”. “Assovini Sicilia è nata da una visione e progettualità che ha spinto l’isola verso orizzonti nuovi, l’ha fatta conoscere nel mondo per le sue bellezze, per la sua storia: una storia il cui racconto è stato affidato al potere narrativo e simbolico del vino” ha proseguito Cambria, evidenziando che “la grande rivoluzione di Assovini Sicilia è stata quella di aver creduto nel vino come un prodotto culturale, dal potenziale straordinario e unico, prima che economico”.


“Sono sempre stato convinto che collaborare e condividere obiettivi di lungo termine sia il modo giusto per creare valore e per promuovere i nostri straordinari contesti viticoli” ha affermato Antonio Rallo, past president di Assovini e attuale presidente del Consorzio di Tutela Doc Sicilia, sottolineando che “l’associazionismo incarna concretamente lo spirito di collaborazione dei produttori siciliani: il nostro “fare squadra” ha orientato la vitivinicoltura siciliana all’eccellenza, contribuendo al suo successo”.