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Vino, il 20 maggio a Milano giornata di approfondimento del Trentodoc

Vino, il 20 maggio a Milano giornata di approfondimento del TrentodocMilano, 13 mag. (askanews) – Lunedì 20 maggio (dalle 14.30 alle 19.30) il format “Trentodoc in città” arriva al The Westin Palace di Milano per offrire una preziosa panoramica sulle bollicine di montagna di 51 case spumantistiche associate all’Istituto Trento Doc, per un totale di 143 etichette in mescita.


La giornata, promossa dall’Istituto Trentodoc con il supporto di Ais Lombardia e destinata a sommelier e operatori del settore, prevede un tasting libero delle referenze delle Cantine, presenti ognuna con un proprio desk, e un palinsesto di sei masterclass guidate dai Migliori sommelier d’Italia Ais-Premio Trentodoc. Si tratta di Maurizio Dante Filippi, Stefano Berzi e Cristian Maitan, che saranno presenti in sala insieme con i produttori per rispondere alle curiosità degli ospiti. Le degustazioni guidate avranno come temi “Alla scoperta dei territori Trentodoc”; “Zero dosage: viaggio attraverso uno stile e un’intenzione”: “L’Arte dell’annata: le ‘impronte’ della natura in ogni millesimato”; “Il ‘ruolo del tempo’ per il carattere dei Trentodoc Riserva”. Attraverso l’app Trentodoc, scaricabile gratuitamente, i partecipanti avranno la possibilità di consultare le schede tecniche degli spumanti in mescita e di accedere alle informazioni sulle aziende presenti.

Vino, Uiv: presentato nostro “manifesto” a candidati Europarlamento

Vino, Uiv: presentato nostro “manifesto” a candidati EuroparlamentoMilano, 13 mag. (askanews) – Preservare e semplificare la misura “Promozione” del Piano nazionale di sostegno all’interno della riforma Pac, e rafforzare i fondi di sostegno agganciandoli a competitività e transizione ecologica e non agli espianti incentivati dall’Unione Europea. Sono alcune tra le principali istanze consegnate oggi in un incontro a Milano da Unione italiana vini (Uiv) a 12 candidati alle prossime elezioni dell’Europarlamento.


Secondo Uiv, che rappresenta con i propri associati l’85% dell’export italiano di vino, nel prossimo mandato europeo si dovranno fugare dubbi sulla centralità socioeconomica di un asset che solo in Italia vale l’1,1% del Pil. A partire dallo stop alle mire proibizionistiche come gli “health warning” in favore di piani specifici volti al consumo moderato e consapevole del vino. “Pensiamo -sia giusto affermare il valore di un settore che ha reso molte comunità rurali italiane ed europee un paradigma in grado di preservare culture e paesaggi, e al tempo stesso di creare indotto e ricchezza per milioni di persone” ha detto il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi, aggiungendo “per questo chiediamo ai candidati italiani di farsi promotori del riconoscimento della cultura del vino quale patrimonio identitario europeo”. Tra le altre proposte chiave in materia di politiche di settore, per l’occasione riassunte da Uiv in un “manifesto” consegnato agli eurocandidati italiani, un’etichetta digitale unica europea, l’adozione di uno standard unico di sostenibilità, con la definizione comunitaria di “vino sostenibile”, il rafforzamento degli accordi di libero scambio e il “no” a qualsiasi forma protezionistica. Infine, in materia di governance dell’Ue, Uiv è contraria all’eliminazione della Commissione Agri, che invece andrebbe potenziata, mentre auspica rafforzamento dell’Intergruppo vino con la nomina di un chair italiano.


I candidati che hanno partecipato al confronto sono: Pietro Fiocchi (FdI-ECR; Nord Ovest), Nicola Procaccini (in collegamento, FdI-ECR; Italia Centrale), Massimiliano Salini (FI-PPE; Nord Ovest), Herbert Dorfmann (FI-PPE; Nord Est), Silvia Sardone (Lega-ID; Nord Ovest), Alessandro Panza (Lega-ID; Nord Ovest), Patrizia Toia (PD-S&D; Nord Ovest), Daniela Rondinelli (PD-S&D; Italia Centrale), Caterina Avanza (Azione-Renew; Nord Ovest), Giovanni Poggiali (Azione-Renew; Nord Est); Irene Tinagli (PD-S&D; Nord Ovest). A loro si è aggiunta la vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, Maria Chiara Gadda (IV-Renew), che non è candidata.

Vino, il 25 maggio a Roma la seconda edizione di “Berebianco”

Vino, il 25 maggio a Roma la seconda edizione di “Berebianco”Milano, 13 mag. (askanews) – Prenderà il via a Roma sabato 25 maggio (dalle 14.30 alle 22.30) la seconda edizione di “Berebianco”, la manifestazione dedicata al mondo dei vini bianchi italiani dal lungo affinamento. Al The Westin Excelsior Hotel in via Veneto, 65 Cantine e 150 etichette saranno protagoniste di un percorso di degustazioni tra le più interessanti realtà bianchiste italiane provenienti da tredici regioni. Ospite d’eccezione di quest’anno sarà il Consorzio Tutela del Gavi con oltre venti etichette diverse nella degustazione libera e con una masterclass dedicata alla capacità di invecchiamento della Docg piemontese con una verticale su oltre dieci anni.


Il panorama italiano dei vini bianchi può contare su una tavolozza di nobili espressioni che vanno dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, con interpretazioni profondamente diverse ed estremamente identitarie. “Sono tanti i vini eccellenti proposti sul mercato ma il riconoscimento nazionale e internazionale di un movimento non è mai arrivato, e l’immagine del vino bianco italiano è stereotipata nel modello di un prodotto semplice, profumato, agile, da cominciare a consumare già prima dell’inizio della primavera successiva alla vendemmia” spiegano gli organizzatori, sottolineando che “invece prende sempre più spazio una produzione che necessita di tempo per esprimersi al meglio e che conserva per anni caratteristiche di complessità e piacevolezza: sono i vini di ‘Berebianco’ che, salvo pochi casi, fanno fatica a raggiungere sui mercati internazionali il posizionamento che loro compete”. “Presto ‘Berebianco’ godrà di un particolare supporto editoriale da parte della redazione di ‘Cucina & Vini’ per rendere più efficace la comunicazione anche a livello internazionale, convinti che il format possa diventare di riferimento per il mondo produttivo e per quello dei winelover” ha annunciato il direttore della rivista, Francesco D’Agostino, che poi ha ricordato “se da un lato la differenza di esportazioni in volume tra rossi e bianchi tende a ridursi, con i primi mediamente tra sei e sette milioni di ettolitri (inclusi i rosati) e gli altri intorno a sei (6,70 milioni i rossi e 5,94 i bianchi, dati Istat 2023), dall’altro il prezzo medio al litro spuntato dai bianchi nel 2023 all’export è stato di 2,82 euro, contro 4,58 per i rossi, entrambi in discesa rispetto al 2022, più decisa per i primi con -3,75% rispetto ai secondi a -0,87%”.


“L’andamento del prezzo medio di esportazione su dodici anni dimostra la differenza tra le due tipologie, considerando che nei dati dei rossi sono inclusi i rosati, i cui prezzi all’export sono decisamente più bassi, la differenza è ancora maggiore” ha proseguito D’Agostino, aggiungendo che “per sostenere i grandi bianchi nella loro progressione verso il giusto posizionamento nel mercato globale pensiamo sia necessario partire da quello domestico, portando questa affascinante famiglia al pubblico in una grande degustazione libera. Non solo questo – ha concluso – ma dando anche la possibilità di assaggiare coinvolgenti vecchie annate durante delle esclusive masterclass alla presenza dei produttori”.

Distillerie Berta lancia tre Brandy invecchiati 38, 45 e 51 anni

Distillerie Berta lancia tre Brandy invecchiati 38, 45 e 51 anniMilano, 12 mag. (askanews) – Distillerie Berta celebra settantacinque anni di storia e tre generazioni nel Monferrato con una nuova limited edition chiamata “Legàmi” dedicata allo scorrere del tempo: tre preziosi Brandy invecchiati rispettivamente 38, 45 e 51 anni, in bottiglie impreziosite da eleganti legature di vetro in rilievo e in vendita in cassette di legno.


Fondata nel 1947 a Mombaruzzo (Asti), questa storica azienda a conduzione familiare piemontese produce oggi oltre trenta diverse qualità di grappa e sette tipi di liquori che esporta in tutto il mondo. L’investimento sul fronte dell’accoglienza ha dato vita negli anni al relais Villa Castelletto, alla dimora di charme Villa Prato, alla ristrutturazione del Castello di Monteu Roero, al recupero del Castelletto dell’Annunziata, del Borgo Roccanivo, dell’appena acquisito Convento di S. Giovanni e ad una pasticceria che produce il tipico amaretto di Mombaruzzo. Distillerie Berta impiega 40 dipendenti e nel 2023 ha fatturato più di 14 milioni di euro con un export del 50% in 75 Paesi.

Il 19 maggio si tiene la quarta edizione di “Donne in rosa Mantova”

Il 19 maggio si tiene la quarta edizione di “Donne in rosa Mantova”Milano, 12 mag. (askanews) – La quarta edizione di “Donne in rosa Mantova” si terrà quest’anno il 19 maggio (dalle 10.30 alle 19) a Volta Mantovana, paese d’origine di Rossella Boldrini, assaggiatrice del gruppo Onav scomparsa prematuramente l’anno scorso e alla quale è dedicato questo evento sui vini rosati, il cui ricavato sarà donato alla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro.


A fare da cornice alla manifestazione saranno i magnifici cortile delle antiche scuderie e il salone delle feste di Palazzo Gonzaga. L’evento non consisterà solo in una degustazione perché l’obiettivo principale degli organizzatori, l’Associazione Strada dei vini e sapori mantovani e Onav Mantova, è quello di sensibilizzare il pubblico sui temi della salute e del benessere. “Apprezzare un buon vino significa anche approcciarsi ad esso in modo moderato e consapevole – spiegano i promotori – in memoria di Rossella e nella speranza di diffondere l’importanza di questa tematica”. I banchi d’assaggio saranno divisi per aree tematiche e la degustazione “permetterà di fare un viaggio dal Sud al Nord dello Stivale, fino alla Provenza” guidato dalle assaggiatrici Onav. Al termine degli assaggi seguirà una masterclass dedicata ai vini di Provenza e infine un’esibizione speciale dell’Orchestra Colli Morenici.


In apertura di giornata sono previsti gli interventi di Paola Ghisi (Onav Mantova), Teresa Bordin, (vicepresidente nazionale Onav), e della produttrice e Donna del Vino, Giovanna Prandini. Alla manifestazione parteciperà, tra le altre, Pia Donata Berlucchi, presidente di Fratelli Berlucchi, past president dell’Associazione Donne del vino e vicepresidente dell’Onav. Alla manifestazione parteciperà, tra le altre, Pia Donata Berlucchi, presidente di Fratelli Berlucchi, past president dell’Associazione nazionale delle Donne del vino ed vicepresidente nazionale dell’Onav. Foto di Matteo Scaglioni

Vino, Masi a Singapore per TFWA, la fiera dedicata al duty-free

Vino, Masi a Singapore per TFWA, la fiera dedicata al duty-freeMilano, 12 mag. (askanews) – Masi Agricola è al Marina Bay Sands di Singapore dove partecipa al “TFWA Asia Pacific Exhibition & Conference” (12-16 maggio), il salone internazionale dedicato al duty-free e travel retail.


Tra le prime aziende del vino ad entrare nel settore duty free, la Cantina della Valpolicella porta alla fiera un focus sul restyling dei suoi vini dedicati a questo specifico canale, “Nectar Campofiorin” e “Nectar Costasera”. Il “Campofiorin”, anche nella versione “Nectar”, con l’annata 2020 si rinnova nella veste e nello stile: all’etichetta è stato aggiunto “uno sfondo che supporta e valorizza l’ovale con la storica cornucopia, in cui si staglia il logo di colore rosso con un leggero outline dorato”. Masi presenta inoltre in anteprima l’annata 2019 del “Nectar Costasera” (“con lievi aggiornamenti nel packaging che ne rinnovano l’immagine, pur rimanendo sempre fedele a sé stesso”), e il nuovo “Rosa dei Masi”, il rosé prodotto con uve Merlot provenienti da vigneti dell’alta Valpolicella, oggi in bottiglia trasparente con un’etichetta di piccole dimensioni, “arricchita da una profusione di petali di rosa disegnati a china con tratto leggero”. Lo stand dell’azienda veronese è attiguo a quelli di Cono Sur, González Byass, Symington e Famille Perrin di Châteauneuf du Pape, membri associati della “Travel Retail Fine Wine Alliance”.

Vino, il 15 maggio a Marsala “Le uve raccontano” di Colomba Bianca

Vino, il 15 maggio a Marsala “Le uve raccontano” di Colomba BiancaMilano, 11 mag. (askanews) – Il 15 maggio all’Istituto Tecnico Agrario di Marsala (Trapani) verrà presentata la 12esima edizione de “Le uve raccontano”, la pubblicazione sul raccolto attraverso cui Cantine Colomba Bianca osserva e interpreta criticità e margini di miglioramento dei vini del futuro.


“Le uve raccontano” è parte di un progetto in continua evoluzione che coinvolge l’intera filiera vitivinicola, agricoltori, tecnici e manager che lavorano nei mercati italiani e internazionali, e concentra il suo sguardo sull’intero panorama di produzione di una delle maggiori Cantine di vino biologico in Europa, con 2.480 soci viticoltori che operano su una superficie di seimila ettari, e sei aziende dove produrre e imbottigliare. I focus sono dedicati all’andamento climatico, sviluppo vegeto-riproduttivo, situazione fitopatologica, dati quantitativi e parametri qualitativi delle uve. “Le diverse edizioni – ha spiegato il presidente Dino Taschetta – sviluppano un’osservazione storica sempre più attenta e orientano gli sviluppi futuri, lo studio sulle vigne contribuisce alla costruzione di una memoria delle diverse annate, è un viaggio nel vissuto degli areali vitati che si estendono dalla zona costiera, all’altopiano, fino alla collina”. “L’analisi della più recente annata delimita i terreni più vocati alla produzione di vini rossi, bianchi e spumanti” ha aggiunto il vicepresidente Filippo Paladino – precisando che “favorisce il controllo durante la maturazione dell’uva di dati analitici per programmare i periodi di vendemmia e ottenere gli obiettivi enologici prefissati dall’azienda, e ottimizza la realizzazione di una difesa fitosanitaria biologica, sostenibile e rispettosa dell’ambiente, utilissimi soprattutto per chi produce a residuo zero”.


La pubblicazione, in italiano e inglese, è a cura di Antonio Pulizzi, Filippo Paladino, Luigi Pasotti ed è realizzata in collaborazione con l’assessorato dell’Agricoltura della Regione Sicilia e il Sias. La presentazione, moderata da Rossana Titone, vedrà gli interventi oltre che di Paladino, anche di Luigi Pasotti (Unità Operativa SIAS Sicilia Orientale Catania), Vito Restivo (Area 3 SIAS Palermo), Luigi Neri (Unità Operativa SIAS Sicilia Caltanissetta), Antonino Sammartano, (Area 3 SIAS Palermo), Antonino Angileri (Area 3 SIAS Palermo), Mattia Filippi(consulente Uvasapiens) e dell’enologo Antonio Pulizzi. I lavori proseguiranno con Massimo Grillo (sindaco di Marsala), Stefano Pellegrino (Assemblea regionale siciliana), Dario Cartabellotta (Dipartimento Agricoltura), Antonio Rallo (Consorzio Doc Sicilia), Onofrio Corona (coordinatore Corso di Laurea Viticoltura ed Enologia UniPA), Domenico Pocorobba (preside Istituto Tecnico Agrario) e con il presidente Taschetta.

”L’educazione alimentare diventi insegnamento obbligatorio a scuola”

”L’educazione alimentare diventi insegnamento obbligatorio a scuola”Milano, 10 mag. (askanews) – Slow Food Italia e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Unisg), insieme con le Comunità Laudato sì, lanciano l’”Appello per l’educazione alimentare: conoscere per scegliere”, per chiedere al governo italiano di inserire l’educazione alimentare come insegnamento obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado. L’obiettivo di questa mobilitazione, che vede tra i primi promotori anche l’Università degli studi di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e il Politecnico di Torino, è coinvolgere il maggior numero possibile di persone affinché questo appello sia sentito a tutti i livelli della società italiana.


“Oggi, il settore alimentare è alle prese con un gran proliferare di disinformazione, greenwashing e livelli enormi di spreco. Tutto questo con una società civile che non ha gli strumenti adeguati per comprendere come e con cosa è meglio nutrirsi, quali implicazioni, politiche, sociali,economiche e ambientali, ci sono dietro la produzione e distribuzione del cibo” spiega l’Unisg, sottolineando che “per questo è fondamentale mettere i cittadini nelle condizioni di operare scelte di acquisto e alimentazione consapevoli, basate sulla condivisione di informazioni corrette, fin da piccoli, con strumenti e linguaggi appropriati”. “Il cibo non è più nutrimento e cura ma ammala i nostri corpi per via di abitudini scorrette che privilegiano la quantità alla qualità; ammala il nostro spirito, perché provoca gravi ingiustizie sociali; ammala il pianeta, perché è tra i primi responsabili della crisi climatica, pagandone poi un prezzo altissimo. Per cambiare direzione, occorre partire dall’educazione alimentare dei giovani e delle future generazioni” commenta Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, parlando di “una campagna ambiziosa volta anche a sensibilizzare ciascuno di noi che solo attraverso la giusta consapevolezza, per mezzo delle scelte quotidiane, sarà possibile cambiare in meglio il futuro che verrà”. “Il cibo diventa noi: questo semplice fatto determina quanto sia vitale istruire, fin da piccoli, un corretto e gioioso dialogo col cibo e una consapevole conoscenza del sistema alimentare” aggiunge Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, spiegando che “è urgente che fin dalle scuole primarie le bambine ed i bambini ricevano strumenti per fare scelte consapevoli, libere e giuste per loro stessi e per il Pianeta: perché un futuro migliore lo si disegna anche a partire dal cibo”.


Questo il testo dell’Appello per l’educazione alimentare (che si può sottoscrivere sull’omonimo sito): “Le scelte alimentari che compiamo più volte al giorno possono diventare un’importante leva di cambiamento. Affinché ciò avvenga, urge un importante investimento in educazione alimentare, che fornisca ai giovani gli strumenti per diventare protagonisti del proprio futuro. L’educazione alimentare permette di riscoprire il piacere del cibo, di comprenderne il valore, di conoscere il modo in cui viene prodotto, trasformato e distribuito, di capirne le dinamiche sociali, culturali, economiche e ambientali. Attraverso l’educazione alimentare e i comportamenti alimentari virtuosi di tutti noi, la tavola può diventare un luogo di consapevolezza e piacere, e l’ambito in cui la conversione ecologica prende corpo in maniera più rapida, efficace, concreta e quotidiana. Al contempo, il cibo è lo strumento ideale per sperimentare e promuovere un’educazione articolata, complessa e creativa, che dia valore all’interdipendenza, all’ambiente e ai beni comuni. Chiedo dunque al governo italiano di inserire l’educazione alimentare come insegnamento obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado e, come individuo, mi impegno a coinvolgere molte altre persone e realtà, perché solo con l’unione si può davvero fare la differenza. Per supportare concretamente la causa e nella convinzione che non basti più avanzare istanze, ma sia necessario anche assumersi delle responsabilità, nel quotidiano mi impegno a scegliere consapevolmente ciò che mangio adottando una dieta sana per il corpo e sostenibile per il pianeta”.

Coldiretti e Filiera Italia: no al riconoscimento Igp Basmati

Coldiretti e Filiera Italia: no al riconoscimento Igp BasmatiMilano, 10 mag. (askanews) – Coldiretti e Filiera Italia, in rappresentanza della filiera risicola italiana, hanno inviato una lettera al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, per esprimere “profonda contrarietà” al riconoscimento dell’IGP Basmati proposto dal Pakistan.


La richiesta, che segue quella presentata precedentemente dall’India nel 2020 e ora in fase di stallo, solleva diverse criticità di natura tecnica. Coldiretti e Filiera Italia evidenziano come l’adozione di tale riconoscimento potrebbe generare l’esenzione dai dazi del riso lavorato basmati Igp importato, con conseguenti ripercussioni sul mercato italiano e gravi conseguenze per la filiera risicola nazionale. Questa scelta potrebbe portare, secondo Coldiretti e Filiera Italia, ad un crollo della valorizzazione del riso di tipo Indica europeo e all’abbandono della coltivazione del lungo B, con un aumento della produzione di riso Japonica (Tondo, Medio e Lungo A) e conseguente crollo delle quotazioni anche per questo gruppo varietale.


Inoltre, “non sarebbe garantito il principio di reciprocità in termini di sostenibilità sociale ed ambientale nel processo di produzione del riso in Pakistan”. “Come rilevano i dati di Unicef, infatti, sono complessivamente 77 milioni i minori, di età compresa tra i 7 e i 14 anni, che lavorano nell’Asia meridionale dei quali l’88% in Pakistan, il 40% in India e il 10% nello Sri Lanka” evidenziano Coldiretti e Filiera Italia, aggiungendo inoltre che “dal punto di vista ambientale, in Pakistan, così come India, sono utilizzati fitofarmaci da anni vietati in Ue come, ad esempio, il triciclazolo”. “La filiera risicola italiana – concludono – non può accettare i rischi che deriverebbero da tale riconoscimento: chiediamo al ministro Lollobrigida, nell’interesse della filiera risicola nazionale di presentare richiesta di opposizione alla domanda di riconoscimento e di promuovere tale opposizione anche tra gli altri Stati dell’UE”.

Vino, alla Lumsa nasce Centro studi sul turismo del vino e dell’olio

Vino, alla Lumsa nasce Centro studi sul turismo del vino e dell’olioMilano, 10 mag. (askanews) – Nasce il Centro studi sul turismo del vino e dell’olio, che sarà operativo a breve all’interno dell’Università Lumsa di Roma. L’annuncio è stato dato il 9 maggio nel corso del seminario “Evoluzione dell’offerta turistica e necessità formative” tenutosi nell’ateneo privato. All’incontro hanno preso parte la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, il prorettore Gennaro Lasevoli, docenti Anna Isabella Squarzina (Mediazione linguistica)e Giovanni Ferri (Economia), il condirettore Master Food & wine management e docente in Tourism management, Dario Stefàno, insieme con il presidente Assoenologi, Riccardo Cotarella e la produttrice Donatella Cinelli Colombini.


Nel corso del dibattito è emerso che la necessità di un Centro studi e di una struttura con l’obiettivo di formare giovani capaci di trasformare l’evoluzione del turismo del vino e dell’olio in sviluppo sostenibile, nasce dalla brusca accelerata in investimenti e business delle “wine destination” negli ultimi dieci anni. L’enoturismo, letteralmente esploso in Italia negli ultimi cinque anni, genera oggi tra il 6 e il 14% del giro d’affari delle Cantine ma in termini di marginalità vale circa il doppio. In questo trend positivo il freno più importante è la mancanza di manodopera formata e capace di dare slancio a imprese e territori. Si pensi anche al fatto che circa il 44% delle Cantine e quindi delle città del vino sono fuori dai flussi turistici: per decentrare i percorsi di viaggio verso questi territori servirebbe personale formato in uffici turistici, assessorati e Strade del vino, che purtroppo però non c’è. Esiste dunque una domanda precisa e una sfida formativa che la Lumsa vuole cogliere dando vita a questo Centro studi.