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Milano-Cortina, 12.000 km tra 60 città per la fiamma olimpica

Milano-Cortina, 12.000 km tra 60 città per la fiamma olimpicaVerona, 26 nov. (askanews) – Sessantatre giorni di viaggio, 60 città di tappa e 12.000 chilometri da percorrere toccando tutte le 110 province della penisola attraverso 10.001 tedofori. Sono i numeri del viaggio della fiamma olimpica, in vista dei Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Il percorso inizierà il 26 novembre 2025 a Olimpia, fra un anno esatto, con l’accensione del sacro fuoco che arriverà poi in Italia, a Roma, il 4 dicembre da dove, due giorni dopo, inizierà il viaggio. Sarà a Napoli a Natale e festeggerà il nuovo anno a Bari; il 26 gennaio tornerà invece, dopo 70 anni esatti dalla Cerimonia d’Apertura dei Giochi, a Cortina d’Ampezzo e concluderà il suo tragitto a Milano facendo il suo ingresso allo Stadio di San Siro, la sera di venerdì 6 febbraio 2026.


Milano Cortina 2026 ha presentato gli itinerari del viaggio della fiamma olimpica e paralimpica a Verona, a metà strada tra le due località principali coinvolte ma anche la sede della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi e di apertura della Paralimpiadi, che attraverseranno il nostro Paese unendo, con il passaggio di ogni singolo tedoforo, i territori e le comunità locali in un momento di celebrazione nazionale. Due itinerari che non sono solo celebrazione, ma che rappresenteranno il contenuto profondo e valoriale radicato nella sacralità dei movimenti olimpico e paralimpico. La fiamma olimpica e la fiamma paralimpica sono simboli di unità e pace; portano con sé un messaggio universale che trascende confini e differenze, invitando ogni persona a partecipare a un evento di assoluta rilevanza globale. Il passaggio delle fiamme rappresenta i valori fondamentali dell’olimpismo e del paralimpismo, incarnando i sentimenti di amicizia, pace, speranza e spirito di squadra. In particolare, la fiamma olimpica vuole contribuire a costruire un mondo migliore educando i giovani attraverso lo sport praticato in conformità con l’olimpismo e i suoi valori. La fiamma paralimpica, invece, rappresenta lo strumento migliore per attivare un processo di cambiamento nella società e aumentare la consapevolezza necessaria per abbattere le barriere fisiche e sociali.


“Ogni passo del grande viaggio attraverso le nostre città, diventerà un momento di celebrazione e riflessione, ricordandoci il potere dello sport nel costruire ponti e abbattere barriere”, ha commentato Giovanni Malagò, presidente di Fondazione Milano Cortina 2026. “Quando la Fiamma percorrerà le nostre strade travolgerà milioni di persone con un calore unico e irripetibile: quello che solo lo sport sa trasmettere. Accendendo nei cuori delle persone la consapevolezza di far parte di qualcosa di più grande, il viaggio della fiamma olimpica e il viaggio della fiamma paralimpica saranno un’opportunità unica per l’Italia di brillare, ancora una volta, sulla scena mondiale” ha aggiunto. Il percorso è pensato anche per rendere omaggio al grande patrimonio storico culturale del nostro Paese che vanta il maggior numero di siti Unesco al mondo: la fiamma illuminerà molti dei 60 luoghi iscritti nella lista dei patrimoni dell’umanità. “L’arrivo della fiamma in Italia, e il suo viaggio lungo tutta la nazione, è il momento in cui i Giochi entrano nelle case delle persone, portando ovunque la magia dello sport. È il momento in cui Milano Cortina 2026 diventa Italia celebrando l’unione dell’orgoglio nazionale”, ha aggiunto Andrea Varnier, Ceo della Fondazione Milano Cortina 2026. “Un viaggio che coinvolgerà 10.001 tedofori, ciascuno con la propria storia da raccontare: storie di passione, sacrificio, coraggio e inclusività. La fiamma è un faro che ispira tutti noi a guardare al futuro con speranza e rinnovata ambizione” ha proseguito.


La fiamma paralimpica percorrerà 2mila chilometri in 11 giorni e, dal 24 febbraio 2026 al 6 marzo 2026, giorno della cerimonia di apertura dei Giochi paralimpici all’Arena di Verona, sfilerà nelle mani di 501 tedofori. Un percorso di condivisione e unione, che celebra non solo l’eccellenza sportiva ma anche i valori umani fondamentali: “La fiamma paralimpica verrà accesa il 24 febbraio a Stoke Mandeville in Inghilterra, storico luogo di nascita dello sport Paralimpico”, ha sottolineato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Fondazione Milano Cortina 2026. “L’arrivo in Italia coinciderà con l’inizio di un viaggio che focalizzerà l’attenzione e l’entusiasmo verso le Paralimpiadi, amplificandone i messaggi di rispetto e inclusività, e generando un volano di entusiasmo, attesa e partecipazione intorno agli atleti paralimpici”. Dopo l’accensione nel Regno Unito, la fiamma paralimpica animerà 5 Flame Festival dal 24 febbraio al 2 marzo a Milano, Torino, Bolzano, Trento e Trieste, con la cerimonia di unione delle Fiamme il 3 marzo a Cortina d’Ampezzo. Dal 4 marzo, la fiamma raggiungerà Venezia e Padova, per fare il suo ingresso il 6 marzo all’Arena di Verona per la cerimonia di apertura dei Giochi paralimpici. Il viaggio della fiamma paralimpica rappresenta un evento di straordinaria importanza e significato, non solo per gli atleti paralimpici ma per tutte le comunità che essa attraverserà. Ogni tappa del suo percorso sarà un’opportunità unica per mostrare come lo sport possa essere un potente strumento di cambiamento sociale.

Anci, Manfredi: Comuni centrali in futuro del Paese, investire lì

Anci, Manfredi: Comuni centrali in futuro del Paese, investire lìTorino, 22 nov. (askanews) – “Sono stati tre giorni importanti dai quali sono emersi tanti aspetti che sicuramente saranno al centro della politica che noi metteremo in campo, ma soprattutto quello che è emerso, e questo credo che sia l’aspetto più importante dal punto di vista politico, è la centralità dei Comuni nel futuro del Paese”. Lo ha detto il presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, chiudendo la quarantunesima assemblea nazionale dell’Anci al Lingotto.


“Questo è stato sottolineato dal presidente Mattarella, dalla premier Meloni, da tutti i ministri che sono intervenuti. Finalmente, io spero, noi speriamo, si è capito che se vogliamo far crescere il paese dobbiamo ridurre i divari, se vogliamo prenderci cura delle persone dobbiamo investire sui nostri Comuni. Credo sia un risultato molto importante, molto significativo” ha aggiunto il sindaco di Napoli chiudendo la tre giorni torinese.

Manovra, Manfredi(Anci): Comuni sono sorpresi e preoccupati

Manovra, Manfredi(Anci): Comuni sono sorpresi e preoccupatiTorino, 20 nov. (askanews) – “Siamo sorpresi e anche preoccupati per alcune scelte fatte che riteniamo troppo drastiche soprattutto di riduzione di risorse con azzeramento di intere misure pluriennali per gli investimenti comunali”. Lo ha detto, parlando del disegno di legge di bilancio, il sindaco di Napoli e neo presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, nella sua relazione in occasione della cerimonia di apertura della quarantunesima assemblea annuale dell’Anci, intitolata “Facciamo l’Italia, giorno per giorno”, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.


“Parliamo di una riduzione pari a 3 miliardi e 200 milioni per il periodo 2025/2029 e per gli anni successivi. Preoccupa molto il totale di 8 miliardi e 200 milioni che confluiranno nei circa 24 miliardi di risorse pubbliche destinate ad un fondo investimenti la cui destinazione finale ad oggi non è nota. L’impatto sull’attività di progettazione e programmazione dei Comuni sarà molto negativo” ha aggiunto. “Chiediamo perciò al Parlamento e al Governo con fiducia un ripensamento. Chiediamo di valutare insieme quali fondi funzionano meglio e quali meno e semmai di intervenire con i tagli solo sui secondi. Mettiamo una valutazione di efficienza sulle scelte che vengono fatte” ha proseguito augurandosi che la proposta venga accolta e che si “apra un tavolo” di confronto.


“I Comuni non vivono solo con le risorse per gli investimenti, che pure sono determinanti per l’ammodernamento e lo sviluppo, ma garantiscono che i bisogni dei cittadini siano adeguatamente soddisfatti attraverso la spesa corrente. Stiamo vivendo però un ritorno al passato, tagli che non tengono conto dei grandi sacrifici già fatti negli ultimi decenni” ha osservato.

Comuni, Manfredi: Paese rilanciabile solo se di nuovo protagonisti

Comuni, Manfredi: Paese rilanciabile solo se di nuovo protagonistiTorino, 20 nov. (askanews) – “Penso, a nome di tutta l’associazione, che solo attraverso un nuovo protagonismo dei Comuni si potrà veramente rilanciare il Paese e dare una risposta ai bisogni dei cittadini”. Lo ha detto il nuovo presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, dopo l’elezione all’unanimità da parte del consiglio nazionale dell’associazione dei Comuni italiani.


“Le priorità sono mettere al centro della politica italiana i bisogni dei Comuni, rafforzare l’autonomia dei Comuni dando loro dei poteri che siano all’altezza delle sfide che la contemporaneità ci mette davanti e soprattutto affrontare degli aspetti chiave come la politica della casa, della sicurezza urbana, i temi ambientali che oggi impattano fortemente sui Comuni, le esigenze di tutti i nostri cittadini cioè trasporti migliori, servizi sociali migliori, così come i servizi educativi” ha aggiunto. “Sono sfide molto grandi che però impattano sui bisogni quotidiani delle persone” ha concluso Manfredi.

Al via assemblea congressuale Anci a Torino, elegge nuovo presidente

Al via assemblea congressuale Anci a Torino, elegge nuovo presidenteTorino, 20 nov. (askanews) – La ventesima assemblea congressuale dell’Anci sta per cominciare nei padiglioni del Lingotto a Torino e ha all’ordine del giorno l’elezione del nuovo presidente dell’associazione dei Comuni italiani. Dopo l’insediamento dell’ufficio di presidenza è in programma l’intervento dell’attuale presidente facente funzione, Roberto Pella, che ha traghettato l’associazione dallo scorso luglio dopo l’approdo di Antonio Decaro all’Europarlamento. Una volta eletto il nuovo presidente è prevista la scelta dei membri del nuovo consiglio nazionale dell’associazione che, subito dopo, si riunirà per gli adempimenti statutari.


Alle 17 è inoltre prevista la cerimonia di apertura della quarantunesima assemblea annuale dell’Anci, intitolata “Facciamo l’Italia, giorno per giorno”, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sono in programma saluti istituzionali del presidente Anci Piemonte e sindaco di Ronsecco(Vercelli) Davide Gilardino, del sindaco di Torino Stefano Lo Russo e del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che precederanno la relazione del presidente Anci, rappresentante degli oltre 7.200 Comuni italiani. Salvo colpi di scena la partita per la guida dell’associazione, inizialmente caratterizzata da una contesa tra il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi (Pd) e lo stesso primo cittadino di Torino Stefano Lo Russo (Pd), dovrebbe concludersi con la nomina del primo alla presidenza e del secondo alla vicepresidenza.

Manovra, Conf.Regioni: bene no tetto spesa, accantonamento complesso

Manovra, Conf.Regioni: bene no tetto spesa, accantonamento complessoMilano, 5 nov. (askanews) – La manovra presentata dal Governo contiene diversi aspetti positivi, “è evidente però che ci sono dei punti di attenzione che Camera e Senato devono confrontare con le Regioni perché sono particolarmente importanti per la previsione di bilancio pluriennale che andiamo ad affrontare”. Lo ha detto il rappresentante della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e vicepresidente della Regione Lombardia, Marco Alparone, in audizione presso la sala del Mappamondo di Montecitorio di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato nell’ambito dell’esame della manovra economica.


“È ovvio che quello dell’accantonamento è un tema complesso”, legato al fabbisogno standard, ma “ci dobbiamo ricordare che diventa un accantanamento che viene fatto sul 20% del bilancio”, visto che il restante 80% è costituito da spesa sanitaria in crescita, “e questo mette a rischio le altre funzioni” e può portare “o a un amento della pressione fiscale o a una riduzione dei servizi” ha osservato Alparone. “È indubbio che l’introduzione del Piano strutturale di bilancio di medio termine”, cioè il documento previsto dalle nuove regole europee di riforma della governance, “con l’introduzione di un tetto di spesa medio al 1,5%, sul 2025 al 1,3%, cambia completamente quello che era il confronto con il Governo, che deve partire dalla presa d’atto di quel tetto di spesa” quindi è un dato “molto positivo il fatto che agli enti territoriali, alle Regioni, non è stato introdotto il tetto di spesa” ha aggiunto.


“Chi come me ha fatto il sindaco quando c’era il Patto di stabilità sa che cosa vuole dire avere un tetto di spesa. È indubbio che questa attenzione prevede comunque una modalità di partecipazione al contributo di finanza pubblica e sottilinea anche che la spesa corrente degli enti territoriali che non è coerente con gli obiettivi di finanza pubblica può essere rivista rispetto a ulteriori obblighi a carico dei medesimi enti” ha proseguito. “Questo lo dico perché non era scontato il mantenimento dell’eqilibrio di bilancio per gli enti territoriali, ed è indubbio che in questi anni noi abbiamo dimostrato che l’equlibrio di bilancio ci ha permesso non solo una riduzione del debito in termini percentuali, ma anche in termini quantitativi, e quindi è indubbiamente un riconoscimento alla buona amministrazione degli enti territoriali” ha ribadito.


“L’altro aspetto positivo che dobbiamo sottolineare, che era la prima richiesta delle Regioni, è il finanziamento del Fondo sanitario nazionale ed è indubbio che un incremento così significativo rispetto al quel tetto di spesa deve trovare da qualche parte una compensazione”. Quanto al Tpl, oggetto di “un incremento di 120 milioni sul 2025 che speriamo possa essere strutturale, è un altro elemento positivo” e anche la previsione di spesa sull’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnolgico “ci permette di riprenderci” dal taglio precedente.

Manovra, Menesini(Upi): criticità e preoccupazione per Province

Manovra, Menesini(Upi): criticità e preoccupazione per ProvinceMilano, 5 nov. (askanews) – “Questa è la prima manovra” del governo dopo la riforma del Patto di stabilità europeo e la presentazione del Piano strutturale di bilancio sul quale “avevamo espresso il nostro punto di vista positivo” in relazione al tema delle riforme e degli investimenti, ma “non troviamo questi elementi sulla manovra”, per questo esprimiamo “criticità e preoccupazione per il futuro delle Province stesse”. Lo ha detto il rappresentante dell’Upi e presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini, in audizione presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato nell’ambito dell’esame della manovra economica.


“Sugli investimenti come motore di sviluppo locale c’è molta preoccupazione” ha ribadito, inoltre “si vanno a rallentare processi” di rinnovamento del personale con le regole sul turnover al 75%. Sia sul fronte scuole, sia su quello delle strade provinciali, ha rimarcato, c’è stato negli ultimi anni un “consistente incremento allo sviluppo del Paese su tutto il territorio nazionale”, per cui ora c’è “preoccupazione per il rallentamento degli investimenti”. La preoccupazione, ha ripetuto, è “soprattutto in prospettiva”, per questo “chiediamo attenzione e cura” sul tema del personale e degli investimenti compensando l’imminente fine di quelli collegati al Pnrr.

Manovra, Canelli(Anci): non entusiasti ma riconosciamo sforzi Mef

Manovra, Canelli(Anci): non entusiasti ma riconosciamo sforzi MefMilano, 5 nov. (askanews) – Quella presentata dal governo è una manovra “che non ci lascia entusiasti, perché quando c’è un taglio sulla parte corrente uno non può essere entusiasta, però nello stesso tempo riconosciamo lo sforze che Mef ha fatto per tenere conto” delle nostre osservazioni. Lo hanno detto il membro del comitato direttivo dell’Anci e sindaco di Novara, Alessandro Canelli, in audizione presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato nell’ambito dell’esame della menovra economica.


Negli ultimi dieci anni, ha rimarcato, i Comuni sono stati “virtuosi” dal punto di vista del contenimento della spesa e oggi “i conti del comparto sono sotto controllo al netto delle crisi finanziarie” che hanno colpito 500 Comuni in Italia, ma l’inflazione, il rinnovo dei contratti e “l’esplosione della spesa sociale soprattutto sui minori” e altre spese “ci hanno messo in difficoltà” sulla spesa corrente. “Il nostro lavoro in tutti questi anni lo abbiamo fatto e queste cose le abbiamo dette al Mef il quale lo ha recepite” ha continuato. A questo punto, ha concluso, “ci possono essere ancora degli spazi di azione, in primis sul turnover al 75% che andrebbe cancellato, sugli investimenti dei piccoli Comuni” e su tutta una serie di richieste che permettrebbero “maggiore elasticità” sull’uso delle risorse nei prossimi anni da parte dei Comuni.

Enti locali, 90mila candidati per assunzioni nei 4.500 comuni Asmel

Enti locali, 90mila candidati per assunzioni nei 4.500 comuni AsmelRoma, 11 lug. (askanews) – Sono 90.098 le candidature chiuse oggi per il maxi avviso indetto dai Comuni Asmel, l’Associazione per la Sussidiarietà e Modernizzazione degli Enti Locali che conta oltre 4.500 Enti soci in tutt’Italia.


L’età media dei candidati è di 37 anni dunque è ben al di sotto dei 51,5 anni dei dipendenti comunali nell’ultimo rapporto MEF. Significativo il 60% di partecipazione femminile con il picco inedito del 65% nei profili dirigenziali rispetto all’attuale 38% di dirigenti donne in servizio. I candidati provengono da tutte le regioni d’Italia, con prevalenza di Piemonte e Liguria, nel Nord, di Lazio e Umbria nel Centro, Molise e Calabria nel Sud.


In aumento rispetto agli avvisi precedenti (+35%), i candidati dall’estero con in testa Germania e Francia, che vedono in questa modalità semplificata di assunzioni l’opportunità di avvicinarsi alla famiglia e mettere a servizio dei Comuni italiani le esperienze acquisite all’estero. Su esplicita richiesta dei Comuni soci di Asmel, sono diventati 37 i profili professionali coperti da questo terzo maxi avviso. Tra le nuove professionalità ricercate dai Comuni anche: Ingegnere civile ed Educatore asilo nido per i profili di laureati, Istruttore tecnico in materie agrarie per i diplomati e Ausiliario del traffico, collaboratore tecnico amministrativo, amministrativo contabile e tecnico manutentivo.


Per il Segretario generale Asmel, Francesco Pinto “I Comuni si trovano ad affrontare costantemente carenze di personale a fronte di crescenti carichi operativi e soprattutto di adempimenti burocratici. Oltre alla ricerca di figure tecniche per portare a termine le scadenze del PNRR servono anche contabili, amministrativi e ingegneri ambientali. I Sindaci preoccupati perché i concorsi ordinari non attraggono i profili specialistici che hanno più mercato e preferiscono carriere altrove, da tre anni puntano con successo su soluzioni sussidiarie e taglia-burocrazia proprio come quella messa in campo da Asmel”. Chiuso l’avviso pubblicato sul portale nazionale InPA, cosa succede? I candidati che superano la preselezione telematica ottengono l’iscrizione nei rispettivi Elenchi di Idonei. L’iscrizione agli Elenchi ha durata triennale e si viene cancellati solo in caso di assunzione a tempo indeterminato. I singoli Enti Locali aderenti alla gestione associata con Asmel possono attingere a questi Elenchi per invitare gli iscritti del profilo di interesse a partecipare ad un ulteriore prova semplificata gestita dallo stesso Ente che poi stila una graduatoria e procede all’assunzione. Come dimostrato dall’esperienza dei primi due Maxi-Avvisi gli Enti, tramite questa procedura prevista dal DL Reclutamento, completano l’iter assunzionale in sole 5 settimane. Un tempo decisamente inferiore rispetto ai classici concorsi.


Ad oggi sono già 757 gli Enti soci di Asmel che hanno già utilizzato questa procedura smart per assumere 1.150 figure professionali, di cui 620 già contrattualizzate.

Cesvi: violenza verbale forma più diffusa di maltrattamento infantile

Cesvi: violenza verbale forma più diffusa di maltrattamento infantileRoma, 3 lug. (askanews) – Lo strascico della pandemia pesa ancora sul benessere di bambine e bambini quando si parla di maltrattamento all’infanzia e trascuratezza, ma si rilevano finalmente anche i primi segnali di ripresa. Questi ultimi andranno consolidati, mentre sulle famiglie pesa l’incertezza causata dalla situazione geopolitica legata alle guerre, così come dinamiche economiche, tra cui l’inflazione e il caro energia. L’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, curato da CESVI, in questa sesta edizione disegna punti di forza e di debolezza delle Regioni italiane rispetto ai fattori di rischio e ai servizi. Ne emerge, ancora una volta, un’Italia spaccata dove il Nord è generalmente più virtuoso del Mezzogiorno.


Il focus di questa edizione dell’Indice, dal titolo ‘Le parole sono importanti’, è dedicato al ruolo del linguaggio nel maltrattamento e nella cura all’infanzia. Lo studio si concentra sull’impatto del linguaggio abusante: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’abuso psicologico, di cui la violenza verbale fa parte, è la forma più diffusa di maltrattamento infantile tra i 55 milioni di bambine e bambini che in Europa subiscono abusi, con prevalenza del 36,1%. Quello che emerge dal rapporto è che uno degli strumenti per la prevenzione del fenomeno è investire sull’educazione alla cura e al linguaggio positivo di bambini, genitori e comunità educante, partendo proprio dalla formazione dei professionisti e dalla ricerca di un linguaggio condiviso su maltrattamento e cura nei tavoli di coordinamento territoriale. ‘Il maltrattamento all’infanzia è un grave problema sociale, che ha conseguenze negative sulla salute fisica e mentale di chi viene maltrattato sia nel breve sia nel lungo periodo, ma anche su tutta la comunità’, dichiara Stefano Piziali, direttore generale di CESVI. ‘È un problema di diritti dell’infanzia e di salute pubblica, non solo una questione individuale o familiare: per questo istituzioni, organizzazioni e servizi territoriali devono agire insieme per contrastarlo, ma ancor prima per garantire servizi volti a diminuire i rischi nei diversi territori e prevenire il problema. Con le Case del Sorriso, CESVI fa un importante lavoro di prevenzione e di cura anche in questo ambito, sostenendo i bambini e le loro famiglie, accompagnandoli in percorsi di crescita e consapevolezza finalizzati a promuovere il benessere familiare, a creare ambienti protetti e sicuri dove potersi esprimere e opportunità educative e formative. Attraverso il Programma Case del Sorriso un’attenzione specifica viene data al linguaggio, inteso sia nel rapporto tra professionista e beneficiario, sia come strumento per costruire un dialogo positivo nei nuclei familiari, sia come mezzo per esprimersi ed esternare il proprio stato d’animo. A partire dalla parola è possibile gettare le basi per una vita più degna per bambini e bambine a rischio’, ha aggiunto.


L’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, redatto dalle ricercatrici di CESVI Giovanna Badalassi e Federica Gentile, è stato presentato a Roma, alla presenza di Piziali, della viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, del consigliere del ministro dell’Università, della Ricerca e dell’Alta formazione artistica, Alessandra Gallone, della ricercatrice Badalassi, della presidente del Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia (CISMAI), Marianna Giordano. Il rapporto presenta una graduatoria basata su 64 indicatori, classificati rispetto a sei diverse capacità: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare, di accedere a risorse e servizi. Con l’espressione “maltrattamento infantile” si fa riferimento a varie forme di abuso e trascuratezza nei confronti di persone con meno di 18 anni. Le tipologie riconosciute sono abuso fisico, abuso sessuale, abuso psicologico e trascuratezza, che in comune hanno conseguenze di danni a salute, sopravvivenza, sviluppo e dignità del minore.


‘La tutela dell’infanzia e dell’adolescenza sono una priorità di questo Governo. Lo abbiamo dimostrato sin dal nostro insediamento con una serie di azioni introdotte a supporto della natalità, della famiglia e della protezione dei minori tutti, in particolare di quelli più fragili. Siamo convinti che offrire luoghi in cui i ragazzi possono incontrarsi, fare sport, arte, musica, ricevere sostegno psicologico e pedagogico, sia una delle chiavi di volta per prevenire l’esclusione sociale, combattere la povertà educativa e la violenza contro i minori. Per tale motivo, abbiamo destinato oltre 300 milioni di euro per l’apertura di Comunità per adolescenti, centri dove i ragazzi possono gratuitamente trovare quelle opportunità educative che troppe volte vengono loro negate. Come istituzioni abbiamo il compito di prenderci cura dei loro sogni, di sostenerli in un percorso di vita sana e lontana da ogni tipo di maltrattamento. Lo stiamo facendo e continueremo a farlo’, ha dichiarato la viceministra Maria Teresa Bellucci. La violenza include anche quella inflitta con le parole, che può avere pesanti conseguenze sulla salute mentale, sia nell’infanzia sia una volta diventati adulti. La nuova edizione dell’Indice considera il ruolo del linguaggio nel maltrattamento e nella cura di bambine e bambini, rilevando quanto sia fondamentale una comunicazione da parte degli adulti che promuova un’idea positiva di se stessi e che sviluppi la sicurezza emotiva. Forme di abuso verbale, come gli insulti e la denigrazione, hanno un impatto negativo sulla crescita, non solo nella percezione del senso di sé, ma anche nel comportamento appreso attraverso l’imitazione.


La violenza verbale include vari comportamenti (come insultare, criticare, minacciare) che di solito sono compresi nella definizione di abuso psicologico, anche definito abuso emotivo. È un fenomeno pervasivo: l’Oms lo rileva come la forma più diffusa di maltrattamento infantile, con una prevalenza del 36,1%. Esserne vittima può avere serie conseguenze sulla salute mentale in termini di ripercussioni emotive e psicologiche, e sul comportamento, da bambini e una volta divenuti adulti. Può determinare un forte ritardo nello sviluppo del linguaggio e nella comprensione in bambini di età tra 0 e 6 anni, violenta aggressività verbale dopo i 10 anni, spesso svalutante e discriminatoria come bullismo e cyberbullismo, sessualizzazione precoce e inconsapevole. La violenza verbale di bambini e adolescenti può essere influenzata da social media, musica e coetanei, ma soprattutto da quanto ascoltato in famiglia, sia tra genitori e figli, sia tra i genitori. L’abuso verbale in famiglia è spesso legato alla pedagogia “nera”, retaggio di valori educativi arcaici ancora oggi adottati, con cui si dà legittimazione “morale” a comportamenti maltrattanti o abusanti. L’inconsapevolezza del peso delle parole può far sì che i genitori pronuncino insulti con intenzioni “affettuose” o “educative”, usando toni ed espressioni umilianti e sprezzanti. In questo scenario, emerge l’importanza dell’utilizzo di un linguaggio positivo e orientato alla cura come presupposto fondamentale per il cambiamento: una piena consapevolezza del suo valore nel rinforzare i fattori protettivi, superare traumi importanti, contribuire al recupero psicofisico e allo sviluppo armonioso di personalità ferite negli anni più delicati della crescita. In questa edizione dell’Indice si coglie ancora l’impatto della pandemia, ma si rilevano i primi segnali di ripresa, che andranno consolidati. Nel frattempo, pesa l’incertezza: la situazione geopolitica legata alle guerre è fonte di preoccupazione generale, mentre dinamiche economiche come inflazione e caro energia possono vanificare i progressi occupazionali e aumentare l’impatto della povertà. Le Regioni italiane dove il contesto legato ai fattori di rischio è più favorevole a bambine e bambini sono Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, stabili al primo e secondo posto dalla precedente rilevazione. Seguono Emilia-Romagna e Lombardia, che salgono rispettivamente di una e di due posizioni arrivando al terzo e quarto posto, e poi Veneto, che dal terzo passa al quinto posto. Il fattore di rischio complessivo è massimo invece in Campania, all’ultimo posto e preceduta nell’ordine da Sicilia, Puglia e Calabria, tutte invariate rispetto alla rilevazione precedente. Altre variazioni positive di due posizioni riguardano l’Umbria, di una posizione le Marche, la Basilicata e il Molise. Rimangono invariati anche Toscana e Piemonte, mentre arretrano di una posizione la Valle d’Aosta, il Lazio, l’Abruzzo, la Sardegna, di due posizioni il Veneto e la Liguria. Rispetto ai servizi di prevenzione e cura del maltrattamento all’infanzia, la Regione con la miglior dotazione strutturale è l’Emilia-Romagna, seguita da Veneto, Toscana, Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna. Le prime tre sono in posizione invariata dalla rilevazione precedente, le tre successive sono migliorate. Le Regioni con maggiori criticità sono la Campania, all’ultimo posto in posizione invariata, preceduta dalla Sicilia al penultimo posto, peggiorata di un gradino, e ancora Calabria e la Puglia, entrambe in peggioramento. Queste Regioni sono considerate “ad alta criticità”: a fronte di fattori di rischio elevati, non corrisponde una reazione del sistema dei servizi, rimasti al di sotto della media nazionale. Rientrano tra esse anche Molise, Basilicata, Abruzzo, Lazio e Piemonte. Variano di posizione anche il Piemonte, arretrato di quattro, la Sardegna che migliora di tre, il Trentino-Alto Adige, la Liguria e il Friuli-Venezia Giulia che ne hanno perse altrettante. Sulla capacità di fronteggiare il maltrattamento all’infanzia, nella sintesi tra fattori di rischio e servizi, l’Emilia-Romagna si conferma al primo posto. Seguono Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, nelle stesse posizioni dalla precedente edizione, così come la Lombardia. Le Regioni con le maggiori criticità rimangono Sicilia e Campania. Le Marche migliorano di tre posizioni, la Valle d’Aosta di due, l’Umbria, la Sardegna, l’Abruzzo, la Basilicata, il Molise e la Calabria di una. Peggiorano di tre posizioni la Liguria, il Piemonte e il Lazio, mentre la Toscana e la Puglia perdono una posizione ciascuna. Prevenzione per diminuire i fattori di rischio e aumentare i fattori protettivi. Il rapporto sottolinea l’importanza di adottare un approccio che permetta di prendersi cura degli abusati, intervenire su chi abusa, interrompere la trasmissione intergenerazionale della violenza e prevenire l’abuso, individuando i fattori di rischio e rafforzando i fattori protettivi, considerando il contesto sociale. I fattori di rischio che aumentano la probabilità dei bambini di subire il maltrattamento possono essere contrastati o mitigati dai fattori protettivi, che agiscono come efficaci strumenti preventivi, riducendo la probabilità di subire maltrattamento e prevenendo in modo strutturale il fenomeno. CESVI affronta il problema del maltrattamento e della trascuratezza verso bambine e bambini in Italia con progetti di prevenzione e contrasto. Interviene, in particolare, in alcune delle Regioni rilevate dall’Indice come estremamente problematiche, Campania, Sicilia e Puglia. Qui gestisce le Case del Sorriso, parte di un programma mondiale dedicato a bambini e bambine a rischio di maltrattamento o che vivono in condizioni di trascuratezza e povertà educativa. Tra le attività previste ci sono interventi di sup-porto alla genitorialità, laboratori psicomotori, sportivi, artistico-espressivi, spazi di ascolto sicuro e gruppi di parola. Gli spazi di ascolto sicuro prevedono incontri individuali, consulenze psicologiche e percorsi di sup-porto psicologico. I gruppi di parola sono momenti di confronto con minorenni o adulti per prevenire il disagio sociale, incentrati anche sulla cura della parola e dell’espressione del sé, affrontando temi come bullismo e cyberbullismo, comunicazione positiva e non violenta, alfabetizzazione emotiva, alfabetizzazione digitale, violenza di genere, etc. All’estero, le Case del Sorriso si trovano in Regioni con alti livelli di povertà e mortalità infantile. In Brasile, ad Haiti, in India, Sudafrica, Perù e Zimbabwe offrono spazi protetti di gioco e distribuzione di pasti, sostegno alle attività scolastiche e igiene personale, sia a minori, sia a famiglie in difficoltà. Il Programma prevede inol-tre interventi a favore dell’infanzia in zone colpite da gravi emergenze umanitarie come Ucraina, Turchia, Libia e Marocco, dove la Fondazione ha istituito i Child Safe Space, centri diurni su misura per minori in cui svolgere attività educative e ricreative insieme ai propri coetanei e dove ricevere supporto psicosociale. Per Marianna Giordano, presidente Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia (CISMAI), ‘il divario esistente tra regioni rispetto ai fattori di rischio e ai servizi in risposta al fenomeno del maltrattamento esprime una vera e propria diseguaglianza di opportunità per le bambine e i bambini e interroga la responsabilità adulta su tutti i fronti: genitoriale, sociale, politico. È infatti la comunità adulta a essere interpellata sulla necessità di invertire la rotta, con un’offerta competente, flessibile e il più possibile diffusa; è una responsabilità culturale, organizzativa, di risorse che coinvolge anche le regioni virtuose e sta-bili. Vi sono territori che esprimono già modelli virtuosi: vanno valorizzati nella loro capacità di prevenire, valutare e curare. E vanno sviluppati come modelli replicabili in altri contesti: un lavoro che richiede investi-mento di risorse e tempo oltre che capacità di agire capillarmente. In questo processo è fondamentale conti-nuare a osservare e rilevare il fenomeno del maltrattamento, nominarlo nel modo corretto, portandolo sem-pre più all’attenzione dei decisori pubblici come un’emergenza sociale’. Secondo Alessandra Gallone, consigliere del Ministro dell’Università, della Ricerca e dell’Alta formazione artistica ‘l’alta formazione di livello terziario sembrerebbe quanto di più lontano da un tema che riguarda i bambini, invece può e deve rappresentare un tassello chiave: la formazione dei docenti assume un’importanza cruciale nella costruzione di un futuro libero da violenza, in particolare da quella verbale, spesso sottovalutata o poco conosciuta. Le università e le istituzioni di alta formazione sono il centro di snodo per creare dei ‘professionisti del linguaggio’, i nuovi docenti che andranno a insegnare. Bisogna ‘educare gli educatori’ al linguaggio, solo così potranno costruire un baluardo per i minori’.