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Delegazione italiana al Comitato europeo delle Regioni

Delegazione italiana al Comitato europeo delle RegioniRoma, 17 apr. (askanews) – La Delegazione italiana al Comitato europeo delle Regioni, insieme alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome, ANCI e Upi ha organizzato il Seminario su “La partecipazione dell’Italia al Comitato delle Regioni nel mandato 2020-25: lavoro svolto e prospettive future.” L’evento che si è tenuto mercoledì 17 aprile è stato un’occasione importante per approfondire le iniziative ed il lavoro svolto dai Membri italiani che rappresentano le Regioni, le Province e i Comuni a Bruxelles.


“Il messaggio emerso dal seminario è chiaro per avvicinare l’Europa ai cittadini le Regioni, le Province e i Comuni devono essere messi al centro dell’agenda strategica europea ed essere protagonisti delle attività a livello comunitario”, ha dichiarato il Capo Delegazione, Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte. “E in questa direzione è andato il nostro impegno: oltre il 25% dei pareri approvati dal Comitato europeo delle Regioni, nell’ultimo biennio, ha avuto come relatore un membro della delegazione italiana che ho l’onore di guidare. Continueremo a muoverci in questa direzione, con l’auspicio che il Parlamento e la prossima Commissione possano lavorare a favore dei territori con ancora maggiore sinergia, in nome del principio di sussidiarietà. Questi sono stati anni complessi che hanno visto e vedono l’Italia e l’Europa intera confrontarsi con nuove sfide, come la ripresa economica dopo il Covid, la crisi internazionale generata dalle guerre in Ucraina e in Medioriente, la transizione ecologica, le emergenze legate al cambiamento climatico e la sfida delle nuove tecnologie a partire dall’intelligenza artificiale. Su questo e sull’utilizzo dell’Ai all’interno della pubblica amministrazione, il Comitato delle Regioni è stato chiamato a redigere un parere, la cui stesura è affidata al Piemonte: l’obiettivo è contribuire a promuovere un approccio etico, trasparente, coordinato, e mi piace dirlo, europeo”, ha aggiunto Cirio. Durante il seminario è stata sottolineata l’importanza di lavorare per promuovere tre priorità politiche: al primo posto, garantire la resilienza dei territori e delle comunità locali, anche attraverso l’utilizzo dei fondi della coesione, che non possono diminuire; poi, la transizione ecologica, che deve essere giusta, garantire la crescita economica e la competitività delle imprese europee; infine, l’UE deve semplificare le sue regole ed i suoi processi amministrativi e questo può avvenire anche grazie alla digitalizzazione e all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale.


Nel biennio 2023-24, 18 dei 76 pareri approvati dal CdR – oltre il 23% – hanno avuto come relatore un membro della Delegazione italiana e hanno toccato temi di assoluto rilievo e di grandissima attualità: dalle risposte alla crisi del mondo agricolo alla politica alimentare europea, che deve difendere la dieta mediterranea, dalle misure regionali e locali per una giusta transizione alle politiche europee che guardano alla sostenibilità ambientale, come l’economia circolare, alla sicurezza energetica (idrogeno) e alla gestione dei flussi turistici nelle grandi città. Il lavoro di squadra e le numerose iniziative promosse dai rappresentanti delle Regioni e delle Città italiane a Bruxelles dimostra che il CdR può fare la differenza nel quadro del processo legislativo dell’UE e nella definizione della nuova agenda strategica dell’UE nel periodo 2024-29.

Avviso Pubblico: 315 minacce a amministratori e sindaci, una ogni 28 ore

Avviso Pubblico: 315 minacce a amministratori e sindaci, una ogni 28 oreRoma, 17 apr. (askanews) – Sono 315 gli atti intimidatori censiti da Avviso Pubblico nel 2023 a danno di sindaci, Amministratori locali e dipendenti della Pubblica Amministrazione. Un caso ogni 28 ore, con un incremento degli episodi al Nord che rappresenta il 39% del totale. È quanto emerge dalla presentazione del nuovo Rapporto “Amministratori sotto tiro”, presentata a Roma nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana. I dati del 2023 confermano il trend degli ultimi 14 anni del report, in cui Avviso Pubblico ha censito oltre 5.300 eventi di violenze e minacce.


“I dati confermano quantitativamente un fenomeno inaccettabile, che in alcuni luoghi d’Italia ha una pervasività tale da diventare quasi ‘ordinaria’ modalità di relazione con le istituzioni. Atti concreti come violenza fisica, incendi e attentati dinamitardi – non solo lettere minatorie, offese, fake news e ingiurie sui social – si concentrano soprattutto al Centro-Sud”, dichiara il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà. “Una condizione che si cronicizza, in particolare laddove la presenza criminale è più forte e dove si registrano scioglimenti dei comuni, a dimostrazione di un nesso pericoloso che deve essere oggetto di attenzione da parte del legislatore in vista di una possibile revisione della legge”, aggiunge.


Per la prima volta la Calabria – e in particolare la provincia di Cosenza, dove sono stati registrati ben 30 atti di intimidazione in 15 differenti aree comunali – si attesta la regione italiana più colpita, con 51 episodi di atti intimidatori. Seguono la Campania, la Sicilia e la Puglia. Ma se da un lato i numeri sono allarmanti, dall’altro rivelano almeno in parte un risvolto positivo della medaglia: laddove si concentrano attentati e minacce, si è spesso in presenza di una resistenza al fenomeno mafioso da parte di amministratori che non cedono alle pressioni dei clan. Ma a preoccupare ora è l’avvicinarsi delle prossime elezioni, quando il fenomeno potrebbe inasprirsi per i tentativi delle organizzazioni criminali di condizionare l’esito delle urne. “Infatti ad essere minacciato oltre agli amministratori locali, è anche chi si candida a rivestire un incarico pubblico, fenomeno registrato in tutti i rapporti e che richiede un supplemento significativo di attenzione in vista della prossima tornata elettorale di giugno, quando andranno al voto il 47% dei Comuni italiani. Un quadro preoccupante, che riguarda in particolare i comuni medio-piccoli, in cui più forte è la solitudine, l’assenza di attenzione mediatica, e dove spesso si annida la ‘cifra oscura’ del silenzio, e che descrive contesti territoriali, economici e sociali in cui fare il sindaco e l’amministratore diventa sempre più una attività pericolosa”, prosegue.


Il 55% dei casi di aggressione e minacce si registra nei comuni al di sotto dei 20mila abitanti; mentre il 21% avvengono in Comuni che in un passato piu’ o meno recente sono stati sciolti per infiltrazioni mafiosa. È il caso di ben 42 Comuni. Ancora una volta si registra un’alta percentuale di minacce e aggressioni alle amministratrici: il 17% del totale. Ma a cambiare è la modalità di intimidazione: le lettere minatorie cedono il passo ad azioni più violente come gli incendi. “Per queste ragioni Avviso Pubblico conferma la propria disponibilità a portare esperienza, conoscenza e proposte all’interno dell’Osservatorio costituito presso il ministero dell’Interno, manifestando al Parlamento e al Governo la necessità di confermare per l’anno 2025 e seguenti gli stanziamenti del fondo a beneficio degli amministratori e di chi è oggetto di atti di intimidazione. La vicinanza di tutti i cittadini e il sostegno a chi è in prima linea sul territorio si manifesta con gesti concreti e con la cooperazione delle forze dell’ordine e della magistratura a tutela di chi rappresenta le istituzioni repubblicane”, conclude Roberto Montà.


Per il secondo anno consecutivo il Rapporto si arricchisce di un focus dedicato agli episodi di violenza politica nel resto d’Europa, redatto da Acled (Armed Conflict Location & Event Data Project), organizzazione no-profit statunitense. “Oltre all’Italia, almeno altri sette paesi dell’Unione Europea hanno registrato atti di violenza e intimidazione agli amministratori locali nel 2023. Sono 216 i casi censiti nei paesi dell’Ue, in aumento del 76% rispetto all’anno precedente. Tra i paesi europei, e in controtendenza rispetto agli anni precedenti, è la Francia a registrare il dato più alto, con poco meno del 60% del totale dei dati censiti. Tra i maggiori fattori di rischio per gli amministratori locali in Europa vi è l’aumento nelle contestazioni violente contro le politiche dei governi locali e nazionali, che in diversi paesi sono sfociate in aggressioni contro gli amministratori locali”.

Violenza domestica o di genere: 13.793 richieste di aiuto nel 2023

Violenza domestica o di genere: 13.793 richieste di aiuto nel 2023Milano, 3 apr. (askanews) – Nel 2023 in Italia, le richieste di aiuto e intervento per episodi di “violenza domestica o di genere” subita dalle donne sono state 13.793. Nell’ambito degli interventi classificati per “presunte violenze domestiche/di genere” nei quali la presunta vittima è di sesso femminile, solo nell’1,5% dei casi l’autore risulta sconosciuto alla vittima. Di contro, nel 61,5% dei casi l’autore risulta legato alla vittima da una relazione di tipo sentimentale, attuale o passata (in particolare: nel 43,2% dei casi il coniuge/convivente o ex; nel 18,3% dei casi il partner o ex). Nell’ambito di tali violenze operate nei confronti della donna da parte di autori legati da relazioni di tipo sentimentale, attuali o passate, in due casi su cinque (42%) risultano esserci minori coabitanti. E’ quanto emerge dal report stilato dal Servizio analisi criminale del Dipartimento di pubblica sicurezza e da Save the children Italia sulla base dei dati relativi al 2023 ricevuti dall’applicazione Scudo, che raccoglie le richieste di aiuto e gli interventi effettuati dalle Forze di polizia che riguardano gli episodi di violenza di genere.


Il report registra, inoltre, numerosi casi (2.124) di violenza in cui le presunte vittime sono i minori, abbastanza equamente divisi tra i due sessi (51,1% femmine e 48,7% maschi); in più della metà dei casi (52%) si tratta di bambini e bambine di età pari o inferiore ai 10 anni. In un elevato numero di casi i minori sono i presunti, involontari testimoni di violenza domestica o intrafamiliare ai danni delle donne; in altri casi risultano essere le vittime dirette della violenza. I numeri restituiscono l’immagine di un fenomeno rilevante nel numero degli eventi e potenzialmente grave per le conseguenze sullo sviluppo psico-fisico dei minori, che rischiano di subirne l’impatto nel corso della propria vita, anche da adulti. La paura costante, il senso di impotenza e l’incapacità di reagire sono conseguenze che segnano la crescita dei bambini esposti alla violenza. L’impatto psicologico su bambine, bambini e adolescenti coinvolti in questi gravi episodi di violenza è ancora più devastante nei casi di donne che muoiono a causa della violenza per le conseguenze profonde sull’intera sfera di vita degli orfani.

Tabacchi ed e-cig, illegalità genera perdita ricavi da 540 mln

Tabacchi ed e-cig, illegalità genera perdita ricavi da 540 mlnMilano, 3 apr. (askanews) – L’acquisto di prodotti da fumo e da inalazione attraverso canali non ufficiali genera complessivamente una perdita di fatturato pari a circa 540 milioni di euro, considerando il solo impatto diretto (produzione, distribuzione e vendita) sul settore. La perdita è legata soprattutto al mondo dell’elettronico, dove si stima un mancato fatturato di circa 410 milioni di euro. Il mancato fatturato complessivo si traduce in una perdita di 5.100 posti di lavoro e 620 milioni di euro di mancate entrate erariali, attribuibili alle e-cig per 160 milioni di euro e ai prodotti con combustione, dove Iva e accisa hanno un peso rilevante sul prezzo pagato dal consumatore, per 460 milioni di euro. In particolare, per le e-cig (sia usa e getta sia capsule e liquidi) il valore totale che transita online da canali non ufficiali (siti internet illegali e social network) raggiunge il 65% del valore del mercato online totale (legale e illegale). E’ quanto emerge dalla ricerca “Prodotti da fumo e da inalazione: studio sul fenomeno dell’illegalità” presentata oggi in Senato da Logista, uno dei principali distributori in Europa di prodotti e servizi per i punti vendita, in collaborazione con Ipsos, società di ricerche di mercato, sondaggi d’opinione e consulenza strategica.


Lo studio affronta inoltre il dimensionamento del mercato della cannabis light, che ha un valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro. I valori economici stimati si attestano sugli 829 milioni di euro per il consumo di infiorescenze, 522 milioni per le e-cig con cannabis light, 741 milioni per i liquidi di inalazione. La cannabis light, che in Italia è venduta per usi tecnici, da collezionismo o come prodotto convenience, secondo l’indagine viene invece fumata o inalata dal 2,8% della popolazione tra 16 e 85 anni (1,4 milioni di persone). Di questi, un terzo si rifornisce nei negozi specializzati, uno su cinque sui siti internet, uno su dieci ricorre ad altri esercizi commerciali e ai distributori automatici. In generale, dall’indagine emerge che i consumatori di prodotti da fumo e da inalazione che ricorrono ai canali non ufficiali siano soprattutto uomini (59%), under 35 (45%) e dichiarino una maggiore propensione al rischio, che si sostanzia in “una minore preoccupazione delle conseguenze delle proprie azioni, anche se sbagliate, e una maggiore accettazione degli atti illeciti”. Quanto agli effetti sulla criminalità, sia la maggior parte degli italiani, sia dei fumatori/vaper considera l’acquisto da canali non ufficiali un vero e proprio reato che andrebbe punito penalmente. “Sebbene il contrabbando e la contraffazione nel nostro Paese non abbiano raggiunto i picchi di altri Paesi europei, anche grazie al nostro sistema distributivo, si tratta di un fenomeno criminale che impoverisce l’Erario e tutta la filiera – commenta Mario Antonelli, presidente Nazionale Federazione Italiana Tabaccai -. Noi tabaccai, quale parte lesa, siamo a disposizione per offrire ogni possibile contributo esperienziale alle Istituzioni ed alle Autorità di vigilanza e controllo per individuare insieme tutte quelle possibili strategie e quegli interventi che possono risultare efficaci in questa lotta senza quartiere”.


“Ringraziamo Logista per averci fornito uno strumento valido per individuare aree di miglioramento. A nostro parere i rivenditori possono e devono essere utilizzati per aumentare la consapevolezza dei consumatori relativamente all’importanza di acquistare prodotti attraverso i canali legali – sottolinea Flavio Romeli, Coordinatore Nazionale Assotabaccai -. Dal report emerge che gli user dei canali illegali hanno una scarsa conoscenza della provenienza dei prodotti da fumo e da inalazione acquistati e non si preoccupano del fatto che, non essendo sottoposti a controllo, possono essere pericolosi e nocivi per la salute più di quanto sia già noto”. “Nel commissionare lo studio Ipsos, che per la prima volta analizza il fenomeno del mercato illegale per canale di vendita e misura il mercato della cannabis light, Logista si conferma come punto di riferimento per l’intera filiera. L’indagine evidenzia come l’illecito stia drammaticamente sottraendo risorse strategiche per il Paese: 620 milioni di euro di mancate entrate erariali e una perdita di oltre 5.000 posti di lavoro – puntualizza Federico Rella, vicepresidente e direttore Corporate Affairs di Logista Italia -. Un dato molto preoccupante è il proliferare dei canali illegali online. Confidiamo che questo studio possa essere di supporto alla politica per intervenire a livello normativo e ricondurre un’importante quota di mercato entro i confini della distribuzione autorizzata. La stessa attenzione andrebbe posta anche al settore della cannabis light, ancora privo di una chiara regolamentazione e di imposizioni assimilabili agli altri prodotti da fumo”.

Archivi Stato, MIC-Agenzia Demanio: saranno centri culturali polivalenti

Archivi Stato, MIC-Agenzia Demanio: saranno centri culturali polivalentiRoma, 25 mar. (askanews) – Nuove funzioni per gli Archivi di Stato: centri culturali polivalenti che, attraverso interventi di riqualificazione, aggiungono alla tradizionale funzione di conservazione, studio e consultazione della secolare documentazione, quella di luoghi aperti ai cittadini o hub archivistici interprovinciali per la conservazione documentale, creando valore culturale, sociale ed economico per il territorio. È l’obiettivo al centro dell’Accordo firmato dal Direttore generale Archivi del Ministero della Cultura, Antonio Tarasco, e dal Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme.


L’intesa prevede già una lista di 19 immobili da rifunzionalizzare ad archivi con l’Agenzia che potrà essere stazione appaltante e seguire la progettazione attraverso la Struttura per la Progettazione. Tra questi, l’ex Convento di Santa Maria della Ripa di Forlì destinato a diventare centro multifunzionale, intervento che assume particolare significato per la città colpita dall’alluvione maggio 2023; l’Archivio di Stato di Milano nel Palazzo del Senato e quello di Napoli nel Convento dei SS Severino e Sossio che verranno riqualificati per offrire ai cittadini sale aperte alla consultazione e digitali accanto a spazi ricreativi e verdi. Sono solo alcuni degli interventi avviati o da avviare. L’Agenzia del Demanio e il Ministero della Cultura, nell’ambito di un Tavolo Tecnico, valuteranno la possibilità di inserire nel portafoglio immobiliare altri beni con concept mirati alla valorizzazione culturale anche in partenariato con i privati. Una nuova concezione degli archivi, immobili pubblici che entrano in relazione con la città nell’ambito di una più ampia pianificazione sul patrimonio immobiliare pubblico da attuare in sinergia con le istituzioni e il territorio in risposta alle esigenze delle amministrazioni e dei cittadini.


(segue)

Unesco, aperto il bando per la Capitale mondiale del libro 2026

Unesco, aperto il bando per la Capitale mondiale del libro 2026Roma, 21 mar. (askanews) – Il segretariato generale dell’Unesco ha aperto il nuovo bando per designare la Capitale mondiale del libro del 2026. Ne dà notizia il segretario generale Enrico Vicenti in una lettera inviata al presidente dell’Anci Antonio Decaro. Lanciato nel 2001, il programma ha lo scopo di promuovere la lettura e i suoi valori in tutte le fasce di età e popolazione, impegnando le capitali vincitrici del riconoscimento a un’attività lunga almeno dodici mesi per incentivare il consumo di libri e la cultura letteraria.


Per il 2024 l’Unesco ha designato città di Strasburgo (Francia) mentre nel 2025 il testimone passerà alla città di Rio de Janeiro. Le candidature per il 2026 dovranno essere presentate al Segretariato Generale dell’Unesco entro venerdì 10 maggio 2024. Per permettere alla Commissione Nazionale di valutare l’eventuale sostegno alle domande, è necessario che le proposte siano trasmesse entro il 13 aprile 2024 all’indirizzo segretariato.cniu@unesco.it. Le candidature dovranno essere presentate direttamente attraverso la piattaforma online seguendo le istruzioni contenute nel sito Joint the network Unesco.

Sogin, Open Gate 2024: al via le iscrizioni per le visite

Sogin, Open Gate 2024: al via le iscrizioni per le visiteRoma, 14 mar. (askanews) – Si sono aperte oggi le iscrizioni su www.sogin.it alla quarta edizione di “Open Gate”, l’iniziativa con cui il Gruppo Sogin, nel fine settimana dell’11 e 12 maggio, aprirà le porte di cinque impianti nucleari italiani, oggi in decommissioning, a oltre 3.330 cittadini. Le iscrizioni, esclusivamente on line, si chiuderanno lunedì 22 aprile.


L’evento coinvolge le quattro centrali di Trino (Vercelli), che raggiunse durante l’esercizio il record mondiale di funzionamento a piena potenza, Caorso (Piacenza), la più grande del nostro Paese, Latina, all’epoca del suo avvio la centrale più potente d’Europa, Garigliano (Caserta), con la caratteristica “sfera bianca” che racchiude il reattore, e per la prima volta l’impianto Itrec di Rotondella (Matera), che è stato il principale impianto nucleare di ricerca del Mezzogiorno. Sono previsti due percorsi di visita, “zona controllata” e “area industriale”, per le centrali di Trino, Caorso, Garigliano e per l’impianto Itrec di Rotondella, mentre per Latina è programmato un solo percorso, “area industriale”. Nell’”area industriale” possono accedere, se accompagnati, anche i minori dai sei anni in su.


Nei tour, della durata di circa due ore, i tecnici Sogin faranno ripercorrere i luoghi che rappresentano un pezzo di storia industriale del nostro Paese e racconteranno il lavoro che svolgono ogni giorno, nel rispetto dei criteri di massima sicurezza, per terminare lo smantellamento degli impianti nucleari e gestire i rifiuti radioattivi, dal loro stoccaggio nei depositi temporanei alla sistemazione definitiva nel Deposito Nazionale. Per partecipare a Open Gate 2024 è necessario iscriversi sul sito internet www.sogin.it, entro lunedì 22 aprile e fino ad esaurimento posti. Potranno essere accolti complessivamente 3.356 visitatori: 920 a Trino, 880 a Caorso, 756 a Latina, 420 al Garigliano e 380 all’Itrec di Rotondella. Per consentire la più ampia partecipazione, è possibile prenotarsi a una sola giornata e per un solo percorso di visita, scegliendo uno fra i diversi turni programmati dalla mattina fino al tardo pomeriggio, inserendo i propri dati personali e caricando una copia del proprio documento di identità.


Open Gate è un evento “plastic free”, in linea con l’approccio sostenibile con il quale il Gruppo Sogin porta avanti le sue attività. Sarà possibile seguire l’iniziativa su Instagram tramite il profilo opengate_sogin, hashtag #opengate2024. L’evento, sospeso per l’emergenza sanitaria, torna dopo le precedenti edizioni del 2015, 2017 e 2019 che registrarono grande successo di partecipazione, confermando l’impegno della Società nel garantire informazione, trasparenza e partecipazione.

Accordo Uncem-Anfov per diffusione innovazione digitale nella Pa

Accordo Uncem-Anfov per diffusione innovazione digitale nella PaRoma, 20 feb. (askanews) – Nei primi giorni di febbraio è stato rinnovato l’accordo tra Uncem e ANFoV (l’Associazione nazionale con sede a Torino, che riunisce i soggetti imprenditoriali ed istituzionali le cui peculiarità d’innovazione tecnologica convergono per la diffusione della cultura del rinnovamento), che dal 2018 sancisce il sodalizio tra queste due realtà impegnate sinergicamente con ottimi risultati nel supporto e nello sviluppo della cultura del rinnovamento dei servizi nei piccoli comuni, anche più periferici.


Decine di eventi formativi, online e in presenza, supporto nello sviluppo dei piani di digitalizzazione, abbattimento delle difficoltà legate alle comunicazioni e alla realizzazione di reti veloci, diffusione della cultura dell’innovazione e conoscenza approfondita della opportunità del PNRR e del piano NGEU, sono solo alcune delle attività che hanno caratterizzato la collaborazione di Uncem e ANFoV in questi anni. Il nuovo accordo di collaborazione tra Uncem e ANFoV avrà durata fino alla fine del 2026. Con esso verranno messe in campo nuove strategie per ampliare ulteriormente il ventaglio di servizi messi a disposizione dei comuni, che potranno sfruttare le esperienze degli anni passati e le opportunità che derivano dal know how delle aziende d’eccellenza private associate ad ANFoV per rilanciare la crescita digitale e di servizi della pubblica amministrazione, a tutto vantaggio di cittadini, imprese e territori.


Nell’accordo si punterà, ad esempio, a controllare l’effettiva efficacia dei piani di digitalizzazione dei vari operatori di telecomunicazioni per coprire l’intero territorio, anche in quelle realtà più periferiche o su terreni montani fino a oggi ancora in gap di servizi di comunicazione; a favorire il supporto alle partnership pubblico-privato finalizzate alla realizzazione di servizi in grado di mantenere un elevato livello di valorizzazione delle risorse territoriali, per incentivare il ripopolamento dei comuni più piccoli. Si punterà anche alla diffusione di una maggiore cultura e consapevolezza delle potenzialità della rete 5G, favorendo la conoscenza delle sue caratteristiche e dei servizi da essa abilitati; si incentiverà la transizione verso il nuovo digitale terrestre, concorrendo all’eliminazione delle zone non coperte dai segnali televisivi; si lavorerà alla diffusione dell’utilizzo della telemedicina e delle nuove opportunità di gestione delle necessità sanitarie grazie alle tecnologie di comunicazione ad alta velocità che possono raggiungere i comuni e realtà territoriali periferiche, rurali e montane. Il tutto per sostenere la diffusone delle best practice in tema d’innovazione nell’amministrazione pubblica e di trasformazione intelligente del territorio. Le azioni messe in campo saranno di formazione in presenza e online, di disseminazione culturale e accompagnamento strategico, per supportare l’utilizzo più approfondito di tutte le tecnologie oggi disponibili, favorendo il ripopolamento dei territori con l’obiettivo di abbattere il gap che in alcuni casi separa ancora i comuni più piccoli da quelli più attrezzati. Soddisfazione per l’intesa è stata espressa dal Presidente di Uncem, Marco Bussone, che ha dichiarato: “La collaborazione con ANFOV permette ai Comuni e a tutti gli Enti locali di interagire con il sistema dell’innovazione e aggiornare processi di lavoro e strumenti interni alla pubblica amministrazione e per le comunità. Serve un complessivo aggiornamento che le imprese possono offrire. Le risorse economiche da investire ci sono. E vanno utilizzate bene in una logica sovracomunale. L’accordo finora ha permesso di fare formazione, di dare opportunità, di stare nel futuro. Proseguiamo un cammino con le imprese, con una interazione virtuosa che ANFOV permette”.


Il presidente di ANFoV, Umberto De Julio e il Segretario Generale di ANFoV, Antonello Angeleri, hanno aggiunto: “Con questo nuovo accordo arriveremo a nove anni di collaborazione con Uncem, un periodo che ci ha permesso di progredire nell’abbattimento del digital divide e nella tessitura di una nuova rete di conoscenze nell’ottica di favorire il ripopolamento dei territori più periferici. Siamo estremante orgogliosi del lavoro svolto e della fiducia che chi ha concesso e ci dimostra ancora Uncem, che riconosce l’impegno della nostra associazione e delle aziende nostre associate nella diffusione della cultura dell’innovazione. ANFoV dallo scorso anno è anche sede hub di riferimento per il Nord Italia del Progetto europeo EDIH4DT per la “Trasformazione Digitale Sicura di PA e Imprese”, ciò darà alla collaborazione con Uncem un asset strategico in più da mettere a disposizione dei comuni e delle pubbliche amministrazioni. Siamo certi che le nuove iniziative che stiamo realizzando con Uncem, e che presto sveleremo, potranno rappresentare un nuovo punto di riferimento nazionale nel supporto alle pubbliche amministrazioni, per uno sviluppo dei territori che si traduca in maggiori servizi fruibili in modo semplice ed efficace da cittadini e imprese”.

Promozione sportiva e lotta a dispersione: Province da Abodi

Promozione sportiva e lotta a dispersione: Province da AbodiRoma, 15 feb. (askanews) – Assicurare in tutte le Province spazi di socialità e strutture adeguate e all’avanguardia per favorire la pratica sportiva, stringere una sinergia per affrontare con maggiore incisività le emergenze sociali legate alla dispersione scolastica e al riorientamento dei giovani. Sono questi gli obiettivi stabiliti nell’incontro tra il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi e il presidente di Upi, Michele de Pascale. Diverse le questioni su cui si è aperto un tavolo di lavoro che vedrà all’opera le strutture del Dipartimento e di Upi, a partire dalla ricognizione degli impianti sportivi delle Province, per verificarne condizioni e possibili interventi di efficientamento, allo sviluppo di progetti comuni di sport e inclusione scolastica e lavorativa.


“In Provincia possiamo dare radici alle iniziative nazionali. Grazie ai fondi delle politiche giovanili, nonostante la somma assegnata sia stata esigua, appena il 3% del fondo – ha poi ricordato – negli ultimi tre anni le Province hanno coinvolto oltre 200 mila ragazze e ragazzi tra i 14 e i 35 anni in progetti che vanno dal contrasto alla dispersione scolastica all’orientamento personale e professionale; dalle nuove tecnologie allo sviluppo sostenibile, utilizzando lo sport come leva di inclusione sociale”. “Questa sinergia con il ministro Abodi permetterà di recuperare quella dimensione provinciale che è ottimale anche per verificare l’impatto delle politiche pubbliche sulla qualità della vita”, ha concluso il Presidente de Pascale.

Scuola, Aci e Upi promuovono iniziative su sicurezza stradale

Scuola, Aci e Upi promuovono iniziative su sicurezza stradaleRoma, 15 feb. (askanews) – Definire insieme programmi di educazione stradale per le scuole superiori, realizzare corsi ed iniziative divulgative sui temi della sicurezza e della mobilità sicura e sostenibile, promuovere attività culturali integrate, stringendo una collaborazione stabile e duratura.


Sono questi alcuni degli obiettivi del protocollo d’intesa siglato oggi dal Presidente di Upi, Michele de Pascale, e dal Presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani. Tra i compiti statutari dell’Automobile Club d’Italia rientra anche quello di supportate Enti e Associazioni nella definizione dei programmi di educazione stradale per le scuole di ogni ordine e grado. Un tema su cui l’UPI da sempre sostiene l’impegno delle Province, che gestiscono le oltre 7.100 scuole superiori in cui studiano più di 2 milioni e mezzo di studenti medi, attraverso campagne di comunicazione e progetti educativi.


“Questo protocollo – dichiarano il Presidente di UPI e il Presidente di ACI – ci permetterà di essere ancora più incisivi, contribuendo a diffondere tra i giovani modelli avanzati di mobilità sicura e sostenibile. Ma ci consentirà anche di avviare un lavoro di analisi e approfondimento sulle questioni relative alla interoperabilità delle banche dati pubbliche per rendere sempre più accessibili e fruibili le informazioni su mobilità, trasporti, educazione e sicurezza”.