”L’osteoporosi è giovane”, al via il XXIV Congresso nazionale Siommms
”L’osteoporosi è giovane”, al via il XXIV Congresso nazionale SiommmsRoma, 2 dic. (askanews) – La Siommms (Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) conferma il proprio impegno a fianco dei giovani ricercatori e, più in generale, della conoscenza scientifica. Due punti chiave che troveranno ampio spazio nella cornice del XXIV Congresso Nazionale Siommms, in programma al Centro Congressi di Padova, dal 5 al 7 dicembre.
“Accanto a temi caldi, quali la fragilità scheletrica e l’osteoporosi – loro diagnosi, trattamento e presa in carico -, temi che da sempre trattiamo e analizziamo accuratamente in un contesto dinamico e internazionale”, racconta il presidente della Siommms, Bruno Frediani, “anche quest’anno vogliamo dedicare uno spazio al futuro”. Precisa: “L’Italia è un Paese in buona salute e lo dimostra la longevità dei suoi abitanti. Le malattie del metabolismo minerale e dello scheletro interessano sempre di più la fascia Senior della popolazione e non solo. Alle nuove generazioni spetterà sempre più il compito di arginare questo trend e grazie al loro impegno, alla loro naturale inclinazione verso le nuove tecnologie, alla loro passione, saranno sempre più depositarie del nostro futuro”. Il Congresso nazionale, infatti, accoglierà, proprio in apertura dei lavori il SIOMMMS-IFMRS Fellow Day “Da sempre siamo a fianco dei giovani” specifica il professor Frediani “e dall’anno scorso abbiamo deciso, attraverso la rinnovata collaborazione con IFMRS (International Federation of Musculoskeletal Research Societies), di offrire a studenti, postdoc e ricercatori che si interessano delle malattie metaboliche dell’osso – sia in ambito clinico, sia di ricerca -, l’opportunità di discutere i propri progetti di ricerca con esperti internazionali”.
“Ancora una volta”, aggiunge il professor Federico Moscogiuri, IFMRS Chief Excecutive Office “potranno condividere idee, dati, progetti in un’ottica di networking dal respiro internazionale”. E il sostegno della Siommms alla ricerca non si ferma: al via, sempre nel corso della prima giornata dei lavori, la prima Giornata Nazionale SIOMMMS per la Ricerca Scientifica. “In questa prima edizione”, racconta Frediani, “ricercatrici e ricercatori selezionati tra i vincitori delle passate edizioni dei Premi di Ricerca Siommms per Giovani Ricercatori presenteranno la ricerca svolta negli ultimi anni, sotto forma di brevi seminari seguiti da ampia discussione, in un clima informale improntato alla condivisione di idee, alla cross-contaminazione transdisciplinare e alla collaborazione scientifica”. “La ricerca e il lavoro costante delle nuove leve” specifica il professor Frediani “sono particolarmente importanti se parliamo di fragilità ossea, dovuta per lo più all’ osteoporosi: le fratture da fragilità in Italia non conoscono battute d’arresto. La malattia da Sars-Covid-19 – e la permanenza forzata a casa – hanno portato a un ulteriore incremento degli eventi fratturativi, sia per gli effetti del virus, sia per le difficoltà di adesione al trattamento con farmaci”. Le fratture da fragilità, che si verificano soprattutto dopo i 65 anni, in Italia colpiscono circa il 23% delle donne e il 7% degli uomini. Oltre alle fratture di femore, facilmente diagnosticabili, le fratture vertebrali sono ancor più frequenti e spesso asintomatiche. “L’osteoporosi è una malattia subdola che al suo esordio non mostra sintomi”, avverte il presidente della Siommms, “quando se ne percepiscono gli effetti, la patologia è già conclamata”.
In Italia, la fragilità ossea è una condizione che interessa una parte significativa della popolazione over 50. Si stima che circa 5 milioni di persone siano affette da osteoporosi, con una prevalenza maggiore nelle donne (80% dei casi). Le fratture da fragilità colpiscono 1 donna su 3 e 1 uomo su 5 in questa fascia d’età. Ogni anno si verificano migliaia di fratture da fragilità, principalmente a carico del femore, delle vertebre e del polso, con costi sanitari stimati in crescita fino a 11,9 miliardi di euro entro il 2030. Nonostante l’impatto significativo sulla salute, una grande percentuale di persone affette da osteoporosi non riceve diagnosi o trattamenti adeguati, con un’aderenza terapeutica inferiore al 50% dopo un anno dalla diagnosi Entro il 2030, in Italia, le fratture da fragilità aumenteranno di oltre il 20%, arrivando a sfiorare il tetto di circa 700mila casi. Nel 2017 erano 560mila, tra questi 390mila hanno interessato le donne e 170mila gli uomini, con circa 100mila episodi di fratture femorali. Oltre al femore ed alle vertebre polso ed omero sono, in termini di frequenza, i segmenti scheletrici più colpiti da fratture da fragilità.
“È nostro compito, e soprattutto compito delle nuove generazioni”, specifica Frediani, “quello di sensibilizzare la popolazione italiana su questa patologia e fare prevenzione. La Medicina odierna è sempre più orientata in tal senso: nel caso dell’osteoporosi, la prevenzione deve incominciare in età precoce, e in particolare in adolescenza, con adeguato apporto di calcio, senza dimenticare che l’esercizio fisico e muscolare è e rimarrà sempre fondamentale a qualsiasi età”. I nuovi specialisti, infine, conclude Frediani “devono inoltre ricordarsi che una frattura da fragilità in un 30% dei casi nelle donne e nella metà dei casi negli uomini, può essere il primo campanello di allarme di una malattia grave di altro tipo, per esempio malattie del sangue, endocrinologiche, tumorali, reumatologiche o gastroenteriche”.