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Papà italiani i più vecchi d’Europa, Andrologi: si riduce qualità seme

Papà italiani i più vecchi d’Europa, Andrologi: si riduce qualità semeRoma, 18 mar. (askanews) – Diventare papà per la prima volta è un’esperienza che gli uomini italiani continuano a spostare sempre più avanti nel tempo, più di quanto si faccia negli altri Paesi europei. I più recenti dati Istat indicano, infatti, che in Italia si diventa papà mediamente a 35,8 anni, mentre in Francia a 33,9 anni, in Germania a 33,2, in Inghilterra e Galles a 33,7 anni. Un fenomeno sempre più frequente rispetto al passato che riguarderebbe circa il 70% dei nuovi papà italiani: ciò significa che 1 uomo su 3 è ancora senza figli oltre i 36 anni d’età. Una tendenza a ritardare la paternità che non è priva di conseguenze: numerose evidenze scientifiche dimostrano che le caratteristiche funzionali dello spermatozoo, cioè motilità, morfologia e anche i danni al DNA, peggiorano con l’età. A tutto questo si aggiunge al fatto che con l’avanzare dell’età aumenta il tempo di esposizione agli inquinanti ambientati esterni, come le microplastiche che negli ultimi anni hanno dimostrato essere un problema rilevante per la fertilità maschile. In più i cambiamenti climatici con l’aumento della temperatura globale hanno anch’essi un impatto negativo sulla fertilità maschile, dimostrato dalla riduzione volumetrica dei testicoli nella popolazione generale. Per questo, in vista della Festa del Papà, gli esperti della Società Italiana di Andrologia (SIA) puntano i riflettori sull’importanza di anticipare la paternità e, dove non possibile, di preservare la fertilità fin da giovani, principalmente attraverso un sano stile di vita, ma anche con il contributo di sostanze di estrazione naturali in grado di offrire protezione contro i danni del tempo e degli inquinanti ambientali esterni.


“In Italia l’età in cui si fa il primo figlio è aumentata di 10 anni, passando dai 25 anni della fine degli anni ’90 ai circa 36 attuali, che pongono il nostro Paese in cima alla classifica dell’età media del concepimento in Europa. Un fenomeno che riguarda quasi il 70% dei nuovi papà italiani. Ne consegue che 1 uomo su 3, superata questa soglia, è ancora senza figli. Questo significa che nel giro di pochi decenni si è passati da una situazione nella quale solo una ridotta minoranza arrivava senza figli all’età di 35 anni, a una nella quale la maggioranza della popolazione maschile rinvia oltre questa soglia anagrafica la prima esperienza di paternità – dichiara Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli -. Un accentuato ritardo maschile che può essere imputato a vari motivi di ordine culturale, economico e biologico, ma anche dall’allungamento della vita che nella donna non influenza, invece, la possibilità riproduttiva rimasta ferma intorno ai 50 anni. Tutto questo concorre nel rendere gli uomini più propensi a un rinvio della paternità, toccando anche estremi che arrivano a superare addirittura i 45-50 anni, per cui saranno padri-nonni prima che il figlio diventi maggiorenne – sottolinea -. La nostra società sta assegnando alla riproduzione un ruolo tardivo dimenticando che la fertilità, sia maschile che femminile, ha il suo picco massimo tra i 20 e i 30 anni e che la potenzialità fecondante del maschio è in netto declino – precisa Palmieri -. Oggi con le difficoltà economiche, tutti si trovano costretti a ritardare e aspettare di sistemarsi prima di fare figli. Con l’avanzare dell’età però la fertilità diminuisce perché anche gli spermatozoi ‘invecchiano’ e bisogna insegnare alle giovani generazioni l’importanza di una fertilità sana al momento giusto che va preservata fin da giovani”.

Alzheimer, nei supermercati tornano le azalee per la ricerca Airalzh

Alzheimer, nei supermercati tornano le azalee per la ricerca AiralzhRoma, 18 mar. (askanews) – Da Giovedì 21 a Domenica 31 Marzo, in tutti i Supermercati e Ipermercati Coop aderenti sul territorio italiano, torna la campagna “Non ti scordar di Te” grazie alla quale si può sostenere Airalzh Onlus dando un contributo alla Ricerca contro la malattia di Alzheimer. In occasione della Pasqua, infatti, sarà possibile acquistare una o più piante di azalea. Per ogni pianta venduta, 1 Euro sarà devoluto ad Airalzh Onlus (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer), Associazione toscana con sede a Barberino di Mugello, unica a promuovere la Ricerca medico-scientifica, a livello nazionale, sulla malattia di Alzheimer e altre forme di demenza.


Le azalee, assieme alle rose in vaso (per la festa della Mamma) e dei ciclamini (per Natale) rientrano nella campagna “Non ti scordar di Te” con cui Coop – dal 2016 – promuove diverse iniziative sul territorio con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore di Airalzh Onlus e della Ricerca scientifica. Dal 2016 oltre 3 milioni di Euro sono stati impiegati da Airalzh Onlus per finanziare 82 Assegni di Ricerca, 26 progetti di Ricerca relativi al Bando AGYR (Airalzh Grants for Young Researchers) e 2 progetti, frutto della collaborazione fra Airalzh e la Fondazione Armenise Harvard, rivolto a Ricercatori “mid-career”. Altri 300mila Euro sono a budget per il Bando AGYR 2024 di cui, da poco, si sono aperte le fasi per presentare la propria candidatura.


Grazie a “Non ti scordar di Te”, Coop Italia rinnova il proprio impegno nel sostenere, assieme ad Airalzh, la Ricerca contro l’Alzheimer. Una pianta di azalea che può contribuire nella Ricerca e nel dare speranza ad oltre 3 milioni di persone tra pazienti, famigliari e caregiver.

Dermatite atopica, tornano gli open day: consulti gratuiti in tutta Italia

Dermatite atopica, tornano gli open day: consulti gratuiti in tutta ItaliaRoma, 15 mar. (askanews) – Si riaprono le porte della dermatologia di oltre 40 Centri universitari ed ospedalieri in occasione della campagna di sensibilizzazione sulla Dermatite Atopica dell’adulto “Dalla parte della tua pelle”, promossa dalla SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse e giunta alla sua quarta edizione. Un’iniziativa che consentirà ai cittadini di tutta Italia di ricevere, dal 23 marzo al 15 aprile 2024, consulenze dermatologiche gratuite. La campagna – realizzata con il Patrocinio di ADOI (Associazione Dermatologi-Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica) e ANDeA (Associazione Nazionale Dermatite Atopica) e con il contributo non condizionante di Sanofi – sull’onda del successo dello scorso anno ha ampliato la sua offerta: rispetto ai 28 centri che nel 2023 hanno aderito all’iniziativa, mettendo sotto la lente più di 1300 pazienti, quest’anno quelli coinvolti saranno più di 40, da Nord al Sud del Paese. Grazie ai consulti realizzati durante gli “Open Day” sarà possibile, in caso di diagnosi positiva, indirizzare i pazienti verso i Centri di riferimento SIDeMaST sul territorio affinché intraprendano il percorso terapeutico più adatto ad ognuno di loro. Per accedere ai consulti la prenotazione è obbligatoria al numero verde 800086875 attivo 7 giorni su 7 dalle 10 alle 18, a partire dalle ore 14.00 di venerdì 15 marzo 2024. Info al sito web: https://www.sidemast.org/dalla-parte-della-tua-pelle-2024.


“La campagna ‘Dalla parte della tua pelle’ – spiega Giuseppe Argenziano, Presidente SIDeMaST – ha un immenso valore etico e strategico per la nostra società. Si tratta non solo di avvicinare sempre di più le persone che soffrono di questa malattia invalidante ai dermatologi che hanno il compito di curarla al meglio, ma anche di sensibilizzare la popolazione tutta alle misure di prevenzione della dermatite atopica.” Gli fa eco Marco Ardigò, Membro del Consiglio Direttivo SIDeMaST e Responsabile per le Campagne di sensibilizzazione: “Questa nuova edizione della campagna, rispetto agli anni precedenti, estende in modo significativo il progetto ad altri centri dermatologici italiani, al fine di raggiungere il maggior numero possibile di pazienti sul territorio nazionale. L’obiettivo è sia di sensibilizzare i cittadini al tema della dermatite atopica, sia di avvicinare i pazienti ai centri specializzati italiani in grado di offrire assistenza diagnostica e proposte terapeutiche innovative”


“La dermatite atopica – conclude Maria Concetta Fargnoli, Vicepresidente SIDeMaST – interessa circa il 20% dei bambini ed il 2-5% degli adulti. Nell’adulto si manifesta con secchezza, arrossamento, escoriazioni ed ispessimento della pelle, accompagnati da intenso prurito. Si localizza prevalentemente a livello del volto e del collo, pieghe antecubitali (piega del gomito), cavi poplitei (dietro al ginocchio) e mani ma può interessare anche zone più estese del corpo. Il prurito è il sintomo più importante, può essere molto intenso ed interferire con il sonno, le attività quotidiane, lo studio e le capacità lavorative. Le manifestazioni cliniche spesso localizzate in zone visibili ed il prurito condizionano negativamente la vita personale e le relazioni sociali del paziente con importanti ricadute sulla loro qualità di vita e sulla sfera psicologica”.

Allergie: cosa fare e come riconoscerle, ad Iceberg parola agli esperti

Allergie: cosa fare e come riconoscerle, ad Iceberg parola agli espertiRoma, 15 mar. (askanews) – Con l’inverno ormai alle spalle, la primavera è pronta ad esplodere. Ma c’è anche il risvolto della medaglia: le allergie stagionali. Proprio di questo, di dermatite atopica, di allergie alimentari e di molto altro si è parlato nella puntata odierna di Iceberg, il contenitore di informazione condotto da Patrizia Barsotti, in onda tutti i venerdì alle ore 13 su Anita TV (canale 88 DGT) in collaborazione con l’agenzia di stampa Askanews.


Ospiti della puntata l’Avv. Marcia Podestà (Presidente Food Allergy Italia APS), la Dott.ssa Maria Antonella Muraro (responsabile dell’unità operativa semplice di allergie alimentari presso il Centro di Specializzazione della Regione Veneto per lo studio e la cura delle allergie e delle Intolleranze alimentari), la Dott.ssa Cristina Guerriero (responsabile dell’ambulatorio dermatologia pediatrica e adolescenti del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma) e la giornalista Patrizia Landini (direttore di Altrostile.net). «La pelle – ha spiegato Guerriero – può essere coinvolta in problematiche allergiche, che spesso sono solamente degli stati infiammatori che portano a manifestazioni di sintomi simili a quelli dell’allergia. Pensiamo, ad esempio, alla dermatite atopica patologica cutanea infiammatoria, che è supportata dall’infiammazione dei linfociti. I sintomi saranno quelli del caldo, del freddo, del sudore e via dicendo, fino ad alcune lesioni cutanee che possono portare a pensare ad un’allergia. Nel tempo, inoltre, chi soffre di tale patologia può diventare un soggetto allergico, tanto che negli ultimi anni è aumentata a dismisura la quantità di soggetti atopici. Il tutto non è riconducibile solo alla genetica, ma anche a fattori ambientali. La scienza – ha concluso – ha fatto passi avanti, consentendoci di fronteggiare il tutto con alcuni farmaci e non più solo con cortisone e antistaminici».


Maria Antonella Muraro, invece, ha spiegato la differenza tra allergie e intolleranze: «Mentre le prime sono basate su un meccanismo immunologico legato alle proteine degli alimenti, le secondo sono date da un deficit enzimatico o da reazioni anomale ad alimenti o ancora da avvelenamenti veri e propri». Muraro ha anche sottolineato l’importanza psicologica della questione, dichiarando come «il 64% dei nostri pazienti è vittima di bullismo, con conseguente stress post traumatico Per questo, nel nostro team, sono presenti anche alcuni psicologi». L’avvocato Podestà ha parlato dell’impegno di Food Allergy Italia: «La nostra associazione, fondata nel 2002, nasce per dare un aiuto concreto alle famiglie che devono affrontare problemi, anche economici, riguardanti le allergie alimentari. Queste, infatti, sono patologie vere e proprie, che hanno impatti sulla vita a 360°. Basti pensare che, non essendo riconosciuta come una patologia, l’allergia alimentare non prevede l’esenzione del ticket. Tutto ciò, inoltre, si ripercuote sulla mancata prevenzione. Occorre fare qualcosa e farla subito: la nostra associazione lavora affinché tutte le persone con allergie alimentare siano incluse, senza distinzioni, nelle attività della comunità civile».

Winter School 2024 a Napoli: l’oncologia al centro della seconda giornata

Winter School 2024 a Napoli: l’oncologia al centro della seconda giornataNapoli, 15 mar. (askanews) – L’oncologia italiana tra opportunità e gradi sfide è al centro della seconda giornata della Winter School 2024 di Motore Sanità dal titolo “La risposta del Sud. Ricerca, innovazione, programmazione, sostenibilità”, in corso di svolgimento a Napoli, presso il Grand Hotel Santa Lucia. Un evento promosso in media partnership con Mondosanità, Eurocomunicazione e Askanews e con il contributo incondizionato di Mundipharma, Boehringer Ingelheim, Chiesi global rare diseases, Johnson & Johnson, Daiichi-Sankyo, Abbott, Amicus Therapeutics e Incyte. L’Italia ha un tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di tumore del 63%, superiore alla media europea, con oltre 3,6 milioni di persone con una precedente diagnosi che convivono con trattamenti e/o controlli, di cui oltre il 60% anziani. Se da una parte l’oncologia di precisione rappresenta la nuova frontiera di cura in grado di garantire un accesso molto precoce a terapie farmacologiche innovative e personalizzate e la prevalenza sempre maggiore di pazienti oncologici nonchè l’elevato costo dei farmaci innovativi evidenziano la necessità di uno strumento che coniughi innovazione farmaceutica e sostenibilità economica, dall’altra parte la cronicizzazione della malattia richiede di pensare a nuovi modelli di gestione dei pazienti con tumori. Il territorio può essere di grande e strategico supporto all’attività che si svolge all’interno degli ospedali di riferimento.


“La progressiva lungo-sopravvivenza con la cronicizzazione della malattia oncologica richiede una gestione integrata e flessibile delle cure estendendo la rete oncologica, le sue interconnessioni multidisciplinari ed interprofessionali al territorio che, con le sue strutture ed i suoi professionisti può garantire ulteriori e solidi nodi assistenziali, in una cornice di reale governo clinico unitario – spiega Luisa Fioretto, Presidente Cipomo -. All’offerta ospedaliera deve essere associata un’assistenza territoriale in grado di soddisfare le richieste di prestazioni (assistenziali, diagnostiche, riabilitative e di follow-up) a minor intensità, ma sovrapponibili per qualità e tempestività, e soprattutto che includa il trasferimento delle informazioni (condizione clinica, caratteristiche personali e di contesto del paziente) tra i diversi setting ed i professionisti. Il PNRR, con il Decreto Ministeriale 77, apre una possibilità di ridefinizione organizzativa e di miglioramento della assistenza medica sul territorio, per un valore di oltre 7 miliardi. Ciò implica un ripensamento dell’intera offerta sanitaria e socio-sanitaria, integrando professionisti, strutture e servizi sanitari e sociali di tipologia e livelli diversi. A quanto detto conseguono significativi cambiamenti organizzativi ed assistenziali nell’ambito di una struttura di oncologia medica ospedaliera e richiede al primario la capacità di proiettarsi oltre i confini della propria struttura, farsi parte attiva anche nella prevenzione e nell’adesione agli screening, di costruire ponti con le altre specialità, esercitando il ruolo di governo clinico unitario di processi di cura differenziati sia nella rete ospedaliera che nella continuità ospedale-territorio, di garantire l’appropriatezza e la sostenibilità dei percorsi oncologici sia in termini di prestazioni diagnostico/terapeutiche che di corretto utilizzo dei differenti settings assistenziali (degenza ordinaria, day-hospital, day-service, ambulatorio, strutture territoriali, domicilio)”.

Disturbi alimentari, la psichiatra: fenomeno in drammatico aumento

Disturbi alimentari, la psichiatra: fenomeno in drammatico aumentoRoma, 15 mar. (askanews) – “La XII Giornata nazionale contro i disturbi alimentari deve essere l’occasione per riflettere su un fenomeno in drammatico aumento in Italia e agire concretamente per prevenire e sostenere i pazienti e le loro famiglie. Forse non tutti sanno che esiste un numero verde nazionale, 800180969, servizio anonimo e gratuito, a disposizione di tutti”. A dirlo è Laura Dalla Ragione, psichiatra, Direttrice della Rete Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Usl1 dell’Umbria, docente del corso di laurea magistrale in Scienze dell’alimentazione e della nutrizione umana all’Università Campus Bio-Medico di Roma nonché direttrice del Numero Verde “SOS Disturbi alimentari” istituito a Todi dalla Presidenza del Consiglio e dall’Istituto Superiore di Sanità. “Nei primi anni 2000 le persone che soffrivano di disturbi dell’alimentazione in Italia erano circa 300 mila, oggi sono oltre 3 milioni – continua Dalla Ragione – un fenomeno in aumento soprattutto tra gli adolescenti, per i quali le diagnosi correlate ai disturbi dell’alimentazione e della nutrizione rappresentano in Italia la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Un fenomeno drammatico che si è aggravato ulteriormente durante la pandemia e i lockdown: i dati del Ministero della salute ci dicono che c’è stato un aumento del 30% di casi, soprattutto tra i giovanissimi. Il Numero verde nazionale “SOS disturbi alimentari” segnala un drastico aumento di richieste di aiuto che sono raddoppiate nel 2020 e triplicate nel 2023″. “In Italia solo nel 2023 i decessi per malattie legate ai disturbi dell’alimentazione sono stati 3.780, sono ormai la prima causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali e ogni anno si intercettano sempre più casi nuovi (secondo i dati del ministero della Salute nel 2019 erano 680.569 e sono progressivamente cresciuti fino ad arrivare, nel 2023, a quota 1.680.456) – aggiunge Dalla Ragione – . Le conseguenze dei Dca sono depressione, limitazione della vita sociale e lavorativa, compromissione di apparati cardiaco e gastrointestinale, osteoporosi, morte per arresto cardiaco o suicidio. Le cause di morte sono collegate alle complicanze mediche e all’alto tasso di suicidio. I dati sulla mortalità sono in aumento, ma molto disomogenei sul territorio: si muore di più nelle regioni dove non ci sono strutture specializzate. La rete degli ambulatori multidisciplinari in Italia – prosegue – ha costituito un importante passo in avanti nel percorso di cura dei pazienti, ma è ancora presente in modo troppo disomogeneo sul territorio italiano: delle 126 strutture censite nel 2023 dall’Istituto Superiore di Sanità, il maggior numero dei centri (63) si trova nelle regioni del Nord (20 in Emilia Romagna e 15 in Lombardia), al Centro se ne trovano 23 (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). Per fortuna il governo Meloni ha deciso di rifinanziare per il 2025 il Fondo nazionale per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, ma attendiamo ancora di vedere i Dca inseriti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea)”. Per Dalla Ragione, autrice insieme a Raffaela Vanzetta di “Social Fame. Adolescenza, social media e disturbi alimentari” (Il pensiero scientifico editore) “chi lavora nel campo dei disturbi alimentari si è trovato negli ultimi anni a dover combattere contro un potentissimo fattore di diffusione del disturbo: i social media. Oggi i canali attraverso cui ragazzi e ragazze possono attingere a informazioni riguardo a metodi pericolosi per perdere peso sono moltiplicati a dismisura. E non solo: sono a portata di tutti App per il conteggio calorico o il dispendio energetico, e anche il semplice utilizzo dei social media ha un’influenza sull’autostima e contribuisce a cambiare l’immagine corporea di chi ne fa uso, determinando un aumento di sintomi depressivi, l’interiorizzazione di ideali di magrezza, pratiche di monitoraggio del corpo. Il tempo trascorso sui social media e lo sviluppo di disturbi alimentari appaiono quindi fortemente correlati”.

Napoli: al via primo master specialistico privato sanità pubblica

Napoli: al via primo master specialistico privato sanità pubblicaNapoli, 15 mar. (askanews) – Presentato questa mattina a Napoli, in occasione della Winter School 2024, il nuovo master universitario dell’Università Telematica Pegaso, in collaborazione con Motore Sanità, dal titolo “Formazione manageriale in materia di sanità pubblica”. Un accordo che, come spiega David Vannozzi, Direttore Generale Università Telematica Pegaso e Università Telematica Pegaso International Pegaso: “Prevede l’idealizzazione, la realizzazione e l’implementazione di corsi di formazione in comune e che sta dando i suoi effetti. Il primo di questi riguarda appunto il corso di formazione per Direttori Generali, amministrativi e sanitari e per Direttori di struttura complessa di aziende sanitarie e ospedaliere secondo la nuova normativa, per i quali abbiamo ottenuto dalla Regione Campania l’accreditamento del master che diventerà abilitante per l’esercizio di queste funzioni. Si tratta, come dicevo poc’anzi, della prima iniziativa di una serie che faremo insieme e che, speriamo, portino a un’integrazione tra il mondo accademico e la pratica operativa di tutti i giorni”. Soddisfatto anche Francesco Saverio D’Ascoli, Presidente CTS Pegaso: “Questo master rappresenta un significativo contributo alla crescita culturale e scientifica dell’area sanitaria all’interno dell’Università Telematica Pegaso, costituendo un ulteriore tassello fondamentale per il suo sviluppo”.


Si tratta di una svolta significativa nel panorama dell’istruzione universitaria italiana, come sottolinea Roberto Basta, Direttore del corso di formazione: “È la prima volta che un’università privata ottiene l’autorizzazione per questo tipo di iniziativa, un ambito tradizionalmente riservato al settore pubblico fino allo scorso anno. Questo master, del quale ho avuto l’onore di assumere la direzione, ha suscitato in me un entusiasmo particolare sia per i suoi contenuti che per la qualità dei docenti che vi parteciperanno. Credo fermamente che diventerà un punto di riferimento per coloro che aspirano a ricoprire ruoli direttivi o per i direttori generali già in carica, aprendo prospettive anche ad altre figure della dirigenza sanitaria. La mia responsabilità è garantire che questo master diventi un’esperienza formativa di alto livello, accessibile non solo ai professionisti del settore pubblico ma anche a quelli del sistema sanitario privato. Riteniamo che la sua offerta formativa sia essenziale per preparare i futuri manager del sistema sanitario nazionale e contribuire all’eccellenza del servizio. Ci impegniamo a fondo per assicurare un percorso di formazione di qualità, utile e stimolante”. E proprio la formazione manageriale, gli approfondimenti di norme e leggi, la divulgazione scientifica e la conoscenza dei processi di governance della Sanità in Italia e in Europa sono alla base della mission di Motore Sanità, evidenzia Giulia Gioda, Presidente Motore Sanità: “Stabilire dunque questa nuova collaborazione sinergica con l’Università Telematica Pegaso consente di estendere le nostre competenze e esperienze anche all’interno dell’ambito universitario. Con questo nuovo master Motore Sanità si impegna non solo a formare gli studenti, ma anche ad avvicinarli alla realtà regionale attraverso l’esperienza di docenti e tutor che vantano un bagaglio significativo nel settore dal management sanitario. Questa partnership rafforzerà ulteriormente la presenza di Motore Sanità nel panorama sanitario italiano con l’opportunità di accendere i riflettori sulla complessità delle realtà regionali allo stesso tempo autonome nel governo della Salute ma intimamente legate al filo del tessuto del sistema sanitario italiano”.

Allo Spallanzani workshop europeo per il contrasto al bioterrorismo

Allo Spallanzani workshop europeo per il contrasto al bioterrorismoRoma, 15 mar. (askanews) – Esperti provenienti da dieci Paesi europei si sono riuniti all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS di Roma per discutere e approvare le linee guida di risposta in caso di attacchi terroristici biologici e chimici. Il workshop si iscrive all’interno del progetto europeo “Joint Action Terror”, di cui lo Spallanzani fa parte come rappresentante unico per l’Italia, che ha l’obiettivo principale di colmare le lacune nella preparazione sanitaria e di rafforzare la risposta agli attacchi terroristici biologici e chimici attraverso un lavoro intersettoriale con i settori della sicurezza, della protezione civile e della sanità nel quadro della decisione 1082/2013/UE sulle gravi minacce transfrontaliere per la salute e successivo Regolamento (UE) 2022/2371. Nello specifico, l’INMI Spallanzani guida il Work Package 5 “Pianificazione di preparazione e risposta sanitaria agli attacchi terroristici biologici e chimici” in collaborazione con la UK Health Security Agency (Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito).


Come spiegato dal responsabile del Package, Francesco Vairo, “L’obiettivo principale del Work Package è rafforzare la condivisione di conoscenze, buone pratiche/esperienze tra Paesi per rafforzare la preparazione e la risposta contro agenti biologici e chimici in conseguenza di attacchi terroristici nell’UE e di migliorare/aggiornare le conoscenze relative ad alcuni agenti selezionati attraverso un processo di revisione delle linee guida esistenti e della letteratura. Il tempestivo riconoscimento dell’agente coinvolto, seguito da un’adeguata implementazione di misure di controllo e da un adeguato trattamento farmacologico, è fondamentale nel ridurre il rischio di ulteriore diffusione. È cruciale inoltre una gestione intersettoriale dell’evento con una collaborazione strutturata e continua tra sanità pubblica, forze dell’ordine e protezione civile. Infine, identificare la presenza di strategie e piani di preparazione e risposta contro possibili attacchi terroristici chimici e biologici permette di meglio comprendere il diverso livello di preparazione e risposta e migliorare il coordinamento tra Paesi in caso di eventi”.

Melanoma: in 1 anno persi in Europa oltre 100mila anni di vita

Melanoma: in 1 anno persi in Europa oltre 100mila anni di vitaRoma, 15 mar. (askanews) – “Non pensarci” è il peggior consiglio che si possa seguire per la prevenzione del melanoma. Un neo sospetto, infatti, non va mai ignorato o trascurato per troppo tempo. Uno studio internazionale, a cui hanno preso parte per l’Italia i ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli, ha rivelato che, tra il 2020 e il 2021, cioè nel periodo delle restrizioni per la pandemia Covid, i controlli ‘saltati’, i ritardi diagnostici e di cura hanno causato la perdita di ben 111.464 anni di vita in 31 paesi in Europa, con un costo complessivo pari a 7,1 miliardi di euro. Lo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, mostra che nello stesso periodo solo in Italia sono andati persi 15mila anni di vita. Per richiamare l’attenzione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce la Fondazione Melanoma e l’Istituto Tumori Pascale di Napoli hanno lanciato il nuovo cortometraggio dal titolo “Su noi due”, con protagoniste due volti noti della soap “Un posto al Sole”, Lara Sansone e Miriam Candurro, e con co-protagonisti altri due beniamini della tv, Gigi & Ross. Il corto, che dura poco più di dieci minuti, è diretto dal giovane Alessandro Montali e scritto da Chiara Macor. Il direttore artistico è Romano Montesarchio. Le comparse sono tutte infermieri veri e lo stesso corto è stato realizzato negli ambulatori dell’Istituto dei tumori di Napoli e nel presidio ospedaliero Ascalesi, da 4 anni accorpato al polo oncologico. Il corto è stato presentato questa mattina all’hotel Mediterraneo di Napoli, ma non può ancora arrivare sulle piattaforme televisive né nelle sale cinematografiche in quanto in lizza per i vari festival del Cinema, primo fra tutti quello di Venezia.


Il cortometraggio, prodotto da Bronx Film e con il supporto non condizionante di Bristol Myers Squibb, racconta la storia di due amiche con un approccio ben diverso alla prevenzione del melanoma: Anna, interpretata da Miriam Candurro, più scrupolosa che scopre di avere un melanoma nelle prime fasi della malattia; e Teresa, interpretata da Lara Sansone, meno attenta alla prevenzione che scopre di avere la stessa malattia della sua amica quando ormai il cancro ha già iniziato a diffondersi. Nel cortometraggio, quando Anna manifesta i suoi timori per un neo sulla sua coscia, la sua amica le consiglia sorridendo di “non pensarci”. “Pensarci è invece proprio quello che dobbiamo fare noi tutti”, sottolinea Paolo Ascierto, presidente Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale -. Anche per il melanoma, infatti, prevenire è meglio che curare. Perché nonostante questo tumore non ci spaventi più come in passato grazie alla disponibilità di farmaci innovativi, in primis l’immunoterapia che è in grado di guarire il 50% dei pazienti con malattia metastatica, la prevenzione e la diagnosi precoce restano le nostre migliori armi”. Più tardi si arriva alla diagnosi, più la malattia progredisce e diventa più complicato curarla. Proprio come è successo – e sta succedendo – alle migliaia di pazienti durante pandemia, a causa delle restrizioni, della carenza di personale e della paura di ammalarsi di Covid, hanno rimandato lo screening. “Il nostro studio, basato sui dati di 50.072 pazienti europei, stima che in circa il 17% delle persone con melanoma il cancro sarebbe progredito a uno stadio più alto nel periodo 2020-2021 a causa di soli 2 o 3 mesi di ritardi nella diagnosi o nel trattamento – precisa Ascierto -. Ci deve allarmare il fatto che, per una sola malattia, si siano persi così tanti anni di vita e che migliaia di pazienti abbiano subito un peggioramento della qualità della vita”. Il cortometraggio è dunque un invito a “pensare” alla prevenzione del melanoma, il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni in Italia (nel 2023 sono state stimate circa 12.700 nuove diagnosi, di cui 7.000 tra gli uomini e 5.700 tra le donne). “Questo è il periodo dell’anno ‘ideale’ per agire: la stagione estiva, più a rischio in termini di esposizione ai raggi UV, tra i principali fattori di rischio per il tumore alla pelle, è ancora lontana ma non troppo – spiega Ascierto -. Marzo e aprile possono essere i mesi ‘perfetti’ per sottoporsi alla mappatura dei nei, un esame diagnostico non invasivo che permette l’esame dell’epidermide, e che consente di individuare anomalie e irregolarità, eventualmente diagnosticando tumori benigni, o maligni, come il melanoma.Una diagnosi precoce è in grado di influenzare in maniera importante la prognosi di un paziente – conclude Ascierto -. L’aspettativa di vita per i pazienti con melanoma in stadio iniziale raggiunge il 95% a 10 anni dalla diagnosi. Per cui ‘pensiamo’ alla prevenzione e, soprattutto, ‘agiamo’ “.

Sonno “difficile” per 12 milioni italiani. 1 su 4 soffre di insonnia

Sonno “difficile” per 12 milioni italiani. 1 su 4 soffre di insonniaRoma, 14 mar. (askanews) – In occasione della Giornata Mondiale del Sonno che si celebra il 15 marzo, la Società Italiana di Neurologia (SIN) e l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) fanno il punto sui disturbi del sonno che solo in Italia colpiscono ben 12 milioni di persone. In particolare, si stima che circa 1 adulto su 4 soffra di insonnia cronica o transitoria, con una prevalenza del sesso femminile che risulta pari a circa il 60% del totale. Il 20% dei casi riguarda invece bambini e minori. Il sonno rappresenta una condizione importante e indispensabile per la vita stessa: indispensabile in quanto condizione necessaria alla sopravvivenza, importante per le modificazioni neuronali, biochimiche, metaboliche che avvengono con il sonno e durante il sonno.


“Un sonno frammentato e disturbato – dichiara Alessandro Padovani, Presidente della Società Italiana di Neurologia – favorisce la deposizione patologica nel cervello di proteine anomale, associate a fenomeni neurodegenerativi, all’infiammazione, all’arteriosclerosi. Riconoscere, quindi, un disturbo del sonno che comprometta qualità e durata del riposo notturno consente un tempestivo trattamento che eviterà anche pericolose conseguenze diurne quali disturbi dell’umore, cognitivi, di attenzione e sonnolenza”. “Il messaggio principale che lancia la World Sleep Society, promotrice dell’iniziativa, è “Equità del Sonno per la Salute Globale” – commenta Francesco Fanfulla, Presidente AIMS – .Il sonno è essenziale per la salute di tutti, ma purtroppo persistono differenze misurabili nella salute del sonno tra le popolazioni di tutto il mondo che ne rafforzano le disuguaglianze. Le cause di tali differenze sono numerose: condizioni e distruzioni ambientali, strutture e storie sociali, relazioni comunitarie e interpersonali e convinzioni e comportamenti individuali”.


Anche quest’anno L’AIMS promuove un evento unico, la Maratona del Sonno, nel corso del quale tutti i principali esperti italiani della Medicina del Sonno faranno una staffetta ideale dalle 8.00 del mattino alle 20.30 della sera, con relazioni di 30 minuti, per presentare al largo pubblico un quadro articolato delle conoscenze sui disturbi del sonno nell’ambito della salute (www.sonnomed.it) La Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day), che si celebra ogni anno nel venerdì che precede l’equinozio di primavera, è promossa contemporaneamente in ogni parte del mondo, dalla World Sleep Society e, in Italia, dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS).