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Oss. Amianto: killer silenzioso, rilanciare messa al bando globale

Oss. Amianto: killer silenzioso, rilanciare messa al bando globaleRoma, 27 gen. (askanews) – “Sono molti di più coloro che ogni anno perdono la vita a causa di malattie asbesto correlate e la stima dell’OMS comunque è parziale perché non tiene conto degli Stati che omettono la raccolta dei dati epidemiologici, spesso circoscritti soltanto al mesotelioma, al tumore del polmone e all’asbestosi. Sono molte altre ancora le patologie e l’amianto è una metafora della necessità di dover tener conto della tutela della salute rispetto a tutti gli agenti cancerogeni con prevenzione primaria e comunque di applicare il principio di precauzione, e di eliminare alla radice ogni forma di rischio. In questo mondo globalizzato, è fondamentale anche il ‘fair play’ che va e deve andare oltre lo sport”. Lo ha dichiarato Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto in occasione dell’evento: “Dall’ONA all’ONU: sostenibilità ambientale e sport” promosso dall’Osservatorio Nazionale Amianto con il Comitato Nazionale Italiano Fair Play, presieduto da Ruggero Alcanterini, che si è svolto al Salone d’Onore del CONI.


L’incontro, incentrato sulle tematiche della salute, ambiente, lavoro e tutela della dignità della persona umana per vincere contro l’amianto e tutti gli altri veleni che continuano ad uccidere, ha visto un’affollata partecipazione da parte di cittadini delle diverse realtà lavorative e territoriali. L’obiettivo è stato rilanciare la messa al bando globale dell’amianto per vincere questo killer e fermare la morte di 7.000 cittadini ogni anno solo in Italia, e circa 200.000 nel mondo, dati epidemiologici rilevati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Tra i relatori Paola Vegliantei, Presidente dell’Accademia della legalità, Luciano Tirindelli, Presidente dell’Associazione Scorta Falcone, Emanuele Cecconi, Davide Fabretti, Stefania Stazzi e Riccardo Antonelli (figli di vittima amianto), Luigi Abbate, Presidente Consiglio Comunale Foggia, Pasquale Trabucco, Associazione Fante tradito.

Roma, al Policlinico Campus Bio-Medico tornano gli “Education Box”

Roma, al Policlinico Campus Bio-Medico tornano gli “Education Box”Milano, 24 gen. (askanews) – Formare e informare cittadini, pazienti e caregiver su patologie, cure e stili di vita corretti. È questo l’obiettivo principale degli “Education Box” targati Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, incontri gratuiti e aperti al pubblico promossi con l’obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione e dell’educazione clinica. L’appuntamento, divenuto ricorrente lo scorso anno, torna anche nel 2025 con una serie di nuove iniziative. Un percorso divulgativo e informativo, sempre più capillare e diffuso, che si fonda sul concetto di umanizzazione delle cure e che mira a trasformare la medicina in un momento di condivisione.


Dall’udito al tumore del colon-retto, dalla malattia di Parkinson a quella di Alzheimer, passando per l’osteoporosi e il diabete, sono circa 20 gli incontri programmati per quest’anno, compreso quello in programma oggi, in occasione della Giornata Internazionale dell’Educazione, che punta a ispirare e formare chi desidera partecipare attivamente alla prevenzione e al percorso di cura. “Il principio che ha ispirato la nascita di questi incontri è la volontà di far sentire i pazienti e i loro familiari presi in carico da ogni punto di vista, non solo nelle cure ma anche sotto il profilo dell’informazione e della prevenzione”, ha sottolineato l’amministratore delegato e direttore generale del Policlinico Paolo Sormani, che poi ha commentato ancora: “Si tratta di un ulteriore tassello del nostro impegno per una sanità sempre più umana e attenta ai bisogni delle persone. Un sostegno concreto volto a coltivare il rapporto tra l’ospedale, le persone e il territorio”. “Raccogliere l’esperienza di pazienti e caregiver è fondamentale per migliorare continuamente la qualità del nostro approccio”, ha commentato il direttore clinico della fondazione, Rossana Alloni, per la quale “l’Education Box ci permette di ascoltare direttamente chi vive il percorso di cura, affinando così i materiali informativi e le nostre iniziative. Lo sguardo di chi ha vissuto la realtà della malattia e del trattamento è essenziale per garantire una cura sempre più centrata sulla persona”. “Vogliamo mettere al centro le esigenze e le preoccupazioni dei pazienti, supportandoli in ogni fase del trattamento”, le ha fatto eco il Direttore Patient Relationship del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico Marta Risari, secondo cui “questo approccio umano e personalizzato favorisce un’esperienza più serena e consapevole per il paziente, creando un ambiente di cura in cui le persone si possano sentire ascoltate e rispettate”.


Nel 2024 sono stati ben 24 gli appuntamenti con l’Education Box che si sono tenuti presso il Policlinico Campus Bio-Medico, con una presenza complessiva da parte di cittadini, pazienti e caregiver pari a circa mille persone in totale. I due appuntamenti di febbraio prossimo febbraio saranno rispettivamente dedicati all’epilessia e al tema della psicologia e delle malattie rare.

Sanità, Gimbe: è crisi del personale, persi oltre 28 mld in 11 anni

Sanità, Gimbe: è crisi del personale, persi oltre 28 mld in 11 anniMilano, 9 gen. (askanews) – “Se la spesa per il personale dipendente si fosse mantenuta ai livelli del 2012, quando rappresentava circa un terzo della spesa sanitaria totale, negli ultimi 11 anni il personale dipendente non avrebbe perso 28,1 miliardi, di cui € 15,5 miliardi solo tra il 2020 e il 2023, un dato che evidenzia il sacrificio economico imposto ai professionisti del Ssn”. Lo ha sottolineato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, durante l’audizione di ieri alla Camera davanti ai deputati della Commissione Affari sociali nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di riordino delle professioni sanitarie.


“Nel periodo 2012-2023 – ha spiegato Cartabellotta – il capitolo di spesa sanitaria relativo ai redditi da lavoro dipendente è stato quello maggiormente sacrificato”. In termini assoluti, dopo una progressiva contrazione da 36,4 miliardi nel 2012 a 34,7 miliardi nel 2017, la spesa ha iniziato a risalire raggiungendo 40,8 miliardi nel 2022, per poi scendere a € 40,1 miliardi nel 2023. Tuttavia, in termini percentuali sulla spesa sanitaria totale, il trend rileva una lenta ma costante riduzione: se nel 2012 rappresentava il 33,5%, nel 2023 si è attestato al 30,6%. “La carenza di personale sanitario – ha detto ancora Cartabellotta – unita all’impossibilità per le Regioni di aumentare la spesa per il personale dipendente a causa dei tetti di spesa, negli anni ha alimentato il fenomeno dei “gettonisti”: medici, infermieri e altri professionisti sanitari reclutati tramite agenzie di somministrazione del lavoro e cooperative, con i relativi costirendicontati come spese per beni e servizi”.


Secondo un report dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), relativo al periodo gennaio 2019 – agosto 2023, il fenomeno era già molto evidente nel 2019, con una spesa complessiva di quasi 580 milioni. Nel 2020 il valore è crollato a € 124,5 milioni, per poi risalire negli anni 2021-2022, fino a raggiungere, nel solo periodo gennaio-agosto 2023, 476,4 milioni, un valore doppio rispetto all’anno precedente.

Salute mentale, Maieusis: depressione e psicosi nuova pandemia per giovani

Salute mentale, Maieusis: depressione e psicosi nuova pandemia per giovaniRoma, 23 dic. (askanews) – “Depressione e psicosi colpiscono sempre più i giovani. Non bastano cicli di terapie riabilitative senza una società preparata a riaccogliere queste persone dando loro un’occasione reale di reinserimento e una speranza di futuro, superando anche l’isolamento e il dolore causato dallo stigma che la società attribuisce a chi soffre di problemi psichiatrici”. E’ questo l’appello lanciato dalla Comunità Maieusis che opera da anni nella regione Lazio nel settore della riabilitazione psichiatrica, con un metodo consolidato e risultati che hanno consentito a centinaia di ragazzi di tornare a vivere e a costruirsi un futuro.


“Le Istituzioni hanno il dovere di investire sulla salute mentale che dopo il covid è diventata la vera pandemia del terzo millennio”. Secondo le stime epidemiologiche, diffuse in occasione Giornata Mondiale della Salute Mentale che si celebra il 10 ottobre, a soffrire di disturbi psichici in Italia sarebbe almeno il 5% della popolazione, circa 3 milioni di persone, percentuale che sale al 10% se si includono anche i disturbi più lievi, come ad esempio gli attacchi di panico. Appena il 14% della spesa sanitaria globale è connessa ai disturbi neuropsichiatrici, inclusi depressione, psicosi e abuso di droghe e alcol. In particolare, nei Paesi in via di sviluppo circa il 75% delle persone affette da disturbi mentali non riceve alcun tipo di trattamento. In questo quadro drammatico, spiega Paola Marchetti, presidente di Confepi Salute “il ruolo delle comunità terapeutiche è fondamentale perché offrono un percorso di riabilitazione e reinserimento attraverso il metodo della comunità, decisivo anche per superare lo stigma sociale che si trovano a subire coloro che sono affetti da disturbi psichici. Su questi temi riteniamo che le Istituzioni debbano trovare presto maggiori investimenti, per non abbandonare al proprio destino milioni di giovani che hanno bisogno di assistenza”.

Cipess approva riparto fondo sanità 2024: 134 mld, +5,14 mld su 2023

Cipess approva riparto fondo sanità 2024: 134 mld, +5,14 mld su 2023Milano, 19 dic. (askanews) – “Il 2024 vede un significativo incremento delle risorse destinate al Ssn, con un importo di oltre 134 miliardi di euro e un delta positivo rispetto al 2023 di 5 miliardi e 140 milioni di euro”. Lo ha detto il sottosegretario alla salute, Marcello Gemmato, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi sugli esiti della riunione Cipess che ha approvato il riparto fra le Regioni e le Province Autonome delle disponibilità finanziarie per il Ssn nel 2024.


“È l’investimento in sanità pubblica più alto di sempre grazie agli incrementi previsti con le leggi di bilancio 2023 e 2024, e soprattutto conferma il trend di crescita del finanziamento al fondo sanitario nazionale mantenuto dal governo Meloni. La manovra 2025, infatti, prevede un incremento di oltre 2,5 miliardi di euro e ulteriori 4 miliardi nel 2026” ha evidenziato Gemmato. “Per il secondo anno vengono applicati i nuovi criteri di riparto del fondo sanitario nazionale, approvati nel dicembre del 2022 in linea con le richieste delle Regioni, che ne auspicavano la revisione dal 2015. Se lo scorso anno le Regioni del Centro-Sud avevano beneficiato di un incremento di risorse pari a 220 milioni di euro, quest’anno possono contare su 236 milioni di euro, un totale di 456 milioni di euro nel biennio 2023-2024 a sostegno di quei territori in cui il cosiddetto coefficiente di deprivazione è maggiore” ha aggiunto il sottosegretario.

Celiachia, a Natale meglio scegliere il menù gluten-free

Celiachia, a Natale meglio scegliere il menù gluten-freeRoma, 18 dic. (askanews) – Il brodo dei tortellini non è magro, l’insalata russa non sgrassa, l’ossobuco non è tutto osso, panettoni e torroni si mangiano solo a Natale – è vero – ma tanto poi ogni festività ha il suo dolce. Inutile fare buoni propositi, il Natale light non esiste, chi soffre di celiachia però deve prestare un’attenzione in più, perché – nella confusione dei pranzi e delle cene con i parenti – aumentano i rischi di mangiare del cibo in cui è finito accidentalmente del glutine. “Purtroppo, basta una distrazione – osserva Michele Mendola, fondatore della community online CeliachiaFacile e autore dell’omonimo best-seller. – È sufficiente usare lo stesso mestolo per girare sia il cibo normale che senza glutine, e chi soffre di celiachia rischia di rovinarsi tutte le Feste”.


Il primo consiglio, allora, è proprio quello di preparare cibi senza glutine per tutti gli invitati. “In questo modo si elimina completamente il rischio delle contaminazioni accidentali – prosegue Mendola. – Senza contare che è anche una questione di praticità: i pranzi e le cene delle feste già prevedono svariati piatti, e non sarà necessario pensare e gestire anche un menù separato per chi è intollerante”. Così facendo, in ogni casi, non si rinuncia al sapore: “I cibi senza glutine assicurano ormai degli standard di qualità elevatissimi, e sia in termini di sapore che di consistenza hanno le stesse proprietà dei cibi normali. Inoltre, sempre più aziende hanno lanciato sul mercato le versioni gluten-free delle specialità locali, e quindi non si rinuncia ai sapori tipici della tradizione. Anche chi adora cucinare, poi, potrà facilmente trovare farine senza glutine per preparare la ricetta che preferisce”. Per quanto riguarda la preparazione dei cibi: “La soluzione ideale è di usare pentole e stoviglie dedicate per il piatti gluten-free – aggiunge il creatore di CeliachiaFacile. – Questo perché alcuni cibi, come la pasta ad esempio, possono lasciare dei piccoli residui che non vengono via con un normale lavaggio. Altrimenti, è fondamentale essere molto scrupolosi quando si lavano pentole e utensili, e quantomeno usare stoviglie separate per chi soffre di celiachia. Se si utilizza il forno per cucinare, è buona regola sistemare i cibi senza glutine nella parte alta, sempre per evitare contaminazioni accidentali”. Mendola ricorda poi che una serie di cereali – come il riso, il grano saraceno e il mais – sono naturalmente privi di glutine e possono essere utilizzati senza preoccupazioni. Alcuni alimenti (carne, uova, pesce, frutta, legumi, verdura) chiaramente non contengono mai glutine e non presentano controindicazioni di sorta. Attenzione ai formaggi, “Nella maggior parte dei casi non contengono glutine, ad eccezione di quelli spalmabili per i quali conviene quindi leggere l’etichetta – spiega Mendola. – E lo stesso consiglio vale anche per i salumi, le caramelle e i torroni: anche se di norma non contengono farine o derivati, vi sono delle eccezioni, e quindi è bene accertarsene prima”. Per quanto riguarda gli alcolici, via libera a vino e spumante; semaforo giallo per i distillati come grappa, rum, whisky, vodka e gin: “la maggior parte non danno problemi, ma alcuni potrebbero contenere aromi o additivi vietati. Nel caso però devono essere riportati in etichetta” conclude il fondatore di CeliachiaFacile.

Cardiochirurghi, Michele Pilato è il nuovo presidente della SICCH

Cardiochirurghi, Michele Pilato è il nuovo presidente della SICCHRoma, 17 dic. (askanews) – Il cardiochirurgo Michele Pilato, direttore del Centro Cuore dell’IRCCS ISMETT di Palermo, è il nuovo presidente della SICCH. È quanto sancito dal Congresso nazionale della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca, svoltosi a Roma lo scorso week-end – che ha visto la partecipazione di 600 tra cardiochirurghi, cardiologi, anestesisti, perfusionisti, infermieri ed altri operatori sanitari – nel corso del quale è stato rinnovato il Consiglio Direttivo (in carica per il prossimo biennio 2025-2026).


Il Direttivo. Ratificate quindi anche le nomine di Mauro Rinaldi (vicepresidente), Michele Di Mauro (segretario), Fabio Barili (segretario scientifico), Giorgia Bonalumi (tesoriera), Francesco Onorati – Domenico Paparella – Franceso Pollari (consiglieri), Gianpiero Buttiglione (consigliere junior), Vladimiro Vida (responsabile Dominio Cardiopatie Congenite), Francesco Musumeci (rappresentante Fondazione Cuore Domani, in scadenza a marzo 2025). Il neopresidente. “È un grande onore ed un privilegio servire la Società in qualità di presidente. Il Congresso di quest’anno ha confermato l’eccellenza della cardiochirurgia italiana, mostrando la grande vitalità della nostra comunità scientifica – ha dichiarato il neopresidente Pilato -. Ringrazio tutti i miei predecessori, in particolare il presidente uscente prof. Alessandro Parolari, che tanto si è speso per portare la Società a tali livelli di eccellenza. Un ringraziamento anche a Pier Silvio Gerometta e Vittorio Creazzo, rispettivamente segretario e tesoriere uscenti dopo tanti anni di onorato servizio, svolto con grande senso di dedizione e partecipazione”.


“La continua evoluzione tecnologica richiede un continuo adattamento dei percorsi formativi e un’interazione proficua con le altre società scientifiche, per garantire sostenibilità, qualità ed appropriatezza al trattamento del paziente cardiopatico. Le sfide del futuro sono innumerevoli ed impegnative – ha inoltre sottolineato il direttore del Dipartimento per la cura e lo studio delle patologie cardio-toraciche e dei trapianti cardiotoracici dell’ISMETT -. La squadra appena costituita è solida, di alto profilo scientifico, e certamente darà il massimo per raggiungere gli obiettivi prefissati, in un percorso di continua crescita delle future generazioni di cardiochirurghi”.

Schillaci: prevenzione chiave contro malattie cardiovascolari

Schillaci: prevenzione chiave contro malattie cardiovascolariMilano, 13 dic. (askanews) – La prevenzione delle malattie cardiovascolari è la “chiave” per ridurne “incidenza e impatto”, oggi “crescente”, sulla salute degli italiani e sulla sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. Lo ha sottolineato il ministro della salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento al congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic) in corso a Roma.


Il ministro è evidenziato che già oggi queste malattie in Europa costano “il 2% del Pil”. In Italia, ha ricordato, a luglio l’Istat ha certificato la seconda posizione al mondo del Paese per longevità dopo il Giappone, “ma nessun Sistema sanitario nazionale potrà alla lunga essere sostenibile e universalistico come il nostro se non investiamo in prevenzione” ha ribadito. Per ridurre l’impatto “sociale e sanitario” della malattie cardiovascolari, ha proseguito Schillaci, occorre proseguire con l’approccio “basato sul ciclo di vita e sull’invecchiamento attivo” sostenuto dalla presidenza italiana del G7. Una “sfida che deve guardare in primo luogo alle prevenzione” ha concluso.

A Padova primo trapianto al mondo a cuore battente

A Padova primo trapianto al mondo a cuore battenteRoma, 11 dic. (askanews) – All’Azienda Ospedale-Università Padova effettuato il primo trapianto di cuore al mondo totalmente a cuore battente da donatore a cuore fermo: ad eseguirlo i professionisti della UOC Cardiochirurgia dell’Azienda, diretta dal prof. Gino Gerosa. Il paziente sta bene ed è in dimissione.


L’operazione, spiega l’ospedale, è “una rivoluzione che migliorerà i risultati del trapianto cardiaco da donatore a cuore fermo evitando l’arresto controllato del cuore, annullando il danno da ischemia e riperfusione sia al prelievo che al trapianto, assicurando una più rapida ripresa della funzione cardiaca, migliorando la performance cardiaca post operatoria”. Sempre il prof. Gerosa lo scorso 11 maggio aveva eseguito il primo trapianto in Italia da donatore a cuore fermo controllato.


Da ricordare, infine, che il 14 novembre 1985 nello stesso ospedale l’équipe della Cardiochirurgia del prof. Vincenzo Gallucci aveva portato a termine con successo il primo trapianto di cuore in Italia.

Diagnosi a 1 donna su 4 per disturbo legato a ciclo mestruale

Diagnosi a 1 donna su 4 per disturbo legato a ciclo mestrualeRoma, 10 dic. (askanews) – Le fasi della vita di una donna portano con sé sfide e caratteristiche peculiari. Il ciclo mestruale, la gravidanza, la menopausa e il periodo post-menopausa comportano infatti trasformazioni ormonali e fisiologiche che influenzano non solo il corpo, ma anche la mente, con un impatto significativo sulla qualità della vita quotidiana. Per questo diventa fondamentale prendersi cura della propria salute, sia fisica che mentale, ed è importante valutare approcci integrati, che combinano trattamenti volti al benessere fisico con supporto psicologico, che possono offrire alle donne strumenti preziosi per affrontare ogni fase con maggiore equilibrio e serenità.


Per accrescere la consapevolezza su queste tematiche, l’Unobravo Data Lab ha realizzato un’indagine interamente focalizzata sulla salute femminile, analizzando come le fluttuazioni ormonali associate alle diverse fasi della vita influenzano il benessere fisico e psicologico nella quotidianità. Salute femminile: 1 donna su 4 ha ricevuto una diagnosi per condizioni legate al ciclo mestruale.


Dall’Unobravo Data Lab è emerso che il 25,9% delle intervistate ha ricevuto una diagnosi medica per patologie legate al ciclo mestruale, come la sindrome dell’ovaio policistico o l’endometriosi, confermando quanto queste siano comuni e come rappresentino una sfida per molte donne. Queste problematiche colpiscono in modo significativo le donne tra i 26 e i 35 anni, una fascia d’età che da sola rappresenta il 60,1% dei casi diagnosticati (seguono le donne tra i 36 e i 45 anni, che costituiscono il 21% del totale), evidenziando come le difficoltà legate alla salute femminile si concentrino soprattutto durante le fasi più attive della vita riproduttiva, con importanti ricadute sul benessere complessivo delle donne.


Ciclo mestruale e menopausa: i sintomi vengono spesso sottovalutati anche dal personale sanitario. I dati rivelano inoltre una percezione diffusa: i sintomi, i disturbi e le patologie legati al ciclo mestruale e alla menopausa sono generalmente sottovalutati da parte dell’ambiente sociale circostante. Il 76% delle donne ritiene infatti che tali problematiche siano spesso minimizzate, anche in ambito familiare. Questo sentimento di incomprensione è ulteriormente evidenziato dal fatto che il 15,8% delle donne dichiara di non sentirsi adeguatamente o sufficientemente supportata da familiari e amici su temi legati alla salute femminile. Emerge, inoltre, un certo grado di insoddisfazione nei confronti dell’assistenza sanitaria: quasi una donna su quattro (24,9%) percepisce il proprio medico come poco preparato a trattare questioni specificatamente legate alla salute femminile, come il ciclo o la menopausa, mentre l’11% esprime un giudizio nettamente negativo sul trattamento ricevuto. Si sottolinea, dunque, un bisogno urgente di maggiore sensibilità, formazione e supporto sia sul piano personale che professionale, affinché ogni donna possa avere a disposizione il sostegno e le risorse di cui ha bisogno.


L’impatto negativo sul benessere psicologico del ciclo mestruale e della menopausa. I dati dell’Unobravo Data Lab mettono inoltre in evidenza il profondo legame tra ciclo mestruale, menopausa e benessere psicologico, mostrando quanto questi aspetti possano influire sulla qualità della vita quotidiana delle donne. Quasi tutte le intervistate (99,3%) riportano sintomi fisici o psicologici durante il ciclo, tra cui spiccano sbalzi d’umore (74,7%), gonfiore (70,5%), stanchezza (69%) e dolore (66,89%). Particolarmente marcati sono i risvolti psicologici: il 7,7% delle donne afferma che il ciclo mestruale ha un impatto “estremo” sul proprio stato psicologico, mentre il 28,5% lo descrive come “molto” significativo, con una prevalenza di casi, per entrambe le risposte, tra i 26 e i 35 anni. In particolare, oltre il 60% delle donne riferisce episodi di ansia o depressione, con il 26,1% che sperimenta tali disturbi “spesso” o “sempre”. La menopausa, che coinvolge circa l’8,2% delle intervistate, porta con sé ulteriori sfide legate ai cambiamenti ormonali. Tra i sintomi più diffusi emergono vampate di calore (51,4%), insonnia e calo della libido (entrambi segnalati nel 49,7% dei casi), ma anche disturbi dell’umore come ansia (46,9%), irritabilità (42,7%) e depressione (34,5%). Oltre un quarto delle donne (26,2%) riconosce una profonda influenza delle condizioni legate alla salute femminile nelle attività quotidiane, necessitando spesso di interventi specifici. Nonostante questo, però, il 38,6% dichiara di non aver cercato alcun tipo di supporto, evidenziando una lacuna significativa nel trattamento e nella sensibilizzazione. Tuttavia, il 22,8% delle donne ha scelto di affidarsi a un supporto psicologico, dimostrando l’importanza di un approccio multidimensionale per affrontare le implicazioni emotive e fisiche legate a questa fase della vita. Questo dato evidenzia anche il ruolo cruciale degli psicologi in Italia nel fornire sostegno durante momenti delicati. Oltre 9 lavoratrici su 10 vorrebbero l’introduzione di politiche tutelanti per queste specifiche fasi della vita. L’analisi dell’Unobravo Data Lab mette inoltre in luce l’urgenza di affrontare i temi del ciclo mestruale e della menopausa con un approccio più consapevole e inclusivo, sia in ambito sociale che lavorativo. La maggior parte delle donne intervistate (92,3%) ritiene fondamentale introdurre politiche mirate a supportarle durante le diverse fasi della vita. Questa esigenza è particolarmente sentita dalle lavoratrici dipendenti, che rappresentano il 71,7% delle voci a favore, seguite dalle libere professioniste (11,2%), segno di quanto il contesto professionale influisca sulla necessità di sostegno. Nonostante questa richiesta, il dialogo su questi argomenti rimane complesso, soprattutto negli ambienti di lavoro, dove quasi la metà delle donne (44,4%) dichiara di non sentirsi a proprio agio nel parlare di temi legati alla salute femminile con colleghi o superiori, evidenziando la persistenza di uno stigma culturale che ostacola il riconoscimento e la gestione di problematiche legate alla salute della donna in ambito professionale. “È fondamentale normalizzare la conversazione sugli effetti psicologici di ciclo mestruale e menopausa, promuovendo una maggiore consapevolezza e accesso a risorse adeguate. La salute mentale e il benessere emotivo femminile meritano la stessa attenzione della salute fisica: solo così possiamo costruire una società in cui le donne si sentano comprese, supportate e libere di affrontare queste esperienze senza pregiudizi o barriere”, afferma la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo. “Unendo le forze tra educazione, sensibilizzazione e politiche di sostegno mirato, è possibile creare un futuro in cui il benessere femminile sia una priorità condivisa, migliorando non solo la qualità della vita delle donne, ma anche il tessuto sociale nel suo complesso”. L’Unobravo Data Lab nella sua analisi sul benessere femminile può essere consultato a questo link: https://www.unobravo.com/dati/salute-della-donna-le-statistiche-sul-benessere-fisico-e-psicologico-femminile