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Congresso della Società italiana di pneumologia: futuro è adesso

Congresso della Società italiana di pneumologia: futuro è adessoRoma, 18 nov. (askanews) – Finisce oggi presso l’ALLIANZ MiCo di Milano il XXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Pneumologia (SIP – IRS), dal titolo “Pneumologia, il futuro è adesso”. Grande attenzione è stata data alla medicina di precisione e alla personalizzazione dei trattamenti nel campo delle terapie innovative. In particolare, le terapie biologiche stanno trasformando il trattamento di malattie come la fibrosi polmonare idiopatica – di cui si stima una presenza di circa 15.000 malati nel nostro Paese, con 4.500 nuovi casi ogni anno – e l’asma grave, che in Italia riguarda il 10% dei soggetti asmatici, quasi 300mila persone. Per quest’ultima patologia, l’introduzione di anticorpi monoclonali ha rappresentato un passo cruciale, migliorando significativamente la qualità di vita dei pazienti.


Tra le malattie respiratorie meno conosciute ma di crescente interesse vi sono le bronchiectasie, patologia cronica caratterizzata dalla dilatazione irreversibile dei bronchi, infezioni respiratorie ricorrenti e difficoltà nell’eliminazione del muco. Si stima che fino a 500 adulti su 100.000 soffrano di bronchiectasie, ma si tratta di una cifra sottostimata, poiché la diagnosi è spesso tardiva. “Le ricerche più recenti hanno rivelato una complessa componente infiammatoria, con un ruolo centrale del sistema immunitario – ha evidenziato il dottor Andrea Gramegna, medico pneumologo presso il Policlinico di Milano e Ricercatore presso l’Università di Milano-. Questo ha portato a un cambio di paradigma nel trattamento, con lo sviluppo di farmaci modulatori immunologici che mirano a ridurre l’infiammazione bronchiale. Questi approcci, grazie alla conoscenza più approfondita dei meccanismi molecolari e cellulari alla base della malattia, stanno aprendo la strada a interventi mirati e più efficaci”. (Segue)

LEA, nuovo decreto nomenclatori specialistica ambulatori e protesica

LEA, nuovo decreto nomenclatori specialistica ambulatori e protesicaRoma, 14 nov. (askanews) – Approvata in Conferenza Stato-Regioni l’intesa sul nuovo decreto del Ministero della Salute, di concerto con il Mef, che modifica il DM 23 giugno 2023 “Decreto Tariffe”. Il provvedimento entrerà in vigore dal 30 dicembre 2024 e aggiorna, dopo 28 anni, il nomenclatore delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e, dopo 25 anni, quello dell’assistenza protesica fermi rispettivamente al 1996 e al 1999.


Rispetto al DM del 2023, vengono aggiornate 1.113 tariffe associate alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica sulle 3.171 che compongono il nomenclatore, ovvero il 35% del totale. Rispetto alle tariffe vigenti (2012), l’impatto in termini di incremento delle risorse messe a disposizione dal Governo raggiunge i 550 milioni di euro. L’adozione del nuovo nomenclatore rispetto invece a quello pubblicato nel 2023, avrà un impatto di 147,3 milioni di euro per la finanza pubblica che si tradurrà in rimborsi più congrui riconosciuti a tutti gli operatori, pubblici e privati. Il Ministero della Salute, in pochi mesi, ha elaborato il nuovo nomenclatore, adeguando le tariffe sulla base di una metodologia che ha considerato, da un lato, i valori tariffari attualmente vigenti nelle 21 Regioni e Province Autonome, e – dall’altro – il costo pieno delle prestazioni grazie alla collaborazione di strutture pubbliche e private sul territorio nazionale.


Grazie alle numerose interlocuzioni tecniche avviate con le organizzazioni più rappresentative nei diversi settori interessati, si è giunti ad una proposta approvata dalla Commissione nazionale tariffe a cui partecipano rappresentanti delle Regioni, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di Agenas. L’entrata in vigore del decreto tariffe, ricorda il Ministero della Salute, è essenziale perché assicura su tutto il territorio nazionale la piena erogazione dei nuovi LEA (Dpcm 2017), superando le disomogeneità assistenziali tra i cittadini che potranno finalmente usufruire in ogni area della Nazione di prestazioni al passo con le innovazioni medico scientifiche per la specialistica ambulatoriale e per la protesica. Tra le novità per la specialistica ambulatoriale: l’erogazione omogenea su tutto il territorio delle prestazioni di procreazione medicalmente assistita incluse nei LEA; prestazioni per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia e malattie rare; prestazioni indispensabili ad approfondimenti diagnostici strumentali di alta precisione nell’ambito della diagnostica per immagini in grado di consentire diagnosi più rapide ed affidabili; enteroscopia con microcamera ingeribile, screening neonatali. Viene introdotta la consulenza genetica per coloro che si sottopongono ad una indagine utile a confermare o a escludere un sospetto diagnostico e si aggiornano le prestazioni di radioterapia assicurando a tutti gli assistiti l’erogazione di prestazioni altamente innovative come la radioterapia stereotassica, adroterapia e radioterapia con braccio robotico.


Tra le prestazioni previste per l’assistenza protesica: ausili informatici e di comunicazione (inclusi i comunicatori oculari e le tastiere adattate per persone con gravissime disabilità); apparecchi acustici a tecnologia digitale; attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti; arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo. L’adozione del nuovo nomenclatore tariffario, oltre a garantire, l’accesso ai nuovi LEA permette di procedere con l’aggiornamento dei LEA contenuto in due decreti (un DM e un dPCM) già predisposti dal Ministero della Salute. Questi provvedimenti assicurano un ulteriore ampliamento del diritto alla tutela della salute dei cittadini inserendo nuove importanti prestazioni all’interno dei Livelli essenziali di assistenza tra cui l’estensione degli screening neonatali a ulteriori patologie tra cui la SMA, e incrementeranno di 700 milioni di euro rispetto al 2012 le risorse a disposizione per l’assistenza ambulatoriale e protesica.


Il Ministero della Salute, inoltre, ha proposto l’inserimento in Legge di Bilancio di un provvedimento che permetterà di aggiornare le tariffe già nel corso del 2025. La stessa norma contiene, inoltre, la revisione della metodologia per l’aggiornamento continuo delle tariffe (con cadenza biennale) riferite alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica, di assistenza ospedaliera per acuti e per il post-acuto da basare sull’analisi dei costi rilevati in un panel di strutture sanitarie pubbliche e private su tutto il territorio nazionale consentendo così un più tempestivo allineamento tra i costi e le tariffe riconosciute agli operatori pubblici e privati.

Diabete, Mulè: nel 2025 screening nazionale su bambini e ragazzi

Diabete, Mulè: nel 2025 screening nazionale su bambini e ragazziRoma, 14 nov. (askanews) – “A poco più di un anno dall’approvazione della legge 130 del 2023 sullo screening a livello nazionale per il diabete di tipo 1 e la celiachia nella popolazione pediatrica sana, siamo qui a dire che lo screening pilota avviato in 4 Regioni (Lombardia, Marche, Campania e Sardegna) è stato fatto, grazie a una coalizione di volenterosi che ha lavorato per superare le difficoltà e arrivare al traguardo”. Lo ha detto il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, primo firmatario della proposta di legge sullo screening approvata all’unanimità nel settembre 2023, aprendo alla Camera il convegno dedicato alla “Giornata mondiale del diabete” che ricorre oggi.


“Siamo qui con l’Istituto superiore di sanità, medici, associazioni, accademici, che non hanno perso un giorno mettendo davanti a tutto la salute dei bambini, per presentare i risultati di questa fase pilota sulla base dei quali avvieremo nel 2025 lo screening nazionale, in tutta Italia. Avremo una mole di dati straordinaria che ci aiuterà a capire come evolve questa malattia”, ha aggiunto Mulè ricordando che il palazzo della Camera sarà illuminato di blu per la Giornata mondiale del diabete. “L’Italia è il primo Paese a dotarsi di questo strumento di prevenzione – ha evidenziato Mulè – e siamo pronti a fare molto di più, sappiamo che dobbiamo accompagnare le famiglie nella consapevolezza della gestione di questa malattia, anche con l’apporto di psicologi, con un approccio multidisciplinare”.

Sanità integrativa, solo 20% dei lavoratori conosce welfare aziendale

Sanità integrativa, solo 20% dei lavoratori conosce welfare aziendaleMilano, 13 nov. (askanews) – Sono 2,8 miliardi le prestazioni erogate a favore di oltre 14 milioni di italiani da parte della sanità integrativa, che rappresenta uno degli asset fondamentali del welfare aziendale ma, meno del 20% dei lavoratori occupati dichiara di conoscerne bene strumenti e dispositivi e il 35% dichiara di non avere alcuna conoscenza (VI rapporto Censis-Eudaimon). Sono questi i temi emersi oggi durante il tavolo di lavoro “Colazione CON…” promosso dall’Osservatorio Nazionale Welfare e Salute (Onws) a cui hanno partecipato i responsabili delle Risorse Umane di diverse aziende e rappresentanti di associazioni di categoria.


“Un appuntamento pensato per favorire uno scambio di punti di vista su un tema ormai acclarato e cioè quello che riguarda l’importanza del welfare contrattuale e in particolare della sanità integrativa, che ne è uno dei principali pilastri dal punto di vista economico e sociale – ha detto Ivano Russo, presidente di ONWS – Il welfare aziendale ha assunto una rilevanza fondamentale agli occhi dei lavoratori nella fase della scelta ma anche come incentivo per restare all’interno dell’azienda stessa, quindi in una prospettiva sia di recruiting che di retention del lavoratore. Un tema sempre più fondamentale che non può non avere un impatto sulla gestione delle risorse umane e su come le aziende approcciano alla questione del personale, rivoluzionando le politiche HR che storicamente sono ancorate quasi esclusivamente agli aspetti salariali. In sintesi: è sempre più importante conoscere che tipo di well being complessivo, di benessere, l’azienda mette a disposizione del proprio lavoratore”. Secondo una ricerca Nomisma, costruita intervistando un migliaio di lavoratori e i dirigenti di 150 imprese, 8 lavoratori su 10 scelgono il posto di lavoro anche sulla base dei servizi di welfare, evidenziando quindi l’attenzione dei lavoratori verso la salute e il benessere individuale, ma anche i servizi di supporto ai parenti anziani. “È quindi molto importante – continua Russo – che le parti datoriali, sia a livello aziendale che a livello associativo, si impossessino appieno delle conoscenze tecniche e di strategia, di visione, dei vari strumenti del welfare contrattuale, perché questo significa poter avere più frecce al proprio arco quando si tratta di costruire poi il rapporto con i propri dipendenti, anche per cercarli e per trattenerli”.


Urge intervento legislativo. Una discussione che si inserisce in un quadro più ampio, in cui è evidente la necessità di un intervento legislativo che dia completezza a quelle parti del welfare aziendale ancora regolate da norme frammentarie e incomplete, ma soprattutto occorre un quadro normativo definitivo e complessivo su questa materia.

4° Rare Diseases Award, pazienti premiamo migliori progetti su malattie rare

4° Rare Diseases Award, pazienti premiamo migliori progetti su malattie rareRoma, 13 nov. (askanews) – “Quest’anno abbiamo voluto dare più spazio a quelle iniziative che promuovono il concetto di Salute nella sua dimensione olistica, che propongono nuove soluzioni, strumenti e opportunità per mettere il paziente nella condizione di costruire il proprio percorso di vita”. Così Annalisa Scopinaro, Presidente di UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare, ha aperto la cerimonia di premiazione del 4° Rare Diseases Award, il premio in cui sono direttamente i pazienti a riconoscere e celebrare i progetti più meritevoli nel campo delle malattie rare. Anche questa edizione del premio promosso da UNIAMO in collaborazione con Koncept si è inserita nell’ambito del Forum Sistema Salute (12-13 novembre alla Stazione Leopolda di Firenze), che ha dedicato ampio spazio alle malattie rare e a come queste possano diventare un paradigma per trasformare l’intera sanità, valorizzando l’unicità di ogni individuo.


La Giuria del Premio, composta da cinque rappresentanti di altrettante Associazioni Federate ad UNIAMO, ha decretato i tre progetti vincitori: per la categoria Servizi vince il progetto “Pas – Pronti a Salpare” di IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli e Marinando ODV; per la categoria Sensibilizzazione vince il progetto “Women in Rare (WIR)” di Alexion, AstraZeneca Rare Disease in partnership con UNIAMO, Fondazione Onda ETS, EngageMinds HUB e ALTEMS; per la categoria Progetti di Inclusione e Integrazione vince “Esplorare per comunicare” di IC Piazza Filattiera 84, in partenariato con Biblioteche di Roma, Lega del Filo d’Oro, Istituto Sant’Alessio, Les Doits Qui Revent, Cooperativa Area sociale, Istituto Augusto Romagnoli, Cooperativa Segni di Integrazione. Claudio Finelli, Dirigente dell’Istituto che ha vinto nella categoria novità del 2024, ha così commentato: “Siamo davvero onorati e contenti di vedere riconosciuto il nostro impegno. Siamo una classe in cui, per esigenze didattiche, si usano la LIS, il Braille e la Comunicazione Aumentativa Alternativa. Stiamo lavorando affinché i nostri ragazzi di oggi diventino domani adulti consapevoli, capaci di interagire con chi ha una disabilità e interessati a scoprire la sua unicità. Ringraziamo di cuore tutti gli enti e i professionisti che ci supportano con assiduo impegno, perché senza di loro non saremmo arrivati fin qui. I ragazzi – conclude il Dirigente scolastico – si dicono fieri e orgogliosi di ricevere questo premio e ringraziano D. che, con la sua presenza, ha innescato tutta questa fucina di idee e di sperimentazioni. Una di loro ha definito questo percorso un “viaggio indimenticabile”.


“Con tre progetti finalisti, uno dei quali vincitore nella sua categoria, Alexion vede premiato per il secondo anno consecutivo il suo impegno nel campo delle malattie rare”, sottolinea Anna Chiara Rossi, VP e General Manager Alexion, AstraZeneca Rare Disease. ” Vorrei estendere questo riconoscimento così significativo a tutte le donne che devono convivere con queste patologie, sia come pazienti sia come caregiver. Women in Rare, il progetto vincitore, è nato per loro e con loro, attraverso la stretta collaborazione tra Alexion e diversi, qualificati interlocutori, in una logica di partnership che rappresenta una strada maestraper affrontare le esigenze sanitarie e sociali poste da malattie complesse e delicate come queste”. Il Dott. Luca Sangiorgi, Direttore della struttura Malattie rare scheletriche del Rizzoli ha ritirato il premio per la categoria Servizi: “Siamo felicissimi del riconoscimento e, soprattutto, dell’esito di questo progetto pilota di presa in carico a tutto tondo dei pazienti, anche superiore alle aspettative. Lo avevamo in mente da molto tempo e i risultati acquisiti, che attestano miglioramenti generalizzati degli 8 ragazzi protagonisti della settimana in barca a vela, aprono prospettive verso nuovi approcci per affrontare le malattie rare scheletriche”.


“Grazie a tutti i soggetti proponenti e, più in generale, a chi ogni giorno contribuisce, ognuno con il proprio ruolo, alla nostra”causa”: migliorare la qualità di vita delle persone con malattia rara e delle loro famiglie”, ha detto in conclusione la Presidente UNIAMO Scopinaro.

Software con IA guida il parto dando posizione bebé in tempo reale

Software con IA guida il parto dando posizione bebé in tempo realeMilano, 11 nov. (askanews) – Sviluppato un software basato sull’intelligenza artificiale che potrà essere incorporato a un ecografo e “guidare” il parto, fornendo informazioni precise e in tempo reale sulla posizione della testa del bebè e quindi suggerendo, in maniera chiara con un semaforo, agli operatori se procedere con la discesa naturale nel canale del parto, se usare la ventosa o se, addirittura, sia meglio passare a un cesareo d’urgenza.


Lo strumento, che potrebbe arrivare in sala parto a partire dal 2028, è stato sviluppato e validato nell’ambito di un lavoro pubblicato su The European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology e coordinato dal professor Tullio Ghi, dal 1 novembre professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università Cattolica, campus di Roma, e Direttore della Unità Operativa Complessa di Ostetricia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, con il supporto tecnico dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Lecce e dei colleghi della Clinica Ostetrica dell’Università di Parma. Lo studio multicentrico è stato realizzato nell’ambito del gruppo internazionale ISLANDS (International Study Group on Labor and Delivery Sonography) fondato dal professor Ghi e proseguirà adesso con una nuova ricerca prospettica selezionata dal Ministero della Salute tra i progetti di interesse nazionali (PRIN) e finanziata con un fondo di circa 200 mila euro. Il viaggio del feto nel canale del parto può non essere privo di ostacoli o di rischi: la malposizione del feto (condizione ostetrica in cui l’occipite del feto è orientato verso l’osso sacro e non verso il pube della madre) è tra le cause più comuni di un prolungamento o di un arresto della progressione del parto.


A seconda di come si posiziona la testa del bebè durante la discesa quindi ci potrebbe essere bisogno di utilizzare una ventosa per facilitare l’uscita o, nei casi più difficili, di ricorrere a un cesareo d’urgenza per la nascita in sicurezza per la mamma e per il piccolo. Valutare come è posizionata la testa può non essere facile, anche per l’operatore esperto, spiega il professor Ghi: quando la valutazione viene fatta con le dita si può incorrere in errori in un caso su 5, errori che possono ad esempio determinare l’applicazione della ventosa nel punto non corretto della testa con conseguente fallimento dell’estrazione del feto , prolungare il parto e, nei casi peggiori, causare un ritardo nella nascita di un bambino in stato di sofferenza . L’ecografia facilita il medico nel valutare con precisione la posizione della testa del bambino prima di usare la ventosa ma non tutti gli operatori che lavorano in sala parto sono in grado di utilizzare al meglio l’ecografo per ottenere informazioni accurate . Il software basato sull’intelligenza artificiale utilizza le immagini ecografiche per dare automaticamente risposte precise in tempo reale agli operatori, che visualizzeranno il ‘verdetto’ come un semaforo, rosso se non è il caso di procedere con la ventosa e se bisogna intraprendere la scelta del cesareo d’urgenza, verde se si può procedere con la ventosa, giallo se la situazione è incerta. Nello studio multicentrico pubblicato il software è stato validato finora sulla base di 2154 immagini ecografiche provenienti da 16 centri di tutto il mondo. Le prestazioni complessive del modello per la classificazione della posizione della testa fetale sono state eccellenti, spiega il professor Ghi, con un’accuratezza globale del 94,5% e una sensibilità del 95,6% (capacità di rilevare la malposizione della testa)


“Abbiamo sviluppato un modello di intelligenza artificiale applicato all’ecografia in grado di valutare automaticamente e in una frazione di secondo la posizione della testa fetale durante il parto, con un’accuratezza complessiva eccellente – sottolinea il professor Ghi – “Studi futuri dovranno validare il nostro modello su ampie popolazioni di pazienti prima di introdurlo nella pratica clinica di routine, ma riteniamo che se i risultati saranno positivi il software potrà entrare nella pratica clinica nel giro di 3-4 anni”.

Malattie rare come paradigma per l’intera sanità al Forum Sistema Salute

Malattie rare come paradigma per l’intera sanità al Forum Sistema SaluteRoma, 7 nov. (askanews) – Quest’anno il Forum Sistema Salute innova profondamente l’approccio alle malattie rare, elevandolo a paradigma per l’intera sanità. L’appuntamento per la 9ª Edizione è il 12 e 13 novembre alla Stazione Leopolda, Firenze. Tra i protagonisti Annalisa Scopinaro, Presidente di UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare, che nell’arco della due giorni sarà in particolare moderatrice, insieme a Domenica Taruscio, Già Direttrice del Centro Nazionale Malattie Rare dell’ISS, della sessione “Malattie Rare: umanizzare la diversità con il contributo sull’intelligenza artificiale”.


La sessione, prevista per il 13 alle 16.15, vedrà gli interventi di Giuseppe Recchia, Co-Founder e CEO, daVinci Digital, Milano; Co-Founder & CEO daVinci Digital Therapeutics srl Digital Biotechnology Company, Giorgia Zunino, Dirigente di Ricerca, Strategic Foresight, Policlinico San Martino IRCCS Genova, Fondazione Hedu-x, Sabrina Grigolo, Paziente esperto EUPATI, Accademia del Paziente esperto EUPATI, Paolo Salerno, Ricercatore e medico in sanità pubblica al CNMR dell’Istituto Superiore di Sanità, e Sandro Spinsanti, Fondatore e Direttore dell’Istituto Giano per le Medical Humanities e il Management in sanità. Poco prima, alle ore 13.00, verranno premiati i vincitori del 4° Rare Diseases Award, il premio assegnato direttamente dai pazienti promosso da Uniamo, in collaborazione con Koncept, che riconosce e celebra i progetti più meritevoli nel campo delle malattie rare. La Giuria del Premio, composta da 5 rappresentanti delle Associazioni Federate ad UNIAMO, ha già decretato i 3 progetti finalisti per ciascuna delle 3 categorie: Servizi, Sensibilizzazione e Progetti di Inclusione e Integrazione, la novità per il 2024.


“Con l’introduzione della nuova categoria – il commento della Presidente UNIAMO Annalisa Scopinaro – abbiamo voluto dare più spazio a quelle iniziative che promuovono il concetto di Salute nella sua dimensione olistica, che propongono nuove soluzioni, strumenti e opportunità per mettere il paziente nella condizione di costruire il proprio percorso di vita. Grazie a tutti i soggetti proponenti e, più in generale, a chi ogni giorno contribuisce, ognuno con il proprio ruolo, alla nostra “causa”: migliorare la qualità di vita delle persone con malattia rara e delle loro famiglie”. La madrina del premio sarà anche per questa edizione la Dott.ssa Domenica Taruscio. Ecco i progetti finalisti che si contenderanno le tre opere in ceramica realizzata dall’artista fiorentino Stefano Innocenti. Per la categoria Servizi: ” “Logos TextToSpeech” di Daniele, Ike e Davide ” “Pas – Pronti a Salpare” di IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli e Marinando ODV ” “Fabry’s Kitchen: il ruolo della nutrizione nella Malattia di Fabry e il ricettario Rare Book” del Centro di Coordinamento Regionale Malattie Rare Regione Campania in collaborazione con AIAF APS – Associazione Italiana Anderson-Fabry e realizzato con il contributo non condizionante di Chiesi Global Rare Diseases


Per la categoria Sensibilizzazione: ” “PRO4all: Pazienti PROtagonisti per la Salute di tutti” di Gruppo di lavoro PRO4all, composto da: AIM, AIOM, FICOG, SIN e Associazioni di pazienti AISM, FAVO, UNIAMO, in collaborazione con SDA Bocconi e il supporto non condizionato di Roche Italia ” “Women in Rare (WIR)” di Alexion, AstraZeneca Rare Disease in partnership con UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare, Fondazione Onda ETS, EngageMinds HUB e ALTEMS ” “gMG Your Way” di Alexion Pharma Italy e AIM (Associazione Italiana Miastenia) Per la categoria Progetti di Inclusione e Integrazione: ” “Vivo il presente, Affronto il Futuro” di UILDM Sezione di Sassari ” “Siamo iNFinite sfumature: oltre i segni della neurofibromatosi” di ANF Associazione Neurofibromatosi ODV; ANANAS APS – Associazione Nazionale Aiuto per la Neurofibromatosi Amicizia e Solidarietà; Associazione LINFAODV; Alexion, AstraZeneca Rare Disease ” “Esplorare per comunicare” di IC Piazza Filattiera 84, in partenariato con Biblioteche di Roma, Lega del filo d’oro, Istituto Sant’Alessio, Les Doits Qui Revent.

Terme Saturnia introduce Thermal Wellness Delivery: benessere a casa

Terme Saturnia introduce Thermal Wellness Delivery: benessere a casaRoma, 5 nov. (askanews) – Terme di Saturnia, nel cuore della Maremma Toscana, parte del gruppo Terme & SPA Italia, annuncia la partnership con Take Mi Home, start-up milanese che porta il benessere a domicilio rendendolo smart ed innovativo. “Questa partnership – informa una nota – rappresenta un passo significativo verso una visione moderna: i clienti potranno sperimentare i benefici del Terme di Saturnia Method nel comfort assoluto della propria casa con un semplice click”.


Il Terme di Saturnia Method è un insieme di protocolli olistici e innovativi, sviluppati per offrire un approccio completo al benessere. Il metodo, costantemente in evoluzione, si basa sull’uso dell’acqua termale di Saturnia – anche in forma liofilizzata attraverso i prodotti della linea Saturnia Beauty & Health – riconosciuta per le sue eccezionali proprietà detossinanti, antinfiammatorie e riequilibranti, e si fonda su alcuni pilastri fondamentali, tra cui un’alimentazione bilanciata, cure termali e trattamenti SPA, movimento fisico, riequilibrio energetico attraverso la naturopatia e, da oggi, anche trattamenti di home routine. “La partnership con Terme di Saturnia non solo ci permette di portare i nostri servizi a un nuovo livello di eccellenza – dichiarano Antonia Venuto, Beatrice Allegrini e Giovanna Allegrini, fondatrici di Take Mi Home – ma rappresenta un’alleanza strategica fondamentale per ampliare il nostro impatto sul mercato del wellness. Insieme, potremo raggiungere un pubblico sempre più vasto, offrendo trattamenti specializzati ed esclusivi, e consentendo ai clienti di prendersi cura di sé nella comodità del proprio ambiente domestico. Take Mi Home ha appena rilasciato una nuova piattaforma altamente performante, caratterizzata da un design cool e un’user experience immediata. La rigida selezione e l’alta qualità degli operatori, insieme all’ampia gamma di servizi disponibili 7 giorni su 7, dalle 7 alle 22, sono le caratteristiche che rendono il servizio Take Mi Home unico nel suo genere. Take Mi Home è nata per regalare il tempo per prendersi cura di sé stessi, offrendo la possibilità di farlo in totale serenità, nel comfort della propria casa”.

Salute tiroidea, anche l’alimentazione gioca un ruolo cruciale

Salute tiroidea, anche l’alimentazione gioca un ruolo crucialeMilano, 30 ott. (askanews) – In presenza di disturbi della tiroide, di cui soffrono oltre sei milioni di italiani, la dieta può diventare oggetto di dubbi e preoccupazioni per i pazienti. Lo testimonia il crescente numero di ricerche effettuate ogni giorno in rete sul complicato rapporto tra tiroide e alimentazione che mette in luce il bisogno degli utenti di fare chiarezza su questi temi. Per rispondere a questa esigenza è nata la campagna “Dal Palato alla Tiroide”, realizzata con il patrocinio della Società Italiana di Endocrinologia (Sie) e il contributo non condizionante di Ibsa Italy che, attraverso strumenti pratici come il volume di “ricette amiche della tiroide”, contribuisce a promuovere una maggiore consapevolezza nella popolazione sui disturbi tiroidei e il legame con la nutrizione.


Le disfunzioni della tiroide sono molto diffuse soprattutto tra le donne che si stima abbiano il 20% di probabilità di sviluppare disturbi tiroidei nel corso della vita. Tra queste l’ipotiroidismo è la più frequente: colpisce in Italia quasi 3 milioni di persone con un’incidenza più marcata nelle donne tra i 55 e i 64 anni. Questa condizione si manifesta spesso con sintomi quali stanchezza eccessiva, aumento di peso, intolleranza al freddo, pelle secca e pallida, rallentamento della frequenza cardiaca, depressione e problemi di memoria. “La prevenzione e la gestione efficace delle malattie tiroidee dipendono in gran parte da una corretta informazione e dall’adozione di buone pratiche quotidiane”, dichiara Maria Grazia Castagna, Professore Associato di Endocrinologia presso il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze dell’Università di Siena. “Nonostante siano spesso sottovalutate, si stima che le patologie della tiroide colpiscano tra il 5 e il 10% della popolazione italiana. Una diagnosi tempestiva è cruciale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e per questo è importante effettuare alcuni semplici esami di controllo in presenza di segni e sintomi indicativi di un’alterazione della funzionalità tiroidea, ma anche in persone a rischio o in chi ha una predisposizione familiare”.


La diagnosi precoce è fondamentale nella cura della malattia, così come lo è l’aderenza da parte del paziente alla terapia, una volta individuato il trattamento più adeguato. “La levotiroxina è il trattamento standard per l’ipotiroidismo e consente di ripristinare i livelli ormonali necessari per un corretto funzionamento del metabolismo. Tuttavia, la personalizzazione della terapia e il monitoraggio costante sono essenziali per garantire un equilibrio ottimale e una maggiore stabilità nel tempo”, commenta Annamaria Colao, Professore Ordinario Endocrinologia e Malattie del Metabolismo Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e Sviluppo Sostenibile, Università degli Studi di Napoli Federico II. “Grazie alla possibilità di avere diverse formulazioni disponibili, dai farmaci in compresse alle capsule molli fino alle formulazioni liquide, è possibile adattare il trattamento alle caratteristiche specifiche di ciascun paziente, migliorando così l’aderenza alla terapia e i risultati clinici complessivi”.


Nel mantenimento della salute tiroidea, anche l’alimentazione gioca un ruolo cruciale poiché questa ghiandola necessita di specifici micronutrienti per funzionare al meglio. In soggetti con ipotiroidismo, una dieta equilibrata deve essere inclusiva di alimenti ricchi di iodio e selenio, due elementi fondamentali per il corretto funzionamento della tiroide. “Un regime alimentare vario e personalizzato in base all’età e allo stile di vita rappresenta una valida strategia di prevenzione per alcune disfunzioni tiroidee, soprattutto quando arricchito con sale iodato, efficace a evitare le carenze di iodio, e con selenio, fondamentale per il metabolismo degli ormoni tiroidei e quindi per il buon funzionamento complessivo della ghiandola”, evidenzia la Professoressa Colao. “Per incoraggiare la prevenzione e sensibilizzare l’opinione pubblica, è essenziale fare chiarezza su quali alimenti possano realmente influire sulla salute della tiroide, sgombrando il campo da fake news e falsi miti che persistono numerosi intorno a questi temi”.


“Ne è un esempio la convinzione che eliminare il glutine dalla dieta possa migliorare la funzione tiroidea, anche in assenza di una diagnosi di celiachia o di sensibilità al glutine. In realtà, in condizioni normali eliminare il glutine non comporta alcun beneficio per la tiroide e al contrario se non gestito correttamente potrebbe determinare delle carenze nutrizionali”, continua la Professoressa Castagna. “È vero, tuttavia, che alcune forme di tiroiditi autoimmuni, in particolare la tiroidite di Hashimoto, si associano più frequentemente ad altre patologie autoimmuni come ad esempio la celiachia. Solo nel caso quindi in cui le due patologie coesistono è necessario adottare una dieta priva di glutine. In genarle, in caso di problematiche accertate, è sempre importante affidarsi ad uno specialista, evitando pericolose pratiche ‘fai da te”. La Campagna “Dal Palato alla Tiroide” si inserisce all’interno di un progetto più ampio che vede nel sito latiroide.it un vero e proprio hub informativo sulla tiroide con video pillole degli esperti, sezioni dedicate ai professionisti della salute, e un servizio per richiedere il consulto telematico di uno specialista. La Campagna sfata numerosi falsi miti sull’alimentazione, promuovendo consapevolezza e prevenzione delle malattie tiroidee attraverso informazioni chiare e aggiornate e un approccio molto pratico. È con questo spirito che è stato creato il ricettario “Dal Palato alla Tiroide”, pensato per chi desidera seguire un’alimentazione equilibrata, ricco di consigli e ricette per una dieta sana e bilanciata e adatta a chi soffre di disfunzioni della tiroide. Il ricettario è stato realizzato grazie al contributo degli utenti, alla collaborazione con specialisti endocrinologi e Sonia Peronaci. “È stato un piacere partecipare a questa iniziativa”, ha commentato Sonia Peronaci, foodblogger e fondatrice di GialloZafferano. “Credo molto nell’importanza di diffondere una corretta informazione su come l’alimentazione possa supportare la salute. Con semplici accorgimenti si possono fare scelte migliori e più consapevoli senza rinunciare al piacere della tavola” ha aggiunto. L’impegno di Ibsa Italy va oltre il semplice supporto alla campagna, riflettendo una visione di lungo termine a supporto della comunità dei pazienti e in più in generale della popolazione. “Ibsa è impegnata nella ricerca di soluzioni terapeutiche all’avanguardia e supporta iniziative vicine ai bisogni dei pazienti. Investire nella consapevolezza e nella prevenzione delle malattie tiroidee fa parte del nostro approccio alla salute a 360 gradi. Con la campagna ‘Dal Palato alla Tiroide’ vogliamo non solo fare educazione su questi temi, ma anche offrire risorse concrete e accessibili che migliorino la vita quotidiana dei pazienti.” conclude Greta Pizzamiglio Sr Product Manager di Ibsa Italy.

Progetto “Un Albero per la Salute”, sanità sempre più One Health

Progetto “Un Albero per la Salute”, sanità sempre più One HealthRoma, 29 ott. (askanews) – Il cambiamento climatico rappresenta un problema ed una sfida importante per il nostro tempo. L’aumento della temperatura globale è correlata con l’aumento dei gas serra nell’atmosfera ed in particolare con emissioni di CO2 che nell’ultimo ventennio sono aumentate in maniera significativa. Il cambiamento dei cicli delle precipitazioni e delle temperature interessano anche i boschi, le superfici agricole, le regioni montane così come le piante, gli animali e le persone che vi vivono. E nello specifico il settore sanitario è responsabile di circa il 5% delle emissioni globali di CO2 che sono in costante crescita. Per questo gli ospedali anche attraverso processi di digitalizzazione e di implementazione tecnologica, ma non solo, sempre maggiori nella Sanità, non possono prescindere da opportune strategie tese a perseguire gli obiettivi di sostenibilità della salute collettiva secondo la visione olistica One Health.


Su queste basi è nato l’anno scorso il progetto ‘Un Albero per la Salute’ della Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri) e del Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità che rientra nell’ambito del progetto dell’Arma “Un albero per il futuro”, realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente. In questa seconda edizione, presentata oggi a Roma presso “l’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola”, il progetto nazionale ha previsto la donazione e la messa a dimora (dopo i trenta del 2023) in 32 Ospedali Italiani di altrettanti giovani alberi da parte dei Carabinieri per la Tutela della Biodiversità. Ogni pianta potrà essere geolocalizzata fotografando uno speciale cartellino e sarà possibile seguirne la crescita su un sito web, apprezzando anche il risparmio di anidride carbonica (CO2). La durata complessiva del progetto sarà di 3 anni. Inoltre, durante l’evento sono stati donati a due scolaresche dei giovani alberi per sensibilizzare i ragazzi all’educazione alla tutela dell’ambiente.


“L’iniziativa ‘Un Albero per la Salute’ – spiega il Gen. D. Antonio Danilo Mostacchi, Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Biodiversità – che riconosce una ‘unica salute’ (One Health) basata sull’interconnessione e l’indissolubile legame che unisce esseri umani, animali ed ecosistemi ambientali, promossa e sviluppata dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con la FADOI, si innesta nel progetto ‘Un Albero per il Futuro’ con l’obiettivo di mettere a dimora migliaia di alberi non solo nelle scuole italiane ma anche all’interno degli ospedali e delle strutture sanitarie del territorio nazionale, per il ‘significativo’ contributo alle attività di contenimento dei temibili effetti dei cambiamenti climatici”. “Come Fadoi – spiega il Presidente Fadoi, Francesco Dentali – abbiamo nel nostro Statuto tra gli scopi Istituzionali quello del miglioramento e la definizione dei percorsi assistenziali e delle iniziative di educazione sanitaria. L’educazione sanitaria non ha solo una finalità comunicativa, informativa ma consiste nell’intervenire precocemente sui comportamenti, abitudini, azioni riguardanti le condizioni sociali, economiche ed ambientali che hanno un impatto sulla salute del singolo e della comunità. Ed è proprio in quest’ottica che, come Fadoi, riteniamo fondamentale sviluppare una maggiore consapevolezza dell’approccio olistico One Health secondo cui la salute delle persone e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente e si influenzano reciprocamente. Queste sono le basi su cui nasce il progetto ‘Un Albero per la Salute’ che con soddisfazione stiamo portando avanti insieme al Comando Carabinieri per Tutela della Biodiversità”.


“I cambiamenti climatici, il riscaldamento globale, la perdita di biodiversità, l’antibiotico-resistenza e l’inquinamento atmosferico, che rappresenta il principale fattore di rischio ambientale per la salute, confermano la necessità di guardare al domani con una visione One Health, implementando un approccio integrato, inclusivo e multidisciplinare per tutelare la salute degli ecosistemi e di tutti gli esseri viventi. L’idea del progetto va proprio in questo senso e ha l’obiettivo di creare un bosco diffuso davanti agli ospedali italiani”, sottolinea il Presidente della Fondazione Fadoi, Dario Manfellotto. “La salute dell’ambiente e quella delle persone sono profondamente legate. L’Ospedale Isola Tiberina – afferma Daniele Piacentini, Direttore Generale – intende contribuire a sensibilizzare maggiormente sull’importanza di prendersi cura dell’ambiente, considerando questa azione una componente essenziale della cura di noi stessi. A tal proposito, uno degli obiettivi del piano di rilancio che stiamo portando avanti, grazie al supporto e alla dedizione di tutto il personale, è ridefinire i percorsi di assistenza e cura dei pazienti, prestando particolare attenzione nel percorso terapeutico anche agli spazi destinati alla accoglienza e alla cura dove l’arte, la storia e le piante sono protagoniste e parti di un ecosistema salute”.


La FADOI è la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti che nasce nel 1995 con l’intento di promuovere lo sviluppo delle conoscenze medico-scientifiche e della ricerca clinica nell’ambito della Medicina Interna. La FADOI come da suo Statuto ha tra gli scopi Istituzionali il miglioramento e la definizione dei percorsi assistenziali e delle iniziative di educazione sanitaria. L’educazione sanitaria non ha solo una finalità comunicativa, informativa ma consiste nell’intervenire precocemente sui comportamenti, abitudini, azioni riguardanti le condizioni sociali, economiche ed ambientali che hanno un impatto sulla salute del singolo e della comunità. In quest’ottica la FADOI ritiene fondamentale sviluppare una maggiore consapevolezza dell’approccio olistico One Health secondo cui la salute delle persone e salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente e si influenzano reciprocamente. Il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri opera a tutela della qualità della vita e di un uso sostenibile degli ecosistemi del nostro Paese con la consapevolezza di quanto tutto ciò sia fondamentale per l’uomo e per gli altri esseri viventi. L’Arma dei Carabinieri ha il compito e la mission anche dell’educazione ambientale. Dalla consapevolezza e dalla importanza dei problemi ambientali sempre piu? pressanti per la società e per il mondo, nasce la collaborazione e la condivisione trasversale tra attori istituzionali e sociali del Paese finalizzate alla risoluzione delle delicate problematiche generate. L’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola con la nuova gestione, resa possibile dal 1° settembre 2022 grazie alla Fondazione per la Sanità Cattolica, istituita per volontà del Santo Padre Francesco nell’ottobre dello scorso anno, alla Fondazione Leonardo Del Vecchio, che insieme hanno dato vita alla SIT, Sanità Isola Tiberina, ha consentito di avviare un progetto di rilancio dell’Ospedale, gestito dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS attraverso la società benefit Gemelli Isola. L’Ospedale punta ad essere in un polo di riferimento per la sanità, un risultato che sarà frutto dell’integrazione della tradizione del Fatebenefratelli con il know how della Fondazione Policlinico Gemelli. Innovazione e tradizione sono le due linee di indirizzo di questa operazione che si inserisce nel solco della storia secolare dell’Ospedale.