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Media e digitale, Aidr: importanti adesioni al progetto Ue MetaEdicola

Media e digitale, Aidr: importanti adesioni al progetto Ue MetaEdicolaRoma, 2 mag. (askanews) – Sono 65 le adesioni dei mezzi d’informazione online e dalla società civile giunte da Italia, Spagna, Germania, Belgio e Slovenia, per la partecipazione al progetto denominato MetaEdicola, proposto dalla Fondazione Aidr (www.aidr.it) in collaborazione con la Fondazione Creativi Italiani (www.creativitaliani.it) e dai rispettivi partner, nell’ambito dell’avviso pubblico “Partenariati per il giornalismo”, promosso dalla Commissione europea all’interno del programma “Europa Creativa”.

Il progetto europeo MetaEdicola mira a supportare le organizzazioni dei media e del giornalismo indipendente, attivi in settori di particolare rilevanza per la democrazia e la partecipazione civica, come i media locali, regionali e comunitari, nell’adozione delle moderne tecnologie nella misura in cui ciò contribuisca al pluralismo dei media e a un panorama mediatico diversificato. Nello specifico, il progetto MetaEdicola consentirà di creare una realtà virtuale in cui ogni mezzo d’informazione avrà il suo spazio dedicato per gestire le notizie in modo smart e interattivo. I lettori, tramite avatar, avranno inoltre l’opportunità di interagire con le informazioni pubblicate, scambiare opinioni con altri lettori e con gli stessi giornalisti, creando così una comunità attorno a ciascuna notizia. “Si tratta di una grande opportunità per i mezzi d’informazione e per la società civile, di creare momenti di coinvolgimento, scambio e persino generare nuove notizie in tempo reale e attraverso le tecnologie, proprio nel momento in cui l’UE annuncia l’anno europeo delle competenze – ha sottolineato il presidente della Fondazione Aidr, Mauro Nicastri -. Sono ormai diversi gli anni che proponiamo il premio ‘Digital News’ con l’obiettivo di stimolare giornalisti, comunicatori e manager che collaborano con i mezzi d’informazione e che si distinguono per creatività, innovazione e pragmatismo nell’ambito dei contenuti digitali”.

“Il modo di accedere alle notizie – ha spiegato ancora Nicastri -, è profondamente cambiato nel corso di questi ultimi anni. Con il progetto MetaEdicola vogliamo supportare i mezzi d’informazione che sono importanti per la democrazia e che non hanno i mezzi per adattarsi ai moderni ambienti del digitale, creando nuove opportunità di coinvolgimento attorno alla notizia, affinché continuino a fornire una fonte di prima mano di notizie originali ai cittadini e contribuiscano a rendere responsabili i responsabili delle decisioni”.

Competenze digitali, Aidr: proposte Commissione Ue per superare divario

Competenze digitali, Aidr: proposte Commissione Ue per superare divarioRoma, 26 apr. (askanews) – La Commissione europea spinge sulle competenze digitali per lo sviluppo socioeconomico degli Stati membri. L’obiettivo è dotare entro il 2030 l’80% dei cittadini europei delle competenze digitali di base. Per questo, in occasione dell’Anno europeo delle competenze, l’esecutivo comunitario chiede ai 27 Paesi di accelerare la transizione, annunciando l’adozione di due proposte di raccomandazione.

“Si tratta di misure che mirano a sostenere gli Stati membri nel fornire ai cittadini europei istruzione e formazione digitale di alta qualità, inclusiva e accessibile – sottolinea il presidente della Fondazione Aidr, Mauro Nicastri -. Come ha dichiarato la Commissaria Ue per l’Istruzione, Mariya Gabriel, nel corso di una conferenza stampa a Strasburgo, le proposte contribuiranno alla creazione di un ecosistema digitale altamente efficace, comprendente infrastrutture, attrezzature e contenuti, e sosterranno le capacità e le competenze digitali di insegnanti e studenti”. “L’Italia – prosegue Nicastri – è stato il primo Stato a dare impulso all’Anno europeo delle competenze proclamato dal presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, con una serie di iniziative promosse dalla nostra Fondazione in collaborazione con Parlamento e la Commissione europea in Italia, che sono in corso di svolgimento già dal mese di febbraio nello spazio interattivo ‘Europa Experience – David Sassoli’ a Roma e in diversi territori italiani”.

“Il prossimo 9 maggio, in occasione della Festa dell’Europa, nello spazio interattivo di Piazza Venezia a Roma promuoveremo una manifestazione che vedrà la presenza delle massime autorità italiane e di parlamentari europei, con diverse scolaresche ambasciatrici del Parlamento europeo in Italia collegate attraverso il Metaverso. Invitiamo la commissaria Ue per l’Istruzione Mariya Gabriel – conclude Nicastri – ad unirsi a questa grande festa dell’Europa unita, globale ed inclusiva, grazie alle potenzialità del digitale”.

Università, “Smart&Hack” lancia sfide per giovani talenti innovazione

Università, “Smart&Hack” lancia sfide per giovani talenti innovazione

Roma, 18 apr. (askanews) – Arriva a Roma “Smart&Hack”, il talent dell’innovazione che per due giorni coinvolgerà studenti da tutta Italia nelle quattro sfide lanciate da varie aziende sulle città intelligenti e sostenibili. L’iniziativa, promossa dalla società di selezione Risorse, è stata presentata questa mattina presso la facoltà di Ingegneria civile e industriale dell’università La Sapienza di Roma.

Giunta alla quinta edizione, si pone l’obiettivo di ridurre il gap tra università e lavoro e di favorire l’avvio di percorsi professionali. La manifestazione si svolgerà il prossimo 9 maggio in digitale presso la Casa delle tecnologie emergenti e il 10 maggio presso Palazzo Valentini e avrà come tema “Smart City: come una cultura più inclusiva e sostenibile può offrire un’esperienza migliore alla community”. Ideata durante la pandemia, la competizione online vedrà protagonisti giovani innovatori delle università italiane tra cui La Sapienza di Roma, l’università di Roma Tor Vergata, la Luiss Business School, l’università di Catania, l’università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, l’università Federico II di Napoli, l’università di Bologna, l’università di Parma, l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e l’università Bicocca di Milano. A prendere parte saranno anche gli studenti degli istituti tecnici superiori di diverse regioni italiane.

I concorrenti avranno il compito di sviluppare nell’arco di otto ore progetti innovativi, mettendosi alla prova con una delle sfide lanciate rispettivamente da Avio, Dea Capital, Fondazione EuroRoma 2024 e Zucchetti. In palio per il team vincitore ci sarà un doppio premio: l’avvio della collaborazione con l’azienda che avrà lanciato la sfida e buoni Amazon per un totale di 1.500 euro per team. Alla squadra che presenterà il progetto più innovativo, ‘Smart&Hack Innovation Award’, sarà data la possibilità di partecipare con un keynote speech all’evento “Summit Venti23” il 23 novembre 2023 a Roma, organizzato da Innovation Manager Hub, la prima Community dedicata al mondo dell’innovazione. “Smart&Hack vuole promuovere un ecosistema innovativo per la città del futuro – ha spiegato Alessia Scarpa, responsabile dell’innovazione dell’agenzia per il lavoro Risorse -. La competizione permetterà di sostenere l’innovazione intelligente, sostenibile e inclusiva”.

In questa direzione vanno le quattro sfide lanciate dalle imprese che operano in Italia: Avio chiederà ai giovani di ideare un programma di attrazione e ingaggio dei talenti; Dea Capital farà concentrare gli studenti su come valorizzare e comunicare le politiche ESG promosse nell’ambito del settore immobiliare; Fondazione EuroRoma 2024 lancerà la sfida su una campagna di comunicazione che includa un’app per la gestione dell’evento sportivo; Zucchetti, infine, richiederà ai partecipanti di ideare dei “supereroi” che mettano ordine al caos della smart city, aiutando le persone a ritrovare l’equilibrio perduto tra vita privata e lavoro e a prendersi cura delle città. “Creare un network di giovani talenti è una sfida stimolante e di valore. Con l’appuntamento di Roma desideriamo sviluppare nuove sinergie tra le istituzioni pubbliche e private, dando la possibilità a tanti giovani di entrare in contatto con aziende d’eccellenza e di avviare percorsi professionali”, ha commentato Marco Pagano, CEO di Risorse.

Le iscrizioni saranno aperte fino al 21 aprile tramite il sito: https://www.risorse.it/smart-hacks/smarthack-roma-2023/. A giudicare i lavori sarà una giuria qualificata di professionisti dell’innovazione.

Pnrr, Scuttari (CoDAU): per raggiungere meta 2026, cambiare approccio

Pnrr, Scuttari (CoDAU): per raggiungere meta 2026, cambiare approccioRoma, 17 apr. (askanews) – In occasione dell’evento annuale dedicato ai Gruppi di Lavoro CoDAU su Ricerca e Terza Missione, svoltosi presso l’Università Europea, il Presidente del CoDAU (Convegno dei Direttori Generali delle Amministrazioni Universitarie) Alberto Scuttari è intervenuto su diversi temi centrali per il futuro delle Università italiane e sulle sfide attuali nella gestione dei fondi PNRR. In particolare Scuttari ha sottolineato la centralità del ruolo del management per raggiungere i risultati che sono attesi dagli Atenei e dagli altri enti di partecipazione pubblico-privata che sono veicolo del PNRR. “I progetti PNRR che le università stanno portando avanti e che valgono un sesto del PNRR, dovranno concludersi entro il 2026 producendo un impatto positivo per l’intero Paese dal punto di vista della crescita scientifico-tecnologica – ha affermato Scuttari – e questo richiede che le amministrazioni universitarie privilegino l’efficacia rispetto al mero rispetto della procedura, all’interno di un contesto di regole che va tuttavia ancora semplificato. Un salto quantico che è una grande opportunità che deve essere raccolta. Il rinforzo del potenziale della ricerca, con nuove attrezzature e nuovi ricercatori, deve essere accompagnato da una parallela crescita qualitativa e quantitativa delle risorse amministrative, tecniche e manageriali, per dare fiato e durevolezza ai progetti. Vanno anche sfoltiti quei passaggi multipli tesi al controllo meramente formale, eliminati i vincoli nell’attrazione e valorizzazione delle persone e trovate efficaci forme di comunicazione ai portatori di interesse circa l’impatto delle attività finanziate”.

Scuttari ha quindi insistito sulla necessità che il CCNL di comparto attualmente in discussione incorpori strumenti organizzativi e gestionali che permettano agli atenei di affrontare queste sfide.

Juice, Sapienza alla guida dello strumento di radioscienza 3GM

Juice, Sapienza alla guida dello strumento di radioscienza 3GMMilano, 14 apr. (askanews) – La missione dell’Esa, sfociata nel lancio in orbita della sonda JUICE (Jupiter Icy Moon Explorer) che raggiungerà Giove nel 2031, vede un’importante partecipazione dell’Italia attraverso l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e diversi enti e università tra i quali Sapienza Università di Roma, che hanno partecipato alla realizzazione di 3 strumenti: lo strumento di radioscienza e geofisica 3GM, il radar RIME, la camera JANUS.

3GM (Gravity and Geophysics of Jupiter and the Galilean Moons), guidato da Luciano Iess, del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza, comprende un transponder in banda Ka e un oscillatore ultrastabile (USO), realizzato dall’Agenzia Spaziale Israeliana (ISA). Questo insieme di strumenti sarà utilizzato per misurare il campo di gravità e la struttura profonda delle lune ghiacciate, per determinare l’estensione dell’oceano interno di Ganimede e per studiare l’atmosfera di Giove. La strumentazione di 3GM comprende anche un accelerometro ad alta precisione (HAA), necessario per calibrare i disturbi dinamici interni del satellite, in particolare dovuti al movimento del propellente nei serbatoi. RIME (Radar for Icy Moon Exploration), radar sottosuperficiale ottimizzato per penetrare la superficie ghiacciata dei satelliti galileiani fin alla profondità di 9 km con una risoluzione verticale fino a 30 m.Il radar RIME è frutto di una collaborazione tra l’Università di Trento e il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA. JANUS (Jovis, Amorum ac Natorum Undique Scrutator) è una camera ottica per studiare la morfologia e i processi globali regionali e locali sulle lune e per eseguire la mappatura delle nubi di Giove. Importante, inoltre, il coinvolgimento italiano per quanto riguarda la testa ottica dello strumento MAJIS (Moons and Jupiter Imaging Spectrometer), uno spettrometro iper-spettrale a immagine per osservare le caratteristiche e le specie minori della troposfera di Giove nonché per la caratterizzazione dei ghiacci e dei minerali sulle lune ghiacciate. Ai team scientifici dei quattro strumenti finanziati dall’Asi partecipano molte università e istituti di ricerca italiani e stranieri. I Principal Investigator di 3GM, RIME e JANUS appartengono rispettivamente a Sapienza Università di Roma, all’Università di Trento e all’Inaf – Istituto Nazionale di Astrofisica, a cui appartiene anche il Co-Principal Investigator di MAJIS.

La missione Juice dell’Esa in viaggio verso Giove e le sue lune

La missione Juice dell’Esa in viaggio verso Giove e le sue luneRoma, 14 apr. (askanews) – La missione dell’Agenzia spaziale europea Juice ha iniziato il suo lungo viaggio verso Giove e le sue lune Callisto, Europa e Ganimede. Il secondo tentativo di lancio – dopo lo stop arrivato ieri per condizioni meteo avverse con pericolo di fulmini – è andato oggi a buon fine. Il razzo Ariane 5 con a bordo la sonda europea è partito come previsto alle 14.14 ora italiana dalla base di Kourou in Guyana francese. E’ iniziato dunque il viaggio di Juice (Jupiter Icy Moons Explorer) che impiegherà circa 8 anni per raggiungere, nel luglio 2031, il gigante gassoso – distante oltre 600 milioni di chilometri dalla Terra – dopo aver effettuato flyby con Venere, con la Terra e con il sistema Terra-Luna una manovra quest’ultima che consentirà un risparmio significativo di propellente. La sonda trascorrerà molti mesi intorno a Giove completando sorvoli ravvicinati di Europa, Ganimede e Callisto ed effettuando un tour orbitale di Ganimede la più grande delle tre Lune, considerata quasi un nano-pianeta con caratteristiche molto particolari come la presenza di una sottile atmosfera ricca di ossigeno, oceani sotterranei che potrebbero potenzialmente ospitare forme di vita, ed è l’unica luna del Sistema Solare ad avere un proprio campo magnetico. La missione scientifica di Juice inizierà 6 mesi prima dell’arrivo a Giove e l’Esa si aspetta che le prime immagini interessanti potranno arrivare nel febbraio 2032 dopo il primo flyby di Ganimede e il primo passaggio ravvicinato al pianeta. L’obiettivo della missione – che ha una durata nominale di 4 anni ed è stata selezionata nel 2012 come prima missione di classe Large del programma Cosmic Vision- è lo studio delle lune ghiacciate dotate di oceani di acqua per capire se possa esserci o esserci stata in passato vita sul sistema gioviano. La comunità scientifica si aspetta importanti informazioni sul sistema gioviano per poter formulare teorie sempre più precise riguardo alle condizioni di formazione dei pianeti e delle loro lune, e per lo studio di ambienti in grado di ospitare la vita. Juice vede una forte partecipazione del nostro Paese che sotto l’egida dell’Agenzia spaziale italiana ha imbarcato sulla navicella tanta scienza e tecnologia, frutto del lavoro di enti, università e industrie italiane. Dei 10 strumenti a bordo tre – la camera ottica JANUS, il radar RIME, lo strumento di radio scienza 3GM – sono sotto la guida dell’Italia (e la metà sotto la responsabilità dell’Inaf) con principal investigator, rispettivamente, Pasquale Palumbo dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, Lorenzo Bruzzone dell’Università degli Studi di Trento e Luciano Iess della Sapienza di Roma; e uno, lo spettrometro MAJIS, frutto di un accordo bilaterale tra l’Asi e l’agenzia spaziale francese Cnes, è sotto la responsabilità francese ma ha come co-principal investigator Giuseppe Piccioni dell’Inaf di Roma. La realizzazione degli strumenti ha visto il coinvolgimento dell’industria nazionale. La camera multispettrale ad alta risoluzione JANUS e la testa ottica di MAJIS sono state realizzate da Leonardo, mentre il radar RIME e lo strumento 3GM sono stati realizzati da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%) in Italia. Leonardo ha anche fornito i pannelli solari di JUICE, i più grandi mai realizzati per una missione interplanetaria, con una superficie di 85 metri quadrati, per fornire la potenza elettrica necessaria a una distanza di oltre 750 milioni di km dal Sole dove le temperature raggiungono i -230°C. La generazione costante di energia elettrica è un requisito indispensabile, senza il quale la missione non potrebbe perseguire gli obiettivi scientifici. Strumenti preziosi affidati a un veicolo spaziale attrezzato per affrontare durante il suo lungo viaggio condizioni estreme: temperature superiori a 250°C durante i sorvoli ravvicinati di Venere che scendono drasticamente a -230°C in prossimità di Giove; scarsità di luce, 25 volte più debole che sulla Terra; forti radiazioni. A bordo di Juice anche un omaggio a Galileo che, per primo, nel 1610 osservò con un telescopio Giove e le sue quattro lune più grandi (Io, Europa, Ganimede e Callisto) notando che questi quattro piccoli corpi, da allora noti come “satelliti galileiani”, cambiavano posizione notte dopo notte. Più di 400 anni dopo un veicolo spaziale sorvolerà le lune di Giove in cerca di risposte sulla formazione dei pianeti e sul Sistema solare, portando con sé idealmente lo scienziato che per primo le osservò: sulla sonda è stata infatti collocata una placca con alcune immagini dalla copia del “Sidereus Nuncius” – il volume in cui Galileo pubblicò le sue osservazioni – messa a disposizione dall’Inaf.

Iride, Cheli (Esa): contratti aggiudicati nei tempi, ora la fase 2

Iride, Cheli (Esa): contratti aggiudicati nei tempi, ora la fase 2Roma, 12 apr. (askanews) – Siamo molto soddisfatti del lavoro fatto dal team integrato Esa-Asi per lo sviluppo di Iride e del lavoro fatto con le aziende italiane “che sono state capaci di rispondere alle gare in tempi molto stretti, tempi imposti dal Pnrr e dalla Commissione europea per l’Italia. Un grande successo di tutti. Ma questa è solo la fase uno, adesso bisogna lavorare per realizzare quanto previsto per arrivare puntali alla data del lancio alla fine del 2025”. Così Simonetta Cheli, direttore dei Programmi di Osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale europea e capo dell’Esrin durante l’evento organizzato all’Esrin di Frascati per presentare IRIDE, uno tra i più importanti programmi spaziali satellitari europei di Osservazione della Terra, alla presenza di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega allo Spazio, di Roberto Formaro Direttore dei Programmi dell’Agenzia Spaziale Italiana e Guido Levrini Programme Manager di IRIDE dell’Esa.

IRIDE sarà realizzata in Italia su iniziativa del Governo grazie alle risorse del PNRR, con un budget complessivo di 1 mld e 70 mln di euro, e sarà completata entro il 2026 sotto la gestione dell’ESA – European Space Agency – e con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). L’ESA ha raggiunto il primo degli obiettivi programmatici imposti dal PNRR, ovvero l’aggiudicazione di tutti i contratti entro il termine del 31 marzo 2023. Il comparto industriale spaziale italiano partecipa al progetto con oltre 47 aziende, che costruiranno il sistema e offriranno servizi agli utenti. Tra le aziende che concorrono, a vario titolo, al programma Iride ci sono Leonardo, Thales Alenia Space Italia, Sital, D-Orbit, Optec, Argotec, Officina Stellare, Medialario, Telespazio, Exprivia. Rilevante anche l’adesione di oltre 10 Amministrazioni, – evidenzia l’ESA – che rappresentano circa il 23% della superficie italiana, il 37% della popolazione, il 33% del PIL nazionale, che utilizzeranno i dati che IRIDE metterà a disposizione nei prossimi anni.

La costellazione satellitare – i contratti firmati prevedono 34 satelliti che saranno lanciati con Vega C, con un’opzione addizionale per altri 35 – insieme ad altri sistemi spaziali nazionali ed europei, è concepita per servire le Amministrazioni Pubbliche, quali la Protezione Civile e molte altre, per contrastare il dissesto idrogeologico e gli incendi, tutelare le coste, monitorare le infrastrutture critiche, la qualità dell’aria e le condizioni meteorologiche. Fornirà, infine, dati analitici per lo sviluppo di applicazioni commerciali da parte di startup, piccole e medie imprese e industrie di settore. In particolare IRIDE offrirà 8 macro servizi relativi al monitoraggio marino e costiero, alla qualità dell’aria, al monitoraggio dei movimenti del terreno, alla copertura del suolo, all’idro meteo clima, al monitoraggio delle risorse idriche, alla gestione delle emergenze e alla sicurezza. IRIDE è un sistema end-to-end costituito da costellazioni di satelliti LEO (Upstream Segment), dall’infrastruttura operativa a terra (Downstream Segment) e dai servizi destinati alla Pubblica Amministrazione italiana (Service Segment). Essendo basata su una serie di strumenti e tecnologie di rilevamento diverse, la costellazione IRIDE sarà unica nel suo genere; spazia dall’imaging a microonde (tramite Radar ad Apertura Sintetica, SAR), all’imaging ottico a varie risoluzioni spaziali (dall’alta alla media risoluzione) e in diverse gamme di frequenza, dal pancromatico, al multispettrale, all’iperspettrale, alle bande dell’infrarosso. Iride può essere considerata una costellazione di costellazioni.

“L’Europa – ha sottolineato Simonetta Cheli – guadagna un sistema complementare nazionale al sistema europeo Copernicus con dati in più, con risoluzioni maggiori e con una ripetitività in termini di revisit sull’Italia, che non vuol dire solo l’Italia ma anche il Mediterraneo”. Se il sistema guarda innanzitutto agli utenti istituzionali italiani, le potenzialità dei prodotti e dei servizi che potranno derivare da Iride hanno valenza europea interessando diversi ambiti come monitoraggio e gestione dei beni culturali, dissesto idrogeologico, disastri naturali. Iride, conclude Simonetta Cheli, “è un progetto abbastanza unico sia in termini di investimenti, un miliardo e 70 milioni di euro, sia in termini di architettura sia in vista di quello che potrà offrire in termini di dati”.

Urso: il settore spaziale è il Made in Italy del futuro

Urso: il settore spaziale è il Made in Italy del futuroRoma, 12 apr. (askanews) – “Ministero delle Imprese, del made in Italy e dello Spazio. In questa denominazione c’è tutto il meglio del nostro Paese. Il settore dello spazio è il Made in Italy del futuro”. A dirlo il ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega allo Spazio Adolfo Urso intervenendo all’Esa Esrin di Frascati all’evento di presentazione di IRIDE, uno tra i più importanti programmi spaziali satellitari europei di Osservazione della Terra che sarà realizzata in Italia su iniziativa del Governo grazie alle risorse del PNRR per 1 mld e 70 mln di euro e sarà completata entro il 2026 sotto la gestione dell’ESA – European Space Agency – e con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

“La puntualità della firma dei contratti, il 31 marzo scorso, per la costellazione italiana di Osservazione della Terra Iride – ha detto ancora il ministro – è di buon auspicio nella timeline del Pnrr” del nostro Paese: “Oggi diamo realtà al progetto IRIDE – ha detto ancora Urso nel suo intervento – un risultato che è il primo dei traguardi stabiliti dal PNRR: l’invito ora è di lavorare con costanza e con il massimo impegno affinché l’Italia possa usufruire della costellazione IRIDE dal 2026. La presenza a questo evento di tutta la filiera che parteciperà alla realizzazione della costellazione satellitare conferma l’ampia collaborazione in questo progetto che avrà ricadute importanti sull’intero territorio italiano. Il nostro Paese e l’Europa ci guardano e sono sicuro che grazie alla nostra esperienza scientifica, tecnologica e industriale, l’Italia saprà, anche in questo frangente, essere all’altezza delle aspettative”. Urso ha ricordato il forte investimento dell’Italia all’ultima Ministeriale, per 3 mld di euro. “Siamo il secondo Paese contributore dell’Agenzia spaziale europea a pari merito con la Francia e prossimi alla Germania”. Il risultato di oggi, ha sottolineato Urso, evidenzia che nel nostro Paese c’è “un ecosistema unico che coinvolge grandi imprese ma anche tante Pmi che nelle loro nicchie sono spesso eccellenze invidiate in tutto il mondo”.

Nasce un master per nuove figure professionali hi-tech

Nasce un master per nuove figure professionali hi-tech




Nasce un master per nuove figure professionali hi-tech – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Parte il Master in Cloud & DevOps per formare nuove figure professionali hi-tech. Il corso è realizzato da Talent Gardeninsieme a Var Group, operatore leader nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali per le imprese e parte del gruppo Sesa: i posti disponibili sono 24 tutti coperti da borse di studio.

Il progetto punta a formare DevOps Specialist, una delle 4 professioni più richieste nel mondo tech, e a offrire la possibilità di accedere subito al mondo del lavoro grazie ad un percorso di 9 settimane, che prevede la realizzazione di progetti concreti e lezioni tenute da professionisti del settore. Grazie a questa collaborazione, il Master consentirà agli studenti di acquisire competenze in ambito Cloud computing, automazione e gestione delle infrastrutture. Il DevOps Cloud Engineer, infatti, è un professionista in grado di combinare l’ambito tecnico di codifica con le operazioni ICT; è la figura di riferimento per l’introduzione di processi, strumenti e metodologie volti a soddisfare le esigenze delle varie fasi del ciclo di sviluppo del software, dal coding al deployment, dalla manutenzione agli aggiornamenti. “Siamo entusiasti di collaborare con Var Group in questa iniziativa che darà l’opportunità a 24 studenti di accedere al nostro Master in Cloud Computing, un settore strategico che sta guadagnando sempre più terreno in tutto il mondo. Il 90% delle aziende sta adottando il cloud e la transizione verso questa tecnologia rappresenta una grande opportunità sia per migliorare l’efficienza operativa che per promuovere la sostenibilità ambientale”, dichiara Irene Boni, Ceo di Talent Garden.

“Var Group crede che la formazione continua sia una leva fondamentale per la crescita dei professionisti. Per questo abbiamo lanciato insieme a Talent Garden una serie di iniziative indirizzate a chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro per guidare le risorse di domani, ma anche a tutti coloro che voglio fare reskilling edare una nuova spinta al proprio percorso professionale”, spiega Francesca Moriani, Ceo di Var Group. Il Master, a cui si accede tramite un percorso di selezione basato su competenze tecniche e trasversali, è riservato a diplomati, laureandi o laureati in ambito informatico o materie STEM, con una predisposizione all’architettura Cloud e proiettati verso il mondo del lavoro. Il Master si svolgerà online a partire dal 19 maggio.

Competenze digitali, Aidr a Valencia per conferenza finale progetto Re-Educo

Competenze digitali, Aidr a Valencia per conferenza finale progetto Re-Educo



Competenze digitali, Aidr a Valencia per conferenza finale progetto Re-Educo – askanews.it


Competenze digitali, Aidr a Valencia per conferenza finale progetto Re-Educo – askanews.it




















Roma, 31 mar. (askanews) – Le competenze digitali a scuola – tra nuove metodologie di studio e nuovi approcci alla formazione – al centro della conferenza finale del progetto Re-Educo, in corso a Valencia. Il progetto dedicato alle digital skills, promosso dall’Unione europea e finanziato nell’ambito del programma Erasmus+, ha coinvolto nell’ultimo triennio oltre duemila studenti provenienti da Italia, Spagna, Grecia, Cipro e Finlandia.

Un percorso di apprendimento, ma anche di condivisione e scambio di buone pratiche per la promozione della cultura digitale a scuola, che va al di là della conoscenza degli strumenti tecnologici e ne implica un uso consapevole. Partendo da una formazione approfondita del personale scolastico e degli studenti sulle potenzialità e rischi delle tecnologie digitali, sono stati forniti gli elementi per integrare le nuove tecnologie nel percorso di studio e formazione. “Il progetto Re-Educo, di cui Aidr (Associazione italian digital revolution) è partner per l’Italia – ha sottolineato il presidente Mauro Nicastri, presente a Valencia insieme a Roberto Vescio, account manager di AIDR – ha messo al centro il ruolo della cultura digitale nel processo di formazione degli studenti, supportandoli nel percorso di studi in vista delle competenze richieste dal mercato del lavoro. A tale scopo, infatti, all’interno del progetto è stato condotto uno studio dal quale è emerso ancora un forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. I risultati delle indagini potranno contribuire a fornire un quadro dello stato di conoscenza, per le politiche educative dei prossimi anni”.

“Forti di questo importante bagaglio culturale acquisito – conclude Nicastri – continueremo con azioni volte alla promozione della cultura digitale, cui l’Europa guarda con molta attenzione, tanto da aver proclamato il 2023 Anno europeo delle Competenze. L’Italia è stato il primo Paese in Europa ad aver avviato i progetti in questa direzione”.