Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

”Divina Carta”, il podcast sul riciclo di carta e cartone

”Divina Carta”, il podcast sul riciclo di carta e cartoneRoma, 5 apr. (askanews) – Dante e Virgilio tornano in vita per compiere un nuovo immaginifico viaggio, in cui l’allegoria lascia il passo all’ironia per regalarci un’avventura appassionante, alla scoperta di vizi e virtù del Bel Paese nell’ambito della raccolta differenziata di carta e cartone e per capire quanto ne sappiano davvero gli italiani sul ciclo del riciclo. Cosa succede dopo il cassonetto? Dove finiscono carta e cartone? E chi garantisce che vengano effettivamente riciclati?” Il progetto è diviso 3 parti, come le cantiche dantesche, inferno, purgatorio e paradiso, oltre ad un quarto episodio in cui potremo conoscere da vicino chi è dietro il grande meccanismo del riciclo della cellulosa: Carlo Montalbetti – Direttore Generale di Comieco che parlerà di raccolta differenziata e riciclo; Alberto Marchi Presidente Comieco che presenterà il mondo delle cartiere, e Amelio Cecchini vicepresidente Comieco che affronterà il tema dell’imballaggio sostenibile.


Protagonista del podcast è anche una canzone inedita “Carta Canta” destinata a sensibilizzare i giovani sul tema del riciclo. La canzone, scritta e arrangiata da Marco Passiglia ed Enrico Seminara, gioca sull’idea di elencare le caratteristiche e gli usi della carta grazie ad una melodia accattivante ed un testo divertente in cui i protagonisti sono i bambini che nel finale “gospel” riveleranno l’importanza del riciclo della carta e del cartone. Il videoclip è diretto e creato da Janet De Nardis che ha scelto di puntare su dolcezza e divertimento che si alternano in una dinamica coinvolgente di situazioni con al centro l’uso dei vari tipi di carta. Il podcast “Divina Carta” è disponibile sul sito www.comieco.org ed è presente sulle principali piattaforme (Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts, Apple music, Youtube… ).


La Paper Week (dall’8 al 14 aprile) è promossa da Comieco, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi cellulosici, in collaborazione con Federazione Carta e Grafica e Unirima e con il patrocinio di ANCI, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Utilitalia e Rai per la Sostenibilità. Una settimana con più di 200 eventi su tutto il territorio nazionale animeranno la grande campagna corale di formazione e informazione. Sono attese oltre 50mila persone per scoprire tutto sugli imballaggi cellulosici e sul loro riciclo. Arte e produzione industriale, giochi e performance teatrali, cucina e scrittura, cultura e quotidianità, storia e futuro: combina tutte le sfere intrecciate all’universo della carta e del cartone.

Censimento piante in Italia: più numerose sia autoctone che aliene

Censimento piante in Italia: più numerose sia autoctone che alieneRoma, 5 apr. (askanews) – Secondo il nuovo censimento delle piante in Italia, che ha aggiornato i dati del 2018, sono 46 in più le specie autoctone e 185 in più quelle aliene registrate.


Dai dati complessivi emerge che nel nostro Paese ci sono oggi 8.241 specie e sottospecie autoctone, di cui 1.702 endemiche (cioè esclusive del territorio italiano) mentre 28 sono probabilmente estinte. A queste si aggiungono 1.782 specie aliene. Tra di esse, 250 sono invasive su scala nazionale e ben 20 sono incluse nella ‘lista nera’ della Commissione Europea, che elenca una serie di piante e animali esotici, la cui diffusione in Europa va assolutamente tenuta sotto controllo. “Rispetto all’analogo censimento pubblicato sei anni fa abbiamo un incremento dei numeri totali: ciò è dovuto a nuovi studi e all’esplorazione di nuovi territori, ma anche, per quanto riguarda le aliene, all’ingresso di numerose nuove specie, da monitorare attentamente e se possibile eradicare”, racconta Lorenzo Peruzzi, fra i coordinatori della ricerca, professore di Botanica sistematica nel Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e direttore dell’Orto e Museo Botanico.


Gli elenchi aggiornati della flora vascolare (ossia felci e affini, conifere e piante a fiore) autoctona e aliena presente in Italia sono stati appena pubblicati sulla rivista internazionale “Plant Biosystems”, organo ufficiale della Società Botanica Italiana. Si è trattato di una ricerca collaborativa, – informa Unipi – realizzata grazie agli sforzi congiunti di 45 ricercatori italiani e stranieri. Insieme a Lorenzo Peruzzi hanno coordinato lo studio anche Gabriele Galasso del Museo Civico di Storia Naturale di Milano e Fabrizio Bartolucci e Fabio Conti dell’Università di Camerino. Tra gli autori della ricerca anche Francesco Roma-Marzio, Curatore dell’Erbario dell’Orto e Museo Botanico dell’Ateneo pisano. “C’è ancora molto da fare – conclude Peruzzi – e il lavoro di continua ricerca e verifica svolto dai floristi e dai tassonomi per descrivere la biodiversità vegetale italiana è ben lungi dall’essere concluso. Certamente, però, il quadro delle conoscenze che abbiamo oggi è sempre più completo e potrà permettere azioni di tutela maggiormente mirate e consapevoli”.

Acqua e agricoltura, urgenza nuovi invasi ed efficientamento

Acqua e agricoltura, urgenza nuovi invasi ed efficientamentoRoma, 26 mar. (askanews) – L’aumento della domanda globale di acqua, unito agli impatti del cambiamento climatico in atto, rappresenta una sfida in termini di allocazione delle risorse idriche e di governance dei diritti di accesso e di utilizzo dell’acqua, in particolare nel quadro della sicurezza alimentare. Sebbene a livello mondiale il principale utilizzatore di acqua dolce sia il settore agricolo (circa il 70%) sempre più consapevole e attento a preservare la risorsa e impegnato nel contrasto al climate change, gli utilizzi industriali (circa 20%) e domestici (circa il 12%) rappresentano la principale causa dell’incremento della domanda, soprattutto da parte dei Paesi ad alto reddito e più industrializzati. Attualmente circa la metà della popolazione mondiale vive una condizione di grave scarsità idrica, almeno per una parte dell’anno; un quarto deve far fronte a livelli di stress idrico estremamente elevati, utilizzando oltre l’80% della propria fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile.


Per contrastare gli effetti sull’agricoltura di periodi siccitosi sempre più frequenti, il 74% degli italiani ritiene necessario realizzare urgentemente nuovi invasi e favorire interventi di risparmio ed efficientamento idrico; il 72% si dichiara favorevole all’ipotesi di fare uso delle acque reflue depurate per fini irrigui mentre, per il 67%, occorre investire in tecnologie per il monitoraggio e la gestione dell’irrigazione. La proposta di istituire meccanismi incentivanti il risparmio idrico come i certificati blu, anche in agricoltura, è sostenuta dal 68% degli italiani, con alte percentuali di apprezzamento soprattutto al Centro (74%) e al Sud (76%).


È quanto affermano, da un lato, il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2024 ‘L’acqua per la prosperità e la pace’, pubblicato da UNESCO per conto di UN Water, la cui produzione è coordinata da UNESCO World Water Assessment Programme (WWAP) e la cui traduzione ufficiale in italiano è curata dalla Fondazione UniVerde con il supporto di UNESCO WWAP e con la collaborazione di Acquedotto Pugliese, GMT, EPM e AVR/Anima – Associazione italiana Valvole e Rubinetti di Confindustria; dall’altro, il XIV Rapporto ‘Gli italiani e l’agricoltura’, con focus su Crisi climatica ed efficientamento idrico, realizzato dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Noto Sondaggi, ANBI e Fondazione Campagna Amica, presentati questa mattina a Palazzo Rospigliosi in occasione del convegno ‘Acqua e Agricoltura: rapporti sostenibili. Efficientamento idrico, digitalizzazione ed economia circolare’, promosso da Fondazione UniVerde e Coldiretti, con il patrocinio di UNESCO WWAP e con Almaviva, Gruppo italiano di innovazione digitale, in qualità di event partner, trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale. L’incontro è stato aperto da Vincenzo Gesmundo (Segretario Generale Coldiretti): ‘L’ambiente si salva solo insieme all’agricoltura e analogamente la gestione e la tutela delle risorse idriche del nostro Paese passano per le imprese agricole. Sono esse ad essere impegnate in prima persona per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto. Ma per assicurare la tutela e la disponibilità della risorsa idrica ad agricoltori e cittadini servono anche interventi infrastrutturali di manutenzione, per questo come Coldiretti abbiamo proposto di realizzare invasi che possono produrre energia assolutamente pulita con il sistema dei pompaggi. Oggi recuperiamo appena l’11% dell’acqua piovana ma potremmo arrivare a raccoglierne il 50%. In particolare, riusciremmo a dare una doppia risposta: recuperare acqua e garantire energia. Il Governo ha davanti a sé un’opportunità preziosa per il Paese. Contiamo che sappia sfruttarla’.


Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde e promotore della campagna #NoFakeFood contro l’agropirateria e in difesa del made in Italy): ‘Dal XIV Rapporto è evidente che, dopo un altro anno caratterizzato da prolungata siccità e disastrose alluvioni, gli italiani temono per il futuro dell’agricoltura. Su questo tema occorre avviare una policy virtuosa basata sulla convergenza di intenti e di azioni tra Istituzioni, politica, attori del settore idrico e produttivo del Paese. L’introduzione di forme di incentivazione come i certificati blu – concordate anche con il mondo dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi, sull’esempio dei certificati bianchi adottati già con successo per l’efficienza energetica – investimenti nell’innovazione tecnologica, adeguamento delle grandi infrastrutture idriche e la realizzazione di nuove, a basso impatto ambientale, il riuso di acque depurate sicure, sono azioni indispensabili per una vera economia circolare dell’acqua e la gestione sostenibile delle risorse idriche in armonia con le indicazioni del WWDR2024’. L’ UNWWDR2024 pone in evidenza che ‘per gestire e utilizzare l’acqua in modo sostenibile, l’industria deve svincolare la produzione dalla necessità di acqua, ricorrendo a una serie di metodi per conciliare benefici economici e ambientali’ chiarendo inoltre che ‘sono numerose le tecnologie ormai affermate che permettono di utilizzare minori quantitativi di acqua, nonché di riutilizzarla e di riciclarla’ in cui anche ‘le acque reflue possono rappresentare una fonte sostenibile di energia’. Anche all’agricoltura, principale motore socioeconomico per la crescita sostenibile, il sostentamento, il lavoro e lo sviluppo rurale su vasta scala, viene demandato il compito di individuare i mezzi e le strategie più efficienti per garantire la sicurezza alimentare che è intrinsecamente collegata alla gestione sostenibile delle risorse idriche. È necessario che gli Stati si concentrino su una governance responsabile in materia di diritto all’utilizzo dell’acqua, in modo tale che tutti gli utenti legittimi delle risorse idriche possano godere di un accesso sicuro e adeguato a tali risorse.


Questa la road map che viene tracciata nel Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche (UNWWDR) 2024 – ‘L’acqua per la prosperità e la pace’, presentato nel videomessaggio da Michela Miletto (Direttore UNESCO WWAP – World Water Assessment Programme) che ha dichiarato: ‘Il Rapporto descrive come lo sviluppo e il mantenimento di un futuro idrico sicuro ed equo sia alla base della prosperità e della pace per tutti e come povertà e disuguaglianza, tensioni sociali e conflitti possano amplificare l’insicurezza idrica. Il Documento richiama inoltre l’attenzione sulle relazioni complesse e interconnesse tra gestione sostenibile dell’acqua, prosperità e pace, descrivendo come il progresso in una dimensione può avere ripercussioni positive, spesso essenziali, sulle altre. L’acqua non sembrerebbe essere un frequente catalizzatore di conflitti; tuttavia, gli attacchi nei confronti di infrastrutture idrauliche civili, tra cui impianti di trattamento, sistemi di distribuzione e dighe, costituiscono una violazione del diritto internazionale e devono essere oggetto, in tutti i casi, di una severa condanna da parte della comunità internazionale’. La traduzione ufficiale del UNWWDR2024, sostenuta da partner virtuosi, e frutto della collaborazione tra la Fondazione UniVerde e l’UNESCO WWAP si rinnova ormai dal 2018 ed ha notevolmente contribuito alla diffusione di una maggiore informazione e a un più alto grado di sensibilizzazione intorno al tema dell’acqua a tutti i livelli, permettendo all’Italia di elevarsi verso le prime posizioni al mondo per numero di download del Documento e di stimolare i necessari interventi di Istituzioni e imprese, a favore della tutela della risorsa idrica e per il conseguimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 6 dell’Agenda 2030. Con il coordinamento di Gianni Todini (Direttore di Askanews), al panel ‘La gestione sostenibile delle risorse idriche’ sono intervenuti: Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica): ‘In agricoltura siamo impegnati a vincere la sfida dell’efficienza nella gestione della preziosa risorsa idrica. Il riutilizzo delle acque reflue raffinate, l’uso di installazioni per la raccolta delle acque piovane, la costruzione di impianti per dissalare l’acqua di mare per uso industriale, rappresenteranno nel prossimo futuro il viatico per un modello virtuoso di economia circolare, in linea con le indicazioni europee ed esportabile in altri contesti produttivi’. Luigi Giuseppe Decollanz (Commissario E.I.P.L.I. – Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia): ‘Insieme al tema della siccità, che resta una priorità, va affrontato il tema della rifunzionalizzazione degli invasi ad oggi esistenti, e dell’aumento della capacità di raccolta. Oggi l’Italia raccoglie solo l’11% dell’acqua meteorica (Israele arriva al 90%). Dobbiamo avviare un piano di investimenti che ci consenta di arrivare entro il 2050 a raccogliere il 40%’. Patty L’Abbate (Vicepresidente Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, Camera dei Deputati): ‘L’acqua è sempre stata una risorsa importante da tutelare. Oggi, con il problema della siccità, effettuare un bilancio sulla risorsa acqua è necessario. Il cambiamento climatico e le attività antropiche pongono a dura prova l’approvvigionamento di acqua potabile per la comunità e la sua stessa qualità è posta spesso in pericolo. Per tutelare la risorsa, a mio avviso, deve essere applicato il principio di circolarità, calcolare gli utilizzi dell’acqua ed eliminare gli sprechi in ogni fase, dalla sua captazione alle fasi di potabilizzazione, allo stoccaggio, alle reti di distribuzione, per proseguire all’uso e infine all’eventuale riuso’. Andrea Guerrini (Componente Collegio ARERA e Presidente WAREG – European Water Regulators): ‘In un periodo in cui la crisi idrica si impone come fenomeno strutturale e non più congiunturale, vanno individuate soluzioni anch’esse strutturali. L’introduzione di strumenti legati alla digitalizzazione, da una parte, e gli interventi sulle infrastrutture, dall’altra, consentiranno di ottimizzare la gestione della risorsa e la riduzione degli sprechi. Perché queste azioni siano efficaci è necessario il supporto degli investimenti, finanziati sia tramite tariffa sia con il ricorso a contributi pubblici. La regolazione si conferma come un elemento di stabilità che consente a questi investimenti di crescere e produrre gli effetti auspicati. Altrettanto importante che si continui a lavorare per disegnare un quadro normativo e regolatorio sempre più favorevole al riuso delle acque reflue in agricoltura, in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale’. Al panel è inoltre intervenuto Maurizio Montalto (Presidente IISPA, Istituto italiano per lo sviluppo delle politiche ambientali), curatore della traduzione in italiano del WWDR2024. Sei le best practice italiane per la corretta gestione delle risorse idriche presentate al convegno: ? Massimiliano Evangelista (Sales Strategic Lead Ambiente e Territorio, Almaviva, Gruppo italiano di innovazione digitale): ‘Il digitale è il più importante e attuale alleato per la mitigazione degli effetti della Water Scarsity legata ai cambiamenti climatici. Permette di realizzare sistemi di monitoraggio, previsione e gestione della risorsa acqua e dell’impatto sull’agricoltura, grazie a tecnologie d’avanguardia. Una gestione ottimizzata dell’acqua in agricoltura è oggi indispensabile, unita a una capacità previsionale dei fabbisogni combinata al meteo e allo stato del terreno per anticipare eventuale criticità, arrivando ad una precisione e granularità per singolo appezzamento agricolo’. ? Francesca Portincasa (Direttrice Generale, Acquedotto Pugliese): ‘In tempi di cambiamenti climatici e scarsità idrica, Acquedotto Pugliese punta con forza su risparmio e valorizzazione dell’acqua. Con un investimento pluriennale, pari a quasi due miliardi di euro, ha messo in campo un piano per il risanamento e l’ammodernamento delle reti in tutto il territorio gestito e lavora per adeguare il maggior numero di depuratori al rilascio di acqua per l’agricoltura: solo nel 2023, l’acqua riutilizzata è stata pari a 1,3 milioni di mc, il doppio rispetto all’anno precedente. Buone pratiche che Acquedotto Pugliese condivide a livello internazionale grazie alla scuola internazionale dell’acqua, un’iniziativa che s’inserisce in un’ampia progettualità, rivolta a rafforzare le condizioni perché l’acqua sia un bene a disposizione di tutti. Per il benessere e lo sviluppo dei popoli e per la pace, minata dai tanti conflitti per il possesso dell’oro blu’. ? Alessandro Durante (Segretario Generale AVR – ANIMA Confindustria): ‘In Italia un aspetto imprescindibile per chi si occupa di risorse idriche è certamente legato al Pnrr. È necessario che diventi un veicolo accessibile e sfruttabile per un significativo salto di qualità delle nostre infrastrutture idriche ed è per questo che, come Associazione dei produttori di Valvole e Rubinetti, abbiamo realizzato le ‘Linee Guida sulle valvole in ghisa e attuatori nella redazione di bandi Pnrr’. Uno strumento utile soprattutto per gli Uffici Tecnici dei Comuni e degli Enti dedicati alla gestione delle infrastrutture idriche che mette in evidenza i vantaggi di valutare il costo di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita anziché basarsi sul solo prezzo d’acquisto. Ciò a cui stiamo assistendo è un cambiamento epocale nello scenario italiano ed internazionale relativo all’acqua. Sempre più troviamo termini come efficienza, energia, digitalizzazione, economia circolare nelle occasioni di discussione sul futuro delle risorse idriche e del nostro pianeta. L’evoluzione del confronto è palpabile ed al contempo è necessario che coloro i quali hanno elementi tecnici da condividere si facciano avanti per offrire il proprio contributo di know how al fine di trovare soluzioni sostenibili per il miglior utilizzo dell’acqua’. ? Emanuele Giglio (Responsabile R&D, GMT): ‘L’acqua è una risorsa e, in quanto tale, va gestita nella maniera più efficiente possibile. GMT, ESCo che di progetti di efficienza energetica ne sviluppa da anni, ha voluto applicare questa grande esperienza ai processi di valutazione e creazione di progetti di efficientamento idrico. Un percorso per noi alquanto naturale che ci vede, già da qualche anno, al fianco della Fondazione UniVerde nell’individuazione di best practice per la gestione sostenibile delle risorse idriche quali, ad esempio, l’istituzione di ‘diagnosi idriche’ per i soggetti che consumano molta acqua, in modo da poter capire come viene effettivamente gestita la risorsa e creare strumenti specifici come i Certificati Blu (o Ambientali nell’accezione preferita in GMT), che possano stimolare l’adozione dei sistemi più innovativi di efficientamento idrico. Auspichiamo questo percorso di transizione senza inutile terrorismo preventivo. L’innovazione tecnologica, eventuali misure ed incentivi e tutto ciò che favorisce l’efficientamento idrico deve essere colta come opportunità, anche dai grandi utilizzatori di acqua, per ottimizzare, dove possibile, i loro processi e le loro produzioni’. ? Carmine Esposito (Consigliere delegato, EPM): ‘Confermiamo e rafforziamo il nostro impegno verso la promozione della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. Riteniamo che l’acqua rappresenti una risorsa di valore universale che necessita di tutela, con la riduzione di ogni forma di spreco. Le calamità naturali che hanno colpito negli ultimi anni ci hanno reso ancora più consapevoli dell’urgente necessità di agire. Siamo convinti che il perseguimento del profitto debba avvenire con un approccio sostenibile, così come gli investimenti nel tessuto imprenditoriale. Tale convinzione non solo è guidata da principi etici, ma anche dalla conformità agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs)’. ? Adriano Maroni (Socio Innidea): ‘Tenuto conto che la risorsa idrica è la componente vitale del nostro ecosistema, l’impegno di tutti deve andare verso la salvaguardia assoluta. Le nuove tecnologie possono e devono svolgere un ruolo centrale e strategico verso una migliore gestione della risorsa e il contrasto agli sprechi’. L’ultimo panel è stato aperto da Antonio Noto, Direttore di Noto Sondaggi, che ha presento i dati del XIV Rapporto ‘Gli italiani e l’agricoltura’ secondo cui l’87% degli italiani ritiene che gli effetti del cambiamento climatico siano, per l’agricoltura, un problema urgente da affrontare. Per l’81% degli italiani l’agricoltura multifunzionale è importante settore di sviluppo dell’economia italiana. Le attività agricole multifunzionali più apprezzate sono la vendita diretta dei prodotti (89%) e l’agriturismo con ristorazione e ospitalità per dormire (86%). Gli italiani ribadiscono il loro no (68%) al consumo di carne, latte e prodotti sintetici (+5% rispetto al precedente Rapporto) e all’utilizzo di Ogm in agricoltura. Il 63% non è favorevole neanche al consumo di farine di grillo e altri alimenti contenenti insetti. Una ulteriore conferma delle necessità di salvaguardia della nostra tradizione culinaria emerge dal giudizio sui piatti italiani all’estero. In occasione di viaggi in Europa o nel mondo, per turismo o lavoro, il 57% degli intervistati, trend lievemente in calo da qualche anno, afferma di aver trovato piatti, ricette o prodotti alimentari italiani taroccati o stravolti. Un solido 83% ritiene necessaria una certificazione dei prodotti agroalimentari made in Italy all’estero che ne garantisca l’origine e il 62% ritiene che la candidatura ‘La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale’, e la sua eventuale iscrizione al Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, favoriranno la difesa e la valorizzazione dell’agricoltura italiana. Al panel ‘Agricoltura e climate change: le sfide dell’efficientamento idrico e dell’economia circolare e dell’acqua’ sono intervenuti: Francesco Lollobrigida (Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste), in un videomessaggio, ha dichiarato: ‘Valorizzare l’acqua, metterla al servizio di un’agricoltura sostenibile, ma anche immaginare nuovi metodi per il suo utilizzo consapevole, è fondamentale. Il Governo Meloni ha voluto creare una Cabina di regia guidata dal Commissario Nicola dell’Acqua per creare una sinergia tra i diversi ministeri, che non guardi solo alle contingenze ma affronti il problema in maniera pragmatica. La siccità è un fenomeno ciclico, l’acqua non è infinita. Il nostro impegno è preservarla con un confronto aperto che coinvolga tutti i player del settore, a cominciare, dalle associazioni agricole’. Nicola Dell’Acqua (Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica): ‘Servono infrastrutture per fare risparmiare acqua in agricoltura ed utilizzarla al meglio. Per migliorare la gestione dell’approvvigionamento idrico primario sono in arrivo le risorse del Piano Nazionale di Interventi infrastrutturali e per la Sicurezza nel Settore Idrico (PNISSI) oltre ai primi 100 milioni di euro immessi con la cabina di regia. L’obiettivo è aumentare la resilienza dei sistemi idrici al cambiamento climatico e per governare la crisi idrica dobbiamo puntare sugli osservatori di distretto’. Francesco Vincenzi (Presidente di ANBI): ‘I dati del sondaggio presentato oggi testimoniano come disponibilità e gestione delle risorse idriche siano temi attorno ai quali è cresciuta una diffusa sensibilità, con cui il Piano Laghetti ed il Piano di Efficientamento della Rete Idraulica sono in evidente sintonia. Eppure, non è sufficiente a convincere i soggetti decisori ad attuare le necessarie scelte di programma. Auspichiamo che, a partire dalla prossima campagna elettorale europea, i temi legati al futuro delle risorse idriche diventino centrali nel confronto politico, così come già lo sono per un’ampia fetta di opinione pubblica’. Sono inoltre intervenuti al panel: Alessandra Pesce (Direttrice del Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia del CREA); Maria Chiara Zaganelli (Direttore Generale ISMEA); Dominga Cotarella (Presidente di Terranostra). Ulteriori dati dal XIV Rapporto ‘Gli italiani e l’agricoltura’ – Il 67% degli intervistati ritiene bassa l’attenzione riservata all’agricoltura da parte delle Istituzioni. – Per il 76%, gli agricoltori per il loro lavoro guadagnano poco, soprattutto se considerato anche l’importante ruolo di tutela che svolgono rispetto all’ambiente, riconosciutogli dal 68% del campione. Tra gli effetti positivi più apprezzati c’è la manutenzione del territorio da frane e allagamenti (52%) e il contrasto alla cementificazione (52%, +7% rispetto alla precedente rilevazione) ma anche tenere viva la tradizione agricola, creando occupazione eco-friendly (36%, +7%). – I prodotti agricoli italiani sono più saporiti (68%), più genuini (67%) e più controllati (66%) rispetto a quelli provenienti dagli altri Paesi. – Sono ritenuti più sicuri i prodotti alimentari dei produttori/coltivatori (73%) e del mercato contadino rionale (69%, +5%). – Il mercato contadino è scelto dal 64% degli intervistati come canale di acquisto prediletto per i prodotti agricoli, dei quali viene apprezzata la qualità alimentare. – L’agriturismo si afferma come meta di soggiorno e ristorazione, motivata dal desiderio di contatto con la natura (59%) e per la gastronomia (49%). Media partners del convegno: Radio Radicale, Askanews, Italpress, La Notizia, TeleAmbiente, TVA, Opera2030, SOS Terra Onlus.

Carabinieri Forestali e Lumsa insieme per contrastare gli incendi

Carabinieri Forestali e Lumsa insieme per contrastare gli incendiMilano, 26 mar. (askanews) – Prende il via la collaborazione tra il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (Cufa) e la Libera Università Maria SS Assunta (Lumsa) per il contrasto al fenomeno degli eventi boschivi. Il Generale C.A. Andrea Rispoli ha infatti incontrato il rettore dell’ateneo, Francesco Bonini, per la firma che perfeziona la convenzione tra Cufa e Lumsa nel settore della tutela degli incendi boschivi, correlato all’analisi degli aspetti sociali ed economici delle aree rurali e montane italiane.


In particolare, le modalità di collaborazione si attueranno mediante un Comitato di Coordinamento tra rappresentanti dell’Università e Ufficiali della specialità forestale dell’Arma e riguarderanno attività di comune interesse mediante la partecipazione congiunta a progetti di rilevanza nazionale e dell’Ue a valere sui fondi nazionali ed europei e transnazionali, nonché la realizzazione di iniziative di cooperazione, nell’ambito di attività di ricerca, analisi, formazione e specializzazione nelle tematiche oggetto dell’accordo. La Convenzione, inoltre, prevede lo scambio di dati geomatici relativi alla mappatura del fenomeno degli incendi boschivi, la redazione congiunta di documenti, pubblicazioni e articoli di alta valenza scientifica, la realizzazione di modelli matematici e/o software e/o sistemi esperti e/o database. E’ previsto, inoltre, lo scambio di docenze, esperti, pubblicazioni e materiale scientifico nelle aree oggetto della collaborazione, la reciproca disponibilità di strutture, laboratori e strumentazioni, la partecipazione di appartenenti all’Arma a corsi, seminari, master ed eventi organizzati dalla Lumsa sulle tematiche della Convenzione, nonché la partecipazione degli studenti dell’Università ad eventi e manifestazioni organizzati dall’Arma.


Il Cufa esercita, tra gli altri, compiti di prevenzione tutela e repressione delle violazioni in materia di incendi boschivi e gestisce l’impiego del simulatore d’incendi ad alta tecnologia (Forest fire area simulator) avvalendosi di un proprio Nucleo Informativo Antincendio Boschivo (Niab), struttura info-investigativa ad alta specializzazione dell’Arma dei Carabinieri. Dall’altro lato, la Lumsa dispone di un gruppo di esperti, ricercatori e tecnici con competenze multi-disciplinari per il contrasto, la prevenzione e l’analisi degli incendi boschivi anche sotto il profilo socio-economico del fenomeno. La Convenzione, che ha durata triennale con possibilità di rinnovo, rappresenta dunque un importante passo avanti per la salvaguardia dell’ambiente, non solo sul fronte repressivo, ma soprattutto di prevenzione e analisi. Il ruolo di referente della Lumsa sarà affidato a Antonio Ciaschi, mentre per il Cufa il referente è stato individuato nel Ten. Col. Renato Sciunnach, attuale Comandante del Niab. “L’accordo siglato oggi si inserisce in un rapporto di storica collaborazione che lega le due istituzioni e ribadisce ancora una volta il ruolo della ricerca al servizio del Paese, in un settore che desta grave allarme sociale”, sottolinea il rettore Bonini. “Il protocollo per il quale siamo convenuti si inserisce in tematiche in evoluzione costante – precisa il generale Rispoli – ed è pertanto di assoluta rilevanza il confronto tecnico-scientifico basato sulle scienze sociali che si avvia con la stipula dell’accordo”.

Crescono in Italia le foreste gestite in modo sostenibile: +5,9%

Crescono in Italia le foreste gestite in modo sostenibile: +5,9%Milano, 21 mar. (askanews) – Gli ettari di foreste gestite in maniera sostenibile in Italia salgono a quota 980.611,54 nel 2023, con un incremento del +5,9% rispetto all’anno precedente, con ben 14 nuove certificazioni e 14 regioni con almeno una foresta certificata. È quanto emerge dal Rapporto Annuale del PEFC Italia , ente promotore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale, presentato in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste (21 marzo). Crescono anche le certificazioni per servizi ecosistemici (+47%) e le aziende di trasformazione che hanno ottenuto la certificazione di Catena di Custodia PEFC (+8,6% rispetto al 2022).


“Abbiamo raggiunto quasi un milione di ettari certificati dal PEFC in Italia: la diffusione della certificazione forestale è uno strumento decisivo per il contrasto al cambiamento climatico. Un milione di ettari di foreste certificati fanno bene al Paese”, spiega Marco Bussone, Presidente PEFC Italia. “Le aziende stanno imparando ad essere sempre più sostenibili, creando delle filiere virtuose intorno alle loro attività e l’incremento dei servizi ecosistemici sta promuovendo un cambio prospettico che ci riguarda tutti, dal produttore al consumatore. Perché il benessere del cittadino si misura anche sul benessere del patrimonio forestale. La crisi climatica inoltre sta modificando in maniera sostanziale l’atteggiamento di consumatori e aziende, indirizzando le scelte verso alternative sostenibili e certificate. I risultati della certificazione PEFC in Italia – conclude Bussone – confermano questo trend, motivato anche dalla spinta indotta dalle istituzioni e dai criteri ESG sempre più al centro delle politiche pubbliche e private”. Le regioni più certificate: Trentino Alto Adige in testa A livello territoriale, il Trentino Alto-Adige si conferma capofila per superficie forestale certificata più estesa con 578.963,8 ettari, considerando quelle curate dal Bauernbund – Unione Agricoltori di Bolzano, le aree gestite dal Consorzio dei Comuni Trentini e dalla Magnifica Comunità di Fiemme nella provincia di Trento.


Al secondo posto il Friuli Venezia Giulia, con 96.035,94 ettari, di cui la maggior parte gestiti da UNCEM FVG. Al terzo posto il Piemonte, con 82.157,10 ettari certificati, grazie a tre nuove certificazioni che l’hanno fatto salire sul podio: in particolare, nel corso del 2023 si è aggiunta una nuova certificazione di gruppo, ottenuta dal Gruppo PEFC ENEGIVOS, per 864 ettari complessivi, nei comuni di Valprato Soana (TO) e Ribordone (TO), mentre l’Unione Montana dei Comuni del Monviso ha conseguito la Certificazione di Gestione Forestale Sostenibile e Responsabile per una superficie complessiva di 887 ettari, interamente di proprietà pubblica, interessata da una pianificazione forestale a governo ceduo e misto, volta anche al rimboschimento. A dicembre inoltre 10.497,80 ettari sono stati certificati per la gestione forestale sostenibile dall’Associazione Monte Rosa Foreste che ha coinvolto 21 comuni nelle province di Vercelli e Novara. Con 80.066,27 ettari certificati si posiziona al quarto posto il Veneto, dove nel 2023 si sono aggiunte – tra le altre – le certificazioni del Consorzio Val Sermana, del Gruppo PEFC Foresta Amica e del Gruppo PEFC Veneto Foreste Confagricoltura Veneto. Al quinto posto c’è invece la Lombardia, con 71.005,17 ettari certificati secondo lo standard PEFC. Tra le regioni in crescita spiccano inoltre la Toscana (35.809,88 ha) e l’Emilia Romagna (6.888,60 ha) con il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che ha ottenuto la certificazione per la gestione forestale sostenibile e responsabile oltre che la verifica dei Servizi Ecosistemici biodiversità, servizi turistico-ricreazionali e carbonio forestale. Sempre in Toscana, l’Unione dei Comuni Montani del Casentino ha certificato 5.764,57 ettari. Nelle Marche, i 9.208,25 ettari certificati sono relativi al Gruppo “Bosco di Marca”, costituitosi grazie al progetto “CO2 S.Fo.Ma. MARCHE”, finanziato dal PSR Marche: in questo caso si è anche osservato, grazie a studi condotti sul territorio, un incremento medio di 2,96 t di CO2/ha/anno rispetto alla non gestione, con l’obiettivo di valorizzare la capacità del bosco di stoccare il carbonio. Sale anche il patrimonio forestale targato PEFC in Basilicata, con la nuova certificazione rilasciata alla società agricola Biolegna S.r.l. di Altamura (BA) con unità operative anche ad Abriola (PZ), con cui il territorio lucano ha raggiunto i 4.082,18 ettari. Servizi ecosistemici: crescono le certificazioni da nord a sud Incrementate anche le certificazioni per i servizi ecosistemici, del 47% in più rispetto al 2022, con 8 nuove certificazioni, di cui 5 legate ad attività di aumento dello stoccaggio o diminuzione delle emissioni di CO2 equivalente – che hanno portato ad un aumento della CO2 stoccata o non emessa di 128.923 tonnellate – e altre 3 per le funzioni turistico-ricreative.


In particolare, Toscana e Trentino Alto Adige hanno promosso progetti dedicati alla fruizione del bosco come servizio ecosistemico per il benessere derivante dalla frequentazione dei boschi, come il Forest Bathing del Consorzio forestale dell’Amiata e il Parco del Respiro del comune di Fai della Paganella, in provincia di Trento. Significativa anche l’esperienza del Consorzio dei Boschi Carnici, non solo prima realtà in Italia ad aver certificato il servizio ecosistemico dello stoccaggio o non emissione del carbonio ma anche tra le prime a dare il via ad una filiera certificata dei servizi ecosistemici grazie alla convenzione siglata con Burgo group, azienda multisito con 15 sedi in Italia ed una in Belgio, certificata per la Catena di Custodia PEFC fin dal 2007. La certificazione di Catena di Custodia PEFC nel 2023: +8,6% rispetto al 2022 Sono 115 le aziende che, nel 2023, hanno ottenuto la certificazione di Catena di Custodia (CoC) PEFC, portando il totale a 1.403, ovvero un +8,6% rispetto al 2022. Questi numeri confermano la crescente necessità dei consumatori di avere delle garanzie in merito alle tematiche di sostenibilità ambientale e, di riflesso, quella delle aziende di impegnarsi per la costruzione di un futuro diverso. Un altro esempio tangibile di quanto l’impegno collettivo e condiviso possa impattare significativamente sulla salute della Terra è la certificazione di gruppo dei produttori, strumento a cui possono accedere le aziende con un fatturato al di sotto dei 10 milioni di euro e con meno di 50 dipendenti, che consente anche alle piccole imprese di ottenere, a costi accessibili, la certificazione PEFC. Il 33,9% delle nuove aziende è di fatto parte di una certificazione di gruppo, che non significa solo ottenere la certificazione PEFC a costi minori rispetto a quelli individuali ma anche poter contare sulla consulenza di un ufficio centrale. Per quanto riguarda le categorie produttive, in termini assoluti le più certificate sono le imprese produttrici di pannelli (297 aziende, con un aumento del +16,93% rispetto all’anno precedente), che quest’anno sorpassano le segherie (254), finora la categoria più numerosa. In termini di crescita, la più interessante anno su anno la registra il settore degli imballaggi in legno con un aumento del +20,56% di aziende certificate, sottolineando la svolta eco-compatibile di un settore come quello del packaging responsabile di produrre molti scarti una volta giunto nelle case dei consumatori. Crescono anche le aziende di infissi con un +19,15%, mentre si attestano su +16,20% le imprese che si occupano di legno lamellare e su +15,15% quelle che realizzano componenti per mobili; inoltre, si segnala il +13,51% per il cartone e il +12,22% per la carpenteria.

Clima, WWF: sabato 23 marzo torna l’Earth Hour

Clima, WWF: sabato 23 marzo torna l’Earth HourRoma, 18 mar. (askanews) – “Se non ora, quando? Se non noi, chi? Ognuno può compiere piccole ma grandi azioni per contribuire a garantire un futuro più giusto e sostenibile per tutti”. Con questo auspicio, il WWF lancia anche quest’anno l’iniziativa di Earth Hour, l’Ora della Terra: l’evento globale del WWF che dal 2007 unisce le persone in tutto il mondo invitandole a spegnere le luci per un’ora per mostrare, attraverso questo gesto simbolico, quanto forte possa essere l’impatto di un’azione condivisa per salvare il Pianeta. Da oggi il WWF propone una challenge di azioni, sfidando gli utenti sui propri canali social, e invitando tutti noi a compiere un gesto per il pianeta. Oggi, ad esempio, si chiederà alle persone di dedicare un’ora di tempo a sé stessi svolgendo un’attività all’aperto, con il cellulare spento! Ma durante la settimana tanti altri consigli anche su decluttering, alimentazione, acquisti responsabili, come leggere le certificazioni sostenibili, come risparmiare l’”acqua nascosta”. La challenge si concluderà sabato 23 marzo alle 20.30, giornata di Earth Hour, in cui avverrà lo spegnimento dei monumenti delle principali città italiane con lo slogan: “+Azioni -Co2: diamo un futuro al nostro futuro!”.


Cittadini, aziende e comunità, spegneranno le luci di strade, monumenti, palazzi, e regaleranno 60 minuti di respiro al Pianeta, con una semplice azione. Ma a questa semplice azione, si uniranno quelle degli altri 190 Paesi e territori, dando vita alla più grande ora della Terra “The Biggest Hour for Earth”, un potente promemoria del fatto che la nostra esistenza e quella di tutte le specie viventi è legata alla salute del nostro Pianeta, della necessità di proteggerlo e di quanto poco tempo abbiamo per farlo, così da poter garantire futuro più giusto e sostenibile per tutti. Earth Hour 2024, infatti, arriva sulla scia del risultato della COP28 di Dubai, nella quale si è concordato di “transitare fuori dai combustibili fossili”: insomma, il percorso per la completa eliminazione dei combustibili fossili è iniziato.

Giornata Riciclo, iniziativa al Senato su filiera eccellenza

Giornata Riciclo, iniziativa al Senato su filiera eccellenzaRoma, 18 mar. (askanews) – Aumentare la consapevolezza dei cittadini sul ruolo del riciclo nella protezione dell’ambiente e del clima. Questo l’obiettivo dell’iniziativa che si è tenuta stamani in occasione della Giornata mondiale del riciclo nella Sala Caduti di Nassirya del Senato, su iniziativa del senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo, componente della Commissione Ambiente, Transizione ecologica ed Energia.


La data del 18 marzo rappresenta un’opportunità cruciale per gli stakeholder istituzionali nazionali del Parlamento e del Governo per creare un momento di confronto con un approccio comune e congiunto per la tutela dell’ambiente e lo sviluppo imprenditoriale del settore. “In Italia il settore del riciclo è una filiera industriale di eccellenza, riconosciuta a livello europeo, che verrà rafforzata dagli investimenti e dalle riforme del PNRR. Per l’importanza che rappresenta, il Ministero sta lavorando da tempo sull’individuazione di strumenti normativi, tecnici e finanziari che possano supportare la transizione ecologica del settore” ha detto il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e la Sicurezza energetica, Claudio Barbaro, che ha sottolineato il lavoro messo in atto dal Mase sull’economia circolare. “Ci siamo dotati di un Piano Nazionale per la gestione dei rifiuti che detta i criteri da utilizzare per l’elaborazione dei piani regionali, nel rispetto del riparto costituzionale – ha spiegato Barbaro – . Inoltre abbiamo predisposto l’aggiornamento del Piano per la Prevenzione dei Rifiuti che, a breve, verrà pubblicato. Il PNRR ha stanziato ingenti risorse destinate a beneficiari pubblici e privati, complessivamente 2,1 miliardi di euro, per l’ammodernamento e la realizzazione di nuovi impianti per il riciclo, così da creare nuove catene di approvvigionamento di materie prime dai rifiuti. Tale aspetto è di particolare rilievo per l’Italia che, come noto, è un Paese trasformatore perché povero di materie prime”.


Un elemento chiave dell’economia circolare è la “chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti” al fine di ridurre lo smaltimento in discarica, massimizzare il riciclo ed incentivare l’utilizzo delle materie prime secondarie prodotte. Tale ciclo aiuta sia a proteggere l’ambiente sia a ridurre i costi per imprese e cittadini. “È fondamentale che ci sia una sorta di patto tra istituzioni e imprese virtuose, che fanno sì che l’Italia sia all’avanguardia su questi temi. I temi del riuso sono importanti ma non devono essere ideologizzati in maniera sbagliata. Fondamentale il tema della filiera e della raccolta differenziata, che è la precondizione per un buon riciclo. E la differenziata viene fatta molto bene in Italia. Anche il Pnrr dedica attenzione ed energie a questo aspetto. Vogliamo lanciare un segnale di grande attenzione a questo tema” ha dichiarato Andrea De Priamo.


“Sul tema ambientale è necessario mettere da parte il furore ideologico in favore dello sviluppo dell’economia circolare, sul quale l’Italia è all’avanguardia. Nella filiera del riciclo il nostro Paese è leader in Europa e il tentativo di cancellare il riciclo in favore del riuso era miope. Per una vera transizione ecologica non servono gli slogan, ma un impegno serio” ha detto Silvia Fregolent, senatrice di Italia Viva, anche lei componente della Commissione Ambiente, Transizione ecologica ed Energia. All’iniziativa in Senato sono intervenuti anche Francesco Sicilia, direttore generale dell’Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Materiali (Unirima), Giovanni Di Scipio, Capo Ufficio Legislativo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Lella Miccolis, presidente del Consorzio Italiano Compostatori.

World Water Day, il 22 marzo Eleonora Vallone sul palco di AQUAE!

World Water Day, il 22 marzo Eleonora Vallone sul palco di AQUAE!Roma, 16 mar. (askanews) – In occasione del World Water Day, giornata dedicata al primo elemento, l’acqua, indetto dall’ONU il prossimo 22 marzo, Eleonora Vallone, direttrice artistica di Aqua Film Festival sarà ospite a Roma presso il Teatro Olimpico sul palco di AQUAE!, evento di divulgazione scientifica promosso dall’Università di Roma Foro Italico e dall’Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale.


“È nata una sinergia virtuosa tra le due organizzazioni – ha sottolineato Vallone – con iniziative nel reciproco desiderio di sensibilizzare le giovani generazioni sul valore dell’acqua, bene prezioso da proteggere, rispettare e valorizzare”. Tutte le scuole secondarie di secondo grado presenti ad Aquae! saranno invitate, infatti, a partecipare al festival nella sezione Aqua& Students e verranno proiettati in anteprima alcuni video in concorso su ‘Acqua e Pace’, tema scelto dall’Onu per la prossima Giornata Mondiale dell’Acqua organizzata da Manuela Trombetta.


Aqua Film Festival è la rassegna internazionale per lavori dedicati al tema dell’acqua organizzata dall’Associazione Culturale no profit UNIVERSI AQUA, giunta all’ottava edizione e che si terrà alla Casa del Cinema di Roma e su Mymovies dal 6 al 9 giugno 2024. Il festival, a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, nato con scopi ambientalistici, sociali e di valorizzazione del territorio, seleziona cortometraggi di qualunque genere e nazionalità incentrati sulla tematica dell’Acqua e del territorio, brevi film capaci di interpretare, attraverso il linguaggio del cinema, gli aspetti sociali, ecologici, culturali, naturalistici e artistici di questo straordinario e vitale elemento. Proiezioni di film e grandi storie legate alla sostenibilità ambientale e cultura del festival diretto e fondato da Eleonora Vallone – pittrice, stilista, autrice, attrice di cinema, televisione e teatro, giornalista ed esperta di metodologie salutistiche in acqua. Scadono, intanto, l’11 aprile 2024, i termini ultimi per partecipare ai bandi a iscrizione gratuita dell’Aqua Film Festival 2024.


Aqua Film Festival si articola in due concorsi di cortometraggi internazionali: uno di corti della durata massima di 25 minuti, e uno di cortini della durata massima di 3 minuti (titoli di coda non compresi), entrambi ispirati all’ACQUA e alla SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE. Grazie alla collaborazione intrapresa con le Scuole e con le Università, Aqua Film Festival aperto un concorso parallelo a quello ufficiale, denominato AQUA & STUDENTS, che avrà come protagonisti cortini (massimo 3 minuti) realizzati dagli allievi di scuole ed università di tutto il mondo. I cortini potranno essere realizzati con smartphone e dovranno avere come protagonista assoluta L’ACQUA in tutte le sue forme e funzionalità.

”Qualità dell’aria migliora nel 2023, ma proseguire con risanamento”

”Qualità dell’aria migliora nel 2023, ma proseguire con risanamento”Roma, 15 mar. (askanews) – Rispettati nel 2023 i valori limite annuali del particolato atmosferico PM10 in tutti i punti di misura, come anche quelli del PM2,5 (311 su 312), con una riduzione media per quest’ultimo di circa il 13% rispetto alla media del decennio 2013-2022. Anche il valore limite giornaliero del PM10 è stato rispettato nell’89% delle stazioni di monitoraggio, con eccezioni concentrate soprattutto nell’area Nord est del bacino padano (47 superamenti su 63), in porzione della conca a nord del Vesuvio e in provincia di Frosinone. Nei limiti in quasi tutte le stazioni di monitoraggio (98%) il valore annuale del biossido di azoto, che nel 2023 segna una riduzione del 19% rispetto al decennio 2013-2022. I superamenti si verificano in stazioni influenzate da alti flussi di traffico stradale: Torino, Milano, Brescia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo.


E’ quanto emerge dal “Rapporto Qualità dell’aria in Italia 2023”, presentato a Torino presso la sede di Arpa Piemonte dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA), costituito dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dalle Agenzie ambientali di Regioni e Province autonome. Il 2023 è stato l’anno migliore da quando sono disponibili dati di PM10 e PM2,5 (metà degli anni ’90, dal 2007 con la rete completa), sia in termini di superamenti della soglia giornaliera del PM10 sia nei valori medi annuali. L’andamento dei valori del particolato è fortemente legato alle condizioni meteorologiche, che hanno influenzato in positivo i risultati del 2023, mentre la riduzione delle emissioni incide soprattutto nel medio e lungo periodo. Preoccupa l’aumento dei periodi di stagnazione atmosferica invernale (inversione termica a bassa quota, alta pressione livellata, assenza di precipitazioni, vento molto debole o assente) in alcune delle aree del paese solitamente più critiche, situazione che si è verificata con particolare rilevanza nei primi mesi del 2024. In prospettiva, i monitoraggi dovranno tener conto anche degli effetti delle estremizzazioni atmosferiche causate dal cambiamento climatico.


Osservato speciale è l’ozono, inquinante presente specialmente in estate. Nel 2023 l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana è stato rispettato solo in 49 stazioni su 344, pari al 14%. Caldo estremo e assenza di precipitazioni favoriscono i superamenti della soglia. “Il quadro sostanzialmente positivo dei dati relativi al 2023 conferma un trend in generale miglioramento che deve stimolare a proseguire nelle azioni di risanamento anche alla luce degli obiettivi a cui tendere nel lungo termine per la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla qualità dell’aria in via di definizione”, commenta il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, che “sarà chiamato a rafforzare le proprie capacità analitiche per monitorare la composizione chimica del particolato atmosferico in quanto i recenti studi dell’OMS hanno evidenziato che gli effetti sulla salute non dipendono solo dalle concentrazioni di polveri sottili ma anche dalla loro composizione. L’OMS sostiene infatti che una migliore comprensione della tossicità delle particelle provenienti da varie fonti potrebbe facilitare politiche di abbattimento mirate e misure di controllo più efficaci per ridurre il carico di malattie dovute all’inquinamento dell’aria”.

JTI Italia e Banco dell’Energia insieme contro povertà energetica

JTI Italia e Banco dell’Energia insieme contro povertà energeticaRoma, 14 mar. (askanews) – Si rinnova anche per il 2024 la collaborazione tra JTI Italia, realtà di riferimento nel mercato del tabacco, e Banco dell’energia, la fondazione nata per sostenere le famiglie che si trovano in una situazione di fragilità economica e sociale con un focus sui bisogni energetici.


Siglata lo scorso anno, infatti, la partnership tra le due realtà ha visto nel corso del 2023 la realizzazione di diversi progetti mirati al sostegno dei più fragili, che hanno coinvolto un totale di 240 famiglie. Con il progetto “Condomini solidali”, ad esempio, è stato fornito un aiuto concreto – attraverso il pagamento delle bollette e la formazione sul risparmio energetico – a oltre 80 famiglie residenti in 2 condomini di cohousing della Comunità di Sant’Egidio a Roma, che ospitano anziani in condizioni di vulnerabilità ed altri soggetti fragili. Nell’ambito dell’iniziativa “Energia in periferia Umbria”, invece, è stato dato supporto a 160 nuclei familiari in difficoltà economica, mediante il sostegno diretto al pagamento delle utenze e con un percorso di educazione e consapevolezza energetica; promuovendo, al contempo, l’apertura dello Sportello Energia a Città di Castello, un centro formativo dedicato agli abitanti della città per approfondire le tematiche del risparmio energetico. Ora la collaborazione tra le due realtà è pronta a rinnovarsi e a rafforzarsi anche per il 2024, continuando a mettere al centro chi ha bisogno con nuovi progetti finalizzati a contrastare la povertà energetica. “Siamo davvero orgogliosi di essere anche quest’anno al fianco di Banco dell’energia”, ha commentato Didier Ellena, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia.


“Nel 2023, la nostra collaborazione ha dato supporto a oltre 200 famiglie, non solo attraverso il pagamento delle utenze, ma anche grazie a programmi di educazione e consapevolezza energetica. Risultati che ci rendono fieri, e che soprattutto ci fanno ben sperare per il futuro. La sostenibilità sociale rappresenta uno dei pilastri fondamentali per la nostra società, e per noi è sempre più importante continuare a rafforzare il nostro impegno nei territori sui quali operiamo. Per questo siamo felici di continuare il percorso intrapreso lo scorso anno con una realtà virtuosa come Banco dell’Energia: siamo certi che insieme saremo in grado di fare la differenza nella vita chi ne ha più bisogno”. “I molteplici progetti messi in campo nell’anno passato e i risultati raggiunti grazie alla collaborazione di preziosi partner come JTI, ci consentono di guardare al 2024 come un anno ancora più fruttuoso. – ha invece dichiarato Laura Colombo, Segretario Generale del Banco dell’energia – Condomini Solidali e la tappa di Energia in periferia Umbria sono solo due esempi di quanto queste iniziative possano aiutare le famiglie vulnerabili. Con JTI siamo già pienamente attivi per sviluppare nuovi progetti in nuovi territori italiani e ci riteniamo, perciò, molto orgogliosi di aver rinnovato la nostra collaborazione”.