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Al Salone di Torino presentato il libro “Ottobre nero”

Al Salone di Torino presentato il libro “Ottobre nero”Roma, 13 mag. (askanews) – Venerdì scorso, presso lo STAND M117, nella cornice del Salone Internazionale del Libro di Torino, la Casa Editrice Paesi Edizioni ha avuto il piacere di presentare uno dei suoi ultimi libri pubblicati, in libreria dal 10 Maggio, “Ottobre nero”, del giornalista e autore Stefano Piazza, che ricostruisce sapientemente la guerra tra Israele e la Palestina. Il volume è una testimonianza viva della tragedia che ha investito Israele prima e la Palestina dopo, ad opera dei terroristi di Hamas.


Non è un’esegesi dell’eterno confitto tra due mondi, israeliani e palestinesi, ebrei e musulmani, due popoli che si contendono una terra che entrambi considerano casa loro. Il pregio di queste pagine è non cercare di affibbiare colpe o ragioni che rimandano alla notte dei tempi. Ma qualche distinzione questo libro comunque la fa. Il titolo stesso, Ottobre nero, richiama volutamente a Settembre nero, l’organizzazione terroristica palestinese degli anni Settanta, responsabile di dirottamenti aerei e attentati culminati con la strage di 11 atleti israeliani nel 1972 alle Olimpiadi di Monaco di Baviera. Perché si può star certi di una cosa: se le emozioni sono certamente forti e l’orrore di quanto osservato sin qui è sotto gli occhi di tutti, vale la pena ricordare come la sortita di Hamas s’inserisca in una già lunga e nota serie di episodi di sangue che la collocano a tutti gli effetti nella casella delle organizzazioni terroristiche. Un terrorismo che si è fatto dittatura, una dittatura che vuole farsi Stato. E da qui non si scappa. Ecco. Ottobre nero è essenzialmente una rigorosa ricostruzione dei fatti. Perché, come scriveva Piero Ottone nel decalogo del giornalista, “non dire mai che l’obiettività non esiste. È l’alibi di chi vuole raccontare palle”.


Il prossimo appuntamento per la presentazione del libro Ottobre nero è fissato per il 15 maggio alle ore 18,30 presso la libreria Al ponte (Via Lavizzari, 20 – Mendrisio – Svizzera). A discutere con l’autore ci sarà l’ospite Sacha Dalcol, Direttore Radio3i e Teleticino. Nel corso della presentazione verranno mostrate delle immagini esclusive scattate dall’autore del libro nel corso del suo ultimo viaggio in Israele. Il giorno successivo, giovedì 16 maggio, il libro verrà presentato a Milano, alle ore 18:30, presso l’Associazione Milanese Pro Israele, in via Cappuccio 5. Intervengono all’incontro con l’autore Stefano Piazza, il giornalista Maurizio Belpietro, Direttore de La Verità e Panorama, insieme a Daniel Nahum, Consigliere del Comune di Milano. Modera il dibattito, Alessandro Litta Modignani dell’Associazione Milanese Pro Israele.

”Come investire in Borsa”, una guida per orientarsi nei mercati finanziari

”Come investire in Borsa”, una guida per orientarsi nei mercati finanziariRoma, 8 mag. (askanews) – Se fino a qualche anno fa gli investimenti erano prerogativa di pochi esperti, oggi non è più così. L’ampia diffusione di Internet ha democratizzato l’accesso al mondo finanziario. Tuttavia, le conoscenze economiche degli italiani restano ancora lacunose. Come fotografa l’ultima edizione dell’Osservatorio Flowe sull’educazione finanziaria in Italia, realizzato con la collaborazione di AstraRicerche e la consulenza di un team di psicologi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con l’obiettivo di indagare conoscenze e comportamenti della popolazione italiana su tematiche economico-finanziarie: l’86% ha difficoltà a gestire le proprie finanze, mancano fiducia (34,6%), conoscenze (27,8%) e sicurezza (20%).


“Oggi, grazie ad Internet negoziare strumenti finanziari è diventato semplice ed accessibile per chiunque, ma se si desidera essere profittevoli, è tutt’altro che facile – afferma Alberto Camuncoli, ideatore del metodo d’investimento Theta Tradinvest, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro “Come Investire in Borsa” (edizioni Investire con Successo), disponibile sul portale Amazon – la Borsa è un ambito estremamente competitivo dove, oltre a quello che volgarmente viene chiamato “parco buoi”, vi sono professionisti con decenni di esperienza alle spalle e con la possibilità di accedere a tecnologie, capitali, mezzi ed informazioni normalmente preclusi alle persone comuni”. Attraverso un approccio didattico, informativo ma anche molto pratico, il libro, suddiviso in ventiquattro capitoli, aiuta a conoscere i mercati finanziari, e ad acquisire un’operatività che, indipendentemente dall’andamento dei mercati, sfrutta a proprio vantaggio i fattori tempo e probabilità.


“Nonostante tutti gli sforzi possibili, gli studi e l’impegno, i mercati finanziari non possono in alcun modo essere previsti – spiega Alberto Camuncoli, fondatore del portale Investire con Successo – è un concetto chiave da tenere a mente, così come una serie di regole e principi relativi al funzionamento dei mercati finanziari e all’industria che ci gira intorno”. Nel libro, infatti, l’autore, che opera sulle Borse internazionali da metà degli anni 90, dedica un intero capitolo ai “9 punti da non dimenticare”, pagine in cui condivide insegnamenti preziosi acquisiti nel corso della sua carriera. Un vademecum che accompagna il lettore in un viaggio di scoperta, consentendogli di acquisire maggiore consapevolezza e preparazione per orientarsi tra le molteplici sfide e opportunità che caratterizzano il mondo dei mercati finanziari. La “massima avversità” è il principio fondante della Borsa. Anziché focalizzarsi sugli eventuali profitti, quasi fossero un risultato dovuto e scontato, si deve adottare una visione informata e realistica del funzionamento dei mercati, così da valutare correttamente i possibili rischi ed operare in modo decisamente più informato e consapevole.


Il secondo insegnamento è avere una “road map”: un piano in grado di indicare tutti i passaggi necessari per raggiungere gli obiettivi economici che ci siamo prefissati. “Ottenere dai mercati finanziari rendimenti costanti dal proprio capitale non è un accadimento improvviso – aggiunge Alberto Camuncoli – ma, un processo, che prevede l’applicazione di determinati criteri e di precise regole atte a rendere oggettiva, replicabile e soprattutto profittevole, l’intera sequenza di scelte da attuare”. Un altro consiglio è quello di non cadere nella trappola della speranza. Augurarsi che prima o poi quel determinato titolo in portafoglio aumenti il suo valore, o che la perdita che si sta subendo diminuisca, può determinare conseguenze gravi, soprattutto se impedisce la piena applicazione del piano scelto e di come e quando limitare i rischi. È importante, inoltre, avere almeno un vantaggio competitivo rispetto al mercato, fondato su basi statistiche e probabilistiche, quindi su dati oggettivi.


Un approccio che preveda anche di diversificare i propri investimenti ed evitare così che un solo investimento sbagliato possa compromettere una parte importante del capitale a disposizione, come purtroppo è successo anche in anni recenti con la crisi di alcune banche. Bisogna tenere presente che in Borsa noia è bello. “La pazienza è una delle doti che bisogna coltivare per essere profittevoli sui mercati finanziari e non ha niente a che vedere con l’adrenalina”, come sottolinea l’autore. Non cadere infatti nell’illusione di poter fare molti profitti velocemente, piuttosto impegnarsi a studiare e ad acquisire una metodologia che possa essere replicata anno dopo anno in modo oggettivo. Questo perché sui mercati contano i fatti non le opinioni. “Non affidarsi al sentito dire, a consigli spesso tutt’altro che disinteressati o alle proprie emozioni, ma investire considerando dati oggettivi come trend di mercato e probabilità. Dunque, avere il giusto mindset mentale, per gestire la propria emotività”. Sono in molti ad interpretare la Borsa come un casinò, un luogo nel quale fare la propria puntata e poi affidarsi alla sorte o alla speranza; con le giuste competenze, invece, oggi anche i piccoli investitori possono mettersi dalla “parte giusta del tavolo”, quella solitamente occupata da grandi banche d’affari, investitori istituzionali e fondi sovrani. Una posizione che consente di operare con successo anche a fronte di movimenti di mercato avversi come quelli avvenuti negli ultimi anni in Borsa per lo scoppio della pandemia e per la guerra in Ucraina. Tutti temi che dopo il successo del precedente “Investire con Successo”, diventato best seller nel campo della finanza personale, l’autore approfondisce nel suo ultimo libro. Alberto Camuncoli “Come Investire in Borsa” (edizioni Investire con Successo, 39€).

EF a sostegno dei giovani con l’iniziativa “Global intern 2024″

EF a sostegno dei giovani con l’iniziativa “Global intern 2024″Roma, 26 apr. (askanews) – Offrire ai giovani, ragazzi e ragazze, l’opportunità di ampliare le proprie prospettive professionali e culturali attraverso un’esperienza internazionale: è questo l’obiettivo di “Global Intern 2024”, l’esclusivo stage lavorativo e formativo in alcune delle più rinomate destinazioni del mondo, sponsorizzato anche quest’anno da EF Education First, la più grande organizzazione internazionale nel settore della formazione.


Lo stagista “Global Intern 2024” vivrà un’esperienza completa di studio e lavoro all’estero, consistente in un corso di lingua di una settimana seguito da un tirocinio internazionale di quattro settimane presso una delle sedi EF, situate nelle affascinanti città di Parigi, Città del Capo, Berlino, Barcellona, Perth, Sydney o Malta. EF provvederà al finanziamento del viaggio, dell’alloggio e del corso, offrendo così un’esperienza senza eguali nel panorama dell’istruzione internazionale. I candidati saranno selezionati da un team di esperti EF sulla base del loro curriculum vitae e di un video personale in inglese, nel quale dovranno esprimere la propria visione sul ruolo dell’apprendimento linguistico nel contribuire alla costruzione di un mondo migliore.


“Global Intern rappresenta non solo un’opportunità unica per arricchire il proprio percorso professionale, ma anche un ponte verso la costruzione di una rete internazionale di contatti duraturi”, afferma Natalia Anguas, Amministratore Delegato di EF Italia. “Siamo alla ricerca di individui che incarnino i valori e le aspirazioni della gioventù contemporanea: apertura mentale, curiosità per il mondo e spirito d’avventura. Queste qualità, unite alla partecipazione a Global Intern, contribuiranno a formare i futuri leader di un mondo sempre più competitivo”. La partecipazione alle selezioni è aperta a tutti coloro che abbiano compiuto 18 anni, registrandosi sul sito ufficiale www.ef.com/globalintern.it . Il termine ultimo per la presentazione delle candidature è il 30 aprile 2024. Tutte le informazioni dettagliate sulle modalità di partecipazione sono disponibili sul sito web dedicato.


Con l’undicesima edizione di questa iniziativa, EF Education First riafferma il suo impegno nel valorizzare la formazione internazionale, confermando la sua capacità di individuare e valorizzare i giovani talenti destinati a emergere nel mondo del lavoro.

In libreria il romanzo-verità di Cristiano Tinazzi sull’Ucraina

In libreria il romanzo-verità di Cristiano Tinazzi sull’UcrainaRoma, 7 mar. (askanews) – “C’è un proiettile che vedo arrivare nella mia mente ogni volta che attraverso una strada della morte, sfrecciando su un mezzo o attraversando di corsa una via della città vecchia. Ora muoio, dico. Ma poi non succede”.


Un romanzo complesso e introspettivo, il racconto di una guerra logorante e dolorosa, vissuta in prima persona dal giornalista e reporter Cristiano Tinazzi, protagonista del libro “Tutto questo dolore”, in uscita l’8 marzo in tutte le librerie. Un romanzo-verità in cui l’autore racconta una guerra violentissima, dove si trova a lottare tra la vita e la morte, in cui si confessa a sé stesso e, attraverso il dolore degli altri – donne e uomini soldato, vedove, bambini e vittime dei bombardamenti indiscriminati – conosce meglio il suo e prova a uscirne. “Il dolore con il tempo, teoricamente, si attenua e sparisce. Il ricordo invece permane. A volte c’è qualcosa che lo fa riemergere in maniera prepotente: una frase, un oggetto, un film, una canzone. Un odore. Ci sono casi però nei quali l’evento diviene così traumatico da farlo svanire, o renderlo lontano, ovattato, come se fosse successo a qualcun altro. Rimane nelle pieghe del nostro cuore, anche se noi non lo sentiamo. E poi ci stronca, all’improvviso”


Il volume è il racconto di una duplice guerra, quella dell’autore, che l’ha vissuta in prima linea, e la sua rielaborazione a livello psicologico, possibile grazie alla terapia con il suo analista: guerra sul campo e guerra interiore e personale si alternano tra le righe del suo libro con una scrittura semplice e intrigante. Il trauma, in tutte le sue declinazioni, è il soggetto principale di queste pagine: dal suo nascere al suo declino, fino ad arrivare alla sua cura. Il dolore che sconvolge l’esperienza umana è centrale nel libro. L’autore è testimone diretto degli orrori che vive e raccontandoli ci offre un’occasione unica per immergerci nelle tante storie di perdita e di resilienza incontrate. Durante il suo viaggio ascolta le storie degli uomini e delle donne incontrati e mentre si prende cura di loro riesce a prendersi cura di sé, dei propri traumi, del proprio bisogno di consolazione.


Un testo potente, senza filtri né censure, a metà tra un romanzo-verità e un reportage letterario, che scava a fondo nell’animo umano e nelle sue debolezze.

Paesi Edizioni per la prima volta all’evento Testo di Firenze

Paesi Edizioni per la prima volta all’evento Testo di FirenzeRoma, 21 feb. (askanews) – Paesi Edizioni sarà presente alla terza edizione del prestigioso evento Testo 2024, presso La Stazione Leopolda di Firenze. Un appuntamento annuale per lettori e addetti ai lavori che propone una visione in profondità del mondo dei libri e porta a Firenze un’antologia della migliore editoria italiana, tra realtà indipendenti e grandi gruppi editoriali, che presenteranno una selezione limitata di novità e titoli significativi, in modo da valorizzare ogni singola proposta agli occhi dei visitatori.


Paesi Edizioni presenta il volume “Bolgheri. Le persone dietro il vino”, in programma sabato 24 febbraio alle ore 13:00, presso la Sala Ortese. Partecipano: il giornalista e enologo Ernesto Gentili, che ne ha curato l’introduzione, l’imprenditore Guido Folonari, titolare di Donna Olimpia 1898, moderati dal giornalista Luciano Tirinnanzi. In occasione della prima presentazione a livello nazionale del libro “Bolgheri”, lo STAND B/23 della Paesi Edizioni verrà allestito con una composizione a tema, realizzata con scatole originali dei vini bolgheresi. Il saggio racconta la storia e i segreti del successo mondiale di un territorio straordinario che contribuisce al mito della Toscana Felix. Un viaggio dalle vigne alle cantine, dai castelli agli arenili, dagli angoli sconosciuti ai luoghi più celebri della strada del vino forse più famosa al mondo, attraverso la viva voce dei suoi protagonisti.


Dal 23 al 25 febbraio sarà possibile incontrare presso lo STAND gli editori, gli Autori e il team della Casa Editrice Paesi Edizioni, pronti a far conoscere al pubblico le tante novità letterarie e a dare alcune anticipazioni sulle prossime uscite. Soprattutto, sarà possibile consultare e acquistare gli ultimi volumi di grande attualità pubblicati: “America contro” dell’autore Federico Leoni, il libro-inchiesta sulla crisi della democrazia negli Stati Uniti e sulle prossime elezioni presidenziali e “Figlie di Eva” di Liliana Faccioli Pintozzi, che affronta il tema dei diritti e le lotte delle donne in Afghanistan, Iran e Stati Uniti, oltre a tutti gli altri titoli in Catalogo. Tra i volumi più recenti: “Operazione satellite”, il libro- inchiesta di Frediano Finucci che racconta la guerra da un punto di vista inedito, la corsa al predominio dello spazio, e “Il grande banchetto” di Antonio Picasso, una lucida e documentata riflessione sulla questione alimentare, osservata come un’emergenza geopolitica, economica e di sostenibilità.

”A lezione da Aldo Moro”: i ricordi degli ex allievi in un libro

”A lezione da Aldo Moro”: i ricordi degli ex allievi in un libroRoma, 11 dic. (askanews) – “L’Università può e deve tornare a essere, oltre che il luogo di formazione delle nuove generazioni, lo spazio di costruzione di un dialogo fruttuoso tra società e politica: e potrà farlo solo se riuscirà a liberarsi dalla morsa di un processo di burocratizzazione apparentemente inarrestabile e da una logica interna troppo spesso autoreferenziale. Come ci chiedono le pagine che il lettore tiene tra le mani, cultura e politica possono e devono ritrovare oggi un modo per incontrarsi di nuovo”. Cosi lo storico Giorgio Caravale, conclude l’introduzione a un nuovo libro su Aldo Moro, che non ritorna solo sulla sua tragica fine, ma vuole essere uno sguardo originale sulla passione e l’energia dedicate da uno tra i politici più autorevoli della Prima Repubblica al suo ruolo di docente e di educatore. Come sottolinea Caravale ciò che interessava al Moro docente universitario era creare intorno alle aule universitarie una vera e propria comunità di giovani donne e uomini all’interno della quale ciascuno potesse sentirsi compreso e accolto. Una didattica umanitaria, si potrebbe dire per utilizzare un’espressione familiare al futuro presidente del consiglio, una didattica che era anche e soprattutto un progetto educativo.

I contributi raccolti nel volume “A lezione da Aldo Moro, ricordi e memorie dalle aule universitarie” edito da “Foglio Edizioni” e distribuito con “Il Foglio quotidiano” il 16 dicembre p.v., costituiscono anche un ulteriore tassello della crescente attenzione che la storiografia ha mostrato negli ultimi anni nei confronti della vicenda biografica del leader democristiano. Giorgio Balzoni, Giovanni Castelvecchio, Francesco Saverio Fortuna, Fortunato Nino Lazzaro, Valter Mainetti e Franco Tritto, hanno sentito il bisogno di “ricordare” gli anni trascorsi nelle aule e nei corridoi della facoltà di Scienze Politiche dell’Università romana “La Sapienza” al fianco del “Professore”, restituendoci soprattutto la dimensione intima dell’uomo, ancor prima che quella professionale del docente. Agli studenti che manifestavano interesse per la carriera politica, Moro indicava come condizione essenziale la conquista di una posizione professionale. Ciò non significava naturalmente che la politica non fosse un mestiere degno di un suo statuto autonomo, dotato di un linguaggio e di regole ben riconoscibili, un mestiere dunque che occorreva apprendere con fatica e perseveranza per poter essere esercitato con sapienza e dignità. “Significava piuttosto, nella lingua di Aldo Moro – rileva Caravale – avere un solido ancoraggio alla realtà del paese, un punto di vista privilegiato attraverso cui guardare ai problemi della società, oltre che un lavoro cui tornare senza dipendere dalla politica come forma di sostentamento”. “A lezione da Aldo Moro” è un libro di straordinaria attualità, perché l’esempio dello statista dice molto su come la politica e l’università, insieme, siano indispensabili strumenti di conoscenza e governo della società contemporanea.

Libri, “Scandalo in Val Gardena”, il nuovo romanzo di Clambagio

Libri, “Scandalo in Val Gardena”, il nuovo romanzo di ClambagioRoma, 20 nov. (askanews) – Un figlio adottivo, la meraviglia di conoscere, dopo anni, la verità, il dito puntato contro da un intero Paese, la vendetta. Questi sono gli ingredienti di Scandalo in Val Gardena, il nuovo romanzo di Clambagio, lo scrittore bolzanino con alle spalle diverse pubblicazioni di successo. “Siamo negli anni Ottanta -spiega Clambagio. Leonardo, rampollo trentenne fiorentino, è figlio unico di una delle famiglie più ricche d’Italia. Suo padre, sul letto di morte, gli rivela che è un figlio adottivo e che proviene da un piccolo paese delle Dolomiti, Santa Cristina in Val Gardena. Leonardo è comprensibilmente sconvolto da questa notizia, ancor più quando scopre che sua madre, Katharina, una giovane gardenese, avendolo messo al mondo come figlio illegittimo, viene tradita, oltraggiata, ripudiata dalla famiglia e dalla comunità e infine muore in un incidente dai risvolti inquietanti e mai chiariti. Lui, piccolo orfano di pochi mesi, abbandonato da tutti a un crudele destino, solo grazie a una concatenazione di eventi fortuiti, viene adottato dalla famiglia Fiaccobaldi Vieri di Firenze, che lo salva da morte certa”.

Sullo sfondo della storia, interrogativi di vita. Cosa prevale nel carattere di una persona, l’influenza genetica o quella ambientale ed educativa? E ancora: esiste il libero arbitrio oppure è il destino a decidere per noi? “Le risposte -chiarisce Clambagio- non prevedono un unico protocollo ma variano da persona a persona. Quel gesto pietoso di salvare Leonardo ha innescato una serie di eventi sbalorditivi che, a distanza di anni e anni, portano quel bambino a diventare un uomo colto e ricco. Ma, una volta conosciuta la verità, è proprio quella trasformazione da bambino abbandonato a uomo potente a scatenare una vendetta implacabile. Leonardo, grazie al suo potere economico e alle conoscenze in alto loco, vendica la memoria di sua madre e la crudeltà e l’indifferenza criminale degli abitanti di Santa Cristina in Val Gardena, imbastendo con maestria una feroce trama di atti punitivi che, dopo tre decenni, si abbatte sugli attori di allora: il sindaco, il prete, il presunto padre, i familiari e gli altri protagonisti coinvolti nella sua drammatica origine, gettandoli in disgrazia”. Ne esce un romanzo d’azione che affronta in chiave psicologica i temi dell’adozione, del destino, della vendetta e, che in chiave sociologica, si occupa della condizione femminile negli anni Cinquanta- Temi che vengono osservati da più angolazioni dai vari protagonisti: “Ho voluto -conclude Clambagio- dare vita a un racconto che sapesse inquadrare aspetti di un’Italia ancora medievale e, nello stesso tempo, fosse in grado di scandagliare l’animo umano in profondità con un ritmo appassionato e intenso. Un intreccio di storie complesso come del resto complessa è la vita, mantenendo però quella lucidità che caratterizza il suo protagonista, il cui profondo senso di giustizia personale lo porta agli estremi”.

Un libro, quello di Clambagio, che suscita una crescente onda emotiva segnata da tre aggettivi: indignazione, commozione, rivalsa.

Lo scrittore Duilio Papi alla Fiera di Francoforte

Lo scrittore Duilio Papi alla Fiera di FrancoforteRoma, 16 ott. (askanews) – Sarà presente alla Fiera del libro di Francoforte, la più importante rassegna europea, lo scrittore milanese Duilio Papi. Il volume, edito dalla Di Carlo edizioni, che porterà in Germania si intitola La guerra nucleare: “Il libro -spiega Papi- nasce come reazione allo scoppio della guerra in Ucraina. E così ho provato a immaginare cosa sarebbe accaduto nel caso il conflitto fosse degenerato a livello mondiale. Un rischio che in realtà, leggendo le notizie di queste ultime settimane, corriamo ancora. Uno scenario, quello che viene rappresentato nel volume, che ovviamente speriamo non accada mai ma che purtroppo non è del tutto escluso”.

Dal fronte di guerra, arriva all’improvviso, durante un normale pomeriggio di lavoro, la notizia dell’uso da parte di Mosca di un ordigno nucleare sganciato sopra la città di Kharkiv. Il mondo occidentale, temendo un’immediata rappresaglia americana e il conseguente scatenarsi di un conflitto nucleare, scivola in un incubo ansiogeno che assume diverse forme e conduce gli abitanti delle città a decidere se restare e vivere privatamente l’avvenimento oppure scappare in qualche località fuori mano: “Il protagonista -spiega Papi- è milanese come me, sia per nascita che per dimora, e apprende la notizia dalla televisione attraverso un’edizione straordinaria del telegiornale, dove i pochi giornalisti rimasti al lavoro enunciano gli scarni dettagli della vicenda. Ne segue poi un dispaccio del governo attraverso il quale viene autorizzata l’interruzione delle attività lavorative nelle aziende, salvo per i lavoratori essenziali, affinché gli italiani si riuniscano alle proprie famiglie e cerchino riparo lontano dai grandi centri abitati”. Il protagonista deciderà di restare in città, assieme a molti altri, più per fatalismo e radicamento che per logica. In quel contesto a tratti disabitato e a tratti affollato, egli vivrà immerso in un’atmosfera malinconica cercando di recuperare attraverso luoghi e ricordi un suo presente, nella speranza di un possibile futuro. Naturalmente, la vicenda narrata, nella sua essenzialità, rappresenta solo uno spicchio del possibile scenario scatenato da un potenziale conflitto nucleare “Tuttavia, quello mostrato, potrebbe essere -sottolinea Papi- uno di quelli più vicini alla nostra sensibilità, uno di quelli che ci è permesso immaginare senza trasporci in territori inesplorati. Si tratta di un tema che riguarda tutti e l’Europa in particolare. Per questo, sono molto contento e onorato che sia presente a Francoforte, il cuore del Vecchio Continente che, davanti a crisi come questa, ha un ruolo fondamentale”.

Magic Business, il libro che svela i segreti di Walt Disney

Magic Business, il libro che svela i segreti di Walt DisneyRoma, 11 ago. (askanews) – Quanti di voi sanno che Walt Disney è stato il più grande esperto di marketing di tutti i tempi? Quanti di voi sanno che le sue strategie di marketing sono basate su regole certe e sperimentate nel tempo? Quanti di voi sanno che ha introdotto un linguaggio studiato parola per parola: “Fu insomma un genio -spiega Paolo Bacchini, imprenditore già docente in Gestione e strategia d’impresa alla Business school del Sole 24 ore. Il suo è stato un miracolo imprenditoriale che si è basato sostanzialmente su un business seriale: ti attiro nel Parco divertimenti e, attraverso delle ‘strategie mentali’, ti induco non solo a comprare altro ma anche a effettuare quelli che in gergo vengono definiti upsell. Faccio un esempio: compro il biglietto per entrare a Disneyland, ma poi sono indotto ad acquistare film e gadget. Grazie al Magic Band, il braccialetto obbligatorio nei parchi a tema Disney collegato al conto corrente, con un semplice Bip posso pagare al ristorante, acquistare qualsiasi cosa ma, soprattutto, salto le file alle attrazioni. Uno status symbol che mi fa apparire agli occhi degli altri, superiore. Quasi un privilegiato”.

Il risultato è che l’85% dei clienti Disney ritorna, almeno una volta, nello stesso anno e il fatturato annuo supera i 15 miliardi di dollari: “Il 50% ed è questo il dato sorprendente -dice ancora Bacchini- è frutto proprio di upsell, l’acquisto di una versione premium, o cross sell, l’acquisto di un prodotto collegato a quello che già si era deciso di comprare, tutte tecniche messe a punto, negli anni, da Walt. Un genio visionario unico al mondo che aveva il pregio di non lasciare nulla al caso. Si sono contati, nel Parco, 250 punti di osservazione dai quali Walt Disney controllava quello che accadeva, prendeva appunti e affinava le sue tecniche. Ma non solo. Anche le parole usate e inventate da Walt erano e sono frutto di una cura quasi maniacale. Chi accede alla struttura non è più un semplice cliente ma un ospite (perché un ospite si tratta meglio di un cliente) e chi lavora all’interno non è dipendente ma un attore (perché per Walt Disney ogni giorno recitavano uno spettacolo, quindi aveva bisogno di attori e non dipendenti). Tanto che i colloqui, che vengono ancora oggi fatti per essere assunti, vengono definiti audizioni. Senza dimenticare che è uno dei pochi imprenditori al mondo che sapeva immaginare il futuro, il primo a creare una funzione aziendale “gli imagineering” che ha lo scopo di immaginarsi il futuro ascoltando tutti i giorni cosa dicono i clienti. Aspetto raro in un mondo dove le imprese, anche quelle più avviate, spariscono, nel 95% dei casi, alla terza generazione” perché perdono il contatto con le esigenze dei clienti che cambiano nel tempo. Strategie imprenditoriali che quest’anno, con la The Walt Disney Company, compiono ben 100 anni di attività. Strategia che ora, primo in Italia, Bacchini porta nel nostro Paese spiegando a tutti gli imprenditori come adattarla alla loro imprese. “Ho scritto un libro -spiega Bacchini- che nasce innanzitutto dalla mia esperienza personale come imprenditore. Avevo avviato una star up nel biologico ma le cose non andavano benissimo. Fino a quando mi sono imbattuto per caso in una pubblicazione che parlava appunto di Walt Disney e del suo miracolo imprenditoriale che gli ha permesso di trasformare Disneyland nell’azienda che genera l’utile per m² superiore al mondo. Mi sono messo a studiare e ho applicato la sua metodologia alla mia azienda. Il risultato? Sono uscito dalla crisi e ho venduto l’attività a un fondo svizzero. Ora voglio rivolgere la mia esperienza ai nostri imprenditori che conoscono poco le vere tecniche di marketing e vendita e vivono nella convinzione, errata, che quello che sanno è l’unico modo corretto per fare business. E invece non è così. Magic Business vuole spiegare che un’altra strada è possibile, la strada segnata da Walt a cui si sono ispirati personaggi importanti come Elon Musk e Steve Jobs. Una strada che può essere adattata a chiunque, piccola o grande azienda che sia. È una questione di mentalità che serve a ragionare su quei particolari che permettono di aumentare il fatturato e i margini di guadagno. Un ristoratore di Fiumicino, l’esempio è quanto mai indicativo, ha aumentato il proprio scontrino medio con una semplice mossa: destinare parte del locale all’area Vip. Un’area, però, che deve essere visibile a tutti. Un’area con un diverso servizio, una maggiore attenzione e cura verso il cliente. E così, in chi mangia nell’area ‘normale’, deve scattare il desiderio di inadeguatezza o rivalsa. Deve chiedersi: perché non ci sono io nell’area vip? È lì che voglio stare. È lì che voglio far stare la mia compagna o mia moglie perché non devo sentirmi, ai suoi occhi, meno importante di nessuno. In questo modo la gente paga molto di più ma è contenta di farlo. Un po’ come chi sceglie di andare da Briatore a mangiare la pizza e poi si scatta una foto per postarla sui social e dimostrare la propria importanza”.

Il libro si presenta all’interno del Magic Box costruito in perfetto stile Disney. All’interno del Magic Box oltre al volume Magic Business c’è una scatola di cioccolatini pregiati, la prima rivista del Club degli imprenditori e un book di referenze di imprenditori e manager che collaborano con Bacchini: “Fa parte della strategia di Walt – ricorda Bacchini. Dare sempre l’effetto wow. Ma, al di là di come è impacchettato, il volume è un’opportunità per chi fa impresa. La magia di Walt è coinvolgente e adottare le sue tecniche porta benefici immediati. In più, si entra in un circuito virtuoso che permette, attraverso un Boot camp per imprenditori, continui aggiornamenti. Si entra a far parte del primo Club per imprenditori che finalmente porta in Italia l’impero Disney. Strategie innovative finora poco conosciute ma che in realtà, negli Stati Uniti, hanno fatto da tempo scuola. Un modo nuovo che fa la differenza, a livello economico e, perché no, sociale”.

”Governare l’incertezza”, il 29 maggio presentazione libro De Giorgi-Lupo

”Governare l’incertezza”, il 29 maggio presentazione libro De Giorgi-LupoRoma, 24 mag. (askanews) – Lunedi 29 maggio, alle ore 17.30, presso gli spazi innovativi di Esperienza Europa – Davi Sassoli, si terrà la presentazione del libro ‘Governare l’incertezza’, edito da Franco Angeli. L’evento è organizzato dalla Fondazione AIDR, Italian Digital Revolution, in collaborazione con gli Uffici del Parlamento e della Commissione europea.

Dopo le presentazioni del prof. Giovanni Orsina, politologo e direttore della School of Government della Università Luiss, del cons. Antonio Naddeo, Presidente Aran, e della sociologa dott.ssa Maria Frega, che interloquiranno con l’autore cons. Marco De Giorgi, seguirà un ampio dibattito fra parlamentari di maggioranza ed opposizione sul rapporto fra pubblico e privato e su come ripensare i tradizionali modelli di intervento per riagganciare la ripresa economica. Dopo la terribile esperienza del Covid e l’inizio della guerra in Ucraina, ci stiamo abituando a vivere fra crisi sempre più ricorrenti e imprevedibili, che mettono a dura prova la capacità di assorbimento e di adattamento del nostro sistema, in un contesto che Bauman, filosofo e sociologo polacco, aveva già descritto come la ‘società dell’incertezza’. Queste le riflessioni da cui parte il libro di Marco De Giorgi e Aurelio Lupo che spiegano come l’unica strada percorribile oggi sia quella della innovazione sociale che si basa sulla costruzione di nuove relazioni e sulla misurazione e valutazione degli impatti come paradigma dello sviluppo.

I percorsi di innovazione indicati nello studio consentono di attivare, attraverso un sistema di incentivi collegato alla verifica del raggiungimento dei risultati (PBR pay by result), nuovi modelli di partenariati pubblico- privato che favoriscono il convoglio di investimenti privati verso importanti ambiti sociali, senza per questo delegare l’esercizio delle funzioni pubbliche. Alcune applicazioni pratiche del modello dell’innovazione sociale, che esce finalmente dalle aule universitarie per diventare un driver delle politiche pubbliche, sono rappresentate dalla cd. finanza di impatto che consente di conciliare impatto sociale e profitto, superando la classica dicotomia fra profit e non profit, fra pubblico e privato. Nel libro sono rappresentati, quindi, i primi risultati della sperimentazione condotta in tal senso dal FIS – Fondo per l’innovazione sociale – istituito dal Governo nel 2018, che ha finanziato diciotto progetti di grandi Comuni, fra cui Roma, Milano, Bari, per l’applicazione sperimentale di questi nuovi modelli di PPP – partenariati pubblico privati che vedono la presenza anche di investitori privati, come banche e fondazioni.

Come ha già dimostrato la positiva esperienza di Torino social impact e Tiresia, entrambe fiorite in un ecosistema fertile all’innovazione, come quello piemontese, richiamato da Mario Calderini (Politecnico di Milano) nella sua introduzione al libro, lo stato dell’arte della finanza di impatto in Italia vede una buona offerta di risorse private finalizzate alla produzione di impatti sociali; manca però un’adeguata domanda di innovazione sociale a causa degli scarsi investimenti nelle infrastrutture sociali, di una pubblica amministrazione poco propensa al rischio, di un terzo settore poco investment ready e di una cultura debole della valutazione. Il libro propone, quindi, ad imprese, associazioni, enti pubblici ed esperti un nuovo modello di economia degli impatti come via d’uscita dalla crisi, che coinvolga non solo il terzo settore o la pubblica amministrazione, ma tutti gli attori del sistema economico e sociale che possono convergere su valori comuni grazie a quella che gli autori chiamano la “capacità trasformativa” dell’innovazione sociale.

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