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A Scanzano Jonico la seconda sagra della fragola della Basilicata

A Scanzano Jonico la seconda sagra della fragola della BasilicataRoma, 24 apr. (askanews) – Torna a Scanzano Jonico la seconda edizione della sagra della fragola della Basilicata. La regione lucana è il principale polo produttivo nazionale e la kermesse si svolgerà lunedì 29 e martedì 30. In Italia la fragolicoltura è un comparto importante, che occupa attualmente all’incirca 4 mila ettari, di cui il 65% si trovano al Sud. In termini di produzione sono la Basilicata e la Campania a coprirne il 50%. E’ proprio la zona del Metapontino ad essere maggiormente riconosciuta per la fragolicoltura, grazie anche alla predominanza di una specifica varietà che ha caratterizzato questa produzione: la Sabrosa Candonga. Una coltivazione recente per l’area, iniziata nel 1955. In Basilicata la fragola si ritrova in un areale di produzione che comprende nove comuni: Bernalda, Montescaglioso, Pisticci, Tursi, Montalbano Jonico, Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella e Nova Siri.


Si parte lunedì 29 con una visita guidata ai borghi del materano (Tursi, Rotondella, Scanzano Jonico), per scoprire sulla tracce degli antichi viandanti i luoghi che danno i natali la fragola della Basilicata. Oltre 70 gli stand. I chioschi presenti abbracciano il mondo dell’agricoltura e della coltivazione di fragole, ma il focus centrale sarà sulla gastronomia, con le fragole regine di piatti gourmet inediti e ricette di ogni regione dello stivale, dalla piadina al baccalà. Alle 18 si svolgerà un convegno tecnico sulla produzione di fragole della Basilicata. E martedì 30 sarà possibile scendere direttamente nei campi dove l’oro rosso del Metaponto viene coltivato e vestire i panni di agricoltori, per raccogliere e conoscere da vicino questo prodotto.


Le fragole sono una eccellenza territoriale che ha un peso non indifferente per il PIL agricolo: il 22%. Nei periodi di grande raccolta, impiega 12mila addetti, con un valore commerciale di circa 100 milioni di euro su più di 1000 ettari di superficie. Con quasi 1.000 ettari di terreno, le superfici coltivate segnano un aumento del 13% circa rispetto allo scorso anno. Per il 2019, la produzione totale attesa di fragole lucane è di 48.600 tonnellate, di cui circa 39.000 rappresentate dalla cultivar Sabrosa, con una stima di fatturato pari a circa 120 milioni di euro per l’intero comparto fragolicolo. Si tratta di un vero e proprio record per la regione, che supera anche il massimo storico di questa produzione, registrato alla fine degli anni ’70, quando gli ettari coltivati a fragola in Basilicata raggiunsero i 900 ettari, superfici drasticamente ridotte (400 ha) agli inizi degli anni Ottanta per l’ingresso sul mercato delle fragole spagnole.

Nasce il comitato promotore per la Igp Porcetto di Sardegna

Nasce il comitato promotore per la Igp Porcetto di SardegnaRoma, 24 apr. (askanews) – Si è costituito dal notaio il Comitato Promotore per la nascita della Igp Porcetto di Sardegna,e si è ufficialmente insediato il Comitato Scientifico che nella prima riunione, tenutasi a Macomer, nella sede del Contas (Consorzio Tutela Agnello Igp) ha lavorato a diversi punti del disciplinare di produzione della specialità sarda.


Obiettivo, preparare la documentazione necessaria da presentare alla Commissione Europea per ottenere il riconoscimento della denominazione IGP e portare quindi alla nascita di un Consorzio che abbia come compito quello di creare un’unione tra allevatori, macellatori e trasformatori che possa organizzare la filiera e dare un valido riferimento al mercato per tutto ciò che riguarda le fasi di allevamento e tracciabilità dei suinetti destinati al mercato. Oltre a salvaguardare la produzione locale sarda dal pericolo di importazioni incontrollate, e tutelare quindi l’origine del prodotto. Il comitato promotore vede la presenza trasversale di allevatori, macellatori e trasformatori in rappresentanza delle 4 principali associazioni di categoria agricole con Coldiretti Sardegna che presiede il comitato con il presidente cagliaritano Giorgio Demurtas. Vice presidente Francesca Manca di Confagricoltura. Rappresentate anche la Cia con Martino Scanu e Copagri con Raffaele Mureddu. Del comitato fanno parte inoltre per la parte allevatoriale Pierluigi Mamusa, Luciano Nieddu e Tonino Siotto per la parte della trasformazione Francesco Forma titolare della Forma Carni di Macomer.


Il comitato scientifico è coordinato da Alessandro Mazzette, direttore del Consorzio di tutela dell’agnello IGP e al suo interno sono presenti il funzionario del ministero della Agricoltura Luigi Nuvoli, i ricercatori di Agris Sardegna Sebastiano Porcu e Margherita Addis, dell’Istituto Zooprofilattico e Stefano Cappai, della ASL Giuseppe Bitti e di Laore Genesio Olmetto; Bastianino Mossa in rappresentanza della FASI (Federazione dei circoli dei sardi in Italia), dell’Università di Sassari Gianni Battacone e il docente dell’Università di Cagliari Franciscu Sedda che si occuperà dell’inquadramento storico e culturale del porcetto.

Progetto made in Italy per vivaismo innovativo e sostenibile

Progetto made in Italy per vivaismo innovativo e sostenibileRoma, 24 apr. (askanews) – Al via un progetto made in Italy per un vivaismo innovativo e sostenibile. L’università di Pisa ha siglato un accordo con Fastweb, Zelari Piante e Netsens avviando una collaborazione per l’implementazione di un progetto centrato sulla sostenibilità ambientale e produttiva, e che grazie alla digitalizzazione dei processi e all’utilizzo di tecnologie comel’Edge Computing ed il 5G, mira a ottimizzare l’uso delle risorse nei vivai e a produrre piante più sane e resistenti, riducendo il consumo idrico e l’impiego di fertilizzanti e agrofarmaci.


Il progetto “Vinstein”, promosso con un bando della Regione Toscana volto a rafforzare i processi di transizione green e finanziato con le risorse del Fondo Sociale Europeo+ 2021-2027 (FSE+), conta su un mix di competenze scientifiche, industriali e digitali. Le attività sperimentali si concentreranno presso Zelari Piante, azienda leader del vivaismo italiano. L’accordo prevede la creazione di un ‘AgriLab’ in cui verrà testata e validata la soluzione I.o.T. di Agricoltura 4.0 che rappresenterà la prima e sinora unica soluzione in Italia specifica per l’ambito vivaistico. L’Agrilab sarà costituito da tre siti sperimentali: due presso sedi universitarie di Pisa e uno all’interno del vivaio Zelari di Pistoia, nella sede storica di produzione dal 1953, dove potranno essere effettuate le validazioni dei sistemi I.o.T. sviluppati dai partner. L’iniziativa si concentra su due aspetti: da un lato, l’utilizzo e l’implementazione di sensori iperspettrali per il monitoraggio delle condizioni di salute delle piante e la valutazione dei genotipi più resistenti e dell’adeguatezza delle pratiche di gestione, dall’altro, lo sviluppo e validazione di un “Decision Support Systems (DSS)”, una piattaforma che supporterà i vivaisti nel prendere decisioni più efficienti nell’ambito della gestione delle coltivazioni, per monitorare in tempo reale e prevenire, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, condizioni di stress causate da fattori biotici e abiotici, quali agenti patogeni e carenze idriche e nutrizionali.


L’accordo ha una durata di due anni e nel mese di febbraio 2024 si è dato l’avvio alla prima fase, che prevede lo sviluppo e la validazione del DSS. Lo step successivo permetterà di realizzare una soluzione replicabile, scalabile e applicabile anche ad altri tipi di colture, oltre ad essere economicamente accessibile per l’intero network di imprenditori agricoli.

Fao: per cambiamenti climatici carenza mais in Africa meridionale

Fao: per cambiamenti climatici carenza mais in Africa meridionaleRoma, 24 apr. (askanews) – Le prospettive della produzione cerealicola nell’Africa meridionale sono peggiorate drasticamente dallo scorso febbraio e il previsto calo della produzione di mais intensificherà l’insicurezza alimentare delle famiglie, spingerà al rialzo i prezzi interni e stimolerà un aumento del fabbisogno di importazioni in tutta la subregione. A lanciare l’allarme è la Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.


Attualmente il mais bianco rappresenta quasi il 20% delle calorie consumate nella sottoregione. Le previsioni deludenti arrivano dopo “un deficit diffuso e sostanziale di precipitazioni nel mese di febbraio, esacerbato dalle temperature record, una combinazione particolarmente dannosa per i raccolti”, spiega l’ultimo rapporto Fao, sottolineando che ci sono scarse speranze di una ripresa prima dell’inizio del periodo di raccolta a maggio. La grave insicurezza alimentare nell’Africa meridionale, stimata in 16 milioni di persone nei primi tre mesi del 2024, potrebbe peggiorare alla fine del 2024, ha avvertito la FAO. I prezzi dei prodotti alimentari, già in aumento a tassi annuali superiori al 10%, probabilmente aumenteranno ulteriormente e, sulla base delle proiezioni attuali, il Sud Africa e lo Zambia, tipicamente esportatori di mais, non saranno in grado di coprire il deficit di offerta, e lo Zambia ha iniziato a importare mais per far fronte al deficit.


I governi di Malawi, Zambia e Zimbabwe hanno già dichiarato lo stato di emergenza siccità. In collaborazione con il programma Harvest della NASA, le osservazioni geospaziali della FAO suggeriscono che le principali colture di cereali subiranno impatti negativi anche in alcune parti dell’Angola, Malawi, Mozambico, Namibia, Sud Africa e Zimbabwe, con Zimbabwe, Malawi e Mozambico, che dovrebbero vedere un notevole aumento delle importazioni.

Italia resta leader mondiale in produzione ed export pasta

Italia resta leader mondiale in produzione ed export pastaRoma, 24 apr. (askanews) – L’Italia continua a essere il principale produttore mondiale di pasta: con una produzione di 3,6 milioni di tonnellate su un totale di 17 milioni, l’Italia si conferma al primo posto nella classifica dei paesi produttori di pasta, superando Turchia e Stati Uniti. Il 61% della produzione italiana è destinato all’estero.


Anche le esportazioni confermano una tendenza positiva: sono state esportate oltre 2,2 milioni di tonnellate di pasta, con una leggera contrazione del 3,7% in termini di volumi rispetto al 2022. Tuttavia, il valore delle esportazioni è aumentato del 3% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 3,8 miliardi di euro. Delle 1,5 milioni di tonnellate di pasta esportate, la maggior parte è destinata ai paesi dell’Unione Europea, mentre circa 780 mila tonnellate finiscono in paesi terzi. I dati sono elaborati da ITA0039 by Asacert in partnership con Coldiretti. Gli italiani rimangono i maggiori consumatori di pasta, con una media di circa 23 chili pro-capite all’anno, per un totale di 1,3 milioni di tonnellate consumate. Anche all’estero la pasta è diventata un alimento comune: in venticinque anni, il numero di paesi in cui si consuma più di 1 chilogrammo pro-capite di pasta all’anno è quasi raddoppiato. La Tunisia guida la classifica con 17 chili, seguita da Venezuela (15 chili), Grecia (12,2), Perù (9,9), Cile (9,6), Stati Uniti (8,8), Turchia (8,7), Iran (8,5), Francia (8,3) e Germania (7,9).

Consorzi Agrari: in 2023 valore produzione +22%, Ebitda + 38%

Consorzi Agrari: in 2023 valore produzione +22%, Ebitda + 38%Roma, 24 apr. (askanews) – Il consiglio di amministrazione di Consorzi Agrari d’Italia (Cai) ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2023, che si è chiuso con un utile netto pari a 5,4 milioni di euro, un EBITDA di 24 milioni di euro e un valore della produzione di 766 milioni di euro.


Il bilancio aggregato, che comprende anche le società controllate, evidenzia ricavi per 1.257 milioni e un EBITDA di 40,3 milioni di euro. “Cai è riuscita a mitigare l’impatto di un’annata difficile sotto il profilo climatico e uno scenario internazionale di grande instabilità dovuto alle tensioni geopolitiche e a un inasprimento delle condizioni di accesso al credito”, commenta Gianluca Lelli, amministratore delegato di CAI. “Questa è la dimostrazione che l’impegno costante volto a essere un riferimento per tutelare e rispondere ai bisogni degli agricoltori, unito alla presenza capillare sul territorio, hanno compensato la modesta domanda estera e le criticità dovute alla contrazione di produzione agricola”.

Origin Italia chiede tavolo attuazione su regolamento Ig

Origin Italia chiede tavolo attuazione su regolamento IgRoma, 24 apr. (askanews) – Un tavolo governativo per l’attuazione del nuovo Regolamento delle IG in Italia. È quanto chiede Origin Italia, l’associazione italiana consorzi Indicazioni Geografiche che rappresenta 79 Consorzi di tutela, una associazione di settore e oltre il 95% delle Indicazioni Geografiche italiane.


All’indomani dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Europea del Testo Unico relativo alle Indicazioni Geografiche dei vini, delle bevande spiritose e dei prodotti agricoli, Origin Italia si rivolge al Governo, e in particolare al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, affinché sia attivata una consultazione per attuare anche in Italia le disposizioni comunitarie che entreranno pienamente in vigore dal 13 maggio, quando il Regolamento sarà a regime e ogni Stato Membro dovrà adeguare al proprio ordinamento legislativo. “E’ fondamentale che il Ministero recepisca le priorità del mondo dei Consorzi di Tutela nel trasferire le direttive della Riforma nel nostro Paese dove il Sistema delle IG rappresenta una importante voce economica, oltre che sociale e rappresentativa del made in Italy”, chiede il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi.


“Come Origin Italia siamo impegnati da tempo sul fronte della sostenibilità, tra i principali aspetti della Riforma che i Consorzi dovranno affrontare; inoltre, grazie alla nostra rappresentatività, potremo offrire un contributo fattivo al Ministero affinché la Riforma ricada nel nostro Paese in maniera virtuosa, efficace e guardando allo sviluppo di un settore che potrà ancora crescere se le istituzioni sapranno accompagnarlo ascoltandone le necessità”. La Riforma sottolinea il ruolo centrale della Commissione Europea in materia di sviluppo economico del sistema IG, limitando il ruolo dell’EUIPO, inoltre rafforza la protezione delle IG anche online e sui nomi di dominio, nonché quando utilizzate come ingredienti, attraverso l’obbligo per i trasformatori di informare i gruppi di produttori riconosciuti quando utilizzano il nome registrato nei prodotti trasformati e la possibilità per gli Stati membri di rafforzare tale procedura, come già avviene in Italia.


Aumentata la protezione anche nel caso in cui vi siano prodotti che sfruttino indebitamente la reputazione delle IG, come nel caso del Prosek o dell’aceto balsamico e cipriota. Rafforzamento dei gruppi perseguito invece attraverso l’introduzione di numerosi poteri e responsabilità, lasciando però alla sussidiarietà degli Stati la definizione di alcune disposizioni, come quelle concernenti i contributi obbligatori per tutti gli operatori, anche se non aderenti. Infine, la sostenibilità, intesa nelle sue dimensioni sociali, ambientali, economiche e di benessere e salute degli animali, i cui relativi impegni da rispettare nella produzione saranno concordati dai Consorzi di Tutela ed evidenziati in un rapporto di sostenibilità.

Ok Comagri a proposta di legge su birra artigianale

Ok Comagri a proposta di legge su birra artigianaleRoma, 24 apr. (askanews) – Ok della Commissione agricoltura alla proposta di legge sulla birra artigianale. Lo annuncia il presidente della commissione Agricoltura, il deputato della Lega Mirco Carloni, spiegando in una nota: “siamo soddisfatti per l’approvazione in commissione della nostra Pdl per la promozione e la valorizzazione dei prodotti e delle attività dei produttori di birra artigianale. Un passo importante per un prodotto tradizionale italiano, che merita di essere esaltato nella filiera della produzione birraia e nei metodi di lavorazione”.


Tra le priorità della legge, l’incentivazione della coltivazione e della qualità delle materie prime per la produzione di birra artigianale, il miglioramento delle competenze professionali, una maggiore cooperazione tra imprese, più informazione al consumatore e il miglioramento delle condizioni di produzione e commercializzazione di orzo e luppolo. “Ora avanti tutta con l’iter in Aula”, conclude Carloni.

Sequestrate 200 tonn. latte e prodotti caseari, Lollobrigida: bene

Sequestrate 200 tonn. latte e prodotti caseari, Lollobrigida: beneRoma, 24 apr. (askanews) – Sono circa 200 le tonnellate di latte e di prodotti lattiero caseari che sono state sequestrate in alcune località delle Marche dall’Unità investigativa Centrale del Dipartimento dell’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari del MASAF (ICQRF) e dal Comando Carabinieri NAS di Ancona.


Le attività di ricerca e sequestro hanno portato ad un totale di circa 90 tonnellate di latte e 110 tonnellate di prodotti lattiero caseari sequestrati, insieme a circa 2,5 tonnellate di sostanze sofisticanti. Il valore complessivo è di circa 800mila euro. “Ringrazio il nostro Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari ICQRF per i controlli serrati portati avanti ogni giorno sul nostro territorio, a difesa dei produttori e delle persone che acquistano”, sottolinea in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.


“L’ICQRF, insieme ai NAS dei Carabinieri, ha contribuito a portare a segno un’importante operazione, nel solco dell’impegno contro ogni tipo di contraffazione e di inganno sui prodotti agroalimentari italiani. Qualità, benessere e sicurezza sono elementi di forza del Made in Italy”, ha concluso Lollobrigida. I controlli sono scattati a seguito delle indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Pesaro a carico di 10 persone e 3 società, al fine di bloccare un complesso fenomeno di adulterazione e sofisticazione che serviva a coprire e correggere il cattivo stato di conservazione di prodotti destinati alla grande distribuzione. L’operazione ha impiegato complessivamente oltre 60 ufficiali di polizia giudiziaria, tra Carabinieri dei NAS e Ispettori dell’ICQRF.

Coldiretti: stop Ue a lavoro forzato, estendere divieto a alimenti

Coldiretti: stop Ue a lavoro forzato, estendere divieto a alimentiRoma, 23 apr. (askanews) – Il divieto di accesso ai prodotti ottenuti dallo sfruttamento del lavoro forzato risponde alle richieste dell’83% degli italiani e “ora deve essere esteso a tutti gli alimenti in commercio nella Ue che non rispettano le stesse regole in fatto di tutela dell’ambiente e della sicurezza dei consumatori, affermando il principio di reciprocità”. E’ l’appello lanciato dalla Coldiretti in occasione del via libera finale del Parlamento europeo al nuovo regolamento Ue che vieta la vendita, l’importazione e l’esportazione di beni realizzati utilizzando quella che è una moderna forma di schiavitù e riguarda oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo, tra cui minori.


Dal concentrato di pomodoro cinese al riso indiano, dai gamberetti thailandesi ai peperoncini dal Messico o il riso dal Mali, fino ad arrivare alle castagne dal Perù, al pesce dalla Thailandia, dall’Indonesia e dalla Cina. Sono diversi i cibi che entrano nel nostro Paese su cui grava l’accusa di essere ottenuti dall’utilizzo del lavoro forzato, spiega la Confederazione agricola, e che finiscono magari per essere spacciati per italiani sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale.