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Oggi al via Macfrut 2024, inaugurazione con ministro Lollobrigida

Oggi al via Macfrut 2024, inaugurazione con ministro LollobrigidaRoma, 8 mag. (askanews) – Ha aperto i battenti oggi e fino al 10 maggio Macfrut 2024, la vetrina internazionale della filiera dell’ortofrutta, al Rimini Expo Centre. Oltre 1400 espositori da tutto il mondo, saloni tematici, un centinaio di eventi su trend e tendenze del settore, e un doppio campo prova di circa 3000 mq sull’innovazione frutticola e orticola. Protagonista della tre giorni è l’ortofrutta, settore che vale oltre 16 miliardi di euro nella fase agricola, che salgono a circa 50 miliardi sull’intera filiera. Le esportazioni di ortofrutta fresca e conserve nel 2023 hanno toccato quota 11,6 miliardi di euro di cui 5,7 derivanti dai prodotti freschi. In Italia complessivamente sono 300mila le aziende coinvolte per 1,3 milioni di ettari per una produzione di circa 24 milioni di tonnellate di frutta e verdura.


Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, inaugura oggi il salone alla presenza di Stefano Bonaccini, presidente Regione Emilia-Romagna, Donato Pentassuglia, assessore Agricoltura Regione Puglia e Renzo Piraccini, presidente di Macfrut. Poi uno degli appuntamenti più attesi: allo stand Ismea/Masaf ci sarà un confronto su “Le priorità del mondo agricolo nella nuova Europa” che metterà a confronto tra gli altri Cristiano Fini, presidente Cia, Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura, Ettore Prandini, presidente Coldiretti, Livio Proietti, presidente Ismea e Matteo Zoppas presidente Agenzia Ice, Renzo Piraccini Presidente Macfrut. Le conclusioni sono affidate al Ministro Francesco Lollobrigida. La 41esima edizione di Macfrut si annuncia come un evento internazionale, con oltre il 40% degli espositori da quattro Continenti. A partire dall’Africa, in fiera con 400 espositori da 24 Paesi con tante prime volte come nel caso di Ruanda, Repubblica Democratica del Congo, Marocco, Namibia e Togo. Tra le conferme con aree ampliate troviamo Egitto, Algeria, Sudafrica, Nigeria, Mozambico e Mali con 37 imprese. Sul fronte delle new entry ci sono India, Turkmenistan, Uzbekistan, Azerbaijan e Argentina.

Cicloturismo, in Toscana in primi sei mesi presenze +20% su 2023

Cicloturismo, in Toscana in primi sei mesi presenze +20% su 2023Roma, 8 mag. (askanews) – Il 20% di cicloturisti in più rispetto all’anno scorso hanno raggiunto la Toscana nei primi sei mesi dell’anno e le zone più battute sono la Val D’Orcia e il Chianti: “è la conferma che la bicicletta è un ottimo strumento per valorizzare la nostra terra e apprezzarne il paesaggio promuovendo al tempo stesso la sostenibilità”, rende noto Fabiola Materozzi, coordinatrice di Agriturist Toscana, sezione di Confagricoltura Toscana che si occupa del fenomeno agrituristico.


Il mese scorso è stato stipulato un accordo dal nome Bike Hospitality fra Confagricoltura e la Federazione Ciclistica Italiana per spingere le strutture agrituristiche ad attrezzarsi a questo particolare tipo di turismo adesso in forte crescita. “Le aree di maggiore interesse sono il Chianti e la Val d’Orcia, ma anche le zone costiere e la Maremma sono sempre più in crescita come mete dei cicloturisti – dice Materozzi – L’accordo con la Federazione Ciclistica Italiana è importante per cercare di offrire servizi su misura ai turisti che scelgono la bicicletta come mezzo di spostamento fra i paesi toscani”


Ma cosa chiedono i cicloturisti che arrivano in Toscana ? A rispondere è Simona Brandini dell’azienda Barone Ricasoli al Castello di Brolio, affiliata Agriturist. “L’esercito degli appassionati delle due ruote inizia adesso, con l’arrivo delle belle giornate di sole e continua per tutta l’estate fino all’evento più famoso a Gaiole in Chianti, L’Eroica, rievocazione del ciclismo di un tempo che si svolge principalmente su strade bianche: deposito e zona di lavaggio per le bici, assistenza minima per le riparazioni e colonnine di ricarica per le e-bike sono le richieste dei cicloturisti – conclude Brandini – La sensazione è che questo trend sia in forte crescita perciò cerchiamo di farci trovare pronti”.

Coldiretti: in 2023 export ortofrutta record a 5,8 miliardi

Coldiretti: in 2023 export ortofrutta record a 5,8 miliardiRoma, 8 mag. (askanews) – Nel 2023 il valore delle esportazioni italiane di ortofrutta fresca sfiora i 5,8 miliardi di euro, con una crescita di quasi il 10% rispetto all’anno precedente. Ma sul comparto pesa il blocco dei traffici sul Mar Rosso, che ha quasi dimezzato le esportazioni in quantità di frutta e verdura italiane in Asia (-47%) a gennaio 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Istat diffusa oggi in occasione dell’inaugurazione del Macfrut Fruit and Veg Professional Show all’Expo Centre di Rimini, in cui si mettono in luce i primi effetti concreti della guerra in Medio Oriente per i produttori di ortofrutta nazionale.


L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez e a circumnavigare il Sud Africa, hanno portato infatti ad un aumento dei costi di trasporto del 659% secondo il Centro Studi Divulga, mentre i tempi di percorrenza sono aumentati mediamente di 7-10 giorni. E a risentirne sono stati soprattutto i prodotti più deperibili, a partire dall’ortofrutta. Le produzioni più a rischio sono i derivati del pomodoro, che valgono complessivamente circa 270 milioni all’anno, davanti alle mele, le cui vendita in Asia ammontano a 170 milioni, assieme ai kiwi, secondo una stima Coldiretti su dati Istat del 2023. Ma tra gli alimentari interessati alle esportazioni in Cina e negli altri Paesi, oltre all’ortofrutta fresca e trasformata, ci sono anche la pasta e prodotti da forno, dolci e vino per un valore complessivo stimato in 5,5 miliardi lo scorso anno.

Urso e Lollobrigida inaugurano a Parma la 22esima edizione di Cibus

Urso e Lollobrigida inaugurano a Parma la 22esima edizione di CibusMilano, 7 mag. (askanews) – Sono stati i ministri delle Imprese e dell’Agricoltura, Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida, a inaugurare la 22esima edizione di Cibus, in scena negli stand di Fiere di Parma dal 7 al 10 maggio. Un’edizione con numeri record dicono gli organizzatori: oltre 3.000 espositori su una superficie di 120mila metri quadrati (e una lista di attesa di 600 aziende) accanto alla presenza di 3.000 top buyer provenienti provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente.


“Il made in Italy – ha detto Il ministro Urso che ha preso parte al convegno inaugurale col collega Lollobrigida – ormai è sinonimo in tutto il mondo di prodotto di qualità ed eccellenza. Cibus di fatto oggi fa la sua vera e grande riapertura dopo gli anni dei cigni neri e sono lieto di essere qui con tutte le altre istituzioni ma soprattutto con le imprese che sono i veri attori dell’economia. Il nostro Paese, infatti, è composto da imprese e da persone che sono l’espressione autentica della peculiarità del nostro sistema industriale che porta sul mercato prodotti capaci di stare nel mondo perché considerati quelli belli, buoni e ben fatti e per questo nella gamma della produzione internazionale noi siamo nella serie A e lo siamo grazie all’alimentazione”. “La nostra Nazione, grazie all’impegno del governo Meloni e al duro lavoro dei nostri agricoltori, produttori e imprenditori, sta dimostrando incoraggianti segnali di crescita. L’Italia si conferma terra di eccellenza e vincente nei mercati esteri – ha detto Lollobrigida – Uno straordinario risultato che evidenzia la qualità dei prodotti made in Italy, la solidità del nostro tessuto imprenditoriale e la nostra capacità di fare sistema per conquistare i mercati globali”. Nel corso della giornata inaugurale sono stati presentati i dati della ricerca realizzata dal Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale dell’Università Cattolica, in collaborazione con Fiere di Parma. Lo studio evidenzia in particolare come nel decennio 2013 – 2023 la crescita italiana nell’export agrifood è stata del 27% rispetto al 12% della media europea. Un risultato che ha portato i prodotti agroalimentari italiani venduti all’estero a sfiorare i 64 miliardi di dollari, circa il 10% dell’export europeo (679 miliardi di dollari), collocando il nostro Paese al quarto posto nel 2023 per sviluppo dell’export in Europa


A livello globale, l’Europa mantiene la leadership mondiale, con una quota di mercato del 2022 superiore al 40%; in particolare dal 2020 si può notare una leggera riduzione della quota di mercato dell’Europa a vantaggio di America e Asia: nel 2022, il 22,4% del food export mondiale è asiatico, mentre il 29,5% americano. Quote di mercato inferiori rispetto a quella del nostro continente, ma sicuramente rappresenta una dinamica “erosiva” da tenere sotto osservazione. L’andamento emerge più chiaro se si guardano le serie storiche indicizzate, assumendo come base l’anno 2013. Qui emerge chiaramente la diversa velocità relativa di crescita (e decrescita) negli anni delle macroaree. Il dato mondo, infatti, è la composizione di un’ America e un’Asia capaci di totalizzare rispettivamente +51% e +49%, a fronte di Europa cresciuta “solo” del 33%.


Tornando all’Italia, il nostro Paese ha registrato una crescita in tutti i quattro principali comparti dell’agroalimentare: nel dairy la quota di mercato passa dal 3,46% dal 2013 al 4,75% del 2022, con un valore dell’export di 5,4 miliardi di dollari); nei prodotti a base di cereali il valore dell’export nel 2022 è di 8,3 miliardi di dollari, corrispondenti a una quota di mercato dell’8,34% (era il 7,95% nel 2013), nelle conserve e nei preparati di frutta e verdura l’export del 2022 vale 5 miliardi di dollari, con una quota di mercato del 6,46% (6,38% nel 2013) e nel settore beverage l’Italia ha anche scalato una posizione, passando dal terzo al secondo posto del ranking, con un valore nominale dell’export nel 2022 pari a 12,6 miliardi di dollari, corrispondenti ad una quota di mercato dell’8,5%. A conferma di quanto è emerso dai dati precedenti, in questi settori Francia e Germania hanno subito un’erosione delle proprie quote di mercato. Mostrano un trend di crescita anche Belgio, Olanda e Polonia. Il presidente di Fiere di Parma, Franco Mosconi, nel suo intervento ha evidenziato come “questa edizione di Cibus cada in un momento particolarmente intenso sotto il profilo strategico per la nostra società. Nella prima metà del 2023 abbiamo raggiunto un importante accordo societario con Fiera Milano, la quale ha conferito a Fiere di Parma il ramo d’azienda TuttoFood. Oggi inauguriamo Cibus 2024, e stiamo già lavorando all’edizione 2025 di TuttoFood che si terrà a Milano dal 5 all’8 maggio del prossimo anno. I due grandi player nazionali hanno deciso di unire le forze per guardare allo sviluppo internazionale del settore agrifood italiano. È proprio qui che s’innesta la seconda dimensione strategica”. “Dal 2016 il polo fieristico – prosegue – ha in essere una proficua collaborazione con Koelnmesse nel settore meccano-alimentare. E basti pensare ai numeri della recente edizione di Cibus Tec. Ebbene, forti di questi due passaggi, stiamo ora lavorando a un terzo, di cruciale importanza: ossia, il rafforzamento della partnership fra FdP e Koelnmesse lungo la direttrice Parma-Milano-Colonia”.

Confagri e Crédit Agricole: più valore a agrifood con il credito

Confagri e Crédit Agricole: più valore a agrifood con il creditoRoma, 7 mag. (askanews) – Dare valore alla filiera agroalimentare è indispensabile non solo per garantire reddito alle imprese, dal campo alla tavola, ma anche per migliorare ulteriormente l’apporto che l’intero settore dà all’economia italiana in termini di PIL e di export. Il ricambio generazionale e l’incremento del numero di giovani capi azienda è un processo qualificante che va sostenuto seguendo modelli virtuosi di crescita.


È quanto emerso oggi a Cibus, il salone internazionale dell’agroalimentare che si è aperto a Parma, nell’incontro dedicato alle soluzioni finanziarie a favore delle imprese agricole, organizzato da Confagricoltura e Crédit Agricole Italia, con un focus particolare sulle imprese condotte da giovani under 40. Protagonisti il direttore generale di Confagricoltura Annamaria Barrile, il presidente nazionale dei Giovani Agricoltori – ANGA Giovanni Gioia, insieme a Vittorio Ratto, vicedirettore generale Retail e Digital di Crédit Agricole Italia, e Marco Perocchi, responsabile Banca d’Impresa di Crédit Agricole Italia.


Nel corso del dibattito sono stati approfonditi gli strumenti del credito di cui possono beneficiare gli operatori della filiera agroalimentare e le iniziative di valorizzazione della catena di fornitura dei prodotti agricoli. Le aziende agricole condotte da under 40 in Italia rappresentano il 9% del totale, ma le loro realtà risultano più performanti in termini di dimensione media, redditività e approccio alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione. Uno standard elevato di partenza che rappresenta un valore che si ripercuote su tutta la filiera di trasformazione e di distribuzione. Un elemento sul quale Crédit Agricole Italia sta lavorando a vantaggio di tutte le aziende del comparto.

Al via in Puglia la transumanza, pratica patrimonio Unesco

Al via in Puglia la transumanza, pratica patrimonio UnescoRoma, 7 mag. (askanews) – Al via la transumanza in Puglia, dichiarata patrimonio dell’Umanità dal Comitato intergovernativo dell’Unesco, una grande opportunità di tutela e promozione dell’antica pratica ancora viva sul Gargano. Lo ricorda la Coldiretti Puglia, sottolineando il valore della tradizionale migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano dalla pianura alla montagna, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi, con viaggi di giorni e soste in luoghi prestabiliti, noti come “stazioni di posta”.


La transumanza avviene a maggio perché gli animali hanno bisogno di partire, avvertono il caldo, lo patiscono, abbisognano di temperature più fresche dell’alpeggio. Sul Gargano il viaggio dura 4 giorni con 3 soste per riposare a San Paolo Civitate, Santa Croce di Magliano, Ripalimosani e Frosolone. Restano a casa solo gli animali più piccoli, perché non ce la farebbero. La transumanza si snoda attraverso i vecchi tratturi de L’Aquila-Foggia, il famoso ‘tratturo del re’, incrociato a San Paolo di Civitate, del Celano-Foggia e del Lucera-Castel di Sangro, con tratturelli e bracci tratturali da raccordo e tratti di strade statali, provinciali e comunali”. “Il riconoscimento Unesco tutela un’attività ad elevato valore ecologico e sociale poiché – continua la Coldiretti – si concentra nelle zone svantaggiate e garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità del territorio”.

Nasce il primo olio “made green in Italy” targato Zucchi

Nasce il primo olio “made green in Italy” targato ZucchiRoma, 7 mag. (askanews) – Nasce il primo olio extravergine di oliva 100% italiano e sostenibile con il marchio “made green in Italy” del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energica. E’ dell’Oleifico Zucchi. Lo standard Made Green in Italy è uno schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti e coniuga la misurazione degli impatti sull’ambiente di un prodotto o di un servizio nel suo intero ciclo di vita con la dimensione del “made in Italy”, legata alle eccellenze del sistema produttivo nazionale, tramite la metodologia europea PEF (Product Environmental Footprint), che consente di calcolare l’impronta ambientale misurando l’impatto del prodotto in ogni singola fase del ciclo di vita.


Lo schema “Made Green in Italy” prevede la certificazione da parte di un organismo di certificazione accreditato a garanzia della competenza, della serietà e della robustezza della valutazione. “Il riconoscimento per l’Oleificio Zucchi è un marchio di garanzia per i suoi prodotti ma anche una certificazione per i consumatori – ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin – Oggi si punta a cicli produttivi sempre più sostenibili, che uniscono il rispetto per l’ambiente e la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari nazionali. Per attribuire questa certificazione si valutano le prestazioni ambientali di un prodotto, dall’approvvigionamento delle materie prime al fine vita, e si verifica se sono organizzate al fine di ridurre gli impatti ambientali. In un mercato sempre più agguerrito e globalizzato – prosegue – poter contare su un marchio come Made Green in Italy, che ha valore europeo, è la prova che Oleificio Zucchi guarda avanti per costruire un futuro aziendale sempre più sostenibile per accrescere la propria competitività su tutti i mercati nel segno della qualità italiana”.


L’olio EVO 100% Italiano Sostenibile Zucchi è un prodotto che racconta una storia fatta di qualità, sicurezza, benessere, abbraccia non solo la condivisione di valori di natura ambientale, economico e sociale, ma anche di tipo nutrizionale ed etica. “La sostenibilità rappresenta una delle sfide globali più importanti che la nostra società deve affrontare per poter garantire un futuro alle prossime generazioni – ha detto Alessia Zucchi, AD di Oleificio Zucchi. – Ottenere questo importante riconoscimento è per noi motivo di grande orgoglio: come azienda olivicola siamo da tempo fortemente impegnati sul fronte dello sviluppo sostenibile del comparto e ci facciamo promotori di una crescita in termini di qualità della filiera”.

In Sardegna prosegue l’esperienza del Pecorino etico solidale

In Sardegna prosegue l’esperienza del Pecorino etico solidaleRoma, 7 mag. (askanews) – Prosegue in Sardegna l’esperienza del Pecorino etico etico solidale, una delle risposte virtuose messe in campo per arginare la crisi del prezzo del latte che aveva investito la Sardegna nel recente passato, attivata da Coldiretti Sardegna insieme a Biraghi, azienda di eccellenza del settore caseario nazionale.


Effetti positivi anche in un momento in cui il prezzo del latte in Sardegna resta a buoni livelli, rafforzati dai numeri del progetto che nel 2023, con il Grattugiato Fresco al Pecorino Etico Solidale, aveva registrato un +33% di export e segnato il successo del prodotto frutto dell’accordo sancito nel 2017 tra l’azienda casearia piemontese, Coldiretti Sardegna e Filiera Agricola Italiana Spa. Nell’isola sono coinvolti ancora con una rinnovata partnership anche la Cooperativa Pastori Dorgali, che raggruppa 190 aziende del territorio e l’Armentizia Moderna, sinonimi di latte di qualità di allevamenti del territorio con il pascolo naturale e dai sapori autentici dell’isola. E ora arriva anche il restyling del logo con la nuova identità di marca. E se il nuovo pack sarà pronto negli scaffali tra circa un mese, già oggi si potranno vedere ancora tangibili gli effetti del progetto che è distribuito in più di 6.000 punti vendita sul territorio italiano e registra una distribuzione ponderata pari al 41% su tutta Italia, in aumento rispetto al 2022. Significativo anche l’interesse proveniente dal mercato estero: il prodotto viene esportato in 17 Paesi – Germania, Croazia e Polonia su tutti – e l’export ha registrato +33% di vendite rispetto al 2022.


“L’accordo di filiera che garantisce un prezzo minimo continua a ricevere apprezzamenti positivi dal mercato, dimostrando che è possibile assicurare un prezzo equo lungo tutta la catena di produzione, a partire dagli allevatori – sottolineano Battista Cualbu e Luca Saba, presidente e direttore Coldiretti Sardegna – i consumatori apprezzano sempre di più i prodotti 100% made in Italy, riconoscendo il valore dietro ogni prodotto e il lavoro degli agricoltori locali”.

Alto Capital V acquista maggioranza pizzerie Fradiavolo

Alto Capital V acquista maggioranza pizzerie FradiavoloRoma, 7 mag. (askanews) – Alto Partners, tramite il fondo Alto Capital V, ha acquistato il 76% di Fragesa, realtà nel settore del food retail che gestisce la catena di pizzerie a marchio “Fradiavolo”. Fondata nel 2018 da Mauro D’Errico e Gianluca Lotta la società, con sede a Torino e 273 dipendenti, gestisce attualmente 24 punti vendita diretti e 3 in Franchising nelle principali provincie Italiane a cui si aggiungerà nelle prossime settimane un’apertura a Miami. I ricavi, sulla scia delle nuove aperture, sono triplicati nell’ultimo biennio con l’obiettivo di raggiungere Euro 25 milioni nel 2024.


Alto Capital V ha rilevato le quote detenute da Gioia Spa (basket company del food retail che annovera tra i brand Cioccolatitaliani e Bun Burgers), Saint Food e una parte delle quote di Kappagroup (holding di Mauro D’Errico e Gianluca Lotta) e dotato la società di nuova finanza a supporto del piano di sviluppo. L’operazione rappresenta il quarto investimento di Alto Capital V.

Coldiretti: domani al Macfrut il punto sull’ortofrutta

Coldiretti: domani al Macfrut il punto sull’ortofruttaRoma, 7 mag. (askanews) – Domani, 8 maggio, la Coldiretti metterà al centro della giornata inaugurale del Macfrut di Rimini le conseguenze di guerre e tensioni internazionali sull’ortofrutta Made in Italy. All’Expo Centre, nello spazio Coldiretti, sarà presente del presidente nazionale Ettore Prandini.


Dai blocchi al commercio internazionale legati ai conflitti in corso fino a quelli che limitano la circolazione dei prodotti anche all’interno degli stessi confini europei, la situazione internazionale, ricorda Coldiretti, minaccia i record della frutta e della verdura italiane, con effetti negativi sull’export di quello che è uno dei settori più presenti sulle tavole estere. Sarà presentata anche una analisi sull’andamento dei consumi delle famiglie italiane di quello che è un prodotto fondamentale per la salute, soprattutto delle giovani generazioni.