Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Coldiretti: è italiana una vigna biologica su 4 nel mondo

Coldiretti: è italiana una vigna biologica su 4 nel mondoRoma, 15 apr. (askanews) – Quasi una vigna biologica su quattro (23%) tra quelle presenti in tutto il mondo è italiana e la superficie vitata coltivata a biologico ha superato in Italia i 130mila ettari. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Fibl e Ifoam diffusa oggi al Vinitaly. Domani, martedì 16 aprile, proprio i vini biologici e sostenibili saranno protagonisti a Casa Coldiretti di una degustazione.


I produttori tricolori di vino bio sono 22mila, mentre a livello nazionale i vigneti biologici sono arrivati a rappresentare oltre il 22% del totale. Il tutto per una produzione annua di circa 3 milioni di ettolitri. Accanto al biologico Casa Coldiretti ospiterà domani anche una degustazione dedicata ai vini della Generazione Z, con le eccellenze e le storie dei giovani vignaiuoli.

Cc tutela Agroalimentare in Sicilia per incontro su controlli

Cc tutela Agroalimentare in Sicilia per incontro su controlliRoma, 15 apr. (askanews) – Carabinieri dei Reparti per la Tutela Agroalimentare di tutta Italia sono sbarcati a Pachino e Ispica per una due giorni di ascolto sui sistemi di controllo e contrasto alle contraffazioni alimentari. L’iniziativa, i cui obiettivi rientrano nelle direttive impartite dal Ministero Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, ha coinvolto i Consorzi di Tutela delle IGP Carota Novella di Ispica e Pomodoro di Pachino, per evidenziare criticità e minacce lungo le due filiere di produzione e sottolineare l’urgenza di una maggiore attenzione nell’ambito dei controlli.


Infatti, soprattutto per i prodotti di importazione provenienti da Ue ed extra Ue, si è osservato che, nei vari passaggi commerciali, di essi si perdono le tracce al punto che finiscono per risultare naturalizzati come italiani, senza aver rispettato le norme su tracciabilità e origine in vigore nel nostro Paese, danneggiando di fatto tutta la filiera italiana impegnata a produrre secondo protocolli rigorosi e trasparenti. Nella due giorni di ascolto i militari, accompagnati dall’agronomo Salvatore Latino, ufficiale dell’Arma della Riserva Selezionata, hanno potuto visitare i principali impianti produttivi e le aziende confezionatrici associate ai due consorzi. In tale occasione è stata messa in evidenza l’importanza di un’analisi dei flussi commerciali e di mercato che consenta di estrapolare indicatori di rischio utili ad indirizzare i controlli e ad affinare le tecniche investigative.


Presenti agli incontri anche il presidente del Consorzio della Carota Novella di Ispica IGP, Massimo Pavan, e il direttore del Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino, Salvatore Chiaramida.

Bmti: rialzi per prezzi uve da vino nel Centro e Sud Italia

Bmti: rialzi per prezzi uve da vino nel Centro e Sud ItaliaRoma, 15 apr. (askanews) – Dffusi rialzi per i prezzi delle uve da vino nel Centro e Nord Italia, mentre sono più stabili i prezzi al Nord. Oggi Bmti ha presentato in occasione del Vinitaly, ha presentato la sua analisi sull’andamento dei prezzi delle uve da vino relative alla vendemmia 2023 delle Camere di commercio.


Dopo una prima ricognizione svolta ad inizio vendemmia, l’analisi dei dati ufficiali delle Camere di commercio ha confermato i diffusi aumenti che hanno colpito i prezzi delle uve da vino in Italia, per effetto della forte contrazione della produzione di uve nel 2023. I rialzi più accentuati si sono rilevati nel Centro e nel Sud Italia, ovvero nelle zone maggiormente interessate dalla riduzione produttiva. Per le uve del Nord Italia, invece, si è osservata maggiore stabilità. Secondo l’analisi di BMTI, in Veneto si è osservato un lievissimo calo delle uve atte alla produzione di Amarone e Recioto DOCG (-2% rispetto al 2022), quotate a Verona. In calo, dopo la crescita degli anni scorsi, anche le uve utilizzate per il Prosecco DOCG Conegliano Valdobbiadene (-11%) quotate a Treviso e le uve atte a Prosecco DOC (-15%) e Colli Euganei bianco DOC (-15%), quotate a Padova (-11%). In rialzo, invece, i prezzi delle uve atte a Lugana DOC (+13%) e delle uve atte a Soave DOC (+19%), quotate a Verona.


Dominano, invece, i rialzi per le uve quotate sulle piazze lombarde e piemontesi. Tra le uve atte a produrre i vini dell’Oltrepò Pavese, le uve del Bonarda DOC e Barbera DOC, rilevate a Pavia, sono aumentate del +28% rispetto al 2022. Crescita a doppia cifra (+21%) in 12 mesi anche per le uve del Franciacorta DOCG, rilevate a Brescia. In Piemonte, leggero rialzo per le uve atte alla produzione di Barolo DOCG (+4%) e per le uve atte a Langhe Nebbiolo DOC (+3%), quotate a Cuneo. Sempre in Piemonte, rialzi contenuti, inferiori al +5%, anche per le uve atte a Barbera d’Asti DOCG e per quelle del Moscato DOCG, rilevate ad Asti. Variazioni contenute anche per le uve del Lambrusco, quotate a Reggio Emilia. Tra i grandi rossi toscani, i prezzi delle uve per il Brunello di Montalcino DOCG e per il Chianti Classico DOCG, rilevate a Siena, sono aumentate di quasi il +15% rispetto al 2022. Meno accentuato, invece, l’aumento dei prezzi delle uve per il Nobile di Montepulciano DOCG (+2%). Lieve calo, sempre sulla piazza senese, per il Chianti DOCG (-2%).


Infine, la forte contrazione produttiva che ha colpito l’Abruzzo, ha portato il prezzo delle uve del Montepulciano d’Abruzzo DOC, rilevate sulla piazza di Pescara, ad un aumento di quasi il +40% rispetto ad un anno fa. Ancor più marcato l’aumento per le uve atte a Pecorino d’Abruzzo DOC e a Trebbiano DOC, cresciute di oltre il +50% su base annua.

Ismea: comparto vinicolo vale 1/3 mercato assicurativo agevolato

Ismea: comparto vinicolo vale 1/3 mercato assicurativo agevolatoRoma, 15 apr. (askanews) – Delle oltre 241.000 imprese vitivinicole italiane, quasi 27.000 (l’11%) sono assicurate contro i rischi meteoclimatici, realtà che in termini di superfici rappresentano però un più significativo 30% degli ettari complessivamente vitati (673.000 circa). Un comparto che concentra oltre un terzo del mercato assicurativo agricolo agevolato specifico delle coltivazioni vegetali, con polizze che cumulano un valore di circa 2,3 miliardi di euro, pari ad oltre il 50% della Plv del settore.


I numeri sono stati illustrati oggi da Ismea, al convegno svoltosi al Vinitaly dal titolo “Misure attive e passive di gestione del rischio nella filiera uva da vino” e confermano l’importanza del comparto vitivinicolo in termini di adesione agli strumenti di risk management e che allo stesso tempo evidenziano la necessità di salvaguardare patrimonio e capitale circolante di un asset di assoluto rilievo per l’agroalimentare italiano, grazie a un giro d’affari alla produzione di poco meno di 14 miliardi di euro (oltre il 10% del fatturato agrifood) e ai quasi 8 miliardi di esportazioni, con le cantine italiane che muovono fuori dai confini nazionali i volumi in assoluto più elevati a livello mondiale. Dal punto di vista territoriale, nel 2023 l’aumento del 2% del numero delle aziende vitivinicole assicurate nelle regioni settentrionali non ha compensato il calo registrato nel resto d’Italia, rispettivamente del 9% nel Centro e del 18% nel Mezzogiorno, con il dato nazionale che ha fatto segnare pertanto una contrazione del 4,9% sul 2022.


II Nord copre poco meno dell’80% dei valori assicurati in Italia, con il ruolo-pivot del Veneto (40,4%), prima regione vitivinicola a livello nazionale, seguito dal Friuli-Venezia Giulia (11,5%); nelle regioni centrali, con circa il 10% di quota, è la Toscana a fare la parte del leone (7,8%), mentre al Sud, Isole comprese (10,7%), il primato va alla Puglia, con il 6,7% dei valori complessivamente assicurati.

Coldiretti: vitigni autoctoni in top ten bottiglie più vendute

Coldiretti: vitigni autoctoni in top ten bottiglie più venduteRoma, 15 apr. (askanews) – Sono i vini autoctoni a fare segnare i maggiori incrementi delle vendite, dal Cerasuolo abruzzese al Nebbiolo piemontese, a conferma di una scelta sempre più territoriale nei gusti degli italiani. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti che, nel proprio stand al Vinitaly, ha esposto la top ten delle bottiglie che in Italia sono cresciute maggiormente nei consumi, sulla base dei dati Circana.


In vetta si piazza per la prima volta un vino rosato, il Cerasuolo d’Abruzzo, con un vero e proprio boom in volume del 19,7% che conferma la crescita dei rosé nelle preferenze degli italiani. Al secondo posto troviamo il Grillo di Sicilia (+12,2%) che precede di poco il Pecorino, tipico di Marche e Abruzzo (+12%). In quarta posizione La Lugana di Lombardia e Veneto (+9,5%), poi la Ribolla friuliana (+8%), davanti all’Orvieto da Lazio e Umbria (+7,6%) e al Friuliano (+7,2%). All’ottavo posto c’è il primo vino rosso della classifica, il Primitivo della Puglia (+5,2%), seguito da Valpolicella Ripasso (+4,6%) del Veneto e dal Nebbiolo (+4,2%) caratteristico del Piemonte ma anche della Lombardia.


L’aumento delle vendite dei vini autoctoni, continua Coldiretti, è in netta controtendenza rispetto all’andamento complessivo delle vendite di vino che nel 2023 hanno fatto registrare un calo in volume del 3,3%. Il segnale del fatto che il futuro del Vigneto Italia dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali.

Bresaola Valtellina Igp, in primi 2 mesi 2024 produzione +9,44%

Bresaola Valtellina Igp, in primi 2 mesi 2024 produzione +9,44%Roma, 15 apr. (askanews) – Cresce del 9,44%, dopo un 2023 difficile, la produzione di Bresaola della Valtellina certificata nei primi due mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Già nella seconda metà del 2023 abbiamo assistito ad una progressiva ripresa dei consumi che nel 2024 sta assumendo carattere di continuità nel segno positivo, dopo un periodo di effettiva contrazione – spiega in una nota Mario Francesco Moro, presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina – Quest’anno, anche in forza del nuovo Regolamento UE che riforma il sistema delle Indicazioni Geografiche, come Consorzio di Tutela ci impegneremo a rafforzare ulteriormente la posizione dei produttori certificati nella catena del valore, per continuare a garantire al consumatore un sistema equo e trasparente, e per contrastare le frodi e l’utilizzo illecito della denominazione”.


Nel 2023, la produzione complessiva di Bresaola della Valtellina IGP riferita alle 15 aziende certificate si è attestata a poco meno di 11.900 tonnellate (-3,45% sul 2022), corrispondente alla totalità della produzione di Bresaola della Valtellina IGP certificata dall’Organismo di controllo CSQA. In totale, sono state avviate alla produzione poco più di 33.256 tonnellate di materia prima (-4,34%), di selezionata provenienza europea e mondiale. Sul fronte valore al consumo, il comparto ha segnato circa 451 milioni di euro (-8,28% sul 2022) con un impatto sulla provincia di Sondrio di oltre 225 milioni di euro. Il settore assicura circa 1400 posti di lavoro e fa parte di un distretto importante per l’economia del territorio, il Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina (sul cui valore totale alla produzione corrispondente a 300 milioni di euro, la Bresaola della Valtellina pesa circa per l’83%). Lato distribuzione, la GDO si conferma il principale canale di vendita della Bresaola della Valtellina Igp (83% della produzione totale).


L’export rappresenta il 5,09% della produzione, con un valore di 13,3 milioni di euro (-1,71%). Sono state esportate 603 tonnellate di Bresaola della Valtellina IGP, nei Paesi UE, con il 73% del totale (Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Rep. Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) ed extra UE con il 27% del totale (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar, Hong Kong, Kenya, Libano, Norvegia, Canada, Regno Unito, Serbia, Svizzera), registrando un +10,7% rispetto al 2023. Sulla crescita dell’extra UE, vale la pena menzionare in incremento di export (e relativo consumo) in Medio Oriente soprattutto nei paesi di religione islamica.

Nasce l’Accademia itinerante del risotto al pesce persico

Nasce l’Accademia itinerante del risotto al pesce persicoRoma, 15 apr. (askanews) – Nasce l’accademia itinerante del risotto al pesce persico, ideata dalla famiglia Castelnovo di Cremia, giunta alla quarta generazione di ristoratori, titolare del locale specializzato in cucina territoriale La Baia, con lo scopo di far conoscere a visitatori storia e interpretazioni di un piatto in cui dialogano due materie prime che da secoli caratterizzano la tradizione culinaria locale, ovvero il persico e il timo.


L’Accademia del risotto al pesce persico, i cui eventi sono totalmente gratuiti, prevede uno showcooking interattivo seguito da degustazione e si declina per il suo primo anno di vita in tre appuntamenti in tre località lacustri: lungolago di Gravedona il 18 maggio, lungolago di Cremia il 21 settembre e Piazza della Chiesa a Civate il 4 ottobre 2024. Il risotto al pesce persico ha sempre avuto particolare importanza sul Lago di Como. Tutto parte dalle bonifiche benedettine della Bassa Lombarda e dall’avvio nel Quattrocento della coltivazione del riso, che hanno trovato sintesi gastronomica nel risotto alla certosina, che spesso prevedeva la presenza di pesce persico. La trasposizione lariana di tale ricetta è il riso in cagnone, ovvero lessato e condito con burro, aglio e salvia, arricchito da i filetti di pesce persico infarinati e fritti nello stesso condimento.


Si tratta di una ricetta relativamente giovane, dato che il persico, di origine nord-europea, è comparso nelle acque dolci italiane, soprattutto di Lombardia e Lazio, nel corso del Settecento dopo essere stato introdotto dalla Svizzera per mano dell’uomo. Comunemente utilizzato come secondo, alla griglia, fritto, oppure lessato e servito con salse a base di aglio, olio, sale, limone e prezzemolo, il persico trova la sua massima espressione come primo piatto proprio nel risotto delle sponde del Lago di Como, dove è stato protagonista di diverse evoluzioni e reinterpretazioni. Un ingrediente storicamente abbinato al persico è il timo, pianta aromatica che cresce spontanea su tutto il territorio comasco e che da sempre è utilizzata nella preparazione delle ricette lariane, soprattutto a base di pesce, motivo per il quale viene localmente definita erba di pèss.


L’adesione all’Accademia è aperta ai ristoratori del lago che hanno in menu il risotto al pesce persico e che condividono gli stessi obiettivi divulgativi e di valorizzazione territoriale.”Con questo progetto intendiamo avviare un processo di divulgazione della nostra tradizione culinaria, poco conosciuta fuori dai confini lariani”, spiega Corrado Castelnovo.

Il 20 e 21 aprile torna Caseifici Aperti del Parmigiano Reggiano

Il 20 e 21 aprile torna Caseifici Aperti del Parmigiano ReggianoRoma, 15 apr. (askanews) – Dopo il successo delle due edizioni 2023, che hanno registrato 24.500 partecipanti con un aumento del 19,5% sul 2022, i caseifici del Parmigiano Reggiano riaprono le porte al pubblico: sabato 20 e domenica 21 aprile torna l’edizione primaverile di Caseifici Aperti.


Promosso dal Consorzio, l’appuntamento darà a tutti la possibilità di partecipare e immergersi nella produzione della Dop. L’iniziativa coinvolge 52 caseifici in tutte le province della zona di origine del Parmigiano Reggiano, ovvero Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla destra del Po. Lo scopo di Caseifici Aperti e dell’accoglienza turistica nei caseifici è quello di contribuire a generare una relazione con i turisti che transitano nel territorio e che possa continuare anche dopo la visita, offrendo la possibilità di acquistare e ricevere il Parmigiano Reggiano direttamente a casa attraverso gli e-commerce proprietari di ciascun caseificio e il portale shop.parmigianoreggiano.com.


Nel 2023, i visitatori totali nei caseifici del comprensorio sono stati 170.000, in aumento del 10% sul 2022. Di questi, 44.600 visitatori (+19% sul 2022), di cui la metà provenienti dall’estero, hanno prenotato la visita tramite il portale dedicato sul sito del Consorzio. Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, spiega che “quella degli appassionati che desiderano scoprire i luoghi di produzione della Dop è una domanda in costante aumento. Pertanto, abbiamo salutato con grande favore la firma del nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità, che dovrà essere attuato dalle prossime settimane e rafforzerà ulteriormente il ruolo dei Consorzi, la protezione di Dop e Igp e la trasparenza verso i consumatori. Finalmente viene stabilito con chiarezza che le Indicazioni geografiche non sono solo un fattore economico per chi le produce, ma sono anche un vero e proprio elemento di sviluppo territoriale per la loro zona di origine”.

Coldiretti: il cibo prima ricchezza Paese, vino prima voce export

Coldiretti: il cibo prima ricchezza Paese, vino prima voce exportRoma, 15 apr. (askanews) – E’ il cibo la prima ricchezza dell’Italia con un valore della filiera agroalimentare allargata che ha superato i 600 miliardi di euro e rappresenta il simbolo più noto del Paese all’estero. Lo riporta una analisi Coldiretti su dati del centro studi Divulga diffusa al Vinitaly in occasione della prima Giornata nazionale del Made in Italy istituita il 15 aprile. I dati sono stati resi noti nello stand di Casa Coldiretti, dove il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha preso parte alla Consulta nazionale del vino.


Proprio il vino rappresenta, infatti, la voce più importante dell’export agroalimentare Made in Italy, per un valore di 7,8 miliardi nel 2023. Presentato oggi in anteprima anche il video ufficiale della campagna nazionale di promozione dell’agricoltura e del cibo promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Fondazione Campagna Amica che coinvolge tutte le regioni italiane. L’obiettivo è la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare e dell’educazione alimentare secondo i canoni della dieta mediterranea, della stagionalità e del prodotto a km0.


Il Made in Italy dal campo alla tavola vede complessivamente impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Un record trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 529 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Primati che vanno però, sottolinea Coldiretti, difesi dal fenomeno del “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. Su questo fronte è partita dal Brennero una mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola.

Lollobrigida premia le cantine cooperative centenarie a Vinitaly

Lollobrigida premia le cantine cooperative centenarie a VinitalyRoma, 15 apr. (askanews) – Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle forestem Francesco Lollobrigida, ha premiato oggi le cantine cooperative italiane ultracentenarie alla fiera internazionale del Vinitaly presso lo stand di Confcooperative. “Le cooperative rappresentano un valore aggiunto perché sono sempre state capaci di offrire nuovi stimoli da cui è possibile trarre insegnamento. Il mondo cooperativo ha una storia antica ed è uno strumento che va rafforzato”, ha detto il ministro.


La mostra dedicata alle cantine ultracentenarie allestita nello stand di Confcooperative è un evento inserito nel calendario delle attività per la Giornata del Made in Italy che si celebra oggi in tutta Italia. Il ministro Lollobrigida ha premiato con una targa celebrativa 18 cooperative che hanno superato i 100 anni di vita, alla presenza dei vertici dell’organizzazione cooperativa.


“Le cantine ultracentenarie a cui oggi va il nostro tributo – ha dichiarato il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini – hanno vissuto e superato tutte le crisi di questo paese: dalle guerre mondiali al Covid. Con le loro notevoli capacità di resilienza, sono state capaci di trovare le energie necessarie per rigenerarsi, rinnovarsi e riuscire ad affrontare le sfide del futuro”. Questo l’elenco delle cantine ultracentenarie: Cantina Terlano (1893), Cadis 1898, Cantina Tramin (1898), Cantina di carpi e Sorbara (1903), Cantine Mezzacorona (1904), Cantina d’Isera (1907), Cantina di San Martino in Rio (1907), Cantina San Michele Appiano (1907), Cantina di Santa Croce (1907), Terre D’Oltrepo’ (1907), Cantina Forlì Predappio (1908), Cantina Masone Campogalliano (1908), Vivallis – Viticoltori in Vallagarina (1908), Cantina Aldeno (1910), Cantina rovere’ della luna (1919), Cantina Formigine Pedemontana (1920), Cantina Garlin (1923), Cantina Pauli’s di Monserrato (1924).