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E’ crisi idrica nelle campagne siciliane, Cia: danni incalcolabili

E’ crisi idrica nelle campagne siciliane, Cia: danni incalcolabiliRoma, 4 apr. (askanews) – Un calo del 30% dell’acqua contenuta negli invasi rispetto allo stesso periodo del 2023 e danni incalcolabili ai terreni seminati a grano duro, ma anche al comparto zootecnico. “Le nostre migliori estensioni cerealicole delle aree rurali del centro Sicilia oggi sono una desolazione: sterminate aree seminate a grano che non andranno a maturazione perché sono già ingiallite e in alcune zone, le piante si presentano con il gambo alto solo alcuni centimetri”. A lanciare l’allarme è la Cia della Sicilia Orientale.


“Non è più solo un grido di allarme quello che proviene dalle campagne siciliane, ma una tragica conferma della perdita irreversibile delle produzioni agricole che getta nello sconforto i nostri agricoltori. Alte temperature e siccità hanno messo all’angolo la Sicilia”, spiega l’organizzazione che lancia l’ennesimo appello al Governo regionale e nazionale. “La richiesta dello stato di emergenza Nazionale decisa dalla Giunta Regionale, non ancora approvata dal Consiglio dei Ministri – si legge nella nota sottoscritta dalla Giunta CIA Sicilia Orientale – dovrà garantire un approvvigionamento idrico e potabile ai cittadini e alle aziende agricole e zootecniche della Sicilia, e mettere in campo una serie di interventi finanziari mirati al sostegno delle aziende agricole per compensare la perdita secca di reddito, con uno sgravio immediato dei ruoli consortili ordinari ed irrigui e altri oneri fiscali, contributivi e di moratoria, sospensione dei mutui che pesano sulle imprese del settore agricolo e zootecnico”.


“Il comparto zootecnico vive la stessa drammatica situazione – conferma Donatella Vanadia, che conduce una strutturata azienda zootecnica in territorio di Vizzini con centinaia di capi di bovini – Allevatori esasperati e animali sfiancati dalla mancanza di foraggio e di acqua per il minimo sostegno vitale”. “Ribadiamo con forza che urge un Piano Straordinario per affrontare le emergenze – conclude la nota di Cia Sicilia Orientale – e, seppur consapevoli delle difficoltà del momento e degli sforzi che si stanno facendo per colmare i ritardi del passato, bisogna pianificare gli interventi necessari a medio e lungo periodo per rilanciare il comparto e il reddito degli agricoltori”.

Domani la pasta alla carbonara festeggia 70 anni

Domani la pasta alla carbonara festeggia 70 anniRoma, 4 apr. (askanews) – Domani, 6 aprile, festeggia 70 anni la Carbonara, la cui ricetta fu pubblicata per la prima volta in Italia nel 1954 sul mensile “La Cucina Italiana”. E, come ogni anno, il 6 aprile i pastai di Unione Italiana Food tornano a celebrare il piatto di pasta più goloso con l’ottava edizione del #CarbonaraDay.


Secondo il rapporto dell’Accademia Italiana della Cucina è la ricetta più interpretata all’estero. C’è chi è fedele all’originale, chi propone variazioni sul tema e chi la stravolge con versioni irriconoscibili. Per i puristi esiste solo una maniera per farla e 5 ingredienti canonici: pasta, guanciale, pecorino, uovo, pepe. Gli innovatori invece credono che non debbano esserci limiti alle reinterpretazioni di questa ricetta. Secondo Unione Italiana Food, la Carbonara risulta il laboratorio della pasta che intercetta nuovi stili di vita alimentare e modalità di consumo, tra rielaborazioni e improvvisazioni dell’ultimo minuto e ingredienti nuovi e non convenzionali. Tolte le varianti e le eccezioni, ci siamo attestati oggi su una ricetta che in questo secondo decennio del XXI secolo si può considerare quella più diffusa per la carbonara. Non la migliore, non la tradizionale, non la “perfetta” ma quella più diffusa e apprezzata, la “classica” in contrapposizione alla “tradizionale”, quella del ’54, per intenderci.


Da un’indagine condotta da AstraRicerche su un campione di 1.000 italiani (18-65enni) emerge che 7 su 10 conoscono gli ingredienti necessari, considerando come imprescindibili guanciale (e, con una discreta tolleranza, pancetta), uova, pecorino o parmigiano e pepe. Ma se 6 italiani su 10 si dichiarano fedeli alla ricetta classica, non manca un certo estro interpretativo: 1 italiano su 5 (soprattutto uomini) si avventura nelle “diversamente carbonare” con un ingrediente fuori dagli schemi: panna (6,5%) o latte (3,1%), peperoncino (5,2%), prezzemolo (4,4%), pomodoro (3,8%). C’è chi utilizza il prosciutto al posto del guanciale (3,5%) o componenti ‘veg’ (funghi 2,5%, pisellini 2,2%, zucchine 2,1%).


Secondo Margherita Mastromauro, presidente dei pastai di Unione Italiana Food, “la carbonara rappresenta il piatto della Rinascita, che segna l’uscita dalla guerra e l’inizio del boom economico. È sinonimo di libertà e le tante versioni in tutto il mondo di questo piatto ne sono la prova”.

Granlatte definisce prezzo latte per il prossimo trimestre

Granlatte definisce prezzo latte per il prossimo trimestreRoma, 4 apr. (askanews) – Il cda di Granlatte, riunitosi lo scorso 28 marzo, ha approvato il bilancio e deliberato il prezzo del latte alla stalla per il prossimo trimestre aprile-giugno: 51,5 euro/hl ad aprile, 51,5 euro/hl a maggio, 52 euro/hl a giugno cui verrà aggiunta l’iva e il premio qualità, che per le stalle del centro e sud Italia prevede un ulteriore 0,5 euro/hl.


“Il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori della filiera è da attribuire al permanere di elevati costi di produzione alla stalla e alla contenuta produzione di latte sia in Europa sia in Italia. Dalle analisi sui dati in nostro possesso emerge in modo chiaro che non è possibile prevedere repentine inversioni di tendenza”, ha detto la presidente di Granlatte Simona Caselli. “In un contesto di grande volatilità delle materie prime e di incertezza geopolitica è sempre più importante avere un orizzonte temporale di un trimestre sia per gi allevatori soci della cooperativa sia per Granarolo. Sono convinta che al fine di salvaguardare la agro-zootecnia italiana, provata dalla perma-crisi cui assistiamo, occorra abbandonare la prassi diffusa di un prezzo del latte contrattato di mese in mese”.


Granlatte rinnova quindi la richiesta che la rappresentanza della filiera lattiero casearia “lavori ad un indice che con frequenza almeno mensile fornisca i costi medi della produzione del latte alla stalla al fine di eliminare le asimmetrie informative che da tempo influenzano pesantemente la filiera italiana del latte”. In occasione del Consiglio di Amministrazione Granlatte è stata inoltre deliberata la proposta della liquidazione del 2023 che sarà portata all’assemblea di bilancio, prevista per il prossimo 14 maggio. Essa prevede una liquidazione media di 63 euro/hl compresa iva.

Al via a Torino i lavori per il nuovo stabilimento Leone 2857

Al via a Torino i lavori per il nuovo stabilimento Leone 2857Roma, 4 apr. (askanews) – Sono ufficialmente iniziati i lavori al cantiere della nuova fabbrica di Leone 1857, la storica azienda dolciaria italiana che oggi, a Collegno, nel torinese, ha tagliato il nasttro per la realizzazione del nuovo stabilimento, di fianco all’attuale sede, alla presenza delle autorità regionali e locali e dei principali stakeholders del territorio, accolti dalla presidente di Leone, Michela Petronio insieme al marito Luca Barilla. L’inaugurazione della nuova Fabbrica è prevista per l’autunno del 2025.


L’azienda ha chiuso il 2023 con un fatturato di 12 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto al 2022 e, nei primi mesi del 2024 il trend di crescita è confermato. La “Fabbrica della Felicità” sarà di 7.000 mq di superficie, di cui una parte destinata all’area esperienziale e l’altra alla produzione e ambisce a diventare una vera e propria destinazione turistica. “La decisione di investire in Leone – spiega Michela Petronio, presidente del brand – è stata motivata dalla volontà di rilanciare un marchio storico del food italiano, celebre per la sua qualità e autenticità. Leone rappresenta non solo un prodotto di alta qualità, ma anche un simbolo dell’italianità nel mondo. Questo ambizioso progetto consentirà al pubblico di immergersi nel magico processo di trasformazione delle materie prime in caramelle e cioccolato, offrendo un’esperienza coinvolgente, senza precedenti”.


La progettazione, a opera dello studio di architettura milanese Piuarch, ha avuto come obiettivo quello di esaltare, attraverso l’espressione artistica del nuovo fabbricato, l’”anima” dell’industria dolciaria. L’impianto, insignito della certificazione “Leed Gold” per la sostenibilità in materia di risparmio energetico e idrico, ospiterà il nuovo shop aziendale, la caffetteria e la reception oltre al percorso di visita esperienziale strutturato su più livelli.

Puglia, al via modifica piano anti Xylella con varietà resistenti

Puglia, al via modifica piano anti Xylella con varietà resistentiRoma, 4 apr. (askanews) – Al via in Puglia le modifiche del Piano anti Xylella con le nuove varietà Lecciana e Leccio del Corno resistenti al batterio killer degli ulivi, la Xylella fastidosia sottospecie pauca, che a partire da oggi apriranno nuove prospettive per la rigenerazione del Salento. A darne notizia, in una nota, è Coldiretti Puglia, in relazione alle modifiche al Piano anti Xylella stabilito dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia di concerto con l’Osservatorio fitosanitario regionale, che hanno accolto la richiesta di Unaprol e Coldiretti di introdurre le due varietà resistenti Leccio e Leccio del Corno nei Rigenerazione olivicola delle aree pugliesi interessate dall’epidemia di Xylella fastidiosa con cultivar resistenti e/o tolleranti.


“Siamo fermamente convinti che le strategie di contenimento e di contrasto alla diffusione della Xylella fastidiosa e di rilancio dell’olivicoltura pugliese debbano necessariamente poter contare su germoplasma olivicolo resistente – ha detto David Granieri, presidente di Unaprol – Ed in questo senso l’attuale possibilità di impianto limitata alle sole 2 cultivar, oggi autorizzate, Leccino ed FS-17, risulta alquanto inadeguata e rischiosa ai fini di una campagna di rigenerazione olivicola su larga scala”. Il settore olivicolo è uno osservato speciale di CAI Consorzi Agrari d’Italia con “investimenti – ha annunciato Gianluca Lelli amministratore delegato di CAI – per la realizzazione di un nuovo polo che, facendo leva sulle expertise già consolidate, accompagnerà le aziende olivicole nella realizzazione dei nuovi impianti e in una gestione olivicola al passo con i tempi, con mezzi e conoscenze tali da agire tempestivamente e efficacemente sul territorio”.


Proseguono inoltre gli studi in Puglia, dove sono già oltre 35.000 i semenzali spontanei osservati, numerosi semenzali già a frutto che hanno superato la fase giovanile, di cui 190 asintomatici selezionati ed analizzati con PCR quantitativa, 33 semenzali risultati privi del batterio a 3/4 successive analisi, di cui 23 già riprodotti e pronti per essere sottoposti ai test di patogenicità, dove “i risultati attesi – ha detto Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – riguardano nuove fonti di resistenza nuove varietà, uniche e nate in loco da genitori autoctoni, nuovi genitori locali per attività di incrocio, alla base del progetto di ricerca e sperimentazione ‘Resixo’ condotto dal CNR-Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante”.

Erbazzone reggiano, al via percorso certificazione Igp a Bruxelles

Erbazzone reggiano, al via percorso certificazione Igp a BruxellesRoma, 4 apr. (askanews) – “La notizia che il Ministero ha dato parere favorevole alla registrazione del nome Erbazzone reggiano come Igp ci riempie di soddisfazione. Ora il dossier verrà trasferito a Bruxelles per passare al vaglio degli uffici della Commissione europea. Si tratta di un ulteriore passo verso l’ottenimento della quarantacinquesima Dop e Igp della Regione Emilia-Romagna, con un prodotto che appartiene alla storia e all’identità delle famiglie reggiane e ha tutti gli elementi per essere promosso e diffuso nel mondo”.


Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi sulla decisione favorevole del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali alla richiesta di registrazione come Igp, Indicazione geografica protetta, della torta salata di origine medievale nata come piatto povero contadino e oggi vanto della cucina reggiana. “La Food Valley dell’Emilia-Romagna, con le sue 44 Dop e Igp – aggiunge Mammi – vale 3,6 miliardi di euro alla produzione su 8,5 miliardi a livello nazionale, e il comparto agro-alimentare della regione ha raggiunto nel complesso 34 miliardi di euro di volume produttivo, di cui quasi 10 miliardi esportati. Ottenere certificazioni di qualità significa poter garantire cibo buono, sicuro e controllato secondo un disciplinare specifico. Allo stesso tempo ci permette di tutelare i nostri prodotti dalle imitazioni e di poterli promuovere al meglio”.

Parmigiano Reggiano, a Roma bilancio dei 90 anni del Consorzio

Parmigiano Reggiano, a Roma bilancio dei 90 anni del ConsorzioRoma, 4 apr. (askanews) – Un bilancio dei 90 anni del Consorzio del Parmigiano Reggiano in un momento di incontro a Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza del ministro Adolfo Urso. Il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli, ha ricordato che dalla nascita del Consorzio, a cui aderirono oltre 2.000 caseifici che lavoravano circa 37.000 tonnellate di Parmigiano Reggiano, la produzione è più che quadruplicata.


Nel 2023, infatti, i 292 caseifici aderenti (situati nella zona di origine della Dop, che comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova a destra del fiume Po e Bologna a sinistra del fiume Reno) hanno prodotto 4,014 milioni di forme, pari a circa 161.000 tonnellate. Il giro d’affari al consumo ha toccato il massimo storico di 3,05 miliardi di euro (+5% sul 2022) con risultati positivi per le vendite totali a volume (+8,4%), sostenute da un andamento positivo dell’export (+5,7%), e, soprattutto, delle vendite in Italia (+10,9%). Il ministro Urso ha spiegato che il Consorzio “rappresenta una importante realtà della filiera agroalimentare italiana. Il 15 aprile, con oltre 300 eventi, festeggeremo la prima Giornata Nazionale del Made in Italy, che nasce grazie all’omonima legge quadro, fortemente voluta dal governo Meloni, per valorizzare, promuovere e tutelare le realtà produttive italiane. Il nostro brand non è solo il biglietto da visita dell’Italia nel mondo, ma ne rappresenta il patrimonio identitario, una somma di tante realtà straordinarie che compongono la nostra penisola”, ha detto.


Il Consorzio è infatti tra i protagonisti della mostra Identitalia, The Iconic Italian Brands, esposta nell’atrio principale del Ministero fino a sabato 6 aprile, dedicata ai più importanti marchi che hanno fatto e stanno facendo la storia del Paese. L’iniziativa, alla quale hanno aderito 100 aziende per un totale di 113 marchi dei settori agroalimentare, abbigliamento, cura della persona, arredamento e automotive, nasce per celebrare i 140 anni dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, che nel 2019 si è arricchito del “Registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale”, contenente i brand iscritti da più di 50 anni e ancora attivi.


Tra questi ultimi anche il Consorzio del Parmigiano reggiano Dop, il più antico d’Italia per quanto concerne i prodotti alimentari, fondato il 27 luglio 1934 con la funzione di tutelare, difendere e promuovere un prodotto millenario le cui antiche e nobili origini risalgono addirittura al Medioevo, salvaguardandone la tipicità e pubblicizzandone la conoscenza nel mondo. “Siamo fieri che il Ministero ospiti questo incontro nella sua splendida sede e di essere tra i protagonisti della mostra dedicata ai più importanti marchi della storia d’Italia – ha detto Bertinelli – La nostra Dop è un prodotto che nasce da un sogno: quello della comunità della zona di origine, di coloro che in un piccolo territorio sono stati capaci di creare un’icona del Made in Italy amata dai consumatori in Italia e all’estero, unica e inimitabile proprio perché inscindibilmente legata alle sue radici”.

Vino, i 30 grandi paesi produttori Oiv si incontrano in Italia

Vino, i 30 grandi paesi produttori Oiv si incontrano in ItaliaRoma, 4 apr. (askanews) – Si terrà dall’11 al 13 aprile tra Brescia, e precisamente in Franciacorta, e Verona, la riunione Ministeriale dell’Oiv, l’Organizzazione mondiale della vigna e del vino, di cui ricorrono quest’anno i cento anni dalla fondazione. E’ la prima volta che un evento internazionale così ampio e rilevante ha luogo in Italia: alla Ministeriale parteciperanno, infatti, i 30 paesi del mondo produttori di vino aderenti all’Oiv. L’organizzazione attualmente, tra l’altro, è presieduta da un italiano, Luigi Moio, ordinario di Enologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II.


La conferenza di presentazione dell’evento si è tenuta oggi al Masaf alla presenza del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobridiga, e del presidente di VeronaFiere Federico Bricolo. L’arrivo delle delegazione in Franciacorta è previsto per il pomeriggio dell’11 aprile. Venerdì 12 aprile sarà la giornata clou dedicata ai lavori, mentre il giorno seguente, sabato 13 aprile, le delegazioni potranno visitare in antemprima il padiglione del Masaf al Vinitaly, che aprirà i battenti il giorno successivo, il 14 aprile. Il ministro Lollobrigida ha dato qualche anticipazione sul padiglione del Masaf al Vinitaly, sottolineando che, rispetto al 2023, gli spazi saranno raddoppiati e che uno stand ospiterà i dibattiti economici e i convegni scientifici, mentre un altro sarà dedicato alla storia e all’innovazione sul vino. Ad arricchire l’esperienza di chi visiterà il padiglione istituzionale del ministero dell’Agricoltura, anche una serie di opere d’arte, letterarie e sculture appartenenti al Masaf, mentre una parte dello stand sarà occupata dal Museo del vino di Torgiano, curato dalla famiglia Lungarotti.


Le delegazioni potranno poi visitare anche OperaWine, l’evento nato dalla collaborazione di Veronafiere e Vinitaly con la rivista americana Wine Spectator, nato nel 2012. Quest’anno sono 131 i produttori italiani di eccellenza selezionati per l’occasione. All’ordine del giorno dei lavori della Ministeriale, ci saranno la “sostenibilità ambientale e i temi inerenti la formazione, la sicurezza e il benessere che ruotano attorno al mondo del vino”. E, come ha annunciato lo stesso Lollobrigida durante la conferenza stampa, “uscirà un documento conclusivo, un impegno teso alla valorizzazione del vino” tra i 30 paesi partecipanti. Il ministro ha sottolineato che la Conferenza Oiv sarà “un evento straordinario: mai si era tenuta in Italia una conferenza di questa entità in cui tante nazioni si incontreranno per discutere dele strategie rispetto alla produzione di vino, alla qualità e al consumo attento, come è giusto, di un prodotto a base alcolica”.


“Per una settimana l’Italia sarà il cuore pulsante del settore vitivinicolo a livello mondiale – ha poi aggiunto il ministro dell’Agricoltura – Oltre 30 nazioni, rappresentate da ministri provenienti da tutto il pianeta si riuniranno per discutere del futuro delle politiche del vino. Il gioiello di famiglia del nostro settore agroalimentare, della nostra economia, un simbolo di secoli di storia e cultura, un prodotto sotto attacco da parte di alcuni che noi intendiamo tutelare e valorizzare. Senza se e senza ma”. “I rappresentanti dei paesi vinicoli di tutto il mondo saranno a Vinitaly per un confronto – ha detto il presidente di Veronafiere – e potremo fargli gustare le eccellenze dei vini italiali con OperaWine, che aprirà lo stesso giorno. Sarà un momento di confronto importante ma anche una grande opportunità per presentare le eccellenze del mondo vitivinicolo italiano a una grande platea internazionale”.


Il presidente dell’Oiv Moio, intervenuto in video conferenza da Digione, sede dell’organizzazione, ha detto: “la società potrebbe evolvere verso un nuovo modello di consumo che potrebbe mettere in discussione il vino, determinando una veloce diminuzione dei consumi. Per questo motivo – ha aggiunto lanciando un avvertimento – è necessario trasmettere alle nuove generazioni, che chiedono sempre più trasparenza e sostenibilità, l’importanza della cultura del vino e del suo ruolo fondamentale all’interno della società”.

Bricolo: sarà un grande Vinitaly, con impronta internazionale

Bricolo: sarà un grande Vinitaly, con impronta internazionaleRoma, 4 apr. (askanews) – “L’edizione 2024 sarà un grande Vinitaly sempre più orientato al business e con una forte impronta internazionale, soprattutto sull’incoming dei buyer: aspettiamo 30mila operatori in arrivo da 140 paesi nel mondo”. Lo ha detto il presidente di VeronaFiere, Federico Bricolo, a margine della presentazione al Masaf della Ministeriale dell’Oiv che si terrà tra Brescia e Verona dall’11 al 13 aprile.


“Si tratterà di una grande fiera internazionale che riesce ad arrivare in tutti i continenti – ha aggiunto Bricolo – e nei giorni del Vinitaly tutte le strade del mondo del vino porteranno a Verona”. Bricolo ha quindi sottolineato che sarà una “edizione soprendente per la presenza di tanti buyer e del mondo istituzionale, con tanti rappresentati di tanti paesi del mondo. Daremo una immagine internazionale in un momento in cui il vino italiano compete nel modo, vuole crescere e soprattutto vuole aprire nuovi mercati”.

La Pietra (Masaf): Franciacorta luogo giusto per Ministeriale Oiv

La Pietra (Masaf): Franciacorta luogo giusto per Ministeriale OivRoma, 4 apr. (askanews) – “Franciacorta è un territorio simbolo dell’eccellenza vinicola italiana ed è il luogo giusto per celebrare i 100 anni dell’Oiv”. Lo ha detto il sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra, rilasciate a margine della conferenza internazionale sul vino, in programma a Brescia e Verona dall’11 al 13 aprile.


“Nell’appuntamento di Brescia e a seguire al Vinitaly saranno presenti i massimi rappresentanti mondiali della vinicoltura – ha proseguito La Pietra – e sarà un’occasione importante per confrontarci sulla tutela e valorizzazione del vino. Un tema che vede in prima linea l’Italia e il governo Meloni, che grazie all’impegno del ministro Lollobrigida e di tutto il Masaf, ha reso centrale la difesa dell’agroalimentare italiano”. La Pietra ha quindi spiegato che “l’italian sounding e ogni pratica sleale a danno delle nostre eccellenze vanno fronteggiate ed eliminate, per garantire il valore economico e qualitativo delle nostre produzioni. Anche in questi due appuntamenti il governo e il Masaf ribadiranno la volontà di affermare una forte legittimazione dell’Italia e dei nostri prodotti a livello internazionale. A Brescia e Verona – ha concluso il sottosegretario La Pietra – confermeremo quest’impegno e ci faremo promotori di ogni iniziativa possibile per favorire la valorizzazione del vino di qualità e quindi del vino italiano, autentica eccellenza del made in Italy”.