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Da Consiglio Ue via libera a maggiore tutela per le Ig

Da Consiglio Ue via libera a maggiore tutela per le IgRoma, 26 mar. (askanews) – Via libera del Consiglio Europeo a una maggiore tutela per le Indicazione geografiche. Il Consiglio oggi ha adottato formalmente un regolamento che migliora la protezione delle indicazioni geografiche (IG) e di altri regimi di qualità per vino, bevande spiritose e prodotti agricoli, sia online che offline, semplificando al tempo stesso la procedura di registrazione delle IG.


Il regolamento sarà ora firmato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue. Entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione. Tra i miglioramenti al sistema IG esistente viene riconosciuto un ruolo rafforzato per i gruppi di produttori concedendo loro il potere e le responsabilità di gestire le proprie IG, compresa la rappresentanza dei propri membri nelle reti di tutela della proprietà intellettuale.


Ancora, si dà la possibilità agli Stati membri di designare i gruppi di produttori come “gruppi di produttori riconosciuti” con diritti esclusivi da esercitare per conto di tutti i produttori del prodotto designato da un’IG. Si riafferma il ruolo della Commissione nell’esame delle domande di registrazione dei prodotti come IG. La maggiore tutela delle indicazioni geografiche riguarderà anche l’online, nei nomi a dominio che contengono indicazioni geografiche, tramite geoblocking; l’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (EUIPO) è stato incaricato di istituire un sistema di informazione e allerta sui nomi di dominio a maggiore protezione delle IG quando un ingrediente a denominazione è utilizzato nella denominazione di un alimento trasformato correlato. In questi casi dovrà essere comunicata alle associazioni di produttori riconosciute e dovrà essere indicata la percentuale dell’ingrediente.

Agricoltura, Consiglio Ue approva revisione mirata norme Pac

Agricoltura, Consiglio Ue approva revisione mirata norme PacRoma, 26 mar. (askanews) – Oggi i rappresentanti degli Stati membri nel Comitato speciale Agricoltura hanno approvato una revisione mirata di alcuni atti fondamentali della politica agricola comune (PAC) proposta dalla Commissione europea in risposta alle preoccupazioni espresse dagli agricoltori.


Questa revisione, spiega il Consiglio in una nota, affronta le questioni incontrate, ad esempio, con l’attuazione dei piani strategici della PAC e mira a semplificare, ridurre gli oneri amministrativi e fornire una maggiore flessibilità per il rispetto di determinate condizionalità ambientali. “Abbiamo ascoltato i nostri agricoltori e abbiamo intrapreso azioni rapide per rispondere alle loro preoccupazioni in un momento in cui si trovano ad affrontare numerose sfide – ha detto David Clarinval, vice primo ministro belga e ministro per i lavoratori autonomi, le PMI e l’agricoltura – La revisione mirata delle norme raggiunge il giusto equilibrio tra garantire una maggiore flessibilità agli agricoltori e agli Stati membri e alleggerire gli oneri amministrativi, mantenendo allo stesso tempo un elevato livello di ambizione ambientale nella politica agricola comune”.

Vino in Gdo, anno difficile per Doc -2,8%; meglio rosati e bianchi

Vino in Gdo, anno difficile per Doc -2,8%; meglio rosati e bianchiRoma, 26 mar. (askanews) – Un anno difficile il 2023 per il vino nella Grande distribuzione organizzata e soprattutto per i vini a Denominazione, le cui vendite sono diminuite del 2,8%. Male soprattutto i vini rossi, mentre va meglio per i rosati e per i bianchi. Complessivamente nella Gdo nel 2023 sono stati venduti 756 milioni di litri di vino e spumante: questo ne fa il canale commerciale più ampio. Ma quali sono i vini più acquistati dagli italiani in supermercati e discount nell’anno passato? Sono il Prosecco (spumante e vino frizzante) con 43 milioni di litri e un -1,5% sull’anno precedente; il Chianti con più di 16 milioni di litri, – 4,9%; il Lambrusco con oltre 15 milioni di litri, -9,5%; il Montepulciano d’Abruzzo con più di 13 milioni di litri, +4% e infine il Vermentino con oltre 10 milioni di litri, +2,3%.


I vini, invece, con maggior tasso di vendita, sono il rosato Cerasuolo dell’Abruzzo con +19%; il siciliano Grillo con +12,2%; il Pecorino, prodotto in Marche e Abruzzo, con +12%; il Lugana, prodotto in Lombardia e Veneto con +9,5%; la Ribolla del Friuli Venezia Giulia col +8,0% a volume. Sono le anticipazioni dello studio “Circana per Vinitaly” che comprende le classifiche dei primi 15 vini più venduti e dei 15 “emergenti” e verrà interamente presentato a Vinitaly il 15 aprile nel corso della tradizionale tavola rotonda su Vino e Gdo, organizzata da Veronafiere.


Il 2023 è stato un anno ancora difficile per il mercato del vino nella Gdo, anche se l’inflazione ha pesato meno che nel 2022 e il secondo semestre ha registrato un leggero incremento delle vendite. Il dato complessivo del vino è -3,3% a volume sull’anno precedente (+2,5% a valore). Meglio i vini in bottiglia a denominazione d’origine che scendono del 2,8%, mentre anche le bollicine calano, a – 1,1%. Più in dettaglio: i rosati hanno venduto meglio dei bianchi, i bianchi meglio dei rossi, i vini fermi meglio dei vini frizzanti. Il prezzo medio del vino a denominazione d’origine in bottiglia (Doc, Docg, Igt) è di 5,4 euro al litro, con un aumento medio del 6,3% sull’anno precedente. “Le strategie per una ripresa dipenderanno dalla scelta di Cantine e Distribuzione se preservare i margini oppure recuperare i volumi – osserva Virgilio Romano, Business Insight Director di Circana – Nel primo caso c’è il rischio di una chiusura d’anno non brillante; nel secondo, una maggiore promozionalità potrebbe favorire un recupero dei volumi”.


“La 20esima edizione della tavola rotonda – ha sottolineato Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere – serve a fare il punto sulle dinamiche di mercato di un canale di vendita fondamentale per le imprese italiane. Il dialogo a Vinitaly tra produttori, distribuzione e buyer assume quest’anno ancora maggior importanza a fronte di una minor produzione dell’ultima vendemmia e di pressioni inflattive che confidiamo possano allentarsi il prima possibile”.

Bergamini: depositata Pdl Lega per riconoscimento agromeccanico

Bergamini: depositata Pdl Lega per riconoscimento agromeccanicoRoma, 26 mar. (askanews) – La Lega ha depositato una PdL con la quale si riconoscere la figura dell’agromeccanico, tutelandolo con una normativa specifica. Una legge molto attesa dal comparto per delineare il quadro normativo e riconoscere la figura professionale di questi imprenditori. Lo annuncia in una nota il deputato della Lega Davide Bergamini, componente della commissione Agricoltura e primo firmatario della Pdl.


“Il comparto attendeva questa legge da tempo: si darà così il giusto riconoscimento a questa figura”, spiega Bergamini. Si prevede anche l’istituzione di un albo nazionale, come richiesto recentemente in audizione davanti alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati dall’Uncai, l’unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali. La proposta è formata da 15 articoli che prevedono, inoltre, la qualifica per potersi iscrivere, corsi di formazione, i requisiti della figura, i controlli nel settore, i bandi dedicati per l’acquisto di attrezzature con minore impatto ambientale e i vari criteri di attuazione. “La Lega dimostra, ancora una volta, di ascoltare il mondo agricolo e passare dalle parole ai fatti”, conclude Bergamini.

Kellanova: nuova policy sulla co-genitorialità per una famiglia inclusiva

Kellanova: nuova policy sulla co-genitorialità per una famiglia inclusivaMilano, 25 mar. (askanews) – Kellanova, multinazionale americana nota come Kellog Company in precedenza, introduce in Italia una nuova policy aziendale a supporto della co-genitorialità, in base alla quale è previsto un congedo retribuito di 10 settimane a quanti tra i propri dipendenti diventano neo-genitori. In questo modo non solo si allunga la durata del congedo di paternità previsto dalla legge italiana per i padri (10 giorni che salgono a 20 in caso di parto plurimo) ma lo estende anche a tutti coloro che non rientrano nei requisiti previsti dalle leggi dello Stato. “Siamo molto orgogliosi come Kellanova Italia del lancio di questa policy che, come dice il nome, è a supporto della co-genitorialità. Noi offriamo ai nostri dipendenti, che siano padri o neogenitori che potrebbero non soddisfare dei requisiti per usufruire delle politiche parentali previste dallo Stato, l’opportunità di vivere attivamente in maniera partecipativa le prime fasi della genitorialità – ci ha detto Vittoria Mazzanti, HR business partner Italy di Kellanova – Questa policy non si rivolge unicamente alla sfera lavorativa ma anche all’ambito di vita familiare, garantendo fino a dieci settimane di congedo retribuito di cui si può usufruire entro il primo anno di vita del bambino o della bambina. Nel concreto si rivolge ai padri che attualmente hanno già diritto per legge al congedo di paternità, di dieci giorni, alle coppie omogenitoriali, ai genitori affidatari e ai tutori legali”.


Quella di Kellanova è una iniziativa che arriva dal mondo aziendale che prima del legislatore e della politica è intervenuto per garantire un’equa genitorialità, per contrastare la disparità di genere e rispondere anche a un’idea di famiglia più realistica e attuale. In questo solco, in questi anni, già altre aziende si sono mosse, come Barilla, che ha esteso dal primo gennaio a 12 settimane il congedo a tutti i neo-genitori del gruppo, o Coop che nel 2022 ha scelto di affiancare la petizione online Genitori#allapari per chiedere una legislazione nazionale sul tema, mentre Unicoop Firenze introduceva 4 settimane aggiuntive di paternità retribuita al 100% per i padri e Coop Alleanza 3.0 portava il congedo obbligatorio a 16 giorni. Kellanova Italia prosegue lungo questo percorso intervenendo per colmare un vuoto normativo dello Stato. “Come Kellanova ci poniamo tra le prime aziende che decidono di implementare delle misure che non sono codificate dal diritto del lavoro, proprio perché la nostra volontà è quella di assicurare il benessere delle persone a tutto tondo e contribuire a creare un cambiamento positivo anche al di là del nostro contesto lavorativo, con l’obiettivo ancor più grande di creare una società più inclusiva”, ha sottolineato Mazzanti. La misura introdotta da Kellanova, infatti, consente di andare oltre gli stereotipi legati al concetto di famiglia e ai ruoli di genere tradizionali, contribuendo a creare un equilibrio positivo tra sfera professionale e privata. “Questa policy riflette questa nostra visione inclusiva del concetto di famiglia, che pensa a quelle che sono le responsabilità condivise nell’ambito della genitorialità – ha affermato Mazzanti – Essa si inserisce nell’ambito di un programma di welfare più ampio e strutturato che abbiamo già in azienda e vuole rispondere all’evolversi dei bisogni delle nostre persone e delle famiglie per rendere tutti i nostri dipendenti soddisfatti, in modo che si sentano supportati nel vivere attivamente un momento della vita personale così importante. E aggiungo, perchè è il core della policy, tutelando anche coloro che potrebbero non avere accesso ad altri congedi già previsti dallo Stato”.


La nuova policy Kellanova si rivolge a “tutti i dipendenti neogenitori indipendentemente dall’anzianità di servizio, dal livello di seniority”. Durante il congedo, i termini e le condizioni contrattuali pattuite rimarranno invariati e i dipendenti continueranno a beneficiare dell’intero salario e di tutti i benefit concordati. Inoltre, le dipendenti in stato di gravidanza o coloro che hanno un partner in tale condizione, potranno usufruire di permessi retribuiti per partecipare a lezioni pre-parto o altri appuntamenti medici pre-natali. “Per usufruire del congedo di co-genitorialità – ha spiegato ancora Mazzanti – i dipendenti che sono in attesa di un figlio dovranno informare il proprio manager e l’hr business partner di riferimento e come datore di lavoro chiediamo di condividere il certificato di nascita del figlio in modo da certificare, appunto e analizzare con cura in dettaglio ogni singolo caso nel rispetto delle normative vigenti”. La policy di Kellanova a supporto della co-genitorialità è stata adottata in tutti quei Paesi europei dove questo tipo di congedo non è garantito a livello statale. Nello specifico “con noi lanciano questa policy Regno Unito, Irlanda, Benelux, Francia, Germania e appunto l’Italia”.

Per Coppa di Parma Igp fatturato al consumo a 73 mln in 2023

Per Coppa di Parma Igp fatturato al consumo a 73 mln in 2023Roma, 25 mar. (askanews) – Un fatturato al consumo da 73 milioni di euro, con una crescita del mercato canadese arrivato a sfiorare la metà dell’export complessivo. Sono i principali dati del 2023 comunicati dal Consorzio di Tutela della Coppa di Parma Igp, che racchiude 21 aziende associate per un comparto da oltre 500 occupati tra addetti diretti e lavoratori legati all’indotto.


Nel 2023 il volume del prodotto certificato è cresciuto del 7%, arrivando a superare i 2 milioni di chilogrammi, mentre più in generale la produzione si è assestata sui livelli del 2022 sfiorando i 4 milioni. Da sottolineare come l’aumento della materia prima abbia avuto un ruolo predominante nell’ultimo anno. Nello specifico caso del Consorzio di Tutela, il taglio di carne suina utilizzato per la Coppa Igp (la porzione muscolare del collo) ha avuto un rialzo del 16%, in un trend ormai costante. Buone anche le performance del preaffettato, che dopo un inizio di 2023 negativo ha raggiunto i livelli dell’anno precedente, soprattutto grazie a un +15% fatto registrare a novembre poco prima delle festività natalizie: sono stati 440mila i chili di carne suina impiegata nello specifico comparto, che ha avuto una incidenza del 30% sul totale delle vendite.


La grande distribuzione infine si conferma il canale di commercializzazione principale, mantenendo una quota pari al 70% del turnover del comparto. In crescita anche il settore ho.re.ca che per la Coppa di Parma Igp rappresenta una importante vetrina in termini di reputazione e valorizzazione del prodotto. Ottime le performance registrate per l’export arrivato al 10% sul turnover del comparto, soprattutto per quanto riguarda il Canada, all’interno di un mercato in cui la Coppa di Parma Igp, dal suo ingresso dieci anni fa, è in costante crescita. Il Paese nordamericano nel 2023 ha superato il 45% di quota export complessiva (nel 2021 per esempio era al 38%) confermando il primato per maggior importatore di Coppa di Parma Igp, mentre l’area UE continua a rappresentare la principale area di destinazione grazie ai principali partner commerciali come Germania, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo.


Soddisfatto Fabrizio Aschieri, presidente del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma Igp: “il 2023 è stato un anno in cui abbiamo affrontato sfide importanti – ha detto – come la crescita esponenziale del costo delle materie prime arrivato addirittura a un +16%, fattispecie che deriva anche dalla minor disponibilità di suini. Ecco perché aver aumentato i volumi del prodotto certificato ci rende molto soddisfatti e testimonia l’apprezzamento dei consumatori per la Coppa di Parma Igp. Infine, segnalo con piacere la costante crescita del mercato canadese, che prevediamo potrà avere un ulteriore rialzo nei prossimi anni, a testimonianza dell’interesse e della capacità del prodotto nel raggiungere anche i mercati extra europei”.

Al via progetto La Toscana va in pizza, con prodotti Dop e Igp

Al via progetto La Toscana va in pizza, con prodotti Dop e IgpRoma, 25 mar. (askanews) – Prodotti Dop e Igp toscani sulla pizza per promuoverne conoscenza e diffusione: al via il progetto La Toscana va in pizza, con cui l’associazione Pizza & Peace e i Consorzi di tutela dei prodotti toscani DOP e IGP promuovono la conoscenza dei prodotti tipici certificati fatti in regione abbinati alla pizza, come ingredienti o come accompagnamento.


Una collaborazione nata a fine 2023 che guarda già al futuro, grazie alle aziende di produzione che a partire da oggi si aprono per ospitare i pizzaioli aderenti a Pizza & Peace per favorire la conoscenza diretta dei produttori e dei prodotti DOP e IGP fatti in Toscana. Pecorino Toscano DOP, Prosciutto Toscano DOP, Finocchiona IGP e Olio Toscano IGP sono le eccellenze che partecipano a questo primo incontro, che prevede la visita ad un caseificio, un momento di incontro e presentazione dei quattro prodotti e la preparazione delle pizze realizzate. La Toscana va in Pizza, dunque, non rimane solo dentro le pizzerie, esce fuori per conoscere meglio e sperimentare con le eccellenze toscane grazie oggi a tre pizzaioli d’eccezione: Tommaso Vatti, Antonio del Galdo e Matteo Casini.

Carne coltivata, indagine Swg: chef e consumatori favorevoli

Carne coltivata, indagine Swg: chef e consumatori favorevoliRoma, 25 mar. (askanews) – Chef, futuri chef e consumatori sono favorevoli all’introduzione della carne coltivata nei menu, ma non in alternativa alla carne tradizionale, quanto piuttosto in aggiunta, all’interno di menu dedicati, visti i possibili effetti benefici sulla salute e sull’ambiente. E’ quanto emerso, per certi versi a sorpresa, da uno studio condotto dall’Università di Ferrara in collaborazione con SWG e realizzato su 5 chef, 741 futuri chef (studenti/studentesse al quinto anno dell’istituto alberghiero), 1000 consumatori e 1000 possessori di animali domestici.


“Dagli studi condotti emergono interesse e curiosità da parte degli intervistati nei confronti della carne coltivata, che non va vista in contrasto o contrapposizione con la carne tradizionale, soprattutto quella di qualità, bensì con quella da allevamenti intensivi”, spiega Fulvio Fortezza, del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara. Quello della carne coltivata è infatti uno scenario complesso, ancora in profondo divenire, ma potenzialmente rivoluzionario in termini di copertura della crescente domanda mondiale di carne, riduzione della pressione ambientale generata dalla produzione intensiva di carne, riduzione dei rischi individuali per la salute collegati a un eccessivo consumo di carne rossa.


Tutti e 5 gli chef intervistati sono sostanzialmente favorevoli ad introdurre la carne coltivata nei loro menu. Per 2 di loro la carne coltivata rappresenta “un’innovazione alimentare speciale da proporre in menù dedicati”; uno la considera “non strettamente necessaria, ma una possibile soluzione ai problemi della produzione intensiva di carne”; per un quarto “non è strettamente necessaria, ma una possibile alleato di un’agricoltura di qualità”; il quinto la intende “come ‘cibo modificato’ per una vita migliore e un mondo migliore, sia nell’ottica della salute che del risparmio di risorse”. Andando ai futuri chef, il 71% circa degli intervistati è tendenzialmente favorevole o convintamente favorevole alla carne coltivata, in generale; il 69% circa tenderebbe ad assaggiarla o la assaggerebbe convintamente; il 63% tenderebbe ad utilizzarla o la utilizzerebbe nei propri menù futuri. Tuttavia, l’86% di questi non la utilizzerebbe al posto della carne tradizionale, bensì in aggiunta, all’interno degli stessi menù o di menù dedicati.


Il 70% circa dei consumtori intervistati è tendenzialmente favorevole alla carne coltivata, in generale; il 64% tenderebbe ad assaggiarla; il 62% tenderebbe ad acquistarla in modo più o meno ricorrente o regolare. L’idea che la carne coltivata sia promossa da chef riconosciuti tende ad aumentare la disponibilità a pagare per questa tipologia di carne. Infine, il 53% dei possessori di cani farebbe assaggiare la carne coltivata al proprio cane, mentre solo il 22% dichiara una totale chiusura in tal senso. Il 43% degli intervistati sarebbe disposto a pagarla almeno quanto, o addirittura di più, dei prodotti a base di carne tradizionale, in particolare per i possibili benefici di questa scelta sull’ambiente.

Cia: click day, semplificare rilascio permessi soggiorno

Cia: click day, semplificare rilascio permessi soggiornoRoma, 25 mar. (askanews) – Il click day di questa mattina, dedicato alla richiesta di lavoratori extracomunitari stagionali per il 2024, “ha dato prova di un portale ministeriale sicuramente più efficiente rispetto agli scorsi anni, ma la macchina amministrativa ancora registra notevoli ritardi nel rilascio del definitivo permesso di soggiorno”. Così Cia-Agricoltori Italiani dopo avere effettuato una prima ricognizione sul territorio. Cia è tra le organizzazioni professionali agricole assegnatarie delle 41mila quote per il settore agricolo e quello turistico alberghiero, rispetto alle complessive 89.050 previste quest’anno.


Nello specifico, infatti, Cia segnala i disagi del click day del 21 marzo scorso, quando le istanze interessate erano quelle riguardanti la conversione dei permessi di soggiorno che andrebbero incrementati come numero di quote, vista la richiesta importante che si registra ogni anno. Inoltre, se da una parte il protocollo Masaf, siglato anche da Cia, dà finalmente modo di soddisfare per la gran parte le necessità di manodopera stagionale, “dall’altra non è stata ancora messa a punto una programmazione tale da permettere alle aziende agricole di operare in tranquillità. Questo perchè la convocazione dagli Sportelli unici arriva, irrimediabilmente, dopo il periodo massimo di permanenza in Italia consentito dal Decreto flussi, cioè nove mesi”.


Il Decreto “è fondamentale per il nostro settore – ribadisce Cia – Basti pensare che un terzo della manodopera nel settore primario è di nazionalità straniera, circa 370mila, con una quota elevata di extracomunitari”. Cia auspica, quindi, che si intervenga quanto prima sui piani triennali dei flussi d’ingresso, tenendo conto delle tempistiche effettivamente utili alle esigenze delle imprese agricole.

Agricoltura, incontro al Masaf sulla flavescenza dorata

Agricoltura, incontro al Masaf sulla flavescenza dorataRoma, 25 mar. (askanews) – “Incontro positivo, in cui è emerso interesse e che pone le basi per una collaborazione futura, su un tema quanto mai centrale come la Flavescenza dorata”. Lo ha detto Benedetto De Pizzol, coordinatore regionale delle Città del Vino del Veneto, dopo l’incontro avuto al ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che ha visto la presenza per il Masaf, del responsabile segreteria tecnica del ministro, Sergio Marchi. All’incontro hanno partecipato anche Alberto Bertucci, vicepresidente Città del Vino e sindaco di Nemi, oltre a Stefano Crosariol, vicecoordinatore regionale Città del Vino del Veneto, Floriano Zambon, ex presidente Città del Vino e il professor Carlo Duso, Università di Padova.


Il dirigente Masaf “ha apprezzato i risultati ottenuti dal progetto e intende promuovere un tavolo di discussione per avviare una collaborazione più ampia, con il mondo della ricerca, le istituzioni, le aziende”, ha detto il professor Duso, che ha illustrato il progetto triennale di ricerche nell’area della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, dedicato alla Flavescenza dorata e alla gestione dei vettori. Un progetto iniziato nel 2021 in seguito alle sollecitazioni di un gruppo di aziende vitivinicole del Comune di San Pietro di Feletto (Treviso), preoccupate per la recente recrudescenza di Flavescenza dorata nel territorio della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Fra i risultati ottenuti e illustrati al Masaf, le tecniche di monitoraggio, le relazioni tra vegetazione boschiva e vigneti, gli effetti principali e collaterali degli insetticidi; i rapporti tra acari fitofagi e acari predatori e lo studio sui ceppi di fitoplasmi.