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Il Consorzio Pomodoro Pachino Igp a Berlino per Fruit Logistica

Il Consorzio Pomodoro Pachino Igp a Berlino per Fruit LogisticaRoma, 5 feb. (askanews) – L’oro rosso di Sicilia sbarca a Berlino. Anche quest’anno, infatti, il Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino sarà presente dal 7 al 9 febbraio a “Fruit Logistica”, la grande fiera internazionale dedicata all’agroalimentare, con un suo spazio situato nell’area espositiva allestita dalla Regione Sicilia. “Abbiamo rinnovato l’adesione a questo importante appuntamento – annuncia il presidente Sebastiano Fortunato – per proseguire in quel cammino verso l’internazionalizzazione intrapreso già da tempo dal nostro Consorzio. La fiera di Berlino è anche l’occasione per promuovere temi a noi cari, come la sostenibilità e la sicurezza alimentare”.


“L’Italia ha i protocolli produttivi più rigorosi a livello mondiale, attenzione all’ambiente e prodotti di grande eccellenza, ma soffre per la concorrenza sleale di paesi che utilizzano manodopera a bassissimo prezzo e minori controlli, a svantaggio della qualità e del rispetto dei lavoratori”, aggiunge. Con Fortunato sarà presente a Berlino anche Salvatore Chiaramida, direttore storico del Consorzio: “Fruit Logistica rappresenta la prima di una serie di eventi fieristici che nel 2024 ci vedrà impegnati in Italia e all’estero per continuare a promuovere e tenere alto il buon nome dell’oro rosso di Sicilia”, ha sottolineato.

Confcooperative: lotta a 30% spreco alimentare in fase produzione

Confcooperative: lotta a 30% spreco alimentare in fase produzioneRoma, 5 feb. (askanews) – Il 30% dello spreco alimentare si combatte già in fase di produzione. La cooperazione agroalimentare, che porta sulle tavole 1 prodotto su 4, è un modello virtuoso per ridurre gli sprechi e dalle cooperative arriva un contributo importante per invertire il trend che vede a livello mondiale il 14% del cibo perso prima della commercializzazione mentre il 17%, pari a 931 milioni di tonnellate, viene sprecato dai consumatori e retail. In termini economici vengono bruciati 400 miliardi di dollari in cibo non consumato.


Così Confcooperative – Fedagripesca in occasione della giornata nazionale della prevenzione dello spreco alimentare che si celebra il 5 febbraio. Dalle cooperative tanti gli esempi virtuosi nel segno della sostenibilità. Per frutta e la verdura che non trovano sbocchi nella vendita del fresco si punta sull’impiego industriale per realizzare, per esempio, succhi e conserve. Nel segno della solidarietà le tantissime collaborazioni delle cooperative agroalimentari con enti no profit per donare a chi ne ha bisogno i prodotti agroalimentari che non hanno sbocco commerciale. Solo lo scorso anno le cooperative aderenti a Confcooperative hanno donato 14.000 tonnellate di prodotti agroalimentari e oltre 1 milioni di pasti caldi ad associazioni come Banco Alimentare, Croce Rossa e ad altri enti no profit.


Ma lo spreco si combatte anche educando il consumatore. È il caso di alcune cooperative che hanno deciso di puntare sulla valorizzazione di parti meno nobili dei prodotti come quelle di carni e salumi, grazie alla collaborazione con enti locali o ristoranti. E così alimenti che sarebbero destinati a finire nei rifiuti vengono trasformati in vere e proprie risorse con corsi che insegnano come cucinare quelli che solo in apparenza possono essere trattati come scarti alimentari domestici.

Comitati agricoltori: da giovedì 8 mobilitazione su Roma

Comitati agricoltori: da giovedì 8 mobilitazione su RomaRoma, 5 feb. (askanews) – “Attenzione, da giovedì 8 febbraio inizia la mobilitazione su Roma. Ulteriori dettagli saranno resi pubblici presto”. Lo rendono noto i Comitati agricoltori riuniti sul proprio profilo Facebook. Il Cra aveva annunciato a partire da domani una mobilitazione nella Capitale e già da stamattina diversi trattori dalla Toscana e dall’Abruzzo avevano iniziato la marcia verso Roma, ammassandosi in piccoli presidi a Torreimpietra, lungo la via Aurelia e sulla Nomentana, che non stanno creando disagi alla circolazione. Nel pomeriggio era in programma in questura a Roma per pianificare le modalità della protesta.

Protesta in Valdichiana, Confagri Toscana: vicini ad agricoltori

Protesta in Valdichiana, Confagri Toscana: vicini ad agricoltoriRoma, 5 feb. (askanews) – “Siamo vicini a chi sta protestando, ma la vicinanza non basta. Come associazione di agricoltori portiamo i problemi dei nostri associati nelle sedi istituzionali deputate. Stiamo raccogliendo tutti i problemi e le esigenze degli agricoltori toscani per portarle all’assemblea nazionale di Confagricoltura del 26 febbraio, che si svolgerà a Bruxelles”. A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commentando le nuove proteste di gruppi di agricoltori questa mattina, nei pressi del casello Valdichiana dell’A1.


“Bisogna semplificare la burocrazia, servono più investimenti sull’agricoltura 4.0 – afferma Neri – Uno degli aspetti prioritari è dare incentivi alle imprese per modernizzare la rete idrica e per sostenere l’innovazione, in particolare nell’agricoltura di precisione. Un altro aspetto importante è legato ad alcuni interventi normativi da attuare, come il risarcimento danni e la copertura assicurativa”. “In Toscana sono in corso confronti provincia per provincia con gli agricoltori aderenti a Confagricoltura e le istituzioni – conclude Neri – Arriveremo il 26 febbraio a Bruxelles con un bel bloc notes pieno di richieste e proposte. Partiamo dai territori per arrivare a far sentire la nostra voce all’Ue”.

Confagri: giusto zero sprechi ma anche fame zero e sostenibilità

Confagri: giusto zero sprechi ma anche fame zero e sostenibilitàRoma, 5 feb. (askanews) – L’agricoltura italiana può contribuire alla diminuzione dello spreco migliorando le tecniche di raccolta e di prima conservazione, ma poco può fare contro le avversità climatiche degli ultimi anni e gli attacchi di nuovi parassiti delle piante, che da soli costituiscono più dell’80% delle cause di spreco in agricoltura. Lo afferma Confagricoltura in occasione dell’XI Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra il 5 febbraio.


Il tema di quest’anno è “Make the difference”, fare la differenza per raggiungere il traguardo fissato dall’Agenda 2030, che tra i suoi obiettivi ha anche quello di dimezzare lo spreco pro capite. Sarà un’edizione focalizzata sulla necessità di moltiplicare le buone pratiche quotidiane, a ogni livello: cittadini, enti pubblici, imprese, associazioni, scuole, per arrivare insieme alla meta. Ma sarà anche una edizione calata nella realtà geopolitica ed economica che l’agricoltura sta vivendo. L’inflazione, i redditi stagnanti, l’aumento del costo della vita, uniti all’instabilità geopolitica causata dalle guerre in zone strategiche per la produzione di materie prime – sostiene l’Organizzazione agricola – determinano un contesto che richiede lo sforzo di tutti, e che ci sta allontanando dall’obiettivo dell’Agenda 2030: quello di sconfiggere fame, insicurezza alimentare e malnutrizione in tutte le sue forme. E l’obiettivo dell’agricoltura non è solo quello dello ‘spreco zero’, ma anche della ‘fame zero’ e della sostenibilità.


Secondo la FAO, dei 570 milioni di agricoltori attivi, soltanto l’1% è strutturato in forma di impresa e produce il 70% del cibo per il mercato: dati che confermano il ruolo centrale che riveste un settore che ha di fronte sfide importanti da vincere, come quella di garantire cibo sano ad una popolazione mondiale in continua crescita. Per Confagricoltura, quindi, sono fondamentali la tecnologia e la ricerca per permettere di aumentare le produzioni preservando le risorse naturali. E per combattere lo spreco alimentare l’innovazione è essenziale. Si potrà lavorare sulla durata e la conservazione degli alimenti, sui packaging innovativi. Confagricoltura sottolinea inoltre come sia necessario, per le imprese agricole, investire nell’applicazione di un sistema di economia circolare in grado di minimizzare i rifiuti, di valorizzare l’uso dei residui vegetali e dei sottoprodotti di origine animale nell’ambito agricolo e forestale per fini agronomici, per i biocarburanti, per la produzione di energia o per la produzione di fertilizzanti e, più in generale, per la bioeconomia. Un’opportunità per trasformare con successo i sistemi agroalimentari rendendoli più efficienti e sostenibili, riducendo il loro impatto sul pianeta e garantendo la sicurezza alimentare.


“Il settore primario – ricorda Confagricoltura – ha bisogno di attenzione da parte del Governo, di quadri normativi e regolatori snelli e sburocratizzati, che non aggravino il peso gestionale ed economico già compromesso da anni di pandemia e dalle ricorrenti crisi internazionali”.

Proteste agricoltori, Cia chiede incontro urgente con Lollobrigida

Proteste agricoltori, Cia chiede incontro urgente con LollobrigidaRoma, 5 feb. (askanews) – Servono risposte concrete per garantire il reddito delle aziende e permettere al settore agricolo di occupare un ruolo centrale nell’economia del Paese. Per questo Cia-Agricoltori Italiani chiede oggi un incontro urgente con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Le richieste di Cia al Governo riguardano gli sgravi fiscali, gli interventi contro i rincari e le misure a favore dei giovani.


Sul versante Ue, servono cambiamenti sostanziali alla proposta della Commissione sui terreni incolti, oltre alla riduzione dell’impatto del Green Deal sulle aziende. Cia ha, dunque, chiesto un incontro urgente col ministro Lollobrigida, finalizzato ad individuare tutte le misure da mettere in campo. Si terranno, in seguito, incontri territoriali con parlamentari e presidenti regionali. Cia ricorda che il biennio 2022-23 è stato particolarmente difficile per gli agricoltori a causa delle ripetute avversità meteorologiche, delle fitopatie e gli alti costi di produzione per una congiuntura di mercato complessa. Si chiede, quindi, al Governo di gestire l’emergenza in atto introducendo sgravi fiscali per il settore primario: dall’Irpef sui redditi agricoli, all’esonero contributivo per gli agricoltori, oltre a una maggiore compensazione dell’Iva zootecnica (bovini e suini). Per mitigare l’impatto del rincaro dei fattori di produzione, Cia chiede, invece, la reintroduzione del credito d’imposta per l’acquisto di gasolio, già ottenuto nel 2023 dopo una lunga battaglia portata avanti dall’associazione.


Sul fronte delle giovani imprese, Cia ritiene necessario l’esonero contributivo per gli agricoltori under 40 e il rifinanziamento del “Fondo più impresa”. A sostegno dei comparti più deboli, si intervenga con un immediato utilizzo delle risorse del Fondo per le emergenze e facilitazioni nell’accesso al credito. A livello europeo, per Cia è urgente una maggiore semplificazione nelle regole sui pagamenti per l’attuale Pac per rispettare le tempistiche previste e garantire agli agricoltori la sostenibilità economica delle loro aziende. Per quanto concerne le politiche green della Commissione, si reputa essenziale la proroga alla deroga del 4% per l’incolto, con periodicità triennale e senza vincoli ambientali legati alle scelte produttive dell’azienda.


Cia chiede inoltre che vengano introdotte le deroghe approvate in Parlamento sui prodotti agroalimentari nel “Regolamento imballaggi” e si approvino definitivamente le regole Ue sulle nuove biotecnologie (Ngt-Tea) per dare alle aziende strumenti alternativi, in grado di ridurre gli impatti negativi del Green deal. Necessario, infine, confermare l’esclusione delle attività zootecniche dalla direttiva sulle emissioni industriali, facendo prevalere la sostenibilità concreta alle scelte ideologiche.

Esselunga, sindacati: internalizzazione di 2mila addetti all’e-commerce

Esselunga, sindacati: internalizzazione di 2mila addetti all’e-commerceMilano, 5 feb. (askanews) – Conclusa la prima fare del processo di internalizzazione delle attività di e-commerce di Esselunga che coinvolge circa 2.000 tra lavoratrici e lavoratori, finora gestite da nove diverse società appaltatrici. Dal 19 febbraio Esselunga assumerà alle proprie dipendenze, senza periodo di prova, il personale attualmente in forza presso le società appaltatrici impegnate nelle attività di e-commerce – impiegati nelle attività di picking e picking web – a condizione che i lavoratori siano occupati stabilmente da almeno quattro mesi e manifestino la propria disponibilità all’internalizzazione entro il 18 febbraio 2024. Lo riportano i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs annunciando la sottoscrizione dell’accordo con la direzione della catena della gdo, che ha cambiato così strategia in materia di appalti. Il processo di internalizzazione rientra nel protocollo stipulato coi sindacati a dicembre che ha visto un primo accordo, l’11 gennaio 2024, per i 311 addetti alle attività di produzione negli stabilimenti di Parma e Limito di Pioltello.


A fronte delle dimissioni che i lavoratori coinvolti dovranno rassegnare alle aziende appaltatrici, queste non opereranno la trattenuta a titolo di mancato preavviso, a condizione però che le dimissioni pervengano entro due giorni dall’avvenuta consegna della proposta assuntiva, specificano le sigle sindacali. Ai lavoratori internalizzati verrà applicato il contratto collettivo della distribuzione moderna organizzata, oltre alla contrattazione integrativa aziendale di Esselunga. Il periodo di lavoro maturato presso le società appaltatrici sarà riconosciuto come anzianità convenzionale utile ai fini della maturazione degli istituti economici e normativi previsti dalla contrattazione collettiva, mentre per la maturazione degli istituti previsti dalla contrattazione integrativa si terrà conto unicamente dell’anzianità di servizio decorrente dalla data di assunzione presso Esselunga. Sul versante retributivo, l’eventuale differenza tra la retribuzione annua lorda complessiva individuale percepita dai lavoratori presso le aziende appaltatrici e i trattamenti economici previsti dalla contrattazione collettiva di Esselunga verrà conglobata in un assegno ad personam assorbibile da ogni tipo di incremento retributivo, compreso quello disposto dalla contrattazione collettiva di qualsiasi livello, ad eccezione degli aumenti di merito o derivanti da scatti di anzianità. Infine, una soluzione di compromesso è stata raggiunta per la disciplina dell’orario dei lavoratori a tempo parziale. L’azienda, nello specifico, compatibilmente con la sua organizzazione, terrà conto delle comprovate necessità di natura personale di lavoratrici e lavoratori nella programmazione delle relative prestazioni.


“L’accordo perfezionato con Esselunga non ha precedenti nel settore della gdo – afferma il segretario generale aggiunto della Fisascat Cisl, Vincenzo Dell’Orefice – e si tradurrà per molti dei lavoratori coinvolti in un sensibile miglioramento delle proprie condizioni economico-retributive, consentendo alla totalità della platea degli interessati di lavorare alle dipendenze di una società leader di mercato e fra le più performanti a livello europeo”.

Spreco alimentare, entro il 2040 stop a confezioni monouso

Spreco alimentare, entro il 2040 stop a confezioni monousoRoma, 5 feb. (askanews) – Le nuove norme approvate dal Parlamento europeo prevedono per tutti gli operatori che fanno asporto di cibo o bevande un obbligo del 20% di riuso entro il 2030 e dell’80% entro il 2040. I produttori di materiali riciclabili hanno alzato gli scudi contro questo nuovo approccio, e uno studio della società di consulenza McKinsey stima che il passaggio a imballaggi riutilizzabili, nel takeaway alimentare e nell’e-commerce, possa generare emissioni e costi collettivi superiori a quelli dell’attuale sistema basato sul riciclo di packaging monouso.


Per Nicola Lamberti, imprenditore e fondatore e ceo di Planeat, società benefit e piattaforma di delivery per la spesa online, le nuove norme sono una opportunità. Da marzo 2024, infatti, Planeat intende sostituire progressivamente i contenitori riciclabili utilizzati (attualmente in mater b e facilmente smaltibili nell’umido o nell’indifferenziato), con recipienti in plastica lavabili. “L’impatto sull’ambiente in termini di spreco di acqua e di suolo è sicuramente inferiore se utilizziamo contenitori lavabili – spiega – Per produrre 30 grammi di Mater-Bi, che è fatto di amido di mais e oli vegetali, ci vuole una enorme quantità di acqua. Ci vuole acqua per coltivare il mais, e per produrre gli oli, e altra acqua per il processo di lavorazione. Ovviamente un contenitore in Mater-Bi è infinitamente meglio di uno di plastica, ma comunque ha un water footprint di 100 litri. Al contrario, con quelli lavabili, l’acqua che utilizzeremo nel ciclo di lavaggio per un migliaio di recipienti sarà meno di un litro. Inoltre, eliminiamo alla base il problema dello smaltimento, evitando di intasare le discariche, occupare troppa terra, e consumare suolo e acqua”.


Proprio oggi si celebra l’11esima Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. Gli obiettivi, come indicato dall’Agenda 2030, sono quelli di moltiplicare le buone pratiche quotidiane a partire dalla prevenzione e riduzione dello spreco nelle case, nella filiera di produzione, distribuzione e commercio del cibo, nella ristorazione, nelle mense, nei comportamenti e nelle abitudini di acquisto, gestione e conservazione. Quest’anno, in particolare, il focus della giornata si concentrerà sugli effetti della crisi economica, ambientale e sociale globale sullo spreco e sulle abitudini di acquisto.

Scordamaglia: agroalimentare contribuisce sicurezza alimentare MO

Scordamaglia: agroalimentare contribuisce sicurezza alimentare MORoma, 5 feb. (askanews) – “Se davvero vogliamo ripensare la sicurezza nel Medio Oriente, non possiamo che partire da un’azione congiunta e strategica sulla sicurezza alimentare con l’Italia realmente protagonista, trasformando questo ambito da punto di debolezza in un elemento di forza”: lo ha detto Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, intervenendo questa mattina alla tavola rotonda ” Rethinking security in the Middle East” nell’ambito di MED-Mediterranean Dialogues.


“L’insicurezza alimentare già prima delle recenti crisi è sempre stata una delle principali cause di instabilità nella regione Mediorientale e all’aumentare dell’ insicurezza alimentare si assiste all’aumento della tensione geopolitica dell’area”, ha aggiunto l’amministratore delegato. “Una situazione che appare ancora più chiara se pensiamo agli effetti di questa crisi sul canale di Suez – ha proseguito Scordamaglia – con un crollo di oltre il 40% del passaggio di navi, e un effetto non solo sul nostro Paese, ma inflattivo globale sulle derrate alimentari che rischia di diventare drammatico”. “Ogni volta che le supply chain alimentari rallentano o rischiano di interrompersi aumentano quelle forme di neo-protezionismo deleterie per il mercato e per l’equilibrio dei Paesi più fragili”, ha aggiunto ricordando che nel 2023 queste politiche hanno provocato un calo del 5% dei commerci internazionali.


Filiera Italia e Coldiretti lavorando con i ministeri degli Esteri, dell’Agricoltura e con la cooperazione italiana “hanno già messo l’expertise e la tecnologia a disposizione di Paesi come l’Egitto, l’Algeria la Tunisia, non con finalità assistenzialistiche, ma di vera partnership e joint-venture scambiando competenze e risorse. Ora siamo pronti a farlo anche in Medio Oriente – ha proseguito Scordamaglia – avevamo previsto di cominciare già dal Libano ma per operare abbiamo bisogno di condizioni di stabilità”. “L’auspicio è che insieme al Ministero, alla nostra cooperazione e alla nostra filiera produttiva si possa realmente, in piena partnership, lavorare per trasformare un problema in una soluzione”, ha concluso.

Vino, Cantina di Venosa cresce anche nel 2023: fatturato 7,4 mln (+17%)

Vino, Cantina di Venosa cresce anche nel 2023: fatturato 7,4 mln (+17%)Milano, 5 feb. (askanews) – Cantina di Venosa (Potenza) ha chiuso il 2023 con un fatturato di 7,4 milioni di euro (+17% rispetto ai 6,3 mln del 2022), registrando un +11% di bottiglie vendute rispetto all’anno precedente: 1,9 mln contro 1,7 mln. Un trend ancora più significativo se calcolato sull’ultimo quinquennio: rispetto al 2019 +30% in valore e +72% in volume. Lo ha comunicato la stessa cooperativa del Vulture, l’unica in Basilicata.


“Sono numeri importanti che segnano un percorso di sviluppo su cui ci stiamo impegnando da anni con tanti progetti su più fronti” ha commentato soddisfatto il presidente Francesco Perillo, aggiungendo che “abbiamo ad esempio rivoluzionato di recente la nostra organizzazione logistica per mettere in efficienza il magazzino e la gestione degli ordini, avvalendoci di macchinari robotizzati”. “Già da anni stiamo crescendo con un approccio di sostenibilità – ha proseguito – un tema questo su cui siamo impegnati con tanti progetti, tra cui la scansione satellitare di una parte sempre più consistente dei nostri vigneti, al momento 150 ettari, per avere ogni settimana una fotografia del ciclo vegetativo che ci permette di sapere con estrema precisione dove si verificano condizioni di stress idrico o rischi di malattie patogene e intervenire tempestivamente. “Oltre al progetto del ‘Sentinel 2’, siamo da tempo impegnati anche nella sostenibilità economica e sociale” ha detto il presidente di Cantina di Venosa, precisando che “abbiamo promosso un Codice Etico per i dipendenti, i fornitori e i clienti, e abbiamo adottato un insieme di norme volontarie e certificazioni che assicurano ulteriormente la salubrità dei vini. Nel 2022 è nato inoltre il Bilancio di Sostenibilità e l’anno scorso è arrivata la certificazione Equalitas sulla sostenibilità ambientale: presto – ha concluso – completeremo la prima parte dei lavori di un grande progetto di riqualificazione della nostra Cantina, con un progetto di architettura sostenibile”.


Fondata nel 1957 da 27 soci, Cantina di Venosa è oggi una cooperativa di 350 viticoltori (oltre il 50% dei quali giovani) e 800 ettari di vigne, con una resa di 50mila quintali d’uva (90% aglianico del Vulture) e 35mila ettolitri di vino. Complessivamente produce quasi due milioni di bottiglie – su un potenziale di cinque milioni – e 21 etichette, in maggioranza di Aglianico del Vulture Doc e Docg.