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Federacma: in agricoltura servono investimenti per meccanizzazione

Federacma: in agricoltura servono investimenti per meccanizzazioneRoma, 10 ott. (askanews) – In agricoltura servono investimenti per la meccanizzazione e per l’agricoltura di precisione. Anche per avvicinare le nuove generazioni a un comparto fondamentale per l’economia italiana. E’ quanto emerso durante il convegno organizzato ad Agrilevante da Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio, in collaborazione con Cassandro Progettazione e Finanziamenti. Le aziende italiane del comparto primario potranno infatti beneficiare di oltre 600 milioni di euro di finanziamenti grazie alle risorse stanziate dal Fondo Innovazione di Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, e la misura 2.3 prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di cui le regioni dovranno emanare i relativi bandi entro fine anno.

“L’agricoltura italiana ha bisogno di innovazione e meccanizzazione moderna – ha detto Andrea Borio, presidente Federacma – Attendiamo fiduciosi l’avvio delle misure di finanziamento in capo ad Ismea e alle regioni per rilanciare gli investimenti affinché si possano efficientare le produzioni agricole, aumentando la sicurezza, migliorando l’impatto ambientale e innalzando la redditività”. “Dobbiamo, però, dedicare sempre grande importanza ai giovani che rappresentano il nostro futuro: sono soddisfatto pertanto – ha aggiunto – che la nostra assemblea nazionale mi abbia dato mandato per stringere nuovi accordi di partnership incentrati sulle nuove generazioni. Grazie alla disponibilità di questo Governo e alle nostre relazioni con il mondo scolastico, siamo riusciti ad ottenere fondi dedicati al rinnovo del parco macchine a disposizione degli studenti”.

Xylella, olivo Sant’Agostino è la nuova varietà resistente

Xylella, olivo Sant’Agostino è la nuova varietà resistenteRoma, 10 ott. (askanews) – E’ la varietà Sant’Agostino la nuova speranza di rigenerazione del Salento, un olivo da mensa che sta mostrando resistenza al batterio killer della Xylella fastidiosa, su cui sono in corso indagini diagnostiche, test e verifiche, obbligatori nell’iter per richiedere all’Unione Europea l’autorizzazione al reimpianto di altre varietà, oltre al Leccino e a FS17. Lo annuncia Coldiretti Puglia, rendendo noti i risultati del progetto Biosavex.

“La sperimentazione, gli innesti per salvare gli olivi monumentali e lo studio della biodiversità – afferma Coldiretti Puglia – rappresentata dalle piante selvatiche nate da incroci spontanei sono temi di sicuro interesse e di concreta speranza che vanno supportati perché unica speranza contro la Xylella la pandemia degli ulivi, così come i progetti di rinaturalizzazione”. Proseguono inoltre gli studi in Puglia, dove sono già oltre 35.000 i semenzali spontanei osservati, numerosi semenzali già a frutto che hanno superato la fase giovanile, di cui 190 asintomatici selezionati ed analizzati con PCR quantitativa, 33 semenzali risultati privi del batterio a 3/4 successive analisi, di cui 23 già riprodotti e pronti per essere sottoposti ai test di patogenicità, dove i risultati attesi – aggiunge Coldiretti Puglia – riguardano nuove fonti di resistenza nuove varietà, uniche e nate in loco da genitori autoctoni, nuovi genitori locali per attività di incrocio, alla base del progetto di ricerca e sperimentazione ‘Resixo’ condotto dal CNR-Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP Bari).

“Bisogna velocizzare l’iter di autorizzazione per l’utilizzo delle nuove cultivar – insiste Coldiretti Puglia – che, sulla base delle risultanze delle sperimentazioni del CNR, presentano caratteri di tolleranza alla Xylella, assicurando la liberalizzazione del “brevetto” FS 17 nei tempi previsti. Va anche reso operativo ed efficace il Tavolo di coordinamento emergenza Xylella, di fatto istituito sin dal giugno 2020, e convocato una sola volta a novembre 2021″.

Nel padovano infestazione di cimice asiatica per caldo anomalo

Nel padovano infestazione di cimice asiatica per caldo anomaloRoma, 10 ott. (askanews) – Il caldo anomalo che continua anche in ottobre sta causando in Veneto la proliferazione di insetti nocivi, in primis di cimice asiatica, che continua a riprodursi. Assenti inoltre, da settimane, le piogge, con il risultato che i terreni sono duri e secchi e, se questa situazione non dovesse cambiare, non sarebbe possibile procedere alle semine dei cereali vernino-autunnali, in calendario tra una ventina di giorni.

A lanciare l’allarme è Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, secondo cui al momento c’è una “invasione di cimice asiatica senza precedenti in autunno. Quest’estate sembravamo essere stati graziati dall’insetto, perché si era visto poco, ma ora lo vediamo ovunque: dai frutteti agli allevamenti, dai fienili ai sottotetti. Temiamo che, con quest’aumento delle temperature che si sta verificando da alcuni anni, ci troveremo a convivere sempre di più con queste specie aliene, che causano danni gravissimi alle colture”. Per questo Confagricoltura Padova chiede alle istituzioni di tenere alta l’attenzione e alla Regione Veneto di continuare con il lancio delle vespe samurai, che potrebbero rappresentare la forma di difesa più efficace contro le specie aliene.

Il caldo preoccupa anche i coltivatori di cereali, visto che a fine ottobre partirà la campagna autunno-vernina con la semina del grano duro e tenero, dell’orzo e della colza. E non si sorride neppure sul fronte delle orticole, in quanto ortaggi come il radicchio e i cavoli necessitano sia di temperature fresche, sia di acqua. A preoccupare i cerealicoltori è anche il crollo dei prezzi, tornati al valore di quattro anni fa. Il grano tenero, ad esempio, è sceso sotto i 250 euro a tonnellata, quando un anno fa veleggiava sui 370. E anche il grano duro ha lasciato sul terreno oltre cento euro a tonnellata.

Coldiretti: l’italiana Francesca Gironi nuova leader contadine europee

Coldiretti: l’italiana Francesca Gironi nuova leader contadine europeeMilano, 10 ott. (askanews) – Francesca Gironi è la nuova leader della commissione femminile del Copa – Cogeca, l’organizzazione che rappresenta agricoltori e cooperative agricole in Europa dove sono presenti circa tre milioni di aziende agricole gestite da donne, quasi un terzo del totale. A darne notizia è la Coldiretti dopo la nomina dell’imprenditrice agricola alla guida delle contadine europee. Marchigiana, una laurea in giurisprudenza, vicepresidente nazionale delle donne della Coldiretti e membro della commissione femminile del Oma, l’Organizzazione mondiale per l’agricoltura.

Dopo aver lavorato nel campo della comunicazione, Gironi ha lasciato tutto per avviare nelle campagne della provincia di Ancona un allevamento di cavalli con centro ippico, maneggio, fattoria didattica, produzione di mangimi bio e progetti sociali dedicati a soggetti fragili, come disabili ed ex detenuti, e inserimenti lavorativi. “Per me è una grandissima soddisfazione voglio ringraziare la Coldiretti e il movimento delle donne che hanno fortemente creduto in me e mi hanno sostenuta in questa mia candidatura – commenta Gironi – Un grazie speciale anche a tutte le colleghe europee che mi hanno accordato la loro fiducia. Adesso abbiamo davanti a noi tante sfide da affrontare, penso anzitutto alla disparità di genere a livello lavorativo, in particolar modo retributiva e pensionistica, alla discriminazione per l’accesso al credito ma anche alle difficoltà esistenti per compensare vita privata e vita lavorativa, la gestione dei figli e dei nostri cari genitori anziani. Tutte insieme dobbiamo far emergere il ruolo delle donne all’interno della nuova Politica agricola comune. Penso ai tanti passaggi generazionali di aziende, ma penso anche alla moltitudine di ragazze, che come me, pur non avendo una tradizione agricola familiare alle spalle, decidono di intraprendere il loro percorso lavorativo in ambito green. Ma vanno anche tutelate ancora di più le eccellenze che i nostri agricoltori sono in grado di donarci”.

In Italia, rileva Coldiretti, quasi un’impresa su quattro è condotta oggi da donne (22,2%) con oltre 200mila aziende rosa. Le donne contadine in Italia spaziano dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. Ma il vero motore sono le attività sociali, dalla fattoria didattica agli agriasilo, ma anche importanti attività per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, spesso vittime di violenze e soprusi.

Ceva Logistics: contratto di distribuzione con Signorvino

Ceva Logistics: contratto di distribuzione con SignorvinoMilano, 10 ott. (askanews) – Ceva Logistics ha sottoscritto un contratto di distribuzione con il gruppo Calzedonia per il brand Signorvino, insegna di negozi enogastronomici. In base a questo recente accordo, Ceva Logistics gestirà la distribuzione della merce di Signorvino in tutta Italia.

In particolare, l’operatore logistico garantirà una distribuzione quotidiana della merce presso i punti vendita del brand dislocati da Milano a Bologna, da Firenze fino a Roma. L’attività è resa possibile dalla piattaforma di San Giuliano milanese di Ceva Logistics, Ground, dotata di una superficie di circa 12.000 metri quadrati. Il servizio di distribuzione svolto per Signorvino, in particolare, richiede un valore aggiunto dal momento che il brand è presente con i propri 33 negozi monomarca a fine 2023, in posizioni spesso all’interno di centri storici, come quello situato in Piazza Duomo a Milano.

“La dedizione delle nostre persone, insieme all’affidabilità delle nostre consegne, rappresentano alcuni degli elementi che ci distinguono e che ci hanno portato a questa partnership di grande importanza – ha dichiarato Augusto Leonida, head of Ground – Crediamo che il valore aggiunto apportato Ceva a questa collaborazione risieda nella nostra capacità di consegnare prodotti delicati come il vino anche in situazioni complesse, come le zone pedonali o le Ztl. Questo dimostra la nostra abilità nel superare sfide e nell’assicurare che il prodotto dei nostri clienti arrivi a destinazione in ogni circostanza”.

Alleanza Coop Pesca: da Regolamento Controlli Ue rischio paralisi

Alleanza Coop Pesca: da Regolamento Controlli Ue rischio paralisiRoma, 10 ott. (askanews) – “Si tratta di un regolamento che aggrava i pescatori di ulteriori oneri burocratici, pieno di deroghe e di soluzioni che colpiscono anche la piccola pesca ma, soprattutto, destinato a creare un quadro giuridico assolutamente confuso nonostante gli inviti ripetuti anche della Corte dei conti europea a disegnare un sistema efficace, dissuasivo e soprattutto che non crei disparità di trattamento tra Stati membri”. Così l’Alleanza delle Cooperative Pesca e Acquacoltura sulla proposta di regolamento della Comunità Europea passata ora all’esame della plenaria del Parlamento europeo che lo voterà la prossima settimana.

“Il compromesso raggiunto in fase di trilogo sulla proposta di modifica del vigente regolamento sui controlli contiene numerose norme che vanno nella direzione opposta della semplificazione e sono evidentemente ispirate da un forte pregiudizio nei confronti della pesca e dei pescatori”, prosegue l’Alleanza che punta il dito, tra le altre norme, sull’obbligo di telecamere a bordo anche per le imbarcazioni di medie dimensioni. “In questi anni le nostre imprese di pesca hanno dovuto fare i conti con la pandemia, la guerra che ha fatto lievitare i costi energetici, facendo registrare chiusure e fuoriuscita di lavoratori. Ma anche un iper burocrazia, come quella delineata dal regolamento sui controlli, rischia di avere gli stessi effetti”, conclude l’Alleanza.

Nomisma: con Sugar Tax in 2024-25 fino -15,6% consumi soft drink

Nomisma: con Sugar Tax in 2024-25 fino -15,6% consumi soft drinkRoma, 10 ott. (askanews) – In uno scenario che nel 2023 è già estremamente delicato e complicato per quanto riguarda i soft drink, l’entrata in vigore il primo gennaio 2024 della sugar tax potrebbe avere un effetto esplosivo. I consumi di bevande analcoliche potrebbero infatti subire una ulteriore flessione, vista l’elevata sensibilità dei consumatori italiani al fattore prezzo. E, nel caso l’applicazione dell’imposta venisse confermata, i consumi di soft drink nel biennio 2024-2025 potrebbero arrivare a segnare un calo compreso tra il -12,4% e il -15,6%, con un impatto pesantissimo sull’intera filiera.

È quanto emerge dallo studio su “Il mercato dei soft drinks in Italia: scenari evolutivi 2023-2025 tra incertezze e rischio sugar tax”, realizzato da Nomisma per Assobibe, l’associazione italiana industrie bevande analcoliche. Al contempo, togliendo liquidità alle imprese, la nuova imposta contribuirebbe a ridurre la propensione ad investire: -46 milioni di euro è la stima del calo degli investimenti da parte delle imprese produttrici nel biennio 2024-25.

Oltre ad un effetto sugli investimenti, si prevede anche un impatto per i fornitori di materie prime: la riduzione della domanda di bevande analcoliche sul mercato nazionale porterebbe a una riduzione dei volumi prodotti e, dunque, a un minore impiego e acquisto di materie prime funzionali al ciclo produttivo stimato nell’ordine dei 400 milioni di euro di acquisti nel 2024-25. Infine, la Sugar Tax avrebbe un impatto anche sull’IVA legata alle vendite di soft drinks sul mercato italiano. Nello specifico, secondo lo studio se venisse introdotta, nel biennio 2024-25 si stima una riduzione del gettito legato pari a 275 milioni di euro rispetto ai valori previsti in uno scenario senza imposta sullo zucchero.

Bevande analcoliche, Nomisma stima 2023 a -5,4% vendite a volume

Bevande analcoliche, Nomisma stima 2023 a -5,4% vendite a volumeRoma, 10 ott. (askanews) – Dopo un 2022 che lasciava sperare in una possibile ripresa, nel 2023 il mercato delle bevande analcoliche in Italia si sta caratterizzando per una decisa frenata dei consumi, con una contrazione delle vendite a volume che a fine anno potrebbe toccare un -5,4% rispetto al 2022 nel caso di un forte aggravarsi dello scenario macro-economico nazionale. È quanto emerge dallo studio su “Il mercato dei soft drinks in Italia: scenari evolutivi 2023-2025 tra incertezze e rischio sugar tax”, realizzato da Nomisma per Assobibe, l’associazione italiana industrie bevande analcoliche.

L’analisi prodotta da Nomisma prevede per l’anno in corso un calo del mercato dei soft drinks pari a -2,3% rispetto al 2022, con prospettive di lieve ripresa nel 2024-2025 a fronte di una congiuntura economica meno incerta e più favorevole e di una ripresa del turismo In caso, invece, di un inasprimento del conflitto in Ucraina, che potrebbe portare a una recessione economica e a una nuova accelerata dell’inflazione (scenario avverso), la contrazione del mercato sarebbe destinata ad accentuarsi ulteriormente a causa di un calo dei consumi che nel 2023 sarebbe destinato ad essere ben maggiore e pari a -5,4%.

Per altro, nel 2022 i volumi pro-capite consumati in Italia erano stati pari a 31,9 litri, inferiori rispetto al passato (erano 34,4 litri per persona nel 2012) e restano tra i più bassi in Europa. A pesare sui consumi alimentari degli italiani, inclusi quelli di bevande analcoliche, sono la congiuntura economica non favorevole e l’elevata inflazione. A causa del carovita, il 92% degli italiani ha modificato le proprie abitudini di spesa alimentare e la metà sta concentrando gli acquisti sui prodotti considerati indispensabili. Tra le categorie alimentari per le quali le famiglie hanno iniziato a ridurre la spesa, figurano ai primi posti anche i soft drinks.

A conferma di questa tendenza, nel primo quadrimestre 2023 le vendite di bevande gassate nella Distribuzione Moderna hanno segnato un -1,3% a volume, mentre quelle piatte hanno mostrato nel medesimo periodo un calo meno marcato (-0,5%). Nel prossimo futuro sul mercato nazionale dei soft drinks pesano quindi diverse incognite, spiega Nomisma, tra le quali l’incertezza dello scenario macro-economico, l’inflazione ancora elevata, il significativo aumento dei costi, la frenata dei consumi da parte delle famiglie e, non ultimo, la possibile entrata in vigore della cosiddetta sugar tax varata nel 2019 e reiteratamente rinviata.

Ue, Lollobrigida: bene riduzione fitofarmaci nel 2035

Ue, Lollobrigida: bene riduzione fitofarmaci nel 2035Roma, 10 ott. (askanews) – “Il dimezzamento dell’uso dei pesticidi nel 2035, invece che nel 2030, deciso dalla Commissione Agri, rappresenta un ulteriore passo per difendere le eccellenze agroalimentari italiane”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida rispetto al parere espresso ieri dalla Commissione Agricoltura presso il Parlamento Europeo, che con 26 voti a favore, 3 astenuti e 9 contrari ieri ha espresso un parere sulla proposta di Regolamento della Commissione Europea sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, introducendo obiettivi di riduzione dei pesticidi flessibili al 2035 anzichè al 2030.

“Grazie al lavoro svolto dagli europarlamentari italiani di diversi schieramenti, è stato approvato, come auspicavamo da tempo, un calendario più realistico per attuare una riduzione che sia compatibile con la produzione – commenta Lollobrigida – Gli obiettivi che ci siamo dati rispetto alla sostenibilità ambientale non sono mai stati in discussione, ma i tempi e i modi devono essere ragionevoli. La sicurezza ambientale, energetica e la sovranità alimentare devono essere sempre garantite”. “Dobbiamo continuare a investire nella ricerca e sulle tecniche evolutive – conclude il ministro – per avere colture resistenti e di qualità. Difendiamo il Sistema Italia, simbolo di eccellenza nel mondo e tuteliamo il nostro sistema agricolo che rappresenta un paradigma di sostenibilità da esportare in tutto il mondo”.

Ue, De Castro: voto su pesticidi, pragmatismo prevale su ideologia

Ue, De Castro: voto su pesticidi, pragmatismo prevale su ideologiaRoma, 10 ott. (askanews) – Soddisfazione per il voto con cui ieri il Parlamento Europeo, con 26 a favore, 3 astenuti e 9 contrari, ha approvato la posizione Comagri con obiettivi di riduzione dei pesticidi flessibili al 2035. A esprimerlo è Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo, secondo cui il voto “dimostra come quando il confronto si concentra sul merito delle questioni, superando posizioni ideologiche e polarizzazioni inutili, si possono raggiungere accordi pragmatici e in grado di trovare un equilibrio tra i tre livelli di sostenibilità: ambientale, scoiale ed economica”.

“Un approccio pragmatico – spiega De Castro in una nota – che, data l’impossibilità di arrivare a un rigetto della proposta, ha portato a prevedere un calendario più realistico, con l’obiettivo di una riduzione del 50% a livello Ue dell’uso dei pesticidi fissato per il 2035. Non solo – prosegue l’eurodeputato PD – gli Stati membri ottengono un certo margine di flessibilità, con target di riduzione obbligatori a livello nazionale del 35%”. I negoziati guidati da Clara Aguilera, capogruppo S&D in Commissione Agricoltura, hanno portato “a un cambiamento del periodo di riferimento per il calcolo della riduzione – spiega l’eurodeputato PD – che tiene meglio conto degli sforzi già fatti da alcuni Stati membri, in particolare l’Italia, nella riduzione dell’uso di fitofarmaci: basti pensare che dal triennio 2011-2013 (nuova base di calcolo) ad oggi, i nostri agricoltori hanno già ridotto di oltre il 20% l’utilizzo della chimica. Tutto ciò, insieme alla clausola di revisione che ne valuterà la fattibilità, rende più realistico e raggiungibile l’obiettivo al 2035, ma solo se accompagnato da un importante sforzo in innovazione, che metta a disposizione alternative concrete per contrastare le fitopatie, a partire dalle TEA, le nuove biotecnologie sostenibili”.