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Italgrob: bene Mimit su accordo ant-inflazione, anche produttori aderiscano

Italgrob: bene Mimit su accordo ant-inflazione, anche produttori aderiscanoMilano, 1 ago. (askanews) – Il protocollo anti-inflazione a cui lavora il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, per contenere la pressione inflattiva è salutato con favore dalla Federazione italiana dei distributori del fuori casa, Italgrob. “Siamo lieti” di questa iniziativa, dichiara in una nota il presidente, Antonio Portaccio, all’indomani di uno dei primi incontri al Mimit sul tema che non ha ancora portato a un accordo di filiera. “Nonostante i dati pubblicati dall’Istat, che fotografano una inflazione in diminuzione, +6% su base annua e un rallentamento dal 10,5% al 10,4% sul carrello della spesa – aggiunge Portaccio – osserviamo che i consumi interni rimangono ancora deboli, segno evidente che l’inflazione sta pesando, e tanto, su famiglie e cittadini”.

Portaccio si dice “consapevole che il processo per arrivare a rendere strutturale una misura sul contenimento dei prezzi debba coinvolgere tutte le realtà che a vario titolo si occupano dell’agrifood italiano”. Il riferimento è all’industria produttiva che rappresenta il nodo della trattativa, che proseguirà con altri incontri nei prossimi giorni. A tal proposito ritiene “necessario che anche l’industria produttiva e le imprese del settore possano trovare un punto di caduta comune fra tutti i protagonisti della filiera agroalimentare italiana che consenta di arrivare a una sintesi costruttiva che sia utile per il Paese e per i cittadini”. Italgrob, sostiene il suo presidente, “in questi ultimi mesi, grazie alle 3.800 imprese del comparto distributivo, è riuscita a contenere l’aumento dei prezzi al consumo anche andando ad incidere sulle marginalità operative, evitando così che l’aumento dei prezzi venisse scaricato sui consumatori finali”.

Crazy pizza di Briatore cresce in Medio Oriente: nuovo locale a Kwait City

Crazy pizza di Briatore cresce in Medio Oriente: nuovo locale a Kwait CityMilano, 1 ago. (askanews) – Crazy Pizza, il più giovane dei brand del gruppo Majestas guidato da Flavio Briatore e Francesco Costa, rafforza la propria presenza in Medio Oriente. È stata inaugurata, infatti, la nuova sede a Kuwait City, la prima in Kuwait, che si aggiunge a quelle già presenti in Europa e Regno Unito, per un totale di nove locali.

Situato nel quartiere Shuwaikh, con una disponibilità di circa 100 posti tra l’area ristorante e il terrazzo, Crazy Pizza Kuwait City propone “un’esperienza gastronomica di alto livello accompagnata da un menù e un servizio premium e intrattenimento”. L’arredamento è curato dall’architetto Michele Bönan, che ha realizzato il concept degli altri ristoranti dell’insegna. La nuova apertura, spiega una nota, si colloca nella strategia di sviluppo del brand che prevede “prossime numerose aperture sia in Italia che a livello internazionale, sia con aperture in diretta che in licenza, come in questo caso, grazie a partnership con imprenditori locali, in grado di penetrare meglio e più rapidamente il mercato di riferimento”. Questa strategia è volta a rafforzare il ruolo di Crazy Pizza “tra i principali player del fine dining che risponde ad una precisa domanda del mercato del Middle East. Ormai da diversi anni infatti questo mercato esprime grande interesse per i format di luxury e fine dining”.

Oggi Crazy Pizza conta sette ristoranti nelle città di Londra, Montecarlo, Roma, Milano, Porto Cervo, Riyadh e Doha, cui si unisce la nuova venue di Kuwait City.

Ismea: partita erogazione di 15 mln per imprese agricole alluvionate

Ismea: partita erogazione di 15 mln per imprese agricole alluvionateMilano, 1 ago. (askanews) – A meno di un mese dall’apertura del portale dedicato, 15 milioni di euro arrivano alle imprese agricole operative nei territori delle regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana colpiti dalle alluvioni di maggio 2023. Concluse, infatti, le istruttorie delle domande pervenute, dal 27 luglio sono entrati nella fase di erogazione i prestiti cambiari Mia (Misura intervento alluvione) messi a disposizione da Ismea.

La misura, finalizzata a sostenere la liquidità delle imprese, ha fatto registrare il sold-out in meno di quattro ore dall’apertura. La nuova infrastruttura tecnologica Ismea ha poi ulteriormente ottimizzato la gestione delle domande, dalla fase di presentazione a quella di comunicazione esiti, fino al momento della gestione degli appuntamenti per l’erogazione – anche a distanza – del prestito. “Un importante passo avanti e per le regioni interessate. Grazie al contributo di Ismea acceleriamo il processo di ricostruzione e sosteniamo la continuità delle produzioni italiane gravemente danneggiate dai fenomeni alluvionali”, ha commentato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

Mia è un finanziamento, a tasso zero, di importo correlato ai ricavi dell’impresa e fino a 30 mila euro per beneficiario, con durata cinque anni di cui due di preammortamento. “Si tratta di un intervento teso a sostenere la continuità delle attività agricole e della pesca nei territori alluvionati e che si aggiunge, per le imprese già titolari di finanziamenti in essere con Ismea, alla sospensione dei pagamenti delle rate con scadenza 2023, per un periodo pari alla durata dello stato di emergenza – ha dichiarato Livio Proietti, commissario straordinario di Ismea – la sospensione delle rate, disposta dall’Istituto, ha interessato oltre 25 milioni di crediti attesi per l’anno in corso”.

Al via campagna pomodoro 2023: prevista produzione di 5,6 mln tonnellate

Al via campagna pomodoro 2023: prevista produzione di 5,6 mln tonnellateMilano, 1 ago. (askanews) – È iniziata la campagna di trasformazione del pomodoro 2023, che si annuncia all’insegna delle difficoltà. Da un lato, lamenta l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, la costante crescita dei costi di produzione, in particolare quelli della materia prima e degli imballaggi, dall’altro la contrazione dei consumi generata dalle tendenze inflattive, che avranno effetti molto negativi sulle marginalità delle imprese. La combinazione di fattori “preoccupa notevolmente” il comparto.

Per questa campagna di trasformazione, in Italia sono stati messi a coltura circa 68.600 ettari, con un incremento del 5% rispetto al 2022. Sulla base di questi dati e considerando le rese storiche, è possibile prevedere una produzione di circa 5,6 milioni di tonnellate. “Naturalmente – precisa Anicav – si tratta di stime e il volume delle produzioni dipenderà sia dalle rese agricole che da quelle industriali, anche in ragione della qualità della materia prima conferita. Su di essa l’attenzione dell’industria resta alta dovendo garantire un prodotto finito che rispetti gli elevati standard dei derivati del pomodoro. Rimane l’incognita maltempo, col rischio del continuo susseguirsi di eventi estremi (pesanti grandinate, ondate di calore, ecc.) che hanno già avuto e potrebbero ancora avere importanti effetti sulle coltivazioni e quindi sulla produzione industriale”. “Gli incrementi dei prezzi a scaffale degli ultimi mesi nella maggior parte dei casi non si sono tradotti in maggiori profitti, e serviranno solo a coprire parzialmente i costi in continua crescita – afferma il presidente di Anicav, Marco Serafini – Penso in particolare al prezzo riconosciuto alla parte agricola per la materia prima che ha visto aumenti fino al 40% rispetto allo scorso anno, portando il prezzo medio di riferimento del pomodoro tondo a 150 euro a tonnellata sia al nord che al sud. Una situazione non facile per le nostre aziende”.

“Sarà difficile, per non dire impossibile, recuperare i costi di produzione alle stelle. Si profila un’annata commerciale particolarmente complicata, ma confidiamo nelle capacità di resilienza dei nostri imprenditori che, ancora una volta, faranno il possibile per evitare che questo trend si ripercuota eccessivamente sui consumatori finali. Nonostante gli aumenti, le conserve rosse continuano ad avere prezzi assolutamente accessibili anche grazie agli sforzi del comparto. Non è difficile rendersi conto di quanto costi preparare un piatto di pasta al pomodoro rispetto a una semplice colazione al bar, tra l’altro con evidenti differenze in termini di valori nutrizionali – conclude Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav – Dal canto nostro, garantiamo come sempre il massimo impegno per la tutela e la valorizzazione di una filiera da primato”. Quella del pomodoro da industria rappresenta la più importante filiera italiana dell’ortofrutta trasformata, con un fatturato complessivo (2022) di 4,4 miliardi di euro (3,3 miliardi generati dalle aziende associate ad Anicav), circa 10.000 lavoratori fissi e oltre 25.000 lavoratori stagionali, cui si aggiunge la manodopera impegnata nell’indotto.

L’Italia, terzo trasformatore mondiale di pomodoro dopo gli Usa e poco distante dalla Cina, resta primo trasformatore di derivati destinati direttamente al consumo finale, rappresenta il 14,8% della produzione mondiale (pari a 37,3 milioni di tonnellate) e il 56,5% del trasformato europeo.

Sostenibilità, a Riso Scotti finanziamento da 7 mln da Unicredit e Sace

Sostenibilità, a Riso Scotti finanziamento da 7 mln da Unicredit e SaceMilano, 1 ago. (askanews) – Riso Scotti ha ricevuto un finanziamento di sette milioni di euro da UniCredit, con utilizzo di fondi della Banca europea degli investimenti, assistito da garanzia SupportItalia di Sace.

Il prestito, di durata quinquennale, spiega una nota, è finalizzato a supportare il piano di investimenti triennale del gruppo pavese in ottica di automazione e innovazione. È un finanziamento “futuro sostenibile”, la gamma di prodotti per le imprese che si impegnano a migliorare il proprio profilo di sostenibilità, e gode di un beneficio sul tasso iniziale correlato a due parametri: riduzione delle emissioni CO2 ed erogazione di formazione ai dipendenti su tematiche Esg. Garanzia SupportItalia è lo strumento straordinario del gruppo Sace previsto dal Decreto Aiuti per sostenere le esigenze di liquidità e investimenti delle imprese italiane impattate dal conflitto russo-ucraino.

“Dal 1860, Riso Scotti rappresenta una storia di tradizione, legata ad uno dei cibi più antichi e diffusi; si pone oggi l’obiettivo di guardare all’innovazione, per interpretare il riso al meglio e declinarlo in proposte contemporanee – afferma Dario Scotti, presidente e ad di Riso Scotti – La presenza del marchio e dei prodotti in oltre 80 Paesi nel mondo impone da un lato una capacità di coniugare gusto, bontà e salute in un’alimentazione davvero globale, dall’altro una estrema attenzione alla sostenibilità non solo del prodotto, ma anche dei processi che UniCredit e Sace ci stanno aiutando ad implementare”.

Nestlè: in I sem vendite a valore +9,5%, rivede al rialzo stime 2023

Nestlè: in I sem vendite a valore +9,5%, rivede al rialzo stime 2023Milano, 27 lug. (askanews) – Nestlé nei primi sei mesi dell’anno ha registrato una crescita organica dell’8,7% mentre i prezzi sono saliti del 9,5%, riflettendo l’impatto dell’inflazione degli ultimi due anni, spiega in una nota la multinazionale svizzera dell’alimentare. Ha visto invece una riduzione dello 0,8% della crescita reale interna, un indicatore interno dei volumi di vendita. L’utile netto è aumentato del 7,7% a 5,6 miliardi di franchi svizzeri. L’utile sottostante per azione è aumentato dell’11,1% in valuta costante e del 4,1% su base riportata a 2,43 franchi.

A livello di categoria di prodotti, Purina PetCare ha fornito il maggior contributo alla crescita organica, il caffè ha registrato una crescita elevata a una cifra, con sviluppi positivi delle vendite tra i marchi e una continua ripresa per i canali fuori casa. La nutrizione infantile è cresciuta a due cifre, con contributi ad ampio raggio tra marchi e aree geografiche. Crescita sostenuta a una cifra per i prodotti lattiero-caseari mentre la pasticceria ha registrato una crescita a due cifre, alimentata da un forte sviluppo delle vendite per KitKat. I piatti pronti e gli aiuti in cucina hanno registrato una crescita a una cifra media, guidati da Maggi. Nestlé Health Science ha registrato una bassa crescita a una cifra, con un ritorno a una crescita positiva per vitamine, minerali e integratori nel secondo trimestre. Il comparto acqua ha visto un leggero calo delle vendite, in quanto i vincoli temporanei di capacità per Perrier hanno continuato a prevalere sulla forte crescita di S.Pellegrino e Acqua Panna. A livello di canali di vendita, la crescita organica delle vendite al dettaglio è rimasta robusta all’8%, l’e-commerce è cresciuto del 13,5%, raggiungendo il 16,7% delle vendite totali del gruppo, mentre quella nel fuori casa è stata del 17,1%.

Per l’intero anno 2023 Nestlé sta aumentando la previsione di crescita organica delle vendite in un intervallo compreso tra il 7% e l’8%. L’utile sottostante per azione in valuta costante dovrebbe aumentare tra il 6% e il 10%. “Per il resto dell’anno, siamo fiduciosi di poter offrire una combinazione positiva di volume e mix, un miglioramento del margine lordo e un aumento significativo degli investimenti di marketing – ha detto Mark Schneider, Ceo di Nestlé – Insieme alla continua gestione e ottimizzazione del portafoglio, nonché alla continua implementazione delle nostre iniziative di sostenibilità, siamo ben posizionati per crescere e generare valore per i nostri stakeholder”.

Food delivery, la turca Getir si ritira da Spagna, Italia e Portogallo

Food delivery, la turca Getir si ritira da Spagna, Italia e PortogalloMilano, 27 lug. (askanews) – Getir, azienda di consegna della spesa a domicilio ultraveloce, intende ritirarsi in modo ordinato da Spagna, Italia e Portogallo. Lo comunica in una nota l’azienda turca fondata nel 2015 e oggi attiva in Turchia, Olanda, Germania, Uk, Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Stati Uniti.

Getir, inoltre, fa sapere che sta finalizzando un round di finanziamento e che continuerà a operare nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Germania, nei Paesi Bassi e in Turchia, che generano il 96% dei ricavi dell’azienda. L’uscita dell’operatore dai tre mercati di Spagna, Italia e Portogallo “gli consentirà di concentrare le proprie risorse finanziarie sui mercati esistenti in cui le opportunità di redditività operativa e crescita sostenibile sono maggiori. Getir è molto grata per il duro lavoro e la dedizione di tutti i suoi dipendenti in Spagna, Portogallo e Italia” si legge nella nota.

A dicembre del 2022 Getir aveva acquisito la rivale Gorillas dando vita a un gruppo che secondo le stime di allora del Finacial Times avrebbe un valore complessivo di 10 miliardi di dollari. Gorillas è operativa anche in Italia ma era uscita dal nostro mercato a luglio del 2022 perchè poco redditizio. Per tutto il mercato delle consegne a domicilio, si sta aprendo una fase di assestamento dopo il boom imposto dalle restrizioni per il Covid.

Sammontana: 15 mln finaziamento da Cdp e Sace per linea produttiva green

Sammontana: 15 mln finaziamento da Cdp e Sace per linea produttiva greenMilano, 27 lug. (askanews) – Sace e Cdp sostengono lo sviluppo green di Sammontana per realizzare una nuova linea di produzione di gelati ad alta capacità produttiva e con standard tecnologici avanzati. Il finanziamento di 15 milioni di euro erogato da Cdp beneficia della garanzia green di Sace e consentirà all’azienda di incrementare i volumi di produzione e di consolidare la propria posizione di mercato soprattutto in Italia, come previsto nel business plan 2023-2026 di Sammontana, grazie a nuovi investimenti in efficientamento energetico e green economy.

La nuova linea produttiva e gli impianti saranno realizzati nel sito produttivo di Colognola ai Colli, in provincia di Verona, e saranno caratterizzati da un ridotto impatto ambientale grazie all’utilizzo di tecnologie volte al miglioramento dell’efficienza energetica e una serie di attività legate all’economia circolare, limitando l’utilizzo di materie prime primarie nei cicli produttivi e fornendo un contributo positivo alla lotta contro il cambiamento climatico. Sammontana, fondata negli anni ’40 a Empoli, in Toscana, è una società attiva nella produzione, distribuzione e commercializzazione di gelati, prodotti di pasticceria e snack surgelati. Il gruppo conta tre stabilimenti produttivi in Italia, mille dipendenti e una rete di oltre 200 concessionari e distributori.

Il futuro green di Eridania: Cristal Union spinge su sostenibilità

Il futuro green di Eridania: Cristal Union spinge su sostenibilitàMilano, 26 lug. (askanews) – A fronte di una crescente coscienza sostenibile degli italiani – oltre l’80% ritiene che tutelare territorio e mare sia molto importante per il benessere comune – le aziende non possono voltarsi dall’altra parte. Più di sette italiani su 10, oltre a ritenersi preoccupati per il Pianeta, chiedono, infatti, prodotti con un basso impatto ambientale, dai packaging riciclati e riciclabili.

In occasione della giornata mondiale per la conservazione della natura, Eridania, marchio saccarifero del gruppo francese Cristal Union, conferma il suo impegno sostenibile, in linea con gli obiettivi del gruppo che ha ulteriormente alzato l’asticella degli obiettivi con il suo ultimo rapporto di sostenibilità, puntando a ridurre le emissioni di gas serra di un ulteriore 23% entro il 2030, rispetto al 2019, lavorando per rendere i zuccherifici autosufficienti dal punto di vista energetico, utilizzando parte della polpa delle barbabietole per rifornirli di energia, entro il 2050 e puntando a non prelevare più acqua dall’ambiente naturale per far il funzionamento degli stabilimenti entro il 2030. In Italia, Eridania, dal canto suo, da dieci anni ha iniziato un percorso green. Dal 2014 è riuscita a ridurre del 35% le emissioni di Co2 e a ridurre il consumo di acqua ogni anno per un numero di litri equivalente a più di 500 piscine olimpioniche. Obiettivi e numeri importanti, che, dallo scorso anno, sono riportati anche sulle confezioni di Zucchero Classico, i cosiddetti “pack parlanti”.

“Dieci anni fa, quando abbiamo iniziato a inserire la tematica della sostenibilità tra i nostri obiettivi di business, per la maggior parte degli attori economici investire su questi temi non era considerata una priorità e, in generale, c’era una scarsa consapevolezza in materia ambientale – dichiara Alessio Bruschetta, amministratore delegato Eridania Italia – In Eridania, credevamo e crediamo tutt’oggi che un impegno concreto su questi temi non possa che essere premiante in tutti i sensi: per l’azienda, per i nostri consumatori, per il Pianeta. Continuiamo a muoverci nella direzione tracciata in questi anni e ribadiamo il nostro impegno, avendo bene a mente gli obiettivi della nostra casa madre Cristal Union: il raggiungimento, entro il 2030, di una riduzione del 10% del consumo di energia (vs 2015), una riduzione del 35% delle emissioni di Co2 delle attività industriali (vs 2015) e zero metri cubi d’acqua prelevata dalle strutture di produzione dello zucchero”. Il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità aziendale riguarda, tra i vari aspetti, anche i trasporti: già dal 2017, l’inaugurazione del terminal ferroviario all’interno del centro di confezionamento di Russi ha permesso di minimizzare l’impatto ambientale del trasporto primario, abbattendo le emissioni di gas a effetto serra nelle fasi di trasporto (nel 2022, -85% di emissioni di anidride carbonica rispetto al trasporto su gomma).

Ma la sostenibilità di Eridania non va intesa in un’ottica unicamente ambientale: “La sostenibilità è un elemento intrinseco in tutte le nostre attività: quelle che hanno a che fare con l’ambiente, con il territorio, ma anche con la salute e con il benessere delle persone. Proprio in questo concetto risiede la chiave della campagna, lanciata lo scorso anno, ‘Il futuro chiede dolcezza’: un manifesto del nostro impegno e un appello alle persone, ai tanti consumatori che quotidianamente ci scelgono, a fare ciascuno la propria parte per addolcire il futuro di tutti” conclude Bruschetta.

Per i formaggi italiani export +19,3% nel primo quadrimestre

Per i formaggi italiani export +19,3% nel primo quadrimestreMilano, 26 lug. (askanews) – L’export di formaggi italiani nei primi quattro mesi del 2023 ha registrato a volume un +6,4% in Europa e un +19,3% a livello globale. In particolare, sono i formaggi freschi con +10,4% e i grattugiati con +5,7% le due principali categorie casearie che trainano la crescita a volume dell’export. Anche a valore si assiste a una crescita del 21,7%, con tutte le categorie dei formaggi che rilevano variazioni a doppia cifra, complice gli aumenti dei prezzi (Fonte: Istat Coeweb, aprile 2023).

Sul fronte esportazione verso i Paesi europei, a trainare le vendite a volume sono la Polonia con +23,9% e la Spagna con +14,2%. Cresce invece di un +9,5% la Germania, Paese a cui si rivolge, insieme all’Italia, il progetto “Think Milk, taste Europe, be smart”, promosso dal settore lattiero caseario dell’Alleanza delle Cooperative, realizzato da Confcooperative e cofinanziato dalla Commissione Europea, volto a promuovere il latte e i suoi derivati. A confermarsi, invece, come il principale Paese destinazione di esportazioni casearie italiane è la Francia con una crescita a volume del 5,8%. Se a valore tutti i Paesi europei segnano performance positive di crescita a doppia cifra, guardando oltreoceano, gli Stati Uniti registrano un +1,6% trainati, in particolare, da mozzarella con +54,8% a valore e Gorgonzola con +42% a valore. Altrettanto positivo l’export in Giappone che si attesta, nel primo trimestre, su una crescita del +6,5% a valore.

“In un contesto produttivo incerto e in uno scenario geopolitico estremamente complesso, l’export resta un punto di riferimento saldo per l’economia del nostro settore”, dichiara Giovanni Guarneri, Coordinatore del settore lattiero caseario di Alleanza delle Cooperative, sulla base dell’ultimo aggiornamento dei dati Istat, che aggiunge: “Registrare un ulteriore aumento delle vendite rispetto ai già alti livelli del 2022, con una crescita dei valori del 19,3% dimostra quanto il settore debba continuare a puntare sull’aumento delle quote dei mercati esteri, sfruttando il grande interesse che il consumatore mondiale riserva ai prodotti caseari del made in Italy”. “Sono dati che, oltre a confermare l’andamento delle nostre performance globali, soprattutto in valore data la spinta inflattiva, fanno ben sperare rispetto ad un ulteriore sviluppo dei mercati europei che ancora oggi rappresentano circa il 70% delle nostre esportazioni” conclude Guarneri.

Le performance, in positivo, dei formaggi italiani all’estero rientrano in un quadro altrettanto ottimistico del commercio estero dei prodotti lattiero caseari dell’UE che, nel primo trimestre 2023, ha registrato un +15% rispetto allo stesso periodo del 2022 (Fonte: Eurostat Comext, giugno 2023).