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Tajani vede ministro cinese, primo approccio dopo disdetta Belt&Road

Tajani vede ministro cinese, primo approccio dopo disdetta Belt&Road

Roma, 11 apr. (askanews) – Una Commissione economica mista Italia-Cina dal significato particolare, dopo la decisione italiana di non rinnovare l’intesa sulla Nuova Via della Seta (Belt and Road) e in un momento di particolare tensione internazionale sia sul fronte europeo che su quello asiatico, quella che si tiene oggi a Venezia e Verona.


Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, alla ricerca di una “fase nuova” nei rapporti con Pechino dopo la disdetta dell’accordo Belt and Road, ha ricevuto a Venezia la delegazione cinese guidata dal ministro del Commercio Wang Wentao, con il quale ha preso parte a un evento commemorativo sulla figura del grande viaggiatore veneziano Marco Polo all’Università Ca’ Foscari. Poi i due ministri si sono spostati a Verona, dove sono stati accolti dal sindaco Damiano Tommasi presso lo storico Palazzo della Prefettura. Lì la commissione si è riunita in una grande sala. Gli esiti dell’incontro saranno poi illustrati dal vicepremier italiano, che terrà una conferenza stampa.


“Il 40% del Pil italiano è frutto dell’export e per questo siamo fortemente impegnati perché possano continuare le nostre navi a navigare verso la Cina attraverso Suez e Mar Rosso e insieme possiamo lavorare per la pace. La Cina è una potenza mondiale e la sua parola può essere fortemente influente per portare alla distensione che tutti noi vogliamo, il dialogo è fondamentale e incontri di oggi dimostrazione quando si vuole si può dialogare e costruire insieme”, ha segnalato Tajani, evidenziando l’importanza delle relazioni con Pechino. Domattina Tajani e Wang apriranno presso Veronafiere i lavori del Forum di dialogo imprenditoriale Italia-Cina. “Vogliamo inaugurare una fase nuova dei rapporti tra Italia e Cina e investire sul partenariato bilaterale, nell’anno in cui celebriamo il 20mo anniversario del Partenariato Strategico Globale istituito tra i due Paesi nel 2004 e i 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo”, ha dichiarato Tajani in precedenza, sottolineando la “forte vocazione industriale” del Veneto, che è inoltre un territorio il quale “rappresenta al tempo stesso la solidità dei rapporti storici e culturali tra Italia e Cina”


La Commissione economica mista Italia-Cina (CEM) è il principale strumento di cooperazione con la Cina in materia economica e commerciale ed è inclusa tra i meccanismi di dialogo del Partenariato strategico globale istituito nel 2004. Dopo la visita a Pechino del ministro Tajani nel settembre scorso, la CEM è il primo importante appuntamento ad alto livello politico con la Cina del 2024, dopo la disdetta Belt and Road. Il Forum di Dialogo Imprenditoriale, che si affianca alla CEM, punta dal canto suo a favorire il confronto e la cooperazione in settori prioritari per la collaborazione economico-commerciale come agroindustria, e-commerce, investimenti, farmaceutico e biomedicale.


Oltre ai due ministri, vi prenderanno parte rappresentanti di ICE, Confindustria e delle relative controparti cinesi (membri della Segreteria tecnica del Business Forum), oltre che esponenti del polo per l’internazionalizzazione (SACE, SIMEST, CDP) e di una qualificata selezione di aziende italiane e cinesi.

Vertice tra Biden e Kishida, verranno firmati 70 accordi

Vertice tra Biden e Kishida, verranno firmati 70 accordiRoma, 10 apr. (askanews) – Una settantina di accordi di natura commerciale e politica saranno firmati in occasione del vertice tra alla Casa bianca tra il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro giapponese Fumio Kishida. Lo riferisce oggi il Nikkei.


Tra i temi sul piatto, ci sono accordi in tema di difesa e di economia sui quali tra Tokyo e Washington c’è la massima intesa, ma non ci sarà una questione su cui i due alleati hanno una differenza: l’ipotesi di acquisizione da parte della Nippon Steel delle storiche acciaierie americane US Steel, operazione che s’intreccia pericolosamente con le elezioni presidenziali e sulla quale sia Biden sia il suo sfidante, l’ex presidente Donald Trump, hanno espresso la loro contrarietà. La quantità di documenti che verranno firmati rappresentano un vero record per i due paesi. Solitamente in questi summit i leader Usa e giapponesi firmavano tra i 12 e i 20 accordi. Ma in questo caso la visita viene dopo anni di lavoro e rappresenta la “convalida fondamentale della strategia indo-pacifica del presidente Biden”, ha spiegato un funzionario giapponese al Nikkei. Una strategia che crea blocco tra gli alleati degli Usa nel Pacifico, come cintura di contenimento rispetto all’assertività cinese.


Molti degli accordi saranno sul lato della difesa. “Per la prima volta, cambieremo la struttura delle forze che abbiamo in Giappone,” ha detto un altro funzionario, spiegando che il complesso militare statunitense in Giappone si riorganizzerà in un comando operativo congiunto che sovrintenderà le forze della Marina, del Corpo dei Marines, dell’Aeronautica e dell’Esercito degli Stati uniti in Giappone. Attualmente sono presenti per le diverse armi linee di comando separate. Questa nuova struttura Usa dovrà coordinarsi con la parte giapponese nell’ambito di un Comando operativo congiunto del Giappone (J-JOC), che verrà costituito entro il prossimo marzo. Verrà inoltre istituito un “consiglio industrial-militare” che valuterà siti in Giappone dove le due parti possono co-sviluppare e co-produrre armi.


Sul fronte economico, verranno annunciati due percorsi di ricerca sull’intelligenza artificiale, hanno detto i funzionari al Nikkei. Un progetto sarà condotto dall’Università Carnegie Mellon e dall’Università Keio e sarà finanziato da Microsoft e alcune aziende giapponesi. L’altro sarà condotto dall’Università di Washington e dall’Università di Tsukuba, finanziato da Amazon e Nvidia. Kishida porterà in dfono alberi di “sakura”, il ciliegio giapponese, visto 158 alberi frutto di un dono storico da parte giapponese verranno rimossi per dei lavori che devono essere realizzati nel luogo dove ora crescono rigogliosi.


Biden e Kishida hanno avuto una cena privata ieri sera con le loro consorti. Hanno visitato BlackSalt, un ristorante di pesce alla periferia di Washington. I Biden hanno donato un tavolo a tre gambe fatto a mano da un’azienda di proprietà giapponese-americana in Pennsylvania usando noce nero, uno dei legni più pregiati nativo del Nord America. Inoltre Kishida ha ricevuto in regalo dei dischi autografati dalla rockstar Billy Joel.

Giappone, inflazione alla produzione cala dopo tre anni

Giappone, inflazione alla produzione cala dopo tre anniRoma, 10 apr. (askanews) – L’inflazione all’ingrosso giapponese ha rallentato per la prima volta in tre anni nell’anno fiscale 2023, che si è concluso a marzo, principalmente a causa degli sforzi del governo per ridurre i costi energetici. L’ha riferito oggi la Banca del Giappone (BoJ) fornendo una stima preliminare.


Il rallentamento al 2,3% segue il picco del 9,5% di aumento nell’anno fiscale 2022. L’indice dei prezzi dei beni aziendali è arrivato a 119,9, il più alto dal momento in cui i dati comparabili sono diventati disponibili nel 1980.


La BoJ ha detto che il raggiungimento di un’inflazione del 2% in modo “stabile e sostenibile” è ormai in vista e ha rovesciato la politica dei tassi negativi, decidendo nell’ultima riunione di politica monetaria il primo incremento del tasso d’interesse degli ultimi 17 anni. A marzo, i prezzi all’ingrosso sono aumentati dello 0,8% rispetto allo stesso mese di un anno prima, accelerando per il secondo mese consecutivo.


Per quanto riguarda i singoli articoli, le bollette di elettricità, gas cittadino e acqua sono crollate del 12,6% nell’anno fiscale 2023 rispetto all’anno precedente quando erano aumentate del 37,7 percento, poiché il governo ha fornito sussidi per ridurre i prezzi della benzina e del gas.

BoJ: più veloce cambio politica monetaria con inflazione al 2%

BoJ: più veloce cambio politica monetaria con inflazione al 2%Roma, 9 apr. (askanews) – Il governatore della Banca del Giappone (BoJ) Kazuo Ueda ha dichiarato oggi che la banca centrale ridurrà ulteriormente lo stimolo monetario se il tasso di inflazione si avvicinerà al target del 2%. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.


Durante un’audizione parlamentare, Ueda ha spiegato la BoJ esaminerà i prossimi dati per confermare la forza della crescita salariale in linea con i risultati delle negoziazioni tra le parti sociali in primavera e per capire se i prezzi dei servizi aumenteranno per raggiungere un’inflazione stabile al 2%. “Se l’inflazione di base si muove gradualmente verso il 2 percento come ci aspettiamo, diventerà possibile ridurre il grado di allentamento monetario un po’ di più,” ha detto il capo della banca centrale.


Ueda ha anche sostenuto che la politica monetaria della BOJ non è progettata per “controllare” i tassi di cambio, ma ha avvertito che una risposta politica non è esclusa se l’andamento dello yen dovesse renderla necessaria. Il passaggio della BoJ da anni di misure di allentamento monetario non convenzionali non è finora riuscito a invertire la debolezza dello valuta nipponica rispetto al dollaro statunitense.


La banca centrale giapponese ha terminato la sua politica di tasso d’interesse negativo e il programma di tetto ai rendimenti nella riunione di politica monetaria di marzo, incoraggiata dai forti aumenti salariali che hanno avvicinato l’obiettivo di inflazione di base (cioè esclusi i fattori transitori) “stabile e sostenibile” del 2%. Attualmente questo dato è leggermente sotto il 2%, il che richiede – secondo Ueda – che le condizioni finanziarie rimangano “per il momento accomodanti”. Ma, ha aggiunto Ueda, “se il ciclo positivo (di aumenti salariali e di prezzi) si rafforzerà più di quanto abbiamo visto, allora sarà possibile ridurre il grado di allentamento monetario a un ritmo più veloce”.


La BOJ attualmente prevede che i prezzi al consumo core, esclusi gli articoli alimentari freschi, aumenteranno del 2,4 percento nell’anno fiscale 2024 fino a marzo prossimo e poi del 1,8 percento nell’anno fiscale 2025.

Yellen a Pechino: preoccupati per TikTok e per sovra-capacità Cina

Yellen a Pechino: preoccupati per TikTok e per sovra-capacità CinaRoma, 8 apr. (askanews) – La segretaria al Tesoro degli Stati uniti Janet Yellen ha affermato oggi che la sua visita in Cina ha consentito di fare “passi importanti” per migliorare le relazioni tra Washington e Pechino, pur mantenendo fermo il suo monito contro il sostegno del governo all’industria che produce una sovra-capacità produttiva cinese e ha ribadito le preoccupazioni rispetto a TikTok. Lo segnala Nikkei Asia.


“Abbiamo compiuto passi importanti per stabilizzare la relazione bilaterale tra Stati uniti e Cina e durante questo viaggio siamo stati in grado di costruire una base per far avanzare la palla su questioni specifiche che contano per gli americani,” ha detto Yellen ai giornalisti a Pechino. Uno dei temi affrontati da Yellen è stato quello del social network TikTok, di proprietà della cinese ByteDance, che è sottoposta a una procedura negli Usa che potrebbe portare al bando della stessa nel caso in cui non dovesse essere venduta. “La nostra preoccupazione qui ha a che fare con i dati personali sensibili e con la loro protezione,” ha spiegato Yellen, notando che Pechino pone divieti simili alle app di social media statunitensi.


Yellen ha ammesso che, nella sua lunga visita che volge al termine, ci sono state “conversazioni difficili sulla sicurezza nazionale”, nelle quali ha dovuto anche ribadire che i rapporti tra alcune compagnie cinesi e l’apparato militare della Russia, impegnato nella guerra contro l’Ucraina, espone queste aziende alle sanzioni Usa. La portavoce del ministero degli Esteri cinese, dal canto suo, ha detto oggi che Pechino “regola l’esportazione di articoli a uso duale (civile e militare, ndr.) in conformità con leggi e regolamenti” e che “i paesi interessati non dovrebbero diffamare e puntare il dito sulle relazioni normali tra Cina e Russia, danneggiando i diritti e gli interessi legittimi della Cina e delle aziende cinesi”. Ma il tema principale del viaggio di Yellen è stato quello di affrontare la sovra-capacità nell’industria cinese – in particolare nel settore delle auto elettriche e nei pannelli solari – che per Washington sono conseguenza del sostegno governativo. Yellen ha ribadito queste preoccupazioni americane anche nell’incontro di ieri a Pechino con il premier cinese Li Qiang, il quale dal canto suo ha invitato gli Usa a non “politicizzare” questioni squisitamente economiche e commerciali.


Il tema è stato anche centrale nei colloqui precedenti di Yelllen con il vicepremier He Lifeng. Nella sua conferenza stampa di oggi, Yellen ha sottolineato che l’eccesso nella capacità produttiva cinese deriva dal sostegno governativo a queste industrie per alimentare la crescita. “La Cina è ora semplicemente troppo grande perché il resto del mondo possa assorbire questa enorme capacità,” ha avvertito. “Le azioni intraprese dalla Cina oggi possono spostare i prezzi mondiali e quando il mercato globale è inondato da prodotti cinesi artificialmente economici, la fattibilità delle aziende americane e straniere è messa in discussione”. Yellen, un economista ha ribadito di aver sollevato la questione e ha collegato gli squilibri al fatto che la Cina ha uno dei tassi di risparmio familiare più alti al mondo. “L’altra faccia di un tasso di risparmio molto alto è che la spesa dei consumatori in rapporto al Pil è piuttosto bassa in Cina rispetto ad altri paesi a questo livello di reddito,” ha detto Yellen. Per aumentare la domanda, ha suggerito di aumentare i redditi e rafforzare la sicurezza della pensione. “Se la spesa dei consumatori fosse più alta, ci sarebbe meno necessità di avere così tanti investimenti per costruire l’offerta”.

S’allarga accordo chip Usa-TSMC: 6,6 mld USD sussidi per 3 fabbriche

S’allarga accordo chip Usa-TSMC: 6,6 mld USD sussidi per 3 fabbricheRoma, 8 apr. (askanews) – Gli Stati uniti hanno annunciato oggi un accordo per finanziare ulteriormente la costruzione di fabbriche di chip del principale produttore globale di semiconduttori a contratto, la Taiwan Semiconductor Macufacturing Company (TSMC), il che porterà a tre gli impianti che il produttore taiwanese realizzerà in Arizona.


L’amministrazione Biden ha comunicato che il Dipartimento del Commercio degli Stati uniti e TSMC Arizona Corporation (TSMC Arizona), la filiale Usa di TSMC, hanno firmato un memorandum preliminare non vincolante per fornire ‘fino a 6,6 miliardi di dollari in finanziamenti diretti nell’ambito del CHIPS and Science Act’. Questo finanziamento andrebbe a sostegno dell’investimento di TSMC di oltre ’65 miliardi di dollari in tre fabbriche greenfield all’avanguardia a Phoenix, Arizona, che produrranno i semiconduttori più avanzati al mondo’. Attraverso questo investimento proposto in TSMC Arizona, l’amministrazione Usa intende compiere ‘un passo significativo nel rafforzare la sicurezza economica e nazionale degli Stati uniti fornendo un’affidabile fornitura domestica di chip che sosterranno l’economia futura, alimentando il boom dell’Intelligenza artificiale (IA) e altre industrie in rapida crescita come l’elettronica di consumo, l’automotive, l’Internet delle Cose e il calcolo ad alte prestazioni’.


Dopo aver inizialmente annunciato due fabbriche negli Stati Uniti, TSMC Arizona si impegna a costruire una terza fabbrica aggiuntiva entro la fine del decennio. Con questo finanziamento, la compagnia taiwanese garantirà la formazione di un cluster all’avanguardia in Arizona, creando circa 6.000 posti di lavoro diretti nel settore manifatturiero, più di 20.000 posti di lavoro unici accumulati nella costruzione e decine di migliaia di posti di lavoro indiretti in questo decennio e portando la tecnologia di processo più avanzata negli Stati uniti. ‘I semiconduttori – quei chip più piccoli della punta del tuo dito – alimentano tutto, dagli smartphone alle auto ai satelliti e ai sistemi d’arma. L’America ha inventato questi chip, ma nel tempo, siamo passati dal produrre da quasi il 40% della capacità mondiale a una cifra vicina al 10%, e nessuno dei chip più avanzati, esponendoci a significative vulnerabilità economiche e di sicurezza nazionale. Ero determinato a invertire questa tendenza e grazie al mio CHIPS and Science Act – una parte chiave della mia agenda Investing in America – la produzione di semiconduttori e i posti di lavoro stanno facendo un ritorno’ ha commentato il presidente Usa Joe Biden. ‘Il rinnovato impegno di TSMC negli Stati Uniti e il suo investimento in Arizona rappresentano una storia più ampia per la produzione di semiconduttori made in America e con il forte sostegno delle principali aziende tecnologiche americane per costruire i prodotti su cui contiamo ogni giorno’.


Anche la segretaria al Commercio Gina Raimondo ha espresso forte soddisfazione: ‘Uno degli obiettivi chiave dell’CHIPS and Science Act del presidente Biden era portare la produzione di chip più avanzata al mondo negli Stati Uniti e con questo annuncio e l’aumento degli investimenti di TSMC nel loro campus in Arizona, stiamo lavorando per raggiungere quell’obiettivo’. I semiconduttori all’avanguardia che saranno prodotti in Arizona – ha proseguito – ‘sono fondamentali per la tecnologia che definirà la sicurezza economica e nazionale globale nel XXI secolo, inclusi l’IA e il calcolo ad alte prestazioni. Grazie alla leadership del Presidente Biden e agli investimenti continui di TSMC nella produzione di semiconduttori negli Stati Uniti, questo finanziamento proposto aiuterà a rendere le nostre catene di approvvigionamento più sicure e a creare migliaia di posti di lavoro di buona qualità nella costruzione e nella manifattura per gli abitanti dell’Arizona’. Secondo Mark Liu, il presidente di TSMC, il nuovo finanziamento offrr alla cxompagnia taiwanese di fare un investimento senza precedenti e di offrire servizi di fonderia in loco per servire meglio ‘i nostri clienti statunitensi, che includono alcune delle principali aziende tecnologiche mondiali. Le nostre operazioni negli Stati Uniti espanderanno anche la nostra capacità di aprire la strada a futuri avanzamenti nella tecnologia dei semiconduttori’. Questi chip saranno cruciali per ‘scatenare le innovazioni, aumentando le capacità tecnologiche all’avanguardia’, ha aggiunto C.C. Wei, l’amministratore delegato di TSMC.


Le tre fabbriche TSMC in Arizona dovrebbero portare a un balzo in avanti nelle tecnologie di semiconduttori avanzati negli Usa. La prima fabbrica produrrà tecnologie di processo FinFET a 4nm. Oggi, TSMC Arizona ha annunciato che la seconda fabbrica produrrà la tecnologia di processo nanosheet più avanzata al mondo a 2nm, oltre ai piani precedentemente annunciati per produrre tecnologie di processo a 3nm. Infine la terza fabbrica produrrà tecnologie di processo a 2nm o più avanzate a seconda della domanda dei clienti. A piena capacità, le tre fabbriche produrranno decine di milioni di chip all’avanguardia che alimenteranno prodotti come smartphone 5G/6G, veicoli autonomi e server per datacenter AI. TSMC Arizona prevede di iniziare la produzione ad alto volume nella loro prima fabbrica negli Stati Uniti nella prima metà del 2025. Gli Stati uniti puntano a produrre circa il 20% dei chip all’avanguardia mondiali entro il 2030. L’investimento di TSMC in Arizona rappresenta il più grande investimento diretto estero in un progetto greenfield nella storia degli Stati uniti. Sta inoltre catalizzando investimenti significativi lungo tutta la catena di approvvigionamento, inclusi da 14 fornitori che prevedono di costruire o espandere impianti in Arizona o in altre parti degli Stati uniti, rafforzando ulteriormente la resilienza della catena di approvvigionamento domestica degli Stati Uniti. I chip avanzati di TSMC sono la spina dorsale delle unità di elaborazione centrale (‘CPU’) per i server nei datacenter su larga scala e delle unità di elaborazione grafica specializzate (‘GPU’) utilizzate per l’apprendimento automatico. Attraverso il finanziamento proposto per TSMC Arizona, gli Stati Uniti internalizzerebbero le capacità di produzione hardware critiche che sottostanno agli algoritmi di apprendimento profondo del linguaggio dell’IA e alle tecniche di inferenza. Ciò aiuterebbe a rafforzare il vantaggio competitivo dell’America nei settori tech. Inoltre, attraverso le sue fabbriche in Arizona, TSMC sarà in grado di supportare meglio i suoi clienti chiave, incluse le aziende statunitensi AMD, Apple, Nvidia e Qualcomm, tra gli altri, rispondendo alla loro domanda di capacità all’avanguardia, mitigando le preoccupazioni della catena di approvvigionamento e permettendo loro di competere efficacemente nell’era della trasformazione digitale in corso. Con gli incentivi proposti, TSMC Arizona si è anche impegnata a supportare lo sviluppo di capacità di packaging avanzate – il prossimo confine dell’innovazione tecnologica per la produzione di chip – attraverso i suoi partner negli Stati uniti, creando l’opportunità per i clienti di TSMC Arizona di poter acquistare chip avanzati interamente prodotti sul suolo statunitense. L’accordo propone anche 50 milioni di dollari in finanziamenti dedicati per sviluppare la forza lavoro nel settore dei semiconduttori e della costruzione. Per costituire la forza lavoro a lungo termine necessaria per sostenere questi progetti, TSMC Arizona ha recentemente firmato un accordo con il Consiglio dei Lavori Edili e delle Costruzioni dell’Arizona. Oltre al finanziamento diretto fino a 6,6 miliardi di dollari, l’Ufficio del Programma CHIPS mette a disposizione circa 5 miliardi di dollari in prestiti – che fanno parte dei 75 miliardi di dollari in autorità di prestito forniti dal CHIPS and Science Act – a TSMC Arizona nell’ambito dell’accordo. L’azienda ha indicato che intende richiedere il Credito d’Imposta per Investimenti del Dipartimento del Tesoro, che si prevede sarà fino al 25% delle spese in conto capitale qualificate.

Cina, crisi immobiliare: istanza di liquidazione per Shimao Group

Cina, crisi immobiliare: istanza di liquidazione per Shimao GroupRoma, 8 apr. (askanews) – Una delle principali banche statali cinesi, la China Construction Bank (CCB), ha presentato un’istanza per liquidare lo sviluppatore immobiliare Shimao Group Holdings a Hong Kong, in un ulteriore sviluppo della grave crisi immobiliare cinese. Lo ha comunicato lo stesso sviluppatore in una comunicazione alla Borsa di Hong Kong.


CCB ha presentato venerdì scorso l’istanza per liquidare Shimao per un debito non pagato di 1,58 miliardi di dollari di Hong Kong (186 milioni di euro), lo sviluppatore ha rivelato lunedì in una comunicazione alla borsa di Hong Kong. Shimao ha promesso nella comunicazione che si “opporrà fermamente all’istanza e continuerà a lavorare verso una ristrutturazione offshore che massimizza il valore per i suoi stakeholder”. Ha inoltre affermato che l’istanza non rappresenta gli “interessi collettivi” dei suoi creditori offshore e altri stakeholder.


Due settimane fa Shimao ha proposto nuove soluzioni di ristrutturazione per 10,6 miliardi di euro in debiti offshore. Ma queste ipotesi non hanno soffisfatto alcuni dei principali creditori. La situazione di Shimao si aggiunge a quella di altri importanti player del settore immobiliare cinese. Country Garden è oggetto di una richiesta di liquidazione che sarà discussa a Hong Kong il 17 maggio. Mentre a gennaio un tribunale dell’ex colonia britannica ha ordinato la liquidazione del gigante Evergrande, dopo che lo sviluppatore non ha raggiunto con i creditori un accordo per ristrutturare oltre


Il fatturato di Shimao per il 2023 è diminuito del 5,7% su base annua a 59,46 miliardi di yuan (7,6 miliardi di euro). China Construction Bank, da parte sua, ha visto gli incagli riferibili al settore immobiliare crescere del 43,3% a 48,2 miliardi di yuan (6,1 miliardi di euro) nel 2023.

Yellen a Pechino, Usa e Cina si parlano ma sono lontani

Yellen a Pechino, Usa e Cina si parlano ma sono lontaniRoma, 8 apr. (askanews) – Posizioni lontane, in cui il contrasto economico si fa politico, quelle tra gli Stati uniti e la Cina, come emerse dai colloqui che in questi giorni sta tenendo la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, in visita nella Repubblica popolare.


Secondo il resoconto fornito dall’agenzia stampa ufficiale Xinhua, nell’atteso incontro con il primo ministro cinese Li Qiang, la segretaria al Tesoro – considerata l’esponente dell’amministrazione Biden più dialogante con Pechino – ha espresso tutta la preoccupazione di Washington rispetto alla sovra-capacità industriale della Cina, segnalando che le esportazioni cinesi eccessive, in particolare di veicoli elettrici e moduli solari, potrebbero compromettere gli interessi americani e portare a “ricadute globali”. “Essendo le due maggiori economie del mondo, abbiamo il dovere verso i nostri paesi e il mondo di gestire responsabilmente la nostra complessa relazione e di cooperare e mostrare leadership nell’affrontare sfide globali urgenti”, ha detto Yellen prima dell’incontro a Pechino con Li, secondo il dipartimento al Tesoro.


“Siamo ancora lontani dall’aver fatto tutto, ma credo che, nell’ultimo anno, abbiamo messo – ha aggiunto la segretaria – la nostra relazione bilaterale su basi più stabili. Questo non signfiica ignorare le nostre differenze o evitare conversazioni difficili. Significa comprendere che possiamo fare progressi solo se comunichiamo direttamente e apertamente l’uno con l’altro”. Li Qiang, dal canto suo, nell’incontro ha esortato Wasshington a non politicizzare le questioni economiche, ma ad assumere un approccio economico sulla capacità industriale: “Gli Stati uniti dovrebbero guardare alla questione della capacità industriale in modo oggettivo e dialettico dal punto di vista dell’economia di mercato e da una prospettiva globale, e sulla base delle leggi economiche”.


Secondo il primo ministro cinese, “lo sviluppo dell’industria cinese della nuova energia darà un importante contributo alla trasformazione verde e a basso tenore di carbonio a livello globale”. Per questo, ha chiesto che “gli Usa lavorino con la Cina per aderire alle norme fondamentali dell’economia di mercato, di concorrenza leale e cooperazione aperta, evitando di politicizzare le questioni economiche e commerciali o di esagerare il concetto di sicurezza nazionale”. E’ il secondo viaggi in Cina da luglio scorso. E’ iniziato alcuni giorni dopo una telefonata tra il presidente Usa Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping, che ha avuto l’obiettivo di riaprire un canale di dialogo tra Washington e Pechino. In quell’occasione Xi ha avvertito che le crescenti restrizioni americane alle merci e alle tecnologie cinesi pone “rischi”. Li ha ribadito a Yellen che la Cina “spera che i due paesi possano essere partner, non avverasari”.


L’incontro è avvenuto a Pechino dopo due giorni di colloqui tra Yellen e il vicepremier cinese He Lifeng nel polo industriale meridionale di Guangzhou, dove hanno discusso questioni relative alla sovra-capacità e concordato di tenere “scambi intensivi” per affrontare sfide economiche e finanziarie. La straordinaria capacità di esportazione della Cina in settori come le auto elettriche e i pannelli solari ha suscitato inquietudine negli Usa e nell’Unione europea, che temono di vedere le industria interne messe fuori mercato. L’Ue ha avviato un’indagine anti-sussidi sui veicoli elettrici, molto criticata da Pechino, che si è aggiunta alla politica delle restrizioni tenuta in piedi da Washington.

Sisma Taiwan, TSMC: già ripartita produzione di chip

Sisma Taiwan, TSMC: già ripartita produzione di chipRoma, 4 apr. (askanews) – Taiwan Semiconductor Manufacturing Co (TSMC), il principale produttore di chip a contratto, ha annunciato oggi con una nota alla Borsa di Taiwan che ha ripreso le attività all’indomani del forte sisma di ieri, attenuando le preoccupazioni dell’industria riguardo a una potenziale interruzione nella fornitura di chip avanzati.


Nel terremoto di magnitudo 7.4 ci sono stati una decina di morti e più di 1.000 feriti. TSMC ha rivelato di aver subito solo danni minimi alle apparecchiature. Taiwan è centrale nella catena di approvvigionamento dei semiconduttori avanzati necessari all’industria globale, compreso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Yellen arrivata in Cina per colloqui economici

Yellen arrivata in Cina per colloqui economiciRoma, 4 apr. (askanews) – La segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen è arrivata oggi in Cina, nella città meridionale di Guangzhou, per la prima tappa del suo viaggio di una settimana mirato a gestire le relazioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali.


Yellen, secondo quanto riportato dai media, è stata accolta dal viceministro delle finanze cinese Liao Min e dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Cina Nicholas Burns. “Durante la mia permanenza in Cina, mi concentrerò sul promuovere una relazione economica sana che fornisca condizioni di parità per i lavoratori e le imprese americane e sul promuovere la cooperazione su sfide condivise come la finanza illecita e il cambiamento climatico,” ha scritto Yellen su X. “Essendo le nostre le due principali economie del mondo, è fondamentale che manteniamo chiari canali di comunicazione, specialmente quando non siamo d’accordo. Il popolo americano si aspetta che gestiamo responsabilmente questa relazione, e il mondo si aspetta che lavoriamo insieme dove possiamo”.


Il viaggio di Yellen viene dopo la telefonata di martedì tra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo statunitense Joe Biden, con i due leader che hanno scambiato opinioni e discusso le loro differenze su una vasta gamma di questioni. Yellen è considerata una personalità tra le più concilianti con la Cina nell’amministrazione Biden e ha un lungo curriculum di negoziazioni con funzionari di Pechino.


La segretaria al Tesoro ha in programma domani una tavola rotonda con economisti per discutere le sfide e le opportunità nell’economia cinese, prima di incontrare rappresentanti di imprese statunitensi. In seguito sono previsti colloqui con il vicepremier cinese He Lifeng a Guangzhou. Poi si dirigerà a Pechino per incontrare alti funzionari, tra cui il premier cineseLi Qiang, il ministro delle Finanze Lan Fo’an e il governatore della banca centrale Pan Gongsheng.


Si tratta della seconda visita di Yellen in Cina in meno di un anno. L’ultima è stata a luglio 2023, in un momento di forte tensione tra i due paesi erano altrettanto elevate.