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BoJ: più veloce cambio politica monetaria con inflazione al 2%

BoJ: più veloce cambio politica monetaria con inflazione al 2%Roma, 9 apr. (askanews) – Il governatore della Banca del Giappone (BoJ) Kazuo Ueda ha dichiarato oggi che la banca centrale ridurrà ulteriormente lo stimolo monetario se il tasso di inflazione si avvicinerà al target del 2%. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.


Durante un’audizione parlamentare, Ueda ha spiegato la BoJ esaminerà i prossimi dati per confermare la forza della crescita salariale in linea con i risultati delle negoziazioni tra le parti sociali in primavera e per capire se i prezzi dei servizi aumenteranno per raggiungere un’inflazione stabile al 2%. “Se l’inflazione di base si muove gradualmente verso il 2 percento come ci aspettiamo, diventerà possibile ridurre il grado di allentamento monetario un po’ di più,” ha detto il capo della banca centrale.


Ueda ha anche sostenuto che la politica monetaria della BOJ non è progettata per “controllare” i tassi di cambio, ma ha avvertito che una risposta politica non è esclusa se l’andamento dello yen dovesse renderla necessaria. Il passaggio della BoJ da anni di misure di allentamento monetario non convenzionali non è finora riuscito a invertire la debolezza dello valuta nipponica rispetto al dollaro statunitense.


La banca centrale giapponese ha terminato la sua politica di tasso d’interesse negativo e il programma di tetto ai rendimenti nella riunione di politica monetaria di marzo, incoraggiata dai forti aumenti salariali che hanno avvicinato l’obiettivo di inflazione di base (cioè esclusi i fattori transitori) “stabile e sostenibile” del 2%. Attualmente questo dato è leggermente sotto il 2%, il che richiede – secondo Ueda – che le condizioni finanziarie rimangano “per il momento accomodanti”. Ma, ha aggiunto Ueda, “se il ciclo positivo (di aumenti salariali e di prezzi) si rafforzerà più di quanto abbiamo visto, allora sarà possibile ridurre il grado di allentamento monetario a un ritmo più veloce”.


La BOJ attualmente prevede che i prezzi al consumo core, esclusi gli articoli alimentari freschi, aumenteranno del 2,4 percento nell’anno fiscale 2024 fino a marzo prossimo e poi del 1,8 percento nell’anno fiscale 2025.

Yellen a Pechino: preoccupati per TikTok e per sovra-capacità Cina

Yellen a Pechino: preoccupati per TikTok e per sovra-capacità CinaRoma, 8 apr. (askanews) – La segretaria al Tesoro degli Stati uniti Janet Yellen ha affermato oggi che la sua visita in Cina ha consentito di fare “passi importanti” per migliorare le relazioni tra Washington e Pechino, pur mantenendo fermo il suo monito contro il sostegno del governo all’industria che produce una sovra-capacità produttiva cinese e ha ribadito le preoccupazioni rispetto a TikTok. Lo segnala Nikkei Asia.


“Abbiamo compiuto passi importanti per stabilizzare la relazione bilaterale tra Stati uniti e Cina e durante questo viaggio siamo stati in grado di costruire una base per far avanzare la palla su questioni specifiche che contano per gli americani,” ha detto Yellen ai giornalisti a Pechino. Uno dei temi affrontati da Yellen è stato quello del social network TikTok, di proprietà della cinese ByteDance, che è sottoposta a una procedura negli Usa che potrebbe portare al bando della stessa nel caso in cui non dovesse essere venduta. “La nostra preoccupazione qui ha a che fare con i dati personali sensibili e con la loro protezione,” ha spiegato Yellen, notando che Pechino pone divieti simili alle app di social media statunitensi.


Yellen ha ammesso che, nella sua lunga visita che volge al termine, ci sono state “conversazioni difficili sulla sicurezza nazionale”, nelle quali ha dovuto anche ribadire che i rapporti tra alcune compagnie cinesi e l’apparato militare della Russia, impegnato nella guerra contro l’Ucraina, espone queste aziende alle sanzioni Usa. La portavoce del ministero degli Esteri cinese, dal canto suo, ha detto oggi che Pechino “regola l’esportazione di articoli a uso duale (civile e militare, ndr.) in conformità con leggi e regolamenti” e che “i paesi interessati non dovrebbero diffamare e puntare il dito sulle relazioni normali tra Cina e Russia, danneggiando i diritti e gli interessi legittimi della Cina e delle aziende cinesi”. Ma il tema principale del viaggio di Yellen è stato quello di affrontare la sovra-capacità nell’industria cinese – in particolare nel settore delle auto elettriche e nei pannelli solari – che per Washington sono conseguenza del sostegno governativo. Yellen ha ribadito queste preoccupazioni americane anche nell’incontro di ieri a Pechino con il premier cinese Li Qiang, il quale dal canto suo ha invitato gli Usa a non “politicizzare” questioni squisitamente economiche e commerciali.


Il tema è stato anche centrale nei colloqui precedenti di Yelllen con il vicepremier He Lifeng. Nella sua conferenza stampa di oggi, Yellen ha sottolineato che l’eccesso nella capacità produttiva cinese deriva dal sostegno governativo a queste industrie per alimentare la crescita. “La Cina è ora semplicemente troppo grande perché il resto del mondo possa assorbire questa enorme capacità,” ha avvertito. “Le azioni intraprese dalla Cina oggi possono spostare i prezzi mondiali e quando il mercato globale è inondato da prodotti cinesi artificialmente economici, la fattibilità delle aziende americane e straniere è messa in discussione”. Yellen, un economista ha ribadito di aver sollevato la questione e ha collegato gli squilibri al fatto che la Cina ha uno dei tassi di risparmio familiare più alti al mondo. “L’altra faccia di un tasso di risparmio molto alto è che la spesa dei consumatori in rapporto al Pil è piuttosto bassa in Cina rispetto ad altri paesi a questo livello di reddito,” ha detto Yellen. Per aumentare la domanda, ha suggerito di aumentare i redditi e rafforzare la sicurezza della pensione. “Se la spesa dei consumatori fosse più alta, ci sarebbe meno necessità di avere così tanti investimenti per costruire l’offerta”.

S’allarga accordo chip Usa-TSMC: 6,6 mld USD sussidi per 3 fabbriche

S’allarga accordo chip Usa-TSMC: 6,6 mld USD sussidi per 3 fabbricheRoma, 8 apr. (askanews) – Gli Stati uniti hanno annunciato oggi un accordo per finanziare ulteriormente la costruzione di fabbriche di chip del principale produttore globale di semiconduttori a contratto, la Taiwan Semiconductor Macufacturing Company (TSMC), il che porterà a tre gli impianti che il produttore taiwanese realizzerà in Arizona.


L’amministrazione Biden ha comunicato che il Dipartimento del Commercio degli Stati uniti e TSMC Arizona Corporation (TSMC Arizona), la filiale Usa di TSMC, hanno firmato un memorandum preliminare non vincolante per fornire ‘fino a 6,6 miliardi di dollari in finanziamenti diretti nell’ambito del CHIPS and Science Act’. Questo finanziamento andrebbe a sostegno dell’investimento di TSMC di oltre ’65 miliardi di dollari in tre fabbriche greenfield all’avanguardia a Phoenix, Arizona, che produrranno i semiconduttori più avanzati al mondo’. Attraverso questo investimento proposto in TSMC Arizona, l’amministrazione Usa intende compiere ‘un passo significativo nel rafforzare la sicurezza economica e nazionale degli Stati uniti fornendo un’affidabile fornitura domestica di chip che sosterranno l’economia futura, alimentando il boom dell’Intelligenza artificiale (IA) e altre industrie in rapida crescita come l’elettronica di consumo, l’automotive, l’Internet delle Cose e il calcolo ad alte prestazioni’.


Dopo aver inizialmente annunciato due fabbriche negli Stati Uniti, TSMC Arizona si impegna a costruire una terza fabbrica aggiuntiva entro la fine del decennio. Con questo finanziamento, la compagnia taiwanese garantirà la formazione di un cluster all’avanguardia in Arizona, creando circa 6.000 posti di lavoro diretti nel settore manifatturiero, più di 20.000 posti di lavoro unici accumulati nella costruzione e decine di migliaia di posti di lavoro indiretti in questo decennio e portando la tecnologia di processo più avanzata negli Stati uniti. ‘I semiconduttori – quei chip più piccoli della punta del tuo dito – alimentano tutto, dagli smartphone alle auto ai satelliti e ai sistemi d’arma. L’America ha inventato questi chip, ma nel tempo, siamo passati dal produrre da quasi il 40% della capacità mondiale a una cifra vicina al 10%, e nessuno dei chip più avanzati, esponendoci a significative vulnerabilità economiche e di sicurezza nazionale. Ero determinato a invertire questa tendenza e grazie al mio CHIPS and Science Act – una parte chiave della mia agenda Investing in America – la produzione di semiconduttori e i posti di lavoro stanno facendo un ritorno’ ha commentato il presidente Usa Joe Biden. ‘Il rinnovato impegno di TSMC negli Stati Uniti e il suo investimento in Arizona rappresentano una storia più ampia per la produzione di semiconduttori made in America e con il forte sostegno delle principali aziende tecnologiche americane per costruire i prodotti su cui contiamo ogni giorno’.


Anche la segretaria al Commercio Gina Raimondo ha espresso forte soddisfazione: ‘Uno degli obiettivi chiave dell’CHIPS and Science Act del presidente Biden era portare la produzione di chip più avanzata al mondo negli Stati Uniti e con questo annuncio e l’aumento degli investimenti di TSMC nel loro campus in Arizona, stiamo lavorando per raggiungere quell’obiettivo’. I semiconduttori all’avanguardia che saranno prodotti in Arizona – ha proseguito – ‘sono fondamentali per la tecnologia che definirà la sicurezza economica e nazionale globale nel XXI secolo, inclusi l’IA e il calcolo ad alte prestazioni. Grazie alla leadership del Presidente Biden e agli investimenti continui di TSMC nella produzione di semiconduttori negli Stati Uniti, questo finanziamento proposto aiuterà a rendere le nostre catene di approvvigionamento più sicure e a creare migliaia di posti di lavoro di buona qualità nella costruzione e nella manifattura per gli abitanti dell’Arizona’. Secondo Mark Liu, il presidente di TSMC, il nuovo finanziamento offrr alla cxompagnia taiwanese di fare un investimento senza precedenti e di offrire servizi di fonderia in loco per servire meglio ‘i nostri clienti statunitensi, che includono alcune delle principali aziende tecnologiche mondiali. Le nostre operazioni negli Stati Uniti espanderanno anche la nostra capacità di aprire la strada a futuri avanzamenti nella tecnologia dei semiconduttori’. Questi chip saranno cruciali per ‘scatenare le innovazioni, aumentando le capacità tecnologiche all’avanguardia’, ha aggiunto C.C. Wei, l’amministratore delegato di TSMC.


Le tre fabbriche TSMC in Arizona dovrebbero portare a un balzo in avanti nelle tecnologie di semiconduttori avanzati negli Usa. La prima fabbrica produrrà tecnologie di processo FinFET a 4nm. Oggi, TSMC Arizona ha annunciato che la seconda fabbrica produrrà la tecnologia di processo nanosheet più avanzata al mondo a 2nm, oltre ai piani precedentemente annunciati per produrre tecnologie di processo a 3nm. Infine la terza fabbrica produrrà tecnologie di processo a 2nm o più avanzate a seconda della domanda dei clienti. A piena capacità, le tre fabbriche produrranno decine di milioni di chip all’avanguardia che alimenteranno prodotti come smartphone 5G/6G, veicoli autonomi e server per datacenter AI. TSMC Arizona prevede di iniziare la produzione ad alto volume nella loro prima fabbrica negli Stati Uniti nella prima metà del 2025. Gli Stati uniti puntano a produrre circa il 20% dei chip all’avanguardia mondiali entro il 2030. L’investimento di TSMC in Arizona rappresenta il più grande investimento diretto estero in un progetto greenfield nella storia degli Stati uniti. Sta inoltre catalizzando investimenti significativi lungo tutta la catena di approvvigionamento, inclusi da 14 fornitori che prevedono di costruire o espandere impianti in Arizona o in altre parti degli Stati uniti, rafforzando ulteriormente la resilienza della catena di approvvigionamento domestica degli Stati Uniti. I chip avanzati di TSMC sono la spina dorsale delle unità di elaborazione centrale (‘CPU’) per i server nei datacenter su larga scala e delle unità di elaborazione grafica specializzate (‘GPU’) utilizzate per l’apprendimento automatico. Attraverso il finanziamento proposto per TSMC Arizona, gli Stati Uniti internalizzerebbero le capacità di produzione hardware critiche che sottostanno agli algoritmi di apprendimento profondo del linguaggio dell’IA e alle tecniche di inferenza. Ciò aiuterebbe a rafforzare il vantaggio competitivo dell’America nei settori tech. Inoltre, attraverso le sue fabbriche in Arizona, TSMC sarà in grado di supportare meglio i suoi clienti chiave, incluse le aziende statunitensi AMD, Apple, Nvidia e Qualcomm, tra gli altri, rispondendo alla loro domanda di capacità all’avanguardia, mitigando le preoccupazioni della catena di approvvigionamento e permettendo loro di competere efficacemente nell’era della trasformazione digitale in corso. Con gli incentivi proposti, TSMC Arizona si è anche impegnata a supportare lo sviluppo di capacità di packaging avanzate – il prossimo confine dell’innovazione tecnologica per la produzione di chip – attraverso i suoi partner negli Stati uniti, creando l’opportunità per i clienti di TSMC Arizona di poter acquistare chip avanzati interamente prodotti sul suolo statunitense. L’accordo propone anche 50 milioni di dollari in finanziamenti dedicati per sviluppare la forza lavoro nel settore dei semiconduttori e della costruzione. Per costituire la forza lavoro a lungo termine necessaria per sostenere questi progetti, TSMC Arizona ha recentemente firmato un accordo con il Consiglio dei Lavori Edili e delle Costruzioni dell’Arizona. Oltre al finanziamento diretto fino a 6,6 miliardi di dollari, l’Ufficio del Programma CHIPS mette a disposizione circa 5 miliardi di dollari in prestiti – che fanno parte dei 75 miliardi di dollari in autorità di prestito forniti dal CHIPS and Science Act – a TSMC Arizona nell’ambito dell’accordo. L’azienda ha indicato che intende richiedere il Credito d’Imposta per Investimenti del Dipartimento del Tesoro, che si prevede sarà fino al 25% delle spese in conto capitale qualificate.

Cina, crisi immobiliare: istanza di liquidazione per Shimao Group

Cina, crisi immobiliare: istanza di liquidazione per Shimao GroupRoma, 8 apr. (askanews) – Una delle principali banche statali cinesi, la China Construction Bank (CCB), ha presentato un’istanza per liquidare lo sviluppatore immobiliare Shimao Group Holdings a Hong Kong, in un ulteriore sviluppo della grave crisi immobiliare cinese. Lo ha comunicato lo stesso sviluppatore in una comunicazione alla Borsa di Hong Kong.


CCB ha presentato venerdì scorso l’istanza per liquidare Shimao per un debito non pagato di 1,58 miliardi di dollari di Hong Kong (186 milioni di euro), lo sviluppatore ha rivelato lunedì in una comunicazione alla borsa di Hong Kong. Shimao ha promesso nella comunicazione che si “opporrà fermamente all’istanza e continuerà a lavorare verso una ristrutturazione offshore che massimizza il valore per i suoi stakeholder”. Ha inoltre affermato che l’istanza non rappresenta gli “interessi collettivi” dei suoi creditori offshore e altri stakeholder.


Due settimane fa Shimao ha proposto nuove soluzioni di ristrutturazione per 10,6 miliardi di euro in debiti offshore. Ma queste ipotesi non hanno soffisfatto alcuni dei principali creditori. La situazione di Shimao si aggiunge a quella di altri importanti player del settore immobiliare cinese. Country Garden è oggetto di una richiesta di liquidazione che sarà discussa a Hong Kong il 17 maggio. Mentre a gennaio un tribunale dell’ex colonia britannica ha ordinato la liquidazione del gigante Evergrande, dopo che lo sviluppatore non ha raggiunto con i creditori un accordo per ristrutturare oltre


Il fatturato di Shimao per il 2023 è diminuito del 5,7% su base annua a 59,46 miliardi di yuan (7,6 miliardi di euro). China Construction Bank, da parte sua, ha visto gli incagli riferibili al settore immobiliare crescere del 43,3% a 48,2 miliardi di yuan (6,1 miliardi di euro) nel 2023.

Yellen a Pechino, Usa e Cina si parlano ma sono lontani

Yellen a Pechino, Usa e Cina si parlano ma sono lontaniRoma, 8 apr. (askanews) – Posizioni lontane, in cui il contrasto economico si fa politico, quelle tra gli Stati uniti e la Cina, come emerse dai colloqui che in questi giorni sta tenendo la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, in visita nella Repubblica popolare.


Secondo il resoconto fornito dall’agenzia stampa ufficiale Xinhua, nell’atteso incontro con il primo ministro cinese Li Qiang, la segretaria al Tesoro – considerata l’esponente dell’amministrazione Biden più dialogante con Pechino – ha espresso tutta la preoccupazione di Washington rispetto alla sovra-capacità industriale della Cina, segnalando che le esportazioni cinesi eccessive, in particolare di veicoli elettrici e moduli solari, potrebbero compromettere gli interessi americani e portare a “ricadute globali”. “Essendo le due maggiori economie del mondo, abbiamo il dovere verso i nostri paesi e il mondo di gestire responsabilmente la nostra complessa relazione e di cooperare e mostrare leadership nell’affrontare sfide globali urgenti”, ha detto Yellen prima dell’incontro a Pechino con Li, secondo il dipartimento al Tesoro.


“Siamo ancora lontani dall’aver fatto tutto, ma credo che, nell’ultimo anno, abbiamo messo – ha aggiunto la segretaria – la nostra relazione bilaterale su basi più stabili. Questo non signfiica ignorare le nostre differenze o evitare conversazioni difficili. Significa comprendere che possiamo fare progressi solo se comunichiamo direttamente e apertamente l’uno con l’altro”. Li Qiang, dal canto suo, nell’incontro ha esortato Wasshington a non politicizzare le questioni economiche, ma ad assumere un approccio economico sulla capacità industriale: “Gli Stati uniti dovrebbero guardare alla questione della capacità industriale in modo oggettivo e dialettico dal punto di vista dell’economia di mercato e da una prospettiva globale, e sulla base delle leggi economiche”.


Secondo il primo ministro cinese, “lo sviluppo dell’industria cinese della nuova energia darà un importante contributo alla trasformazione verde e a basso tenore di carbonio a livello globale”. Per questo, ha chiesto che “gli Usa lavorino con la Cina per aderire alle norme fondamentali dell’economia di mercato, di concorrenza leale e cooperazione aperta, evitando di politicizzare le questioni economiche e commerciali o di esagerare il concetto di sicurezza nazionale”. E’ il secondo viaggi in Cina da luglio scorso. E’ iniziato alcuni giorni dopo una telefonata tra il presidente Usa Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping, che ha avuto l’obiettivo di riaprire un canale di dialogo tra Washington e Pechino. In quell’occasione Xi ha avvertito che le crescenti restrizioni americane alle merci e alle tecnologie cinesi pone “rischi”. Li ha ribadito a Yellen che la Cina “spera che i due paesi possano essere partner, non avverasari”.


L’incontro è avvenuto a Pechino dopo due giorni di colloqui tra Yellen e il vicepremier cinese He Lifeng nel polo industriale meridionale di Guangzhou, dove hanno discusso questioni relative alla sovra-capacità e concordato di tenere “scambi intensivi” per affrontare sfide economiche e finanziarie. La straordinaria capacità di esportazione della Cina in settori come le auto elettriche e i pannelli solari ha suscitato inquietudine negli Usa e nell’Unione europea, che temono di vedere le industria interne messe fuori mercato. L’Ue ha avviato un’indagine anti-sussidi sui veicoli elettrici, molto criticata da Pechino, che si è aggiunta alla politica delle restrizioni tenuta in piedi da Washington.

Sisma Taiwan, TSMC: già ripartita produzione di chip

Sisma Taiwan, TSMC: già ripartita produzione di chipRoma, 4 apr. (askanews) – Taiwan Semiconductor Manufacturing Co (TSMC), il principale produttore di chip a contratto, ha annunciato oggi con una nota alla Borsa di Taiwan che ha ripreso le attività all’indomani del forte sisma di ieri, attenuando le preoccupazioni dell’industria riguardo a una potenziale interruzione nella fornitura di chip avanzati.


Nel terremoto di magnitudo 7.4 ci sono stati una decina di morti e più di 1.000 feriti. TSMC ha rivelato di aver subito solo danni minimi alle apparecchiature. Taiwan è centrale nella catena di approvvigionamento dei semiconduttori avanzati necessari all’industria globale, compreso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Yellen arrivata in Cina per colloqui economici

Yellen arrivata in Cina per colloqui economiciRoma, 4 apr. (askanews) – La segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen è arrivata oggi in Cina, nella città meridionale di Guangzhou, per la prima tappa del suo viaggio di una settimana mirato a gestire le relazioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali.


Yellen, secondo quanto riportato dai media, è stata accolta dal viceministro delle finanze cinese Liao Min e dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Cina Nicholas Burns. “Durante la mia permanenza in Cina, mi concentrerò sul promuovere una relazione economica sana che fornisca condizioni di parità per i lavoratori e le imprese americane e sul promuovere la cooperazione su sfide condivise come la finanza illecita e il cambiamento climatico,” ha scritto Yellen su X. “Essendo le nostre le due principali economie del mondo, è fondamentale che manteniamo chiari canali di comunicazione, specialmente quando non siamo d’accordo. Il popolo americano si aspetta che gestiamo responsabilmente questa relazione, e il mondo si aspetta che lavoriamo insieme dove possiamo”.


Il viaggio di Yellen viene dopo la telefonata di martedì tra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo statunitense Joe Biden, con i due leader che hanno scambiato opinioni e discusso le loro differenze su una vasta gamma di questioni. Yellen è considerata una personalità tra le più concilianti con la Cina nell’amministrazione Biden e ha un lungo curriculum di negoziazioni con funzionari di Pechino.


La segretaria al Tesoro ha in programma domani una tavola rotonda con economisti per discutere le sfide e le opportunità nell’economia cinese, prima di incontrare rappresentanti di imprese statunitensi. In seguito sono previsti colloqui con il vicepremier cinese He Lifeng a Guangzhou. Poi si dirigerà a Pechino per incontrare alti funzionari, tra cui il premier cineseLi Qiang, il ministro delle Finanze Lan Fo’an e il governatore della banca centrale Pan Gongsheng.


Si tratta della seconda visita di Yellen in Cina in meno di un anno. L’ultima è stata a luglio 2023, in un momento di forte tensione tra i due paesi erano altrettanto elevate.

Sudcoreana SK Hynix costruirà fabbrica semiconduttori negli Usa

Sudcoreana SK Hynix costruirà fabbrica semiconduttori negli UsaRoma, 4 apr. (askanews) – SK Hynix investirà 3,87 miliardi di dollari per costruire un impianto avanzato di packaging di chip nello stato Usa dell’Indiana. L’ha comunicato la stessa compagnia sudcoreana.


SK Hynix è il secondo più grande produttore al mondo di chip di memoria. Il piano è stato annunciato presso al Purdue University a West Lafayette, Indiana. SK Hynix ha dichiarato che prevede di produrre chip di memoria ad grande larghezza di banda (HBM), le memorie DRAM a più alte performance fondamentali per le unità di processo grafico (GPU) dei sistemi a Intelligenza artificiale (IA), nell’impianto che sarà costruito al Purdue Research Park a West Lafayette. La società ha dichiarato che la produzione inizierà nella seconda metà del 2028.


Inoltre, nella nuova struttura verranno anche sviluppati chip di futura generazione e linee avanzate di ricerca e sviluppo per il packaging. “Siamo entusiasti di diventare i primi nel settore a costruire un impianto di packaging all’avanguardia per prodotti IA negli Stati uniti, che aiuterà a rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento e a sviluppare un ecosistema di semiconduttori locale,” ha dichiarato il CEO di SK Hynix Kwak Noh-jung.


I produttori di chip asiatici stanno rafforzando gli investimenti negli Stati uniti sulla spinta delle politiche del presidente Joe Biden che punta, in una logica di concorrenza con la Cina, a far tornare nel paese la produzione di chip per garantire agli Usa catene di approvvigionamento solide. La sudcoreana Samsung sta costruendo una nuova fabbrica di chip in Texas con un investimento di 17 miliardi di dollari, mentre la taiwanese TSMC sta costruendo due impianti di chip a Pheonix, in Arizona, per un investimento totale di 40 miliardi di dollari. SK Hynicx ha detto di aver scelto l’Indiana a causa dell’infrastruttura manifatturiera resiliente dello stato e del bacino di talenti presso la Purdue, oltre che per il forte sostegno ottenuto dallo stato. Non ha tuttavia precisato se e quanto sostegno finanziario abbia ottenuto.


Gli Usa hanno adottato nel 2022 il “CHIPS and Science Act”, nel quale sono previsti quasi 53 miliardi di dollari alla ricostruzione della sua catena di approvvigionamento domestica di chip e all’investimento in ricerca e sviluppo. Di questi, 39 miliardi di dollari sono dedicati a iniziative che potenziano la produzione di semiconduttori. Intel, Samsung e TSMC dovrebbero essere tra i percettori di questi finanziamenti.

Usa-Giappone-Filippine collaboreranno su chip, nichel, supply-chain

Usa-Giappone-Filippine collaboreranno su chip, nichel, supply-chainRoma, 4 apr. (askanews) – Il Giappone, gli Stati uniti e le Filippine attiveranno una collaborazione in aree quali i semiconduttori, la digitalizzazione, le reti di comunicazione, l’energia pulita e i minerali critici. L’ha dichiarato il primo ministro giapponese Fumio Kishida al Nikkei, a ridosso del vertice a tre che si terrà col presidente Usa Joe Biden e col presidente filippino Ferdinando Marcos Jr. a Washington la prossima settimana.


Kishida ha affermato che il mondo sta entrando in una “nuova fase” e il Giappone deve mostrare una presenza più significativa e “assumere una maggiore responsabilità” per offrire opzioni a paesi del Sud-Est Asiatico, a partire dalle Filippine. “Abbiamo bisogno che gli Stati Uniti rimangano impegnati nella regione Asia-Pacifico,” ha detto Kishida a Nikkei. “Affrontiamo anche la realtà che la Cina sta aumentando la sua presenza nella regione. Gli altri paesi si aspettano che il Giappone aumenti la sua presenza e offra un’alternativa attraente per i paesi asiatici in aree in cui il Giappone è forte, in modo che possano fare una scelta che funzioni al meglio per loro.”


Il vertice trilaterale avrà luogo l’11 aprile. Si tratta del primo summit a tre tra Usa, Giappone e Filippine. I due paesi asiatici condividono l’alleanza di lunga data con Washington, il fatto di ospitare sul proprio territorio basi militari a stelle e strisce e una comune preoccupazione per la crescente assertività cinese. Kishida, dal canto suo, terrà colloqui separati con Biden il giorno precedente e, in questi, a suo dire non sarà all’ordine del giorno la proposta di acqusizione da parte del gigante dell’acciaio giapponese Nippon Steel della storica acciaieria americana US Steel, operazione avversata da gran parte della politica americana, compresi i democratici e lo stesso Biden. “E’ una questione che riguarda le aziende private,” ha sostenuto Kishida, aggiungendo: “Il Giappone è il maggior investitore negli Stati Uniti ed è responsabile di una parte significativa dell’occupazione statunitense.”


Nippon Steel ha proposto l’acquisto di US Steel per 14 miliardi di dollari a dicembre, scontrandosi però contro l’opposizione della politica e con un clima elettorale negli Usa: sia l’ex presidente Donald Trump, che punta a tornare alla Casa bianca, che lo stesso Biden hanno espresso pareri contrari. Giappone, Stati uniti e Filippine prevedono di considerare la collaborazione nello sviluppo di strutture produttive per i semiconduttori da parte di aziende statunitensi nelle Filippine, con il Giappone che dovrebbe aiutare a formare ingegneri filippini. È inoltre in considerazione la creazione di reti 5G nelle Filippine da parte di Giappone e Stati Uniti.


Tokyo e Washington puntano a legare Manila all’alleanza, senza che questa diventi dipendente dalle tecnologie e dall’economia cinesi. D’altronde, la precedente presidenza di Rodrigo Duterte, un uomo che ha ancora grande influenza nelle Filippine (la figlia, Sara, è vicepresidente), aveva mostrato una tendenza ad abbandonare la tradizionale locomotiva americana per acocdarsi a Pechino. La collaborazione in materia di cybersicurezza per affrontare le crescenti minacce dalla Cina, così come lo sviluppo delle catene di approvvigionamento per il nichel, un metallo chiave utilizzato nelle batterie per veicoli elettrici, sarà un altro tema di discussione tra i tre leader a Washington. Nello stesso giorno del vertice trilaterale, Kishida terrà poi un discorso davanti a una sessione congiunta del Congresso, il primo discorso di questo tipo di un leader giapponese dal discorso del primo ministro Shinzo Abe nel 2015. Il vertice Kishida-Biden arriva mentre l’economia del Giappone emerge da tre decenni di stagnazione, con l’indice azionario di riferimento che ha raggiunto un massimo storico, le imprese che promettono gli aumenti salariali più ampi in 33 anni e la Banca del Giappone che ha rovesciato l’approccio anti-deflazionistico, per aumentare i tassi di interesse per la prima volta in 17 anni. Kishida ha detto che il Giappone sta finalmente vedendo la luce in fondo al tunnel con le imprese che ora passano dal taglio dei costi a un circolo virtuoso di aumento degli investimenti e della crescita. “Abbiamo la più grande opportunità in 30 anni” per liberarci dalla crescita lenta e dall’inflazione, ha detto Kishida al Nikkei. Afferrare questa opportunità e sistemare l’economia è “una missione molto importante per il mio governo”.

Cina lancia sfida agli Usa sulla potenza di calcolo

Cina lancia sfida agli Usa sulla potenza di calcoloRoma, 3 apr. (askanews) – La Cina punta a rafforzare in maniera considerevole la sua potenza di calcolo, alla luce dello sviluppo dell’Intelligenza artificiale e nel contesto della competizione con gli Stati uniti, ottimizzando la sua infastruttura dei dati. L’ha affermato il capo dell’Amministrazione nazionale dei dati cinese, Liu Liehong, al termine della conferenza di lavoro sull’economia dei dati, secondo quanto riporta il South China Morning Post


“Stiamo lavorando per migliorare la distribuzione della potenza di calcolo generale, intelligente e supercomputing, per aumentare la sinergia delle regioni est-centro-ovest, supportare l’integrazione della potenza di calcolo e dell’elettricità verde, così come poer equilibrare il suo sviluppo e la sicurezza”, ha detto Liu, secondo un post dell’amministrazione sulla piattaforma di social media WeChat. L’Amministrazione nazionale dei dati cinese è stata aperta alla fine di ottobre, su sollecitazione del presidente Xi Jinping che ha lanciato una campagna per la promozione dello sviluppo digitale onde vincere la competizione con gli Usa per il dominio nel campo delle alte tecnologie.


La rete di potenza di calcolo su scala nazionale, che sarà operativa entro il prossimo anno, è progettata per unire i centri di calcolo di tutto il paese, affrontando gli squilibri digitali regionali tra le aree più prospere dell’Est della Cina e l’Occidente ricco di energia, ha detto la NDA. La Cina è seconda solo agli Stati uniti in potenza di calcolo aggregata, ma mira ad aumentare la sua capacità del 50% entro il 2025. La domanda di potenza di calcolo, in particolare la potenza GPU necessaria per l’apprendimento dei grandi modelli linguistici che dominano oggi l’intelligenza artificiale, è in forte aumento.


Tuttavia, il Dipartimento del Commercio degli Stati uniti ha inasprito le restrizioni all’esportazione di alta tecnologia verso la Cina da ottobre, citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Le sanzioni oggi impediscono a Nvidia – che ha un quasi monopolio sulle GPU – di esportare i suoi chip avanzati in Cina. Secondo il post WeChat della NDA, Liu ha anche promesso durante la conferenza di questa settimana di fare buon uso degli investimenti governativi e facilitare la produzione di dati e la sua circolazione. Inoltre manterrà anche “un alto livello di allerta” sulla sicurezza dei dati e promuoverà la cooperazione internazionale ottimizzando i regolamenti per facilitare i flussi di dati transfrontalieri.