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Rovescio per industria spaziale Giappone: razzo Space One esplode

Rovescio per industria spaziale Giappone: razzo Space One esplodeRoma, 13 mar. (askanews) – Brutto risveglio per l’industria spaziale giapponese. Il primo lancio del razzo di Space One – prima azienda spaziale privata nipponica – è fallito: il vettore è esploso circa cinque secondi dopo il decollo.


Space One ha detto che il volo è stato interrotto intenzionalmente. “È stata eseguita una procedura di stop durante il volo. Stiamo esaminando la situazione”, si legge in un comunicato diramato subito dopo l’incidente. Il razzo Kairos era lungo 18 metri e pesava 23 tonnellate. Aveva a bordo un piccolo satellite di intelligence del peso di 100 chilogrammi, che avrebbe dovuto essere inserito in orbita a circa 500 km sopra la superficie terrestre.


Space One è una compagnia nata circa sei anni fa, con l’obiettivo di occupare la fascia di mercato dei servizi di lancio spaziale commerciale a basso costo. I due principali azionisti sono Canon Electronics – che produce i componenti elettronici – e IHI, che fornisce i motori a razzo anche alla JAXA, l’agenzia spaziale giapponese. La compagnia si è dotata anche di un proprio sito di lancio, a Kushimoto.

Cina, governo ferma progetti infrastrutturali in 12 aree locali

Cina, governo ferma progetti infrastrutturali in 12 aree localiRoma, 13 mar. (askanews) – La Cina ha ordinato a diverse province e aree ad alto indebitamento di rinunciare a grandi progetti infrastrutturali in un tentativo di evitare che l’esposizione degli enti locali, attraverso i loro veicoli d’investimento, vada fuori controllo danneggiando gli obiettivi di crescita. Lo racconta oggi il Financial Times.


Il giornale economico ha visto un documento approvato dal Consiglio di Stato, il governo cinese, nel qualesi ordina a 10 province e regioni, cariche di debiti, e a due grandi città di rafforzare la supervisione e le approvazioni dei progetti governativi. Queste regole, entrate in vigore il primo gennaio, vietano alle 12 aree di lanciare molti tipi di nuovi progetti, come la costruzione di autostrade o edifici governativi, e richiedono la sospensione di alcuni progetti che sono nella prima fase di costruzione.


Tuttavia, gli analisti ritengono che questa nuova spinta all’austerità possa rendere ancor più difficile il raggiungimento del target di crescita di “circa il 5%” per il 2024 posto dal primo ministro Li Qiang in occasione delle tradizionali Due Sessioni la scorsa settimana. L’economia cinese è ancora nel pieno di una devastante crisi immmobiliare e si trova ad affrontare un rallentamento generale della crescita economica.


“Le amministrazioni a tutti i livelli si abituino a stringere la cinghia e inizino a capire che questo non è un bisogno temporaneo, ma una soluzione a lungo termine”, ha detto il ministro delle finanze Lan Fo’an in una conferenza stampa durante le Due Sessioni, che si sono chiuse lunedì. Durante la sua relazione programmatica al Congresso nazionale del popolo, Li Qiang ha dichiarato che l’esecutivo intende “lavorare per disinnescare i rischi dei debiti delle amministrazioni locali”, pur mantenendo un sostegno alla crescita. In particolare, il governo programma di mettere sul mercato per l’anno qualcosa come 140 miliardi di dollari di obbligazioni speciali a lungo termine da usare come fondi extra.


Il debito dei governi locali cinesi, se ci mettiamo dentro anche quelli fuori bilancio dei veicoli di finanziamento delle province e città, era valutato ad aprile dello scorso anno – secondo i dati del Ministero delle Finanze – in 37mila miliardi di yuan (4.700 miliardi di euro). Il Fondo monetario internazionale ha stimato che lo scorso anno il debito totale accumulato dai veicoli finanziari dei governi locali (LGFV) cinesi è salito alla cifra record di 66mila miliardi di yuan (8.350 miliardi di euro), più che raddoppiato dal 2017.

Difesa, giapponese IHI aprirà centro di sviluppo in Italia

Difesa, giapponese IHI aprirà centro di sviluppo in ItaliaRoma, 12 mar. (askanews) – Il gruppo industriale giapponese IHI creerà centri di sviluppo nel Regno unito e in Italia nell’ambito del programma congiunto tra Tokyo, Londra e Roma per la costruzione del caccia di prossima generazione. Lo scrive oggi il Nikkei.


IHI scambierà informazioni in questi centri con Rolls-Royce e altre società coinvolte nello sviluppo dei motori per il Global Combat Air Program (GCAP), che mira a schierare il nuovo jet entro il 2035. La compagnia è una delle principali appaltatrici del ministero della Difesa giapponese.


L’organismo che supervisiona il programma, la GCAP International Government Organization (GIGO), avrà sede nel Regno Unito. IHI stabilirà i suoi uffici in Gran Bretagna e in Italia nell’anno fiscale 2024- che si conclude a marzo 2025 – dopo l’istituzione della sede di GIGO. Non è ancora stato deciso dove avranno sede i centri di sviluppo. Si parla di Londra, che fornisce un facile accesso al governo britannico; Bristol, un hub per le attività di difesa della Rolls-Royce; e Torino, dove l’appaltatore aerospaziale Avio Aero ha una base produttiva.


Nel campo dei motori, i punti di forza di IHI includono la tecnologia di progettazione e la tecnologia dei materiali e della lavorazione. Altre aziende giapponesi del settore privato coinvolte nel programma includono Mitsubishi Heavy Industries e Mitsubishi Electric per i componenti elettronici.

Giappone, governatore BoJ: tassi, decideremo in base a nuovi dati

Giappone, governatore BoJ: tassi, decideremo in base a nuovi datiRoma, 12 mar. (askanews) – La Banca del Giappone (BoJ) deciderà su un eventuale aumento dei tassi d’interesse, che porrebbe fine a una lunghissima fase di politica monetaria ultra-espansiva, sulla base dei dati che arriveranno dal mercato del lavoro e dalle trattative contrattuali in corso tra le parti sociali, che dovrebbero determinare aumenti record dei salari. L’ha ribadito oggi, intervenendo alla Dieta (il parlamento giapponese), il governatore Kazuo Ueda.


La riunione del Consiglio monetario, l’organo decisionale della politica monetaria, si terrà la prossima settimana, il 18 marzo. I componenti sono in attesa di capire che esiti avrà lo “shunto”, cioè la “battaglia di primavera”, come è soprannominata la tradizionale fase di trattative tra le parti datoriali e sindacali. Lo stesso governo ha chiesto alle aziende di fare uno sforzo per mettere in campo aumenti salariali senza precedenti, che contribuiscano a un recupero dell’inflazione per le famiglie e consentano un rilancio dei consumi. “I consumi individuali sembrano mostrare una certa debolezza, in particolare nel settore degli alimentari, che hanno registrato in precedenza grandi aumenti dei prezzi”, ha segnalato Ueda. Ma, ha aggiunto, “la situazione sta migliorando moderatamente, in parte a causa delle aspettative di aumento dei salari”.


Poi ha aggiunto: “Abbiamo esaminato il ciclo virtuoso tra salari e prezzi, e dalla riunione di gennaio sono emersi numerosi dati, e ulteriori dati verranno ricevuti questa settimana, quindi esprimeremo un giudizio globale basato su tali informazioni”. Nel complesso, Ueda vede una “moderata ripresa” dell’economia giapponese, anche se permangono pericolosi elementi di debolezza.


La Banca del Giappone continua a mantenere una politica di tassi d’interesse negativi dal 2016.

Cina, triplicato il numero dei fondi per la sostenibilità

Cina, triplicato il numero dei fondi per la sostenibilitàRoma, 12 mar. (askanews) – Il numero di fondi per la sostenibilità è triplicato in Cina, da quando questo paese – che è il più grande paese emittente gas serra al mondoi – si è impegnato a raggiungere il picco di emissioni entro il 2030 e la neutralità carbonica entro il 2060. Lo ha affermato oggi la società di servizi finanziari statunitense Morningstar, secondo quanto riferisce South China Morning Post.


Secondo il rapporto, il numero di fondi sostenibili in Cina è passato da 78 a dicembre 2020 a 246 al 30 giugno dello scorso anno. Nella prima metà del 2023 sono stati lanciati circa 29 fondi sostenibili. “La consapevolezza degli investitori riguardo agli investimenti sostenibili sta aumentando grazie alla promozione di una trasformazione verde da parte del governo cinese”, hanno affermato nel rapporto gli analisti di Morningstar guidati dall’analista senior Jingxia Dai. “I fondi sostenibili in Cina hanno sperimentato un rapido sviluppo negli ultimi anni, con una crescita significativa nel numero di prodotti disponibili e consistenti afflussi netti annuali”.


Questi fondi hanno ricevuto un afflusso netto di 31,7 miliardi di yuan (4,4 miliardi di dollari) nella prima metà del 2023, che rappresenta una crescita patrimoniale del 6% rispetto alla fine del 2022.

Auto, giapponesi Nissan e Honda diminuiscono produzione in Cina

Auto, giapponesi Nissan e Honda diminuiscono produzione in CinaRoma, 12 mar. (askanews) – Nissan Motor e Honda Motor si stanno preparando a ridurre la loro capacità di produzione di veicoli in Cina. Lo scrive oggi il Nikkei, mentre le case automobilistiche giapponesi faticano a tenere il passo nella corsa ai veicoli elettrici contro i rivali cinesi.


Nissan avvierà nei prossimi giorni trattative con una joint venture locale per ridurre la sua capacità in Cina fino al 30%, che equivale a 500.000 auto all’anno. L’azienda giapponese è attualmente in grado di produrre in Cina circa 1,6 milioni di automobili ogni anno. In Cina ha otto stabilimenti, compresi quelli in Hubei e Henan in joint venture con la cinese Dongfeng Motor. La produzione di Nissan in Cina nel 2023 è scesa del 24%, su base annua, a 793.000 veicoli, scendendo sotto la soglia del milione per la prima volta in 14 anni.


Dal canto suo, anche Honda vuole ridurre la propria capacità in Cina del 20%, a circa 1,2 milioni di veicoli all’anno. L’azienda sta discutendo con partner locali e ha già comunicato ai principali fornitori che taglierà la produzione. Honda ha una capacità totale di 1,49 milioni di auto all’anno in Cina attraverso due joint venture, una con GAC Group e l’altra con Dongfeng Motor.


Anche le vendite di Toyota in Cina nel 2023 sono diminuite del 2%, su base annua, a 1,9 milioni di automobili. L’azienda vende modelli di veicoli elettrici come bZ4x e bZ3 nel paese e intende rafforzare la sua offerta di veicoli ibridi plug-in. Mitsubishi ha annunciato lo scorso anno il suo ritiro dalla Cina e Mazda sta ristrutturando le sue joint venture nel paese. La vicenda della produzione di auto giapponesi in Cina è piuttosto esemplificativa. Le case automobilistiche nipponiche hanno concentrato in Cina importanti basi produttive attraverso joint venture favorite dal governo cinese, che era ansioso di accelerare l’industrializzazione. Nel 2020 i produttori giapponesi controllavano un quinto del mercato dell’auto in Cina.


Tuttavia, col tempo, le aziende cinesi hanno acquisito tecnologia e know-how, anche dalle aziende nipponiche, e hanno rafforzato la produzione nazionale, investendo in particolare nei veicoli a nuova energia e, soprattutto, sull’auto elettrica. Lo scorso anno il 56% del mercato dell’auto cinese era appannaggio delle case automobilistiche locali, con il gruppo GAC in grado di controllarne oltre il 30%. E oggi nel settore dell’auto elettrica è in corso una gara al ribasso dei prezzi, innescata in particolare dalla BYD, che sta mettendo fuori mercato non solo i marchi nipponici, ma anche sudcoreani e tedeschi. Inoltre, lo scorso anno la Cina è diventata per la prima volta il primo esportatore mondiale di automobili, superando il Giappone, e sta diventando un attore più importante a livello globale. Nel frattempo, la casa automobilistica giapponese Mitsubishi Motors ha annunciato nell’ottobre 2023 che si ritirerà dalla Cina. Mazda sta ristrutturando la sua attività di joint venture nel paese.

Cina si attende che commercio estero mantena slancio

Cina si attende che commercio estero mantena slancioRoma, 11 mar. (askanews) – Il commercio estero della Cina manterrà sostanzialmente lo slancio al rialzo nella prima metà del 2024. L’ha detto oggi Yu Jianhua, capo dell’Amministrazione generale delle dogane (GAC).


Secondo le ultime statistiche doganali, dall’inizio di quest’anno le importazioni e le esportazioni della Cina hanno continuato a migliorare, ha detto Yu a margine della sessione annuale del Consiglio nazionale del popolo, che si è conclusa oggi. Nei primi due mesi del 2024, la Cina ha visto le sue importazioni ed esportazioni raggiungere i 6.600 miliardi di yuan di yuan (circa 839,4 miliardi di euro), un massimo storico, ha affermato il funzionario cinese.


Secondo Yu, il commercio elettronico transfrontaliero, gli appalti di mercato e altri nuovi modelli di commercio estero hanno registrato un forte slancio.

Cina, chiuse Due Sessioni: riunioni in tono minore, pochi risultati

Cina, chiuse Due Sessioni: riunioni in tono minore, pochi risultatiRoma, 11 mar. (askanews) – La sessione di lavori del Congresso nazionale del popolo (Cnp) cinese, che chiude le Due Sessioni, è andata oggi in archivio in tono minore. Non c’è stata la tradizionale conferenza stampa del primo ministro, non ha parlato in chiusura il presidente cinese Xi Jinping.


Mentre la prima è stata una decisione significativa, che ha rotto una prassi consolidata, l’assenza di un discorso di Xi è nell’ordine delle cose: il presidente solitamente parla alla conclusione della prima sessione, ma quella conclusa oggi era la seconda sessione del XIV Congresso nazionale del popolo. Il Cnp è un organo sostanzialmente formale, non ha veri poteri decisionali, che sono nel sistema cinese demandati alla leadership – dal presidente al Politburo del Partito comunista – la quale adotta tutte le politiche principali. Tuttavia le Due Sessioni, e in particolare il Cnp, forniscono un importante spaccato di quali saranno le traiettorie che Pechino prenderà soprattutto in termini economici e amministrativi.


Un elemento importante evidenziato è l’obiettivo di crescita dichiarato dal primo ministro Li Qiang la scorsa settimana. Il target di aumento del Pil “attorno al 5%” per il 2024 è ambizioso, ma nello stesso tempo flessibile. Tra le priorità è stata sottolineata una robusta politica industriale. Sono tre i piani presentati durante gli incontri della legislatura cinese. Una particolare enfasi è stata posta all’upgrade delle attrezzature, il cui mercato è quantificato in oltre 5mila miliardi di yuan ( Il sostegno industriale è chiaramente al primo posto nella lista delle priorità di Pechino per l’anno a venire, secondo i tre principali piani pubblicati nel corso degli incontri parlamentari.


Il principale pianificatore economico ha anche osservato come una spinta all’aggiornamento delle attrezzature genererebbe un mercato di oltre 5mila miliardi di yuan (circa 636 miliardi di euro). Per quanto riguarda il settore immobiliare, in profondissima crisi, il Cnp non ha preso decisioni particolari. Piuttosto il ministro dell’Edilizia abitativa Ni Hong ha chiarito che chi “danneggia le masse verrà punito”. Un segnale preciso che va nella linea repressiva anti-corruzione seguita dall’ascesa al potere di Xi.


Sul fronte dell’ambiente, il governo cinese ha espresso un impegno forte a ridurre il consumo di energia per unità di Pil di circa il 2,5% ebtro il 2024, dopo che per un paio di anni questo dato non era stato fissato. E’ un elemento importante, che segnala un rafforzamento della politica ambientale, ma che mette anche sotto stress l’industria chiamata a ottemperare la transizione. Per quanto riguarda invece l’aspetto politico, con una riforma della struttura del Consiglio di Stato, il governo guidato dal premier. Proprio oggi l’assemblea l’ha approvata a largissima maggioranza (quasi 2.900 voti su 3mila, con solo otto contrari e nove astenuti). I cambiamenti includono un rafforzamento del ruolo dei vicepremier e l’ingresso del governatore della Banca popolare cinese – la banca centrale – tra i massimi dirigenti del consiglio. Le Due Sessioni, insomma, vanno in archivio con un bilancio piuttosto risicato, il che fa comprendere perché sia stata cancellata la conferenza stampa del premier, che è da sempre la principale finestra sulla politica cinese a vantaggio della stampa internazionale. Nata con l’esigenza di dare un’immagine di trasparenza, la sua cancellazione potrebbe anche far pensare a una minore volontà di procedere su questo fronte. La conferenza stampa si tenne la prima volta nel 1988, premier Li Peng. Fu poi dal 1993, archiviato il periodo oscuro della strage di piazza Tiananmen del 1989, che tornò e si consolidò come appuntamento fisso alla fine della sessione del Cnp. Che dovrebbe, in realtà, tornare nel prossimi anni, secondo quanto ha annunciato il portavoce del Cnp Lou Qinjian. In questo senso, il punto di contatto più alto avuto dalla stampa straniera con i vertici cinesi è stato la conferenza stampa del ministro degli Esteri Wang Yi di giovedì scorso, nella quale il capo della diplomazia cinese ha segnalato l’importanza del rapporto con la Russia e del “nuovo modello di relazione di grande potenza, diverso da quello del periodo della Guerra fredda” stabilito da Pechino con Mosca, di fronte all’ostilità “sconcertante” e “assurda” degli Stati uniti.

Sudcorea multa intermediatori derivati legati ad azioni cinesi

Sudcorea multa intermediatori derivati legati ad azioni cinesiRoma, 11 mar. (askanews) – L’autorità di regolamentazione finanziaria sudcoreana ha presentato oggi un piano che impone alle banche e agli intermediari di compensare le perdite dovute ai prodotti derivati che replicano le azioni cinesi quotate sulla borsa di Hong Kong, accusandone alcune di aver rappresentato in maniera non corretta e incompleta alcuni prodotti. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


Il Financial Supervisory Service (FSS) di Seoul ha affermato che la sua ispezione preliminare, condotta per due mesi dall’8 gennaio, ha verificato “vari casi di vendite incomplete” riguardanti prodotti equity-linked (ELS) che replicano l’indice H di Hong Kong. Il valore eccezionale di tali prodotti ammontava a 18.800 miliardi di won (13 miliardi di euro) a fine dicembre, con 15.100 miliardi di won (10,46 miliardi di euro), ovvero l’80,5% del totale, destinati a essere riscattati quest’anno.


Secondo la FSS, i prodotti, se riscattati al valore di fine febbraio, registrerebbero una perdita complessiva fino a 5.800 miliardi di won (4 miliardi di euro). “I venditori hanno creato un ambiente per le vendite incompleto, fissando obiettivi di vendita eccessivi durante un periodo di crescenti rischi di perdita per i consumatori e promuovendo sforzi di vendita a tutto campo attraverso indicatori di prestazione inadeguati, trascurando il limite di vendita progettato per proteggere i consumatori”, ha affermato l’agenzia in un comunicato stampa. “A seguito della sua ispezione, (l’agenzia) ha confermato vari casi di pratiche illegali e sleali, comprese vendite incomplete”.


Le vendite incomplete si verificano quando gli istituti finanziari non riescono a fornire ai consumatori tutte le informazioni necessarie sui prodotti, compresi i termini contrattuali e i rischi associati. L’autorità di regolamentazione finanziaria in precedenza aveva affermato che l’ispezione aveva coinvolto 12 banche e intermediari locali. Il pacchetto di risarcimento proposto prevede che i venditori di prodotti ELS paghino un minimo del 20% della perdita subita dai consumatori quando si scopre che hanno violato qualsiasi regolamento, mentre il tasso di risarcimento può arrivare fino al 100%, a seconda della gravità e del numero delle violazioni e delle pratiche scorrette commesse dagli istituti finanziari.


“Le tariffe proposte sono progettate per aiutare i consumatori a ottenere un risarcimento ragionevole senza compromettere il principio della responsabilità degli investitori”, ha detto il capo della FSS Lee Bok-hyun in una conferenza stampa, sottolineando che i tassi di compensazione sarebbero diminuiti se gli investitori fossero stati pienamente informati dei rischi associati a il loro investimento. “Chiediamo – ha proseguito – una collaborazione attiva tra le istituzioni finanziarie e gli investitori affinché il nostro costo economico-sociale dovuto al prolungarsi delle controversie legali possa essere ridotto al minimo”. La FSS ha affermato che avvierà rapidamente il processo di mediazione delle controversie tenendo riunioni dell’apposito comitato su casi rappresentativi, con il primo di questi incontri previsto per il mese prossimo. “Tuttavia – ha detto ancora Lee – ogni istituto finanziario può iniziare a risarcire volontariamente i consumatori in base al tasso di risarcimento proposto”.

Giappone evita recessione tecnica, Pil IV trim. rivisto al +0,4%

Giappone evita recessione tecnica, Pil IV trim. rivisto al +0,4%Roma, 11 mar. (askanews) – L’economia del Giappone è cresciuta dello 0,4% su base annua nel periodo ottobre-dicembre rispetto al trimestre precedente, in aumento rispetto al calo preliminare dello 0,4% annunciato il mese scorso. Lo ha riferito oggi il governo di Tokyo, fornendo i dati rivisti del Pil che segnalano come sia stata evitata la recessione tecnica.


I dati rivisti mostrano un’economia in leggera ripresa rispetto alla contrazione nel periodo luglio-settembre grazie a un aumento della spesa in conto capitale. Con recessione tecnica si indica una sequenza di due trimestri consecutivi in territorio negativo.


Secondo i dati rivisti del prodotto interno lordo, le spese in conto capitale sono aumentate su base annua dell’8,4% nel quarto trimestre del 2023; i dati preliminari evidenziavano una contrazione dello 0,3%. I consumi privati, che rappresentano oltre la metà del Pil del Giappone, sono rimasti deboli al -1%, leggermente in calo rispetto al calo preliminare dello 0,9%. L’economia giapponese è cresciuta nel complesso del 2023 dell’1,9%, invariata rispetto all’1,9% preliminare e in accelerazione rispetto all’espansione dell’1% nel 2022.


I dati del ministero del Lavoro pubblicati giovedì, dal canto loro, hanno mostrato che i salari reali del Giappone, adeguati all’inflazione, si sono contratti a gennaio per il 22esimo mese consecutivo su base annua. Ciò suggerisce che la lenta crescita salariale continua a pesare sui consumi privati. Questo rende ancora più centrali, nel dibattito economico, le trattative salariali attualmente in corso tra le parti sindacali e datoriali, che dovrebbero portare a importanti aumenti nelle retribuzioni.