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Transizione digitale ed ecologica, 70% aziende chimiche cerca specialisti

Transizione digitale ed ecologica, 70% aziende chimiche cerca specialistiRoma, 4 ott. (askanews) – Per affrontare la transizione digitale ed ecologica non bastano le tecnologie, servono le persone e le loro competenze. Le principali, in ambito tecnologico sono legate principalmente al machine learning, alla robotica e all’automazione; in ambito ecologico sono riferite in larga parte alla misurazione e comunicazione dell’impatto ambientale, alla gestione dei rifiuti e all’ottimizzazione dei processi produttivi.


Secondo lo studio “Competenze e ruoli emergenti per la transizione digitale ed ecologica.” presentato oggi a Milano, realizzato dal centro MEIEC – Milan Economic Impact Evaluation Center della Statale di Milano, in collaborazione con Federchimica e condotto dal gruppo di ricerca di Edoardo Della Torre, docente di Organizzazione aziendale del Dipartimento di Economia, le aziende chimiche, per vincere le sfide alle quali sono chiamate, necessitano di professionisti con competenze specifiche nel campo digitale ed ecologico. Le stesse necessità sono state evidenziate dalle aziende farmaceutiche coinvolte nello Studio. Per stare al passo con l’innovazione – si legge in un comunicato di sintesi di Federchimica – occorre ridefinire il perimetro delle competenze per tutte le funzioni aziendali e dotarsi di nuove figure professionali. Infatti, il 70% circa delle aziende del comparto ha già introdotto o sta per introdurre nuovi ruoli con competenze specifiche per gestire la twin transition, ossia la transizione digitale ed ecologica. Tra i ruoli emergenti legati alla transizione digitale rientrano: Ingegneri dell’automazione e della robotica per i processi produttivi; Production Data Analyst e-Business Analytics Manager per l’elaborazione dati; Digital Campaign Manager e E-Key Account Manager per i nuovi canali di comunicazione e gestione dei clienti; Innovation Leader e Digital Business Partner per la gestione del cambiamento. Per la transizione ecologica sono richiesti in particolare Life Cycle Assessment Specialist e specialisti di riciclo e riutilizzo prodotto; Carbon Neutrality Manager e Sustainability Manager. Dallo studio emerge anche l’importanza di allargare il set di competenze possedute per tutti i ruoli organizzativi già esistenti.


La formazione erogata dalle università e dagli ITS per i giovani che si accingono ad entrare nel mondo del lavoro e l’aggiornamento continuo per coloro che già lavorano saranno fondamentali per gestire con successo la twin transition. “Siamo di fronte a veri e propri cambiamenti di paradigma, trasformazioni che interessano trasversalmente, e con una velocità senza precedenti, ogni settore di attività oltre che la società nel suo complesso”, commenta la Rettrice dell’Università degli Studi di Milano Marina Brambilla. “La sfida al centro di questa transizione è quindi capire in profondità come si stanno modificando ed evolvendo le competenze necessarie per superare lo skill mismatch che nel nostro Paese si continua a registrare anche nei settori industriali più avanzati. La formazione deve, quindi, continuamente dialogare con l’indagine scientifica, con il mondo aziendale e delle istituzioni, per dotarsi di tutti gli strumenti per creare professionisti allineati ai nuovi bisogni del mercato: in questo contesto, il carattere multidisciplinare della Statale è indubbiamente un punto di forza, un luogo e un’opportunità unica per superare visioni parziali, sviluppando quella sinergia tra ambiti diversi, premessa necessaria a soluzioni e risposte sistemiche e trasversali”. “La carenza di competenze, tema prioritario a livello europeo, è avvertita anche nel nostro settore, nonostante le retribuzioni siano tra le più alte nel manifatturiero, gli ambienti di lavoro sempre più inclusivi e i sistemi di welfare di altissimo livello” ha sottolineato il Presidente di Federchimica Francesco Buzzella. “Conoscenze ed esperienze devono essere messe a fattor comune, rafforzando le sinergie tra mondo del lavoro, della formazione e delle istituzioni con l’obiettivo di dotare di competenze adeguate e attrarre sempre più talenti verso un settore che, per sua natura, è votato all’innovazione e alla ricerca di altissimo livello ed è, storicamente, all’avanguardia nella gestione e nello sviluppo delle relazioni industriali”.


Per questo, Federchimica, Farmindustria e le Organizzazioni sindacali di settore FILCTEM-CGIL, FEMCA- CISL e UILTEC-UIL, lanciano un Patto Sociale aperto a tutti gli attori, pubblici e privati, della formazione che condividono la necessità di ridurre il deficit di competenze richieste per affrontare le transizioni in atto.

Parco auto in Italia sempre più vecchio, età media quasi 12 anni

Parco auto in Italia sempre più vecchio, età media quasi 12 anniRoma, 4 ott. (askanews) – Il parco circolante in Italia è sempre più vecchio tanto che, secondo un’analisi di Facile.it, l’età media delle auto che viaggiano sulle strade del nostro Paese è arrivata a settembre 2024 a 11 anni e 8 mesi, addirittura il 3% in più rispetto ad un anno prima. Continuando nella lettura dell’analisi si scopre che, vista l’età media dei veicoli, tra chi sceglie una garanzia accessoria in fase di sottoscrizione della polizza Rc ben il 39% opta per l’assistenza stradale.


Rc auto L’anzianità di una vettura, oltre ad essere probabile causa di minore sicurezza per i passeggeri e peggiore sostenibilità ambientale, incide sul premio pagato per l’assicurazione Rc auto? La risposta è sì. Facile.it ha preso in considerazione il profilo di un assicurato e ha calcolato – a parità di condizioni – quanto varia il premio medio pagato con l’anzianità del veicolo. Con un’età media di 10 anni la tariffa da sostenere per l’Rc auto è di circa 206 euro, dato che sale a 228 euro se il veicolo ha 12 anni e raggiunge addirittura i 284 euro in corrispondenza di un’anzianità di 14 anni. Una differenza del 38% in quattro anni.


I dati regionali Guardando all’età media delle vetture nelle varie regioni italiane, dall’analisi è emerso che le auto più vecchie si trovano in Basilicata, dove a settembre 2024 il valore ha raggiunto i 13 anni e 9 mesi, 2 anni in più rispetto alla media nazionale. Al secondo e terzo posto della classifica si posizionano il Molise (13 anni e 7 mesi) e, a pari merito, Calabria e Sicilia, dove – sempre mediamente – le vetture hanno 13 anni e 6 mesi. Ai piedi del podio troviamo la Sardegna (13 anni e 1 mese). Al lato opposto della classifica la Toscana, dove circolano le auto più “giovani” della Penisola: lo scorso mese l’età media era di 10 anni e 7 mesi, 1 anno in meno rispetto alla media italiana. Seguono la Lombardia (11 anni e 1 mese) e il Lazio (11 anni e 2 mesi). Quarto posto tra le più virtuose per l’Emilia-Romagna, con una media d’età di 11 anni e 5 mesi, seguita dal Piemonte (11 anni e 7 mesi).


(Foto di Nicola Forenza)

Innovazioni Fibre Net per sostenibilità a Saie e “Asphaltica” di Bologna

Innovazioni Fibre Net per sostenibilità a Saie e “Asphaltica” di BolognaRoma, 3 ott. (askanews) – Ricerca e innovazione continue per la sostenibilità di edilizia e infrastrutture, ma anche efficienza e affidabilità nella progettazione e nell’assistenza customizzata sugli interventi di costruzione, riqualificazione e consolidamento di fabbricati e opere. Il gruppo Fibre Net si presenta con queste credenziali al doppio appuntamento bolognese della Fiera delle costruzioni Saie, dal 9 al 12 ottobre presso il quartiere fieristico di BolognaFiere (padiglione 26, stand B43), e dell’evento ‘Asphaltica’, Salone internazionale delle tecnologie e soluzioni per pavimentazioni stradali, sicurezza, servizi e infrastrutture viarie, che si tiene nelle stesse date al quartiere fieristico del capoluogo emiliano (padiglione 19, stand A33).


In virtù della consolidata esperienza nello sviluppo e produzione di sistemi per ripristino, riqualificazione e manutenzione di edifici residenziali e grandi opere, Fibre Net è player di riferimento nel settore del ripristino e consolidamento strutturale in ambito civile e infrastrutturale. L’azienda, che ha aperto il 2024 nel segno dell’impegno per la sostenibilità ambientale, presenterà a Saie le certificazioni Epd (Environmental product declaration) dei propri prodotti in conformità ai Criteri ambientali minimi (Cam) oltre ad integrazioni delle ormai note soluzioni di rinforzo strutturale Crm, Frp, Frcm. Al Saie, Fibre Net sarà presente anche presso la Piazza Sismica Isi (Ingegneria sismica italiana) con un intervento tecnico alla tavola tematica ‘Alte prestazioni e sicurezza: la sfida delle tecnologie innovative’ (venerdì 11) e al corporate event ‘Fibre Net: nuovi approcci e principi progettuali su sistemi Crm per il rinforzo delle murature’ (sabato 12).


Ad ‘Asphaltica’, evento di riferimento per tutta la filiera del settore stradale in Italia e in Europa, Fibre Net metterà invece in mostra soluzioni per il ripristino e la manutenzione delle infrastrutture di viabilità e dell’underground, con particolare focus su sistemi di rinforzo in Frp e Crm per le grandi opere. Le innovazioni dedicate al tunnelling saranno presenti anche allo stand C44 – padiglione 29 della Società italiana gallerie (Sig). Cecilia Zampa, Ceo e Direttore commerciale di Fibre Net Group, ha dichiarato: “Partecipare a eventi come Saie e ‘Asphaltica’ ci permette di rimanere a stretto contatto con i nostri clienti e con le evoluzioni del mercato, offrendo al tempo stesso soluzioni all’avanguardia che rispondano alle sempre crescenti esigenze di sicurezza e sostenibilità”.

Agenda 2030, UN Global Compact: 59% aziende Ue integra SDGs in strategie

Agenda 2030, UN Global Compact: 59% aziende Ue integra SDGs in strategieRoma, 27 set. (askanews) – Sette aziende europee su dieci hanno una conoscenza approfondita dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) fissati da Agenda 2030 e sei su dieci li integrano all’interno della loro strategia aziendale, concentrandosi soprattutto su parità di genere, lavoro dignitoso e cambiamento climatico. È quanto emerge da European Private Sector SDG Stocktake 2024, il report realizzato dai Network europei di UN Global Compact e presentato ieri a New York durante la settimana dell’Assemblea Generale dell’ONU. Nell’indagine sono state coinvolte 1.422 aziende europee basate in 10 Paesi (Italia, Francia, Spagna, Regno Unito, Svizzera/Liechtenstein, Grecia, Irlanda, Bulgaria, Serbia e Turchia), con l’obiettivo di misurare il loro impegno per l’integrazione degli SDGs nel loro business.


Lo scenario europeo. Le aziende europee dimostrano un forte grado di comprensione degli SDGs, con il 69% che ritiene di averne una conoscenza approfondita e il 59% che afferma di integrarli all’interno della sua strategia di sviluppo sostenibile. Questo impegno è associato soprattutto al desiderio di rafforzare la strategia di sostenibilità aziendale (44% del campione). Il 32% degli intervistati evidenzia anche il ruolo chiave dei Global Goals per affrontare al meglio le normative europee, alla luce della progressiva implementazione delle nuove direttive dell’UE come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). In questo senso, l’87% del sotto-campione formato dalle aziende interessate dalla CSRD dichiara che farà espressamente riferimento agli SDGs nella propria informativa di sostenibilità. Il rapporto evidenzia che il settore privato europeo intraprende principalmente azioni a favore della parità di genere (SDG 5 – 44%), del lavoro dignitoso e della crescita economica (SDG 8 – 44%) e del contrasto al cambiamento climatico (SDG 13 – 40%). È incoraggiante notare che il 39% delle aziende intervistate agisce sugli SDGs integrandoli direttamente nei propri processi e attività. In generale, il 58% del campione ritiene che questo abbia avuto un impatto positivo sulla propria performance economica e il 26% lo considera addirittura significativo. Lo studio mostra, tuttavia, che il contributo allo sviluppo sostenibile e agli SDGs non è ancora misurato dalle aziende in modo sistematico ed efficiente, poiché solo un terzo degli intervistati ha fissato obiettivi specifici, misurabili e vincolati nel tempo per verificare il proprio impegno e la propria azione, così come i progressi. Inoltre, appena il 21% delle aziende ha identificato gli SDGs per loro prioritari e ha valutato gli impatti positivi e negativi delle proprie attività.


Lo scenario italiano. L’88% delle aziende italiane intervistate afferma di aver acquisito una conoscenza approfondita degli SDGs. In particolare, tra le aziende che hanno sviluppato una strategia di sostenibilità, il 72% dichiara di aver integrato direttamente gli SDGs contro il 10% che afferma di non averlo fatto: una conferma di come l’Agenda 2030 sia un framework imprescindibile per la maggior parte del settore privato. I tre principali SDGs su cui le aziende italiane intervistate concentrano i propri sforzi sono l’SDG 15 (vita sulla terra), l’SDG 3 (salute e benessere per tutti) e l’SDG 16 (pace, giustizia e istituzioni forti). A fronte dell’entrata in vigore del decreto di recepimento nel nostro ordinamento della CSRD, l’83% delle aziende italiane coinvolte ha dichiarato che farà riferimento agli SDGs nei propri report di sostenibilità. Per misurare il proprio contributo ai Global Goals, il 43% delle imprese del campione italiano utilizza indicatori di performance specifici, misurabili e fissati nel tempo, mentre il 46% si limita a utilizzare semplici KPI di performance senza obiettivi temporali e misurabilità. Un 11%, invece, non utilizza alcun tipo di misurazione.


Per quanto riguarda i risultati concreti, il 22% delle aziende dichiara di aver già raggiunto gli obiettivi che si era prefissato sugli SDGs, mentre il 70% afferma di essere sulla buona strada. Solo l’8% ritiene di non aver ancora raggiunto gli obiettivi stabiliti. Le 5 raccomandazioni di UN Global Compact. Sulla base di questi risultati, le reti europee del Global Compact delle Nazioni Unite hanno formulato cinque raccomandazioni per le aziende europee: integrare gli SDGs nelle loro attività e nei processi; comunicare sugli SDGs e definire indicatori di misurazione dei progressi; attivare sempre più partnership con attori di diversa natura, per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030; impegnarsi sulla formazione dei propri fornitori sui temi dello sviluppo sostenibile e sugli SDGs; rafforzare la connessione fra SDGs e investimenti finanziari.


Il report è stato realizzato grazie a un’indagine congiunta condotta da 10 Network Europei UNGC, i cui dati sono stati analizzati e consolidati da PwC France & Maghreb. Il campione totale di aziende intervistate è stato di 1.422, di cui il 52% aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite. La maggior parte degli intervistati sono PMI (43%), seguiti da aziende a media capitalizzazione (33%). Le microimprese rappresentano il 13% degli intervistati, mentre le grandi aziende l’11%. Per l’Italia, sono state intervistate 140 imprese, di cui il 79% aderenti al Network. “I risultati dell’indagine dimostrano la crescente propensione del settore privato europeo nell’integrare gli SDGs nelle loro strategie aziendali” ha dichiarato Marco Frey, Presidente dell’UN Global Compact Network Italia. “È fondamentale definire indicatori chiari per la misurazione dei propri progressi verso i Global Goals. Inoltre, coinvolgere le catene di fornitura in percorsi virtuosi di sostenibilità, a partire da attività di formazione e capacity building, sarà un elemento chiave per le aziende per aumentare l’impatto positivo del business al livello globale. Infine, orientare gli investimenti finanziari delle grandi imprese verso la sostenibilità e gli SDGs può dare un contributo importante nel mobilitare e scalare le risorse necessarie per garantire una crescita sostenibile e responsabile nel lungo periodo”. “Con l’Agenda 2030 che si avvicina alla sua fase finale, l’urgenza di accelerare i progressi verso gli SDGs non può essere sottovalutata”, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director dell’UN Global Compact Network Italia. “Le aziende europee hanno compiuto passi significativi nell’allineamento agli obiettivi, ma è chiaro che dobbiamo trasformare queste ambizioni in risultati concreti. Il quadro regolatorio europeo sempre più articolato e orientato alla sostenibilità, che sarà effettivo in modo graduale da oggi al 2029, offre un’opportunità unica per rafforzare l’impegno e rendere misurabili e omogenei i risultati e le performance di sostenibilità delle imprese. La collaborazione tra aziende, Istituzioni e società civile sarà essenziale per fare dell’Europa un modello di sostenibilità globale. Queste alleanze pubblico-privato-terzo settore, dunque, sono un fattore critico di successo per colmare il gap ancora esistente rispetto al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030”.

E-commerce, report eBay: protagoniste piccole imprese Centro-Sud Italia

E-commerce, report eBay: protagoniste piccole imprese Centro-Sud ItaliaRoma, 26 set. (askanews) – Il nuovo Report di eBay sul business delle imprese italiane attive sul marketplace, presentato oggi in una serie di incontri presso la Camera dei Deputati e il Senato insieme ad alcune delle imprese, rivela un dato sorprendente: sono le piccole realtà imprenditoriali del centro-sud a guidare la classifica nazionale per la “Densità digitale” eBay, un indicatore pro-capite dell’attività delle piccole imprese che operano sul marketplace.


Questo dato, che emerge dall’analisi delle transazioni effettuate nel 2022, dimostra come la digitalizzazione contribuisca concretamente a supportare il business delle aziende, indipendentemente dalla loro dimensione e posizione geografica. Ma non solo: digitalizzazione ed e-commerce favoriscono anche l’export. Il 94% delle piccole imprese italiane attive su eBay esporta i propri prodotti (raggiungendo in media 15 Paesi) e il 51% di esse vende in almeno 10 mercati internazionali. L’e-commerce si conferma un potente strumento di crescita inclusiva, capace di valorizzare il tessuto imprenditoriale composto da piccole realtà, anche lontano dai cosiddetti “hotspot tecnologici”.


Le prime sei regioni italiane per Densità digitale eBay sono tutte al centro-sud: Campania, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Si tratta di regioni che, pur affrontando sfide socio-economiche significative, dimostrano un dinamismo eccezionale nell’e-commerce. La Campania, in particolare, si posiziona non solo al primo posto della classifica italiana, ma si attesta tra le più attive in Europa, posizionandosi al secondo posto nella classifica europea per Densità Digitale su eBay, preceduta soltanto dall’Oberpfalz (Germania) e superando regioni più ricche e sviluppate. Questo dimostra che il successo nell’e-commerce non è legato esclusivamente alla presenza di grandi centri urbani o poli industriali, ma può fiorire anche in contesti territoriali diversi, trainato dalla vivacità delle piccole imprese. Barbara Bailini, Head of Categories eBay in Italia, presente agli incontri istituzionali, ha così commentato: “eBay è presente in Italia da oltre 25 anni ed è profondamente radicata nell’ecosistema economico del Paese. Il nostro marketplace offre a tutte le imprese, indipendentemente dalla dimensione e da dove si trovino, gli strumenti per raggiungere clienti in tutto il mondo e far crescere il proprio business. Sostenendo e favorendo il percorso di digitalizzazione, contribuisce a creare opportunità per le piccole imprese italiane, semplificando l’export e rendendo il mercato più aperto e accessibile”.


Le imprese che hanno partecipato alla presentazione del report, in rappresentanza dei venditori professionali su eBay, sono state: “Bruno Tras. Ferr.” di Emanuele Iodice, “You Dream Italy” di Maria Gabriella Russo, “Rubik Elettronica” di Michelina Romano e “Otticanet” di Massimiliano Vercellino. eBay consente alle piccole imprese di prosperare in tutte le regioni del globo. Questo vale anche per l’Italia, dove da oltre 25 anni facilita e supporta il percorso di digitalizzazione delle imprese, non solo di quelle che vogliono affiancare l’attività di e-commerce a quella del negozio fisico, ma anche di quelle esclusivamente online. Le piccole imprese possono prosperare sul marketplace, che non compete con loro e offre condizioni di concorrenza eque e possibilità di vendita a livello locale, nazionale e globale.


Il successo delle piccole imprese del Sud su eBay è indicativo di come l’e-commerce sul marketplace offra a tutti pari opportunità di crescere, di sviluppare il proprio business e di raggiungere milioni di consumatori in Italia e nel mondo. A differenza del commercio tradizionale, dove la distanza geografica può rappresentare un ostacolo, l’e-commerce abbatte le barriere territoriali, consentendo a piccole, medie e grandi imprese di competere alle stesse condizioni e di affacciarsi su mercati internazionali. Il 94% delle piccole imprese italiane attive su eBay esporta i propri prodotti

Federacciai, Pasini: futuro siderurgia dipende da costo energia

Federacciai, Pasini: futuro siderurgia dipende da costo energiaVicenza, 26 set. (askanews) – “Il futuro della siderurgia europea dipende soprattutto da alcuni fattori. In primis l’eccessivo costo non solo dell’energia ma anche delle materie prime a cui si aggiungono gli extra costi per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dall’Europa entro il 2030”.


A dirlo Giuseppe Pasini, Patron di Feralpi, Gruppo siderurgico italiano con presenza europea, a margine dell’Assemblea Generale di Federacciai a Vicenza. “Il Green deal non deve essere una semplice ideologia – ha aggiunto Pasini – ma interpretato con pragmatismo: gli obiettivi sono giusti ma i tempi troppo accelerati. Un altro tema chiave è la gestione di una materia prima di sua natura già decarbonizzata come il rottame la cui esportazione provoca gravi danni e carenza alla filiera. Da ultimo alla luce del contesto geopolitico attuale è necessario che l’Europa irrobustisca le misure di salvaguardia perché non venga minata la competitività delle sue imprese e la loro capacità di investire”, ha concluso.

Acampora (Assonautica): codice nautica riporto, bene approvazione regolamento

Acampora (Assonautica): codice nautica riporto, bene approvazione regolamentoRoma, 25 set. (askanews) – “Questo appuntamento e il Summit Blue Forum di Gaeta, rappresentano i due momenti strategici principali nel panorama nazionale per confrontarsi sull’andamento della pianificazione che il Governo sta mettendo in campo per l’Economia del Mare del nostro Paese. Voglio ringraziare il Ministro Nello Musumeci, per il grande lavoro che sta portando avanti e perché da subito ha riconosciuto l’importante ruolo del Sistema camerale e di Assonautica Italiana, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro Salvini, il Ministro Adolfo Urso e l’intero Governo per aver rimesso al centro l’orgoglio marittimo della nostra nazione”. Lo ha detto il Presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina, Giovanni Acampora nel suo intervento al Forum “Risorsa Mare” in corso al Marina Convention Center di Palermo.


Alla tavola rotonda “L’industria italiana del Mare”, moderata da Antonello Pinareo, è intervenuto con un video messaggio il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il confronto ha visto protagonisti, oltre al Presidente Acampora e al Ministro Nello Musumeci, Alberto Rossi, Segretario Generale Assarmatori; Luca Sisto, Direttore Generale Confitarma e Lorenzo Matacena, AD del Gruppo Caronte & Tourist. “Ringrazio anche il Gruppo Ambrosetti, con cui è stato un piacere lavorare congiuntamente alla stesura del documento strategico di programmazione, grazie all’importante contributo dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del mare – Ossermare, anche questo espressione del Sistema camerale. Ossermare da anni realizza con il Centro studi Tagliacarne di Unioncamere il Rapporto nazionale sull’Economia del Mare, che quest’anno è giunto alla XII edizione e che è il documento di riferimento per il “Sistema mare” del nostro Paese il cui perimetro di attività è misurato in tutte le sue dimensioni. L’Economia Blu nel nostro Paese vale 178 miliardi di euro tra componente diretta e indiretta e rappresenta il 10,2% del valore aggiunto dell’intera economia nazionale.


“Sono 1 milione gli addetti che lavorano in ben 228 mila imprese. Nel coordinamento strategico nazionale Assonautica di Unioncamere ricopre un ruolo istituzionale, centrale nell’Economia del Mare, di interconnessione, per raccogliere le istanze e le esigenze delle imprese e portarle nei tavoli opportuni. Un raccordo che ha l’obiettivo di facilitare e semplificare i processi e di osservare e studiare i fenomeni, trovare soluzioni e identificare nuove strategie e progetti di sviluppo per promuovere l’Economia blu in ogni sede nazionale, europea e internazionale, avvalendosi anche di Unioncamere Europa e Assocamerestero – ha proseguito nel suo intervento il Presidente Acampora -. Con l’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare e con il Centro Studi delle Camere di Commercio Tagliacarne, Assonautica ha fatto conoscere, attraverso i loro studi e Rapporti, il vero valore della Blue Economy nazionale contribuendo anche con questi dati a definire le varie proposte di legge per avere un Ministero del Mare, come anche un Piano del Mare. Con il Blue forum Italia Network, raccogliendo per primi la comunicazione 240 Final della Commissione Europea del 17 maggio 2021, Assonautica, insieme alla Azienda Speciale Informare della Camera di Commercio di Frosinone Latina, contribuisce a riunire tutta l’Economia del Mare nazionale, cioè “Gli Utenti del Mare Italiani”, per poter agire tutti insieme sulle politiche nazionali e euro-mediterranee”. “Quello che serve – ha proseguito Acampora – è una visione unica. Oggi il nostro Paese ha deciso che l’Economia del Mare è una filiera strategica e prioritaria, e tutti insieme dobbiamo affrontare questo cambiamento epocale in cui è indispensabile un nuovo dialogo sui target e sulle risorse economiche da mettere in campo per raggiungerli. Avere Raffaele Fitto Vicepresidente esecutivo alla Commissione europea per la Coesione e le riforme è un grande successo dell’Italia e del Governo, anche perché tra i ruoli a lui riconosciuti da Ursula von der Leyen è stato inserito il lavoro di promozione di un’economia blu competitiva e sostenibile in stretto coordinamento con i Commissari competenti. L’Europa ci dice che dobbiamo “essere più semplici e veloci” e l’Italia se vuole può guidare questo processo. Dobbiamo garantire la riduzione degli oneri amministrativi e la semplificazione della legislazione. Con la nuova Commissione dovremo contribuire a ridurre gli obblighi di comunicazione di almeno il 25% e per le PMI rapidamente di almeno il 35%. Per dare sempre più forza ad una “Visione Unica dell’Economia del Mare” dobbiamo superare le barriere che ancora oggi esistono, evitando un approccio parcellizzato che guarda solo ai singoli settori”.


“Il Regolamento di attuazione del codice della nautica da diporto, appena approvato dal Ministro Salvini, che ha recepito tutte le istanze di Assonautica Italiana sulla semplificazione e sulla nautica sociale, sicuramente rappresenta un importante passo avanti verso la semplificazione – ha aggiunto Acampora – ha richiesto ben 4 anni di lavoro ed è stata firmata da ben 14 Ministri. Quando guardiamo a temi come la semplificazione, la digitalizzazione e la sburocratizzazione dobbiamo pensare in modo unico, attraverso strumenti armonici e integrati che possano essere utili alle imprese e aumentare la competitività dell’intero Paese. Oggi esistono in alcuni settori degli sportelli telematici, ma agiscono in maniera esclusivamente settoriale. Ma non si può non pensare di dover dotare la nostra Nazione di uno Sportello Unico Nazionale sull’Economia del Mare. Dal Blue Forum di Gaeta abbiamo lanciato questa proposta, consegnata anche al Mimit; come esperto l’ho sottoposta anche all’attenzione della Struttura di Missione, oggi Dipartimento, per la definizione del collegato della Blue Economy che sta stilando. Per quanto riguarda le priorità, i temi fondamentali sono: green deal, ricerca e innovazione”. “Sappiamo che gli obiettivi del green deal sono molto ambiziosi – ha ribadito – e che il rischio più grande è di perdere intere filiere se non si stabilisce una rotta percorribile. Serve una mobilitazione di risorse senza precedenti in Europa e nel nostro Paese per mettere le imprese in condizione di affrontare le necessarie transizioni in materia di energia, ambiente e digitalizzazione. La transizione ecologia sta creando molti punti di discontinuità, ma può offrire delle opportunità. Occorre ragionare su un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, perché l’industria armatoriale sta affrontando un cambio di paradigma che impone una forte accelerazione verso le nuove frontiere tecnologiche”.


Da Palermo il Presidente Acampora ha poi lanciato una sfida: “Il settore industriale è in continua trasformazione e la spinta di Industria 5.0 consentirà di cavalcare sempre di più l’innovazione. Oggi, voglio lanciare una grande sfida: “Economia del Mare 5.0″. Per essere coerenti con il giusto approccio di sistema, dove il Mare ha la forza di rappresentarsi in modo unico e competitivo con il suo sistema imprenditoriale. Occorre guardare alle prospettive future con un orizzonte temporale di più ampio respiro”. Il “Sistema Mare” cresce più dell’intera economia del nostro Paese e questo dimostra che ha enormi potenzialità e che può fare molto di più. L’ambizione più grande del Piano del Mare è proprio nella sua visione d’insieme, che merita di essere sostenuta e noi continueremo ad essere in prima linea per dare attuazione alle strategie che sono ampiamente declinate nel documento”, ha concluso Acampora.

Askanews è Media Partner del Dubai Hub for Made in Italy

Askanews è Media Partner del Dubai Hub for Made in ItalyRoma, 25 set. (askanews) – Il Dubai Hub for Made in Italy di Italiacamp accoglie Askanews come Media Partner ufficiale, consolidando una collaborazione strategica con una delle più autorevoli agenzie di stampa italiane.


Da oltre cinquant’anni, Askanews offre un’informazione imparziale e approfondita, in grado di raccontare il mondo che ci circonda in maniera veloce ed immediata, attraverso contenuti multimediali e con una vocazione internazionale e digitale. Grazie alla consolidata esperienza nel settore dell’informazione, Askanews contribuirà a diffondere notizie, approfondimenti e aggiornamenti legati alle attività dell’Hub e dei suoi partner corporate e istituzionali, in Italia e negli UAE. In particolare, verranno promossi i progetti più innovativi e le iniziative imprenditoriali che valorizzano le eccellenze italiane in una delle aree più dinamiche e in crescita a livello mondiale, permettendo a partner e membri dell’Hub di aumentare la propria visibilità in Italia e all’estero.


L’iniziativa ha l’obiettivo di amplificare la promozione del Made in Italy offrendo alle aziende italiane un’importante vetrina nel contesto italiano e internazionale degli Emirati Arabi Uniti e aprendo nuove possibilità di crescita e networking globale. Leo Cisotta, General Manager di Italiacamp EMEA: “La collaborazione con Askanews rappresenta un ulteriore passo in avanti verso una completa integrazione delle attività di Italiacamp in Italia e nella regione del Golfo, in particolare e negli Emirati Arabi Uniti. Il Dubai Hub for Made in Italy si conferma come un punto di riferimento per tutte le aziende italiane interessate a espandersi nei mercati del Golfo, offrendo opportunità di business, networking, formazione. Con Askanews contiamo di portare a conoscenza di un numero sempre maggiore di aziende italiane le opportunità e le prospettive di una regione in forte sviluppo economico e transizione sociale”.


Marco Di Marco, Deputy Ceo di Askanews: “Siamo davvero entusiasti di questo ampliamento, e del nuovo respiro internazionale, dell’alleanza, sin qui sperimentata, con Italiacamp. Essere media partner di un’interfaccia strategica, per la promozione integrata dell’Italia nel mondo, in un Paese riconosciuto quale ponte tra Europa, Africa e Asia, ci consentirà di rafforzare la nostra copertura informativa multimediale, con un’offerta dedicata di prodotti e di servizi, anche di carattere specialistico, settoriale; così, come di mettere in luce il protagonismo della comunità italiana, relativamente giovane e pienamente integrata, negli Emirati Arabi Uniti, a partire dall’ampia e qualificata presenza imprenditoriale”.

Lavoro, politiche attive e formazione al centro di Net Forum

Lavoro, politiche attive e formazione al centro di Net ForumRoma, 25 set. (askanews) – Su iniziativa della senatrice Susanna Camusso, si è svolto il Summit di Net Forum, presso la Biblioteca ‘Giovanni Spadolini’ di Palazzo Madama, un appuntamento che ha rappresentato la sintesi delle attività svolte nell’anno, focalizzate sul miglioramento dell’Ecosistema del lavoro e della formazione.


Nella mattinata di lavori è stato presentato il Libro Bianco del Lavoro e della Formazione 2024, illustrato tra gli altri da Luigi Nicolais, ex Ministro della Funzione Pubblica. Sono state inoltre approfondite le linee di indirizzo di Fondimpresa, associazione senza scopo di lucro, costituita da Confindustria, Cgil ,Cisl e Uil al fine di promuovere la formazione professionale continua, per migliorare il livello di competitività delle imprese e l’occupabilità dei lavoratori. Per Fondimpresa sono intervenuti il vicepresidente Fulvio Bartolo e il direttore Elvio Mauri. Il progetto di Net Forum è basato sulla discussione permanente tra operatori della formazione attraverso la piattaforma Snap Learning e su eventi in presenza che si sono tenuti a Milano, Capri e Roma. Ed oggi, sempre a Roma, si è svolto il Summit, dedicato alla presentazione ai decision maker delle proposte che confluiscono nel Libro Bianco sulle politiche attive del lavoro. Tra gli obiettivi di Net Forum vi è l’integrazione tra pratiche formative all’avanguardia, esigenze del mercato e politiche sociali.


Il Libro Bianco si concentra sull’adattamento della formazione ai cambiamenti tecnologici, demografici ed economici, e propone un modello formativo flessibile e inclusivo in grado di rispondere alle sfide della transizione verso un,’economia digitale e sostenibile. Tra gli aspetti più rilevanti emersi dai workshop del Net Forum vi è l’importanza di promuovere competenze trasversali, come il problem setting e solving e la comunicazione, accanto alle competenze tecniche. Susanna Camusso ha sottolineato come la digitalizzazione e l’automazione, aumentando la velocità del cambiamento rendono necessaria una formazione che non si limiti a far adattare la persona al cambiamento, ma la renda protagonista dell’innovazione.


Nel 2025 il Net Forum si concentrerà sull’Intelligenza artificiale connessa al mondo del lavoro e alla formazione.

Sostenibilità e supply-chain motori dell’attività M&A in Europa

Sostenibilità e supply-chain motori dell’attività M&A in Europa

Roma, 25 set. (askanews) – L’Europa accelera il suo cammino verso la sostenibilità con una stretta regolatoria che rende il continente terreno fertile per il dealmaking. Leader aziendali e investitori danno sempre più importanza a temi legati alla sostenibilità, con un particolare occhio di riguardo verso la propria catena di fornitura, sia per questioni legali che reputazionali. Con l’entrata in vigore della CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), si intensifica la richiesta di esperti d’indagine esterni capaci di individuare i rischi nascosti della supply-chain.


Questo è il messaggio chiave che emerge dal rapporto Chain Reaction. How supply chain considerations and sustainability are shaping M&A in Europe del team Forensic Investigations & Intelligence di RSM Corporate Finance, già noto come la startup d’intelligence 36Brains. Con il supporto di Mergermarket, sono stati intervistati top manager di aziende, fondi di private equity e hedge fund provenienti da Italia, Spagna, Germania e Grecia per comprendere come gli investitori europei stanno affrontando la stretta regolatoria delle nuove normative UE. Il panorama M&A europeo Secondo l’indagine, l’attuale volume di attività di M&A in Europa rimane ben al di sopra dei livelli pre-pandemia con alcuni trend interessanti:


Aumenta la fiducia nel dealmaking in tutto il continente, con il 67% degli investitori che prevede di effettuare da una a tre transazioni nei prossimi 12 mesi I settori in maggiore crescita sono industria e chimica (28%), beni di consumo e tempo libero (22%) ed energia, industria mineraria e i servizi di pubblica utilità (22%) Germania (28%), Spagna e il Portogallo (25%) e Austria e Svizzera (17%) prevedono la maggiore crescita delle attività di fusione e acquisizione. Al contrario, l’Italia e la Grecia mostrano segnali meno promettenti, con una crescita prevista rispettivamente del 3% e del 2%. Sostenibilità e CSDDD Se in passato la Corporate Social Responsibility dipendeva principalmente dalla visione dei leader aziendali, l’entrata in vigore della CSDDD e dell’obbligo della rendicontazione di sostenibilità con la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) sta spingendo le imprese a perseguire attivamente le opportunità di sostenibilità, creando aspettative positive per il mercato. Infatti, il 92% degli intervistati ritiene che queste norme renderanno l’Europa una destinazione più attrattiva per gli investimenti.


Tuttavia, le aziende continuano a incontrare difficoltà nell’implementare azioni concrete. Con l’applicazione della LkSG(la normativa tedesca sulla supply-chain che ha preceduto la CSDDD) a gennaio 2023, la Germania si è affermata come leader europeo nella responsabilità aziendale lungo le catene di fornitura globali. Il 93% degli intervistati tedeschi considera le regolazioni nazionali strumenti efficaci per navigare i nuovi obblighi aziendali, una percentuale nettamente superiore al 43% della media degli altri Paesi dell’UE. Attualmente, i membri dell’Unione stanno osservando attentamente la Germania per comprendere le sfide che deve affrontare, poiché dovranno presto fare fronte a problemi simili. Il 68% dei leader aziendali, infatti, prevede di introdurre processi di due diligence sulla propria catena di fornitura come prassi standard nei prossimi due anni, con un focus su aspetti come l’impatto globale (28%), le violazioni dei diritti umani (25%) e l’impatto ambientale (20%). Per il 57% degli intervistati, la conformità legale e normativa rappresenta il vantaggio principale, seguita dall’allineamento con i valori aziendali (47%). In particolare, in Germania e in Italia l’87% (e in Spagna l’80%) degli intervistati ritiene che mantenere catene di fornitura sostenibili sia addirittura fondamentale per mantenere un vantaggio competitivo.


Expertise esterna Molti investitori (91%) intendono rivolgersi a specialisti esterni con una profonda conoscenza delle problematiche specifiche del settore, dei contesti locali e delle sfumature culturali per condurre un’approfondita due diligence della catena di fornitura. Se i consulenti offrono un supporto prezioso per rivedere e riprogettare i processi interni, gli esperti di indagini aziendali sono in grado di cercare riscontri relativi a problemi di specifici fornitori con un approccio volto a raccogliere riscontri o evidenze. “Controversie commerciali, ristrutturazioni della catena di approvvigionamento e una maggiore attenzione regolamentare sull’integrità della supply-chain richiedono un metodo proattivo e dinamico”, afferma Marianna Vintiadis, Partner & Head of Forensic Investigations & Intelligence di RSM Corporate Finance. “I risultati del report Chain Reactionconfermano un trend che stiamo monitorando da qualche anno: cresce la necessità di indagini aziendali approfondite. In un contesto sempre più sotto esame è fondamentale rivolgersi a specialisti che vanno oltre le informazioni provenienti da dati pubblicamente accessibili con un approccio metodico e preciso che include check locali sui fornitori e sopralluoghi in tutto il mondo, non solo ad acquisizione già avvenuta, ma anche in fase di pre-transaction tramite una due diligence approfondita. Mentre il mercato europeo dell’M&A si trova ad affrontare questi cambiamenti, le aziende che danno priorità alla sostenibilità in tutte le loro operazioni e catene di fornitura emergeranno come i target più ricercati in questa nuova era di transazioni responsabili”. Il rapporto allegato è anche scaricabile a questo link: https://www.rsm.global/italy/rsmrev/it/servizi/forensic-investigations-intelligence/reazione-catena-valutazione-sostenibilita-supply-chain-MA-europa Il presente comunicato è disponibile su www.rsm.global/italy/rsmrev/it