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IA, Fincantieri: accordo con iGenius per sviluppo piattaforma italiana

IA, Fincantieri: accordo con iGenius per sviluppo piattaforma italianaRoma, 4 giu. (askanews) – Fincantieri ha sottoscritto un accordo con iGenius, scale up italiana attiva nel campo della ricerca e sviluppo di tecnologie di Intelligenza Artificiale Generativa, finalizzato alla realizzazione di una collaborazione per lo sviluppo di sistemi di AI basati su una piattaforma interamente italiana. La collaborazione, che mira a unire l’esperienza di iGenius in materia di sviluppo e creazione di modelli di AI con il know how di Fincantieri come integratore di sistemi in tutti i settori a valore aggiunto della cantieristica, si svilupperà attraverso l’individuazione di applicazioni pratiche tanto nel settore civile quanto in ambito difesa, a partire dal supporto all’analisi dei dati acquisiti dal radar Omega 360 di Fincantieri. “Per abilitare l’Intelligenza Artificiale nel nostro Gruppo siamo partiti selezionando i casi concreti più promettenti e i player più all’avanguardia, che garantiscano da un lato l’accesso alle migliori tecnologie e dall’altro la confidenzialità dei dati trattati, proteggendo così il nostro know how. In questo senso, l’accordo con un player italiano riconosciuto a livello internazionale come iGenius rappresenta una milestone per il Gruppo e ne ribadisce la vocazione di mettere a sistema le eccellenze del nostro Paese”, ha commentato Pierroberto Folgiero, Amministratore delegato e Direttore generale di Fincantieri. Uljan Sharka, CEO di iGenius ha dichiarato: “Siamo entusiasti di intraprendere questa collaborazione con un leader globale del calibro di Fincantieri. Questa partnership rappresenta una convergenza di eccellenza tecnologica e visione di lungo periodo, con l’obiettivo di introdurre soluzioni innovative di intelligenza artificiale generativa made in Italy che ridefiniranno gli standard di efficienza, sicurezza e sostenibilità nel settore navale”.

A Roma la 5° Giornata Nazionale delle Società Benefit

A Roma la 5° Giornata Nazionale delle Società BenefitRoma, 30 mag. (askanews) – Si è svolta a Roma la Quinta Giornata Nazionale delle Società Benefit, promossa da Assobenefit, l’associazione che dal 2018 sostiene i valori identitari delle Società Benefit, modello d’impresa sostenibile sempre più diffuso in Italia e in Europa.


Quest’anno l’evento dal titolo #iosonobenefit – La nostra visione, il nostro impegno, il nostro orgoglio, ha evidenziato attraverso il lavoro di ricerca degli esperti e l’esperienza delle imprese gli elementi valoriali che rendono le Società Benefit vere game changer nell’arena economica contemporanea. “In questa V Giornata Nazionale delle Società Benefit abbiamo focalizzato l’attenzione sulla CSRD – ha dichiarato Mauro Del Barba, Presidente di Assobenefit – perché rappresenta l’opportunità di inserire il modello e relativo valore dell’assetto giuridico delle SB in un contesto più ampio che riguarda l’Europa tutta, e il cambio di paradigma che si sta costruendo.


Durante i lavori è emerso come per Assobenefit si tratti di un giro di boa verso un ruolo sempre più di indirizzo e di rappresentanza della ‘stakeholder economy’. La CSRD è un ulteriore passo in avanti ma non chiude il cerchio: la sfida è molto più complessa. La reportistica e gli indicatori sono certamente importanti, ma il vero fine è cambiare il modello di sviluppo e lo strumento che si ritiene più qualificato e avanzato è quello del duplice scopo. Il beneficio comune, oltre il profitto, dovrà accompagnare sin dall’inizio tutte le azioni e progettualità dell’impresa. Tra i relatori Emery Jacquillat, Co-fondatore della Communauté des Entreprises à Mission, l’associazione che raggruppa le imprese benefit francesi, introdotte nel 2019 sul modello della normativa italiana, che oggi sono 1.490 in crescita del 34% rispetto allo scorso anno: “Dobbiamo andare in Europa con un legal framework comparabile con CSRD, ma dobbiamo anche fare un ulteriore passo in avanti. Nell’analisi di doppia materialità la risposta alla domanda “qual è l’impatto che la mia impresa vuole avere all’esterno” è ciò che ne determina l’identità. Ora, con Assobenefit, stiamo lavorando – ed esercitando una forte azione di lobbying – per una direttiva europea sulle purpose-driven company che fornisca il quadro legislativo europeo volontario necessario a costruire un’economia sostenibile”.


La Giornata ha evidenziato come anche la Pubblica Amministrazione stia scendendo in campo, cogliendo soprattutto il denominatore comune che si può creare tra territori, impresa, terzo settore e filantropia, laddove per ciascuno di questi attori si metta al centro il concetto di impatto. “In questo modo avremo disegnato l’impresa come soggetto politico, attore del cambiamento sociale e territoriale – prosegue Del Barba.”


Nel corso dell’evento, sono stati presentati anche i primi risultati degli studi attualmente in corso, curati dall’associazione con primari partner scientifici e tecnici che confermano la forza intrinseca delle SB, espressione tangibile di una evoluzione profonda, possibile e già percepibile nel panorama imprenditoriale. Tra i dati emergenti risulta come tra il 2019 e il 2022 le Società Benefit abbiano registrato performances economiche mediamente migliori rispetto alle altre imprese ‘tradizionali’ (crescita del fatturato: +37% vs +18%, redditività misurata dall’EBITDA margin: 9% vs 8,3%); come siano caratterizzate da un’elevata produttività per addetto, distribuzione della ricchezza verso i lavoratori e un forte orientamento verso l’innovazione e l’internazionalizzazione; e come nel 2023 il numero sia cresciuto del 37,8% rispetto al 2022, raggiungendo quota 3.629 aziende, con più di 188mila persone occupate. “Numeri incoraggianti che testimoniano come sia possibile fare impresa più performante e produttiva nel lungo periodo, non rassegnandoci a stare nella parte bassa del mercato, a concorrere esclusivamente sul prezzo e qualità senza avere questa nuova responsabilità delineata, riconosciuta e più coerente e rispondente alle attuali esigenze verso una sostenibilità capillarmente diffusa”, conclude Del Barba.

Elt Group cresce ancora con acquisizione 100% Elthub

Elt Group cresce ancora con acquisizione 100% ElthubRoma, 28 mag. (askanews) – Elettronica S.p.A., società che si presenta ormai nel mercato con il brand ELT Group, ha acquisito il 100% di ELTHUB di cui possedeva già il 70% e che già lavora nel Gruppo nella divisione chiamata New Tech Lab. L’operazione appena conclusa – informa l’azienda in una nota – ha l’obiettivo di dare un nuovo slancio al sito produttivo situato in Abruzzo che da due anni contribuisce alle attività di Ricerca ed Innovazione del Gruppo ELT.


Con una value proposition già fortemente orientata verso la Ricerca e Sviluppo di soluzioni innovative in ambito Difesa e Sicurezza, ELTHUB ha infatti già apportato al Gruppo competenze nei settori della microelettronica e della biodifesa e un track record di esperienze nel settore spazio, dove lavora da molti anni a microsatelliti per esperimenti in ambito militare e civile. L’azienda ha inoltre sviluppato linee di prodotti innovativi anche in termini di sostenibilità quali tecnologie idroponiche per uso militare e civile e stampanti 3D alimentari. L’azienda possiede inoltre asset quali laboratori di Microelettronica, camera pulita certificata fino alla classe 10 (ISO 4), e un’officina meccanica con una capacità di prototipazione rapida. L’acquisizione si inserisce nel piano di crescita del Gruppo con l’obiettivo di creare un vero e proprio centro di competenza in Abruzzo nei segmenti dello Space EW e per il Ground, oltre alle linee di business correnti. Verrà dato un ulteriore impulso alla ricerca, sviluppo e produzione di sistemi EW per lo Space e per il Land attraverso una linea di prodotti relativi all’Elettro-Ottica, ai C-IED (Counter Improvised Explosive Device) e ai sistemi anti-droni che rappresentano un abilitante strategico in ambito sicurezza e protezione.


Il target atteso – si legge ancora nella nota è quello di duplicare il fatturato e il personale di questa controllata nei prossimi tre anni. “Questa operazione – dichiara l’amministratore delegato e Presidente Enzo Benigni- si inserisce nella traiettoria del piano strategico Tenet 2030, che sta ridisegnando i perimetri e le ambizioni dell’azienda in particolare nei segmenti Land, con rinnovati sistemi di contromisure C-IED e anti-droni C-UAS (Counter Unmanned Aerial System), e Space dove l’azienda negli ultimi 3 anni ha lavorato alla spazializzazione del portafoglio dei sistemi EW, electronic intelligence e jammer, avendo già portato nel 2023 un payload EW in orbita LEO. I segmenti Land e Space rappresentano una frontiera sfidante per il settore miliare e civile a cui dedichiamo investimenti e ricerca creando oggi un centro di competenza in Abruzzo per business nuovi e tradizionali generando valore e crescita “.


Rinnovato anche il CDA di ELTHUB che vede come Presidente, Lorenzo Benigni, già membro del precedente CDA, e consiglieri Amaury Choppin e Lavinio Perotti. Affidato l’incarico di Direttore Generale ad Ermanno Petricca.

Lavoro, come riconoscere un’azienda tossica per evitarla

Lavoro, come riconoscere un’azienda tossica per evitarlaRoma, 27 mag. (askanews) – Il fenomeno della “Great Resignation”, noto in Italia come “Le Grandi Dimissioni”, ha scosso il panorama lavorativo globale, generando una serie di trasformazioni senza precedenti. Nel 2022, secondo gli ultimi dati del Ministero del Lavoro riguardanti le comunicazioni obbligatorie, sono state registrate quasi 2,2 milioni di dimissioni, segnando un aumento del 13,8% rispetto al milione e 930 mila del 2021. A fare eco a questa tendenza il sondaggio “New Year, New Career” di Monster.com, secondo il quale nel 2023 ben il 96% dei lavoratori era alla ricerca di una nuova posizione lavorativa. Le principali ragioni includono la necessità di un reddito più alto (40%), la disoccupazione (35%), la mancanza di opportunità di crescita (34%), e un ambiente lavorativo tossico (25%).


L’idea di abbandonare il proprio impiego, il più delle volte, è pervasa da una serie di rischi e paure. Rinunciare alla familiarità di un ambiente stabile, alla propria routine lavorativa, ai colleghi di lunga data richiede una valutazione attenta e ponderata. Tuttavia, uscire dalla propria zona di comfort può portare a nuove possibilità di crescita e realizzazioni, soprattutto alla luce dei cambiamenti avvenuti durante la pandemia e all’adozione dello smart working. Eventi che hanno contribuito a ridefinire le priorità, sia personali che professionali. Emergono infatti nuovi modelli di aziende che pongono il benessere e la crescita dei dipendenti al centro delle proprie azioni, creando un ambiente di lavoro sano e virtuoso. Al contrario, un contesto lavorativo tossico, può avere pesanti ripercussioni sulla vita dei lavoratori, influenzando negativamente la loro salute mentale e la qualità della vita. Sorge dunque una domanda: come riconoscere e, di conseguenza, evitare un’azienda tossica, soprattutto se si è alla ricerca di un nuovo lavoro?


La leadership “In un ambiente lavorativo, la qualità della leadership è cruciale – afferma Alessandro Da Col, Top Voice di LinkedIn e Mindset ed Executive Coach e co-fondatore, insieme ad Alessandro Pancia, dell’Accademia Crescita Personale Meritidiesserefelice – spesso, le atmosfere tossiche derivano da una direzione inadeguata. Un leader efficace non solo interviene prontamente di fronte ai comportamenti dannosi per il team, ma agisce anche da modello, motivando e ispirando in maniera autentica. Inoltre, è necessario comprendere che comunicare efficacemente, sviluppare lo spirito di gruppo con azioni di team building e fare cultura sono tre aspetti fondamentali per il successo e il corretto posizionamento sul mercato. Infine, il buon leader delega trasmettendo fiducia ai colleghi, i quali, diventando sempre più autonomi, possono proporre nuove idee, immaginare soluzioni diverse per raggiungere un obiettivo e testare la propria creatività con un ragionevole margine di errore. Se, invece, il leader è accentratore, questa sua caratteristica è indice di tossicità”. L’equità Il co-fondatore, Alessandro Pancia, anche egli Top Voice di LinkedIn, sottolinea l’importanza di un trattamento equo da parte dei dirigenti verso tutti i dipendenti, senza favoritismi basati su rapporti personali, ma mantenendo una chiara separazione tra la sfera professionale e quella personale. “E’ importante dunque, agire equamente e con la massima trasparenza, condividendo sempre, nei singoli team, le informazioni, trasmettendo il proprio know how ai neoassunti e rispettando le proprie mansioni”.


L’errata gestione degli errori Se il dipendente commette un errore, soprattutto se involontario e di entità minima, non deve essere mobbizzato, ma avere l’occasione di correggere il danno arrecato all’azienda. “Emarginare un lavoratore, in questo caso, può innescare dinamiche negative – spiega Alessandro Da Col – sia perché le persone che lavorano in azienda non vengono valorizzate, sia perché possono nascere rivalità e conflitti tra colleghi che faranno a gara per non essere incolpati di questo errore”. Dunque, è fondamentale mettere in pratica una sana cultura del fallimento e, al tempo stesso, dare un giusto riconoscimento in caso di successo, perché così si trasmette energia positiva. Il rispetto degli orari Riguardo agli orari, occorre rispettare la separazione tra lavoro e vita privata, quindi è giusto il diritto alla disconnessione nelle ore notturne e nei giorni festivi, suggeriscono i due esperti.


Evitare il rust out In un ambiente di lavoro stimolante, il rust out, ovvero la mancanza di slancio e di stimoli quando si devono affrontare nuovi progetti e nuove mansioni, deve essere ridotto al minimo, anche quando si svolge un lavoro ripetitivo. “In questo caso, il segreto sta, innanzitutto, nell’affrontare il problema con il proprio capo e, successivamente, iniziare a svolgere compiti più sfidanti e meno noiosi”, conclude Alessandro Pancia.

Rina: ricavi 2023 a quota 800 milioni, in piano 2030 obiettivo 2 mld

Rina: ricavi 2023 a quota 800 milioni, in piano 2030 obiettivo 2 mldMilano, 27 mag. (askanews) – L’assemblea dei soci di Rina – gruppo multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica – ha approvato il bilancio 2023 che vede ricavi in crescita del 10% a 797 milioni, ebitda del 13% e l’utile netto salire a 12,5 milioni. Rina ha chiuso il primo trimestre 2024 con una raccolta ordini di circa 310 milioni (stabile rispetto allo stesso periodo 2023) e a ricavi gestionali pari a 210 milioni (+17%).


A sostegno della nuova fase di sviluppo, Rina ha presentato il nuovo piano strategico con l’obiettivo di raggiungere quota 2 miliardi di ricavi organici al 2030 e il 20% di ebitda. Il piano prevede una crescita media dei dipendenti dell’8% annuo, fino ad arrivare a quota 10.000 nel 2030. “Sono molto lieto di avere avuto la possibilità di completare l’operazione che ha portato all’entrata di Fondo Italiano d’Investimento nel nostro azionariato”, ha commentato Ugo Salerno, presidente esecutivo di Rina. “I nuovi azionisti hanno dimostrato di credere nel potenziale di Rina, supportando una nuova fase di sviluppo che avverrà sia per linea organica sia inorganica”.


Un’ulteriore spinta alla crescita potrebbe arrivare da operazioni di M&A, grazie anche ai capitali provenienti dai nuovi azionisti. Rina prosegue il percorso di affermazione del proprio brand nei mercati esteri rinnovando il focus verso gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’America Latina e il Medio Oriente. Proseguono gli investimenti anche in India e in Asia nonchè il consolidamento della leadership in Italia.

Tonno in scatola, nel 2023 numeri ancora in fase di assestamento

Tonno in scatola, nel 2023 numeri ancora in fase di assestamentoRoma, 23 mag. (askanews) – Acquistato dal 96% delle famiglie italiane che ne apprezzano praticità e comodità (58,6%), è consumato almeno una volta a settimana dal 60,6% degli italiani che praticano sport. Ben il 39,4% dei nostri connazionali lo sceglie come valida alternativa alla carne o al pesce fresco (Fonte: indagine AstraRicerche 2024 per Ancit – Associazione Nazionale Conserve Ittiche e delle Tonnare). Stiamo parlando del tonno in scatola: alimento ad alto valore aggiunto di uno dei settori più virtuosi e tradizionali dell’industria alimentare italiana.


L’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Spagna nonché uno dei più importanti mercati per il consumo di questo alimento a livello globale. Il settore delle conserve ittiche fa scuola nel mondo, rappresentando un valore per il territorio e per il Paese. Il tonno in scatola guida produzione e consumo, ma anche acciughe sotto sale e sott’olio, sgombri, sardine, salmone, vongole e antipasti di mare fanno del comparto il simbolo della tradizione gastronomica italiana, contribuendo al prestigio del made in Italy in tutto il mondo. Sebbene i dati del 2023 parlino ancora di contrazione dei volumi (complice l’inarrestabile aumento dei costi di produzione e la riduzione del potere di acquisto degli italiani), i numeri si stanno riallineando con i livelli del 2019, a conferma della tenuta dei consumi. I dati attuali sono, infatti, comparabili e in linea con lo scenario pre-Covid, facendo emergere una sostanziale stabilità (dopo i picchi del biennio 2020-2021), confermando un’onda lunga di assestamento, che si auspica possa avere termine nel 2024 per una nuova ripartenza del settore. Nel 2023, la produzione nazionale di tonno in scatola si è attestata su 73.581 tonnellate (-0,91% sul 2019 contro -4,95% sul 2022), con un volume del prodotto totale disponibile per il mercato italiano di 143.250 tonnellate (-4,9% sul 2022), che ha alimentato circa 2,42 kg di consumo pro capite, a conferma dell’importanza del prodotto nella dieta degli italiani. A valore, il mercato è stato di 1.674 milioni di euro (+8% sul 2022 e +26,34% sul 2019, causa lo choc inflazionistico) per un settore che conta più di 1.500 addetti. Nello stesso arco di tempo, le esportazioni hanno raggiunto quota 27.926 tonnellate (+8,65% dal 2019).


L’andamento del settore conserviero ittico – che comprende anche sgombri, acciughe sott’olio e sottosale, sardine, salmone in scatola, rispecchia quello delle conserve di tonno, con consumi a volume in calo sul 2022 (-5,93% con 18,3 mila tonnellate tra alici, sgombro, salmone, sardine, vongole e altre conserve), ma in sostanziale tenuta nel 2019 (-3,8%). Il fatturato del settore conserviero ittico nel 2023 è stimato in circa 2 miliardi di euro. I consumi sul retail in linea con il 2019: buoni trend per il tonno al naturale.


I consumi sul canale retail (GDO + Discount) parlano di vendite a volume per il tonno sott’olio e al naturale di quasi 111.000 tonnellate (praticamente in linea con le 111.425 tonnellate del 2019, segnando un -4,59% sul 2022), a fronte di un valore totale di mercato, che include tutti i canali, di circa 1.674 milioni di euro (+7,6% sul 2022 e +20% sul 2019). Analizzando le tendenze per singolo prodotto, a fronte di una stabilità del tonno all’olio (e fase di assestamento che ha avuto dei picchi importanti nel 2020-2021), si registra un leggero incremento del tonno al naturale (probabilmente per ragioni salutistiche), con un tonno in scatola ricettato che ha mantenuto. Nel dettaglio, il tonno sott’olio si attesta oggi a 96.238 tonnellate, quasi in linea con le 97.395 tonnellate del 2019 (-1,19%) mentre il tonno al naturale, pur rappresentando una quota inferiore, è passato da una vendita a volume di 14.030 tonnellate del 2019 a 14.736 nel 2023 (+5,03%), incontrando un po’ di più le preferenze dei consumatori. Anche il tonno ricettato passa dalle 7.044 tonnellate del 2019 alle 7.368 del 2023 (+4,60%). Stessa tendenza anche per le acciughe (con 4.952 tonnellate, +1,4% sul 2019) e le sardine (1.677 tonnellate, +2,32%), a fronte di una leggera flessione per lo sgombro (9.108 tonnellate, -4,15%) e il salmone in scatola (con 1.667 tonnellate, -7,23%). ‘Il mercato si sta riposizionando rispetto al pre-Covid – afferma Giovanni Battista Valsecchi, Presidente di Ancit -. Il 2023 non è stato un anno facile per il comparto delle conserve ittiche, con uno shock inflazionistico che ha generato una perdita dei volumi sui mercati. In particolare, il costo dell’olio d’oliva, ingrediente alla base della ricetta della tradizione, desta preoccupazione: le avversità del cambiamento climatico, dalla siccità agli agenti patogeni, si riflettono sul calo delle produzioni con conseguente incremento del suo prezzo. Ma al di là delle difficoltà che il mercato sta vivendo (e che riguardano più in generale l’ambito dell’andamento del mercato del food e dell’alimentare preconfezionato), ci conforta sapere che, rispetto al 2019 (dopo i picchi registrati nel 2020-2021), i consumi a volume sono rimasti sostanzialmente stabili e che, nel frattempo, l’industria è andata avanti nella direzione di nuovi prodotti e dell’innovazione. Siamo di fronte ad una fase di assestamento che non ha ancora trovato un suo punto di caduta definitivo, per un auspicato rilancio del comparto. L’andatura del mercato nazionale si conferma anche nell’export, in corso di assestamento con valori comunque superiori al 2019. Il punto di caduta rispetto al 2019 è comunque positivo’.


Conserve ittiche e circular economy: un comparto virtuoso dell’industria italiana. L’industria italiana delle conserve ittiche è costantemente impegnata a razionalizzare i processi produttivi e rendere sempre più efficiente l’impiego delle risorse, dei residui di lavorazione e dell’energia. Il tonno in scatola possiede diverse prerogative di sostenibilità, con un ciclo produttivo a basso impatto ambientale, un limitato impiego di acqua ed energia e il riutilizzo dei residui di lavorazione in importanti settori produttivi, diventando un esempio virtuoso di circular economy. Nell’industria delle conserve ittiche, del pesce non si butta via niente. Grazie all’upcycling e ai processi innovativi, una volta selezionata la porzione di pesce da destinare all’inscatolamento (43-45% del totale), il resto del tonno pescato (pari a oltre il 50% – carne rossa, pelle, scheletro, testa, ecc.), può essere trasformato in numerosi co-prodotti destinati all’alimentazione e/o utilizzati nella farmaceutica, nutraceutica e nella cosmesi (vd. infografica). Inoltre, sempre nel segno dell’innovazione e della sostenibilità, il settore ha compiuto un ulteriore passo avanti con lo sviluppo di nuovi prodotti che prevedono un minor contenuto di olio nelle confezioni, a fronte dello stesso quantitativo di tonno, rispondendo alle esigenze del consumatore in termini di sostenibilità, lotta allo spreco alimentare, alimentazione sana ed equilibrata. Italiani virtuosi nel riciclo: avviate nel 2023 428.043 tonnellate di imballaggi in acciaio. Le scatolette di tonno sono fatte di materiali – alluminio e acciaio – riciclabili al 100% all’infinito senza perdere le proprie intrinseche qualità. Gli imballaggi sono una delle voci più impattanti sulla sostenibilità dei prodotti alimentari preconfezionati. Una premessa che fa onore: l’Italia è il Paese che più di ogni altro in Europa ricicla, arrivando al 71,5% effettivo. Nel 2023 l’Italia ha ottenuto risultati straordinari, con un nuovo record: sono state avviate a riciclo 428.043 tonnellate di imballaggi in acciaio (+2% rispetto all’anno precedente), sufficienti per realizzare circa 4.280 km di binari ferroviari, in grado di coprire idealmente la distanza tra Siena ed Edimburgo, permettendo di risparmiare 6.625 TJ di energia primaria e di evitare l’emissione di 539.000 tonnellate di CO2. Sono stati raccolti in media 4,8 Kg di imballaggi in acciaio per abitante, attestandosi su un tasso di avvio a riciclo degli imballaggi in acciaio pari all’87,8%, superando ampiamente già oggi l’obiettivo europeo dell’80% fissato per il 2030 (dati RICREA – Consorzio nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio, uno dei 7 consorzi di filiera del Sistema Conai). E anche per il vetro, per il quarto anno di fila, il nostro Paese ottiene risultati sopra il target UE fissato al 2030 (75%). Il riciclo del vetro registra nel 2022 un tasso di riciclo record superiore all’80% (Fonte: Co.Re.Ve.), con una raccolta di 2,5 milioni di tonnellate di vetro in un anno. Ogni italiano mediamente ha riciclato 1,6 kg di vetro in più nello scorso anno, arrivando a una media di 42,6 kg. Il materiale che arriva in discarica è ridotto così di 100.000 tonnellate, con risparmi pari a 18 milioni di euro sui costi di smaltimento. L’innovazione vs tradizione: il capitale umano dietro una scatoletta di tonno. La storia delle conserve ittiche è frutto di secoli di memoria e cultura di un Paese, tramandati di generazione in generazione: un saper fare antico che risponde a regole precise, ancora valide. Il comparto delle conserve ittiche ha saputo evolversi, adeguandosi alle esigenze moderne, con l’avvento di nuove tecnologie e tecniche di produzione che hanno permesso di innalzare ai massimi livelli gli standard qualitativi e igienico-sanitari, pur restando fedele alla tradizione. Macchine di ultima generazione a raggi infrarossi, impianti automatizzati, barriere tecnologiche alle contaminazioni, certificazioni di qualità, protocolli sanitari per l’alimentazione: anche se l’innovazione ha fatto passi da gigante, in tutti i processi, anche i più automatizzati, è l’elemento umano ad essere insostituibile per controllare un sistema di produzione sempre più complesso e garantire la continuità tra tradizione e innovazione. Dal capitano del peschereccio al suo macchinista, dal veterinario pubblico che controlla il pesce in tutte le fasi di lavorazione, dai tecnici della cottura agli esperti della ricetta, dai pulitori ai selezionatori, dai meccanici dell’inscatolamento ai controllori della qualità, fino ai responsabili della logistica ed ai trasportatori, sono tante le professionalità che concorrono al successo di una scatoletta o di un vasetto di tonno. Una curiosità: nell’industria ittica è alta la presenza di personale femminile. Uno dei patrimoni del comparto è rappresentato, infatti, in maniera esemplare dalla capacità e dall’abilità delle donne. Tradizionalmente, merito della grazia e delicatezza delle mani femminili, le donne erano addette soprattutto alla pulitura e selezione dei tranci di tonno per l’inscatolamento e alla cosiddetta ‘arringatura’ delle alici. Oggi a queste figure, con l’evoluzione del settore, se ne affiancano anche altre che rivestono ruoli di responsabilità e compiti direttivi nella produzione e nell’amministrazione. Il settore delle conserve ittiche, per la sua storia, da sempre applica il sistema delle ‘quote rosa’.

Mutui, Facile.it: richieste +17% nei primi quattro mesi del 2024

Mutui, Facile.it: richieste +17% nei primi quattro mesi del 2024Roma, 21 mag. (askanews) – Finalmente segnali positivi per il mondo dei mutui per l’acquisto casa: secondo l’analisi di Facile.it e Mutui.it, nei primi quattro mesi del 2024 la richiesta di finanziamenti è aumentata del 17% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tornano a crescere anche l’importo medio richiesto (+1,9%) e il valore medio degli immobili oggetto di mutuo (+2%).


“Il 2023 è stato un anno complesso per il mercato dei mutui, colpito dall’aumento dei tassi di interesse e da una minore disponibilità economica da parte delle famiglie, già alle prese con l’aumento dell’inflazione”, spiegano gli esperti di Facile.it. “II 2024, però, è partito positivamente, con una richiesta in aumento, trainata soprattutto dal miglioramento delle condizioni offerte dalle banche per i tassi fissi, che ha generato fra i consumatori una maggiore fiducia verso il futuro”. Il profilo del richiedente. Analizzando un campione di oltre 200.000 richieste di mutuo raccolte online emerge che chi ha presentato domanda di finanziamento nei primi 4 mesi dell’anno ha puntato ad ottenere in media 132.290 euro, importo in lieve aumento (+1,9%) rispetto allo stesso periodo del 2023. Cresce anche il valore medio dell’immobile oggetto di mutuo, che arriva a 204.545 euro (+2%). La durata del mutuo scende da 25 a 24 anni, mentre l’età media dei richiedenti arriva a 40 anni e mezzo (in aumento di un anno rispetto al 2023).


Limitando l’analisi alle sole richieste di mutui per l’acquisto della prima casa, emerge che l’importo medio richiesto nei primi 4 mesi del 2024 è stato pari a 136.244 euro, in aumento dell’1,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In lieve calo, invece, il valore medio dell’immobile, sceso a 186.915 euro (-1%). Rimangono sostanzialmente stabili, in fine, l’età media del richiedente (37 anni e mezzo) e la durata del piano di ammortamento (26 anni). Crescono le richieste di surroga, trainate dalle condizioni favorevoli offerte dalle banche per i tassi fissi: nei primi 4 mesi del 2024 hanno rappresentato il 26% delle richieste raccolte online, in aumento di 9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.


L’offerta ed i tassi. Sul fronte dell’offerta, Facile.it ha rilevato che nei primi quattro mesi dell’anno le condizioni proposte dalle banche sono state nel complesso favorevoli, in particolare per i tassi fissi, con indici in calo trainati dalla diminuzione dell’IRS. Guardando alle migliori offerte disponibili oggi per un mutuo standard da 126.000 euro in 25 anni (LTV 70%), i tassi fissi partono da un TAN pari al 2,59%, vale a dire una rata mensile di 571 euro, ovvero 90 euro in meno rispetto alla miglior rata disponibile a maggio 2023. Condizioni così favorevoli non si vedevano da settembre 2022. Indici ancor più vantaggiosi per i cosiddetti mutui green a tasso fisso (per immobili in classe A o B): in questo caso i tassi partono da un tasso TAN pari a 1,99% con una rata mensile di 533 euro.


Il miglioramento delle condizioni ha riguardato anche i tassi fissi sulla surroga: oggi, chi vuole cambiare banca, può trovare offerte con indici TAN che, per un mutuo medio, partono da 3,05% pari ad una rata di 600 euro (che scende a 577 euro in caso di surroga green). Ancora fuori mercato invece l’offerta di tassi variabili: i migliori tassi partono da 4,58% ed una rata di circa 700 euro.

Gruppo Aton, 1 trimestre in crescita: ricavi +6% a 5,5 mln

Gruppo Aton, 1 trimestre in crescita: ricavi +6% a 5,5 mlnRoma, 19 mag. (askanews) – Il Gruppo Aton apre il 2024 con lo sguardo rivolto all’estero. Il primo trimestre dell’anno si è chiuso positivamente per la tech company che dal quartier generale di Villorba, nel Trevigiano, accompagna le aziende nella trasformazione digitale e sostenibile. “I numeri realizzati in questi primi tre mesi hanno evidenziato un fatturato stabilmente in crescita rispetto all’anno precedente”, analizza in una nota diffusa dall’azienda la Cfo del gruppo, Tania Zanatta. “Ponendo il focus sui macro dati del primo trimestre di Aton, e confrontandoli con lo stesso segmento temporale dell’anno scorso, i ricavi sono a 5,5 milioni di euro (+6%, in assoluto 300 mila euro in più), l’Ebitda è stabile a poco meno di un milione di euro e il portafoglio ordini a backlog è pari di 24 milioni di euro”. In linea anche il margine Ebitda di gruppo, che sale al 18%, segnando un +2% rispetto alla percentuale del trimestre precedente (ottobre-dicembre 2023).


Crescono di un 5% le vendite di prodotti e servizi Aton, che ammontano quindi al 78% del fatturato complessivo, contro il 73% del primo trimestre 2023. Il 59% delle vendite è costituito da fatturato ricorrente. In un contesto economico complesso il Gruppo Aton aveva chiuso l’esercizio 2023 con un fatturato di 22,8 milioni di euro, confermando una crescita (+2,2%) sul 2022. Positivo anche l’aumento dei margini registrato nella seconda parte del 2023, con un Ebitda di gruppo al 16%, rispetto al 9% registrato nel primo semestre.


“Tutti gli indici confermano la solidità del business Aton ed il rapporto di fiducia di lungo periodo con i clienti”, commenta Il Ceo, Giorgio De Nardi. “Il Gruppo si prepara ad una crescita sfidante, l’obiettivo è raggiungere i 6 milioni di Ebitda nel 2024. Questo primo scorcio del 2024 porta delle ottime notizie nel processo di internazionalizzazione. Abbiamo infatti realizzato un importante accordo con un cliente strategico in Gran Bretagna, che opera nel settore dell’oil & gas: la nuova partnership porterà i propri effetti a partire dall’esercizio appena iniziato”. Si conferma così la propensione internazionale ed inclusiva del gruppo, che oggi occupa persone di 18 nazionalità diverse, (c’è chi lavora in smart working da Barcellona e in Sudafrica). Sono già 17 le new entry del primo trimestre, che fanno raggiungere quota 240 il numero complessivo dei collaboratori, gli atonpeople.


Aton è un’azienda innovativa con headquarter a Villorba, nel Trevigiano, operativa nel settore digitale-informatico, con circa 240 persone impegnate nello sviluppo di soluzioni e servizi per la trasformazione digitale sostenibile delle vendite omnichannel e dei processi di tracciabilità e supply chain aziendale. Tra i clienti, top player nel settore del fashion e del retail, dell’industria, della grande distribuzione organizzata e del settore gas & oil. Fondata da Giorgio De Nardi, fin dalla nascita, nel 1988, la sua missione è crescere insieme all’ecosistema di collaboratori, clienti, partner, ambiente e comunità, realizzando profitti crescenti, etici e sostenibili. Per questo nel 2021 è diventata società benefit e ha integrato nel proprio statuto obiettivi sociali (people), ambientali (planet) oltre che economici (prosperity). Nel 2023 è entrata a far parte della community delle aziende B Corp che si impegnano in un percorso di miglioramento continuo per trasformare il sistema economico globale. Il fatturato del 2023 è stato di 22,8 milioni di euro. Il business si articola in vendita di servizi, consulenza e prodotti IT.

Tim, Romano: nostre reti sempre piu’ efficienti e sostenibili

Tim, Romano: nostre reti sempre piu’ efficienti e sostenibiliRoma, 17 mag. (askanews) – “L’intelligenza artificiale è sempre più integrata nella nostra vita quotidiana e sta trasformando il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo – ha dichiarato Elisabetta Romano, Chief Network Operations & Wholesale Officer di TIM, intervenendo oggi alla Luiss per la presentazione del Rapporto sull’ “Intelligenza artificiale in Italia” realizzato dall’Università e da minsait.


“Le applicazioni basate sull’AI – ha sottolineato Romano – possono interessare pressoché tutti gli ambiti della gestione operativa e commerciale degli operatori di telecomunicazioni: dalla manutenzione predittiva degli apparati alla gestione automatica del customer service, dall’ottimizzazione logistica del supporto tecnico, fino all’automazione di alcuni passaggi del processo di vendita”. “In particolare – ha spiegato ancora Romano – TIM è stata tra i pionieri in Italia sviluppando, con competenze interne, le prime soluzioni di machine learning per rendere le nostre reti sempre più efficienti e sostenibili, grazie proprio ad algoritmi di intelligenza artificiale. Questo significa non solo risparmi energetici, ma anche ad esempio ottimizzare gli allarmi di rete per l’individuazione di anomalie di traffico al fine di poter tempestivamente prevenire le interruzioni del servizio, fino all’ottimizzazione degli interventi dei tecnici on field”.

Pettenon firma accordi sindacali per i dipendenti G&P cosmetics

Pettenon firma accordi sindacali per i dipendenti G&P cosmetics

Milano, 17 mag. (askanews) – Il gruppo Pettenon Cosmetics ha annunciato in una nota di aver chiuso “importanti accordi sindacali, a vantaggio dei dipendenti di G&P Cosmetics”. L’azienda di Sansepolcro, controllata al 100% dal gruppo e che conta circa 140 collaboratori, è specializzata nella produzione di colorazioni per il settore professional haircare.


Il dialogo tra Pettenon group, la rappresentanza sindacale unitaria e l’organizzazione sindacale territoriale, spiega la nota, “ha portato alla stipula di due accordi, volti a promuovere il benessere dei dipendenti di G&P: un concreto impegno per valorizzare il personale e migliorare le condizioni lavorative all’interno della sede produttiva, in linea con il piano di integrazione nel gruppo da completarsi entro il 2025”. Il primo accordo introduce un premio di partecipazione legato ai risultati aziendali e a indicatori di sostenibilità, segno del contributo dei dipendenti al successo dell’azienda. Il secondo riguarda l’implementazione, per l’anno 2024, di un regime sperimentale di flessibilità della prestazione lavorativa, che offre maggiore elasticità nella pianificazione industriale per la gestione dei picchi di lavoro, salvaguardando al contempo le ferie dei lavoratori. Questo accordo propone una soluzione equilibrata sia per le esigenze aziendali di G&P che per quelle dei lavoratori. Inoltre, in linea con la politica aziendale del gruppo Pettenon, i dipendenti di Sansepolcro già nel mese di giugno otterranno un premio da utilizzare come flexible benefit per i risultati del 2023 e, da settembre 2024, potranno usufruire di buoni pasto.


“Grazie ad un approccio collaborativo e costruttivo dei rappresentanti sindacali dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, presenti sia in Pettenon, sia in G&P, abbiamo ottenuto risultati positivi che hanno apportato significativi miglioramenti nella vita dei nostri dipendenti e vantaggi tangibili sia per loro, che per l’azienda – ha dichiarato Mario Greganti, chief human resources officer di Pettenon Cosmetics – La promozione di relazioni industriali basate su valori quali responsabilità, innovazione, trasparenza e collaborazione, è nel Dna del nostro gruppo e ha contribuito a creare un ambiente lavorativo più sicuro, inclusivo e appagante”.