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Land flipping, compravendita terreni USA rivoluziona mercato immobiliare

Land flipping, compravendita terreni USA rivoluziona mercato immobiliareRoma, 1 dic. (askanews) – L’investimento immobiliare è generalmente associato al settore degli affitti e a quello delle compravendite di abitazioni. Tuttavia, in pochi sono a conoscenza di un modello di business diverso, innovativo e altamente profittevole: la compravendita di terreni negli USA o Land flipping. Non sorprende che personaggi come Ted Turner (fondatore della CNN) o Bill Gates (fondatore di Microsoft) siano oggi tra gli investitori terrieri più prolifici al mondo (2022 Land Report 100). Secondo l’ultimo rapporto sul mercato fondiario americano, nel 2021 il settore ha vissuto un anno eccezionale, segnando la sua performance più brillante degli ultimi dieci anni. Le vendite di terreni sono aumentate del 6%, superando di gran lunga il ritmo di acquisizioni di altri tipi di proprietà commerciali (2021 Land Market Survey – Realtors Land Institute, principale organizzazione immobiliare fondiaria americana – National Association of Realtors, principale associazione di categoria americana nel settore immobiliare residenziale e commerciale).

“Nell’ambito degli investimenti immobiliari, la compravendita di terreni negli USA, è senza dubbio la soluzione più accessibile, solida e promettente – spiega Arturo Paturzo, esperto nel mercato americano del Land flipping e docente della Joe Ross Italia – con ritorni economici intorno all’80% per ogni transazione. Il Land flipping è, in realtà, un modello di business molto semplice: si tratta di individuare, mediante appositi softwares, proprietari di terreni potenzialmente interessati a vendere sottocosto e di contattare quegli stessi proprietari attraverso una campagna marketing, avanzando una proposta di acquisto per le loro proprietà (in caso di risposta positiva, i terreni vengono generalmente acquistati a prezzi che variano tra il 20% e il 50% del valore di mercato). Una volta acquistati i terreni, questi vengono quindi rivenduti a terzi a un prezzo che, il più delle volte, si attesta tra l’85% e il 100% del valore di mercato. La decisione di operare negli USA è dettata da diversi fattori, tra cui un inventario smisurato, una burocrazia quasi inesistente, il regime fiscale favorevole e la facilità di accesso ai dati. In aggiunta, l’acquisto di un terreno non comporta certo la lunga serie di verifiche, attività e preoccupazioni che normalmente accompagnano l’acquisto di una casa (o la messa a reddito)”. La stragrande maggioranza degli investitori immobiliari, nazionali e internazionali, si concentra sul mercato residenziale, trascurando il mercato dei terreni e favorendo, in questo modo, coloro che, invece, investono in questo asset, che quindi risulta molto meno competitivo e molto più ricco di opportunità.

“Attraverso un’operazione di flipping è possibile ottenere ritorni superiori al 100% -spiega Paturzo – e, implementando strategie avanzate e dopo aver maturato la necessaria esperienza, si può raggiungere quello che viene definito un ‘ritorno infinito’, sogno ultimo di ogni investitore immobiliare. Si tratta del ritorno sull’investimento generato da operazioni in cui, a fronte di un investimento minimo, si incassano profitti molto alti (tipicamente siamo tra il 300% e il 500%, anche se valori del 1000% – o superiori – non sono certo impossibili). Una mia operazione standard? Terreno di 5 acri (un acro sono circa 4000 mq) in Pennsylvania acquistato per 32.000 dollari e spese accessorie pari a 3000 dollari. A distanza di 3 mesi ho rivenduto il terreno per 65.000 dollari, generando un profitto di 30.000 dollari e un ritorno di circa il 90%. Questa è in realtà un’operazione tipica e certamente alla portata anche di chi si trovi alle prime armi. Più recentemente, ho iniziato a operare nel settore degli ‘entitlements’, che sono una forma decisamente avanzata di investimento terriero. In particolare, gli ‘entitlements prevedono l’acquisto di terreni di grandi dimensioni e la messa in opera di determinate azioni (ottenimento dei permessi, lottizzazione, approvazione dei progetti, predisposizione per allacci etc) volte ad attrarre costruttori alla ricerca di appezzamenti già pronti per ospitare diversi tipi di abitazioni, ville, appartamenti, hotels etc.” Il settore sembra molto florido e le opportunità di guadagno ampie, anche con investimenti contenuti. Ma quali sono i rischi legati al Land flipping?

“Le operazioni vanno strutturate in modo preciso, considerando il profitto che si vuole ottenere, il capitale disponibile e la tipologia di terreno. Conseguentemente, i rischi sono limitati perché il successo di un’operazione è slegato da fattori fuori dal controllo dell’investitore quali, ad esempio, le fluttuazioni del mercato finanziario, ed è invece il risultato esclusivo di una attenta pianificazione. Inoltre, a patto di comprare a un prezzo sufficientemente basso, il modello di business perdona molti errori, consentendo profitti anche in caso di sviste come ad esempio: ‘errata determinazione del prezzo di rivendita’. Le opportunità di specializzazione nel settore dei terreni sono pressoché illimitate, permettendo di adattare l’attività in base ai propri obiettivi. Il carico di lavoro? È possibile iniziare ad operare dedicando all’attività circa dieci ore alla settimana”. Per farlo è necessario essere cittadino americano? “Assolutamente no, può farlo chiunque da qualunque parte del mondo”, sottolinea Luca Bonati, Dottore Commercialista e Revisore Legale dello Studio Bonati. “E’ solo necessario aprire una società americana, a cui viene attribuito dall’agenzia delle entrate americana (IRS – Internal Revenue Service) un EIN-Employer Identification Number, che equivale alla partita IVA italiana, e operare negli USA attraverso di essa. Basta presentare agli uffici preposti tre nomi aziendali (per evitare omonimie con altre società già esistenti), un documento di identità e aprire un conto corrente di tipo business presso un istituto di credito americano. Va sottolineato come tutte queste operazioni siano effettuabili completamente anche da remoto attraverso l’utilizzo di servizi ad hoc, svincolando l’investitore dalla necessità di doversi recare negli USA. Dal momento in cui viene presentata richiesta di apertura società e conto corrente, normalmente servono circa tre settimane per poter essere operativi”, conclude Bonati.

Conferiti i CEO Italian Awards a 15 capitani d’impresa italiani

Conferiti i CEO Italian Awards a 15 capitani d’impresa italianiMilano, 1 dic. (askanews) – Conferiti ai 15 “Capitani d’impresa” più innovativi e di successo dell’anno i “CEO Italian Awards”, riconoscimenti assegnati nell’ambito dell’evento “CEO Italian Summit & Awards” organizzato da Business International, la knowlwdge unit di Fiera Milano, in collaborazione con Forbes Italia.

I premi sono stati consegnati al termine di una giornata di lavoro nel corso della quale gli oltre 200 partecipanti al Summit – tra amministratori delegati e imprenditori italiani – si sono confrontati insieme ad esperti di economia e business a livello nazionale e internazionale su tre domande: Come rimanere resilienti, continuando a essere profittevoli e sostenibili? Che tipo di ecosistema dell’innovazione bisogna costruire per avere successo? Come evolvere il proprio mindset per cambiare visione e approccio? Si è partiti dall’analisi dei trend di crescita dell’Italia, presentati in anteprima dall’OCSE, per poi dibattere su come interpretare le logiche e le dinamiche di un mondo sempre più messo alla prova dalla “policrisi” geopolitica, economica, culturale e ambientale in atto, in un contesto di volatilità dei mercati, inflazione, e con la minaccia di una recessione globale.

L’iniziativa è stata supportata da ipartner come Amref Health Africa-Italia, Mutika EMC, Daiichi Sankyo, Epta, HARIBO, HP Italy, Zentiva Italia e Arkadia Translations. La giornata di lavori si è conclusa con le premiazioni dei CEO Italian Awards co-organizzati con Forbes Italia. In base alle specifiche categorie, i premiati sono stati: Filippo Surace, Founder & CEO di Cube Labs (categoria: Life Science); Lara Ponti, Vicepresidente e CEO di Ponti (categoria: Food); Mauro Macchi, Country Managing Director in Italy, Accenture (categoria: Innovazione); Monica Poggio, CEO di Bayer Italia (categoria: Pharma); Nicola Veratelli, CEO di OCTO Group (categoria: Smart Mobility); Fadel Al Faraj, CEO Q8 Italia e EVP Marketing KPI (categoria: Energy); Fabrizio Soru, CEO di Datlas (categoria: Emergente; Francesco Vanni, Managing Director Italy, Spain and Portugal di Harley-Davidson (categoria: Motori); Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group (categoria: Design); Stefano Azzi, CEO for Italy di Dazn (categoria: Entertainment); Alessandro Bernini, CEO di MAIRE (categoria: Industry); Fabrizio Ruggiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Edenred Italia (categoria: Welfare); Danilo Cattaneo, Amministratore Delegato di Infocert (categoria: IOT); Carlo Bertelli, Founder di Kama.Sport (categoria: SportTech); Sabrina De Filippis, CEO di Mercitalia Logistics – Polo Logistica Gruppo FS (categoria: Logistica).

”Transatlantic Award Gala Dinner”, tra premiati anche ministro Tajani

”Transatlantic Award Gala Dinner”, tra premiati anche ministro TajaniRoma, 30 nov. (askanews) – L’American Chamber of Commerce in Italy organizza la diciassettesima edizione del suo tradizionale ‘Transatlantic Award Gala Dinner’, che si terrà lunedì 4 dicembre a Milano, presso gli East End Studios, a partire dalle ore 18:30. Anche quest’anno un grande successo annunciato che ha registrato il tutto esaurito già diverse settimane fa.

Circa 700 persone appartenenti alla business community italiana e americana, prenderanno parte all’evento che si aprirà con i saluti del Vicepresidente e Ministro degli Esteri e della Cooperazione, On. Antonio Tajani, a cui verrà consegnato il premio speciale ‘Transatlantic Leadership Award’ per l’impegno politico e diplomatico profuso per rafforzare costantemente il rapporto tra Italia e Stati Uniti d’America ponendolo al centro della sua azione politica nazionale oltre che di quella di Governo, per proseguire poi con gli interventi dell’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti d’America, Mariangela Zappia e di Jack Markell, Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia. Nel corso della serata, come da tradizione, verranno premiate le aziende statunitensi e italiane che hanno operato importanti investimenti sull’asse transatlantico.

‘In un momento storico così geo-politicamente complesso, l’American Chamber of Commerce in Italy testimonia plasticamente quanto le solide relazioni diplomatiche ed economiche fra Stati Uniti d’America e Italia generino risultati incoraggianti nell’ottica di un futuro positivo e propositivo.’ ha commentato Luca Arnaboldi, Presidente di AmCham Italy. ‘Grazie al coinvolgimento e sensibilizzazione delle principali aziende internazionali attente a tutti quei cambiamenti che vedono inclusione, ambiente e sostenibilità al centro di un approccio del fare sempre più innovativo, oggi è possibile guardare a un domani promettente e fecondo. Le attività commerciali transatlantiche sono ulteriormente cresciute, gli Stati Uniti sono tra i più significativi investitori nel nostro Paese, dimostrando come l’Italia diventi sempre più capace di integrarsi anche nel mercato nordamericano con numeri in perenne crescita e consolidamento. Un grazie speciale anche alle Istituzioni Americane e Italiane che ci supportano costantemente ed efficacemente nel nostro impegno a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per gli interessi americani in Italia nel nostro Paese e di quelli italiani negli USA, nell’auspicio solenne che il 2024 possa essere un anno di pace, prosperità e sviluppo sostenibile’. ‘Nonostante gli ultimi anni particolari, di ripresa e di riassestamento, il risultato che stiamo raggiungendo per il nostro XVII Transatlantic Award Gala Dinner è di grande rilevanza – ha affermato Simone Crolla, Consigliere Delegato di AmCham Italy – segno della fiducia delle nostre aziende verso AmCham Italy e dell’importanza che la relazione Italia-Stati Uniti ha nel contesto attuale, oggi più che mai. La base associativa oggi giunta a 610 realtà, i 18 comitati attivi nella nostre attività di advocacy, gli oltre 60 eventi organizzati nel corso dell’anno, più di 700 partecipanti attesi ad ogni edizione del Gala Dinner, sono la prova che AmCham sia ormai riconosciuta come riferimento di primissimo piano sia nella promozione delle relazioni transatlantiche, sia come supporto nel processo di internazionalizzazione verso gli Stati Uniti, dimostrando la centralità di questo rapporto, capace di resistere a qualsiasi turbolenza. Continueremo a lavorare con sempre più vigore e impegno – conclude Crolla – per alimentare questo asse e per far sì che sia sempre più strategico nell’agenda economica e politica nazionale’.

Il XVII Transatlantic Award è stato organizzato anche con il supporto dei Gala Sponsor: AbbVie, Assicurazioni Generali, Banca Mediolanum, BAT Italia, Boeing, Centromarca, Coca-Cola Italia, Deloitte Italy, Hewlett Packard Enteprise Italia, Intesa Sanpaolo, Kyndryl, Losito Guarini, Mapei, MBE Worldwide, McDonald’s Italy, Oliver Wyman, Philippe Morris Italia, WBA. Nell’ambito delle iniziative di beneficenza, quest’anno AmCham Italy ha scelto come charity partner, aus Niguarda, associazione di volontariato che affianca l’attività dell’Unità Spinale Unipolare dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, attraverso iniziative e attività che integrano il percorso riabilitativo delle persone con lesione al midollo spinale.

I Transatlantic Awards 2023 verranno consegnati alle seguenti realtà: BAT Italia Transatlantic Award a BAT Italia per l’impegno nel contribuire al sistema economico del Paese e alla creazione di valore condiviso per le comunità in cui opera. In particolare, si riconosce il valore strategico de ‘A Better Tomorrow Innovation Hub di Trieste’, esempio tangibile di fiducia da parte dell’azienda nei confronti del nostro Paese. Con 500 milioni di investimento in 5 anni e la creazione di 2.700 posti di lavoro stimati tra diretti e indotto, l’Innovation Hub è il primo polo di produzione dedicato esclusivamente ai prodotti di nuova generazione dell’azienda. Progettato secondo i più alti standard di sostenibilità il polo comprende anche un Growth Hub, un centro di eccellenza per l’accelerazione digitale dell’azienda. Con tutte queste caratteristiche l’Innovation Hub incarna perfettamente il purpose di BAT di contribuire alla creazione di un futuro migliore, A Better Tomorrow, per i suoi consumatori, le sue persone e le comunità in cui opera. BDT & MSD Partners e GRUPPO IMA Transatlantic Award a BDT & MSD Partners, Merchant Bank costituita per soddisfare le esigenze specifiche di imprenditori e investitori strategici di lungo termine, e a Gruppo IMA, leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento, per aver annunciato il 31 luglio 2023 la sottoscrizione di un accordo vincolate da parte di BDT & MSD Partners per effettuare un investimento di minoranza nella Società che consentirà a IMA di avviare una nuova fase di crescita e di avere un ruolo di leadership nella transizione verso la sostenibilità dei materiali per il packaging. Fondata nel 1961, IMA progetta e produce macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, dispositivi medici, cosmetici, tè, caffè e altri prodotti alimentari, nonché soluzioni per la mobilità elettrica e per l’automazione dei processi industriali. La Società è presente in oltre 80 Paesi e conta 53 stabilimenti di produzione, ha installato circa 60.000 macchine e attualmente detiene più di 3.000 brevetti e domande di brevetto. CISCO Transatlantic Award a CISCO per l’acquisizione di Fluidmesh Networks con attività e laboratori in Italia, azienda leader nei sistemi di backhaul wireless, incubata dal Politecnico di Milano e dal MIT di Boston. La tecnologia di Fluidmesh offre soluzioni wireless affidabili e resilienti per applicazioni mission-critical, come ad esempio ferrovie ad alta velocità e trasporti di massa, siti distribuiti su larga scala, come porti e ambienti urbani, dove la potenza del segnale può essere difficile. Tra i progetti più innovativi realizzati in Italia ricordiamo 1000 Miglia Autonomous Drive: il progetto di sperimentazione del Politecnico di Milano, grazie all’avanzata tecnologia di rete fornita da Cisco, ha permesso a una Maserati MC20 Cielo di viaggiare per circa 200 km in modalità totalmente autonoma durante la storica corsa delle Mille Miglia. F.I.S. – Fabbrica Italiana Sintetici S.p.A. (‘FIS’) e Bain Capital Private Equity Transatlantic Award a F.I.S. Fabbrica Italiana Sintetici S.p.A. (‘FIS’) e Bain Capital Private Equity, società di investimenti globale con circa 180 miliardi di dollari di patrimonio gestito, per l’acquisizione del 100% delle azioni detenute da NTG in FIS. FIS è leader in Italia e tra i principali operatori in Europa nella produzione di principi attivi per l’industria farmaceutica. In Italia è attiva con 3 stabilimenti: Montecchio Maggiore (VI), Termoli (CB) e Lonigo (VI), oltre a vantare una presenza negli USA, in Giappone e un ufficio di rappresentanza in Cina. Con un fatturato di circa 700 milioni di euro a fine 2022, l’azienda conta oggi oltre 2.000 dipendenti, di cui 250 dedicati all’attività in ricerca e sviluppo. L’acquisizione segna un’operazione strategicamente importante per Bain Capital in Europa, in linea con l’approccio tematico di investimento nel settore farmaceutico al fine di sostenere lo sviluppo e la produzione di terapie innovative e salva vita per pazienti di tutto il mondo, oltre a ri-affermare l’Italia come una delle più importanti geografie target per Bain Capital nella propria attività di investimento. Generali Transatlatic Award a Generali, uno dei maggiori player globali del settore assicurativo e dell’asset management, per l’acquisizione di Conning Holdings Limited da Cathay Life, società controllata da Cathay Financial Holdings, una delle più rilevanti istituzioni finanziarie dell’Asia. Conning Holdings Limited, con sede negli Stati Uniti, è tra i principali asset manager globali dedicati alla clientela assicurativa e istituzionale con circa $ 157 miliardi di Asset Under Management. A seguito dell’acquisizione di Conning e delle sue controllate, gli Asset under Management complessivi del Gruppo aumenteranno a $ 845 miliardi. Grazie all’operazione le diversificate compenze di investimento e le attività per clienti terzi di Generali si estendono a Stati Uniti e Asia, in linea con la strategia ‘Lifetime Partner 24: Driving Growth’ del Gruppo. Google Italia Transtlantic Award a Google per supportare la trasformazione digitale e la competitività delle aziende italiane grandi e piccole attraverso un investimento di 900 milioni di dollari in 5 anni in Italia (annunciato nel 2020), investimento che include l’apertura delle due Google Cloud region italiane di Milano e Torino. Con le sue nuove infrastrutture inaugurate negli scorsi mesi, Google Cloud fornisce servizi cloud ad alta disponibilità e sostenibili con funzionalità di data sovereignty e di residenza dei dati per rispondere alle esigenze delle aziende italiane, amministrazioni pubbliche e organizzazioni globali, aiutando l’Italia a prepararsi per il futuro. Hewlett Packard Enterprise Transatlantic Award a Hewlett Packard Enterprise, per l’acquisizione di Athonet, azienda software italiana specializzata in reti cellulari 5G private, che le consentirà di potenziare la propria offerta connected edge-to-cloud, accelerando il processo di digitalizzazione e innovazione dell’ecosistema nazionale, e le garantirà ulteriore leadership in un mercato che è stimato valere 7,7 miliardi di dollari entro il 2027. Kyndryl Italia Transatlantic Award a Kyndryl Italia per gli investimenti della Corporation nel nostro Paese tra i quali si distingue il Security Operations Center di Roma, centro per la gestione combinata e adattiva della cybersicurezza e della resilienza che sostengono la trasformazione digitale delle imprese. Operativa 24 ore su 24 con 170 specialisti italiani, in integrazione con oltre 7500 colleghi su scala globale, la struttura risponde alle esigenze di supporto e di protezione per l’intero ciclo di vita delle minacce cibernetiche con l’ausilio degli strumenti chiave dell’automazione, del machine learning e dell’intelligenza artificiale. Marchesi Antinori Transatlantic Award a Marchesi Antinori, storica azienda vitivinicola toscana, per l’acquisizione dell’iconica Stag’s Leap Wine Cellars, cantina che ha fatto la storia dell’enologia. Un’operazione molto importante che ha visto per la prima volta un’azienda italiana investire in Napa Valley, area vinicola di rilevanza mondiale altamente votata alla produzione di vini di altissima qualità, con l’obiettivo sia di preservare il prestigio di questa importante cantina che rafforzare la presenza di Marchesi Antinori in un mercato strategico come quello degli Stati Uniti, primo al mondo per consumo di vino, non soltanto in termini di quantità ma anche di valore. PHILIP MORRIS ITALIA Transatlantic Award a Philip Morris Italia per gli investimenti realizzati nel nostro Paese negli ultimi anni e nuovamente in modo significativo nel 2023, che coinvolgono l’agricoltura italiana (500 milioni di euro in 5 anni 2023-2027), la manifattura nazionale (con un investimento di 1,2 miliardi di euro per la più grande fabbrica costruita ex-novo in Italia negli ultimi 25 anni), le attività di ricerca&sviluppo (con il Centro per l’Eccellenza Industriale a Bologna, con un investimento complessivo di 600 milioni di euro, che è il più grande al mondo di Philip Morris International per industrializzazione, innovazione di processo, ingegnerizzazione e sostenibilità), la formazione per le competenze avanzate (con il Philip Morris Institute for Manufacturing Competences) e i servizi al consumatore (con 3 Centri di servizi digitali a Terni, Marcianise e Taranto per 700 posti di lavoro), in una logica di filiera integrata nazionale che coinvolge 41.000 occupati in Italia e che rappresenta una best practice a livello europeo ed internazionale. Durante la serata verrà consegnato per la prima volta anche il premio speciale ‘Transatlantic Academic Award’ a 3 dei più importanti Atenei Italiani: Università Bocconi, LUISS Guido Carli, Politecnico di Milano: UNIVERSITA’ BOCCONI Transatlantic Academic Award all’Università Bocconi per contribuire a rendere l’alta formazione ambiziosa e di qualità aperta e inclusiva, impegnandosi a sostenere gli studenti meritevoli indipendentemente dal loro contesto di provenienza. Friends of Bocconi, la Charity 501 (C)(3) fondata nel 2013 celebra quest’anno i 10 anni di attività e supporta l’università in questa missione negli Stati Uniti operando per rafforzare la comunità di Alumni presente con ben 9 Chapters che riuniscono oltre 2.400 alumni. Friends of Bocconi fornisce inoltre uno strumento per la raccolta fondi per individui, aziende e fondazioni ed è attiva con una serie di campagne a supporto di diverse cause, incluso il recente American Fund che ha l’obiettivo di sostenere borse di studio. Promuovendo poi l’Università Bocconi negli Stati Uniti, FoB gioca un ruolo chiave nel sostenere e diffondere la missione storica di Bocconi di fornire eccellenza nella ricerca per creare un impatto sulla società e di sostenere giovani meritevoli favorendo l’inclusione e la mobilità sociale. Friends of Bocconi University è guidata da un Board of Directors composto da importanti e affermati professionisti della business community americana. LUISS GUIDO CARLI Transatlantic Academic Award alla LUISS Guido Carli per la sua Luiss US Foundation, una Charity 501(c)3 concepita con il fine sviluppare progetti transatlantici per contribuire ad avvicinare ulteriormente Italia e USA. Attraverso il consolidamento e l’ampliamento delle collaborazioni tra l’Ateneo e università, aziende e organizzazioni della società civile statunitense, la Fondazione si pone come un ‘hub operativo’ per la raccolta di fondi e la ricerca di nuovi stakeholder oltreoceano, che possano tradursi in attività di ricerca, didattica e programmi strategici di alto livello. La Luiss US Foundation rappresenta altresì uno stabile polo di riferimento sia per la vasta comunità di Alumni Luiss negli USA, alimentando il legame con la propria alma mater, sia per studenti e studiosi interessati a frequentare e a lavorare con la Luiss. POLITECNICO DI MILANO Transatlantic Academic Award al Politecnico di Milano per l’apertura del Fellows of Politecnico di Milano US (FPM US), organizzazione no-profit 501(c)(3) dedicata a promuovere i progetti e sostenere gli studenti del Politecnico di Milano negli Stati Uniti d’America, appoggiandosi a uno dei suoi maggiori asset: gli Alumni, che sono coinvolti attivamente nello sviluppo futuro del Politecnico sui fronti dell’internazionalizzazione, dell’innovazione didattica, del trasferimento tecnologico, della ricerca e del sostegno economico a progetti e borse di studio.? L’intento è quello di implementare e rafforzare i legami esistenti tra aziende, istitutuzioni e Alumni in Italia e negli Stati Uniti d’America, costruendo un ponte fatto di creatività, innovazione ed eccellenza.

BNL BNP Paribas riceve la “certificazione per la parità genere”

BNL BNP Paribas riceve la “certificazione per la parità genere”Roma, 30 nov. (askanews) – BNL BNP Paribas ha ottenuto la certificazione per la parità di genere UNI PdR/125:2022. Un riconoscimento importante, rilasciato da DNV Italia*, che premia l’impegno messo in atto nel favorire l’inclusione, valorizzare le diversità, ridurre il gap di genere e contrastare ogni forma di discriminazione.

La Banca – informa una nota dell’istituto – è stata valutata sulla base di indicatori di performance per sei aree tematiche specifiche: cultura e strategia; governance; processi human resources; opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda; equità remunerativa per genere; tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. BNL BNP Paribas ha ampiamente superato la soglia minima prevista per ogni indicatore e non sono emerse valutazioni di “non conformità”.

«La certificazione per la parità di genere ci rende molto orgogliosi e apprezziamo che la qualità del nostro impegno venga riconosciuta anche dall’esterno – ha dichiarato Geraldine Conti, People & Culture Director di BNL BNP Paribas. Questo attestato è un riconoscimento all’interno di un processo più ampio, con obiettivi al 2025, che la Banca sta portando avanti puntando al pieno equilibrio di genere. Crediamo che il talento e le capacità delle persone possano essere valorizzati solamente in presenza di un ambiente sano, equilibrato e stimolante, dove si possa esprimere la propria professionalità senza ostacoli di alcun tipo. Continuare a migliorare il contesto lavorativo è una delle nostre chiavi per innovare l’azienda». Tale riconoscimento prova l’efficacia delle politiche adottate dalla Banca nel contrasto alla disparità di genere e a qualsiasi tipo di discriminazione e testimonia la centralità dell’uguaglianza come valore alla base del proprio agire quotidiano. BNL BNP Paribas si impegna ogni giorno affinché siano garantite pari condizioni di lavoro, opportunità di carriera e, attraverso accordi tra azienda e organizzazioni sindacali in rappresentanza dei dipendenti, un adeguato work-life balance.

BNL, coerentemente con il Gruppo BNP Paribas, sostiene l’empowerment femminile. La Banca ha l’obiettivo di arrivare al 40% di presenze femminili nel management e nel Board entro il 2025, un percorso già molto ben avviato, anche attraverso piani di formazione e crescita dedicati: oggi la popolazione aziendale dei talenti giovani in BNL è già costituita per oltre il 50% da donne e conta un vertice totalmente al femminile, tra Presidente e Amministratore Delegato.

BrandOn group: +10% vendite online di prodotti di bellezza nel Black friday

BrandOn group: +10% vendite online di prodotti di bellezza nel Black fridayMilano, 29 nov. (askanews) – Con una crescita che sfiora il 10% rispetto a un anno fa, l’ecommerce di prodotti di bellezza è la categoria rivelazione del Black Friday appena concluso. E’ quanto emerge dall’Osservatorio BrandOn group, tech company napoletana che aiuta i brand alle prese con le vendite online, sulla base dei flussi di domanda dei maggiori marketplace.

“In base alla richiesta di prodotti dei colossi delle vendite digitali avvenute nelle settimane che vanno dalla 39esima alla 45esima – è il periodo in cui i marketplace fanno rifornimento in vista delle vendite extra del ‘venerdì nero’ – siamo in grado di capire dove e come si orienteranno le richieste dei consumatori”, spiega Paola Marzario, founder dell’azienda. Rossetti, detergenti per il viso e profumi: questi i prodotti che troviamo nelle prime tre posizioni. E sono proprio le fragranze ad essere il “must have”: nelle prime 10 posizioni dei prodotti più richiesti dai siti di vendita, i profumi occupano sei posizioni. Un exploit che va di pari passo con quello del settore. Oggi, infatti, le vendite online del settore bellezza a livello europeo valgono 11,37 miliardi di dollari, con una prospettiva di crescita da qui al 2027 del 10,91% (a livello globale il tasso di crescita supererà il 9,22%) anno su anno. Il mercato italiano dei prodotti di bellezza online ha raggiunto un valore di oltre 786 milioni di dollari, ma prevede una crescita per i prossimi 5 anni del 12,9% all’anno.

In calo, invece, rispetto all’anno scorso la domanda del settore parafarmaceutico, con quasi un -17%, presentando però un podio con prodotti mediamente più cari rispetto al beauty: 40 euro contro 17. Un dato che deriva anche dalla scelta dei prodotti: a primeggiare nel parafarmaceutico, infatti, la cosmeceutica, prodotti di ultima generazione che uniscono al trattamento cosmetico l’efficacia del prodotto, e che hanno mediamente prezzi più alti dei comuni prodotti di bellezza. “Il dato tuttavia non qualifica il settore – spiega Paola Marzario – racconta piuttosto una tendenza sull’andamento degli acquisti del Black Friday”.

Adecco: il 68% dei colletti bianchi italiani usa l’intelligenza artificiale

Adecco: il 68% dei colletti bianchi italiani usa l’intelligenza artificialeMilano, 29 nov. (askanews) – L’intelligenza artificiale generativa è uno strumento molto diffuso in Italia, presso il mondo dei white collar: il 68% di chi svolge lavori impiegatizi ne fa già uso. Questa evidenza emerge dallo studio Global workforce of the future di The Adecco group, basata su un campione di quasi 2.000 rispondenti distribuiti su tutte le regioni italiane. L’opinione è generalmente positiva verso questo strumento: il 73% dei lavoratori è convinto che renderà più agevole il lavoro, il 19% ipotizza saranno necessari percorsi di upskilling per rimanere nel mercato del lavoro, mentre il restante 8% è più pessimista, e teme di perdere il lavoro a causa dell’Intelligenza Artificiale.

In particolare, emerge inoltre una marcata richiesta dei dipendenti verso i datori di lavoro di seguire corsi di formazione sull’utilizzo di questo strumento: il 53% vorrebbe percorsi dedicati, mentre il 12% evidenzia che i datori di lavoro hanno già sviluppato linee guida su come utilizzare al meglio lo strumento. La richiesta di essere formati in tal senso, poggia prevalentemente su tre ragioni: eliminare il lavoro ripetitivo, focalizzarsi sugli aspetti a maggior valore aggiunto, aumentare le possibilità di carriera. La ricerca evidenzia, infine, per quali aspetti l’IA generativa è maggiormente utilizzata oggi dai lavoratori italiani: trovare informazioni rapidamente (25%), imparare nuove skill e approfondire argomenti che non si conoscono (23%), sviluppare nuove idee (21%), ridurre il carico di lavoro (18%).

“I risultati sulla diffusione dell’intelligenza artificiale fra i white collar ci impongono di ragionare su come mettere i professionisti nelle migliori condizioni possibili per sfruttare al meglio le potenzialità di questa tecnologia. I lavoratori italiani hanno già colto con molta chiarezza che questa innovazione si presenta più come un’opportunità che come qualcosa di cui avere timore, dimostrando una maturità di cui come sistema Paese dobbiamo essere orgogliosi – afferma Andrea Malacrida, amministratore delegato di Adecco Italia – Come Adecco ci siamo già mossi per sviluppare un’offerta in tal senso, firmando un memorandum d’intesa con Microsoft, per la creazione di una piattaforma basata su IA Generativa. Il suo scopo sarà supportare i lavoratori nel proprio percorso professionale, aiutandoli a mantenere e sviluppare le loro competenze, al fine di garantire l’occupabilità nel lungo periodo”.

Aerospazio in Italia conta 300 imprese e fattura 4 miliardi di euro

Aerospazio in Italia conta 300 imprese e fattura 4 miliardi di euroRoma, 29 nov. (askanews) – Secondo i dati dello Space Economy Report di Euroconsult l’Economia dello Spazio – a livello mondiale – si attesta sui 464 miliardi di dollari (2022). Il mercato spaziale globale si stima che raggiungerà oltre i 737 miliardi di dollari entro un decennio. L’Italia può contare su una struttura di base di circa 300 imprese con un fatturato annuo che supera i 4 miliardi di euro.

L’Economia del Mare, secondo i dati dell’XI Rapporto Nazionale di Unioncamere, contribuisce in maniera significativa alla formazione del PIL per un valore aggiunto prodotto pari a 52,4 miliardi di euro, che hanno attivato altri 90,3 miliardi negli altri settori economici, per un valore aggiunto complessivo che raggiunge i 142,7 miliardi di euro (pari all’8,9% del valore aggiunto prodotto dall’intera economia nazionale), con oltre 913.000 addetti in ben 228.190 imprese. I dati sono emersi al Ministero delle imprese e del Made in Italy durante il Forum: “Space&Blue. Economia dello Spazio e del Mare: interconnessioni Made in Italy”. I lavori, moderati dalla giornalista del TG1 Paola Cervelli, sono stati promossi e introdotti da Roberta Busatto, giornalista specializzata nei due settori, e dal keynote speaker Silvio Rossignoli, esperto aerospaziale e Presidente di Federlazio.

“Sessant’anni dopo l’avvio delle prime attività spaziali in Italia – ha affermato Silvio Rossignoli secondo quanto riporta una nota – abbiamo l’occasione, data dalle capacità di ricerca del CNR, dall’impegno della Marina Militare, della Fondazione Leonardo e delle altre realtà industriali coinvolte, di avviare una nuova fase economica per il nostro Paese, con l’avvio di nuove modalità di utilizzo delle risorse sottomarine. Una nuova economia che si inserisce a pieno titolo nel più ampio ambito di congiunzione tra Spazio e Mare”. Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Come Mimit siamo al lavoro su tre collegati alla legge di bilancio, di cui uno dedicato alla Blue Economy, uno alla Space Economy e uno sulle nuove tecnologie abilitanti. Guardiamo con grande attenzione alla cantieristica, alla robotica marina, alle biotecnologie blu, alle energie rinnovabili marine e allo sviluppo di tecnologie sostenibili per lo sfruttamento di risorse abiotiche marine, perché avranno un ruolo di prim’ordine per l’industria”.

Nello Musumeci, Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare: “Riunirò il Comitato interministeriale per le politiche del mare per definire una bozza di piano strategico. Il nostro Paese può diventare leader. Sono convinto che tanto lo spazio quanto il mare debbano promuovere interconnessioni, perché l’uno è utile all’altro e viceversa. È un nuovo spazio economico assai ampio in cui l’industria italiana può davvero trovare spazio e affermarsi nella leadership”.

Sprechi, non solo nel cibo. Eliminarli aumenta i ricavi del 30%

Sprechi, non solo nel cibo. Eliminarli aumenta i ricavi del 30%Roma, 28 nov. (askanews) – Buttare il pane è da sempre atto sacrilego. Uno degli sprechi peggiori secondo la tradizione. Quante volte le nostre mamme ci hanno rimproverato e quante volte hanno provato a riciclarlo nella cucina degli avanzi? Far finire il cibo nella spazzatura è l’esempio più lampante di come si possano buttare via, con un semplice gesto, i propri soldi. Ma gli sprechi si annidano ovunque, anche e soprattutto, nel settore produttivo: “Gli ingegneri della Toyota hanno individuato -spiega Serena Marcantoni, responsabile Organizzazione e Processi della SharkNet Company – sei elementi su cui si può lavorare per rendere la propria attività maggiormente performante, aumentando i ricavi anche del 30%. Un vademecum che, grazie all’esperienza imprenditoriale accumulata, inizia con il problema della sovraproduzione. Se un’attività commerciale, qualunque essa sia, produce più di quello che riuscirà a vendere, avrà in magazzino dei pezzi invenduti. Questi pezzi invenduti saranno considerati come rimanenze di magazzino. Non solo saranno considerati come spreco, ma peseranno sul bilancio come denaro congelato. Inoltre, dove saranno posizionati questi pezzi invenduti? Molto probabilmente diventeranno obsoleti e occuperanno spazio che poteva essere occupato da prodotti più spendibili sul mercato. Una situazione ingarbugliata dalla quale si può uscire in un solo modo: produrre, organizzando la propria catena di produzione coordinata con il proprio software gestionale, nel momento in cui si riceve l’ordine del cliente”.

Il vademecum nasce dall’esperienza dell’azienda che, dalla provincia di Roma, esporta in oltre 50 paesi nel mondo. Movimenti e attese inutili sono altri elementi da considerare, ma le scorte in magazzino rappresentano di certo un problema decisamente più rilevante: “Faccio un esempio -dice ancora la Marcantoni – un responsabile di un’azienda di packaging contatta il suo equivalente di una impresa che utilizza scatole rifinite per imballare e spedire i propri prodotti e gli prospetta un’offerta che sembra economicamente vantaggiosa, in cambio, però, di un ordine cospicuo. Ma è davvero un affare? No, a ben vedere: dove metto la merce in più acquistata? Cosa succede se un imprevisto rovina l’ordine, proprio a causa del mal posizionamento delle scatole ricevute? Direbbero i saggi: non è tutto oro quello che luccica. Anche qui esiste un solo rimedio: ordinare esclusivamente ciò che occorre, basandosi sui numeri di vendita, in base alla precisa domanda che arriva dal cliente”. Altro elemento: la perdita di processo che si verifica quando, in una catena di produzione, un pezzo esce fallato o non è conforme con la qualità inizialmente impostata dall’azienda produttrice: “In questo caso una delle tecniche che possiamo mettere in atto è il cosiddetto POKA YOKE, sottolinea la responsabile della SharkNet Company. “Nell’applicare questa tecnica si guiderà l’operatore a percorrere esclusivamente la via corretta nello svolgere l’attività di riferimento all’interno della catena produttiva. Anche in questo caso, serve un esempio: tempo fa, una volta ritirato il denaro presso le casse automatiche bancarie, alcune persone dimenticavano di riprendere il proprio bancomat. Analizzata questa problematica si decise di imporre una regola generale per tutte le casse automatiche: avrebbero prima restituito la carta e solo successivamente la cassa automatica avrebbe erogato i soldi richiesti. In questo modo, il problema è stato definitivamente risolto. Grazie appunto al metodo del POKA YOKE”.

Sesto e ultimo elemento: il trasporto: “Quando analizziamo questa attività -conclude Serena Marcantoni – dobbiamo focalizzarci su tutti quei pezzi che l’operatore dovrà trasportare dal punto A al punto B. Quanto misura questa distanza? Pensiamo per esempio a un’attività commerciale con più sedi. In questo caso sarà fondamentale organizzare al meglio la catena di produzione includendo ovviamente il materiale che occorre per la produzione del prodotto stesso. Se il fulcro della mia catena di produzione è all’interno della sede A e avrò sistemato il materiale per produrre nella sede B (per questione di spazio) molto probabilmente dovrò considerare un trasporto costante con un mezzo dalla sede B alla sede A. In questo caso possiamo disegnate una VSM (value stream mapping) e analizzare, di conseguenza, quanti trasporti si faranno, quanti mezzi utilizzati, il costo del carburante e tutte le attività annesse. Una volta che ho messo nero su bianco queste informazioni, sempre insieme alla mia squadra di lavoro e mediante tecniche della produzione snella, andrò a capire dove intervenire per eliminare o quanto meno ridurre questo spreco registrato. Se non riusciamo a eliminare definitivamente il problema ma comunque riusciamo a ridurlo, sarà in ogni caso un successo! Nel tempo, infatti, applicando ripetutamente queste tecniche, anche e soprattutto allo stesso processo che presenta problemi, riusciremo costantemente a migliorare il processo stesso”. Spesso, quindi, la soluzione per chi fa impresa è molto più semplice di quanto si possa pensare e bastano poche regole per rendere la propria attività più performante.

Spopola il trading sportivo, “vincere” tradando le partite di calcio

Spopola il trading sportivo, “vincere” tradando le partite di calcioRoma, 28 nov. (askanews) – Ormai sta spopolando e sempre più italiani cercano di guadagnare tradando le partite di calcio della Juventus, del Milan o dell’Inter. Ma cos’è il trading sportivo? Come funziona, quali rischi comporta e perché piace così tanto agli amanti delle scommesse? Ma, soprattutto, è davvero simile al trading finanziario?

“Il trading sportivo – spiega Andrea Unger che, nel trading finanziario, è stato l’unico ad aver vinto per quattro volte il Campione del mondo – non significa piazzare semplicemente una scommessa e attendere cosa accade per sapere se si è vinto o si è perso. Il trading sportivo richiede maggiori competenze e conoscenze rispetto alle scommesse classiche, in quanto il trader deve essere in grado analizzare le variabili che influenzano il mercato, come ad esempio i dati statistici, l’andamento live dell’incontro e prendere decisioni informate in base alle proprie previsioni”. Il trading sportivo insomma è una forma di trading in cui il trader compra e vende quote in base alle proprie previsioni sul mercato. Offre maggiore flessibilità rispetto alle scommesse classiche, in quanto il trader può modificare la propria posizione in qualsiasi momento, ad esempio vendendo quote per ottenere un profitto o minimizzare una perdita. Tutto questo è possibile grazie a una funzione specifica del trading sportivo che è il cash out, cioè la possibilità di uscire dal mercato per incassare subito la vincita in caso di andamento positivo del pronostico, o di limitare la perdita nel caso di andamento negativo: “Sembra facile – ammonisce Unger – ma non lo è affatto. Tutto questo deve essere infatti frutto di uno studio accurato e ha ovviamente i suoi potenziali rischi”.

Il trader sportivo dunque gioca sull’andamento di una quota durante lo svolgimento di un incontro e, in questo, ha delle similitudini molto marcate con chi gioca sui mercati finanziari: “E, come dicevo, anche i rischi sono paragonabili -afferma Unger. É chiaro, che se uno gioca a livello amatoriale gli spicci che ha in tasca con il solo scopo di divertirsi, è un conto e ovviamente è una pratica accettabile. Se invece ci si dedica in maniera più importante rischiando capitali significativi, è necessario adottare qualche precauzione. La prima cosa da fare è informarsi bene, ma molto bene, su dove si vanno a mettere i soldi, ovvero in quale broker si vanno a depositare gli importi che poi serviranno per fare le operazioni. La seconda, invece, è investire basandosi sui dati e non sui propri sentimenti. Questo è sempre vero, lo è di più quando oggetto del lavoro è un incontro sportivo”. Noi tutti siamo opinionisti di calcio, di tennis e, all’occorrenza, anche di basket. Ma il tifo, nel trading sportivo, può essere pericoloso, può fare perdere denaro: “Per questo -sottolinea Unger- bisogna stilare necessariamente un piano d’azione che abbia una base logica e statistica. Ma non basta fare solo questo. L’altro aspetto sul quale porre attenzione è che questa attività non potrà mai diventare una professione stabile e concreta, perché comunque le cifre in gioco non arrivano a livelli tali da mettersi al riparo dai momenti di difficoltà che possono sempre esserci. Con la possibilità che si possa cadere nella ludopatia, dove non si conosce più il confine tra il divertimento fine a se stesso e un’iperattività che, alla fine, diventa dannosa. Bisogna insomma evitare un circolo vizioso che spesso porta alla rovina economica le persone”.

Mai farsi travolgere, dunque: “E mai – aggiunge Unger – farsi ingannare dai fuffaguru che stanno proliferando in questo settore. Si tratta di persone che cercano di trarre un loro unico tornaconto, propinando consigli a pagamento. Bisogna fare attenzione, verificando che tipo di competenze abbia, che tipo di capacità abbia dimostrato e anche che tipo di risultati possa aver fatto ottenere seriamente a chi l’ha seguito. Purtroppo improvvisarsi esperti di qualcosa, per trarne un guadagno economico a danno di altri, è una moda molto diffusa non solo italiana, ma anche mondiale. E bisogna assolutamente difendersi”.

Meno costi e meno errori, l’Intelligenza artificiale nella contabilità

Meno costi e meno errori, l’Intelligenza artificiale nella contabilitàRoma, 27 nov. (askanews) – Nove zeri e una crescita dinamica, l’intelligenza artificiale è la star del panorama tech del nostro secolo. Nel corso del 2022 il valore del mercato globale dell’IA ha raggiunto 136,55 miliardi di dollari, aprendo la strada verso una rapida escalation. Secondo le previsioni del rapporto “Artificial Intelligence Market Size, Share, Growth Report 2023” di Grand View Research, si prevede un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 37,3% nel periodo compreso tra il 2023 e il 2030, con ricavi previsti di 1.811,75 miliardi di dollari entro il 2030. Questa dinamica non si ferma alle cifre impressionanti: l’intelligenza artificiale sta gettando le basi per una rivoluzione in settori chiave dell’economia mondiale. E anche l’ambito della contabilità non sfugge a questa onda di innovazione e trasformazione. Ma quali sono gli impatti concreti che l’Intelligenza Artificiale sta avendo sulla contabilità e su come le imprese stanno ridefinendo le loro strategie finanziarie?

“La combinazione di vasti insiemi di dati e potenti algoritmi offre opportunità senza precedenti per migliorare l’efficienza, la precisione e la strategia nel campo contabile”, spiega Cristina Filippi, Fondatrice e CEO Artemis, società di consulenza che utilizza l’intelligenza artificiale per la consulenza contabile alle aziende. “Il primo e più evidente impatto dell’IA sulla contabilità è l’automazione di compiti ripetitivi. La classificazione delle transazioni, la riconciliazione dei conti e la preparazione dei report finanziari possono essere eseguiti con una velocità e una precisione che superano le capacità umane. Questa automazione permette ai contabili di dedicare più tempo per i compiti ad alto valore aggiunto, come l’analisi finanziaria e la consulenza strategica. Ma l’IA non si ferma all’automazione. Gli algoritmi possono prevedere le tendenze finanziarie, identificare anomalie e suggerire azioni correttive. Ad esempio, l’IA può analizzare enormi quantità di dati per identificare modelli di spesa e suggerire modi per ottimizzare le uscite”. L’Intelligenza artificiale, una delle tendenze tecnologiche più avvincenti e, talvolta, controverse dei nostri giorni, si configura come un terreno fertile per svariate opportunità, ma non è privata di complessità e sfide. Una tra tutte, la possibilità che in un futuro prossimo l’implementazione di soluzioni basate sull’IA possa mettere a rischio la stabilità di molti posti di lavoro, anche nel settore contabile. “La formazione e l’aggiornamento delle competenze sono essenziali per i professionisti contabili – spiega Filippi – i quali devono necessariamente comprendere le potenzialità e le limitazioni delle tecnologie basate sull’IA, integrandole nelle loro operazioni e strategie. Oltre alle sfide ci sono però molte opportunità. La consulenza aziendale, in particolare nel settore contabile, può trarre enormi benefici. Con l’accesso alle analisi predittive, i consulenti possono offrire raccomandazioni più informate e proattive. Ciò potrebbe tradursi in strategie fiscali ottimizzate, piani finanziari più efficaci e decisioni di investimento più sagge. Dunque l’IA potrebbe elevare il ruolo del contabile da quello di un semplice numero a un consulente strategico di valore, sfruttando la tecnologia per offrire visioni più profonde e soluzioni innovative ai clienti”.

In un’era dominata dalla crescente spinta digitale, l’Intelligenza Artificiale si pone come una forza motrice in grado di ridefinire il panorama aziendale e le strategie future delle imprese, ottimizzando il lavoro contabile e l’efficienza dei processi finanziari aziendali. “L’impiego dell’IA nell’attività dei commercialisti si traduce in una semplificazione e ottimizzazione delle attività contabili, riducendo gli errori umani e abbattendo drasticamente i costi per le imprese – afferma Filippi – l’Unique Value Proposition del nostro modello di consulenza permette alle aziende, in particolare PMI, startup e aziende innovative, di avere un notevole risparmio di tempo, una maggiore precisione e una considerevole riduzione dei costi contabili aziendali. Ciò è dimostrato da due casi concreti che abbiamo seguito. Una impresa, con un reparto contabile interno, grazie all’utilizzo dell’IA è riuscita a ridurre i costi da 35.000 a 5.000 euro, consentendo un impiego più efficace delle risorse nelle attività chiave del business. Una S.r.l., invece, ha tagliato i costi della gestione contabile da 6.000 a 3.000, utilizzando il risparmio per ampliare i servizi offerti, tra cui un’analisi finanziaria completa e una valutazione aziendale, fornendo informazioni preziose per il successo dell’impresa”. L’Intelligenza Artificiale può quindi contribuire a ridurre i costi della gestione contabile, consentendo alle aziende di reinvestire i risparmi in attività produttive, ampliando così il potenziale di crescita e sviluppo aziendale. “E’ ormai dimostrato che Il futuro della contabilità e della consulenza aziendale, è plasmato dall’IA. Sebbene la sua adozione richieda un investimento in formazione e tecnologia, i benefici in termini di efficienza, precisione e strategia sono troppo importanti per essere ignorati”, conclude Cristina Filippi.