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Energia, FareAmbiente: venti guerra provocano turbolenze su mercato

Energia, FareAmbiente: venti guerra provocano turbolenze su mercatoRoma, 11 ott. (askanews) – “I venti di guerra che in questo momento attraversano il nostro Pianeta provocano profonde turbolenze sul mercato energetico e sui prezzi. Questo sta ancora di più a significare che l’Italia deve avere la sua autonomia energetica in modo da non sottostare alle turbolenze delle politiche di altri Paesi”. Lo ha detto il presidente di FareAmbiente, Vincenzo Pepe, aprendo la giornata conclusiva della 3° edizione della “Scuola di alta formazione in transizione ecologica: comunità energetiche e strategie attuative del Pnrr”. All’evento – moderato dalla giornalista di “Porta a Porta” (Rai) Vittoriana Abate – alla quale hanno preso parte anche l’on. Luca Sbardella, Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, l’Avv. Fabrizio Iaccarino, Responsabile Public Affairs Italy, Enel, il Dott. Fabio Maisto, Responsabile Relazioni Istituzionali Territoriali di A2A, l’Avv. Francesco Della Corte, Direttore della III Edizione della Scuola di Formazione di FareAmbiente e il Prof. Giovanni Carnovale, Ordine dei Medici di Roma, FareAmbiente ha sottolineato l’importanza del mix energetico del nostro Paese e dell’educazione energetica come conoscenza delle tecniche di produzione dell’energie.

“Sicuramente – ha spiegato il presidente di FareAmbiente – dobbiamo fare tanto rinnovabile, idroelettrico e utilizzare il meno possibile le fonti energetiche provenienti da fossili, ma non dobbiamo assolutamente avere preclusioni rispetto anche alle fonti energetiche che vengono dal nucleare e approfondirne la ricerca. Educazione energetica – ha concluso – significa anche conoscere il risparmio e l’efficienza energetica. Solo attraverso la conoscenza possiamo far sì che il nostro Paese, avendo maggiore autosufficienza energetica, possa guardare con fiducia al futuro e non sottostare alle turbolenze dei venti di guerra rispetto ai prezzi del petrolio e dell’energia. Nonostante il governo abbia buone intenzioni rispetto alle politiche energetiche e ambientali ancora oggi autorizzare un impianto, fosse anche per rinnovabili, soffre di lungaggini enormi, che scoraggiano gli stessi imprenditori, quindi bisogna abbattere la burocrazia che rallenta questi processi”.

Trasporti, ricerche e tecnologie per la mobilità del futuro

Trasporti, ricerche e tecnologie per la mobilità del futuroRoma, 22 set. (askanews) – Reti di Trasporto interconnesse e infrastrutture smart, Mobility as a Service e innovazione nella mobilità Urbana, Logistica e trasporto merci. Questi i temi del Convegno SIDT del 26 e 27 Settembre a Sapienza Università di Roma, dove i Docenti di Ingegneria dei Trasporti presenteranno insieme alle principali aziende italiane le loro attività nel Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile del PNRR. Lo rende noto un comunicato degli organizzatori.

La Società Italiana Docenti di Trasporti (SIDT) è “una istituzione culturale, senza fini di lucro, costituita per iniziativa di un gruppo di docenti di ingegneria dei trasporti per promuovere e sviluppare la ricerca nel campo dei trasporti, partecipare al dibattito sulle scelte nel settore e stabilire contatti e scambi con istituzioni equivalenti italiane e di altri paesi.” Ne fanno parte oltre 150 tra professori, ricercatori universitari e dottorandi impegnati nella didattica e nella ricerca nel settore dei Trasporti. La SIDT organizza e partecipa attivamente ad iniziative scientifiche nazionali ed internazionali. Recentemente, ha organizzato una sessione speciale alla 16th World Conference on Transport Research (WCTR2023) a Montreal (Canada). La sessione, introdotta dal presidente della SIDT, il prof. Stefano Carrese dell’Università Roma Tre, si è focalizzata sul costituendo Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST), importante iniziativa nel settore dei trasporti nell’ambito del PNRR. Gli interventi dei colleghi Pierluigi Coppola, Gaetano Fusco, Riccardo Rossi, Roberta Di Pace e Vittorio Marzano hanno illustrato sia il centro nel suo complesso che gli spoke (unità di ricerca) nei quali la SIDT è fortemente coinvolta con i suoi docenti e ricercatori.

Il prossimo appuntamento, per approfondire questa e altre tematiche, è il Convegno Nazionale “Ricerche e tecnologie per la mobilità del futuro. L’ecosistema del centro nazionale per la mobilità sostenibile” che si terrà a Roma il 26 e 27 settembre 2023, presso la Sala del Chiostro nella storica sede della Sapienza Università di Roma di via Eudossiana 18. Il convegno, che ha ricevuto la sponsorizzazione dal gruppo Ferrovie dello Stato, diventato socio sostenitore SIDT per il 2023, è articolato su due giorni. Il pomeriggio della prima giornata sarà dedicato alle giovani e ai giovani soci della SIDT che potranno presentare la propria ricerca scientifica di dottorato e concorrere per il premio SIDT PhD Award 2023. Successivamente, dalle 18:30, sarà presentato libro “Diario di un viaggio nei trasporti e non solo. Progetti, politiche e protagonisti” a cura del prof. Ennio Cascetta, con la presenza dell’autore.

Mercoledì 27, a valle dei saluti istituzionali, sarà presentato il già citato Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST) con interventi dei coordinatori dei quattro spoke, docenti afferenti alla SIDT: – Spoke 7 CCAM, Connected Networks and Smart Infrastructures (coordinato dal Prof. Gennaro Nicola Bifulco, Università di Napoli Federico II)

– Spoke 8 MaaS and Innovative Services (coordinato dal Prof. Michele Ottomanelli, Politecnico di Bari) – Spoke 9 Urban Mobility (coordinato dal Prof. Gaetano Fusco, Sapienza Università di Roma) – Spoke 10 Logistics and Freight (coordinato dal Prof. Vittorio Marzano, Università di Napoli Federico II) Chiuderà la mattinata una tavola rotonda tra le aziende coinvolte negli spoke del Centro, tra cui A2A, AlmavivA, Autostrade per l’Italia, Ferrovie dello Stato Italiane, Lutech, Poste Italiane, Thales Alenia Space, UnipolSai. Ulteriori informazioni sul programma aggiornato del Convegno e sulle attività della Società SIDT sono disponibili sul sito web www.docentitrasporti.it e sulla pagina Linkedin: Società Italiana Docenti di Trasporti (SIDT).

Sisma 2016, Di Venanzio (Unindustria): ricostruzione, passi avanti

Sisma 2016, Di Venanzio (Unindustria): ricostruzione, passi avantiRoma, 24 ago. (askanews) – “A sette anni dal terremoto in Centro Italia il primo pensiero va alle vittime e ai loro familiari per quella sciagura: per sanare queste ferite tuttora aperte, è urgente imprimere una spinta sensibile al processo di ricostruzione con interventi concreti sulle infrastrutture materiali e immateriali” dichiara in una nota Alessandro Di Venanzio, Presidente di Unindustria Rieti, in occasione dell’anniversario del sisma che sconvolse l’area di Amatrice e quelle limitrofe nelle confinanti regioni Abruzzo, Marche e Umbria. “Bisogna saper cogliere le opportunità che ci sono per scongiurare il rischio della desertificazione economica e imprenditoriale – purtroppo già in atto – anche se va riconosciuto l’impegno dei Commissari che si sono succeduti in questi anni per contrastare il fenomeno. Tra gli strumenti che sono a disposizione penso ai bonus edilizi, per i quali servono soluzioni efficaci per la cessione dei crediti d’imposta, e ai fondi Pnrr che mettono a disposizione 700 milioni destinati alle imprese, a valere sul bando Next Appenino”.

“Dall’inizio dell’anno, come ha ricordato il Commissario Castelli, sono stati 800 i milioni erogati alla ricostruzione privata, con un aumento del +22% nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2022. In totale, fino a oggi, sono state presentate 28.855 richieste di contributo per 11,11 miliardi di euro (di cui 6,6 concessi e 3,3 liquidati) su un totale di circa 50.000. I numeri sono incoraggianti e i segnali positivi, ma ci sono ancora 14.211 nuclei familiari, corrispondenti a circa 30.000 persone sui 41.000 sfollati complessivi dal terremoto, che ancora non hanno fatto rientro nelle proprie abitazioni”.

Trasporti, Fs: circolazione sospesa tra Ladispoli e Maccarese

Trasporti, Fs: circolazione sospesa tra Ladispoli e MaccareseRoma, 16 ago. (askanews) – La circolazione ferroviaria è sospesa, dalle ore 10.20, tra Ladispoli e Maccarese sulla linea Roma-Pisa su richiesta dei Vigili del Fuoco per l’intervento su un casolare reso pericolante dall’incendio che ha colpito la zona nella prime ore del mattino. Lo comunicano le Fs in una nota, aggiungendo che la revisione di ripristino è fissata per le ore 16.00 a seguito del nulla osta delle autorità competenti.

I treni Alta Velocità, Intercity e Regionali possono subire cancellazioni, limitazioni di percorso o essere instradati su percorsi alternativi, con maggior tempo di percorrenza.

Stellantis, Angelilli: bene tavolo sul rilancio settore auto

Stellantis, Angelilli: bene tavolo sul rilancio settore autoRoma, 26 lug. (askanews) – “Esprimo soddisfazione per questa ulteriore convocazione del tavolo, che dà continuità all’obiettivo di dialogare con Stellantis per arrivare a condividere un progetto industriale di sviluppo di ampio respiro e di lungo termine. La priorità è innanzitutto salvaguardare i livelli occupazionali, lavorando al rilancio dell’attività industriale, definendo nuovi modelli innovativi e competitivi nel settore dell’automotive”. Lo ha dichiarato l’assessore allo sviluppo economico e vicepresidente della giunta regionale del Lazio Roberta Angelilli in merito all’incontro al Mimit alla presenza del ministro Adolfo Urso.

Angelilli ha anche sottolineato l’importanza strategica di mantenere e rafforzare l’industria automobilistica nel Lazio, allo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile del settore automobilistico e tutelare l’occupazione nello stabilimento di Cassino a Piedimonte San Germano. “La regione Lazio condivide con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy l’impegno per garantire e incrementare la produzione, implementare la ricerca, stimolare nuovi investimenti, promuovere un progetto di transizione energetica. Infine, occorre lavorare nella direzione della riconversione delle competenze a garanzia di una piena occupazione. Riteniamo fondamentale la riqualificazione professionale del personale, come sottolineato dalle parti sociali” ha concluso l’assessore Angelilli.

Appalti, Busia: qualificate 3.000 stazioni appaltanti, stima era 13.000

Appalti, Busia: qualificate 3.000 stazioni appaltanti, stima era 13.000Roma, 26 lug. (askanews) – “Scritte le regole, ora bisogna dare al codice dei contratti le gambe per camminare. Il tema più rilevante e concreto che la realtà ci porrà, la vera sfida da affrontare subito è la qualificazione delle stazioni appaltanti, da cui dipende tutto il resto. Se non si attua fino in fondo tale corso, immettendo risorse umane e finanziarie per garantire un reale rafforzamento della capacità amministrativa degli enti, tutto il meccanismo del codice dei contratti non regge più. Non regge il processo di digitalizzazione. Non regge il principio di fiducia e di discrezionalità su cui il codice è basato”. Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), Giuseppe Busia, in un’intervista a “Diario dei nuovi appalti” – sito-newsletter di Giorgio Santilli -, fa un quadro dello stato dell’arte del codice dei contratti a 25 giorni dalla sua piena operatività. Primi bilanci e sfide “da cui capiremo se il codice riesce davvero a mantenere le promesse”. Un codice che “non è autoapplicativo, come si è detto, visto che abbiamo dovuto adottare dodici delibere per adeguare la normativa secondaria alle nuove regole legislative”.

“C’è una questione di organizzazione e una di formazione – attacca Busia -. Sul piano organizzativo, lo sforzo da fare è creare almeno un centinaio di centrali di committenza ben qualificate, robuste, diffuse sul territorio, tendenzialmente specializzate. Non basta l’aggregazione nazionale per dare un supporto effettivo a tutte le amministrazioni, serve una rete sul territorio e specializzata. Il secondo aspetto è la qualificazione alle persone: dobbiamo creare la capacità di fare. Questo è l’intervento fondamentale, che ha il suo seme nel PNRR ma va anche oltre il PNRR. Tanto più dopo che si è deciso di non emendare il codice, ma di riscriverlo totalmente, basandolo sul principio della fiducia, su una più ampia discrezionalità dell’amministrazione, sul principio di risultato”. “I contratti pubblici sono uno strumento per attuare le politiche pubbliche. Il principio di risultato – aggiunge – non è il risultato purché sia, ma è comprare coerentemente ai grandi obiettivi di transizione digitale, transizione ecologica, sostenibilità sociale. E questi richiedono progettualità, competenza nel progettare le gare, capacità di usare tutte le leve. Se devo fare una scuola, l’obiettivo non è solo fare un edificio il più in fretta possibile, ma creare spazi che siano inclusivi, facilitino l’apprendimento, consentano di svolgere al meglio le attività comuni. Altrimenti, si sprecano i soldi e si perde più tempo perché le criticità arriveranno più avanti. Il vero investimento per risparmiare tempo non è amputare pezzi del percorso di gara a scapito di concorrenza e trasparenza, ma è qualificare le stazioni appaltanti e progettare bene. Fare buone gare ottiene un doppio beneficio: si fanno meglio le opere e si cambia il mercato, premiando quelle imprese che investono sugli obiettivi che vogliamo perseguire, la digitalizzazione, la transizione ecologica e l’inclusione sociale”.

“Ci aspettavamo un numero di stazioni appaltanti qualificate più alto di quello che effettivamente stiamo registrando, che è fermo a meno di 3000”, sottolinea il presidente Anac, che prosegue: “È stato giusto non stringere troppo in partenza, per non paralizzare il sistema: stiamo anche usando la qualificazione in deroga che consente alla stazione appaltante di acquisire successivamente un requisito che ancora gli manca. Ma ora sarebbe sbagliato tornare indietro sui requisiti per il fatto che qualcuno ha difficoltà a ottenere la qualificazione”. Concretamente cosa sta accadendo? Come mai il numero delle amministrazioni qualificate è più basso del previsto e quante pensavate si potessero qualificare? “Stimavamo che fossero qualificabili 13mila delle 26mila stazioni appaltanti attive oggi. Al ritardo del processo concorrono vari fattori – spiega Busia -. Qualcuno non ha fatto domanda perché non aveva necessità di farla ora. Molte piccole amministrazioni hanno probabilmente rinunciato a qualificarsi perché hanno ritenuto che la soglia innalzata a 500mila euro fosse sufficiente per svolgere gli appalti essenziali. Molte altre perché tutto il PNRR è stato escluso fino a fine 2023. Il processo è stato messo in moto e sta andando avanti, ora dobbiamo remare tutti nella stessa direzione. Quello che comunque serve è creare una rete di centrali di committenza per tutte le stazioni appaltanti che non hanno la qualificazione, mostrando come la pubblica amministrazione può organizzarsi per centri di competenza che si mettono al servizio degli altri. Se la qualificazione del codice appalti funziona, diventa un buon esperimento di come dovrebbe essere organizzata tutta la pubblica amministrazione. Non abbiamo risorse per garantire competenze davvero elevate in tutte le migliaia e migliaia di centri di acquisto. Le dobbiamo allora concentrare e fare in modo che siano al servizio di chi non riesce a qualificarsi. Noi stessi, nella parte di attività della vigilanza collaborativa, in cui ci stiamo impegnando tantissime risorse, vogliamo essere un centro di competenza che aiuta le stazioni appaltanti a evitare errori, a comprare bene, a fare prima, a superare la paura della firma. Questo elemento collaborativo va valorizzato in tutta la Pubblica Amministrazione come modo corretto di operare: così l’amministrazione si organizza non più come una somma di monadi, ma come rete”.

Fondazione ITS e Farmindustria inaugurano Roma Campus Pharma Academy Roma

Fondazione ITS e Farmindustria inaugurano Roma Campus Pharma Academy RomaRoma, 19 lug. (askanews) – E’ stato Inaugurato oggi a Roma il Campus Pharma Academy dalla Fondazione ITS per le Nuove Tecnologie della Vita di Pomezia (RM) e Farmindustria nel corso dell’evento: “L’ITS NTV e il Campus Pharma Academy: modello di Academy di settore” che si svolge a Roma in Via di Val Cannuta, 200.

Il progetto – avviato nel 2019 – ha l’obiettivo di far acquisire agli studenti le competenze tecniche necessarie per la formazione delle figure professionali richieste dall’industria farmaceutica. Il Campus – informa un comunicato – è un contesto residenziale che offre agli studenti, in un unico luogo, aule didattiche, laboratori, start-up, alloggi e servizi ricreativi.

Una struttura che permette di migliorare l’attrattività degli Its e della formazione terziaria. E favorisce l’orientamento degli studenti per raggiungere l’obiettivo PNRR degli ITS che è quello di raddoppiare gli iscritti. La collaborazione tra Fondazione ITS e Farmindustria ha già ottenuto risultati importanti:

• 5 corsi attivati (tecnici di laboratorio, addetti alle camere sterili, tecnici per il controllo e l’applicazione delle GMP, addetti alla supply chain, addetti per il controllo di qualità), • 96 studenti in formazione: 35% di donne, ben al di sopra della media di donne iscritte in percorsi STEM, 15% studenti provenienti da aree lavorativamente svantaggiate, a testimonianza che questa collaborazione può essere modello per il SUD, 10% studenti già laureati o iscritti all’università. L’obiettivo è arrivare nei prossimi anni a 3/400.

• 97 manager aziendali coinvolti nella didattica (92% del totale dei docenti), • 90% didattica erogata dalle imprese, • 100% tasso di placement, • 100% tasso di coerenza tra studi e occupazione. «Il Campus – secondo Giorgio Maracchioni, Presidente della Fondazione ITS NTV di Roma – consentirà di aumentare l’attrattività degli studenti verso la Fondazione che opera in un settore STEM ad alto valore sociale e che dà occupazione di qualità. C’è grande attesa tra gli studenti per l’apertura del campus che grazie alla collaborazione con Farmindustria ha le potenzialità per diventare un polo formativo di eccellenza nazionale ed internazionale.” “Nell’industria farmaceutica – spiega Marcello Cattani, Presidente Farmindustria – si richiede eccellenza in tutte le fasi del processo produttivo e di Ricerca. Per questo le competenze sono il principale fattore di competitività e attrazione degli investimenti nel Paese. E proprio nell’anno europeo delle competenze abbiamo potenziato un modello di collaborazione strategica tra pubblico e privato. Solo attraverso una forte sinergia è possibile individuare i bisogni professionali del settore e pianificare percorsi didattici adeguati. In quest’ottica la partnership con l’ITS in Nuove Tecnologie per la Vita di Roma è particolarmente efficace poiché rappresenta un modello flessibile e attento alle necessità delle imprese, consentendo di anticipare la fondamentale fase di training dei nostri addetti.”

Turismo, Cna: 2 mln romani in vacanza per ponte SS Pietro e Paolo

Turismo, Cna: 2 mln romani in vacanza per ponte SS Pietro e PaoloRoma, 28 giu. (askanews) – Due milioni di romani “in fuga” dalla capitale per il ponte dei santi Pietro e Paolo. Per un movimento economico calcolato intorno ai 700 milioni di euro. A prevederlo una indagine di Cna Turismo e Commercio.

“Sia pure riservata a Roma, la festa patronale (un tempo festa nazionale) alimenta ulteriormente il buon momento del turismo italiano – si legge in una nota -. Incasellandosi in un periodo che sta vivendo un autentico boom, favorito dai prezzi più competitivi rispetto ad agosto, che stanno spingendo molti italiani ad anticipare le ferie, per quanto possibile”. L’arco di tempo coperto dal ponte va da oggi a domenica 2 luglio. La truppa di vacanzieri infatti si metterà in movimento a partire da questo pomeriggio, appena chiusi uffici, fabbriche, laboratori, negozi.

Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania, Marche, Molise, l’arco appenninico e l’arco alpino le mete nazionali preferite dai romani. Sia pure solo per un giorno “fuori porta”. O per raggiungere le “seconde case”. Il mare la destinazione più ambita. Tallonata da montagna e colline. Il successo del turismo verde porta a una forte crescita dei pernottamenti e di pranzi/cene negli agriturismi accanto a tutte le altre forme di ricezione alberghiera ed extra-alberghiera. Importante, nella scelta delle destinazioni, la presenza di giacimenti eno-gastronomici e di attività esperienziali, a cominciare da quelle artigianali e agricole, nelle quali i “cittadini” possono impegnarsi in occupazioni materiali, “sporcandosi le mani”.

Imprese, Pli: detassazione utili reinvestiti incentivo aumento produttività

Imprese, Pli: detassazione utili reinvestiti incentivo aumento produttivitàRoma, 21 giu. (askanews) – “La detassazione degli utili reinvestiti nelle imprese, cioè non distribuiti ai soci, costituisce la principale misura per incentivare l’aumento della produttività delle imprese stesse, fattore determinante per alzare il livello dei salari che in Italia non cresce da circa 20 anni”. Così Roberto Sorcinelli, segretario nazionale PLI commenta le proposte avanzate dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “La tanto sbandierata misura del polo progressita di industria 4.0 altro non è che detassazione di utili reinvestiti, peraltro copiando le precedenti misure attuate da Tremonti dal 2004 al 2010”.

“Aumentare – prosegue Sorcinelli – la produttività del lavoro e delle imprese per aumentare la crescita economica: se non riusciamo a crescere più del costo medio del debito saremo costretti a dover ricorrere ad elevati avanzi primari, ovvero la differenza tra entrate e spesa pubblica non da interessi, che deprimono ulteriormente la crescita perché si risolvono in una sottrazione netta di risorse al sistema economico. In Italia – sottolinea Sorcinelli – la crescita della produttività è ferma dagli anni ’80. A fine 2020 in Italia con un’ora di lavoro si generano 55 dollari di PIL. In Germania, 67 dollari. In un quarto di secolo siamo diventati del 20% relativamente più poveri dei lontani parenti di Germania”. “Cosa fare per aumentare la produttività? Cioè il rapporto tra la quantità di output e le quantità di uno o più input utilizzati per la sua produzione, tipicamente capitale e lavoro con l’innovazione di processo, ottenuto attraverso gli investimenti in ricerca e sviluppo che permette di fare di più con lo stesso numero di ore, ed in formazione dei lavoratori, generando per l’impresa una quota addizionale di domanda, mette in condizione l’impresa medesima di aumentare il livello di produzione e occupazione. L’insufficiente investimento italiano in R&S è dimostrato dalla modesta quota di brevetti italiani depositati all’ufficio brevetti europeo: l’8 per cento circa contro il 45 per cento circa della Germania, il 18 per cento della Francia, il 14 per cento del Regno Unito. In Estonia considerato la nazione con il miglior sistema fiscale al mondo gli utili non distribuiti non vengono tassati e ciò ha consentito l’aumento della produttività e di conseguenza la crescita dei salari. Inoltre sempre in Estonia per le persone fisiche vige un sistema di aliquota unica proporzionale al 20% che incentiva la produzione di reddito e consente di avere un cuneo fiscale sui salari vicino alla media OCSE del 34%. L’Italia invece ha un cuneo medio fiscale superiore alla media di 14 punti e ciò disincentiva la produzione di reddito ed induce molti lavoratori qualificati a trasferirsi all’estero, causando una carenza di personale qualificato per le imprese italiane, che perdono così ulteriore competitività”, conclude.

Bankitalia, nel 2022 l’economia del Lazio è cresciuta del 3,7%

Bankitalia, nel 2022 l’economia del Lazio è cresciuta del 3,7%Roma, 15 giu. (askanews) – L’economia del Lazio è cresciuta del 3,7 per cento lo scorso anno, in linea con la media italiana. Dopo l’aumento sostenuto registrato nel primo semestre, l’espansione dell’attività è proseguita a ritmi più contenuti a i livelli di un punto percentuale superiori a quelli precedenti al Covid. Lo riferisce la Banca d’Italia nel rapporto annuale “L’economia del Lazio”. Le prospettive per l’anno in corso risentono ancora del forte aumento dei prezzi determinato dal rincaro delle materie prime e degli effetti prospettici sulla domanda aggregata del ciclo restrittivo della politica monetaria.

Secondo lo studio, nel 2022 l’espansione ha coinvolto soprattutto i comparti delle costruzioni, sostenute dagli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, e dei servizi – in particolare il turismo sulla Capitale e su questo Bankitalia segnala una ulteriore accelerazione a inizio 2023 – sospinti dall’ulteriore incremento dei flussi di turisti, in particolare di visitatori stranieri. L’espansione ha mostrato un lieve rallentamento nell’industria in senso stretto; vi ha inciso anche il rialzo dei prezzi e dei tassi di interesse. Nel Lazio sono aumentate le esportazioni, in particolare quelle dei servizi, ma meno che in Italia. I risultati dell’indagine statistica della Banca d’Italia indicano un aumento degli investimenti nell’industria in senso stretto e un indebolimento della spesa per accumulazione nei servizi; nel complesso la dinamica è stata lievemente peggiore della media del Paese.

La crescita del 2022 si è riflessa positivamente sulla redditività delle imprese dei servizi; per le imprese della manifattura, rileva Bankitalia, i forti rincari delle materie prime e dei beni energetici sono stati in parte compensati dall’incremento dei prezzi di vendita, preservando la capacità di rimborso dei debiti. Dopo i primi mesi del 2022 i finanziamenti alle imprese hanno progressivamente rallentato la loro crescita, fino a ridursi alla fine dell’anno; la dinamica ha risentito dei rialzi dei tassi di interesse della Bce, del marcato calo della domanda di prestiti e di un lieve irrigidimento dei criteri di offerta delle banche. Passando al mercato del lavoro, Bankitalia riporta come l’occupazione nel Lazio sia cresciuta in misura analoga alla media italiana, recuperando quasi completamente i livelli precedenti l’emergenza pandemica. Il tasso di occupazione è aumentato, quello femminile più di quello maschile; la crescita ha riguardato tutte le fasce di età, tranne quella più avanzata, e tutti i livelli d’istruzione.

All’aumento occupazionale hanno contribuito i servizi e le costruzioni, prosegue lo studio. Si stima che queste ultime negli anni a venire possano continuare a trarre sostegno dagli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’occupazione dipendente, soprattutto quella a tempo indeterminato, si è ampliata, mentre quella autonoma si è ulteriormente ridotta. La Cassa integrazione è risultata in forte calo in tutti i settori. L’offerta di lavoro è rimasta stabile; il tasso di attività è leggermente aumentato per il calo della popolazione in età da lavoro. L’aumento occupazionale si è tradotto in una diminuzione del tasso di disoccupazione e sembrerebbe aver riguardato anche i disoccupati con minori probabilità di trovare un impiego.

Per le famiglie, il miglioramento del mercato del lavoro si è riflesso positivamente sul reddito disponibile delle famiglie, ma il potere d’acquisto è stato eroso dal rialzo dei prezzi. I consumi sono cresciuti in termini reali, anche se non hanno ancora recuperato i livelli pre-pandemia. L’inflazione ha colpito di più le famiglie meno abbienti, in quanto sul loro paniere di spesa incidono maggiormente le voci essenziali (alimentari e utenze) che hanno subito i rincari più elevati. I finanziamenti alle famiglie hanno continuato a crescere, dice ancora Bankitalia, in misura inferiore rispetto all’anno precedente; vi ha contribuito l’indebolimento della dinamica dei mutui nella seconda parte dell’anno. Riguardo al mercatod el credito nella regione, nel complesso del 2022 i prestiti alla clientela hanno rallentato, dopo il marcato aumento che aveva caratterizzato i primi mesi dell’anno, per effetto della riduzione dei prestiti alle imprese. Il tasso di deterioramento del credito ha continuato a registrare valori contenuti nel confronto storico, diminuendo lievemente sia per le famiglie sia per le imprese; anche la quota di finanziamenti che dal momento dell’erogazione hanno mostrato un incremento del rischio di credito (sul totale dei prestiti in bonis) è diminuita. I depositi bancari di famiglie e imprese hanno rallentato, riporta Bankitalia, soprattutto per effetto della marcata riduzione delle consistenze nei conti correnti delle imprese. Sempre nel 2022 la spesa corrente degli enti territoriali del Lazio è aumentata, in misura più contenuta rispetto alle altre Regioni a statuto ordinario, precisa il rapporto, vi hanno influito le spese per l’acquisto di beni e servizi, in particolare quelle effettuate dalla Regione e dalle Aziende sanitarie. Gli investimenti fissi lordi sono sensibilmente diminuiti, per effetto della riduzione delle spese realizzate dai Comuni. Nell’ambito del Pnrr e del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr (PNC), agli enti territoriali del Lazio è stato finora assegnato il 9 per cento delle risorse complessive nazionali. Nel periodo che va da gennaio 2021 a aprile 2023 le Amministrazioni locali hanno bandito gare o stipulato contratti relativi al Pnrr per oltre un quarto degli importi complessivi che dovranno porre a gara, riporta Bankitalia. Le entrate degli enti territoriali del Lazio sono nel complesso lievemente cresciute, ad eccezione di quelle della Regione. Nel 2022 il debito delle Amministrazioni locali del Lazio è aumentato; in termini pro capite, il debito, conclude lo studio, rimane significativamente superiore a quello medio nazionale.