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Federlazio, sostanziale tenuta aziende dopo tensioni geopolitiche

Federlazio, sostanziale tenuta aziende dopo tensioni geopoliticheRoma, 21 nov. (askanews) – Malgrado le perduranti tensioni geopolitiche internazionali le aziende del Lazio im un quadro ad oggi di sostanziale attesa, registrano una una relativa “tenuta” dell’attività economico-produttiva e dei ricavi. E’ quanto emerge da un rapido sondaggio attraverso un questionario breve on-line, sottoposto ad un campione rappresentativo di 200 aziende da parte della Federlazio, che ha ritenuto utile consultare le imprese della regione per verificare gli effetti diretti di queste sugli andamenti delle attività aziendali e per raccogliere opinioni e aspettative degli imprenditori riguardanti il prossimo futuro.

Le risposte fornite evidenziano – si legge in una sintesi del sondaggio – dalle risposte riguardanti gli andamenti delle attività delle aziende (gennaio/ottobre di quest’anno), si rileva, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, una leggera prevalenza di imprese (41,9%) che hanno segnalato un incremento del fatturato rispetto a quelle che invece hanno registrato una contrazione (37,1%); il rimanente 21% sono, invece, quelle che non hanno subito variazioni, rimangono stabili. Come termini di confronto bisogna considerare che nell’indagine congiunturale annuale di Federlazio (riferita agli andamenti del 2022 rispetto al 2021), le aziende che avevano registrato un incremento del fatturato erano il 48%, quelle con un calo il 22%, il restante 30% aveva dichiarato una situazione di stabilità. È cresciuta, quindi, la percentuale delle aziende in contrazione dei ricavi (+15%), sono diminuite sia quelle “stabili” (-9%) che quelle con ricavi in aumento (-6%).

Dal sondaggio si evidenzia anche la notevole diffusione di fattori di criticità riguardanti soprattutto: l’incremento dei prezzi di materie prime e semi lavorati (62% indicano impatti molto o abbastanza negativi); le dinamiche inflattive (57,8% impatti molto o abbastanza negativi); le difficoltà di reperimento manodopera (54,9%); gli incrementi dei prezzi di energia (52,4%); le difficoltà di accesso al credito e l’aumento dei tassi di interesse (34,9%). Dalla domanda rivolta agli imprenditori di indicare i fattori di criticità per il futuro, è emerso un diffuso sentimento di preoccupazione testimoniato dal fatto che soltanto l’1,5% degli intervistati non vede alcuna problematica all’orizzonte.

Le maggiori preoccupazioni riguardano l’incremento dei prezzi per materie prime e semi lavorati (60%), le dinamiche inflattive (46,2%) alle quali si associano, con crescente diffusione, quelle relative alle difficoltà di accesso al credito e all’aumento dei tassi di interesse (38,5%). Si è voluta, infine, focalizzare l’attenzione sugli effetti dei drammatici eventi che si stanno verificando in Medio Oriente: il 33% delle imprese hanno già registrato qualche difficoltà, il 37% sono quelle che al momento non sono in grado di esprimere un giudizio in merito. Quindi, in sostanza, soltanto un 30% si considera ragionevolmente al riparo da conseguenze negative.

Gli imprenditori che temono contraccolpi sulla propria attività, sono preoccupati soprattutto per la diffusione di un sentimento di incertezza con conseguente calo dei consumi e degli investimenti (68,2%), dall’aumento ulteriore dei costi energetici e dell’inflazione (54,5% ciascuno). “I risultati della breve indagine – dichiarazione Luciano Mocci, Direttore Generale di Federlazio – mostrano ancora una volta la capacità di resilienza del sistema delle PMI che, pur cosciente della gravità della situazione, riesce, comunque, con crescente difficoltà a garantire tenuta ed equilibrio al tessuto economico-produttivo del nostro Paese e della nostra regione. Va però considerato che, nonostante questa capacità di reazione, si stanno ampliando gli elementi e i fattori di sofferenza. Se, infatti, da un lato abbiamo oltre il 60% di imprese che sono riuscite a mantenersi in equilibrio e, in parte, a crescere, dall’altro il restante 40% registra arretramenti nei livelli dei ricavi. Si tratta quest’ultima di una percentuale in decisa crescita rispetto al 16,6% che avevamo rilevato all’inizio di quest’anno. In particolare per quanto riguarda i fattori più critici sono l’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse, il forte incremento dei prezzi delle materie prime, il trend al rialzo delle tariffe per le forniture energetiche, le variabili che preoccupano maggiormente gli imprenditori. Tali fattori di difficoltà l’incertezza per il futuro immediato vengono ulteriormente intensificati dai drammatici eventi che stanno accadendo in Medio Oriente”. “Gli effetti degli eventi bellici che da febbraio dello scorso anno hanno determinato l’acuirsi delle tensioni sui mercati globali e che rischiano di esacerbarsi ulteriormente nei prossimi mesi – rileva Silvio Rossignoli, Presidente di Federlazio – devono essere affrontati con grande senso di responsabilità da parte di tutti: bisogna contrastare soprattutto il diffondersi di un sentimento di incertezza che rischia di avere effetti depressivi sull’intero tessuto economico e sociale. Tutto ciò sta producendo un’influenza negativa sulla liquidità delle imprese e sulle disponibilità economiche delle famiglie con i conseguenti rischi recessivi che stanno comparendo all’orizzonte delle principali economie continentali”. Secondo Rossignoli “Sono necessarie ulteriori misure e passi avanti per rafforzare e rendere più stabile l’azione comune di tutti gli Stati dell’Unione Europea attraverso interventi mirati volti ad affrontare le diverse emergenze che si stanno verificando. Le istituzioni del nostro Paese, comunque, indipendentemente da quanto verrà promosso a livello comunitario, dovranno porre maggiore attenzione a quanto sta accadendo attraverso misure di sostegno atte a superare la perdurante fase di estrema incertezza”.

Roma, 2,5 mln per transizione energetica imprese da Camera Commercio

Roma, 2,5 mln per transizione energetica imprese da Camera CommercioRoma, 17 nov. (askanews) – Due milioni e mezzo di euro a disposizione delle micro, piccole e medie imprese di Roma e provincia grazie al bando Voucher Transizione Energetica della Camera di Commercio di Roma, da oggi on line sul sito istituzionale della Camera (www.rm.camcom.it).

Le risorse messe a disposizione – informa una nota – puntano a finanziare, tramite contributi a fondo perduto, interventi volti a migliorare l’efficienza energetica dell’impresa e realizzati (o da realizzare) nella sede aziendale situata nel territorio di Roma e provincia. Sono ammissibili gli interventi strettamente funzionali e direttamente riconducibili all’efficientamento energetico dell’impresa e relativi a una o più di questi 3 ambiti:

1) Spese per servizi di consulenza (ad esempio audit energetico e diagnosi energetica dei processi, redazione di piani di efficientamento energetico, spese progettuali e legali per la creazione di Comunità Energetiche); 2) Spese per servizi di formazione (ad esempio costi per la formazione del personale interno per la creazione di una figura aziendale di esperto gestione energetica o energy manager);

3) Spese per impianti, macchinari e attrezzature (ad esempio acquisto e installazione di collettori solari termici e/o impianti di microcogenerazione, di impianti fotovoltaici per l’autoproduzione di energia con fonti rinnovabili da utilizzare nel sito produttivo oppure di sistemi di domotica per il risparmio energetico e di monitoraggio dei consumi energetici e anche acquisto e installazione di macchinari in sostituzione di quelli in uso nella sede oggetto di intervento ovvero di nuovi impianti, macchinari e attrezzature, che consentano il contenimento dei consumi energetici o che siano finalizzati al risparmio energetico ovvero al recupero di cascami di energia). Importante: le spese devono essere sostenute a partire dal primo gennaio 2023 fino al termine di presentazione della rendicontazione (30 settembre 2024).

Le agevolazioni previste dal bando sono concesse sotto forma di voucher che è pari al 70% delle spese ammissibili fino al tetto massimo di 10mila euro a impresa. Per accedere alla misura, l’investimento deve prevedere una spesa minima di 3mila euro (al netto dell’Iva). “Con il bando Voucher Transizione Energetica – spiega Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – stanziamo, ancora una volta, una cifra consistente pari a 2,5 milioni di euro a disposizione delle imprese del nostro territorio impegnate in processi e azioni che puntano a migliorare la propria efficienza energetica. Di pari passo con la trasformazione digitale, quella energetica rappresenta una sfida irrinunciabile per il nostro sistema produttivo e, specie le imprese più piccole, vanno aiutate in questo percorso che incide anche sulla competitività delle stesse sui mercati nazionali e internazionali. Roma e il Lazio – conclude Tagliavanti – devono puntare a un modello economico virtuoso che va nella direzione dell’efficienza energetica, dell’economia circolare e della sostenibilità e la Camera di Commercio di Roma sta facendo la sua parte”. Possono presentare domanda le imprese di tutti i settori che rispettino alcuni requisiti base, tra cui: essere micro, piccole o medie imprese con sede legale e/o unità locale iscritta nel Registro imprese della Camera di Commercio di Roma, essere attive e aver dichiarato al Registro Imprese camerale l’attività svolta; essere in regola con il pagamento del diritto annuale (il controllo si estende agli ultimi 5 anni escluso il corrente); non essere in stato di fallimento, liquidazione (anche volontaria), amministrazione controllata o concordato preventivo, aver assolto gli obblighi contributivi previsti dalla normativa vigente e certificati attraverso Durc regolare. Le domande vanno trasmesse esclusivamente in modalità telematica, con firma digitale, attraverso lo sportello on line “Contributi alle imprese”, all’interno del sistema Webtelemaco Infocamere – Servizi e-gov, dalle ore 14 del 21 novembre 2023 alle ore 14 del 21 dicembre 2023 (le domande inviate prima e dopo tali termini verranno automaticamente escluse). Il bando integrale, le faq e tutti i documenti necessari per la presentazione della domanda sono pubblicati sul sito della Camera di Commercio di Roma, all’indirizzo www.rm.camcom.it.

Bankitalia, attività economica del Lazio +1,2% nel primo semestre

Bankitalia, attività economica del Lazio +1,2% nel primo semestreRoma, 10 nov. (askanews) – Nel primo semestre del 2023 l’attività economica nel Lazio è cresciuta dell’1,2 per cento, in misura inferiore a quanto registrato nello stesso periodo dello scorso anno e in linea con il dato nazionale. Lo riporta la Banca d’Italia nel suo rapporto annuale sull’economia del Lazio e in base al relativo Indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter).

L’espansione ha perso vigore per effetto dell’indebolimento della domanda interna, che ha riflesso l’inasprimento delle condizioni di accesso al credito e la perdita del potere d’acquisto delle famiglie dovuto all’inflazione. Contestualmente, spiega l’istituzione, si è verificata una diminuzione delle esportazioni, che hanno risentito anche della dinamica poco vivace del commercio internazionale. In un contesto di complessivo rallentamento, l’andamento dell’attività economica è risultato migliore nel settore dei servizi, trainato dai comparti che hanno beneficiato dell’incremento dei flussi turistici; alla crescita si è accompagnato un moderato aumento della spesa per investimenti.

Anche nelle costruzioni l’espansione è proseguita, prosegue Bankitalia, grazie allo stimolo proveniente dal rafforzamento degli investimenti pubblici. L’attività nel settore dell’industria, sebbene si siano attenuate le difficoltà legate all’approvvigionamento di beni intermedi, ha risentito di più della decelerazione dei consumi e della debolezza del commercio estero; gli investimenti hanno ristagnato. Tuttavia, il comparto della chimica, gomma e plastica ha mostrato un andamento più dinamico. Le aspettative per i prossimi mesi delle aziende dell’industria in senso stretto e dei servizi intervistate dalla Banca d’Italia sono sostanzialmente stabili; la spesa in beni capitali in entrambi i settori è considerata in lieve aumento. La situazione economica rimane nel complesso favorevole, si legge, con una quota elevata di imprese che prevede di chiudere in utile l’anno in corso; la liquidità a disposizione si è confermata abbondante.

Sempre nei primi sei mesi dell’anno l’andamento del mercato del lavoro nel Lazio è stato positivo: l’occupazione è cresciuta più che in Italia, superando i livelli precedenti la pandemia; la disoccupazione è diminuita. Sono aumentati sia i lavoratori dipendenti sia gli indipendenti; la crescita occupazionale è riconducibile principalmente ai servizi, che continuano a beneficiare dell’incremento dei flussi turistici. Il ricorso alle ore di Cassa integrazione guadagni si è ridotto, più che in Italia, riportandosi ai valori che caratterizzavano gli anni antecedenti l’emergenza sanitaria. La popolazione in età da lavoro è diminuita, ma la partecipazione al mercato del lavoro è aumentata; è di conseguenza cresciuto il tasso di attività. Passando ai consumi delle famiglie, secondo il rapporto nel 2023 dovrebbero aumentare, seppure in misura inferiore rispetto allo scorso anno; sulla dinamica incide il tasso d’inflazione ancora elevato, anche se in calo rispetto ai massimi del 2022 grazie alla riduzione dei prezzi dell’energia e del gas.

Intanto in un contesto di normalizzazione della politica monetaria, nel primo semestre del 2023 i prestiti al settore privato non finanziario sono diminuiti, risentendo di una riduzione della domanda di credito. Il calo è stato trainato dai finanziamenti alle imprese, per i quali si è osservato anche un irrigidimento dei criteri di offerta. Per il comparto produttivo il calo della domanda ha interessato sia la componente connessa con gli investimenti sia quella volta a coprire il capitale circolante. I finanziamenti alle famiglie hanno sensibilmente rallentato, soprattutto nella componente legata ai mutui per acquisto di abitazioni. Sia per le famiglie sia per le imprese è proseguito l’aumento del costo del credito. Nel primo semestre del 2023 la qualità del credito erogato alla clientela non ha mostrato effettivi segnali di peggioramento. Il tasso di deterioramento è rimasto su livelli inferiori a quelli del periodo precedente la pandemia. I depositi bancari sono sensibilmente diminuiti, a fronte di un aumento del valore dei titoli a custodia. Famiglie e imprese hanno ricomposto i loro portafogli a favore di titoli di Stato e obbligazioni. Su tale dinamica, conclude Bankitalia, ha inciso l’accresciuto rendimento associato a queste forme di investimento, in connessione con il rialzo dei tassi di interesse.

Fondazione Vinci: “Road-sharing”, 92% cittadini ha paura in strada

Fondazione Vinci: “Road-sharing”, 92% cittadini ha paura in stradaRoma, 8 nov. (askanews) – La Fondazione VINCI Autoroutes ha pubblicato i risultati della 3aedizione dello studio sul ‘Road-sharing’. Prosecuzione del Barometro della guida responsabile, questo sondaggio, realizzato da Ipsos, si concentra sui comportamenti di italiani ed europei legati alla convivenza tra diverse modalità di spostamento. Che siano automobilisti, motociclisti, ciclisti o pedoni, quanta attenzione si presta agli altri utenti della strada? In che misura si rispettano le regole di condivisione della strada? E i comportamenti di chi guida sono influenzati dalle diverse modalità di spostamento che si utilizzano? Le risposte di 12.400 europei dimostrano che, in un’ottica di convivenza armoniosa sulle strade, è necessario sensibilizzare tutti gli utenti al rispetto degli altri e delle regole.

Il 26% degli automobilisti e il 57% dei motociclisti, infatti, dichiarano di invadere le corsie riservate alle bici; il 72% dei ciclisti circola sui marciapiedi mentre l’85% dei pedoni attraversa al di fuori degli attraversamenti protetti. Tutti comportamenti molto pericolosi che rischiano di mettere in pericolo tutti, in particolare pedoni e ciclisti. Un dato interessante che emerge dall’indagine è che qualunque sia la modalità di spostamento, la convivenza con gli altri utenti della strada è fonte di ansia e tensione. All’interno di uno spazio pubblico congestionato, la compresenza di diverse modalità di spostamento (automobile, due ruote a motore, biciclette e spostamento a piedi), così come il variare dei rispettivi spazi, rendono complessa e spesso difficile la convivenza tra chi circola.

La stragrande maggioranza degli utenti percepisce infatti la strada come uno spazio particolarmente ansiogeno: tale preoccupazione può essere legata a comportamenti a rischio da parte di altri utenti. Questo è quanto dichiara il 98% degli utenti italiani (contro il 92% di quelli europei). Nello specifico, guardando all’Europa: il 92% degli automobilisti europei (97% italiani); l’88% dei ciclisti abituali (87%); l’87% dei motociclisti (94%). Anche i pedoni risentono molto dei comportamenti a rischio di chi guida. L’89% di loro, infatti, ha paura che un automobilista non si fermi per lasciarli passare quando si trovano sulle strisce pedonali (91%). Altra paura che viene evidenziata riguarda l’aggressività che gli utenti europei manifestano quando sono in strada: 86% degli italiani (84% degli europei) affermano di avere timore così come, guardando all’Europa, l’82% dei motociclisti (83%) e il 78% dei ciclisti (85%). La riluttanza alla condivisione della strada e, per alcuni, anche la sensazione di pericolo sono all’origine di una generalizzata mancanza di rispetto degli spazi riservati ad altre categorie di utenti. In parte ciò è dovuto anche ad una mancanza di infrastrutture adeguate: lo sviluppo delle città e delle reti stradali dovrebbe infatti garantire una ‘coesistenza armoniosa’ tra le diverse modalità di trasporto, adattandosi ai cambiamenti della mobilità.

Anche in ambienti congestionati sarebbe fondamentale garantire il rispetto degli spazi riservati agli utenti più vulnerabili. Tuttavia, la mancanza di spazio, la densità del traffico o semplicemente la ricerca di maggiore sicurezza sono tutti motivi che spingono a invadere gli spazi riservati agli altri utenti della strada, anche a costo di metterli in pericolo. A riprova di ciò, la ricerca mostra chiaramente che ogni tipologia di utente confessa specifici comportamenti scorretti riferiti soprattutto a marciapiedi, corsie preferenziali, piste ciclabili.

Se infatti i marciapiedi sono spazi riservati esclusivamente ai pedoni, motociclisti e ciclisti hanno una forte tendenza a utilizzarli per parcheggiare (61% dei motociclisti europei; 56% italiani) o per circolarvi (45% dei motociclisti; 40%) e 72% dei ciclisti abituali; 65%). Quest’occupazione impropria dello spazio costituisce un pericolo per i pedoni, il 64% dei quali dichiara di essere già stato sfiorato da una bicicletta, un monopattino o un hoverboard mentre camminava su un marciapiede (71%). Sebbene, inoltre, le linee di arresto stradale in prossimità dei semafori siano riservate ai ciclisti per consentire loro di posizionarsi davanti ai veicoli agli incroci semaforici, in modo da vedere ed essere visti meglio, il 57% dei motociclisti (57%) e il 26% degli automobilisti (23%) confessa di occupare comunque questi spazi. Anche le piste ciclabili sono soggette a uso improprio da parte dei conducenti di veicoli motorizzati a due o più ruote: il 50% dei motociclisti confessa di percorrerle (47%) e il 18% degli automobilisti le utilizza per soste o fermate (15%). Infine, passando ad analizzare la sosta e corsie riservate, anche qui si evidenziano numerosi comportamenti inappropriati e pericolosi da parte degli automobilisti: il 32%, infatti, confessa di parcheggiare regolarmente in doppia fila (35%), il 21% di percorrere le corsie riservate agli autobus (18%), il 14% di utilizzare spazi riservati ai disabili (14%) e il 15% di occupare spazi dedicati ai veicoli elettrici (16%). Altro segno di indifferenza verso i ciclisti, il 36% degli automobilisti confessa di aprire la portiera senza controllare che non ve ne siano nelle vicinanze (33%). ‘In un’epoca in cui è necessario diffondere modalità di spostamento alternative all’automobile – afferma Bernadette Moreau, Delegata Generale della Fondazione VINCI Autoroutes – la condivisione della strada e, più in generale, dello spazio pubblico impone a tutti di adattarsi se si vogliono garantire a ogni tipo di utente spostamenti sicuri e pacifici. La mancanza di infrastrutture adeguate rende più complessa la convivenza tra diversi utenti, ma non può giustificare l’elevato numero di infrazioni e comportamenti a rischio, che mettono in pericolo soprattutto gli utenti più vulnerabili’. Ma quali sono i comportamenti a rischio che creano pericoli nella convivenza tra i diversi mezzi di trasporto? Nonostante l’uso del telefono sia riconosciuto come una delle principali fonti di distrazione e causa di numerosi incidenti, più della metà di automobilisti, motociclisti e pedoni telefona mentre guida o cammina. Nello specifico, il 66% degli automobilisti (72%); il 57% dei pedoni (58%); il 50% dei motociclisti abituali (59%) e il 34% dei ciclisti abituali (38%). Anche il mancato rispetto del semaforo rosso è una delle infrazioni più comuni da parte conducenti, ciclisti e pedoni. Il 63% degli automobilisti ammette infatti di passare con il semaforo arancione o rosso (55%); il 37% dei ciclisti abituali confessa di farlo anche in situazioni in cui ciò non è autorizzato dalla segnaletica (35%); il 56% dei pedoni afferma di attraversare quando il proprio simbolo è rosso (43%) e l’85% di attraversare talvolta al di fuori degli attraversamenti protetti (79%). Infine, anche il mancato utilizzo della freccia per sorpassare o cambiare direzione, comportamento che riguarda più di 1 conducente su 2 (52%; 51%), è indice di individualismo e indifferenza verso gli altri utenti della strada. I trasporti più utilizzati dagli Europei. In Europa, il mezzo di trasporto principale è l’auto. Tuttavia, per i loro spostamenti quotidiani, gli europei utilizzano anche modalità di spostamento alternative. Il 66% si sposta regolarmente a piedi (69% degli italiani) e il 22% (dato stabile rispetto al 2022) utilizza regolarmente la bicicletta (18%). L’8% utilizza regolarmente un veicolo a due ruote a motore (8%) e il 4% utilizza un monopattino o un hoverboard (4%). Dato poco sorprendente, la percentuale più elevata di ciclisti abituali è raggiunta dagli olandesi (58%), seguiti a notevole distanza da belgi (28%), polacchi (27%) e tedeschi (26%). I francesi si piazzano all’8o posto, a pari merito con i greci (su 11 paesi europei analizzati) (13%), subito davanti a britannici (10%) e spagnoli (9%). Per quanto riguarda gli spostamenti a piedi, sono gli spagnoli a praticarli di più (78%) e i belgi di meno (50%). FOCUS sull’utilizzo della bicicletta. In Europa, va in bicicletta con regolarità un numero di donne leggermente inferiore rispetto a quello degli uomini: (20% contro 25%; 15% contro 23%). Per quanto riguarda, invece, l’utilizzo occasionale della bicicletta, questo divario si assottiglia (38% contro 41%; 45% contro 44%). La sensazione di sicurezza in bicicletta, che rappresenta un fattore importante per la sua diffusione, varia notevolmente a seconda del paese. Se in media, in Europa, l’80% dei ciclisti si sente sicuro quando si sposta in bicicletta, tale percentuale passa dal 93% per gli olandesi al 62% per gli italiani e addirittura al 60% per i francesi (ben 33 punti percentuali di differenza!). Questi ultimi, infatti, sono quelli che si sentono meno sicuri tra i cittadini degli 11 paesi analizzati. Uso del casco. Per gli adulti, l’uso del casco in bicicletta non è obbligatorio in nessuno dei paesi oggetto del sondaggio, fatta eccezione per la Spagna, dove è consigliato nelle aree urbane e obbligatorio in quelle extra-urbane. In Europa, il 28% dei ciclisti abituali lo indossa frequentemente (35%); a indossarlo di più sono i ciclisti inglesi (60%) e spagnoli (51%), mentre i ciclisti olandesi sono quelli che lo indossano meno (8%). Angolo cieco. Nelle aree urbane, molto spesso, a esporre i ciclisti ai maggiori rischi è la scarsa attenzione all’angolo cieco da parte dei conducenti dei mezzi pesanti (camion, autobus e pullman) oppure da parte dei ciclisti stessi. Il 52% dei ciclisti (39%) dichiara, infatti, di sorpassare autobus e camion sulla destra e al tempo stesso di prestare attenzione agli angoli ciechi. Circolazione notturna senza dispositivi di illuminazione Quando si circola in bicicletta di notte, è necessario essere ben visibili, in modo da tutelare la propria sicurezza ed evitare di sorprendere gli altri utenti della strada. Tuttavia, questa fondamentale misura di sicurezza è ancora trascurata dal 28% dei ciclisti abituali europei (28%).

Merlo (Federlogistica): serve un vero Ministero del Mare

Merlo (Federlogistica): serve un vero Ministero del MareRoma, 6 nov. (askanews) – La portualità è un settore vivo e sempre più promettente: dopo il Covid ha tenuto bene ed il sistema italiano è efficiente eppure manca una vera strategia delle politiche del mare. Questo è il tema al centro del libro di Luigi Merlo, presidente di Federlogistica, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro della protezione civile e delle politiche del mare Nello Musumeci, del senatore Graziano Delrio e dei rappresentanti apicali del settore marittimo e portuale.

“Ho scritto e riscritto questo libro mille volte, – Ha spiegato Merlo – doveva uscire per le passate elezioni politiche ma ho tardato e poi il ministro del mare è stato nominato. Lo dico chiaramente nel libro: vorrei che questa esperienza di governo rappresentasse il germe per un ministero del mare vero e proprio che possa permanere e crescere. La comunità del settore marittimo non è abituata a ragionare in termini unitari ed è difficile la sintesi, c’è da lavorare molto sulla sinergia. Esistono due criticità principali – ha spiegato Merlo – per cui è necessaria una politica adeguata marittima : il cambiamento climatico con i pericoli che vengono dal mare e la concorrenza cinese sul settore portuale e crocieristico. La notizia che è stata costruita la prima nave da crociera interamente in Cina non può lasciarci inerti, non possiamo perdere questa specificità, servono azioni incisive sulla sicurezza del mare e azioni per tutelare l’economia di settore. Mi sarò fatto qualche nemico con questo libro perché dico la verità e non faccio sconti sulle criticità che esistono: se ci deve essere una riforma sia straordinaria, spesso le intuizioni hanno bisogno di tempo per attuarsi, le buone idee non hanno paternità”. “Se sono qui è perché la buona politica deve ascoltare, accettare le critiche e replicare. Debbo dire che questo libro è sia una provocazione, anche se tardiva, che uno stimolo. Trovo sbagliato il titolo: non c’è da rivoluzionare la politica marittima perché non c’è stata mai stata una politica marittima. L’Italia non è un paese marittimo ma deve diventarlo: abbiamo tutto ciò che serve, la credibilità, la geografia, l’orgoglio e la storia. Questo governo ha fatto un primo e generoso tentativo per ripristinare il ministero del mare e viene da chiedersi come mai in trenta anni dalla soppressione del ministero della Marina mercantile non si sia fatto prima. L’obiettivo del governo è trasformare in cinque anni questa struttura di missione in un vero ministero”, ha detto il ministro Nello Musumeci.

Palermo (Acea): con termovalorizzatore Roma farà salto in avanti

Palermo (Acea): con termovalorizzatore Roma farà salto in avantiGenova, 25 ott. (askanews) – “Il termovalorizzatore è un progetto molto importante per Roma abbiamo presentato una proposta al Comune di Roma che ci vede coinvolti con partner internazionali quali Hitachi, Suez, Vianini. E’ un progetto che farà fare un salto importante alla città, sta andando avanti, noi ci crediamo molto, ci investiamo e ci investiremo”. Così l’ad di Acea, Fabrizio Palermo, a margine dell’Assemblea Anci a Genova, sul progetto di un termovalorizzatore a Roma.

Regione Lazio, Tagliavanti (Cciaa Roma): puntare su mercati esteri

Regione Lazio, Tagliavanti (Cciaa Roma): puntare su mercati esteriRoma, 20 ott. (askanews) – “È importante non tanto per la Camera di commercio quanto per il sistema delle imprese del Lazio che sono 650mila e ultimamente hanno scoperto con particolare vigore l’internazionalizzazione”. Così Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma, parlando con i giornalisti della nuova strategia della regione Lazio per l’internazionalizzazione delle Pmi presentata oggi nella sede della regione Lazio. “Tutti i dati ci dicono che nell’ultimo anno le imprese del Lazio hanno aumentato la propria esportazione, questa è una notizia positiva perché sappiamo che in passato siamo stati tra le regioni un po’ pigre nel conquistare i mercati esteri, ma la conquista di mercati da parte delle imprese è un elemento importante non soltanto per le grandi imprese, quelle di punta, che – ha spiegato – tradizionalmente avevano già mercati solidi, ma la notizia buona è che medie e piccole imprese hanno conquistato e stanno conquistando i mercati nei settori più vari, pensiamo alla moda e all’agroalimentare, oltre ai vecchi giganti del tecnologico e della sanità che erano già abbastanza ben orientati in questo senso. Questa – ha aggiunto – è una buona notizia perché significa che anche i piccoli possono accedere ai mercati internazionali, ovviamente hanno maggiori difficoltà ed è questo il motivo dell’accordo. Gli enti pubblici quindi le regioni, le camere di commercio e le istituzioni nazionali devono accompagnare questo sistema di imprese perché è bene collaborare per ottenere un obiettivo comune. Da questo punto di vista sono particolarmente ottimista per quanto riguarda il futuro e l’affermazione delle nostre imprese nel mercato internazionale”.

Regione Lazio: la nuova strategia per l’internazionalizzazione

Regione Lazio: la nuova strategia per l’internazionalizzazioneRoma, 20 ott. (askanews) – Primo bando da 5 milioni di euro del nuovo programma per consolidare l’export delle Pmi laziali e attrarre capitali e investimenti esteri sul territorio. Presentata a Roma nella sede della regione Lazio la nuova strategia regionale per l’internazionalizzazione delle Pmi. A far gli onori di casa la vicepresidente con delega alle attività produttive Roberta Angelilli, insieme con Pasquale Salzano, presidente di Simest, Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma e Alessandra Pastorelli, Capo ufficio indirizzo e vigilanza sull’Ice – Dgsp – Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Nell’ambito della strategia presentata è previsto il bando “Voucher per l’internazionalizzazione delle PMI”, che stanzia, appunto, 5 milioni di euro a fondo perduto per le imprese che intendono partecipare a fiere nazionali e internazionali con un proprio spazio espositivo, con un contributo per singolo progetto da un minimo di 7.200 euro a un massimo di 50mila. Gestito completamente on-line da Lazio Innova tramite la piattaforma GeCoWeb Plus, raggiungibile dai siti lazioinnova.it e lazioeuropa.it, il bando – come spiegato oggi – si aprirà il 9 novembre alle 12 e si chiuderà il 14 dicembre 2023 alle 18. Novità assoluta è l’introduzione di procedure semplificate per la rendicontazione da parte delle imprese ammesse a finanziamento europeo, iniziativa che vede il Lazio tra le primissime regioni in Europa. Nel caso del bando “Voucher”, ad esempio, le imprese beneficiarie non saranno più tenute a presentare documenti cartacei e fatture ma dovranno semplicemente dimostrare di aver realizzato le attività del progetto, ad esempio fornendo foto o video dello stand e dello spazio espositivo acquistato. “Il programma di internazionalizzazione 2023 – ha commentato la vicepresidente Angelilli – fissa le nuove strategie regionali per rafforzare la competitività delle imprese laziali sui mercati esteri. Sono felice di annunciare che attiveremo a breve una Cabina di Regia che coordinerà gli interventi e che coinvolgerà Lazio Innova e i principali attori nazionali e locali, quali il Mimit, il Maeci, l’Agenzia Ice, Invitalia, le Camere di commercio, le Associazioni di categoria, il Consorzio unico del Lazio. Il bando per la partecipazione alle Fiere internazionali è il primo passo di questa azione di sistema finalmente avviata che prevede anche la fornitura alle Pmi di servizi avanzati in collaborazione con Maeci, Agenzia Ice e Simest”. “La Camera di commercio di Roma – ha spiegato il presidente Lorenzo Tagliavanti – svolge, da sempre, un ruolo centrale sul tema dell’internazionalizzazione, attraverso attività di informazione, formazione, supporto organizzativo, assistenza alle imprese, anche in collaborazione con le altre Istituzioni. Competere sui mercati internazionali è ormai un’esigenza irrinunciabile per gran parte del nostro tessuto produttivo e, specie attraverso le nuove tecnologie, le imprese possono superare i propri limiti dimensionali e trasformarsi in aziende globali, pur mantenendo il proprio carattere tradizionale. Il programma di internazionalizzazione della regione Lazio non può che avere il nostro supporto: serve l’impegno di tutti per favorire l’aumento della vocazione internazionale di Roma e della nostra regione e la conseguente capacità di attrarre talenti e capitali” ha aggiunto. “L’accordo che siamo pronti a sottoscrivere segna l’avvio di una importante collaborazione istituzionale fra Simest e la Regione Lazio in supporto della crescita estera delle imprese del territorio. Si tratta di una vera e propria task force che promuoverà l’internazionalizzazione di Pmi e delle filiere produttive.

Simest metterà a disposizione know-how e strumenti per le imprese, impegnandosi insieme alla Regione a valorizzare tutti quei progetti e quelle attività in grado di sostenere competitività e sviluppo internazionale del tessuto produttivo del Lazio, centrale per l’intero Made in Italy” ha spiegato Pasquale Salzano, presidente di Simest. Sarà infatti avviato un programma di formazione-informazione con un desk che informerà e formerà le Pmi laziali su opportunità e misure di finanziamento, accompagnandole e supportandole nell’accesso ai mercati internazionali. Prevista in questo contesto anche la selezione di giovani talenti da inserire nelle imprese per tirocini formativi. Nell’aprile 2024 inoltre verrà promosso a Roma un evento internazionale, aperto alle imprese del territorio regionale, per presentare opportunità e iniziative da parte di attori internazionali (grandi gruppi, poli tecnologici e istituti di ricerca, ambasciate, player finanziari). “Si tratta – ha aggiunto Roberta Angelilli – di un primo passo con cui quale la Giunta intende dare un deciso e rinnovato impulso all’apertura internazionale delle nostre imprese e all’attrazione di investimenti nel territorio. Con l’idea di promuovere un paradigma vincente per fare impresa: il cuore legato al territorio e lo sguardo rivolto alle opportunità globali”.

Convegno ‘Parità di genere: perché la certificazione?’

Convegno ‘Parità di genere: perché la certificazione?’Roma, 18 ott. (askanews) – Ridurre il divario di genere sul lavoro, questo l’obiettivo principale del seminario informativo dal titolo ‘Parità di genere: perché la certificazione?’ tenutosi nella mattinata di oggi, mercoledì 18 ottobre 2023, presso la sede pontina della Camera di Commercio Frosinone Latina. Un evento organizzato dall’Azienda Speciale Informare, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per la Pari Opportunità – Italiadomani e Unioncamere.

Il Sistema di certificazione della parità di genere rientra nella Missione 5, Componente 1 ‘Politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione’ del PNRR (Investimento 1.3), che mira a promuovere una maggiore presenza delle donne nel mercato del lavoro, per migliorare la coesione sociale e territoriale e per la crescita economica del Paese. Un Sistema volto ad incentivare le imprese nell’adozione di policy adeguate a ridurre il gender gap ed il gender pay gap. Ad aprire i lavori, Sua Eccellenza il Prefetto di Latina, Maurizio Falco: ”Tra le parti che si fanno carico del benessere della comunità c’è bisogno di lavorare in sinergia. Il rapporto tra pubblico e privato è fondamentale per mettere in campo le azioni rivolte alla collettività. Occorre, però, cambiare la narrazione, facendo parlare le dirette interessate: le donne. Non a caso, il mio discorso di oggi l’ha scritto una donna. Una giovane donna, un futuro Prefetto, che spiega come, in nome della parità di genere, in superficie sia stato detto molto ma, a livello pratico, ancora c’è diffidenza nel concepire che il ruolo delle donne nei luoghi dove si assumono le decisioni sia in crescita. Per superare questa diffidenza, si deve cominciare a guardare al ruolo delle donne come ad un qualcosa che garantisca crescita alla società e un progresso più sostenibile. È necessario, però, offrire anche garanzie lungo i percorsi di carriera delle donne. Il tutto senza dimenticare che sono ancora molti gli stereotipi da abbattere. Abbiamo un presidente del Consiglio donna, qui a Latina un Sindaco donna. Le politiche stanno cambiando in favore dell’ingresso delle donne nei ruoli apicali ma mancano supporti che garantiscano alle donne la possibilità di conciliare la loro crescita professionale con la possibilità di creare anche una loro vita affettiva è familiare. Su questo dobbiamo lavorare insieme’.

A fare gli onori di casa, il Presidente della CCIAA, Giovanni Acampora, che, nel ringraziare tutti i presenti per il loro contributo al dibattito, ha affermato: Il Sistema di certificazione della parità di genere rientra nella Missione 5, Componente 1 ‘Politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione’ del PNRR, che mira a promuovere una maggiore presenza delle donne nel mercato del lavoro, per migliorare la coesione sociale e territoriale e per la crescita economica del Paese. In qualità di Presidente anche di SiCamera sento la responsabilità di promuovere quanto più possibile una progettualità dell’intero sistema camerale, che rappresenta un obiettivo corale, che per essere raggiunto richiede una importante condivisione sul territorio. È stato ampiamente dimostrato che riconoscere il giusto ruolo economico e sociale alle donne sia un fattore chiave per la crescita: l’Istituto Europeo per la Parità di Genere (EIGE) stima che una maggiore uguaglianza di genere per l’Italia può portare ad un incremento di circa il 12% del PIL entro il 2050. Ma, ancora oggi, le misure del gender gap dimostrano l’urgenza di intervenire per superare i ritardi rispetto ai nostri competitors. Infatti, nella graduatoria annuale riferita al divario di genere del World Economic Forum (Global Gender Gap 2023), l’Italia si colloca al 79° posto (su 146 Paesi) e ha perso 13 posizioni rispetto all’anno precedente. Ecco perché siamo chiamati ad un cambio di passo, ad una sfida che prima di tutto è culturale. Questa è una partita che si gioca sul campo al fianco delle imprese alle quali dobbiamo far comprendere che valorizzare il ruolo sociale ed economico delle donne ha un impatto positivo sull’azienda e sull’intera collettività’. Il focus è poi entrato nel vivo con l’intervento di Gianluca Puliga, Dirigente Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità, che ha parlato di ‘Certificazione e promozione della parità di genere’: ‘Siamo davanti ad una necessaria riforma culturale del nostro Paese. L’idea della certificazione della parità di genere nasce ancor prima dell’avvio del Pnrr ma grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza siamo riusciti ad attivarla rendendola concreta. Parliamo di una certificazione che mira a ridurre il divario di genere in tutte quelle aree maggiormente a rischio sul mercato del lavoro. Si è deciso di introdurre questo sistema su base volontaria e non obbligatoria, mirando ad incentivare le imprese ad adottare policy per ridurre il divario di genere con un rilevante sistema di agevolazioni e contributi’.

Ad illustrare l’impegno del sistema camerale per la parità di genere Tiziana Pompei, Vice Segretario Unioncamere e Direttore generale Si.Camera: ‘Se si incentiva il lavoro delle donne, come mostrano i dati dei quali disponiamo, si arriva ad un reale sviluppo. Quegli stessi dati, però, certificano una distanza culturale da parte delle imprese verso queste tematiche. Ed è proprio su questo che dobbiamo lavorare per dare il via ad un necessario cambio di passo culturale. Quello presentato oggi è un progetto innovativo, guardato con attenzione a livello europeo come una best practice e una concreta opportunità di crescita delle aziende, poiché la parità è essa stessa un valore che genera crescita. L’impresa certificata, inoltre, è più affidabile e competitiva e questo può essere un vantaggio per le PMI stesse, anche in tema di accesso al credito. Una recente indagine su 300 imprese certificate mette in luce come ci sia stata un’innovazione dei modelli organizzativi che ha generato un miglioramento complessivo del benessere delle imprese. Dove c’è presenza equilibrata di uomini e donne, è ormai chiaro, le performance migliorano. Come sistema camerale lavoriamo al fianco delle imprese per centrare questi obiettivi’. Antonio Romeo, direttore Dintect, ha parlato di sistema di certificazione della parità di genere in riferimento alla struttura degli incentivi nazionali: ‘L’Italia è il primo paese al mondo ad aver definito uno standard che consenta alle imprese di certificarsi sulla base di indicatori definiti in una norma. Gli ultimi dati ISTAT mettono in luce quello che è il gender gap da un punto di vista occupazionale e retributivo. Per questo è stato necessario seguire questa prassi di riferimento per raggiungere la certificazione della parità. Una prassi che ha un approccio modulare in relazione agli indicatori richiesti alle imprese, in base alla categoria di grandezza alla quale appartengono. Uno strumento che così non diventa complesso, in particolar modo per le PMI. E questo è fondamentale per agevolare tutte le aziende ad aderire al sistema di certificazione della parità di genere, così come lo è il sostegno economico e pratico per il rilascio della certificazione stessa. Tra qualche giorno sarà pubblicato l’avviso per le imprese gestito da Unioncamere – sulla base dell’accordo di collaborazione siglato con il Dipartimento delle Pari Opportunità- per l’erogazione di servizi di assistenza tecnica alle imprese e accompagnamento alla certificazione per il rilascio della stessa’.

Strategie e principi per l’empowerment femminile sono stati analizzati da Valentina Picca Bianchi, Presidente Comitato Impresa Donna MIMIT: ‘Essere qui a Latina, nella mia città, e parlare di questi temi con grande competenza e capacità, non è affatto scontato. Oggi siamo tutti consapevoli, donne e uomini, che l’economia di genere sia l’unica chiave di lettura per una crescita del Paese. Anche nelle piccole imprese c’è consapevolezza di quanto sia necessario lavorare con competenza e formazione senza più distinzione di genere. Il Fondo impresa femminile ha rappresentato e rappresenta un punto di forza per le realtà imprenditoriali gestite da donne. Al 30 settembre, 954 imprese femminili hanno ottenuto finanziamenti per 134 milioni di euro. Per il 34% sono imprese localizzate nel sud. Sono numeri che continuano a crescere e mi permetto di definire questo processo come attento e non lento. Un processo che ha dietro progettualità moderne e sostenibili. Il Fondo prevede anche azioni di cultura d’impresa per rafforzare le competenze delle donne. Un’avanguardia di pensiero è oggi necessaria per continuare a generare consapevolezza, promuovendo riflessioni per crescere, come quelle che oggi stiamo proponendo in questo incontro’. Del legame tra certificazione di parità di genere e finanza ha parlato Paola Di Pietro, Consulente patrimoniale: ‘I 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Ue toccano molto la tematica della parità di genere. La certificazione non è un’imposizione per le aziende ma un volerle guidare verso un cambiamento che porterà ad uno sviluppo culturale, sociale ed economico. Un’azienda certificata è più appetibile e finanziariamente ritenuta più solida. Questo comporta un accesso al credito facilitato, in particolare modo per le PMI. Questi appuntamenti di informazione sono fondamentali per far comprendere quanto la certificazione sia importante per concretizzare un passaggio culturale necessario e non più prorogabile. La donna deve essere messa in condizione di potersi realizzare professionalmente senza dover rinunciare a realizzarsi anche dal punto di vista della sua privata. Il Lazio è tra le regioni d’Italia con un agglomerato di aziende più numeroso, a loro dobbiamo rivolgerci per far comprendere quanto la certificazione sia valutata positivamente anche nell’ambito finanziario. Le aziende certificate hanno una possibilità di crescita dei patrimoni molto più alta. Investire in società sostenibili – come lo è un’azienda certificata- è più appetibile’. Maria Claudia Gerli, Presidente commissione Pink Allianzbank ha focalizzato il suo intervento sul Gender Equality quale sinonimo di valore: ‘Allianzbank certifica le sue dipendenti e le consulenti, intraprendendo un percorso ancora più ampio rispetto al sistema di certificazione della parità di genere. L’input nasce dal fatto che il nostro Amministratore delegato nonché Direttore generale sia una donna. Per questo ha puntato sulla necessità di cogliere i tratti distintivi delle donne nel mondo della finanza. Come donne rappresentiamo una minoranza in questo settore ma valorizzando le peculiarità al femminile si diventa più attrattivi per lo sviluppo non solo della nostra professione ma anche della società stessa. La commissione Pink ha venti consulenti sparse su tutto il territorio nazionale che offrono il loro contributo per una crescita aziendale. È operativo un welfare per le donne consulenti che le sostiene anche nei momenti importanti della loro vita privata in qualità di libere professioniste, dalla gravidanza ai momenti di difficoltà della famiglia. Con la nostra professionalità affianchiamo le nostre clienti per una loro crescita sul piano finanziario ed economico garantendo loro opportunità dall’alto valore sociale’. A dare un rilevante contributo al dibattito la testimonianza delle imprese già certificate. Sono intervenute: Simona Lepore, Amministratore Park Hotel; Carolina Deserti, Responsabile amministrativa Aziende Deserti Carrefour ed Erika Parisella, Referente risorse umane impresa Ingegneria &Software industriale s.p.a. Un focus, moderato dalla giornalista Giulia Abbruzzese, che ha toccato tutti i temi salienti legati alla certificazione della parità di genere. Perché, come ha affermato il Presidente Acampora in conclusione dei lavori: ‘Le imprese certificate sono portatrici sane di un modo diverso di fare impresa’. L’obiettivo dell’Italia è la certificazione di almeno 800 imprese (di cui almeno 450 PMI) – entro il secondo trimestre 2026 e per fare questo sono stati previsti dei contributi a copertura dei costi della certificazione. A giorni, come confermato in sede di lavori, verrà pubblicato il bando con le ‘istruzioni pratiche’ per la presentazione delle domande da parte delle imprese. L’impegno del sistema camerale resta, però, fondamentale per accompagnarle in questo percorso.

Istruttoria Antitrust, Conou conferma pieno rispetto regole concorrenza

Istruttoria Antitrust, Conou conferma pieno rispetto regole concorrenzaRoma, 13 ott. (askanews) – Con riferimento al procedimento istruttorio dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato avviato nei confronti del CONOU per un presunto abuso di posizione dominante, il Consorzio, che non ha fine di lucro, ripone assoluta fiducia – si legge in una nota stampa – nell’attività dell’Autorità e confida che verrà confermata la piena correttezza del proprio operato.

Il Consorzio – prosegue il comunicato – precisa che le contestazioni sulla asserita natura di impianti di rigenerazione delle imprese denuncianti sono sempre state effettuate presso le sedi amministrative e giudiziarie competenti nell’esercizio delle prerogative Consortili e con il pieno rispetto delle regole sulla concorrenza, alle quali esso è vincolato anche per disposizioni statutarie.