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Fondazione Vinci: “Road-sharing”, 92% cittadini ha paura in strada

Fondazione Vinci: “Road-sharing”, 92% cittadini ha paura in stradaRoma, 8 nov. (askanews) – La Fondazione VINCI Autoroutes ha pubblicato i risultati della 3aedizione dello studio sul ‘Road-sharing’. Prosecuzione del Barometro della guida responsabile, questo sondaggio, realizzato da Ipsos, si concentra sui comportamenti di italiani ed europei legati alla convivenza tra diverse modalità di spostamento. Che siano automobilisti, motociclisti, ciclisti o pedoni, quanta attenzione si presta agli altri utenti della strada? In che misura si rispettano le regole di condivisione della strada? E i comportamenti di chi guida sono influenzati dalle diverse modalità di spostamento che si utilizzano? Le risposte di 12.400 europei dimostrano che, in un’ottica di convivenza armoniosa sulle strade, è necessario sensibilizzare tutti gli utenti al rispetto degli altri e delle regole.

Il 26% degli automobilisti e il 57% dei motociclisti, infatti, dichiarano di invadere le corsie riservate alle bici; il 72% dei ciclisti circola sui marciapiedi mentre l’85% dei pedoni attraversa al di fuori degli attraversamenti protetti. Tutti comportamenti molto pericolosi che rischiano di mettere in pericolo tutti, in particolare pedoni e ciclisti. Un dato interessante che emerge dall’indagine è che qualunque sia la modalità di spostamento, la convivenza con gli altri utenti della strada è fonte di ansia e tensione. All’interno di uno spazio pubblico congestionato, la compresenza di diverse modalità di spostamento (automobile, due ruote a motore, biciclette e spostamento a piedi), così come il variare dei rispettivi spazi, rendono complessa e spesso difficile la convivenza tra chi circola.

La stragrande maggioranza degli utenti percepisce infatti la strada come uno spazio particolarmente ansiogeno: tale preoccupazione può essere legata a comportamenti a rischio da parte di altri utenti. Questo è quanto dichiara il 98% degli utenti italiani (contro il 92% di quelli europei). Nello specifico, guardando all’Europa: il 92% degli automobilisti europei (97% italiani); l’88% dei ciclisti abituali (87%); l’87% dei motociclisti (94%). Anche i pedoni risentono molto dei comportamenti a rischio di chi guida. L’89% di loro, infatti, ha paura che un automobilista non si fermi per lasciarli passare quando si trovano sulle strisce pedonali (91%). Altra paura che viene evidenziata riguarda l’aggressività che gli utenti europei manifestano quando sono in strada: 86% degli italiani (84% degli europei) affermano di avere timore così come, guardando all’Europa, l’82% dei motociclisti (83%) e il 78% dei ciclisti (85%). La riluttanza alla condivisione della strada e, per alcuni, anche la sensazione di pericolo sono all’origine di una generalizzata mancanza di rispetto degli spazi riservati ad altre categorie di utenti. In parte ciò è dovuto anche ad una mancanza di infrastrutture adeguate: lo sviluppo delle città e delle reti stradali dovrebbe infatti garantire una ‘coesistenza armoniosa’ tra le diverse modalità di trasporto, adattandosi ai cambiamenti della mobilità.

Anche in ambienti congestionati sarebbe fondamentale garantire il rispetto degli spazi riservati agli utenti più vulnerabili. Tuttavia, la mancanza di spazio, la densità del traffico o semplicemente la ricerca di maggiore sicurezza sono tutti motivi che spingono a invadere gli spazi riservati agli altri utenti della strada, anche a costo di metterli in pericolo. A riprova di ciò, la ricerca mostra chiaramente che ogni tipologia di utente confessa specifici comportamenti scorretti riferiti soprattutto a marciapiedi, corsie preferenziali, piste ciclabili.

Se infatti i marciapiedi sono spazi riservati esclusivamente ai pedoni, motociclisti e ciclisti hanno una forte tendenza a utilizzarli per parcheggiare (61% dei motociclisti europei; 56% italiani) o per circolarvi (45% dei motociclisti; 40%) e 72% dei ciclisti abituali; 65%). Quest’occupazione impropria dello spazio costituisce un pericolo per i pedoni, il 64% dei quali dichiara di essere già stato sfiorato da una bicicletta, un monopattino o un hoverboard mentre camminava su un marciapiede (71%). Sebbene, inoltre, le linee di arresto stradale in prossimità dei semafori siano riservate ai ciclisti per consentire loro di posizionarsi davanti ai veicoli agli incroci semaforici, in modo da vedere ed essere visti meglio, il 57% dei motociclisti (57%) e il 26% degli automobilisti (23%) confessa di occupare comunque questi spazi. Anche le piste ciclabili sono soggette a uso improprio da parte dei conducenti di veicoli motorizzati a due o più ruote: il 50% dei motociclisti confessa di percorrerle (47%) e il 18% degli automobilisti le utilizza per soste o fermate (15%). Infine, passando ad analizzare la sosta e corsie riservate, anche qui si evidenziano numerosi comportamenti inappropriati e pericolosi da parte degli automobilisti: il 32%, infatti, confessa di parcheggiare regolarmente in doppia fila (35%), il 21% di percorrere le corsie riservate agli autobus (18%), il 14% di utilizzare spazi riservati ai disabili (14%) e il 15% di occupare spazi dedicati ai veicoli elettrici (16%). Altro segno di indifferenza verso i ciclisti, il 36% degli automobilisti confessa di aprire la portiera senza controllare che non ve ne siano nelle vicinanze (33%). ‘In un’epoca in cui è necessario diffondere modalità di spostamento alternative all’automobile – afferma Bernadette Moreau, Delegata Generale della Fondazione VINCI Autoroutes – la condivisione della strada e, più in generale, dello spazio pubblico impone a tutti di adattarsi se si vogliono garantire a ogni tipo di utente spostamenti sicuri e pacifici. La mancanza di infrastrutture adeguate rende più complessa la convivenza tra diversi utenti, ma non può giustificare l’elevato numero di infrazioni e comportamenti a rischio, che mettono in pericolo soprattutto gli utenti più vulnerabili’. Ma quali sono i comportamenti a rischio che creano pericoli nella convivenza tra i diversi mezzi di trasporto? Nonostante l’uso del telefono sia riconosciuto come una delle principali fonti di distrazione e causa di numerosi incidenti, più della metà di automobilisti, motociclisti e pedoni telefona mentre guida o cammina. Nello specifico, il 66% degli automobilisti (72%); il 57% dei pedoni (58%); il 50% dei motociclisti abituali (59%) e il 34% dei ciclisti abituali (38%). Anche il mancato rispetto del semaforo rosso è una delle infrazioni più comuni da parte conducenti, ciclisti e pedoni. Il 63% degli automobilisti ammette infatti di passare con il semaforo arancione o rosso (55%); il 37% dei ciclisti abituali confessa di farlo anche in situazioni in cui ciò non è autorizzato dalla segnaletica (35%); il 56% dei pedoni afferma di attraversare quando il proprio simbolo è rosso (43%) e l’85% di attraversare talvolta al di fuori degli attraversamenti protetti (79%). Infine, anche il mancato utilizzo della freccia per sorpassare o cambiare direzione, comportamento che riguarda più di 1 conducente su 2 (52%; 51%), è indice di individualismo e indifferenza verso gli altri utenti della strada. I trasporti più utilizzati dagli Europei. In Europa, il mezzo di trasporto principale è l’auto. Tuttavia, per i loro spostamenti quotidiani, gli europei utilizzano anche modalità di spostamento alternative. Il 66% si sposta regolarmente a piedi (69% degli italiani) e il 22% (dato stabile rispetto al 2022) utilizza regolarmente la bicicletta (18%). L’8% utilizza regolarmente un veicolo a due ruote a motore (8%) e il 4% utilizza un monopattino o un hoverboard (4%). Dato poco sorprendente, la percentuale più elevata di ciclisti abituali è raggiunta dagli olandesi (58%), seguiti a notevole distanza da belgi (28%), polacchi (27%) e tedeschi (26%). I francesi si piazzano all’8o posto, a pari merito con i greci (su 11 paesi europei analizzati) (13%), subito davanti a britannici (10%) e spagnoli (9%). Per quanto riguarda gli spostamenti a piedi, sono gli spagnoli a praticarli di più (78%) e i belgi di meno (50%). FOCUS sull’utilizzo della bicicletta. In Europa, va in bicicletta con regolarità un numero di donne leggermente inferiore rispetto a quello degli uomini: (20% contro 25%; 15% contro 23%). Per quanto riguarda, invece, l’utilizzo occasionale della bicicletta, questo divario si assottiglia (38% contro 41%; 45% contro 44%). La sensazione di sicurezza in bicicletta, che rappresenta un fattore importante per la sua diffusione, varia notevolmente a seconda del paese. Se in media, in Europa, l’80% dei ciclisti si sente sicuro quando si sposta in bicicletta, tale percentuale passa dal 93% per gli olandesi al 62% per gli italiani e addirittura al 60% per i francesi (ben 33 punti percentuali di differenza!). Questi ultimi, infatti, sono quelli che si sentono meno sicuri tra i cittadini degli 11 paesi analizzati. Uso del casco. Per gli adulti, l’uso del casco in bicicletta non è obbligatorio in nessuno dei paesi oggetto del sondaggio, fatta eccezione per la Spagna, dove è consigliato nelle aree urbane e obbligatorio in quelle extra-urbane. In Europa, il 28% dei ciclisti abituali lo indossa frequentemente (35%); a indossarlo di più sono i ciclisti inglesi (60%) e spagnoli (51%), mentre i ciclisti olandesi sono quelli che lo indossano meno (8%). Angolo cieco. Nelle aree urbane, molto spesso, a esporre i ciclisti ai maggiori rischi è la scarsa attenzione all’angolo cieco da parte dei conducenti dei mezzi pesanti (camion, autobus e pullman) oppure da parte dei ciclisti stessi. Il 52% dei ciclisti (39%) dichiara, infatti, di sorpassare autobus e camion sulla destra e al tempo stesso di prestare attenzione agli angoli ciechi. Circolazione notturna senza dispositivi di illuminazione Quando si circola in bicicletta di notte, è necessario essere ben visibili, in modo da tutelare la propria sicurezza ed evitare di sorprendere gli altri utenti della strada. Tuttavia, questa fondamentale misura di sicurezza è ancora trascurata dal 28% dei ciclisti abituali europei (28%).