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Dal DNA nuovi nanotransistor tridimensionali: ricerca guidata da IIT

Dal DNA nuovi nanotransistor tridimensionali: ricerca guidata da IITMilano, 25 ago. (askanews) – Usare tecnologie basate sul DNA per creare una nuova generazione di componenti elettronici di dimensioni nanometriche e costi di produzione bassi: questo è l’obiettivo del progetto europeo 3D-BRICKS, coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) con il coinvolgimento di un gruppo di ricerca interdisciplinare distribuito tra università e centri di ricerca in Italia, Spagna, Germania, Belgio e Svizzera.

Il progetto ha ricevuto un finanziamento di 3,7 milioni di euro per i prossimi 3 anni nell’ambito del programma quadro Horizon Europe, ed è coordinato da Denis Garoli, ricercatore presso l’IIT e docente presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, e da Remo Proietti Zaccaria, ricercatore all’IIT. Le attuali tecnologie impiegate nella nanoelettronica utilizzano dispositivi basati su semiconduttori a ossido metallico, le cui prestazioni sono vicine al loro limite massimo. La comunità scientifica non ha ancora identificato tecnologie alternative in grado di garantire progressi nella potenza di calcolo e nell’efficienza energetica. Il team di ricerca del progetto 3D-BRICKS si focalizzerà sull’uso dei nanotubi di carbonio – la cui dimensione pari a un singolo atomo conferisce proprietà chimico-fisiche promettenti – combinati con tecnologie basate su DNA, con l’obiettivo di fabbricare nano-transistor del tutto innovativi sia per le ridotte dimensioni e le alte prestazioni, che per i contenuti costi di produzione.

Le tecniche attuali utilizzate per realizzare transistor con nanotubi di carbonio non sono affatto semplici. Il progetto 3D-BRICKS introdurrà un approccio biologico, nel senso che sfrutterà la capacità naturale del DNA di realizzare strutture tridimensionali e bidimensionali, considerando strutture composte da DNA come maschere guida per la costruzione dei transistors. I singoli nanotubi di carbonio saranno usati come i “mattoncini” (bricks, in inglese) che andranno a comporre il materiale, metallo o semiconduttore, auto-assemblandosi mentre seguono la struttura di riferimento. L’utilizzo di nanomateriali ancorati alle strutture guida fatte di DNA permetterà da una parte di ridurre la complessità di realizzazione dei transistor e i costi di produzione, dall’altra di ottenere strutture la cui risoluzione spaziale è molto piccola, delle dimensioni della doppia elica (circa 2 nanometri). Infatti, quando un singolo strato di materiale auto-assemblato sarà pronto, i ricercatori aggiungeranno altri strati tramite lo stesso processo di bio-fabbricazione, inserendo le logiche elettroniche e ottenendo infine un nano-transistor compatto ed efficiente.

Il progetto 3D-BRICKS investigherà, quindi, una strategia di bio-fabbricazione che potrà permettere di realizzare nanotransistor più compatti ed efficienti, aprendo così la strada alle aziende tecnologiche del prossimo futuro. Oltre a IIT, il consorzio di 3D-BRICKS comprende: KERR (Italia), Università di Friburgo (Svizzera), Universitaet Leipzig (Germania), Universitaet Hamburg (Germania), Universiteit Antwerpen (Belgio), Karlsruher Institut Fur Technologie (Germania), Fundacio Institut Catala De Nanociencia y Nanotecnologia (Spagna), CNT Innovation (Belgio). Il sito del progetto è raggiungibile al link: https://3d-bricks.eu/

IIT: 2 nuovi progetti finanziati dall’European Research Council

IIT: 2 nuovi progetti finanziati dall’European Research CouncilGenova, 27 lug. (askanews) -Ilka Kriegel e Arash Ajoudani dell’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia sono tra i 66 ricercatori e ricercatrici europei, di cui 7 in Italia, premiati oggi con i finanziamenti Proof of Concept (PoC) dall’European Research Council (ERC), pari a 150.000 euro, per colmare il divario tra i risultati della loro ricerca pionieristica e le prime fasi della commercializzazione. Energia rinnovabile e digital health sono i due focus dei progetti dei Principal Investigators di IIT, entrambi di origine straniera ma da molti anni parte integrante dello staff scientifico dell’Istituto. Kriegel si dedicherà allo studio di micro-dispositivi per lo stoccaggio e conversione dell’energia solare, mentre Ajoudani allo sviluppo di un nuovo sistema di visione e intelligenza artificiale per il monitoraggio del movimento del corpo umano in tre dimensioni.

L’annuncio da parte dell’ERC vede una lista di 66 beneficiari in 14 paesi dell’Unione Europea. 7 progetti saranno finanziati in Italia, di cui 2, quelli di Ilka Kriegel e Arash Ajoudan, all’IIT a Genova. Lo schema di sovvenzioni Proof of Concept è aperto solo ai ricercatori che sono attualmente o sono stati precedentemente finanziati dall’ERC. La sovvenzione sarà, infatti, utilizzata per sviluppare i risultati dei progetti di ricerca ottenuti grazie ad altri contributi dell’ERC, quali Starting, Consolidator, Advanced o Synergy. Ilka Kriegel, di nazionalità tedesca, ha ricevuto un ERC Starting Grant nel 2019 ed è attualmente coordinatrice del laboratorio Functional Nanosystems all’IIT di Genova. È il secondo grant di tipo PoC che la ricercatrice si aggiudica e con quest’ultimo progetto, dal titolo Store-Light, Kriegel punta alla realizzazione di un microdispositivo che combini insieme lo stoccaggio e la conversione dell’energia solare. Il punto di partenza saranno elettrodi in grado di immagazzinare l’energia solare, per poi evolvere in dispositivi più piccoli e perciò semplici da dislocare nell’ambiente.

Arash Ajoudani, di nazionalità iraniana, ha vinto a sua volta un ERC Starting Grant nel 2019 ed è attualmente responsabile del laboratorio Human-Robot Interfaces and Physical Interaction (HRI²) all’IIT di Genova. Il nuovo progetto, dal titolo Real-Move, nasce in seguito agli studi sull’ergonomia delle interazioni tra uomo e robot in contesti lavorativi industriali, per evitare l’insorgenza di problemi di salute fisica dovuti a sforzi intensi e movimenti ripetitivi imposti ai lavoratori nelle linee di produzione. Con Real-Move, Ajoudani vuole creare un sistema in grado di monitorare in 3D e in tempo reale il movimento del corpo umano, utilizzando sistemi di visione avanzata e intelligenza artificiale che siano agili da implementare nelle postazioni di lavoro. Questa nuova tecnologia, che sarà capace di monitorare più persone contemporaneamente senza perdere in accuratezza, rappresenterà un importante strumento per la digital health. (nella foto, da sinistra: Ilka Kriegel e Arash Ajoudani)

Olografia e AI: la seconda vita dei grandi musicisti del passato

Olografia e AI: la seconda vita dei grandi musicisti del passatoMilano, 24 lug. (askanews) – Frank Zappa, Michael Jackson, Whitney Houston, Tupac Shakur, Ronnie James Dio, Amy Winehouse, John Lennon: i grandi artisti del passato sono tornati sui palcoscenici dei festival più importanti a livello mondiale grazie all’olografia, “resuscitati” grazie alla tecnica di riproduzione fotografica in grado di mostrare le caratteristiche di un oggetto o di un soggetto in forma tridimensionale, mediante l’interferenza di onde luminose. Mentre l’intelligenza artificiale permette di riprodurre la loro voce anche in nuove armonie come avviene nel brano “Now and Then” dove la voce di John Lennon è stata estrapolata da una vecchia audiocassetta.

Olografia e intelligenza artificiale stanno dunque segnando una nuova tendenza nel mercato discografico e quello dei concerti dal vivo, facendo tesoro dei riscontri positivi registrati nelle loro diffuse applicazioni negli eventi formativi da remoto. “L’intelligenza artificiale consente l’elaborazione e la manipolazione dell’audio – dichiara Antonio Franzese, co founder di Media Engineering, società italiana specializzata in olografia, software, realtà virtuale e aumentata – è sufficiente partire anche da piccole tracce audio per ricostruire una voce di una persona defunta, famosa e non”.

Abbinata all’olografia quindi l’intelligenza artificiale consente agli spettatori di un concerto di vivere di nuovo, a distanza di anni, le performance di un artista defunto, non solo dal punto di vista audio, ma anche della sua fisiognomica, delle sue movenze sul palco e del suo look, per una full immersion a 360° nell’evento. Le soluzioni di intelligenza artificiale come quelle sviluppate da Media Engineering permettono infatti di creare un avatar realistico e interattivo, capace di apprendere e adattarsi alle interazioni con le persone. E l’aspetto può variare a seconda delle preferenze dell’utente o delle finalità dell’applicazione. Così se formazione e entertainment sono stati gli ambiti dove queste tecnologie hanno trovato le prime applicazioni, le caratteristiche degli avatar olografici con AI consentono in realtà lo sviluppo di soluzioni in altri numerosi contesti: dalla medicina, all’assistenza virtuale, al turismo, al commercio.

“Oggi possiamo ricostruire e rianimare le persone grazie a diverse tecniche, come quelle di gioco – spiega Franzese – in questo caso ci affidiamo a telecamere particolari che, dopo aver osservato il movimento, consentono di creare lo scheletro di una persona, reale e non, e poi memorizzare le sue movenze. Grazie al machine learning, all’apprendimento da parte della macchina, lo scheletro impara le movenze e, successivamente, le abbina al parlato”. L’obiettivo di far rivivere un artista scomparso non è solo il desiderio di tornare indietro nel tempo, la nostalgia degli anni della giovinezza da parte dei fan o una mancanza di rispetto nei confronti di un interprete le cui canzoni hanno segnato la loro esistenza e la storia della musica.

“Il compito dell’olografia – aggiunge Antonio Franzese – è solo uno: quello di far rivivere gli interpreti, facendoli conoscere, assieme ai loro brani e alle loro performance, anche alle nuove generazioni, rendendoli eterni. È utile anche dal punto di vista formativo: un giovane, attraverso la visione di un ologramma durante un concerto, può conoscere la storia della musica italiana e internazionale, di tutti i generi, non focalizzandosi solo sul rap, sulla trap e sull’hip hop. Un’altra caratteristica importante dell’olografia è l’ubiquità: l’ologramma di un artista che si esibisce può essere contemporaneamente in due o più palcoscenici di città diverse, magari in occasione di festival musicali programmati nello stesso periodo”. Naturalmente, nel prossimo futuro sarà fondamentale la formazione di nuovi professionisti specializzati nell’analisi dei dati e nel governo dell’intelligenza artificiale per insegnare alle macchine ad apprendere, in quanto i dispositivi imparano a fare cose solo se hanno a disposizione dati, ma anche emozioni. “Ricreare la sfera emozionale umana implica la necessità di una regolamentazione – conclude Franzese – dopo il blocco di OpenAI in Italia da parte del Garante della Privacy, adesso la Comunità Europea sta lavorando ad AI ACT che regolamenterà l’uso della intelligenza artificiale, un documento fondamentale considerando che esistono, ad esempio, dei tool gratuiti che, tramite machine learning, consentono di passare dal testo ai segmenti vocali riproducendo frasi mai dette dalle persone oppure frasi divulgate senza il loro consenso”. (nella foto: ologramma del violinista Pierpaolo Foti)

Conferito a Marco De Vivo dell’IIT il premio Esmec Alumni Award

Conferito a Marco De Vivo dell’IIT il premio Esmec Alumni AwardMilano, 12 lug. (askanews) – Marco De Vivo dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha ricevuto il prestigioso premio ESMEC Alumni Award da parte dell’European School of Medicinal Chemistry nel corso della sessione che si è tenuta a Urbino, dal 2 al 6 luglio. Il riconoscimento è stato conferito a De Vivo dopo venti anni dalla frequentazione della scuola proprio per i successi professionali raggiunti, tra cui importanti risultati nell’identificazione di nuovi candidati farmaci nel campo dei tumori della pelle e delle malattie del neurosviluppo.

L’ESMEC Alumni Award viene conferito ad un’eccellenza nel settore della Chimica Farmaceutica che ha partecipato alla scuola presentando comunicazioni orali e/o poster e con almeno 12 anni dal conseguimento del titolo di dottorato. Marco De Vivo è coordinatore del laboratorio Molecular Modeling and Drug Discovery e Associate Director responsabile delle Scienze Computazionali all’Istituto Italiano di Tecnologia a Genova. “Sono molto onorato, grato e felice di aver ricevuto questo premio, come ex alunno della scuola ESMEC, che frequentai nel 2003 – ha detto – È stato un vero privilegio poter presentare il mio viaggio nella ricerca ai tanti giovani studenti che oggi la frequentano. Spero che la mia esperienza possa valere come esempio, sia per le sfide affrontate che per i successi raggiunti nel tempo e con dedizione. Mi auguro di avere contribuito ad avere animato in loro il desiderio di migliorare il campo scientifico in cui lavorano, verso la scoperta di nuovi farmaci.” L’European School of Medicinal Chemistry (ESMEC, www.esmec.eu) è una scuola Internazionale aperta a studenti di dottorato e giovani ricercatori sia del mondo accademico che industriale, per fornire formazione e aggiornamento sui più recenti progressi nel campo della chimica farmaceutica e dell’approccio transdisciplinare che caratterizza l’attuale ricerca di avanguardia nella ricerca e sviluppo di nuovi farmaci innovativi. La scuola, giunta alla sua 42esima edizione, è stata fondata dalla Divisione di Chimica Farmaceutica della Società Chimica Italiana e si svolge presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. LA ESMEC dal 2004 è accreditata dalla European Federation for Medicinal Chemistry (EFMC) e dallo scorso anno è “EFMC Certified School”.   “Anche quest’anno abbiamo avuto la presenza di molti giovani ricercatori dall’Italia e dall’estero, con un numero complessivo di 120 partecipanti e ben 67 comunicazioni poster da parte dei giovani ricercatori – ha commentato il direttore della scuola Marco Macchia – Siamo orgogliosi di avere conferito il premio al dottor De Vivo, poiché le tematiche trattate dalla scuola nell’ambito della ricerca e sviluppo di nuove molecole come farmaci sono state sicuramente innovative, dalla farmacomicrobiomica all’intelligenza artificiale, e il lavoro di De Vivo ne è un valido esempio”. Dopo una laurea in Chimica alla Università di Bologna, ed un dottorato in chimica farmaceutica dalla stessa istituzione, Marco De Vivo ha trascorso oltre cinque anni negli Stati Uniti come ricercatore all’University of Pennsylvania e nella biotech Rib-X Pharmaceuticals (oggi divenuta Melinta Therapeutics) a Yale. A metà 2009 è tornato in Italia per unirsi all’IIT a Genova, dove oggi dirige il laboratorio Molecular Modeling and Drug Discovery ed è l’Associate Director responsabile delle Scienze Computazionali. De Vivo è anche Direttore del nodo italiano CECAM-IT-SIMUL dell’organizzazione CECAM (Centre Européen de Calcul Atomique et Moléculaire), che promuove metodi computazionali avanzati in aree di frontiera della scienza e tecnologia.

Il lavoro di De Vivo si focalizza sullo sviluppo e applicazione di metodi computazionali per ottenere una comprensione a livello atomico dei sistemi chimici, e progettare molecole con proprietà programmate, così che possano essere usate come punto di partenza per la scoperta di nuovi farmaci. Le sue ricerche hanno trovato ricadute pratiche, infatti, ad oggi siede nello Scientific Advisory Board di BiKi Technologies, una start-up che fornisce strumenti innovativi basati sulla dinamica molecolare per scoperta di nuovi farmaci, ed è fondatore di due start-up per lo sviluppo di farmaci: una per la cura del cancro (Alyra Therapeutics), e l’altra per disordini del neurosviluppo (IAMA Therapeutics).  La sua attività di ricerca è in parte supportata dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), di cui è divenuto nel 2018 membro del Comitato Tecnico Scientifico. Nel 2017 ha ricevuto il prestigioso premio “ACS Outstanding Junior Faculty Award”, negli Stati Uniti. È membro dell’Editorial Advisory Board di riviste scientifiche come JCIM (ACS Publications) e Chem (Cell Press), È membro del Direttivo della Divisione di Chimica Farmaceutica della Società Chimica Italiana. È Executive Editor del Journal of Chemical Theory and Computation (giornale della ACS), che è la rivista di riferimento per l’ampia comunità di chimici computazionali. (nella foto: Marco De Vivo dell’Istituto Italiano di Tecnologia)

Tecnologie ispirate alla natura: Genova ospita “Living Machine”

Tecnologie ispirate alla natura: Genova ospita “Living Machine”Milano, 7 lug. (askanews) – La conferenza internazionale “Living Machines” dedicata alle tecnologie ispirate alla natura torna in Italia e si svolgerà , per la prima volta a Genova, dal 10 al 13 luglio. Organizzata dall’Istituto Italiano di Tecnologia, la conferenza si svolgerà all’Acquario di Genova: sono attesi un centinaio gli esperti provenienti da tutto il mondo per presentare i risultati ottenuti nel campo della scienza e della tecnologia bioispirata.

La conferenza “Living Machines” è l’evento di riferimento per la comunità scientifica internazionale che fonda le proprie ricerche sugli esseri viventi, quali l’essere umano e le altre specie animali – terrestri, marine e aeree -, le piante, i funghi e i batteri, per realizzare le cosiddette “macchine viventi”, ovvero tecnologie capaci di replicarne la struttura e i meccanismi di funzionamento. Organizzatrice scientifica dell’evento è Barbara Mazzolai, associate director per la Robotica e responsabile del Bioinspired Soft Robotics Lab di IIT, affiancata da Fabian Meder, ricercatore del gruppo Bioinspired Soft Robotics Lab e co-ideatore del programma della conferenza. La conferenza prevede due momenti aperti al pubblico: uno spazio espositivo, che si terrà dall’11 al 13 luglio e sarà visitabile dalle 14.00 alle 16.30; e un caffè scientifico, che avrà luogo il 12 luglio alle ore 17. L’evento sarà l’occasione per fare apprezzare agli ospiti internazionali le bellezze e i talenti regionali, con anche la partecipazione degli allievi del Conservatorio di Musica Niccolò Paganini. Inoltre, iniziativa satellite della conferenza sarà la mostra ISPA, Italian Sustainability Photo Award, che aprirà a Palazzo Ducale il 10 luglio, alle ore 18.

“La conferenza fonda le proprie radici nell’unione tra robotica e neuroscienze, prendendo a modello l’uomo e altre specie animali per lo studio dell’intelligenza e dei sistemi di controllo – dice commenta Barbara Mazzolai -cQuest’anno la conferenza vuole porre l’accento sul ruolo della biomimetica nella realizzazione di robot più sostenibili e utili alle sfide legate alla salvaguardia dell’ambiente e alla salute dell’uomo. La discussione verterà sulla realizzazione di robot a minor impatto energetico, realizzati con materiali riciclabili e biodegradabili, e utili in situazioni di emergenza o ambienti estremi, come le profondità marine, il suolo, lo spazio, o i disastri ambientali, ma anche per l’agricoltura di precisione, il monitoraggio ambientale, il monitoraggio delle infrastrutture, la cura dell’uomo e l’assistenza medico-chirurgica”. Il programma della conferenza vedrà gli esperti impegnati in una prima giornata di sessioni parallele di workshop e di tutorial (il 10 luglio), durante la quale saranno affrontati i temi della bioispirazione e delle tecnologie bioibride nei campi della medicina e dell’ambiente marino. A questa prima giornata seguiranno tre giorni di sessioni plenarie, caratterizzate da interventi di scienziati e scienziate di fama internazionale.

Nello specifico: Oussama Khatib, uno dei pionieri della robotica e direttore del Laboratorio di Robotica presso l’Università di Stanford; Marco Dorigo, professore presso l’Université Libre de Bruxelles e uno dei pionieri dell’intelligenza collettiva; Peter Fratzl, direttore presso il Max Planck Institute of Colloids and Interfaces, impegnato nella ricerca contro l’osteoporosi e nella rigenerazione dei tessuti; Eleni Stavrinidou, coordinatrice del gruppo “Piante Elettroniche” presso l’Università di Linköping ed esperta di sistemi bioelettronici e bioibridi; Olga Speck, Ricercatrice Principale presso l’Università di Friburgo, specializzata in materiali biomimetici e nelle capacità rigenerative delle piante; e Kyu-Jin Cho, direttore del Centro di Ricerca per la Robotica Morbida e del Laboratorio di Biorobotica presso l’Università Nazionale di Seoul, uno dei principali esperti mondiali di robotica morbida. Il programma prevede per i soli partecipanti alla conferenza: una visita all’Acquario, guidati dallo staff scientifico della struttura che mostrerà il lavoro e le attenzioni necessarie alla tutela e alla conservazione delle specie marine e i progetti di ricerca in corso; uno spazio espositivo per prototipi e prodotti di gruppi di ricerca e aziende attivi nel campo; una cena a Villa Lo Zerbino, con il contributo in musica da parte degli allievi del Conservatorio Niccolò Paganini.

Aperta al largo pubblico, il 12 luglio dalle ore 17:00 alle ore 18:00, sarà la tavola rotonda dal titolo “Living Machines: The Origin and the Future” moderata dal giornalista scientifico Nicola Nosengo, Chief Editor of Nature Italy. Interverranno Cecilia Laschi National University of Singapore, Vickie Webster-Wood della Carnegie Mellon University, Thomas Speck dell’Università di Friburgo e Paul Verschure della Radboud University Nijmegen. Iniziativa satellite della conferenza sarà la mostra ISPA, Italian Sustainability Photo Award, che aprirà a Palazzo Ducale il 10 luglio alle ore 18. ISPA è il premio fotografico ideato dall’agenzia Parallelozero in collaborazione con il main sponsor PIMCO, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e di governance, sintetizzati dall’acronimo ESG. In mostra a Genova saranno esposti i lavori dei fotografi vincitori e finalisti delle ultime tre edizioni: una selezione di immagini che racconta le storie emblematiche di un’Italia in transizione verso un futuro più sostenibile, un racconto visivo che aiuta a capire meglio il cammino del Paese nella ricerca e nell’innovazione. Tra gli enti che supportano l’evento, oltre all’Istituto Italiano di Tecnologia che è il principale ente organizzatore, sono da menzionare la rete internazionale Convergent Science Network, l’Office of Naval Research, l’Università Radboud di Nimega, e il Cluster di Eccellenza Living, Adaptive and Energy-autonomous Materials Systems di Friburgo. Tutte le notizie e il programma dell’evento sono accessibili al sito https://livingmachinesconference.eu/2023/

Spazio, a breve il lancio di Euclid che studierà l’energia oscura

Spazio, a breve il lancio di Euclid che studierà l’energia oscuraRoma, 14 giu. (askanews) – A breve partirà la missione Euclid, ideata dall’Agenzia spaziale europea con il contributo dell’Agenzia spaziale italiana, con lo scopo di indagare la natura della materia oscura e dell’energia oscura. Thales Alenia Space in Italia è primo contraente per la realizzazione del satellite nonché responsabile del suo modulo di servizio e a capo di una squadra industriale composta da oltre 80 aziende.

“Un lavoro straordinario e entusiasmante svolto nel corso di dieci anni da parte del team di programma di Thales Alenia Space e dell’intero consorzio industriale per portare a compimento questa sfidante e ambiziosa missione scientifica dell’ ESA che impiega altissime conoscenze e tecnologie disponibili in Europa – ha dichiarato Walter Cugno, vp Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space -. Ringrazio di cuore il team che con i contributi da Spagna, Belgio e Francia, ha portato avanti un lavoro sinergico e puntuale confermando la capacità assoluta di Thales Alenia Space di guidare lo sviluppo di missioni scientifiche ad alto contenuto tecnologico come Euclid, un progetto che ha beneficiato dell’ esperienza acquisita in passato dalla nostra azienda con la realizzazione di numerose piattaforme scientifiche tra le quali quelle dei satelliti Herschel e Planck”. Il lancio di Euclid è previsto non prima del 1 luglio presso la base di lancio di SpaceX a Cape Canaveral in Florida con un razzo Falcon 9, per una missione della durata di 6 anni intorno al punto Lagrangiano L2 situato a 1,5 milioni di km dalla terra.

Euclid analizzerà come l’Universo si sia evoluto negli ultimi 10miliardi di anni per meglio comprendere la dinamica della sua espansione e il perché stia accelerando.

Ue, ok a piano microprocessori e Tlc di 14 Paesi tra cui l’Italia

Ue, ok a piano microprocessori e Tlc di 14 Paesi tra cui l’ItaliaRoma, 8 giu. (askanews) – Via libera dall’Antitrust dell’Unione europea al progetto comune sui microprocessori “Ipcei Me/Ct” di 14 Stati dell’Ue, tra cui l’Italia. Lo ha annunciato la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager con una conferenza stampa. Il piano prevede 8,1 miliardi di euro di aiuti pubblici, a cui si dovrebbero aggiungere 13,7 miliardi di investimenti privati.

Il piano riguarda ricerche e sviluppo su progetti di micro elettronica e tecnologie di telecomunicazioni su tutta la catena del valore, sul disegno e sulla produzione di micro processori. Sosterrà 68 diversi progetti coinvolgendo 56 imprese, tra le quali anche Pmi. Con un comunicato, la Commissione europea rileva che il piano autorizzato – considerato di interesse comune dell’Ue, o Important Project of Common European Interest da cui l’acronimo Ipcei – punta a favorire le transizioni digitale e verde creando “soluzioni innovative sulla micro elettronica e le telecomunicazioni”, sullo sviluppando sistemi efficienti di produzione e contribuendo a fare progressi sulle nuove reti 5G e 6G, sull’intelligenza artificiale e sul quantum computing.

Spazio,Vice Ministro Valentini in visita alla Thales Alenia Space

Spazio,Vice Ministro Valentini in visita alla Thales Alenia SpaceRoma, 18 mag. (askanews) – Il vice ministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini ha visitato oggi la sede di Roma di Thales Alenia Space, cuore strategico dell’azienda, che ospita anche il Centro di integrazione satellitare e il Centro antenne e equipaggiamenti.

Nel Centro Integrazione Satelliti – informa una nota – si integrano le diverse componenti necessarie per la realizzazione di satelliti di piccole e medie dimensioni. In particolare, presso il Centro Integrazione Satelliti Thales Alenia Space di Roma, vengono eseguite le prove ambientali (vibrazioni, shock, proprietà di massa), quelle di termovuoto, durante le quali vengono verificate le prestazioni del satellite in un ambiente rappresentativo delle condizioni ambientali di missione. Nel Centro antenne ed equipaggiamenti sono concentrate tutte le attività di progettazione e testing degli equipaggiamenti satellitari (inclusi antenne, RF e prodotti digitali). Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), è un’azienda manifatturiera nel settore spaziale a livello globale che da oltre quarant’anni fornisce soluzioni ad alta tecnologia per telecomunicazioni, navigazione, osservazione della terra, gestione ambientale, ricerca scientifica e infrastrutture orbitali. Un soggetto industriale protagonista in un settore quello della New Space Economy su cui il governo scommette: più del 50% del volume abitabile della attuale stazione spaziale orbitante, inclusa la Cupola finestrata, ad esempio, è Made in Italy e Thales Alenia Space ha triplicato le forniture dalle Pmi italiane nell’ultimo triennio arrivando a 170 milioni di euro.

IIT inaugura il Center for Robotics and Intelligent Systems

IIT inaugura il Center for Robotics and Intelligent SystemsGenova, 15 mag. (askanews) – Inaugurato a Genova il Center for Robotics and Intelligent Systems – Centro per la Robotica e i Sistemi Intelligenti – dell’Istituto Italiano di Tecnologia che ha visto anche il supporto, per la sua realizzazione, della Camera di Commercio di Genova. Nel centro sono concentrate la maggior parte delle linee di ricerca di robotica dell’IIT: dalla robotica chirurgica a quella industriale, dagli esoscheletri riabilitativi all’esplorazione spaziale.

L’inaugurazione ha visto i saluti introduttivi da parte del Presidente di IIT Gabriele Galateri di Genola, del Direttore Scientifico di IIT Giorgio Metta, e del Presidente della Camera di Commercio di Genova Luigi Attanasio. Erano presenti i rappresentanti delle istituzioni locali quali Regione Liguria, Comune di Genova, Confindustria e Università di Genova. “Quest’oggi siamo testimoni di un salto in avanti nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale del nostro Istituto – ha detto il presidente di IIT, Gabriele Galateri di Genola – Il lavoro svolto in questo nuovo centro potrà contribuire concretamente allo sviluppo del tessuto locale ma anche dell’intero Paese”. “La robotica di IIT conta in tutto 468 persone, l’80% è concentrato qui in questo centro con l’idea di fare massa critica – ha affermato Giorgio Metta, direttore Scientifico di IIT – Le aree di applicazione sono la cura della persona, come esoscheletri per la biomedica e protesi, la cura e il monitoraggio di infrastrutture e ambiente, come il robot presente sul Ponte San Giorgio, e l’industria, attraverso lo sviluppo di robot industriali che avviene anche in laboratori congiunti instaurati con importanti aziende italiane e internazionali” “La Camera di Commercio di Genova ha sempre creduto nell’Istituto Italiano di Tecnologia – ha dichiarato il Presidente della Camera di Commercio Luigi Attanasio – L’IIT ha permesso di far conoscere a livello mondiale la ricerca svolta nella nostra città trasmettendo un’immagine di Genova come un luogo in ci nascono tecnologie e idee”.

In seguito al taglio del nastro, l’evento è proseguito con una visita nei laboratori del Centro dove i ricercatori e le ricercatrici di IIT hanno mostrato i robot umanoidi iCub, R1 e Alterego, che funzioneranno come assistenti per l’essere umano nei musei, in ambienti sanitari, in contesti lavorativi o in luoghi colpiti da calamità, l’esoscheletro “Stream” utilizzato dai manutentori delle ferrovie, la piattaforma robotica “Concert” per supportare le persone in lavori nell’edilizia, il robot industriale collaborativo “Moca” per le future linee di produzione manifatturiera, e infine, il quadrupede HyQ uno dei esemplari robotici appartenente a quello che oggi è il laboratorio con più robot quadrupedi in Europa. La realizzazione dei diversi sistemi robotici è garantita da una struttura che supporta nella progettazione, sviluppo e prototipazione di sistemi meccanici. L’edificio del “Cris” è nato per ospitare laboratori e strutture di test all’avanguardia per lo studio della robotica. Le diverse linee di ricerca condividono uno spazio comune per favorire la collaborazione e l’integrazione. I nuovi laboratori consentiranno a IIT di puntare a obiettivi più ambiziosi alla luce di una rinnovata e più forte collaborazione con il mondo accademico e industriale. Il Cris consentirà inoltre la sperimentazione in spazi dedicati interni ed esterni che simulano gli ambienti operativi in cui i nostri robot devono operare.

Al Cris di IIT, composto da circa 250 ricercatori e ricercatrici provenienti da tutto il mondo, si sviluppa circa l’80% dell’attività nel campo della robotica dell’Istituto. Il Centro si inserisce nel disegno della Robot valley che vede IIT e si suoi laboratori di ricerca tra i principali attori e che comprende un tessuto produttivo con una vocazione sempre più orientata a tecnologie di frontiera quali la robotica, l’intelligenza artificiale e la meccatronica.

Da IIT: lenti per la video sorveglianza che rispetta la privacy

Da IIT: lenti per la video sorveglianza che rispetta la privacyMilano, 5 mag. (askanews) – Un nuovo finanziamento da parte dell’European Research Council (ERC) il ricercatore Antonio Ambrosio dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Milano, “cervello” italiano rientrato dagli Stati Uniti. Il nuovo investimento supporterà il ricercatore nello sviluppo di lenti ottiche intelligenti da applicare a telecamere di sorveglianza meno invasive e più analitiche e precise, per la salvaguardia della privacy dei cittadini.

Per il progetto finanziato dall’ERC, dal nome MetaCam, Ambrosio è partito dalla considerazione che l’uso di telecamere di sorveglianza è diventato sempre più diffuso; solo nel 2021 si stimavano più di un miliardo di telecamere in tutto il mondo. Tali dispositivi, però, sono costituiti da componenti che analizzano e agiscono sulle immagini acquisite solo se munite di uno specifico software. Nel caso di dati sensibili, per esempio, le scene registrate per la videosorveglianza sono solitamente trattate dopo la loro acquisizione, ponendo un problema di privacy di quei dati, oltre che di affidabilità dei software. Ambrosio svilupperà una lente ottica intelligente, che permetterà di acquisire solo le informazioni visive necessarie, escludendo quelle da eliminare, senza bisogno di un’elaborazione successiva. La lente, cioè, sarà selettiva in maniera automatica sui dettagli delle scene riprese dalle telecamere. La capacità selettiva della lente MetaCam è dovuta al suo disegno a livello nanometrico, realizzato in modo che la lente escluda alcuni parametri, quali specifiche lunghezza d’onda, del fascio luminoso incidente su di essa, prima di trasmetterlo al resto della telecamera.

L’obiettivo finale è quello di ottenere un prototipo di telecamera intelligente pronto all’utilizzo in ambienti reali e da proporre alle aziende e agli esperti commerciali nel campo della sorveglianza. Ambrosio fa parte dei 66 vincitori dei finanziamenti “Proof of Concept” (PoC) annunciati oggi da parte dell’ente europeo per la ricerca d’eccellenza, l’ERC, con un investimento totale di 10 milioni di euro nei paesi dell’Unione Europea. L’accesso a tali finanziamenti è possibile solo per i ricercatori e le ricercatrici che hanno già avuto progetti finanziati dall’ERC e che, sulla base dei risultati ottenuti, vogliono esplorare lo sviluppo di tecnologie da trasferire in prodotti, iniziative e applicazioni reali. In Italia sono 6 i vincitori, 4 uomini e 2 donne. Ogni borsa ha il valore di 150 mila euro.

Antonio Ambrosio è coordinatore del gruppo Vectorial Nano-imaging dell’IIT a Milano, dove lavora dal 2019 rientrato in Italia dopo un lungo periodo trascorso ad Harvard negli Stati Uniti, proprio grazie al primo finanziamento ottenuto dall’European Research Council per il progetto “METAmorphoses”, nel campo della nano-ottica. Gli studi di Ambrosio riguardano l’interazione tra la luce e i nanomateriali e la possibilità di agire l’uno sull’altro in modo controllato, così da ottenere nuovi dispositivi ottici. Le ricerche di Ambrosio ricevono il sostegno anche della Fondazione Cariplo e dell’Agenzia Spaziale Europea. (nella foto: il ricercatore Antonio Ambrosio dell’Istituto Italiano di Tecnologia)