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AI etica e sostenibile: premiato il progetto IIT-Inail “ergoCub”

AI etica e sostenibile: premiato il progetto IIT-Inail “ergoCub”Milano, 18 dic. (askanews) – Il progetto ergoCub coordinato da Daniele Pucci, responsabile del laboratorio Artificial Mechanical Intelligence, risultato della collaborazione tra l’Istituto italiano di tecnologia e l’Inail, è stato premiato al summit “Global Partnership on Artificial Intelligence – GPAI”, che si è tenuto a New Delhi, come progetto “Responsible AI Change Makers”, meritevole di essere inserito nella lista dei progetti nel campo dell’intelligenza artificiale etica e responsabile in grado di cambiare lo scenario attuale e futuro.

Il riconoscimento a ergoCub è il risultato di un lungo percorso iniziato a luglio, quando il progetto è stato selezionato dalla GPAI tra i 7 progetti internazionali (Italia, Rwanda, India, Messico, Canada, Svizzera, Germania) da monitorare, poiché affronta problemi di rilievo per la comprensione di come soluzioni di Robotica e AI possano crescere dal punto di vista di affidabilità e etica. Dei 5 finalisti solo ergoCub, unico progetto italiano, si è distinto nello scenario internazionale ricevendo il titolo di “Responsible AI Change Maker”. Dopo la selezione iniziale il team è stato chiamato a produrre specifici documenti per descrivere come ergoCub contribuisca concretamente alla definizione di nuovi standard per lo sviluppo di una intelligenza artificiale etica e affidabile, in grado di raccogliere e elaborare dati derivanti dalle tecnologie indossabili nel rispetto della privacy.

“Questo riconoscimento per noi è molto importante perché attesta che il progetto ergoCub si propone di essere una piattaforma non solo tecnologica ma anche normativa per lo sviluppo di un’intelligenza artificiale etica, responsabile e affidabile, la cosiddetta Trustworthy AI, che tutela i lavoratori su più livelli – ha detto Daniele Pucci, coordinatore del progetto ergoCub e ricercatore IIT – Il lavoro svolto per ottenere il riconoscimento è il primo passo verso la comprensione dell’impianto legislativo che abiliterà l’Embodied AI, ossia la Robotica guidata dall’AI di ultima generazione, nei futuri luoghi di lavoro a minimo rischio per gli essere umani”. GPAI è un’iniziativa multi-stakeholder che mira a colmare il divario tra teoria e pratica sull’intelligenza artificiale sostenendo la ricerca all’avanguardia e le attività applicate sulle priorità legate all’intelligenza artificiale, con il compito di monitorare e indirizzare lo sviluppo etico, sostenibile e responsabile dell’intelligenza artificiale. Nata dalle presidenze canadese e francese del G7 nel 2018 e nel 2019, la GPAI è stata proposta ufficialmente da Francia e Canada al vertice di Biarritz nell’agosto 2019.

Costruita attorno a un impegno condiviso nei confronti della raccomandazione dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – OCSE sull’intelligenza artificiale, la GPAI riunisce menti e competenze impegnate nel campo della scienza, dell’industria, della società civile, dei governi, delle organizzazioni internazionali e del mondo accademico per promuovere la cooperazione internazionale. ergoCub è un progetto che sviluppa tecnologie innovative per accelerare la trasformazione digitale necessaria per la riduzione del numero di malattie muscolo-scheletriche correlate al rischio biomeccanico di lavoratori e lavoratrici del futuro. In particolare il progetto riguarda la progettazione e integrazione di tecnologie indossabili, robot umanoidi e intelligenza artificiale, monitorando l’accettabilità delle tecnologie stesse e in pieno rispetto di etica e sostenibilità.

Il nuovo umanoide ergoCub sviluppato in IIT è un robot umanoide dotato di intelligenza incarnata ed è stato co-progettato per l’interazione ergonomica con gli esseri umani e una locomozione efficiente. È alto 150 cm e pesa 55,7 kg. Ha lo scopo di ridurre al minimo il rischio e l’affaticamento per i lavoratori dell’industria e della sanità. Rispetto alla versione più recente del robot iCub (iCub3), ergoCub è stato progettato per massimizzare l’accettabilità all’interno dell’ambiente di lavoro. Le sue mani sono ottimizzate per il trasporto di carichi pesanti, il suo viso ha un display OLED flessibile che gli conferisce interazioni più espressive ed è dotato di una fotocamera Realsense D455 per la visione in profondità e di un lidar RPLIDAR S2 per la navigazione. L’intelligenza artificiale del robot gli consente di riconoscere visivamente oggetti e azioni e di manipolare un oggetto con entrambe le mani in scenari collaborativi. Pertanto il robot ergoCub è in grado di rilevare quando una persona intende dargli un oggetto, può raccogliere l’oggetto con le mani e poi restituirlo alla persona. Il robot sarà presentato insieme all’ultima generazione della tuta sensorizzata iFeel, una tecnologia indossabile per la valutazione dei rischi per i lavoratori del futuro. Si compone di due tute e scarpe sensorizzate, per il monitoraggio on-line della biomeccanica umana nelle applicazioni sanitarie e industriali. Gli algoritmi di intelligenza artificiale elaborano le informazioni dei sensori per il monitoraggio online della biomeccanica umana e per la valutazione e la previsione del rischio online. Sia il robot ergoCub che i dispositivi indossabili iFeel sono attualmente in fase di sviluppo nell’ambito del progetto ergoCub coordinato da Daniele Pucci, Head of the Artificial and Mechanical Intelligence Lab, con il contributo del Humanoid Sensing and Perception Lab guidato da Lorenzo Natale e dell’iCub Tech Facility guidata da Marco Maggiali. Il progetto ergoCub è sostenuto dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL). ErgoCub nasce infatti da una collaborazione tra i due enti avviata nel 2021 con un progetto triennale, che ha richiesto un investimento di circa cinque milioni di euro. Gli sforzi dei ricercatori sono volti alla realizzazione di umanoidi e tecnologie indossabili, capaci, grazie all’intelligenza artificiale, di leggere il movimento e gli sforzi dei lavoratori e analizzare i dati relativi alle sollecitazioni fisiche, fornendo avvisi in tempo reale in modo da evitare il verificarsi di infortuni e tecnopatie in contesti industriali e sanitari. Il nome unisce il focus sull’ergonomia con l’umanoide bambino iCub dell’IIT, che ha costituito la piattaforma di riferimento per lo sviluppo del progetto.

Superbonus,Confedercontribuenti:proroga per unifamiliari e condomini

Superbonus,Confedercontribuenti:proroga per unifamiliari e condominiRoma, 15 dic. (askanews) – Sul SuperBonus 110%, il governo deve concedere una proroga per le villette unifamiliari che hanno realizzato almeno il 60% dei lavori e una proroga di sei mesi per i condomini. Inoltre, deve predisporre delle misure strutturali permanenti per contrastare il rischio sismico. Sono le proposte di Confedercontribuenti che – a pochi giorni dalla scadenza del termine per beneficiare dell’aliquota del 110% – auspica un cambio di atteggiamento da parte del governo Meloni nei confronti di questa misura.

Secondo i dati pubblicati oggi dall’Enea, sottolinea una nota, grazie al SuperBonus sono stati aperti 446.878 cantieri, gli investimenti ammessi a detrazione hanno raggiunto gli 98 miliardi di euro, mentre quelli per i lavori conclusi valgono 81,3 miliardi, pari all’84,1% dei lavori realizzati. “Queste cifre dimostrano che il SuperBonus è stato un successo e non uno spreco di risorse pubbliche – commenta Carmelo Finocchiaro, Presidente di Confedercontribuenti. – Il governo non deve dimenticare che, per gli immobili che hanno beneficiato del Super Bonus, il consumo annuo di gas per il riscaldamento domestico si è ridotto del 40% e la spesa annua per il gas del 43%, di conseguenza le emissioni di Co2 sono calate del 51%. Senza contare che per gli immobili sottoposti a lavori di efficientamento sismico, il rischio di riportare danni dovuti a terremoti si è pressoché azzerato”. A pochi giorni dalla scadenza dei termini, Confedercontribuenti denuncia quindi l’atteggiamento discutibile del governo Meloni che ha deciso di non intervenire per sbloccare i crediti. “Anzi – prosegue il Presidente Finocchiaro – attraverso ‘un patto riservato’ con il sistema bancario italiano, ha creato di fatto un ostacolo gravissimo, agevolando nuovi usurai che lucrano sullo sblocco dei crediti fiscali. Il governo però contestualmente pretende il pagamento immediato dell’IVA e dei contributi fiscali da parte delle imprese per i lavori eseguiti e non pagati ormai da anni. Insieme alle imprese, però, le difficoltà riguardano anche i professionisti e il mondo dell’indotto che si tradurranno anche in ritardi nell’erogazione degli stipendi per migliaia di lavoratori”.

Secondo il Presidente Finocchiaro, infatti, “La cancellazione di questa misura, che ha fortemente rilanciato l’economia nazionale creando un indotto virtuoso, avrà invece un pesante impatto nel 2024, quando certamente si registrerà un aumento dell’8% del tasso di disoccupazione, con almeno un miliardo aggiuntivo di oneri sociali per i contribuenti. Il Superbonus ha fatto emergere il ‘nero’ nell’edilizia poiché tutte le imprese e i tecnici impegnati nei lavori di efficientamento energetico e sismico sono stati obbligati a essere in regola. La misura ha inoltre permesso di mantenere elevati standard nel campo della sicurezza sul lavoro. Per questo, da parte del governo, è stato gravissimo aver preso per truffatori e delinquenti coloro che hanno beneficiato del SuperBonus”. Confedercontribuenti, quindi, vuole lanciare un “allarme per la sopravvivenza di migliaia di imprese e per la salute di migliaia di imprenditori vittime del cinico atteggiamento del governo Meloni che con la ‘falsa propaganda’ sta minando la tenuta del sistema delle piccole e medie imprese”.

Ricerca Ipsos: un’impresa italiana su 5 adotta misure per clima

Ricerca Ipsos: un’impresa italiana su 5 adotta misure per climaMilano, 10 dic. (askanews) – Solo un’impresa italiana su cinque dichiara di avere adottato un piano per contrastare il cambiamento climatico, il 17% ha fissato obiettivi di riduzione delle proprie emissioni di gas climalteranti. È quanto emerge dalla ricerca “L’impegno delle aziende italiane per il net-zero” realizzata da Ipsos e dal Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGC), la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo. La ricerca, con una prefazione del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è stata presentata il 10 dicembre presso il Padiglione Italia di COP28 a Dubai.

“I dati della ricerca ci dicono che tra le aziende italiane c’è ancora molto da fare, il rapporto tra chi ha adottato un piano sul clima e chi non lo ha fatto è di uno a cinque, decisamente basso considerato il peso della nostra economia, ha dichiarato Marco Frey, Presidente UN Global Compact Network Italia. Il ruolo del settore privato è cruciale, ma è necessario sviluppare e implementare iniziative di supporto che possano guidare le imprese nell’ambizioso percorso verso il net-zero. Dobbiamo lavorare da un lato per consolidare e accelerare i progressi delle aziende virtuose e dall’altro per coinvolgere le imprese che non hanno ancora affrontato la questione climatica”. Per Daniela Bernacchi, Direttore Esecutivo UN Global Compact Network Italia “non c’è dubbio che nel mondo aziendale esista una forte consapevolezza del tema ambientale”. L’88% delle imprese italiane riconosce, infatti, che la sostenibilità dovrebbe orientare tutte le scelte aziendali, ma al tempo stesso solo una su 10 afferma di avere “molto chiaro” il concetto stesso di sostenibilità. “Un limite che si traduce in una mancanza di iniziative sul clima – aggiunge Bernacchi, che sottolinea invece come “i riscontri pervenuti dalle aziende che fanno parte del Global Compact delle Nazioni Unite rivelino differenze significative rispetto all’universo di riferimento”. Se si considerano solo le risposte degli aderenti italiani a UNGC, il 64% di essi ha infatti già definito un programma di contrasto al cambiamento climatico (contro una media nazionale del 22%) e otto aderenti su 10 calcolano le proprie emissioni (contro una media nazionale di un’impresa su dieci). “Una conferma – conclude Bernacchi – di quanto sia importante la condivisione di questo percorso insieme ad altre imprese in una logica di rete. Il Global Compact ONU vuole essere proprio questo, uno strumento per pianificare obiettivi ambiziosi, facendo leva sulla forza del network per raggiungere anche le PMI”.

Il ministro Pichetto Fratin, introducendo la ricerca, afferma infatti che “a valle dell’impegno già in essere delle grandi aziende, l’obiettivo è integrare le piccole e medie in un percorso di transizione industriale nazionale: questo dovrà tenere conto di misure a supporto che riguardano l’accesso alla finanza e le agevolazioni, il tema delle competenze tecniche e la competitività nel lungo periodo”.

Assogiocattoli: I giocattoli diventano strumenti didattici

Assogiocattoli: I giocattoli diventano strumenti didatticiRoma, 6 dic. (askanews) – Buone notizie per tutti gli insegnanti italiani: è stato confermato il bonus per l’acquisto di materiale ludico-didattico come aggiornamento professionale all’interno della carta del docente. Un incentivo di ben 500 euro che si arricchisce di nuove opportunità: grazie all’intervento congiunto di Assogiocattoli e dell’Onorevole Maria Chiara Gadda, tramite un’interrogazione al Ministero dell’Istruzione, informa una nota, è stata richiesta la possibilità di estendere l’utilizzo della carta del docente anche per l’acquisto di giocattoli e giochi in scatola, sottolineando così l’importanza della sperimentazione didattica nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa scolastica.

“Il gioco è fondamentale, non solo perché è uno strumento potentissimo di inclusione sociale per i nostri ragazzi – conferma l’Onorevole Gadda – i giochi educativi e la ludo-didattica, infatti, sono stati riconosciuti come strumenti efficaci per lo sviluppo delle competenze nelle discipline STEM”. Non a caso, proprio il Ministero dell’Istruzione ha evidenziato l’importanza di rendere gli studenti partecipi del loro percorso di apprendimento attraverso modalità interattive come giochi e giocattoli, esperimenti e dibattiti, al fine di arricchire sempre di più l’esperienza educativa. L’obiettivo principale resta sempre quello di migliorare la didattica all’interno della scuola: l’estensione dell’utilizzo della carta del docente anche per giochi e giocattoli, riflette la volontà del legislatore di consentire l’acquisto di qualsiasi bene o servizio utile all’aggiornamento e all’ampliamento delle competenze dei docenti.

“Siamo molto fieri di questo riconoscimento che segna un passo fondamentale nella storia del nostro paese – conclude il Presidente Assogiocattoli Gianfranco Ranieri – i giocattoli sono molto più di semplici oggetti di intrattenimento, sono bensì strumenti fondamentali che supportano lo sviluppo e la crescita dei bambini, contribuendo alle loro abilità motorie, cognitive, sociali ed emotive”. Dopo aver elevato il giocattolo a bene primario, per Assogiocattoli arriva il riconoscimento del gioco come strumento utile a formare le nuove generazioni anche a scuola. È così che continua il percorso virtuoso della Campagna Istituzionale Gioco per Sempre, che da anni si pone l’obiettivo di diffondere la cultura del gioco e celebrarne l’universalità.

Concorrenza,Parchi divertimento: Ue agisca contro norme italiane

Concorrenza,Parchi divertimento: Ue agisca contro norme italianeRoma, 5 dic. (askanews) – L’Associazione Parchi Permanenti Italiani – Federturismo Confindustria si è appellata nei giorni scorsi alla Commissione Europea e ha promosso un’interrogazione parlamentare per valutare la legittimità della normativa italiana che regola i sistemi di biglietteria automatizzata, alla luce della disciplina sulla libera concorrenza nel mercato interno dell’Unione. Normativa che, secondo stime al ribasso, genererebbe ogni anno perdite per 15 milioni di euro in termini di mancati introiti da biglietteria, per un danno totale di oltre 100 milioni di euro, considerando anche i ricavi ancillari, legati ad esempio alla ristorazione e al merchandising, a favore dei parchi negli altri paesi europei.

Maurizio Crisanti, segretario nazionale dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani, dichiara in una nota: “Si tratta di una normativa senza eguali in Europa che deve essere sottoposta a una profonda semplificazione. Impone vincoli tecnici e formali tali da rendere di fatto impossibile ai parchi italiani la distribuzione dei biglietti sulle piattaforme e-commerce internazionali, alcune delle quali vendono oltre 120 milioni di biglietti di parchi nel mondo ogni anno. Oltre ai mancati introiti, rileviamo un danno competitivo, perché i parchi degli altri paesi europei possono avvalersi di questo canale distributivo. Non è quindi possibile competere a parità di condizioni con le imprese degli altri Stati membri”. Il problema è noto ed è stato segnalato all’Agenzia delle Entrate: tra le norme più restrittive, il limite di 10 biglietti per singola transazione online e l’obbligo di certificare l’intero processo di vendita attraverso il sistema “opt-in”, ovvero l’inserimento di un codice ricevuto via SMS per confermare l’acquisto, che, oltre a limitare le potenzialità di vendita, offre una pessima esperienza di acquisto.

“Sarà interessante conoscere le valutazioni della Commissione, chiamata a esprimersi entro sei settimane – aggiunge il presidente dell’Associazione, Luciano Pareschi – soprattutto in riferimento all’impossibilità per i parchi italiani di competere in Europa. Il nostro è un paese a vocazione turistica: ci sono parchi con oltre il 30% di clientela straniera che è abituata ad acquistare i biglietti online prima della partenza sulle piattaforme e-commerce. Tra inflazione, tassi di interesse alle stelle e continui investimenti in innovazione, l’industria italiana dei parchi non può essere penalizzata nelle sue potenzialità di crescita”. Con l’interrogazione parlamentare si vuole stimolare le istituzioni italiane ad affrontare finalmente in modo oggettivo i limiti di una normativa secondaria, nata per limitare il fenomeno del secondary ticketing, ed erroneamente applicata anche al settore dei parchi, che non è soggetto a bagarinaggio e rivendita a prezzo maggiorato. Una disciplina che al momento ha l’unico effetto di limitare le vendite e i flussi di ospiti stranieri nei parchi divertimento italiani.

Banca Etica: gli armamenti non rientrano nella finanza sostenibile

Banca Etica: gli armamenti non rientrano nella finanza sostenibileMilano, 5 dic. (askanews) – “Inaccettabile che investimenti in armi vengano inclusi tra gli investimenti sostenibili”: è la presa di posizione espressa dalla presidente di Banca Etica Anna Fasano e dal presidente di Etica Sgr Marco Carlizzi a seguito dichiarazione congiunta dei ministri della Difesa UE – riuniti nell’Agenzia Europea della Difesa – nella quale si lamenta come diffondersi della finanza ESG stia producendo una riduzione del flusso di investimenti nella industria degli armamenti da parte delle banche e delle società finanziarie. La finanza ESG seleziona gli investimenti non solo sulla base dei rendimenti attesi, ma anche in virtù dei comportamenti delle imprese sul piano sociale, ambientale e di governance; ed esclude quindi dalle scelte di investimento attività non sostenibili e non etiche.

Nella riunione dello steering board dell’Agenzia europea della Difesa, lo scorso 14 novembre, i ministri dei paesi membri hanno chiesto alle istituzioni europee misure che consentano alle industrie degli armamenti di accedere a ulteriori e maggiori finanziamenti sia pubblici sia privati. In particolare hanno sollecitato – tra le altre indicazioni – “un maggiore coordinamento tra le istituzioni nazionali e quelle dell’Ue sulle questioni ESG per mitigare gli effetti negativi sull’EDTIB – il comparto industriale e tecnologico della Difesa – e a trovare modi alternativi per consentire ulteriori investimenti nella Difesa, rendendoli più attraenti per gli investitori”. E ancora che le istituzioni Ue facilitino l’accesso dei finanziamenti al settore della Difesa e che “le politiche di finanza sostenibile, tengano conto del peculiare ruolo svolto dall’industria degli armamenti”. La richiesta – secondo operatori di finanza etica – sarebbe in sostanza quella di includere il settore della produzione di armi tra gli investimenti considerati sostenibili dall’Unione Europea.

“La richiesta di includere la produzione di armamenti tra gli investimenti sostenibili avanzata dai ministri della difesa dell’Unione Europea è inaccettabile – ribadiscono in una dichiarazione congiunta la presidente di Banca Etica Anna Fasano e il presidente di Etica Sgr Marco Carlizzi – Non sorprende che i ministri della difesa chiedano maggiori finanziamenti per gli armamenti. È inaccettabile però la pretesa che gli investimenti in armi vengano inclusi tra gli investimenti sostenibili”. “La finanza etica è nata in Europa una trentina di anni fa proprio per proporre sul mercato strumenti finanziari che escludessero i settori più controversi tra cui le armi e i combustibili fossili – prosegue la dichiarazione di Fasano e Carlizzi – Negli ultimi anni anche le banche e le società di investimento mainstream si sono avvicinate ai temi della sostenibilità e hanno iniziato a proporre, accanto ai prodotti di investimento tradizionali, che non applicano alcun criterio di esclusione, anche prodotti pensati per il pubblico più sensibile alle istanze sociali e ambientali. La cosiddetta finanza sostenibile si è diffusa rapidamente, tanto che l’Unione Europea ha iniziato da qualche anno a varare normative per definire cosa si possa definire sostenibile. Uno sforzo che risulta già pesantemente indebolito da quando la UE ha deciso di includere nell’universo degli ‘investimenti sostenibili’ contemplati dalla cosiddetta Tassonomia green anche quelli nelle filiere di gas ed energia nucleare, disattendendo così lo spirito originario della normativa. Se ora dovesse passare l’idea che persino gli investimenti in missili, bombe e carri armati sono considerati sostenibili, l’intero concetto di “finanza sostenibile” sarebbe così diluito da finire con il diventare inconsistente. Quale differenza ci sarebbe mai tra un fondo sostenibile e uno che non si dichiarasse tale, se entrambi possono proporre investimenti nei settori dei combustibili fossili e dell’industria bellica?”.

L’industria degli armamenti riceve già da sempre ingenti finanziamenti sia pubblici sia privati. Parlando esclusivamente delle armi nucleari, il report ‘Don’t bank on the bomb’ ha messo in luce ad esempio come lo scorso anno 338 istituzioni finanziarie abbiano finanziato produttori di armi nucleari per 685 miliardi di dollari. “Tutte le industrie che producono armi, nucleari e non, stanno vivendo un periodo di forti rialzi nei loro profitti e nelle loro quotazioni a causa delle nuove guerre che dall’inizio del 2022 stanno insanguinando il mondo: visti i rendimenti che garantiscono non crediamo che abbiano difficoltà a trovare investitori – aggiungono la presidente di Banca Etica e il presidente di Etica Sgr – È inconcepibile e inaccettabile pretendere che gli investimenti in armi siano anche chiamati sostenibili o rientrino tra quelli in linea coi parametri ESG”. Proprio la scorsa settimana si è tenuta a New York, presso la sede dell’ONU, la seconda Conferenza degli Stati Parte del Trattato per l’abolizione delle armi nucleari (TPNW). Il Trattato rappresenta oggi il primo e unico accordo internazionale che prevede di mettere al bando un’ampia gamma di attività legate alle armi nucleari tra cui l’uso, la minaccia dell’uso, lo sviluppo, il possesso e lo stoccaggio. Etica Sgr era presente e, insieme ad ICAN, associazione insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2017, ha ribadito il proprio impegno verso il disarmo nucleare.

Etica Sgr ha presentato una Dichiarazione agli investitori per incoraggiare tutti i Paesi ad aderire al Trattato e invitare gli Stati Parte a richiedere che il settore privato e le imprese statali, incluse le banche centrali e i fondi sovrani, integrino completamente il divieto del Trattato su tutte le forme di assistenza; quest’anno la Dichiarazione è già stata sottoscritta da oltre 90 istituzioni finanziarie internazionali, che rappresentano oltre mille miliardi di dollari di masse in gestione.

Visa: La generazione Alpha sarà la più imprenditoriale di sempre

Visa: La generazione Alpha sarà la più imprenditoriale di sempreRoma, 4 dic. (askanews) – La Generazione Alpha, nata tra il 2010 e il 2025, si aspetta un mondo più fluido che abbia il potenziale di re-immaginare le comunità locali, di influenzare il modo in cui le città funzionano, in cui i governi le sostengono e in cui le economie sono amministrate. Per esplorare queste opportunità, Visa inviterà a breve la prossima generazione di innovatori a mettere alla prova le proprie idee con le menti più brillanti di Visa, in una sessione di human-centered design.

Tra soli quattro anni, informa una nota, i primi membri della Generazione Alpha entreranno nel mondo del lavoro. Mentre la Gen Z ha già avuto un profondo impatto sul modo in cui le aziende operano, la prossima generazione è destinata a sconvolgere ulteriormente le cose. In Italia, tre quarti (73%) dei bambini di età compresa tra gli 8 e i 14 anni aspirano a creare una propria azienda, a gestire una piccola impresa o a dedicarsi a “una seconda attività”, mentre solo il 17% dichiara che preferirebbe lavorare per altri. Tenendo presente che Il tasso di lavoratori autonomi in Italia è del 21,5% sul totale degli occupati, se queste aspettative si realizzeranno, come suggeriscono i dati, la Generazione Alpha avrà il potenziale per trasformare completamente il modo in cui le aziende e le comunità operano nei prossimi cinque-dieci anni. La Generazione Alpha è profondamente connessa al mondo online così come a quello reale e la ricerca Visa evidenzia l’impatto che ciò ha sulla loro comprensione finanziaria e sul loro atteggiamento nei confronti del denaro, con realtà virtuale ed esperienze digitali che emergono tra i fattori più importanti.

Il 63% dei bambini ha guadagnato soldi autonomamente negli ultimi 12 mesi. Di questi, oltre la metà (67%) ha utilizzato la tecnologia per farlo, con i canali social che si attestano come la soluzione più comunemente utilizzata (40%), seguiti dalle piattaforme di marketplace (23%). Quasi un terzo (29%) ritiene che i social media saranno strumenti preziosi per il loro lavoro dei sogni, così come le soluzioni di communication technology (28%) e quelle di realtà virtuale (25%). Più della metà (54%) ritiene di essere più creativa dei propri genitori e un quarto (25%) ha imparato a guadagnare attraverso i contenuti social piuttosto che da fonti tradizionali come i libri (11%). I “TikToker” e gli “YouTuber” sono in testa tra le fonti di ispirazione dei bambini: i social media e i content creator emergono come i personaggi più influenti nello stimolare le loro idee (43%) rispetto a fonti più convenzionali come la lettura (40%), il parlare con gli amici (38%), il disegno e la scrittura (37%). I bambini italiani sono i più informati d’Europa quando si parla di gestire il denaro; solo il 10% ha dichiarato di non essere stato istruito su questo argomento.

Quasi la metà (43%) ha sottolineato che, in età adulta, risparmierà metà dei propri guadagni e spenderà l’altra parte. Un terzo (34%), invece, che risparmierà la maggior parte del proprio denaro. Le menti più innovative si affidano a robot e intelligenza artificiale per plasmare un futuro di “estrema comodità” La nuova generazione ha una visione chiara del modo in cui la tecnologia, come l’intelligenza artificiale, plasmerà il loro futuro. Quando è stato chiesto loro di pensare alle innovazioni che potrebbero rendere più facile la loro vita da adulti, invenzioni come scarpe antigravità, auricolari in grado di tradurre qualsiasi lingua e macchine intelligenti in grado di svolgere le attività quotidiane sono emerse tra le più popolari.

In particolare, tra le invenzioni citate: “un robot che aiuti le persone in tutte le faccende” “una tecnologia per risolvere i problemi d’inquinamento” “una tecnologia in grado di ascoltare ciò che si pensa e di trasformarla in un’immagine sullo schermo” “un telefono che faccia tutto ciò di cui si ha bisogno, aprire le porte, chiuderle, accendere le cose, in modo da avere sempre e solo bisogno di un telefono”. “Un’intelligenza artificiale capace di diagnosticare le malattie” Stefano Stoppani, Country Manager Visa Italia, commenta: “Le nuove generazioni spingeranno le imprese, i governi e, in ultima analisi, le economie a cambiare il loro modo di pensare e di operare in futuro. Questo cambiamento avverrà molto più rapidamente di quanto la maggior parte delle persone immagini. Comprendere le loro aspettative riguardo a una vita più semplice e comoda è fondamentale perché le aziende rimangano competitive e per costruire economie fiorenti. È un momento entusiasmante per aiutare i nostri clienti e partner a orientarsi in questi cambiamenti e a prepararsi per una nuova era del commercio. Solo chi si adatta rapidamente avrà successo nel soddisfare le aspettative delle nuove generazioni”.

Banca Etica: al via crowdfunding sui progetti “Riscoprire Comunità”

Banca Etica: al via crowdfunding sui progetti “Riscoprire Comunità”Milano, 29 nov. (askanews) – Sono online su Produzioni dal Basso – prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation – le campagne di raccolta fondi dei 19 progetti selezionati di “Riscoprire comunità”, il bando “Impatto+ 2023” lanciato da Banca Etica . Il bando “Impatto+ 2023” è dedicato a progetti che hanno l’obiettivo di rigenerare il senso collettivo di appartenenza delle persone, per contrastare gli effetti dell’individualismo dato dal sistema economico e coinvolgere attivamente i cittadini nella vita delle comunità di cui fanno parte.

I progetti candidati al bando di quest’anno abbracciano ambiti differenti e ambiscono a sviluppare impatti sociali positivi secondo modalità spesso innovative. Si va dalla formazione professionale e l’inserimento lavorativo di persone che presentano disagi e fragilità al volontariato che promuove la socializzazione e cura di bambini e ragazzi affetti da gravi patologie e con disabilità; dalla realizzazione di una docuserie che esplora il mondo dell’autismo allo sviluppo di comunità interculturali accoglienti e inclusive per i migranti; dal coinvolgimento della cittadinanza per realizzare un’opera d’arte partecipata nel quartiere storico di San Lorenzo, a Roma, all’investimento sull’agroecologia per la produzione di grani antichi e legumi nei campi del presidio di Mondeggi (Firenze) e dei contadini vicini. E molto altro. Se i progetti riusciranno a raggiungere il 75% del budget grazie alle donazioni, Etica SGR completerà la raccolta finanziaria con il suo contributo del 25% a fondo perduto, grazie al Fondo per la Microfinanza e il Crowdfunding. In aggiunta, il bando prevede un premio straordinario del 5%, destinato ai progetti che avranno già coperto interamente il proprio budget senza necessità di contributi. Le iniziative selezionate si sviluppano in modo capillare su tutto il territorio italiano, distinguendosi non solo per l’originalità ma anche per le modalità tramite le quali favoriscono l’inclusione sociale.

ChargeGuru-Zeplug, leader europeo infrastrutture ricarica elettrica

ChargeGuru-Zeplug, leader europeo infrastrutture ricarica elettricaRoma, 28 nov. (askanews) – Il provider di soluzioni di ricarica per veicoli elettrici ChargeGuru rafforza la sua posizione in Europa grazie alla fusione con Zeplug, il principale operatore di infrastrutture di ricarica per condomini residenziali ed uffici. Con l’operazione nasce uno dei maggiori fornitori di soluzioni per la ricarica dei veicoli elettrici in Europa, con un’offerta completa che copre l’intera catena del valore, dall’installazione alla messa in servizio. Un’offerta completa e completamente finanziata per condomini e aziende

La nuova offerta di ChargeGuru, informa una nota, è progettata per soddisfare la crescente domanda di servizi di ricarica per veicoli elettrici con una soluzione specificamente ideata per i condomini e gli uffici. Questo modello innovativo, che include il finanziamento per le infrastrutture di ricarica, nonché un servizio di installazione chiavi in mano e di manutenzione, è già stato adottato da 15.000 edifici in Francia. L’approccio all-inclusive di ChargeGuru rende facile per i proprietari, gli amministratori e i residenti passare all’utilizzo dei veicoli elettrici. ChargeGuru opera in 10 paesi dal 2018. La società si affida a un team esperto e dinamico per supportare privati e professionisti nella loro transizione alla mobilità elettrica. “La rapida evoluzione del settore della transizione energetica richiede una risposta altrettanto agile. Il nostro obiettivo in ChargeGuru, nel proporre l’offerta super innovativa di Zeplug che ha già dimostrato tutto il suo valore nel mercato francese, è di affermarci come leader europeo nella ricarica di veicoli elettrici. Occupandoci dell’intera catena del valore, stiamo facilitando attivamente la transizione ai veicoli elettrici in Italia.” dice Diego Trabucchi, Country Manager Italia.

Per accelerare la sua crescita, il Gruppo investirà i 240 milioni di euro raccolti da Zeplug nel 2022 grazie all’intervento del fondo infrastrutturale ICG (Intermediate Capital Group). L’ambizione è quella di creare più di 100.000 punti di ricarica in Europa entro il 2025. La fusione rafforzerà anche le partnership già esistenti con più di 20 case automobilistiche in tutta Europa. Secondo la European Automobile Manufacturers’ Association (ACEA), le vendite dei veicoli elettrici sono aumentate del 21% in Europa nel 2023. L’obiettivo della Commissione europea è di avere il 35% dei veicoli elettrici sul mercato europeo entro il 2030. In questo contesto favorevole, il Gruppo ha grandi ambizioni per il 2025.

Per raggiungere questo obiettivo, le due aziende si avvarranno delle loro sinergie e competenze complementari. “Questa fusione ci posiziona saldamente come leader europeo nella mobilità elettrica. Siamo convinti che la complementarità delle nostre competenze e la forza innovativa della nostra offerta per condomini e uffici, ci consentirà di soddisfare la crescente domanda di stazioni di ricarica elettrica in tutta Europa”, spiega Gilles Gomis, cofondatore di Zeplug e ChargeGuru. “Zeplug ha costruito una forte leadership in Francia grazie a questa innovativa offerta a costo zero che affronta specificamente la complessità della ricarica di veicoli elettrici in edifici residenziali e uffici. Le sfide sono simili in tutti i paesi europei a cui ci rivolgiamo e siamo entusiasti di portare l’offerta Zeplug in questi mercati per fornire ai clienti la soluzione migliore”, aggiunge Nicolas Banchet, co-fondatore di Zeplug e ChargeGuru.

Bce, Lagarde: dal 2025 solo collaterali certificati su sostenibilità

Bce, Lagarde: dal 2025 solo collaterali certificati su sostenibilitàRoma, 28 nov. (askanews) – Quando la nuova direttiva europea sui requisiti di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive) sarà pienamente in vigore, dal 2025, Bce e Eurosistema delle banche centrali “accetteranno come collaterali solo strumenti che rispettano le direttive” per erogare finanziamenti alle banche. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde con un videointervento alla conferenza dello European Financial Reporting Advisory Group (Efrag).

In pratica, da quel momento tutte le banche che operano nell’area euro saranno costrette, per poter accedere ai fondi della Bce, con cui poi alimentano il credito all’economia reale, a fornire come garanzie titoli che risultino allineati ai criteri di sostenibilità stabiliti dalla Ue e certificati dai requisiti di rendicontazione finanziaria. “Il lavoro non è ancora finito”, ha aggiunto Lagarde, che da quando ha rilevato la guida della Bce ha impartito una forte spinta verso ecologia e altri elementi di questo genere alla policy dell’istituzione.

“La sostenibilità non è soltanto una complementarietà ma è un elemento fondamentale nella creazione di valore sul lungo termine – ha sostenuto – e la gestione del rischio dovrebbe essere al centro delle decisioni delle imprese”.