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Italiani scelgono di pagare con carta la ricarica veicoli elettrici

Italiani scelgono di pagare con carta la ricarica veicoli elettriciRoma, 30 ott. (askanews) – La quasi totalità dei possessori di veicoli elettrici preferirebbe pagare presso tutti i punti di ricarica con lo stesso metodo di pagamento (92,6%), ritiene che tutti i punti di ricarica dovrebbero accettare carte di credito/debito (94,6%) e che questo faciliterebbe l’accesso ai veicoli elettrici (93,0%): è quanto emerge dall’ultimo Studio “Pagamenti elettronici per la ricarica dei veicoli elettrici”, condotto da The European House Ambrosetti e Visa per analizzare il punto di vista dei cittadini italiani sul pagamento presso i punti di ricarica elettrica.

Nell’attuale contesto di crescente diffusione della mobilità elettrica, spinta anche dal Green Deal promosso dall’Unione Europea per raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, lo studio mira a evidenziare i punti chiave per il miglioramento dell’infrastruttura di ricarica in Italia. Nel nostro Paese, alla fine del 2022 risultavano 355.164 vetture elettriche, in crescita del 50% rispetto al 2021, ma solo lo 0,9% del totale della flotta, il valore più basso tra i Big-4 europei. Riguardo all’infrastruttura, sottolinea una nota, i punti di ricarica erano circa 37.000 alla fine del 2022, con un incremento medio annuo del 96,4% tra il 2018 e il 2021. Lo studio sottolinea l’importanza di garantire l’accessibilità e di facilitarne l’uso, considerando inoltre che un fattore fondamentale per il progresso delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici è il pagamento. In particolare, il 65,8% dei possessori di un veicolo elettrico ritiene che l’attuale sistema di accettazione dei pagamenti presso i punti di ricarica sia scomodo, in quanto non è possibile pagare con un unico mezzo di pagamento presso tutti i punti di ricarica. Al tempo stesso, il 56,8% considera che l’attuale sistema sia complesso, in quanto è necessario sapere in anticipo quale azienda opera in ogni punto e disporre dell’apposita app per il pagamento.

Tra le proposte di nuove soluzioni per risolvere le criticità dell’attuale sistema di mezzi di pagamento presso le colonnine di ricarica elettrica, tutti gli utenti intervistati considerano la carta di credito/debito come il mezzo migliore in prospettiva. La scomodità del processo di ricarica risulta un fattore frenante nella transizione verso un paradigma di mobilità elettrica: per il 12,9% dei non possessori di un veicolo elettrico, l’incertezza riguardo le modalità di pagamento disponibili per effettuare la ricarica rappresenta il principale ostacolo all’acquisto. Semplicità e fluidità dell’esperienza di pagamento si confermano fattori cruciali: l’89,0% di chi non possiede oggi un veicolo elettrico e il 93,0% di chi possiede un veicolo elettrico ritiene che l’accettazione di pagamenti con carta di credito/debito in tutti i punti di ricarica faciliterebbe notevolmente l’accesso alla ricarica dei veicoli elettrici, con il 94,6% di tale sotto-campione che, inoltre, considera fondamentale dotare tutti i punti di ricarica di soluzioni d’accettazione di carte di credito/debito.

“La diffusione delle auto elettriche è in crescita e crediamo che gli utenti debbano avere le stesse opzioni di pagamento delle ricariche tramite carte fisiche o digitali, così come avviene alla pompa di benzina tradizionale”, sottolinea Stefano M. Stoppani, country manager Visa Italia. “In Visa crediamo che ricaricare l’auto debba essere facile come pagare un caffè. Per questo stiamo lavorando a esperienze di pagamento fluide, veloci e sicure per tutti gli automobilisti e stiamo collaborando con il settore affinché integri standard di pagamento che forniscano ai consumatori una maggiore convenienza e possibilità di scelta.” “La normativa europea va sempre più nella direzione della completa elettrificazione del parco circolante e l’incremento dei punti di ricarica è un fattore abilitante per sostenerne la crescita sul fronte della domanda. L’indagine da noi realizzata in Italia mostra l’aspettativa del mercato per un metodo di pagamento digitale della ricarica elettrica per abilitare una maggiore semplicità e immediatezza: non sorprende che per il 70% dei rispondenti la rete infrastrutturale e l’incertezza riguardo le modalità di pagamento siano fattori ostativi all’acquisto di un mezzo elettrico” – commenta Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile Area Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti. “A fronte della crescente diffusione della e-mobility e dell’e-charging, normativa e mercato sono due fattori di spinta all’interoperabilità dei punti di ricarica: da un lato, l’Unione Europea ha evidenziato la necessità di garantire l’interoperabilità dei pagamenti presso i punti di ricarica e ad oggi in Italia non vi sono standard comuni per l’accettazione dei pagamenti presso i punti di ricarica, generando così una situazione frammentata e un’esperienza di pagamento poco “user-friendly”; dall’altro, la direzione adottata dall’UE è coerente con le richieste degli utenti di veicoli elettrici che chiedono di effettuare i pagamenti dell’e-charging con lo strumento a loro più comodo, affidabile e sicuro.”

I dati dello Studio “Pagamenti elettronici per la ricarica dei veicoli elettrici” condotto da The European House Ambrosetti e Visa dimostrano la crescente domanda di esperienze di pagamento sicure e fluide in un settore, come quello dei trasporti, in cui Visa vanta una comprovata esperienza. Da anni Visa collabora con gli operatori del settore del trasporto pubblico in tutto il mondo per promuovere una più efficiente mobilità di rete attraverso l’utilizzo di pagamenti elettronici. A oggi, in Italia, sono 30 le città che hanno attivato il pagamento contactless sui mezzi di trasporto anche grazie a Visa, aggiudicando all’Italia il primato per il maggior numero di cittadini che possono accedere ai servizi di trasporto tramite pagamento contactless EMV in Europa.

Olidata si aggiudica gara europea per Cdp del valore di 3,6 mln

Olidata si aggiudica gara europea per Cdp del valore di 3,6 mlnRoma, 26 ott. (askanews) – Il Gruppo Olidata SpA, tramite la sua controllata Sferanet Srl, si aggiudica l’accordo quadro dal valore di 3,6 milioni a procedura aperta indetta da Cassa Depositi e Prestiti. L’oggetto dell’appalto, informa una nota, riguarda la piattaforma di gestione dei Big Data attualmente presente presso l’amministrazione, con l’obiettivo di contribuire fattivamente all’ ottimizzazione delle informazioni. Il Gruppo continua ad essere punto di riferimento per le amministrazioni italiane nei confronti delle principali tecnologie internazionali. Questo risultato conferma ulteriormente la leadership e la strategicità dell’azienda, in un settore chiave come quello del Data Management.

L’impegno di Lidl Italia: una spesa conveniente deve essere sostenibile

L’impegno di Lidl Italia: una spesa conveniente deve essere sostenibileMilano, 25 ott. (askanews) – Garantire una spesa conveniente e sostenibile, anche in un momento economico difficile come quello attuale. E’ l’impegno assunto da Lidl Italia che, in occasione della presentazione del suo terzo bilancio di sostenibilità 2021-2022, ha illustrato la nuova strategia centrata su Pianeta e persone. Un ulteriore passo in avanti per l’insegna di discount, che oggi conta 730 punti vendita in Italia, quinto mercato del gruppo per fatturato:

“Vogliamo parlare di questo tema anche in un momento macroeconomico particolare per il mondo – ci ha detto Massimilano Silvestri, presidente Lidl Italia – Per noi la sostenibilità non va in pausa anzi è sempre un tema di assoluta attualità. E come sempre ci muoviamo lungo tre driver: quello delle infrastrutture, quello dell’assortimento e quello delle persone”. L’insegna di discount prevede entro 2030 una riduzione del 48% delle emissioni di CO2 rispetto al 2019. A livello infrastrutturale, grazie agli interventi sui sistemi di illuminazione si sono risparmiati nell’area vendita oltre 5 milioni di kWh cui si aggiungono interventi di efficienza energetica nel 2022 che hanno consentito un risparmio di ulteriori 8milioni di kWh. Anche sul fronte della flotta logistica la strada è la decarbonizzazione, con un terzo dei mezzi alimentati con carburanti alternativi al diesel. Altro pilastro dell’impegno green è l’approvvigionamento energetico: nel 2022 il 100% è stato ottenuto da fonti rinnovabili mentre il 4% dell’elettricità è stata autoprodotta attraverso impianti fotovoltaici che dal 2015 vengono installati sugli immobili. Ma l’impegno come detto riguarda anche le persone:

“Nell’ultimo anno abbiamo assunto 2mila persone, il 94% dei nostri collaboratori ha un tempo indeterminato – ha sottolineato Silvestri – quindi anche da questo punto di vista la sostenibilità fa parte dei nostri asset fondamentali”. Nella rotta tracciata per indirizzare i consumatori verso scelte sostenibili Lidl Italia collabora da 15 anni con Fairtrade, realtà che certifica le materie prime di numerosi prodotti presenti sugli scaffali del discount assicurando il rispetto dei diritti dei lavoratori lungo tutta la filiera: “La spesa sostenibile non è necessariamente più cara – ha sottolineato Thomas Zulian, direttore commerciale Fairtrade Italia – Lidl consente di arrivare a un pubblico molto ampio dimostrando che non c’è una questione di fondo di prezzi quando si vuole parlare di diritti umani e seguire la necessità dei consumatori di fare una spesa sostenibile”.

Ma in questi anni un cambiamento progressivo ha interessato anche l’assortimento, con l’80% dei 3.500 prodotti che oggi sono italiani e a marchio proprio, molti dei quali anche con indicazioni geografiche. Un risultato che incontra i desiderata dei consumatori per i quali, stando a una ricerca condotta da Community research & analysis, l’origine dei prodotti è la seconda informazione più ricercata in etichetta dopo il rapporto qualità prezzo. Ma che è apprezzato anche da una realtà come Coldiretti: “Filiera agricola italiana, che è uno spin off di Coldiretti, sta collaborando dal 2018 per fare avere prodotti speciali, con dentro tanta sostenibilità non solo ambientale – ha rimarcato Nicola Bertinelli, vicepresidente Coldiretti Italia – ma anche tanta sostenibilità sociale perchè grazie a questi prodotti riusciamo ad avere un’equa ripartizione del reddito nella filiera e quindi permettere anche agli agricoltori di rimanere su territori che se non ci fossero loro verrebbero abbandonati”.

Se Coldiretti ha fatto della difesa dell’italianità una delle sue battaglie e non sempre nella grande distribuzione abbia individuato un interlocutore con cui dialogare, in questo caso: “E’ vero che Lidl è un discount di proprietà tedesca ma è il braccio attraverso il quale queste progettualità possono arrivare ai consumatori – ha charito Bertinelli – La distribuzione non è tutta uguale, è giusto che si sappia che c’è distribuzione e distribuzione: Lidl è un esempio concreto di come il valore vero può essere trasferito ai cittadini”.

Da Fater bonus asilo nido per dipendenti: rimborso mensile fino a 250 euro

Da Fater bonus asilo nido per dipendenti: rimborso mensile fino a 250 euroMilano, 23 ott. (askanews) – Fater, joint venture paritetica tra Angelini industries e Procter&Gamble nota per i marchi come Pampers, Lines e Ace, introduce il bonus asilo nido per tutti i suoi dipendenti. Il benefit prevede un rimborso fino a 250 euro netti al mese per un massimo di 12 mesi, per coprire le spese di iscrizione e di frequenza, le rette e la mensa relative all’asilo nido, sia pubblico che privato, sia in Italia che all’estero. Il bonus è rivolto alle persone Fater Italia con contratti a tempo indeterminato e di apprendistato che hanno figli in età da nido.

L’azienda oggi impiega circa 1.500 dipendenti e ha registrato un fatturato di 914 milioni di euro nell’anno fiscale 2021-2022. “Prenderci cura delle persone, a partire da chi ogni giorno lavora in azienda, è alla base della nostra prima strategia aziendale, People First – dichiara Antonio Fazzari, general manager Fater – Il bonus per l’asilo nido è uno strumento che ci permette di rispondere ai bisogni delle persone Fater che hanno la possibilità di lavorare in un contesto di hybrid working e scegliere liberamente l’asilo nido più adatto alle loro esigenze. Il supporto alla genitorialità è ciò che guida il purpose di uno dei nostri brand, Pampers e anche per questo vogliamo essere concretamente accanto alle nostre mamme e papà che ogni giorno affrontano nuove sfide e cercano un equilibrio tra la vita privata con i loro figli e la vita professionale”.

Sul fronte del sostegno alla genitorialità, l’azienda nel 2022 ha esteso il congedo di paternità per qualsiasi tipologia di famiglia, passando da uno a tre mesi. Per tutta la popolazione aziendale, Fater promuove una serie di politiche di welfare, a partire dall’hybrid working 5 giorni su 5 per i dipendenti le cui mansioni lo consentono, una misura che, secondo un’indagine interna, il 90% degli intervistati apprezza come un benefit. Parallelamente viene data anche attenzione alle funzioni che non possono essere svolte da remoto. Per tali lavoratori l’azienda ha concordato due giorni aggiuntivi di ferie, mentre per i dipendenti operai con più di 50 anni sono stati fissati tre giorni aggiuntivi di ferie, per mitigare l’impatto dei turni notturni.

A Venezia Forum real estate sulla decarbonizzazione dell’Europa

A Venezia Forum real estate sulla decarbonizzazione dell’EuropaMilano, 20 ott. (askanews) – E’ in corso a Venezia l’evento RICS – World Built Environment Forum Europe. Una due giorni nella quale i leader del settore dei vari Paesi dell’Unione Europea si riuniscono per un confronto sul tema: “Decarbonizzare l’ambiente costruito in Europa: un approccio sostenibile per le persone, il pianeta e il profitto”.

Il World Built Environment Forum Europe si svolge in collaborazione con Generali Real Estate ed è ospitato presso le Procuratie Vecchie, esempio di ristrutturazione d’eccellenza di un immobile storico con un approccio legato alla sostenibilità. Il restauro delle Procuratie Vecchie è stato gestito da Generali Real Estate sulla base di un progetto commissionato a David Chipperfield Architects, selezionato a seguito di un concorso internazionale per ristrutturare e valorizzare il prestigioso edificio nel rispetto del suo patrimonio storico e culturale unico. Oggi le Procuratie Vecchie sono la nuova sede di The Human Safety Net. Tra i partecipanti anche Arcadis, azienda attiva a livello mondiale nella consulenza e progettazione nell’ingegneria civile e ambientale, che ha deciso di partecipare al Summit a fianco di RICS “perché da sempre condividono gli stessi valori e mission: operare per sostenere una reale decarbonizzazione dell’ambiente costruito ad oggi responsabile del 39% delle emissioni globali, aumentare la resilienza dei centri urbani, promuovere un’economia circolare e azioni concrete per combattere i cambiamenti climatici che hanno un impatto concreto su tutti gli aspetti del ciclo di vita degli immobili per raggiungere un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra entro il 2050”.

I partecipanti delineano un quadro dell’effettiva decarbonizzazione dell’ambiente costruito europeo e delle pratiche di investimento sostenibili in un contesto di recessione economica globale che sta avendo un impatto sul settore. L’agenda ESG sarà elemento d’unione delle attività dell’evento, fornendo la base su cui definire i prossimi passi. “Venezia, emblema di resilienza – ha detto Massimiliano Pulice nel suo doppio ruolo di Chair dell’Advisoy Board di RICS Italia e Managing Director di Arcadis Italia – grazie a RICS diventa laboratorio di sostenibilità europeo del mondo costruito. In una location d’eccezione, le Procuratie Vecchie, gentilmente concesse da Generali Real Estate, si riuniranno esponenti internazionali del mondo pubblico e privato per collaborare alla decarbonizzazione del continente”.

Il World Built Environment Forum Europe è anche orgoglioso di essere evento collaterale ufficiale della Biennale della Sostenibilità, organizzata dalla Venice Sustainability Foundation a Venezia dal 1 giugno al 25 novembre 2023. La Fondazione è nata dalla convinzione che la storia di resilienza di Venezia possa ispirare la realizzazione di un futuro sostenibile, capace di superare le complesse sfide che minacciano la sua stessa sopravvivenza.

Fimaa: Mimit modifichi norme accesso professione agente immobiliare

Fimaa: Mimit modifichi norme accesso professione agente immobiliareRoma, 19 ott. (askanews) – Un pacchetto di misure per la riforma del settore della mediazione. La Fimaa ribadisce in una nota, la richiesta di modifica dell’attuale normativa che regola il comparto ma nella maniera opportuna, e lo fa in un documento molto articolato, che il vicepresidente vicario nazionale, Maurizio Pezzetta, ha presentato all’on. Marcello Coppo, membro della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera. Il ministero delle imprese e del made in Italy – ricorda la Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari -, in relazione anche a quanto richiesto dalla Commissione Europea, sta lavorando all’individuazione di percorsi alternativi ulteriori a quelli esistenti, ma le modifiche alla normativa non vanno nella direzione giusta. In particolare, per quanto riguarda l’accesso alla professione di agente immobiliare, secondo la federazione, questo dovrebbe essere garantito attraverso un corso di formazione, o un praticantato professionale di 12 mesi unito però ad una formazione teorica, oppure un idoneo titolo universitario, in ogni caso, con una verifica finale del livello di preparazione acquisito, certificata da un soggetto super partes come le CCIAA.

Inoltre, il MIMIT prevede che il tutor presso il quale poter svolgere il periodo di praticantato debba essere iscritto nel RI o nel REA da almeno tre anni, la Federazione chiede invece un periodo di almeno cinque o dieci anni. Secondo la Fimaa per evitare la mercificazione del praticantato, è necessario stabilire che ogni tutor possa seguire un solo praticante per volta. Il praticantato deve essere di almeno 20 ore settimanali con un programma ben articolato, seriamente frequentato e certificato, come già previsto per altre figure professionali. La Federazione – nel documento – chiede però che si possa accedere alla professione oltre che con il percorso attuale che prevede il corso di formazione e gli esami presso la CCIAA competente e quello che potrà derivare dal praticantato, anche attraverso un idoneo titolo universitario. A prescindere da quale percorso abbia scelto, per la Fimaa il candidato dovrà comunque superare un esame per appurare che abbia maturato le competenze necessarie a esercitare la professione. L’esame tuttavia dovrà essere graduato sulla base del percorso formativo, professionale e di pratica svolto dall’aspirante agente immobiliare. “Anche una volta acquisita la qualifica professionale – sottolinea Pezzetta -, gli agenti immobiliari dovranno aggiornare costantemente le proprie competenze attraverso un percorso di formazione continua obbligatoria, come già avviene per l’esercizio di altre professioni. Questa richiesta di prevedere una idonea preparazione, una reale competenza e un aggiornamento professionale continuo, rappresenta una fondamentale esigenza che una professione importante e delicata come questa esige, a tutela prima di tutti del Consumatore che mette in ballo, il più delle volte, i risparmi di una vita. Per questo il ministero ascolti le nostre indicazioni sulle corrette modifiche fondamentali per la tutela del Consumatore, del Mercato e della Categoria che deve essere sempre più specializzata e non improvvisata”.

Nel pacchetto di proposte presentate all’on. Coppo Fimaa chiede inoltre di ripristinare l’incompatibilità tra le professioni di agente immobiliare e mediatore creditizio; di consentire agli agenti immobiliari di iscriversi anche nella Sezione IV del REA per chiarire finalmente da interpretazioni diverse una lacuna normativa laddove si va a vendere un immobile attraverso la cessione di quote o azioni societarie; di cancellare l’obbligo di indicare – negli atti notarili – il compenso percepito dagli agenti immobiliari, e di sostituirlo con la sola indicazione degli estremi della fattura elettronica, per garantire ancor meglio sicuramente la lotta all’evasione, ma per rispettare anche le disposizioni dettate dalla normativa sulla privacy . La Federazione indica infine una serie di modifiche al decreto sugli affitti brevi cui sta lavorando il Ministero del Turismo, considerando anche questa una criticità da risolvere che sta fortemente condizionando il mercato e che tocca sia l’aspetto economico che quello sociale.

UN Global Compact: misurare l’impatto è fondamentale

UN Global Compact: misurare l’impatto è fondamentaleRoma, 19 ott. (askanews) – L’integrazione della sostenibilità nel business aziendale ha raggiunto un forte livello di maturità, in Italia e nel mondo. Il focus delle imprese si deve ora concentrare sulla dimensione dell’impatto generato e sulla capacità del settore privato di creare valore condiviso all’interno e all’esterno dell’azienda. Si tratta di una sfida prioritaria, dato che, a metà del percorso fissato dall’Agenda 2030, l’85% dei target fissati è ancora in netto ritardo con la tabella di marcia. È quanto emerso nel corso dell’Italian Business & SDGs Annual Forum, l’appuntamento annuale e itinerante promosso dalla rete italiana dell’UN Global Compact, la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo. L’edizione 2023 del Forum è stata incentrata sul tema ‘Imprese e impatto: sostenibilità 5.0’ e si è svolta a Palermo presso il Palazzo Reale.

L’UN Global Compact insieme ad Accenture ha realizzato la ricerca Global Private Sector Stocktake, condotta su 2.800 aziende mondiali, di cui oltre 130 del nostro Paese. Dallo studio emerge che il 94% delle imprese italiane è consapevole del ruolo del settore privato in termini di potenzialità di impatto sui Sustainable Development Goals (SDGs) e l’87% è impegnato per il raggiungimento di questi obiettivi. Tuttavia, solo il 48% crede che gli SDGs saranno raggiunti entro il 2030. Tra le barriere strutturali percepite dalle aziende italiane per il completamento degli obiettivi ci sono le difficoltà nel coinvolgimento delle catene di fornitura (per il 90% degli intervistati), un periodo di ritorno troppo lungo degli investimenti in sostenibilità (per l’84% del campione), la mancanza di metodologie e tecniche condivise di valutazione dell’impatto delle imprese (per il 79% degli intervistati) e la scarsità di incentivi per il settore privato (per l’86% del campione). ‘La sostenibilità è ampiamente riconosciuta dal settore privato come un approccio irreversibile e necessario per favorire la competitività e la resilienza sui mercati e nel lungo periodo, ha dichiarato Marco Frey, Presidente UN Global Compact Network Italia. Le aziende hanno sempre più il ruolo di generare cambiamento e il loro potenziale di contribuire a migliorare il benessere dei cittadini, delle comunità e dell’ambiente circostante. Tuttavia, la scarsità di metodologie e tecniche condivise di valutazione dell’impatto delle imprese sullo sviluppo sostenibile è percepita come una delle barriere strutturali al raggiungimento degli SDGs’.

‘Misurare il proprio impatto rappresenta la manifestazione della volontà, capacità e responsabilità dell’azienda di contribuire attivamente al miglioramento della qualità della vita delle persone e del Pianeta, in perfetta coerenza con quanto promosso dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director UN Global Compact Network Italia. È fondamentale per le imprese abbandonare l’approccio di pura rendicontazione e abbracciarne uno di tipo trasformativo, che consenta alle aziende di fissare obiettivi di miglioramento e riflettere sulle proprie strategie’. Il tema è stato approfondito anche nel corso della Tavola Rotonda a cui hanno preso parte Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison e Presidente di Fondazione Eos – Edison Orizzonte Sociale, Giulia Giuffrè, Board Member and Sustainability Ambassador Irritec, Davide Dal Maso, Partner & Fondatore Avanzi, Giada Platania, Responsabile Area Internazionalizzazione, Sicindustria/Enterprise Europe Network, Beatrice Pasciuta, Prorettrice all’Inclusione, Pari Opportunità e Politiche di Genere dell’Università di Palermo, e Marco Frey.

‘140 anni fa abbiamo avviato il processo di elettrificazione del Paese e inaugurato una nuova era. Oggi Edison è protagonista di una nuova rivoluzione, quella della transizione ecologica, in cui ci impegniamo a costruire una società caratterizzata da un modello di energia sostenibile, sicura, diffusa e partecipata, ha dichiarato Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison e Presidente di Fondazione Eos – Edison Orizzonte Sociale. Crediamo che la realizzazione di un futuro equo e rispettoso dell’ambiente passi attraverso la necessità di perseguire obiettivi di sostenibilità e inclusività. Per questo motivo abbiamo in piano 10 miliardi di investimenti entro il 2030, di cui l’85% in linea con i Sustainable Development Goals (SDG’s) dell’ONU. Un percorso industriale di impatto attraverso la promozione della produzione e dell’utilizzo di energie rinnovabili e di soluzioni di flessibilità, lo sviluppo delle energie low-carbon e dei green gas, l’offerta di servizi energetici e ambientali per la decarbonizzazione di clienti residenziali, industriali e della Pubblica Amministrazione. Edison crede inoltre in una transizione socialmente responsabile che si concretizza nel contrasto alla povertà energetica, nello sviluppo delle competenze delle persone, nella gestione responsabile della propria catena di fornitura, e nel contributo al progresso sociale. In questo ambito opera anche la nostra Fondazione EOS – Edison Orizzonte Sociale, con cui perseguiamo l’obiettivo di massimizzare il ruolo sociale di Edison come attore abilitatore del cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile’. ‘Siamo felici di ospitare i lavori dell’Italian Business & SDGs Annual Forum nella nostra terra, la Sicilia. È un’occasione di confronto tra imprese sull’impatto da generare per l’attuazione dei princìpi dell’Agenda 2030. La cooperazione è fondamentale per affrontare la transizione verso un modello socioeconomico sempre più sostenibile: noi di Irritec partiamo dal campo offrendo soluzioni di irrigazione di precisione per migliorare l’efficienza in agricoltura, riducendo l’impatto ambientale e contribuendo alla sostenibilità della filiera agroalimentare. Dal 1974 lavoriamo per raggiungere questi obiettivi ed oggi, come Società Benefit, crediamo ancora di più nell’importanza della condivisione di dati ed esperienze fra imprese per offrire un contribuito rilevante a beneficio delle persone, dell’ambiente e del Pianeta. Anche per questo rendicontiamo annualmente i nostri risultati e obiettivi all’interno del nostro Rapporto di Sostenibilità di Gruppo’ afferma Giulia Giuffrè, Board Member and Sustainability Ambassador Irritec.

‘La misurazione dell’impatto è soprattutto un processo di apprendimento. Non è tanto importante il risultato in sé, che spesso è un numero molto opinabile. L’importante è quello che impariamo dalla continua verifica degli esiti del nostro lavoro. La valutazione serve più a chi la fa che ai soggetti esterni cui talvolta è destinata. Cioè funziona meglio come strumento di supporto alle decisioni strategiche di un’organizzazione che come forma di rendicontazione o di comunicazione’ ha dichiarato Davide Dal Maso, Partner & Fondatore di Avanzi. ‘Sicindustria è partner da oltre 15 anni di Enterprise Europe Network (EEN), la rete lanciata dalla Commissione Europea per aiutare le PMI a crescere, innovarsi e internazionalizzarsi. Grazie al sostegno di Sicindustria/EEN, in questi anni, oltre 10mila imprese siciliane hanno potuto acquisire o accrescere le proprie competenze, partecipare a missioni e fiere, trovare partner commerciali o tecnologici in tutto il mondo, accedere a finanziamenti nazionali ed europei, prepararsi alle sfide della transizione digitale ed ecologica. Ogni giorno, la nostra struttura accoglie le istanze più disparate da ogni parte della Sicilia e si confronta con gli altri partner della Rete, con la Commissione europea e con altri stakeholder esterni’ ha affermato Giada Platania, Responsabile Area Internazionalizzazione di Sicindustria/Enterprise Europe Network. ‘La nostra comunità – per dimensioni e complessità della sua mission – rappresenta certamente una sfida al concetto stesso di sostenibilità. Ed è per questo che ci stiamo impegnando a 360°, con la creazione di un Centro di Ateneo per la sostenibilità che si articola sugli obiettivi dell’Agenda 2030. Abbiamo istituito un Prorettorato all’inclusione pari opportunità e politiche di genere, che ho l’onore e l’onore di guidare, abbiamo lanciato il primo Bilancio di genere di Unipa; abbiamo approvato il Gender Equality Plan e adottato un ‘Codice di condotta per la prevenzione delle violenze, molestie e discriminazioni nel contesto universitario’. Una politica fatta di misure concrete che sta già cominciando a dare i suoi frutti e che testimonia l’attenzione alla dimensione sociale della sostenibilità da parte dell’Università’ ha spiegato Beatrice Pasciuta, Prorettrice alla Inclusione, Pari Opportunità e Politiche di Genere dell’Università degli Studi di Palermo. Giunto all’ottava edizione, l’Italian Business & SDGs Annual Forum è l’appuntamento annuale organizzato dall’UN Global Compact Network Italia. Ha l’obiettivo di favorire il dialogo e lo scambio di esperienze tra rappresentanti del mondo delle aziende, delle istituzioni, della società civile e di enti accademici, sul ruolo del settore privato nel raggiungimento dell’Agenda 2030 ONU per lo Sviluppo Sostenibile. Il Forum è rivolto alle aziende e alle organizzazioni italiane aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite, ma accoglie anche attori esterni all’iniziativa onusiana impegnati per lo sviluppo sostenibile, soprattutto quelli presenti sul territorio che ospita l’evento. L’SDG Forum 2023 è stato organizzato con il supporto di Edison e Irritec (main sponsor). L’iniziativa ha ottenuto il Patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana, della Regione Siciliana Presidenza, della Città di Palermo, di Sicindustria e dell’Università di Palermo.

Chaberton Partners inaugura la nuova sede di Roma. Davide Cefis alla guida

Chaberton Partners inaugura la nuova sede di Roma. Davide Cefis alla guidaRoma, 18 ott. (askanews) – Chaberton Partners, la società di executive search fondata nel 2017 da Christian Vasino, inaugura oggi la nuova sede di Roma, per la cui crescita e sviluppo è stato chiamato Davide Cefis, professionista attivo da quasi 20 anni nelle aree dell’executive search e leadership consulting. Precedentemente, informa una nota, Cefis ha anche ricoperto ruoli di primo piano come senior executive nel settore della comunicazione d’impresa e degli affari istituzionali: come responsabile dei Government Affairs di Microsoft Corporation per il Sud Europa prima e, successivamente, come responsabile della Comunicazione e delle Relazioni Esterne del gruppo bancario BNL.

“La nostra scelta di investire in una presenza diretta a Roma” ha dichiarato Christian Vasino, fondatore e CEO di Chaberton Partners, “nasce dalla volontà di cogliere appieno le opportunità legate alla fase di significativa crescita che sta conoscendo la Città, a cominciare dal settore dell’hospitality ed agli importanti progetti imprenditoriali che vedranno la capitale protagonista nell’ambito delle infrastrutture, trasporti, servizi, energia, media & entertainment. Sfide che richiedono alle grandi aziende coinvolte l’identificazione di figure manageriali esperte in grado di guidare in maniera efficace importanti processi di trasformazione”. Chaberton Partners continua così il suo percorso di crescita, con l’obiettivo di superare i 30 milioni di euro di fatturato nel 2023, in forte crescita rispetto ai 20,4 milioni di euro conseguiti nel 2022. Il piano di aperture di nuove sedi interesserà anche il 2024 ed è teso a rafforzare la presenza in Europa, con particolare riguardo ai mercati della Germania, Paesi Bassi e Spagna.

“I nostri piani prevedono una continua espansione, con l’obiettivo di consolidare a livello internazionale la nostra capacità di identificare talenti di prim’ordine e di offrire servizi pensati per garantire il successo a lungo termine delle organizzazioni, ha concluso Christian Vasino – rimarremmo però sempre fedeli al nostro approccio consulenziale all’executive search e manterremo una struttura societaria a capitale interamente privato che è unica nel mercato e ci consente di sviluppare agilmente i nostri progetti nel lungo termine”.

Pmi, da Bei-Cdp 400 milioni per investimenti green

Pmi, da Bei-Cdp 400 milioni per investimenti greenRoma, 16 ott. (askanews) – Nuova finanza per 400 milioni da destinare agli investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e transizione green di piccole e medie imprese e di aziende a media capitalizzazione italiane, da realizzarsi sia nel nostro Paese che in altri Stati dell’Unione Europea. Questo l’obiettivo dell’accordo firmato presso la sede di Cassa Depositi e Prestiti da Fabio Massoli, Direttore Amministrazione, Finanza e Controllo di Cdp e Gilles Badot, Direttore per le operazioni in Italia della Banca Europea per gli Investimenti. Il nuovo finanziamento – si legge in un comunicato – rientra in una più ampia operazione congiunta tra Bei e Cdp di importo complessivo pari a 500 milioni, suddivisa in due tranche: la prima da 400 milioni annunciata oggi e una seconda da 100 milioni che verrà stanziata una volta esaurito il primo plafond. I finanziamenti serviranno a stimolare gli investimenti e a mobilitare nuove risorse in favore delle aziende. I fondi concessi da Bei, che grazie al rating tripla A beneficia di migliori condizioni di raccolta sui mercati internazionali in termini di tassi di interesse, consentono a Cdp di offrire alle imprese finanziamenti a condizioni favorevoli e hanno una durata massima fino a 12 anni. La linea di credito della Bei avrà un periodo di disponibilità di 24 mesi.

Banca Mondiale,Giappone iniziativa energia pulita.C’è anche Italia

Banca Mondiale,Giappone iniziativa energia pulita.C’è anche ItaliaMarrakech, 11 ott. (askanews) – Creare posti di lavoro e affrontare il cambiamento climatico sono due delle maggiori sfide nella lotta alla povertà. Una nuova partnership innovativa lanciata oggi tra la Banca Mondiale e il Giappone, a cui si aggiungono Italia, Repubblica di Corea, Canada e Regno Unito, si rivolge a entrambi.

L’iniziativa RISE (Resilient and Inclusive Supply-chain Enhancement) aiuterà i mercati emergenti e i paesi in via di sviluppo (EMDC) ad aumentare la produzione di prodotti a energia pulita e ad aumentare la loro partecipazione all’industria dei minerali, portando a posti di lavoro locali di qualità e alla crescita economica. Giappone, Canada, Italia, Repubblica di Corea e Regno Unito – informa una nota – si sono impegnati a donare un contributo totale iniziale di oltre 40 milioni di dollari a RISE, e si prevede che altri donatori contribuiranno. Il ministro delle Finanze giapponese Suzuki Shunichi e il presidente della Banca mondiale Ajay Banga hanno annunciato la partnership durante un evento di lancio che hanno co-ospitato in occasione della riunione annuale della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale del 2023 a Marrakech. All’evento hanno partecipato il Cile e l’India, nonché i rappresentanti dei potenziali paesi beneficiari, e hanno sottolineato l’importanza di questa partnership.

“Questo è esattamente il tipo di iniziative di cui abbiamo bisogno in questo momento”, ha affermato il presidente della Banca mondiale Ajay Banga. “Questa partnership darà ai paesi in via di sviluppo la promessa di un futuro più luminoso, con un’economia sana e un pianeta vivibile. I paesi avranno nuove opportunità economiche nelle industrie dell’energia pulita e dei minerali, creando posti di lavoro che li aiuteranno a costruire una vita migliore per se stessi e i loro famiglie.” La transizione energetica creerà un mercato da trilioni di dollari, con decine di milioni di posti di lavoro lungo le catene globali del valore dei minerali. Rappresenta un’opportunità per gli EMDC di sviluppare capacità produttiva, stimolare la crescita dell’occupazione e rafforzare lo sviluppo economico a lungo termine.

“Il Giappone prevede di contribuire con un totale di 25 milioni di dollari a RISE per sostenere lo sviluppo sostenibile dei paesi a basso e medio reddito e la diversificazione della catena di approvvigionamento di prodotti energetici puliti. Porteremo avanti con fermezza questa iniziativa in stretta collaborazione con un insieme diversificato di parti interessate, ” ha affermato il ministro delle Finanze giapponese, Suzuki Shunichi. “Le nostre economie pulite saranno più forti quando lavoreremo insieme. Il Canada è orgoglioso di contribuire alla partnership RISE, che aiuterà ad accelerare un’importante crescita economica nei paesi a basso e medio reddito, rafforzando al tempo stesso la nostra essenziale fornitura condivisa di energia pulita e minerali critici catene”, ha affermato Chrystia Freeland, vice primo ministro e ministro delle finanze del Canada.

Il Ministro italiano dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato: “La transizione all’energia pulita rappresenta un’opportunità unica di crescita sostenibile per i paesi in via di sviluppo e per l’Africa in particolare. La partnership RISE aumenterà il valore aggiunto alla produzione mineraria, rafforzando così il ruolo di quei paesi nel le catene di fornitura globali, con elevati ritorni economici e sociali. L’Italia contribuirà a RISE e ne sosterrà l’attuazione nel 2024, sotto la Presidenza italiana del G7.” “Il programma RISE creerà ulteriore valore svolgendo un ruolo chiave nei processi midstream e downstream e porterà a nuove opportunità di crescita per i paesi in via di sviluppo”, ha affermato Choo Kyungho, vice primo ministro e ministro dell’Economia e delle finanze della Repubblica di Corea. Il Cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, ha dichiarato: “Il Regno Unito è orgoglioso di aderire al partenariato RISE e di sostenere la sua missione volta a portare maggiori investimenti nei paesi a basso e medio reddito. Un futuro più verde porterà benefici in tutto il mondo e riusciremo meglio raggiungere questo obiettivo lavorando insieme.” Il partenariato RISE aiuterà a costruire economie resilienti e a promuovere catene di valore minerarie globali più sostenibili e diversificate, fondamentali nella lotta contro il cambiamento climatico. Rafforzando le politiche ambientali, gli standard sociali e il buon governo, il programma eliminerà anche alcune delle barriere esistenti agli investimenti sia privati che pubblici in minerali critici, produzione di energia pulita e infrastrutture associate.