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Federlegnoarredo e Fed. Carta: bene tavolo su Eudr, necessarie modifiche

Federlegnoarredo e Fed. Carta: bene tavolo su Eudr, necessarie modificheMilano, 25 feb. (askanews) – FederlegnoArredo e Federazione carta e grafica plaudono all’iniziativa del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di convocare un tavolo sul regolamento Eudr, l’European Deforestation-free products regulation, per concordare con gli stakeholder iniziative che consentano l’attuazione del regolamento per la protezione delle foreste, ma ad un tempo garantire che le imprese italiane possano realmente adempiere a quanto richiesto dall’Europa.


Lo rendono noto le due Federazioni in un comunicato congiunto, a pochi giorni dall’incontro al Masaf in cui ringraziano il ministro per “aver permesso di esporre la complessità di un regolamento di cui condividiamo pienamente le finalità e lo spirito, ma di cui non possiamo condividere i percorsi applicativi. Non ci siamo limitati a esporre le problematiche, ma abbiamo individuato soluzioni, prima tra tutte il coinvolgimento di tutte le categorie interessate, del mondo accademico-scientifico e il prezioso supporto di sintesi del Cluster Italia Foresta Legno, per individuare azioni mirate che semplifichino gli oneri burocratici attualmente insostenibili. Le modifiche proposte nascono anche dall’esperienza maturata proprio dai settori del legno e della carta nei 10 anni di applicazione del precedente regolamento Eutr”. Il regolamento Eudr, la cui applicazione è stata rinviata dal Parlamento europeo di un anno, a fine 2025, comporta, secondo le due federazioni “un aggravio di gestione burocratica e digitale che rischia di mettere in seria difficoltà molte aziende, con conseguenti ripercussioni economiche e occupazionali per interi comparti produttivi: risulta pertanto imprescindibile apportare modifiche per un’applicazione più efficace e realistica, che non ne comprometta i principi fondamentali di tutela ambientale”.


“In attesa che il ministro convochi quanto prima il tavolo – prosegue la nota – il nostro auspicio è che l’Eudr possa essere inserito nel regolamento Omnibus che mira a semplificare vari obblighi di rendicontazione per le aziende e costituisce pertanto un’opportunità per snellire anche gli obblighi informativi individuali, previsti dal Regolamento UE sulla Deforestazione. Questo approccio contribuirebbe a prevenire oneri burocratici inutili, soprattutto per le piccole e medie imprese e supporterebbe l’obiettivo della Commissione Europea di ridurre il carico amministrativo per le pmi di almeno il 35%”. FederlegnoArredo, Federazione carta e grafica confidano inoltre “nell’azione persuasiva da parte del Governo italiano, affinché faccia sentire sui tavoli europei il proprio peso, evitando che alcuni segmenti del nostro tessuto produttivo siano messi in seria difficoltà a causa di norme europee di fatto inapplicabili”.

Edilizia Green, obiettivo riqualificare 2% abitazioni all’anno

Edilizia Green, obiettivo riqualificare 2% abitazioni all’annoMilano, 25 feb. (askanews) – Secondo dati dello studio Symbola Cresme, il patrimonio edilizio italiano è il più grande d’Europa con 599 abitazioni per 1.000 abitanti rispetto a una media europea di 506. Secondo un’indagine ENEA si calcola un totale di 12 milioni di edifici residenziali (88%), rispetto a 1 milione e mezzo di edifici pubblici (pari all’11,9%). il 46,7% di queste strutture si trova in zone fredde, dove il tema dell’efficienza energetica assume un’importanza ancora maggiore. Si pensa erroneamente che questi numeri siano dovuti solo al grande peso degli edifici storici ma, come confermano i dati ISTAT quasi la metà delle costruzioni esistenti è stata edificata tra gli anni ’50 e il 1991, anno in cui è entrata in vigore una prima normativa sull’efficienza energetica. Queste sono le riflessioni emerse in occasione del tavolo di lavoro Changemakers and Policy Dialogue organizzato da Building Performance Institute Europe al quale hanno partecipato Cecilia Hugony, AD di Teicos e presidente di Renovate Italy, la rete italiana che raccoglie numerose realtà imprenditoriali e no profit che promuovono attività e progetti per la riqualificazione energetica del costruito e che fa riferimento a Renovate Europe.


Riqualificare il 2% degli edifici ogni anno: è l’obiettivo posto dall’Europa nell’iniziativa “renovation wave” per aumentare la sicurezza energetica del nostro continente e ridurre le emissioni di CO2. ù “Gli edifici italiani, a seconda della loro destinazione d’uso, hanno un consumo energetico medio compreso tra 150 e 600 kWh/m² annui. Gli edifici NZeb – Nearly Zero Energy Building hanno invece un consumo energetico medio pari a circa 75 kWh/m² annui. Dobbiamo lavorare per ridurre i consumi energetici e al contempo aumentare la salubrità e il comfort delle case in cui viviamo. Quando si parla di “adaptation to climate change” si intende infatti quell’insieme di misure che assicurano la salute delle persone di fronte ai cambiamenti climatici in atto (pensiamo ad esempio alle ondate di calore) e queste comprendono necessariamente gli interventi sugli spazi abitati. Su queste linee guida possiamo proseguire il percorso per la riqualificazione del nostro patrimonio edificato” prosegue Hugony. Hugony ha presentato al Parlamento europeo la metodologia CoRen, che prevede la co-progettazione degli interventi di deep renovation insieme alla comunità condominiale, in un processo decisionale condiviso e fondato sulla comprensione del valore economico ed energetico dell’intervento. Nello specifico, questa metodologia ha permesso la delibera dei lavori in 30 edifici con una media di 3 salti di classe energetica. Tra questi vi è il condominio degli anni ’70 in via Ca’ Granda a Milano; attualmente in lavorazione, dove già quattro delle sei torri del complesso condominiale di 30mila metri quadri hanno ottenuto un salto di classe dalla F alla C. Alla conclusione completa dell’intervento a fine 2025. Vi sono anche diversi casi di realizzazione di interventi molto ambiziosi dove i condòmini, compreso il valore del progetto, hanno deciso di investire il massimo delle risorse per ottenere risultati straordinari. Un esempio il progetto inaugurato nel 2024 a Monza, che ha visto un risparmio energetico del 74% con un salto di 5 classi, dalla E alla A2.


Complessivamente Teicos ha ristrutturato 70 edifici dal 2019 e 2023, in buona parte con la metodologia CoRen e in parte grazie alla spinta data dai bonus vigenti, andando così a riqualificare in Lombardia una superficie complessiva di 213.465,90 metri quadrati che ha consentito un risparmio di energia annuo pari a 1514,50 GWh. È come se ogni anno venissero piantate 28.865 piante, equivalenti a una copertura di 39 campi da calcio, in grado di ottenere un risparmio annuo pari 3.396 tonnellate di Co2. Se valutiamo i 30 anni come durata media di un intervento di qualificazione, i numeri sono ancora più ambiziosi: si risparmiano in prospettiva 101.878,09 tonnellate di Co2. In decine di appartamenti di questi edifici grazie al progetto SPICA, Spica (Sharing Power Information for Citizen Awareness), finanziato da Regione Lombardia, sono stati installati anchr dei sensori per verificare il miglioramento del comfort ottenuto dopo la riqualificazione energetica. I dati rilevati sono stati studiati dall’Università di Padova, dipartimento di Ingegneria Industriale. Dalle analisi è emerso che gli appartamenti riqualificati migliorano notevolmente il comfort termico non solo in inverno ma anche in estate. Infatti, nei mesi più caldi, la riqualificazione ha portato un abbassamento medio di 2 °C dell’aria interna, rispetto alla situazione pre-intervento, addirittura nelle abitazioni prive di impianto di climatizzazione. Tra i vantaggi del perseguimento di queste politiche energetiche, vi è innanzitutto l’aumento della resilienza degli edifici contro i sempre più frequenti disastri naturali causati dal cambiamento climatico in corso: Se consideriamo che uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine, ha certificato che nel 2022 in Europa ci sono stati 61.672 decessi per colpa del caldo eccessivo, di cui 18.010 solo in Italia, e ha stimato che, in assenza di una soluzione efficace, l’Europa dovrà affrontare una media di oltre 68.000 morti premature ogni estate entro il 2030 e oltre 94.000 entro il 2040, è facile comprendere l’importanza di adattare i nostri edifici al riscaldamento globale.

Master di POLIMI Graduate School of Management nella Top 15 mondiale

Master di POLIMI Graduate School of Management nella Top 15 mondialeRoma, 18 feb. (askanews) – POLIMI Graduate School of Management si conferma tra le migliori scuole al mondo, posizionandosi per il secondo anno consecutivo nella Top 15 globale dei QS International Trade Rankings 2025 con il Master in International Business and Digital Transformation.


Il corso, al 12° posto a livello mondiale, risulta ancora una volta l’unico programma formativo italiano presente nella classifica di QS, che quest’anno comprende 87 scuole, 14 in più rispetto al 2024. Il risultato, informa una nota, evidenzia il valore del Master erogato da POLIMI Graduate School of Management in partnership con Henley Business School e pensato per quei manager che desiderano aggiornare le proprie conoscenze teoriche e pratiche sul business internazionale e sulle tecnologie digitali. “Questo riconoscimento conferma la qualità del nostro Master e la solidità del nostro modello formativo. Abbiamo migliorato le nostre performance su quasi tutti i parametri previsti dalla metodologia di QS”, dichiarano Vittorio Chiesa e Federico Frattini, Presidente e Dean di POLIMI Graduate School of Management. “Essere tra le migliori scuole al mondo e il punto di riferimento in Italia per la formazione nel business internazionale e nelle tecnologie digitali è per noi motivo di grande orgoglio. Il nostro posizionamento riflette l’impegno costante nel fornire agli studenti un percorso formativo che integra teoria, pratica e innovazione metodologica, con un Purpose chiaro: formare manager e leader capaci di generare un impatto positivo a livello globale”.


Industry Engagement e Innovative Teaching: un’eccellenza a livello globale L’eccellenza del Master in International Business and Digital Transformation è confermata da diversi indicatori di valutazione di QS, che ha riconosciuto al corso di POLIMI Graduate School of Management l’11° posto a livello globale (+ 2 rispetto al 2024) per Industry Engagement, a ulteriore attestazione della solidità delle collaborazioni avviate dalla business school con i partner industriali e aziendali, in Italia e nel mondo. Un altro risultato di rilievo è quello conseguito nell’area dell’Innovative Teaching, dove il corso ha ottenuto il 12° posto, con un avanzamento di ben 9 posizioni rispetto all’anno precedente e un punteggio di 89,8/100, a conferma dell’efficacia delle sue metodologie didattiche innovative. Nella classifica Trade Programme Content, infine, il Master si è posizionato nuovamente 19°, consolidando la rilevanza del curriculum proposto per il mercato internazionale.


Il Master in International Business and Digital Transformation di POLIMI Graduate School of Management è un percorso unico, di 18 mesi, pensato per quei manager che intendono sviluppare le competenze necessarie per aiutare la propria azienda a progettare e gestire con successo una crescita internazionale facendo leva sulle tecnologie digitali, dando vita così alle Digital Multinational Enterprise (DMNE). Il programma – erogato tra Milano e Reading, in Inghilterra, nella sede di Henley Business School – alterna lezioni teoriche e applicate, con il coinvolgimento degli studenti in diversi progetti e attività di gruppo, per consentire loro di applicare direttamente le conoscenze apprese in contesti reali.

Nel 2024 +30% aziende italiane aderenti a UN Global Compact Network

Nel 2024 +30% aziende italiane aderenti a UN Global Compact NetworkRoma, 10 feb. (askanews) – Sono 141 le aziende italiane che nel 2024 sono entrate a fare parte del Global Compact delle Nazioni Unite, la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo. Le imprese aderenti al Network italiano dell’iniziativa onusiana salgono così a 628, con una crescita di quasi il 30% rispetto al 2023. Tra i nuovi ingressi dell’anno appena concluso ci sono Chiesi Farmaceutici, Coesia, Davide Campari Milano, DLA Piper Italy, De’ Longhi, Edizione, Esprinet, Iccrea Banca, Italia Trasporto Aereo, SICIM e TESYA.


Nel 2024 sono ulteriormente aumentare le grandi aziende che si sono unite a UN Global Compact Network Italia, che oggi rappresentano il 47% del totale, mentre le piccole e medie imprese continuano a rappresentare la maggioranza degli aderenti con il 53% del totale. Il tasso più alto di crescita negli ultimi dodici mesi lo fanno registrare la categoria di aziende con un fatturato compreso tra 50 e 250 milioni di dollari (+29%), tra 500 milioni e 1 miliardo di dollari (+58%) e tra 1 miliardo e 5 miliardi di dollari (+34%). “Siamo molto soddisfatti dei risultati che stiamo raggiungendo”, ha dichiarato Marco Frey, Presidente dell’UN Global Compact Network Italia. “Il numero degli aderenti al nostro Network è cresciuto di oltre 250 negli ultimi due anni: un dato che dimostra come sia sempre più diffusa la consapevolezza del ruolo da protagonista che il settore privato può e deve giocare nel percorso di Agenda 2030. Per il 2025, l’obiettivo del Global Compact delle Nazioni Unite, a cui contribuiremo come rete italiana, è di accelerare e scalare l’impatto collettivo globale del business, integrando i Dieci Principi e contribuendo agli SDGs attraverso aziende ambiziose e affidabili, capaci di agire restando orientate alla sostenibilità in un contesto in continuo mutamento”.


“Il sempre maggiore equilibrio nella composizione delle realtà che fanno parte della nostra iniziativa rappresenta un valore aggiunto, che rafforza la capacità collettiva di affrontare le sfide della sostenibilità anche attraverso un prezioso scambio di esperienze e conoscenze. Facendo rete e creando sinergie, insomma”, ha commentato Daniela Bernacchi, Executive Director di UNGCN Italia. “All’interno del nostro Network continua a crescere anche la diversificazione settoriale degli aderenti, a conferma di un impegno trasversale che coinvolge comparti chiave dell’economia italiana. La sostenibilità non è più un tema riservato a pochi pionieri, ma una leva strategica per lo sviluppo responsabile di tutti i settori produttivi. Nel corso dell’anno appena iniziato, UNGCN Italia continuerà a rafforzare la sua value proposition, mettendo al centro la condivisione e la valorizzazione dell’impegno degli aderenti. Attraverso la diffusione di best practice, il potenziamento delle competenze e una formazione sempre più mirata, vogliamo supportare le organizzazioni nel loro percorso verso la sostenibilità. Inoltre, continueremo a promuovere momenti di incontro, dialogo e confronto tra i nostri aderenti e i principali attori nazionali e internazionali del mondo della sostenibilità, per costruire insieme un futuro più equo, resiliente e responsabile”, ha concluso Bernacchi.


Il Global Compact delle Nazioni Unite è un’iniziativa speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite che ha il mandato di guidare e sostenere la comunità imprenditoriale globale nel promuovere gli obiettivi e i valori delle Nazioni Unite attraverso pratiche aziendali responsabili. Con più di 20.000 aziende e oltre 3.500 firmatari non profit con sede in 167 paesi e 62 reti locali, l’UN Global Compact è la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo. Il Global Compact delle Nazioni Unite opera in Italia attraverso l’UN Global Compact Network Italia (UNGCN Italia), organizzazione costituitasi in Fondazione nel 2013 dopo dieci anni di attività come gruppo informale. Il Network italiano opera anzitutto per promuovere l’UN Global Compact ed i suoi Dieci Principi attraverso il dialogo istituzionale, la produzione di conoscenza e la diffusione di buone pratiche di sostenibilità. È, altresì, impegnato nell’avanzamento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati dalle Nazioni Unite per il 2030. Oltre 650 imprese e organizzazioni non profit italiane partecipano all’UN Global Compact.

Pa, Marrella: Confael si candida a elezioni RSU del 14-16 aprile

Pa, Marrella: Confael si candida a elezioni RSU del 14-16 aprileRoma, 31 gen. (askanews) – La Confael rinnova il proprio impegno verso la Pubblica Amministrazione e si candida alle prossime elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) che si svolgeranno il 14, 15 e 16 aprile 2025. Ad annunciarlo è il Segretario generale della Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori, Domenico Marrella, spiegando che “lo scorso novembre presso l’ARAN le confederazioni maggiormente rappresentative hanno sottoscritto un accordo che mette in atto il calendario di queste elezioni che si svolgeranno presso tutti i luoghi di lavoro del pubblico impiego e la Confael per l’ennesima volta si candida ad essere presente con liste proprie tramite le federazioni di propria emanazione”.


Una scelta decisa quella della Confael che punta alla tutela di tutti i lavoratori della pubblica amministrazione. “La Confael – spiega Marrella – parteciperà alle elezioni tramite le proprie federazioni del pubblico impiego, nella sanità, nelle scuole, nelle università, presso le autonomie locali e la pubblica amministrazione. Ci siamo riservati di presentare la nostra candidatura anche presso la presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso l’adesione di una federazione all’interno di Confael oppure presentando la nostra singola diretta sigla di emanazione”. Il leader sindacale si rivolge poi direttamente ai rappresentanti dei lavoratori. “Accoglieremo a braccia aperte – sottolinea Marrella – coloro che vorranno insieme a noi lavorare per un cambiamento, un cambiamento che esiste già con il sindacato autonomo ed operare per un riscatto e per recuperare la dignità del lavoro che onestamente sembra quasi abbandonata sui luoghi di lavoro dalla triplice sindacale, perché il sindacato confederale ha venduto cara la pelle dei lavoratori facendo solo demagogia utilizzando la piazza solo per fini politici”.


Secondo Marrella, quindi, “oggi il lavoratore ha bisogno di un riscatto, ha bisogno di maggiore tutela e soprattutto di maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro. Esiste la possibilità, grazie alla Confael, il primo vero sindacato autonomo scevro da qualsiasi condizionamento e ideologia politica che parla di Europa in Italia, di portare lo schema e il format dei Paesi dell’eurozona in Italia, dove la pubblica amministrazione è molto più avanti di noi e dove esiste un maggiore rispetto verso i lavoratori e le aziende pubbliche e private. Oggi – aggiunge il segretario generale della Confael – siamo nell’era digitale vera e propria, il mondo è già cambiato. L’intelligenza artificiale entrerà anche nella macchina dello Stato e quindi c’è la necessità che il pubblico dipendente diventi un modello di efficienza e per questo deve essere riqualificato e formato prima di essere inghiottito dal progresso, perché l’uomo deve essere al centro ed avere le capacità per gestire il cambio tecnologico e informatico”.

Finanza e Tecnologia per la crescita delle Pmi: la strategicità del CFO

Finanza e Tecnologia per la crescita delle Pmi: la strategicità del CFORoma, 30 gen. (askanews) – “Le aziende che dispongono di un CFO non solo godono di una gestione finanziaria più efficiente, ma anche di una visione strategica che può tradursi in una maggiore competitività sul mercato. Secondo uno studio recentemente condotto da Academy FT su campione di più di 1 milione di aziende italiane, le imprese che integrano una direzione finanziaria strutturata conseguono performance migliori. In particolare, le realtà dotate di un Chief Financial Officer presentano un valore di mercato superiore rispetto a quelle che ne sono prive. In questo scenario, le PMI del nostro Paese, spesso caratterizzate da una carente cultura finanziaria che ostacola una pianificazione a lungo termine delle risorse, faticano a fare proprie le competenze di un CFO a causa dei relativi costi. Per superare questi limiti, è fondamentale garantire loro l’accesso a servizi in outsourcing che, facendo leva sul valore aggiunto oggi garantito dalla tecnologia, possano supportarne le scelte strategiche, operative e quindi la competitività, in tutti i settori”. Lo ha spiegato Raffaele D’Arienzo, Presidente di Academy FT, nel corso del seminario ‘Finanza e Tecnologia per la crescita delle PMI: la strategicità del CFO’, organizzato da Confindustria Salerno mercoledì 29 gennaio in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Salerno.


“Il CFO ricopre un ruolo chiave nel trasformare dati aziendali in informazioni utili all’impresa per prendere decisioni strategiche e consapevoli, a supporto del business e della crescita. La complessità della sua funzione, però, implica un trade-off tra i costi di gestione finanziaria e le dimensioni aziendali. Le piccole e medie imprese italiane, in particolare, per mancanza di risorse adeguate e difficoltà di accesso al credito, spesso incontrano difficoltà nel dotarsi di un Chief Financial Officer interno. In questo scenario, oggi le fintech rappresentano delle alleate centrali delle aziende: grazie a soluzioni e servizi innovativi basati sull’intelligenza artificiale, sono in grado di rivoluzionare le logiche di gestione finanziaria, trasformandola in un processo più efficiente e tecnologico, accessibile anche alle PMI e non solo alle large corporate”, ha commentato Nicola Occhinegro, CEO & Founder di Finanza.tech.

Carvago presenta le auto usate più vendute online

Carvago presenta le auto usate più vendute onlineRoma, 24 gen. (askanews) – Carvago, la piattaforma online per l’acquisto e la vendita di auto usate, ha pubblicato le ultime statistiche del 2024 sulle auto di seconda mano più popolari in Europa. L’auto usata più venduta online in Europa l’anno scorso è risultata essere la BMW 3, seguita dall’Audi A6 e dalla Škoda Octavia.


“Negli ultimi anni, le abitudini dei clienti europei sono cambiate molto. Sono sempre di più, infatti, quelli che preferiscono le auto online, comodamente da casa”, spiega in una nota il fondatore di Carvago Jakub Šulta, che aggiunge: “I clienti sanno che l’acquisto tramite Carvago è assolutamente trasparente: miglioriamo costantemente i nostri servizi per garantire loro che non avranno brutte sorprese dopo l’acquisto di un’auto”. Carvago, infatti, offre diverse funzionalità che contribuiscono a garantire la sicurezza e l’affidabilità dell’acquisto di veicoli usati. Grazie alla funzione Carvago Blacklist, sulla piattaforma non trovano assolutamente posto le auto notoriamente problematiche, di cui, alla fine dell’anno scorso, quasi 370 mila erano offerte dai concessionari in Europa. Un altro strumento fondamentale sono le ispezioni dettagliate CarAudit che scovano difetti fino a un quarto dei veicoli, per sconsigliarne l’acquisto. I clienti che acquistano auto online tendono a scegliere più spesso auto premium con un chilometraggio inferiore rispetto ai concessionari tradizionali. L’anno scorso, le auto più vendute su Carvago avevano un’età media di quattro anni e un chilometraggio medio di 70.950 chilometri. Il prezzo mediano delle auto vendute era di 25.631 euro.


Il mercato delle auto usate online presenta differenze interessanti tra i vari Paesi europei. Grazie alla Volkswagen Golf, la Germania è l’unico Paese in cui a classificarsi al primo posto è stato il modello di una casa automobilistica nazionale. Le case automobilistiche tedesche sono anche molto forti all’estero dove hanno conquistato il primo posto nelle vendite in Italia grazie alla BMW 3 e nella Repubblica Ceca con l’Audi A6. Si è comportata bene anche la Škoda Octavia, che si è piazzata al terzo posto sul mercato nazionale, ma è diventata l’auto più venduta in Slovacchia ed è salita sul podio anche in Romania. Sono proprio la Romania e la Polonia gli unici mercati a essere dominati da case automobilistiche non europee – in Romania la Hyundai Tucson era l’auto più popolare tra i clienti Carvago, mentre in Polonia era la Ford S-Max. I clienti più esigenti sono gli italiani. Scelgono le auto con il minor chilometraggio, mentre in Polonia l’anno scorso si sono vendute auto con il chilometraggio più alto. “In Italia, l’auto usata più venduta online lo scorso anno è stata la BMW Serie 3. Il leader nel nostro mercato è tradizionalmente la Fiat, ma si vede che i clienti che acquistano online hanno preferenze diverse. Su Carvago gli italiani acquistano auto più costose con un chilometraggio mediano basso pari a 44.430 chilometri, il che conferma le loro elevate esigenze in termini di qualità e standard dell’auto. L’atteggiamento esigente della clientela italiana emerge anche dal prezzo mediano delle auto vendute, pari a 28.582 euro”, riferisce Antonio Gentile, Country Manager Carvago Italy.

Decreto Riscossione, Confedercontribuenti: è solo fumo negli occhi

Decreto Riscossione, Confedercontribuenti: è solo fumo negli occhiRoma, 17 gen. (askanews) – È solo fumo negli occhi il Decreto Riscossione entrato in vigore il 1 gennaio scorso. Confedercontribuenti boccia senza appello la novità sbandierata dal governo Meloni, come spiega il Presidente Carmelo Finocchiaro infatti, “Nel nostro ordinamento, esiste già una norma di legge (DLGS 110/2024) che prevede il discarico automatico delle somme non riscosse dopo 5 anni, eppure viene sistematicamente ignorata con la scusa che mancano i soliti decreti attuativi. Di conseguenza con il Decreto Riscossione, il governo non fa altro che legittimare l’Agenzia delle Entrate Riscossione a non annullare le cartelle che sarebbero già scadute in questi anni, e a non effettuare in automatico il discarico”.


La Confederazione dei contribuenti contesta fortemente l’intera riforma, a iniziare dalla norma che consente all’ente creditore di affidare a società private di riscossione il recupero del credito. “Questa previsione – spiega Finocchiaro, – è assolutamente incompatibile con il principio del legittimo affidamento. La società privata infatti potrà agire in qualità di titolare del credito e non per conto dello Stato e degli enti creditori, e utilizzerà pertanto quegli strumenti vessatori che contraddistinguono le società di recupero crediti”. Secondo Confedercontribuenti, il governo deve invece varare immediatamente la Rottamazione Quinques, sebbene sia necessario apportare profondi cambiamenti rispetto al passato. “È fondamentale consentire al debitore di sanare la propria posizione in maniera compatibile con il proprio reddito – spiega il Presidente Finocchiaro – è una battaglia di civiltà e chiediamo a tutte le forze parlamentari di cambiare atteggiamento. Chi non ha potuto pagare non deve essere perseguitato, perché non è necessariamente un evasore. Gli evasori sono una categoria a parte per la quale esiste la Guardia di Finanza che lavora abilmente tutti i giorni. Bisogna assumere un altro atteggiamento, invece, nei confronti di quei contribuenti che hanno denunciato regolarmente tutti gli introiti percepiti, ma poi materialmente non hanno potuto saldare i propri debiti con il Fisco”. “Nonostante quello che si legge sui giornali – sottolinea ancora Finocchiaro, – c’è un’Italia che è in grande difficoltà economica, basti pensare che la produzione industriale è scesa del 3,5% e non riesce a tornare competitiva. La Politica farebbe meglio a concentrarsi su delle misure per rilanciare effettivamente l’economia” conclude il Presidente di Confedercontribuenti.

Risorse umane, Allianz Italia conferma Certificazione Top Employer

Risorse umane, Allianz Italia conferma Certificazione Top EmployerMilano, 16 gen. (askanews) – Allianz Italia ha ottenuto per il quinto anno consecutivo la Certificazione Top Employer Italia che evidenzia l’impegno della compagnia nel promuovere pratiche di gestione delle risorse umane sostenibili e di valore.


“Siamo lieti di ricevere nuovamente la Certificazione Top Employer Italia,” ha dichiarato Letizia Barbi, Responsabile Risorse Umane di Allianz S.p.A. “Questo riconoscimento certifica il valore delle nostre politiche e pratiche aziendali in ambito Human Resources e la nostra capacità di ascoltare attivamente le esigenze dei dipendenti mantenendoci al fianco del business e garantendo ad ogni collega le migliori condizioni per esprimere al massimo il proprio potenziale e la propria performance. Riteniamo sia giusto e strategico promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e meritocratico, che si fondi sullo sviluppo delle competenze, supportando ogni membro del team affinché possa realizzarsi al meglio, crescendo sia professionalmente che personalmente all’interno della nostra grande organizzazione”. La Certificazione Top Employer Italia è il risultato di un’analisi condotta dal Top Employers Institute, ente certificatore globale, che ha verificato il raggiungimento e il mantenimento degli elevati standard richiesti nelle strategie e pratiche in ambito Human Resources di Allianz, che si è particolarmente distinta, con un punteggio del 100%, nelle seguenti aree: Strategia Aziendale, Strategia del Personale, Leadership, Organizzazione e Cambiamento, Employer Branding, Scopo e Valori, Etica e Integrità.

Privacy, Confimitalia avvia campagna sensibilizzazione aziende su GDPR

Privacy, Confimitalia avvia campagna sensibilizzazione aziende su GDPRRoma, 14 gen. (askanews) – Illustrare alle aziende l’importanza di adeguarsi al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) per la tutela della privacy ed evitare significative sanzioni. E’ l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione denominata “Privacy ok” che Confimitalia ha messo a punto per le aziende che trattano dati personali degli utenti e per i quali è necessaria un’armonizzazione comunitaria.


“Il GDPR – spiega in una nota Paolo Vesparoli, Responsabile tecnologie informatiche e privacy di Confimitalia – è un importante quadro normativo che mira a garantire la protezione dei dati personali dei cittadini dell’Unione Europea, si tratta di un passo molto importante nella tutela della privacy al quale è indispensabile adeguarsi. Con l’aumento della digitalizzazione e dell’interconnessione globale, il GDPR è infatti fondamentale per garantire che i dati personali vengano trattati in modo responsabile e sicuro. Tutte le aziende che trattano dati personali di cittadini dell’UE devono impegnarsi a rispettare il GDPR adottando misure adeguate per proteggere i dati e garantire i diritti degli interessati, ricordando che la non conformità può comportare sanzioni significative. Inoltre il business delle imprese può sicuramente crescere se conforme al GDPR”. Il GDPR è una normativa introdotta il 25 maggio 2018 come un regolamento dell’Unione Europea finalizzato a proteggere i diritti e la privacy dei cittadini europei e si applica a qualsiasi forma di trattamento dei dati personali, incluse la raccolta, l’archiviazione, l’elaborazione, la trasmissione e la cancellazione di tali dati. Il suo scopo principale è quello di dare ai cittadini il controllo sui propri dati personali e di stabilire norme chiare per il trattamento e la gestione di tali dati, focalizzandosi su diversi punti: la protezione dei dati personali; il consenso esplicito; la responsabilità delle aziende; sanzioni significative. Sulle sanzioni è bene precisare che, per le aziende che non rispettano le norme sulla protezione dei dati, sono previste multe che possono arrivare fino al 4% del fatturato annuo globale o 20 milioni di euro, a seconda di quale cifra sia più elevata.


“Il regolamento – ricorda Vesparoli – si applica a tutte le aziende che trattano dati personali degli utenti nell’ambito delle loro attività commerciali o offerta di servizi: le aziende e le organizzazioni nell’UE che trattano dati personali di cittadini dell’Unione Europea, indipendentemente dalla loro sede o dalla loro giurisdizione; le aziende fuori dall’UE: anche le aziende al di fuori dell’Unione Europea devono rispettare il GDPR se trattano dati personali di cittadini dell’UE nell’ambito delle attività di offerta di beni o servizi o del monitoraggio del comportamento degli interessati nell’UE; i responsabili del trattamento (organizzazioni che determinano le finalità e i mezzi del trattamento dei dati) e i responsabili congiunti (organizzazioni che condividono la responsabilità del trattamento dei dati)”.