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Carvago presenta le auto usate più vendute online

Carvago presenta le auto usate più vendute onlineRoma, 24 gen. (askanews) – Carvago, la piattaforma online per l’acquisto e la vendita di auto usate, ha pubblicato le ultime statistiche del 2024 sulle auto di seconda mano più popolari in Europa. L’auto usata più venduta online in Europa l’anno scorso è risultata essere la BMW 3, seguita dall’Audi A6 e dalla Škoda Octavia.


“Negli ultimi anni, le abitudini dei clienti europei sono cambiate molto. Sono sempre di più, infatti, quelli che preferiscono le auto online, comodamente da casa”, spiega in una nota il fondatore di Carvago Jakub Šulta, che aggiunge: “I clienti sanno che l’acquisto tramite Carvago è assolutamente trasparente: miglioriamo costantemente i nostri servizi per garantire loro che non avranno brutte sorprese dopo l’acquisto di un’auto”. Carvago, infatti, offre diverse funzionalità che contribuiscono a garantire la sicurezza e l’affidabilità dell’acquisto di veicoli usati. Grazie alla funzione Carvago Blacklist, sulla piattaforma non trovano assolutamente posto le auto notoriamente problematiche, di cui, alla fine dell’anno scorso, quasi 370 mila erano offerte dai concessionari in Europa. Un altro strumento fondamentale sono le ispezioni dettagliate CarAudit che scovano difetti fino a un quarto dei veicoli, per sconsigliarne l’acquisto. I clienti che acquistano auto online tendono a scegliere più spesso auto premium con un chilometraggio inferiore rispetto ai concessionari tradizionali. L’anno scorso, le auto più vendute su Carvago avevano un’età media di quattro anni e un chilometraggio medio di 70.950 chilometri. Il prezzo mediano delle auto vendute era di 25.631 euro.


Il mercato delle auto usate online presenta differenze interessanti tra i vari Paesi europei. Grazie alla Volkswagen Golf, la Germania è l’unico Paese in cui a classificarsi al primo posto è stato il modello di una casa automobilistica nazionale. Le case automobilistiche tedesche sono anche molto forti all’estero dove hanno conquistato il primo posto nelle vendite in Italia grazie alla BMW 3 e nella Repubblica Ceca con l’Audi A6. Si è comportata bene anche la Škoda Octavia, che si è piazzata al terzo posto sul mercato nazionale, ma è diventata l’auto più venduta in Slovacchia ed è salita sul podio anche in Romania. Sono proprio la Romania e la Polonia gli unici mercati a essere dominati da case automobilistiche non europee – in Romania la Hyundai Tucson era l’auto più popolare tra i clienti Carvago, mentre in Polonia era la Ford S-Max. I clienti più esigenti sono gli italiani. Scelgono le auto con il minor chilometraggio, mentre in Polonia l’anno scorso si sono vendute auto con il chilometraggio più alto. “In Italia, l’auto usata più venduta online lo scorso anno è stata la BMW Serie 3. Il leader nel nostro mercato è tradizionalmente la Fiat, ma si vede che i clienti che acquistano online hanno preferenze diverse. Su Carvago gli italiani acquistano auto più costose con un chilometraggio mediano basso pari a 44.430 chilometri, il che conferma le loro elevate esigenze in termini di qualità e standard dell’auto. L’atteggiamento esigente della clientela italiana emerge anche dal prezzo mediano delle auto vendute, pari a 28.582 euro”, riferisce Antonio Gentile, Country Manager Carvago Italy.

Decreto Riscossione, Confedercontribuenti: è solo fumo negli occhi

Decreto Riscossione, Confedercontribuenti: è solo fumo negli occhiRoma, 17 gen. (askanews) – È solo fumo negli occhi il Decreto Riscossione entrato in vigore il 1 gennaio scorso. Confedercontribuenti boccia senza appello la novità sbandierata dal governo Meloni, come spiega il Presidente Carmelo Finocchiaro infatti, “Nel nostro ordinamento, esiste già una norma di legge (DLGS 110/2024) che prevede il discarico automatico delle somme non riscosse dopo 5 anni, eppure viene sistematicamente ignorata con la scusa che mancano i soliti decreti attuativi. Di conseguenza con il Decreto Riscossione, il governo non fa altro che legittimare l’Agenzia delle Entrate Riscossione a non annullare le cartelle che sarebbero già scadute in questi anni, e a non effettuare in automatico il discarico”.


La Confederazione dei contribuenti contesta fortemente l’intera riforma, a iniziare dalla norma che consente all’ente creditore di affidare a società private di riscossione il recupero del credito. “Questa previsione – spiega Finocchiaro, – è assolutamente incompatibile con il principio del legittimo affidamento. La società privata infatti potrà agire in qualità di titolare del credito e non per conto dello Stato e degli enti creditori, e utilizzerà pertanto quegli strumenti vessatori che contraddistinguono le società di recupero crediti”. Secondo Confedercontribuenti, il governo deve invece varare immediatamente la Rottamazione Quinques, sebbene sia necessario apportare profondi cambiamenti rispetto al passato. “È fondamentale consentire al debitore di sanare la propria posizione in maniera compatibile con il proprio reddito – spiega il Presidente Finocchiaro – è una battaglia di civiltà e chiediamo a tutte le forze parlamentari di cambiare atteggiamento. Chi non ha potuto pagare non deve essere perseguitato, perché non è necessariamente un evasore. Gli evasori sono una categoria a parte per la quale esiste la Guardia di Finanza che lavora abilmente tutti i giorni. Bisogna assumere un altro atteggiamento, invece, nei confronti di quei contribuenti che hanno denunciato regolarmente tutti gli introiti percepiti, ma poi materialmente non hanno potuto saldare i propri debiti con il Fisco”. “Nonostante quello che si legge sui giornali – sottolinea ancora Finocchiaro, – c’è un’Italia che è in grande difficoltà economica, basti pensare che la produzione industriale è scesa del 3,5% e non riesce a tornare competitiva. La Politica farebbe meglio a concentrarsi su delle misure per rilanciare effettivamente l’economia” conclude il Presidente di Confedercontribuenti.

Risorse umane, Allianz Italia conferma Certificazione Top Employer

Risorse umane, Allianz Italia conferma Certificazione Top EmployerMilano, 16 gen. (askanews) – Allianz Italia ha ottenuto per il quinto anno consecutivo la Certificazione Top Employer Italia che evidenzia l’impegno della compagnia nel promuovere pratiche di gestione delle risorse umane sostenibili e di valore.


“Siamo lieti di ricevere nuovamente la Certificazione Top Employer Italia,” ha dichiarato Letizia Barbi, Responsabile Risorse Umane di Allianz S.p.A. “Questo riconoscimento certifica il valore delle nostre politiche e pratiche aziendali in ambito Human Resources e la nostra capacità di ascoltare attivamente le esigenze dei dipendenti mantenendoci al fianco del business e garantendo ad ogni collega le migliori condizioni per esprimere al massimo il proprio potenziale e la propria performance. Riteniamo sia giusto e strategico promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e meritocratico, che si fondi sullo sviluppo delle competenze, supportando ogni membro del team affinché possa realizzarsi al meglio, crescendo sia professionalmente che personalmente all’interno della nostra grande organizzazione”. La Certificazione Top Employer Italia è il risultato di un’analisi condotta dal Top Employers Institute, ente certificatore globale, che ha verificato il raggiungimento e il mantenimento degli elevati standard richiesti nelle strategie e pratiche in ambito Human Resources di Allianz, che si è particolarmente distinta, con un punteggio del 100%, nelle seguenti aree: Strategia Aziendale, Strategia del Personale, Leadership, Organizzazione e Cambiamento, Employer Branding, Scopo e Valori, Etica e Integrità.

Privacy, Confimitalia avvia campagna sensibilizzazione aziende su GDPR

Privacy, Confimitalia avvia campagna sensibilizzazione aziende su GDPRRoma, 14 gen. (askanews) – Illustrare alle aziende l’importanza di adeguarsi al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) per la tutela della privacy ed evitare significative sanzioni. E’ l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione denominata “Privacy ok” che Confimitalia ha messo a punto per le aziende che trattano dati personali degli utenti e per i quali è necessaria un’armonizzazione comunitaria.


“Il GDPR – spiega in una nota Paolo Vesparoli, Responsabile tecnologie informatiche e privacy di Confimitalia – è un importante quadro normativo che mira a garantire la protezione dei dati personali dei cittadini dell’Unione Europea, si tratta di un passo molto importante nella tutela della privacy al quale è indispensabile adeguarsi. Con l’aumento della digitalizzazione e dell’interconnessione globale, il GDPR è infatti fondamentale per garantire che i dati personali vengano trattati in modo responsabile e sicuro. Tutte le aziende che trattano dati personali di cittadini dell’UE devono impegnarsi a rispettare il GDPR adottando misure adeguate per proteggere i dati e garantire i diritti degli interessati, ricordando che la non conformità può comportare sanzioni significative. Inoltre il business delle imprese può sicuramente crescere se conforme al GDPR”. Il GDPR è una normativa introdotta il 25 maggio 2018 come un regolamento dell’Unione Europea finalizzato a proteggere i diritti e la privacy dei cittadini europei e si applica a qualsiasi forma di trattamento dei dati personali, incluse la raccolta, l’archiviazione, l’elaborazione, la trasmissione e la cancellazione di tali dati. Il suo scopo principale è quello di dare ai cittadini il controllo sui propri dati personali e di stabilire norme chiare per il trattamento e la gestione di tali dati, focalizzandosi su diversi punti: la protezione dei dati personali; il consenso esplicito; la responsabilità delle aziende; sanzioni significative. Sulle sanzioni è bene precisare che, per le aziende che non rispettano le norme sulla protezione dei dati, sono previste multe che possono arrivare fino al 4% del fatturato annuo globale o 20 milioni di euro, a seconda di quale cifra sia più elevata.


“Il regolamento – ricorda Vesparoli – si applica a tutte le aziende che trattano dati personali degli utenti nell’ambito delle loro attività commerciali o offerta di servizi: le aziende e le organizzazioni nell’UE che trattano dati personali di cittadini dell’Unione Europea, indipendentemente dalla loro sede o dalla loro giurisdizione; le aziende fuori dall’UE: anche le aziende al di fuori dell’Unione Europea devono rispettare il GDPR se trattano dati personali di cittadini dell’UE nell’ambito delle attività di offerta di beni o servizi o del monitoraggio del comportamento degli interessati nell’UE; i responsabili del trattamento (organizzazioni che determinano le finalità e i mezzi del trattamento dei dati) e i responsabili congiunti (organizzazioni che condividono la responsabilità del trattamento dei dati)”.

Trasporti, Assotir: aumento pedaggi autostrade ennesima stangata settore

Trasporti, Assotir: aumento pedaggi autostrade ennesima stangata settoreRoma, 10 gen. (askanews) – L’aumento dei pedaggi su una parte consistente della rete autostradale si traduce in “una vera e propria stangata per l’autotrasporto”. Le tratte interessate ospitano infatti quasi la metà del traffico pesante, e inoltre l’aumento dei pedaggi aggrava ancora di più lo stato di sofferenza del settore, già travolto dall’inasprimento generalizzato dei costi. Lo sottolinea Assotir, stigmatizzando il comportamento delle Istituzioni: “Riscontriamo una contraddizione forte tra le dichiarazioni e gli atti – commenta il segretario generale, Claudio Donati. – Anche se le Istituzioni professano la massima vicinanza al settore, adottano poi provvedimenti simili, dimostrando di non preoccuparsi affatto delle difficoltà che gli addetti e le aziende devono fronteggiare. La comunicazione opaca del ministero dei Trasporti sembra un’ulteriore dimostrazione di questo atteggiamento”.


Il Mit infatti “il 31 dicembre scorso ha emesso un comunicato dal titolo “Autostrade, nuovo anno senza aumenti: tariffe congelate per 22 concessionari”. Nel testo tuttavia si specificava che su una parte significativa della rete (2.800 chilometri sui 7.000 totali) dal primo gennaio 2025 veniva autorizzato un aumento dell’1,8%, che oltretutto segue i due aumenti già attuati nel corso dell’anno appena concluso”, si legge nella nota. “Al di là del fatto che un simile modo di comunicare non sembra in linea con il requisito di trasparenza che si deve pretendere dalle istituzioni – prosegue Donati, – dobbiamo sottolineare che questi aumenti colpiscono sì tutti gli utenti, ma per le imprese di trasporto rappresentano un aggravio su una voce di costo aziendale fondamentale. Anche perché sulle tratte autostradali interessate circola quasi la metà del traffico pesante”.


“Dopo qualche anno di tregua – aggiunge il presidente nazionale di Assotir, Anna Vita Manigrasso, – siamo, dunque, tornati all’antica prassi che prevede che Capodanno coincida con un aumento dei pedaggi. Aggravio che contribuisce a peggiorare la situazione di sofferenza causata dall’ondata di aumenti generalizzati dei costi (dai noli marittimi, ai veicoli, ai tassi d’interesse bancari, al personale, etc.) da cui le imprese si vedono travolte, praticamente senza particolari armi di difesa”, conclude Manigrasso.

Manovra,Marrella:Nel segno della continuità, sui redditi serve cura da cavallo

Manovra,Marrella:Nel segno della continuità, sui redditi serve cura da cavalloRoma, 31 dic. (askanews) – “La legge di Bilancio è in linea con quello che erano le previsioni, anche se magari non si riesce a dare un forte taglio alle tasse, c’è la conferma dei tre scaglioni dell’Irpef e vengono rafforzati i bonus per la famiglia”. Così in una nota, Domenico Marrella, Segretario Generale della Confael, commenta l’approvazione definitiva della manovra finanziaria. Marrella sottolinea che tra gli aspetti positivi “Vengono aiutati i redditi medio bassi, i dipendenti del settore privato in particolare otterranno anche un lieve incremento degli stipendi, un intervento che segue quelli di cui hanno beneficiato nei mesi scorsi gli esponenti delle forze dell’ordine e i dipendenti del pubblico impiego. Giudizio positivo sulle maggiori risorse che vengono destinate alla Sanità, e le misure sulla Scuola che sembrano preannunciare un’inversione di tendenza”.


Il bonus alle famiglie per la natalità e le iniziative per gli over-65 “vanno nella direzione del sostegno ai redditi più bassi – prosegue il Segretario Generale della Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori. – Chi ha un reddito medio-alto, invece, non potrà più beneficiare di una serie di detrazione e quindi c’è un tentativo di redistribuzione della ricchezza”. Sui redditi, tuttavia, il leader della Confael sottolinea che “serve una cura da cavallo, gli interventi del governo non sono sufficienti perché l’incremento dei prezzi al consumo è elevatissimo e le retribuzioni non solo sono ferme, ma il potere di acquisto degli italiani addirittura si riduce. Il termometro, il punto di equilibrio, è il rapporto tra il salario medio e il costo di un’automobile, e basta fare un confronto con quello che succedeva 30 anni per capire che stipendi e pensioni non sono più adeguati”. Si poteva e si doveva fare di più anche per le pensioni: “Riconosciamo che la coperta è sempre corta – prosegue Marrella, – ma non sono state toccate per nulla le pensioni di invalidità civile e le pensioni di assistenza, le minime invece riceveranno un piccolissimo aumento di 2 euro scarsi. È un aumento troppo tenue, rispetto ai benefici che ottiene chi è ancora attivo al lavoro. Quantomeno però è stata introdotta la possibilità di anticipare la pensione per chi poi può dimostrare di avere almeno 25 anni di contributi versati a fondi alternativi”. “Bene la lotta all’evasione – sottolinea ancora Marrella, – anche se il concordato è stato un mezzo flop e probabilmente servono strumenti differenti. Ci sono moltissime persone che hanno debiti con il fisco e sono in grado di dare una mano all’azienda Italia, per questo è necessario recuperare più soldi possibili e reinvestirli”.


Per il 2025, conclude il Segretario Generale della Confael, “auspichiamo un maggiore dialogo con le parti sociali autonome moderate come la Confael. Vogliamo dare il nostro contributo, in particolare su tutto quello che è il terzo settore, le disabilità”.

Energia, Enea: dalle detrazioni oltre il 56% dei risparmi

Energia, Enea: dalle detrazioni oltre il 56% dei risparmiRoma, 18 dic. (askanews) – Nel 2023 in Italia sono stati realizzati nuovi risparmi energetici per oltre 3,6 Mtep, pari ai consumi elettrici complessivi del Lazio e della Toscana. Il risparmio è stato generato grazie a progetti avviati dal 2021 con il supporto delle misure per ottemperare agli obblighi della Direttiva europea sull’efficienza energetica1 ed equivale al 92% dell’obiettivo fissato per il solo 2023 dal Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima). È quanto emerge dal 13esimo Rapporto annuale sull’efficienza energetica, elaborato dall’Enea, e presentato nel corso di un convegno alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.


Complessivamente, risulta ancora preponderante il traino delle detrazioni fiscali (circa 2 Mtep pari a una quota del 56,2% dei risparmi totali 2023). Oltre a queste misure, la riduzione dei consumi di energia finale è attribuibile alla crescita dei Certificati Bianchi che ha raggiunto il 28% rispetto al 2022, spingendo il dato cumulato a 0,6 Mtep, agli incentivi per la mobilità sostenibile (0,4 Mtep) e al Conto Termico (0,3 Mtep). Sono risultati in aumento anche i risparmi energetici conseguiti nell’ambito dei progetti realizzati attraverso i Fondi di coesione, con un risparmio di energia finale di circa 31,8 ktep/anno al 2023. Da segnalare il ruolo giocato dalle campagne di sensibilizzazione che hanno coinvolto quasi 14 milioni di cittadini per quanto concerne il settore residenziale. La stima dei risparmi indotti dai cambiamenti nei comportamenti di consumo, da parte di individui e imprese, è pari a oltre 0,1 Mtep. “L’efficienza energetica rappresenta la chiave per raccogliere alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo e raggiungere i traguardi disegnati dall’Unione Europea che, grazie al pacchetto legislativo Fit for 55 e alle Direttive Efficienza Energetica (EED III) e Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD IV), si distingue come leader globale della transizione energetica”, ha commentato il direttore generale Enea Giorgio Graditi. “Alla luce delle vulnerabilità delle filiere energetiche globali – ha aggiunto – è fondamentale sfruttare le potenzialità offerte dall’innovazione, puntando sulle tecnologie emergenti e sulla digitalizzazione, che consente un monitoraggio in tempo reale delle emissioni e l’ottimizzazione dei consumi”.


Per i soli interventi di efficientamento energetico avviati nell’anno, il confronto tra 2023 e 2022 evidenzia una flessione dei risparmi conseguiti tramite i meccanismi di detrazione fiscale, sia per SuperEcobonus (-21,2%) che per Ecobonus (-20,4%). Rimane sostanzialmente stabile il contributo del Bonus Casa che con i soli interventi attivati nel 2023 ha consentito risparmi pari a 71 ktep (-0,9%). Sul fronte dell’efficienza energetica negli usi finali, un notevole contributo è arrivato dalle aziende con l’avvio il 5 dicembre 2023 del terzo ciclo di audit energetici obbligatori per le grandi imprese e quelle energivore. Secondo i dati gestiti da Enea, sono pervenute 10.241 diagnosi da 5.797 soggetti obbligati, di cui il 44% sono grandi imprese, il 40% Pmi energivore ed il 16% grandi imprese energivore. Rispetto a dicembre 2019 – che ha segnato l’avvio del secondo ciclo di diagnosi energetiche obbligatorie – le grandi imprese energivore che hanno adempiuto all’obbligo sono aumentate del 19%, mentre le grandi imprese sono diminuite dell’11%. I circa 9 mila interventi di efficientamento energetico effettuati hanno prodotto un risparmio pari a 0,5 Mtep.


“I dati incoraggianti presentati nel rapporto sono il risultato del peso sempre più rilevante assunto nel Paese dall’efficienza energetica. Questo grazie al consolidamento delle attività di formazione e informazione, ma anche allo sviluppo di metodologie e banche dati che hanno evidenziato il ruolo di primo piano assegnato all’Enea nel settore e contribuito a coinvolgere attivamente istituzioni, imprese, e cittadini”, ha sottolineato la direttrice del dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica, Ilaria Bertini.

Coop, scatta campagna aiuti per popolazioni civili in teatri guerra

Coop, scatta campagna aiuti per popolazioni civili in teatri guerraRoma, 9 dic. (askanews) – Al via dal 9 dicembre e fino al 9 gennaio “Coop for Refugees”, la campagna di raccolta fondi promossa da Coop per portare un aiuto immediato ai civili in fuga dalla guerra. Libano, Ucraina, Sudan e Gaza i conflitti al centro degli aiuti attraverso il sostegno di Coop all’Agenzia ONU per i Rifugiati-UNHCR.


Sono stati già stanziati – informa Coop in un comunicato – 200 mila euro cui si aggiungeranno le donazioni di soci e clienti che potranno dare il loro contributo attraverso un conto corrente dedicato, utilizzando la piattaforma Eppela e seguendo altre modalità di raccolta nella propria cooperativa di territorio. Il 2023 è stato l’anno più difficile e impegnativo dell’ultima decade per l’Agenzia Onu per i Rifugiati, UNHCR. 43 le emergenze dichiarate, oltre 4 milioni di beni distribuiti, 16 milioni di persone in tutto il mondo aiutate. E il 2024 non è da meno. Oltre 122 milioni di persone in fuga da violenze e persecuzioni e il numero potrebbe salire a 130 milioni entro la fine dell’anno. Inoltre, come emerge dal rapporto Global Peace Index a cura dell’Institute for Economics & Peace (IEP), sono 56 i conflitti in corso e in contesti in cui giungono sempre più armi e sempre meno aiuti.


Da questa consapevolezza nasce “Coop for Refugees”, la campagna di solidarietà di Coop che a fine anno vuole accendere una luce ed un canale per le donazioni a sostegno dei civili in fuga in 4 dei tanti scenari di conflitto: Libano, Ucraina, Sudan e Gaza. Si parte da uno stanziamento di 200.000 euro che tutte le cooperative di consumatori hanno già messo a disposizione, sul quale andranno a sommarsi le donazioni dei soci e dei consumatori. La campagna prende avvio il 9 dicembre e si chiude il 9 gennaio. Si può donare qualunque cifra attraverso il conto corrente dedicato aperto presso Banca Etica (IBAN IT43 D050 1802 8000 0002 0000 579, intestatario Coop Italia), con la piattaforma https://www.eppela.com/coopforrefugees o negli oltre 1100 punti vendita Coop aderenti, in questo caso secondo le modalità previste dalla cooperativa di territorio. Tutte e tre le modalità sono attive a partire da lunedì 9 dicembre. L’obiettivo è fornire in ogni scenario un aiuto utile al miglioramento delle condizioni delle popolazioni colpite dai conflitti. Materassi, lampade solari o set per cucinare in Libano, sostegno economico diretto alle famiglie ucraine, tende per le popolazioni in fuga in Sudan e beni di prima necessità per Gaza attraverso la realtà egiziana della Mezzaluna Rossa.


“Dopo anni in cui siamo esposti a immagini di bombe che squarciano case o a notizie di civili morti sotto i bombardamenti, il rischio è quello di sentirsi anestetizzati davanti a tutto questo. Oltre che impotenti. -spiega Ernesto Dalle Rive Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) -La campagna di solidarietà di fine anno parte da queste considerazioni; è un invito affinché ognuno faccia la sua parte. Soprattutto in giorni di feste come questi, vogliamo che un pensiero vada a chi un rifugio non lo ha più. Certo parliamo di piccoli gesti, ma il contributo di ognuno può essere fondamentale per le oltre 122 milioni di persone costrette a fuggire a causa di guerre, violenze e persecuzioni”. “Il numero record di persone costrette a fuggire nel mondo rappresenta la diretta conseguenza dell’insorgenza di nuovi e brutali conflitti e della mancanza di soluzioni pacifiche per quelli di vecchia data – dichiara Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. Purtroppo, stiamo vivendo un momento storico in cui l’inosservanza delle regole fondamentali di guerra e del diritto internazionale umanitario sta diventando sempre più la norma e non l’eccezione, a fronte di un numero senza precedenti di civili innocenti uccisi, inclusi gli operatori umanitari. Siamo grati a COOP per aver deciso di accendere i riflettori su un tema tanto cruciale quanto attuale e per aver ancora una volta scelto di sostenere il nostro lavoro di protezione e assistenza umanitaria attraverso una generosa donazione.”

Purina:in 2 anni 50 aziende aderenti a Lens per agricoltura rigenerativa

Purina:in 2 anni 50 aziende aderenti a Lens per agricoltura rigenerativaMilano, 5 dic. (askanews) – In due anni sono aumentate di oltre sei volte le aziende agricole aderenti a Lens, il Landscape enterprise networks, progetto di agricoltura rigenerativa avviato nel 2022 nei territori di Veneto e Friuli-Venezia Giulia che ha visto in prima linea Purina, azienda del settore petcare.


Con la crescente adesione di nuovi agricoltori e un significativo aumento delle superfici agricole coinvolte, Lens ha superato gli obiettivi prefissati, dimostrando il successo del modello rigenerativo proposto. A oggi le realtà agricole aderenti sono oltre 50. Anche la superficie agricola coinvolta ha registrato un notevole incremento raggiungendo oltre 2.000 ettari, dimostrando una crescente adesione degli agricoltori veneti e friulani. All’interno del network LENs si trovano aziende agricole di diverse dimensioni, dalle piccole realtà con meno di 10 ettari fino a grandi estensioni superiori ai 100 ettari. Circa il 90% delle aziende coinvolte è a conduzione familiare, con alcuni gruppi più grandi che impiegano anche collaboratori. Le aziende partecipanti coltivano principalmente frumento, mais e soia (in linea con alcuni degli ingredienti chiave utilizzati da Purina nello stabilimento produttivo di Portogruaro), ma alcune hanno diversificato con orzo, barbabietola e vigneti; due aziende affiancano inoltre l’allevamento all’attività agricola.


Attraverso LENs, Purina dà il proprio supporto agli agricoltori investendo in misure cardine dell’agricoltura rigenerativa quali colture di copertura, minima lavorazione e gestione dei nutrienti del suolo, tutto questo in linea con gli sfidanti obiettivi che l’azienda si è prefissata in ottica di approvvigionamento responsabile. Un altro aspetto molto rilevante è l’attenzione verso la biodiversità che vede attività specifiche quali la piantumazione di siepi e alberi, con misure a sostegno degli impollinatori e di ripristino e tutela degli habitat. Il progetto è sviluppato in collaborazione con altri finanziatori come Consorzio Tutela Prosecco DOC e partner strategici come Leone Alato, insieme a consulenti specializzati in materia ambientale quali 3Keel e Preferred by Nature, con il supporto di Cereal Docks e Serena & Manente, insieme a diverse organizzazioni partner, tra cui Veneto Agricoltura, CSQA, WBA Project, Agrinnovazione, a cui si è recentemente aggiunta anche xFarm, come partner tecnologico, mettendo a disposizione la sua expertise per supportare agricoltori e agronomi nell’implementazione e monitoraggio delle pratiche rigenerative promosse dal programma. Grazie a questa progettualità le aziende agricole partecipanti sono sostenute e finanziate per adottare un approccio rigenerativo all’agricoltura tramite delle misure da introdurre, che includono pratiche agronomiche più rispettose dell’ambiente, volte a favorire una transizione verso un’agricoltura rigenerativa che cerca di ripristinare e migliorare la salute del suolo, la biodiversità, il ciclo idrologico e il benessere delle comunità rurali.


A livello europeo, Purina continua a promuovere partnership per sostenere l’agricoltura rigenerativa, sia attraverso Lens che con altri programmi dedicati. Ad oggi, oltre 450 agricoltori in Europa hanno partecipato ai programmi sostenuti dall’azienda, contribuendo concretamente alla transizione verso pratiche agricole più sostenibili. Questo programma permette a Purina di fare un passo avanti nel raggiungimento del suo obiettivo di approvvigionamento per il 20% di ingredienti chiave da agricoltori che adottano pratiche di agricoltura rigenerativa entro il 2025, impegnandosi a raggiungere il 50% entro il 2030.

Bnl Bnp Paribas: “Inclucity” compie 1 anno

Bnl Bnp Paribas: “Inclucity” compie 1 annoRoma, 5 dic. (askanews) – Anno intenso per BNL BNP Paribas con il Progetto “IncluCity” insieme a Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Alberto e Franca Riva e Save the Children: lanciato nel 2023, l’obiettivo è favorire l’inclusione sociale giovanile nelle periferie di Milano, Padova, Prato, Roma e Napoli.


Una rete solidale che in questi mesi si è ampliata con l’individuazione di circa 30 nuove realtà non-profit che contribuiranno ad aumentare l’impatto a favore di bambini e adolescenti. Sono circa 1.400 i giovani coinvolti finora in programmi di studio e formazione lavoro, scambi culturali, laboratori, sport e anche nella realizzazione di un cortometraggio. Lo rende noto Bnl Bnp Paribas in un comunicato. IncluCity si è appena aggiudicato il primo posto nel “Reworld Prize for Social Sustainability”, destinato ai progetti che hanno generato un impatto all’interno e all’esterno del mondo aziendale e per il loro carattere creativo e innovativo. La motivazione: “Il Progetto si è distinto per aver creato un ecosistema sociale innovativo, che combatte la povertà educativa”. “Supera la logica dell’assistenza promuovendo un approccio sistemico, che valorizza i giovani come protagonisti del cambiamento sociale”. “Dimostra concretamente come le imprese possano generare impatto sociale positivo, allineandosi agli obiettivi dell’Agenda 2030. Un modello di inclusione che trasforma le difficoltà in opportunità di crescita collettiva”.


«Il Progetto IncluCity – ha affermato Claudia Cattani, Presidente BNL BNP Paribas e Findomestic Banca – traduce nel concreto il valore dell’inclusione, sia attraverso il coinvolgimento di ragazze e ragazzi aiutandoli a diventare adulti consapevoli e pronti alla vita, sia continuando a estendere l’azione sociale con l’ingresso di nuove associazioni che, accanto ai tre partner di IncluCity, generano un impatto sempre più positivo, ampio e forte. Per BNL e per BNP Paribas, iniziative come IncluCity e come il Projet Banlieues del Gruppo, confermano il nostro ruolo non solo nell’accompagnamento dei clienti rispondendo alle loro esigenze, ma anche nel favorire attività sociali di supporto ai territori, alle comunità e, in particolare, a situazioni di difficoltà e disagio». Comunità di Sant’Egidio: “Scuola per la Pace”, “Giovani per la Pace” e “Scuola di lingua italiana” sono le 3 declinazioni dell’Associazione sul territorio, in particolare nel quartiere padovano di Portello con il sostegno di IncluCity. In un anno, sono stati circa 300 i bambini e gli adolescenti protagonisti; tra le attività, da segnalare l’educazione alla pace e alla solidarietà, la costruzione di contesti inclusivi, la lotta al razzismo, gli incontri intergenerazionali con anziani soli. Ed ancora: educazione ambientale e alimentare, sostegno allo studio e attività ludico-ricreative e artistiche.


Fondazione Alberto e Franca Riva: attraverso la Scuola del Fare “Giulia Civita Franceschi”, la Fondazione ha finora operato con IncluCity a favore di oltre 120 giovani per prevenire l’abbondono scolastico di ragazzi tra 14 e 18 anni nel Quartiere Doganella di Napoli. Con il Servizio di Avviamento al Lavoro, in collaborazione con Fondazione Adecco e Adecco Napoli, sono stati svolti colloqui individuali ad oltre 40 giovani tra ex studenti della Scuola del Fare, ragazzi prossimi al diploma o già diplomati. Realizzato inoltre il cortometraggio “Oreste”, per il quale in 30 hanno recitato e sono stati dietro la macchina da presa. Un lavoro intenso per una storia che parla, non a caso, di riscatto. BNL ha proiettato l’opera durante una propria serata a conclusione della Festa del Cinema di Roma. Save the Children: circa 950 i giovani che hanno beneficiato delle attività nei Punti Luce dell’Organizzazione a Milano-Giambellino, Prato-Macrolotto Zero e Roma-Ponte di Nona. Tra le iniziative volte a promuovere l’inclusione e il benessere giovanile, ci sono accompagnamento allo studio, laboratori artistici e culturali (teatro, fotografia, musica, arte, lettura), ludico-ricreativi e sulle STEAM, percorsi di educazione ambientale. Si aggiungono anche attività sportive e di promozione di stili di vita sani, supporto alla genitorialità, organizzazione di centri estivi e formazione e supervisione psicologica per le equipe educative. Coinvolte 15 associazioni locali.


“La Scuola della Pace è una famiglia di amici”; “quando sono nell’orto mi sento libero”; “l’esperienza del cortometraggio ha dato fiducia in me stesso”: sono alcune testimonianze dirette dei giovani e restituiscono il valore di IncluCity e dell’azione collettiva con i partner.