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Condotte 1880: in 2023 utile netto a 1,65 mln

Condotte 1880: in 2023 utile netto a 1,65 mlnRoma, 5 ago. (askanews) – Il primo bilancio al 31 dicembre 2023 della Società Italiana per le Condotte d’Acqua 1880 (in breve Condotte 1880), approvato dall’assemblea dei soci del 30 luglio, si chiude con un utile netto di 1 milione e 650 mila euro e un valore della produzione di 71 milioni e 300 mila (per 6 mesi di attività, da luglio a dicembre 2023), nonché un perimetro di lavoratori diretti e indiretti di circa 2.500 unità. La previsione di fatturato per il 2024, risultante dal Piano Industriale, è di 140 milioni di euro.


Per far fronte alla necessità di forza lavoro qualificata, si legge in una nota, è stata realizzata “Condotte 1880 Academy” che mira a offrire ai giovani, che hanno o sono in procinto di concludere il loro percorso scolastico o universitario, l’opportunità di acquisire le competenze e l’esperienza necessarie per entrare a far parte di un’azienda leader nel settore delle costruzioni. La relazione al bilancio rileva che i dati dimostrano l’efficacia della gestione, ma non sono significativi rispetto al posizionamento di mercato che spetta alla società, tenuto conto del portafoglio di lavori di oltre 6 miliardi e 880 milioni di euro e considerato che il rilancio dell’attività è iniziato solo nel luglio 2023, quando è stato rilevato il ramo core del settore delle costruzioni di grandi opere da Condotte d’Acqua spa in amministrazione straordinaria. In particolare, lo sforzo prodotto dalla nuova gestione, guidata dal Presidente Valter Mainetti, è stato finalizzato a rinsaldare i rapporti con le stazioni appaltanti titolari dei contratti. Altrettanto proficuo è stato il lavoro sviluppato per accelerare le commesse in essere, favorire l’avvio delle concessioni e partecipare a nuove gare d’appalto. Valter Mainetti: siamo impegnati nell’acquisizione di nuovi lavori. Accelerate le commesse in corso e avviate le concessioni “L’acquisizione di nuovi contratti – rileva il Presidente Mainetti – è uno tra gli obiettivi principali della Società; la Direzione Commerciale è stata potenziata con nuove assunzioni al fine di svolgere un attento lavoro sulle gare di appalto, in Italia e all’estero, per individuare e selezionare i progetti che rispondano ai requisiti stabiliti dal Consiglio di Amministrazione in termini di dimensione, contenuto tecnico e area geografica e per migliorare le possibilità di acquisizioni e ottimizzare la marginalità attesa”.


Per quanto riguarda i tre lotti operativi in Italia (Nuovo Policlinico di Caserta, Viabilità LioniGrottaminarda in Campania, Città della Salute e della Ricerca a Milano) e i tre lotti all’estero (l’autostrada e la linea ferroviaria in Algeria e la viabilità in Kuwait) è stata stabilizzata e accelerata la prosecuzione dei lavori e, laddove necessario, è stata richiesta una revisione dei prezzi per l’aumento delle materie prime, o sono stati affidati lavori a terzi qualificati, come la grande impresa cinese CRCC, per incrementare la produzione nella realizzazione dell’autostrada in Algeria. Fra le concessioni da avviare ci sono la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina da parte del consorzio Eurolink, al quale Condotte partecipa col 15%. Il nuovo progetto è all’esame della conferenza dei servizi e poi del CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) per l’approvazione del nuovo importo del contratto, che si stima nell’ordine di 12 miliardi di euro. Per il Porto Turistico di Otranto si attende il nulla osta ambientale che si ritiene possa essere ottenuto entro l’anno. Anche per il nuovo carcere di Bolzano, Condotte è risultata aggiudicataria, ma si attende che si sblocchi il contributo governativo previsto di 18 milioni di euro. Per entrambe le opere Condotte 1880, attraverso la capogruppo Tiberiade Holding S.p.a. ha già avviato negoziazioni con Fondi Internazionali richiedendo la loro partecipazione al sostegno finanziario per la realizzazione dei progetti. Infine, per la Linea D della Metropolitana di Roma, per la quale Condotte SpA e Pizzarotti Spa di Parma, con quote paritarie, tramite lo strumento della finanza di progetto, nel 2006, sono risultate promotrici definitive, sono in corso colloqui con il Comune di Roma per concordare la modalità per proseguire le procedure necessarie alla realizzazione dei lavori, fortemente voluti dalla attuale Amministrazione.


Potenziata la struttura commerciale all’estero per nuovi mercati Condotte 1880 guarda oltre ai grandi lavori acquisiti o da avviare. La Relazione al bilancio sottolinea infatti che è già iniziata un’intensa attività commerciale, aprendo filiali e partecipando alle prime gare di appalto in Albania, Algeria, Arabia Saudita, Azerbaigian, Guinea Equatoriale, India, Libia, Marocco, Romania, Rwanda e Kenya. In particolare, in Algeria, Albania e Marocco la Società è interessata all’acquisizione di lavori ferroviari, come anche in India, dove sono stati approvati oltre 8 mila chilometri di tratte ferroviarie. In Romania, dove la Società ha già operato, si sta valutando di partecipare alle gare d’appalto per nuovi tratti autostradali e ferroviari. Mentre sono in corso le analisi tecniche per progetti in Paesi dell’Africa Centrale: Kenya, Rwanda e Guinea Equatoriale. In questi Paesi sono state già avviate, o verranno avviate a breve, le procedure per l’affidamento di lavori idraulici, dighe, infrastrutture e strutture ospedaliere. In Libia vi sono concrete aspettative per la realizzazione di progetti di grande rilievo, a partire dalla Strada della Pace. Particolare attenzione è rivolta all’Azerbaigian che ha necessità di importanti opere infrastrutturali. L’Italia è il primo partner commerciale, con il 45% delle esportazioni azerbaigiane, soprattutto di gas e petrolio per 15 miliardi di dollari. Tuttavia – conclude la relazione – resta di grande interesse la partecipazione a bandi di gara nel territorio nazionale, anche se le condizioni economiche imposte dai bandi gara non consentono di raggiungere le marginalità indicate dall’Organo Amministrativo.

Moda e tessile, da Ecomondo la vera sfida per il futuro del settore

Moda e tessile, da Ecomondo la vera sfida per il futuro del settoreRoma, 5 ago. (askanews) – Con un fatturato di oltre 102 miliardi di euro nel 2023, circa 60mila imprese, 600mila addetti e un’incidenza del 4% del PIL nazionale, di cui il 90% è generato dall’export , l’industria della moda rappresenta il terzo settore manifatturiero dell’Italia. Tuttavia, il comparto tessile è anche uno di quelli con il maggior impatto ecologico: a livello globale è la seconda industria più inquinante dopo quella petrolifera, consumando ogni anno 93 miliardi di metri cubi d’acqua, ed è responsabile del 20% dell’inquinamento delle acque potabili della Terra e del 10% delle emissioni di CO2.


In occasione del tavolo sulla moda, convocato per martedì 6 agosto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per discutere della crisi del comparto tessile e delle possibili soluzioni, Ecomondo- la manifestazione leader nel bacino mediterraneo per il settore della green e circular economy, che si terrà alla fiera di Rimini dal 5 all’8 novembre prossimi, organizzata da Italian Exhibition Group (IEG) – si offre come hub di confronto per affrontare tematiche legate alle sfide ambientali che la filiera tessile si trova a fronteggiare. Una delle maggiori criticità del settore è, infatti, la gestione del fine vita dei vestiti e delle fibre tessili non riutilizzabili. A livello globale meno dell’1% dei rifiuti tessili viene riciclato. Gran parte di questi rifiuti viene esportato e finisce in grandi discariche in Asia, Africa e Sud America. In Italia, secondo i dati Ispra , nel 2022 sono state prodotte 160 mila tonnellate di rifiuti tessili, con una media di circa 2,7 kg per abitante di cui solo il 22% viene raccolto per il riutilizzo o il riciclo.


All’introduzione, da parte dell’Unione Europea, dei Regimi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per i prodotti tessili, che obbligheranno i produttori a coprire i costi della gestione dei rifiuti tessili, e l’obbligo di raccolta differenziata per i prodotti tessili dal 2025, bisognerebbe infatti affiancare soluzioni normative, infrastrutturali e tecnologiche per una transizione del comparto verso un modello di produzione circolare e sostenibile. Un possibile incentivo alla circolarità del settore potrebbe derivare dall’introduzione di regimi minimi di fibre riciclate presenti in tutti i nuovi prodotti, da una eventuale deroga alla normativa REACH e al regolamento attuale, per facilitare la gestione del fine vita di questi materiali evitando la dispersione di rifiuti.


Le sfide e le possibili soluzioni nel settore tessile saranno discusse in occasione di Ecomondo 2024, dedicata alle tecnologie, ai servizi e alle soluzioni industriali nei settori della green e circular economy, che grazie alle proposte di innovazione e dialogo del Textile District, un’area tematica dedicata alla sostenibilità nel mondo della moda, affronterà anche le criticità ambientali del comparto tessile. Tra le iniziative di questa edizione spicca, infatti, il tema dei rifiuti prodotti dalla filiera, che sarà al centro del convegno “Rifiuti tessili urbani: raccolta, riuso e riciclo. A che punto siamo?”, organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo e UNIRAU, dove esperti del settore discuteranno di modelli di raccolta differenziata, tecnologie di selezione e riciclo, ecodesign, blockchain e passaporto digitale nel settore tessile. Particolare attenzione sarà dedicata all’aggiornamento del quadro normativo e alle criticità tecnologiche del riciclo tessile.

Superbonus, Confedercontribuenti: blocco crediti favorisce usura e riciclaggio

Superbonus, Confedercontribuenti: blocco crediti favorisce usura e riciclaggioRoma, 5 ago. (askanews) – “La premier Gorgia Meloni ci convochi a un tavolo tecnico per discutere l’impasse sui crediti del Superbonus e convochi un Consiglio dei Ministri per imporre alle banche di riprendere l’acquisto, creando delle condizioni che consentano agli istituti di credito di anticipare le liquidità necessarie”. Lo chiede Carmelo Finocchiaro, Presidente di Confedercontribuenti, sottolineando che le misure adottate dal governo nei mesi scorsi hanno gettato sull’orlo del baratro l’intero settore dell’edilizia.


“Le imprese che hanno ancora questi crediti – spiega Finocchiaro – devono rinunciare al 30-35% degli importi. Sono infatti costrette a rivolgersi a faccendieri senza scrupoli, nella maggior parte dei casi devono coinvolgere 4 o 5 intermediari differenti, ognuno dei quali pretende la propria provvigione. Alla fine i crediti vengono acquistati da finanziarie poco trasparenti. Inutile dire che con le sue decisioni il governo sta favorendo un mercato usuraio e probabilmente anche il riciclaggio di denaro sporco”. “Se delle imprese edili hanno commesso delle truffe – prosegue il Presidente di Confedercontribuenti – vanno perseguite e condannate, ma non si può massacrare un intero settore. Se si è creato un problema di bilancio, non può essere scaricato sulle imprese. Il ministro Giorgetti dovrebbe smetterla di fare il ragioniere e trovare una soluzione, come il suo ruolo gli impone”.

Dai tessuti all’uso della lavastoviglie: azioni quotidiane per ridurre Co2e

Dai tessuti all’uso della lavastoviglie: azioni quotidiane per ridurre Co2eMilano, 4 ago. (askanews) – I caricabatterie degli smartphone continuano a consumare energia se lasciati attaccati alla presa anche dopo aver finito di caricare. La dicitura “consumare preferibilmente entro” segnala quando un prodotto è al suo meglio, ma può essere consumato anche dopo. Queste due informazioni ci spiegano che bastano semplici azioni per evitare sprechi e, conseguentemente, emissioni di anidride carbonica. Per aiutarci a riconoscerne alcune di questa, LifeGate ha realizzato un vademecum sui comportamenti virtuosi per ridurre gli impatti ambientali, in collaborazione con Findus, che nei giorni scorsi fa fatto alzare in volo una mongolfiera sui cui ha evidenziato i benefici in termine di riduzione di emissioni di CO2e per la produzione del burger vegetale rispetto ad un tradizionale burger di carne.


Il primo punto del vademecum riguarda lo spreco alimentare Ogni italiano emette quasi mezzo chilo di anidride carbonica all’anno a causa dello spreco alimentare. Per ridurre questa cifra bisogna iniziare a distinguere tra le diciture “data di scadenza”, che indica quando un prodotto potrebbe non essere più sicuro per il consumo, e “consumare preferibilmente entro”, che segnala quando un prodotto è al suo meglio, ma può essere consumato anche dopo. Controllare le etichette, evitare le maxi-spese e organizzare meglio il frigo possono fare la differenza. Meno cibo sprecato corrisponde a meno CO2e emessa, perché si evita lo smaltimento dei rifiuti, che produce gas serra, e si risparmiano le risorse utilizzate per produrre e trasportare il cibo Il secondo punto è sull’uso degli elettrodomestici. Ogni giorno, anche quando pensi che i tuoi elettrodomestici siano spenti, continuano a consumare energia inutilmente se lasciati in standby. Lo stesso vale per i caricabatterie del cellulare, del computer o di qualsiasi altro dispositivo quando rimangono attaccati alle prese. In Italia, il consumo di energia in standby rappresenta fino al 10% del consumo totale di energia elettrica di una famiglia, contribuendo significativamente alle emissioni di anidride carbonica. Staccare le spine o utilizzare ciabatte elettriche con interruttore sono piccoli accorgimenti che però possono ridurre notevolmente il tuo impatto ambientale.


Terzo punto riguarda la scelta di abiti in fibre naturali o sintetiche. Per ogni tonnellata di cotone tessile tradizionale, si emettono circa 6 chili di CO2e, mentre per il cotone biologico la cifra scende a soli 2 chili. Bisogna fare ancora più attenzione al poliestere, che invece emette dai 7 ai 9,5 chili di CO2e per tonnellata. Scegliere di indossare abiti in fibra biologica non solo riduce l’impatto ambientale, ma contribuisce anche a combattere il cambiamento climatico. Quarto: abbassare la temperatura. Lavare gli indumenti a 30 gradi invece che a 40 può far risparmiare fino a 27 chili di emissioni di anidride carbonica all’anno, con una fornitura elettrica tradizionale. Inoltre, è sempre meglio fare lavatrici a pieno carico. Questo non solo massimizza l’efficienza energetica, ma riduce anche il numero di cicli di lavaggio, risparmiando acqua ed elettricità.


Quinto punto è sull’uso della lavastoviglie. La routine di pulizia dei piatti è più ecologica se si utilizza la lavastoviglie. Lavare i piatti a mano non solo richiede più tempo, ma consuma anche più energia e acqua rispetto a una lavastoviglie di ultima generazione. Utilizzandola a pieno carico, si riducono le emissioni di anidride carbonica fino a circa il 61% per ogni ciclo rispetto al lavaggio manuale, perché le lavastoviglie moderne sono progettate appositamente per essere molto più efficienti nel riscaldare l’acqua e gestire il consumo idrico. Infine il cibo. L’alimentazione plant-based può essere salutare, ma anche soddisfacente per il palato e sostenibile per l’ambiente. Un suo burger vegetale, spiega Findus, ha una carbon footprint mediamente più bassa di sette volte rispetto ad un burger di carne (-85%). Sempre prendendo come riferimento un tradizionale burger di carne, il terreno usato è 4 volte inferiore nella produzione del burger plant based (-71%) ed ha un consumo di acqua 6 volte inferiore (-77%).

Fisco, Confedercontribuenti:Mef e AdE intervengano su errori a Catania

Fisco, Confedercontribuenti:Mef e AdE intervengano su errori a CataniaRoma, 1 ago. (askanews) – Confedercontribuenti chiede l’intervento della Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Economia e al Garante del Contribuente, per chiedere di porre fine ai continui “disservizi” che affliggono l’operato della sede di Catania dell’Agenzia delle Entrate. “Se l’Agenzia delle Entrate non interverrà immediatamente – commenta Carmelo Finocchiaro, presidente della Confederazione – e per immediatamente intendiamo nelle prossime ore, ci vedremo costretti a portare in Tribunale i dirigenti della sede di Catania per chiedere il risarcimento del danno”.


Solo nelle ultime settimane, la Confederazione Nazionale delle Imprese e dei Contribuenti rileva che nella sede di Catania si sono verificati due casi clamorosi. Il primo riguarda una società che ha presentato una regolare rateizzazione di alcune cartelle esattoriali per un importo inferiore ai 15mila euro, casualmente lo stesso giorno l’AdE ha disposto un pignoramento presso terzi bloccando totalmente i conti. “La legge – spiega Finocchiaro – prevede che in simili casi, l’AdE debba rimuovere immediatamente le misure cautelari non appena pagata la prima rata. A un mese di distanza e nonostante un lungo scambio di Pec, il pignoramento non è stato rimosso e l’attività dell’azienda è completamente bloccata”. L’altro caso riguarda un consorzio edile che da mesi sta cercando di effettuare la cessione dei crediti del Superbonus, ma “l’Agenzia delle Entrate di Catania non lavora le pratiche, né richiede la documentazione necessaria per certificare che il credito è corretto” spiega ancora il Presidente di Confedercontribuenti. “Addirittura in un caso non ha neppure rimandato le ricevute di regolare presentazione. Anche in questo caso ne è scaturito un lungo scambio di Pec, al termine del quale l’Agenzia delle Entrate ha respinto la pratica con una motivazione lapidaria, quanto incomprensibile: ‘non di competenza’”.


“Ma se la competenza non è loro, a chi spetta?” commenta in modo retorico Finocchiaro. “Purtroppo quello di Catania non è un caso isolato. Ogni contribuente italiano potrebbe raccontare la disavventura che ha vissuto con l’Agenzia delle Entrate. E non possiamo bollarle come semplici sviste, sono vere e proprie malversazioni e azioni contra legem. La casistica è vastissima: si parte dal totale silenzio che dura mesi, per arrivare alle risposte che offendono la dignità delle imprese e dei cittadini, ai comportamenti che violano le norme costituzionali sui rapporti fra cittadini e Istituzioni, fino ai pignoramenti che non vengono annullati in maniera del tutto arbitraria. Il problema a questo punto è proprio l’atteggiamento nei confronti del contribuente, perché non ci si preoccupa minimamente del fatto che simili abusi possano provocare danni enormi al cittadino, o determinare il fallimento delle imprese. Purtroppo – conclude il Presidente di Confedercontribuenti, – l’Agenzia delle Entrate è sempre pronta a agire contro i contribuenti, ma non prende alcuna iniziativa, anzi sembra proteggere, i funzionari e i personale che compiono simili errori”.

Lottomatica: in I semestre utile netto adj 105,3 mln, rialza stime

Lottomatica: in I semestre utile netto adj 105,3 mln, rialza stimeRoma, 30 lug. (askanews) – Lottomatica ha chiuso il primo semestre con una raccolta pari a 18 miliardi, +23% rispetto al primo semestre 2023 e ricavi pari a 931,8 milioni, +20% rispetto al primo semestre 2023 a payout normalizzato. L’Ebitda adjusted è stato pari a 317,3 milioni, +21% rispetto al primo semestre 2023 a payout normalizzato e un utile netto adjusted di 105,3 milioni nel primo semestre 2024 (utile in leggera diminuzione rispetto al primo semestre 2023, per via dei maggiori ammortamenti, nella sola prima parte dell’anno, dei costi di concessione). Continua la forte performance nel secondo trimestre del 2024, con un Ebitda adjusted in rialzo del +17% rispetto al 2023. E una quota di mercato online ai massimi storici.


Lottomatica ha aggiornato la guidance 2024 con ricavi di 2.030 – 2.080 milioni (da 2.020-2.065 milioni) e Ebitda rettificato di 700 – 730 milioni (da 680 – 700 milioni). “Nel secondo trimestre del 2024 ha commentato Guglielmo Angelozzi, amministratore delegato di Lottomatica Group – abbiamo proseguito il nostro percorso di crescita organica, sostenuto da quote di mercato in aumento nell’Online che hanno portato a una crescita a doppia cifra dei ricavi e dell’Ebitda. Abbiamo completato con successo l’acquisizione di Sks e stiamo procedendo con l’integrazione a ritmo sostenuto, assicurandoci ad oggi circa il 40% delle sinergie annunciate. Inoltre, a maggio abbiamo opportunisticamente rifinanziato obbligazioni per un valore di 900 milioni di euro, con un notevole risparmio sugli interessi. Alla luce della forte performance, della realizzazione delle sinergie di costo e delle acquisizioni previste, aggiorniamo le nostre previsioni per l’esercizio 2024”.

Brambilla: da governo 3 mld in due anni per famiglia e natalità

Brambilla: da governo 3 mld in due anni per famiglia e natalitàMilano, 29 lug. (askanews) – “Le cifre dell’indagine Ipsos e Legacoop sulle famiglie italiane non sorprendono e certamente collimano con la constatazione fondata sui dati Istat in base ai quali le famiglie numerose sono tendenzialmente le più povere. Il governo, sostenuto dalla maggioranza di cui fa parte Noi Moderati, ha messo famiglia e denatalità al centro della propria azione. Abbiamo stanziato con la prima Legge di Bilancio 1 miliardo e mezzo di euro e un altro miliardo e mezzo con la seconda Legge di Bilancio che hanno generato per le famiglie circa 16 miliardi tra benefici diretti e indiretti”. Lo ha dichiarato Michela Vittoria Brambilla (Noi Moderati), presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, intervenuta nel corso del Cnpr forum “Genitori in crisi: prospettive e soluzioni per un bilancio familiare più sostenibile”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.


“Voglio precisare che abbiamo seguito tre linee prioritarie di intervento: l’assistenza diretta, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le donne e la realizzazione di asili nido anche con i fondi del Pnrr. Tutto questo non basta- ha aggiunto Brambilla – La prossima sfida è quella di utilizzare nel migliore dei modi i fondi della Garanzia europea per l’infanzia, che è stata istituita nel 2021, per superare la povertà minorile e prevenire il disagio. E’ determinante avere chiaro dove vogliamo andare e stabilire che questi temi sono tra le priorità del governo”. Ha puntato il dito sulle gravi carenze strutturali, invece, Elisa Pirro senatrice del M5s in Commissione Bilancio a Palazzo Madama: “Purtroppo mancano molti servizi nel nostro Paese che sono disponibili in alcune regioni in maniera più diffusa e in altre molto meno. Penso anche solo alla diffusione degli asili nido o delle scuole primarie che non dappertutto hanno il tempo pieno, non consentendo quindi alle famiglie di gestire al meglio i tempi di vita e di lavoro e la gestione dei propri figli -ha detto Pirro – Manca anche la flessibilità nel mondo del lavoro; abbiamo visto che si possono svolgere tante attività in smart working, il lavoro cosiddetto agile che può aiutare a conciliare la vita familiare con il lavoro. Eppure le misure che vengono messe in campo dal governo non facilitano queste nuove forme di occupazione. Per altri aspetti si tratta sicuramente di problemi di retribuzione. Abbiamo visto che il nostro Paese è al palo da circa 30 anni e non riusciamo a recuperare il potere di acquisto che perdiamo con l’inflazione tramite i rinnovi contrattuali. Non abbiamo il salario minimo, abbiamo posizioni lavorative saltuarie, lavoro frammentato c’è tanto da fare per migliorare la situazione delle famiglie”.


Patrizia Marrocco (Forza Italia), vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, ha parlato delle risorse economiche a disposizione delle famiglie: “Il costo dei figli ci deve far riflettere molto – ha detto – La fotografia del Paese ci dice che quasi la metà dei figli sono conviventi con i genitori i quali devono fare tante rinunce per sè stessi. Ma naturalmente le difficoltà coinvolgono anche i figli stessi. Il tema della famiglia per questo governo è un punto sensibile. Se vogliamo trovare delle soluzioni ai molteplici problemi che portano a tutto questo dobbiamo realizzare politiche per le famiglie e soprattutto cercare di renderle strutturali. Mi riferisco al costo del welfare, l’inclusione delle donne nei processi economici, le diseguaglianze sociali e territoriali. Il governo ha già introdotto delle misure come il taglio dei contributi a carico dei lavoratori, ha azzerato i contributi per le mamme lavoratrici, ha ridotto l’Irpef ha inserito la ‘Carta dedicata a te’ che permette alle famiglie con redditi più bassi di avere un plafond a disposizione, c’è il bonus di 100 euro per chi ha un reddito familiare unico. Insomma si sta cercando di agire in modo concreto in difesa della famiglia”. Preoccupazione è stata espressa da Devis Dori, deputato di AVS in Commissione Giustizia a Montecitorio: “Le famiglie italiane vivono difficoltà enormi ad impostare una programmazione familiare. Quando una coppia decideva di avere un figlio si interrogava sulla sostenibilità di questo progetto. Oggi, purtroppo, si sa per certo che avere un figlio significa dover operare tagli e fare sacrifici nell’economia familiare – ha argomentato Dori – Oltre all’ambito scolastico pesano i costi connessi alla formazione delle giovani generazioni come le spese per le gite, i libri, attività culturali, sportive, ricreative, musicali. Hanno costi così elevati che rischiano di essere limitate in base al censo. Lo Stato e gli enti pubblici devono fare la loro parte. Oltre alla gratuità delle gite e dei libri scolastici dobbiamo prevedere risorse finanziarie per sostenere le attività formative, culturali e ricreative. L’inflazione ha una responsabilità notevole per questa situazione e noi continuiamo a sostenere la necessità di tassare gli extra profitti delle grandi compagnie energetiche che hanno registrato super guadagni sulle spalle delle famiglie”.


Nel corso dei lavori, moderati da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bari: “Una recente indagine Ipsos e Lega Coop ha evidenziato che in Italia i figli assorbano mediamente un terzo della spesa mensile con punte che arrivano fino al 70 per cento per alcune famiglie – ha detto Borracci – Di fronte a questi numeri è del tutto evidente l’estrema difficoltà per le famiglie di riuscire a programmare il futuro con serenità. Di fronte a questa situazione urgono iniziative concrete in tema di politiche familiari che possano essere attivate in tempi brevissimi per ridurre questo impatto”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili: “L’Italia è un paese che continua a faticare nel fare i conti con le proprie risorse. Risorse non ce ne sono – ha sottolineato – Non si riesce a destinare la spesa per i servizi sociali a sostegno delle famiglie. Negli ultimi decenni il tenore di spesa delle famiglie è molto cresciuto, consumi che erano di lusso sono diventati consumi indispensabili e tutto questo non fa che elevare la soglia delle necessità per mantenere i propri figli. Tornare indietro è difficile, ripensare a un comportamento austero e a una limitazione delle spese della propria famiglia è assai complicato, ma d’altra parte c’è anche la necessità che ci sia un intervento mirato proprio su quel tipo di attività su quel tipo di consumi che si fatica a comprimere. Assistenze e servizi resi a favore delle famiglie e in favore a chi deve avviare i figli al lavoro dopo il percorso di studi nel nostro Paese sono abbastanza carenti. L’assegno unico universale per una certa misura, da alcuni anni contrabbandato come strumento esteso a tutti come possibilità di avere un sussidio, in realtà ha comportato l’abolizione delle detrazioni di imposta per i figli a carico”.

Tetra Pak: Emissioni gas serra -20% in tutta catena del valore dal 2019

Tetra Pak: Emissioni gas serra -20% in tutta catena del valore dal 2019Roma, 24 lug. (askanews) – Tetra Pak, azienda leader nelle soluzioni per il trattamento e il confezionamento alimentare, ha rilasciato il 25° Report di Sostenibilità , che traccia i progressi compiuti dall’azienda nell’ambito del suo programma di sostenibilità. Il report si concentra su cinque aree interdipendenti: sistemi alimentari, circolarità, clima, ambiente e sostenibilità sociale ed evidenzia una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra nella catena del valore e del 47% nelle proprie attività dal 2019.


Questi risultati, spiega una nota, mostrano come Tetra Pak sia sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero per le proprie attività entro il 2030 e conferma l’ambizione, a lungo termine, di collaborare con fornitori, clienti e stakeholder per giungere al medesimo traguardo lungo tutta la catena del valore entro il 2050. In questo contesto, un altro importante traguardo è stato il lancio di un cartone asettico per bevande con una barriera a base carta, che riduce la propria impronta ambientale di un terzo (33%) e permette all’azienda di fare un passo avanti nella realizzazione di un packaging alimentare ancora più sostenibile . Si tratta di un risultato importante, reso possibile da un investimento di 100 milioni di euro su scala globale nella ricerca e sviluppo in ambito packaging nel 2023, un investimento previsto su base annua anche per i prossimi 5-10 anni. Il Rapporto di sostenibilità di Tetra Pak per l’anno fiscale 2023 evidenzia anche ulteriori successi dell’azienda nell’ultimo anno. In particolare, Tetra Pak ha ottenuto un riconoscimento per la sua leadership in materia di trasparenza aziendale e di performance per l’ottavo anno consecutivo, guadagnandosi l’inserimento all’interno della A List di CDP per la categoria Forests e ricevendo una A anche in termini di Water Security, nonostante fosse il primo anno di rendicontazione in quest’area. L’impegno dell’azienda si è tradotto, inoltre, in diverse iniziative per la tutela degli alimenti, delle persone e del pianeta. Più in dettaglio, puntando sull’espansione dei programmi di alimentazione nelle scuole, Tetra Pak ha contribuito a far sì che 64 milioni di bambini in 49 Paesi avessero accesso al latte e ad altre bevande nutrienti; allo stesso tempo, si è adoperata per implementare attivamente i Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, ma anche nel favorire il processo di riciclo dei cartoni per bevande. A questo riguardo, i numeri sono particolarmente positivi: la quantità di confezioni di cartone raccolte e inviate al riciclo in tutto il mondo è aumentata del 7% rispetto al 2022, mentre il volume di PolyAl inviato al riciclo è aumentato del 14%.


Per accelerare i progressi in questo campo, Tetra Pak investe circa 40 milioni di euro all’anno in programmi di riciclo su scala globale, costruendo anche collaborazioni strategiche con numerosi partner industriali e non solo, in un’ottica di economia circolare. In Italia, degne di nota sono quelle avviate con Lucart, Cartiere Saci, Ecoplasteam ed Ecorevive, che puntano a dare una seconda vita ai materiali che compongono i cartoni per bevande, trasformandoli sempre più spesso in una materia prima seconda di grande valore per la produzione di nuovi prodotti. Ne sono un esempio i pallet a base di PolyAl progettati da CPR System per la Grande Distribuzione, ma anche la nuova piastrella per outdoor lanciata in collaborazione con Leroy Merlin e realizzata da Artemisia in TwoECO, un materiale riciclato a partire da PolyAl, insieme a una quota di segatura di legno. Di recente è stata, infine, presentata insieme a Felli una nuova soluzione per esterni, che incorpora a sua volta una percentuale di queste componenti, garantendo elevate prestazioni e versatilità.


Adolfo Orive, Presidente e CEO di Tetra Pak, commenta così: “La collaborazione nell’industria alimentare è sempre più importante per alimentare in modo sostenibile una popolazione in crescita. La nostra presenza a livello mondiale e le nostre soluzioni end-to-end ci offrono ogni giorno l’opportunità di cooperare con tutti i soggetti interessati dell’intera catena del valore, dagli agricoltori e produttori di alimenti, ai fornitori, ai decisori politici, ai consumatori e ad altri attori. Siamo consapevoli della responsabilità che deriva da questo ruolo. Continuiamo a impegnarci a fare la nostra parte per trasformare i sistemi alimentari mondiali e per garantire che siano più sicuri, resilienti e sostenibili”. “L’industria delle tecnologie e del packaging alimentare svolge un ruolo chiave nella creazione di sistemi alimentari più efficienti, resilienti e sostenibili. Grazie alla nostra posizione nel settore agroalimentare possiamo offrire un importante contributo, che si realizza in azioni concrete trasversali alle nostre operazioni e alla più ampia catena del valore. Per favorire un cambiamento efficace, riteniamo, infatti, che sia fondamentale avviare anche sforzi collaborativi a livello di sistema, coinvolgendo tutti gli stakeholder per creare sinergie strategiche. Le numerose partnership in corso e i risultati conseguiti testimoniamo il valore aggiunto di questo approccio e ci spronano a fare ancora di più per realizzare soluzioni sempre più sostenibili, supportando la transizione verso un’economia circolare”, dichiara Paolo Maggi, Presidente e Managing Director Tetra Pak South Europe.

Rottamazione cartelle: Confedercontribuenti, sì a rinvio e limite importo rate

Rottamazione cartelle: Confedercontribuenti, sì a rinvio e limite importo rateRoma, 24 lug. (askanews) – Il rinvio della scadenza del 31 luglio della rottamazione delle cartelle esattoriali è indispensabile, ma occorre anche riscrivere le regole della procedura, per fare in modo che la singola rata che non ecceda il quinto del reddito del contribuente o dell’impresa. È la richiesta che avanza Confedercontribuenti, sottolineando che il rinvio a metà settembre – a cui il governo starebbe lavorando – servirà a dare una boccata d’ossigeno, ma il vero problema resta il carico fiscale insostenibile a cui vengono sottoposti la maggior parte dei contribuenti. “Queste persone e queste imprese – commenta Carmelo Finocchiaro, presidente della Confederazione, – vivono con l’incubo costante di subire un pignoramento o di vedersi ipotecare la casa. Perché, anche se riescono a fatica a pagare una rata, non sanno cosa succederà con la successiva”.


Confedercontribuenti ricorda oltretutto che si è creata una situazione paradossale per le aziende che hanno eseguito i lavori del Superbonus. “Queste imprese – prosegue Finocchiaro, – hanno in pancia crediti per milioni di euro. Con le restrizioni alla circolazione dei crediti, però, hanno difficoltà a convertire i crediti, oppure sono costrette a accettare condizioni a dir poco vessatorie. In altre parole, in teoria queste aziende sarebbero perfettamente capienti, ma di fatto rischiano di fallire”. “Siamo stanchi di sentire gli esponenti del governo che ribadiscono che le tasse vengono abbassate – sottolinea ancora il Presidente di Confedercontribuenti. – Non solo perché è una beffa, visto che l’imposizione fiscale è aumentata. Ma anche perché nessun governo che alimenti uno stillicidio simile di ipoteche e pignoramenti può sostenere di essere vicino ai cittadini” conclude Finocchiaro.

Mars Italia ottiene certificazione per equità di genere e intersezionale

Mars Italia ottiene certificazione per equità di genere e intersezionaleMilano, 24 lug. (askanews) – Mars Italia ha ottenuto la certificazione Edgeplus, che attesta l’equità di genere e al tempo stesso l’impegno verso l’equità intersezionale, andando oltre il concetto di genere.


La certificazione Edge è il principale standard globale per la diversità, l’equità e l’inclusione, in tema di equità di genere e intersezionale sul posto di lavoro. Il processo di certificazione prevede l’analisi e la revisione, da parte di un ente terzo, di un rigoroso insieme di requisiti e specifiche interni all’organizzazione, tra cui la rappresentanza di genere in termini di assunzioni e nelle promozioni, l’equità retributiva e l’efficacia delle politiche, delle pratiche e l’inclusività della cultura aziendale. In Mars Italia la popolazione femminile è pari al 60%, con un equilibrio di genere a tutti i livelli aziendali.


“Come leader, abbiamo il dovere di creare le condizioni per dare forma a contesti che siano davvero equi e paritari, in cui ciascuno possa esprimersi al meglio e apportare il proprio valore senza condizionamenti – ha dichiarato Yesim Ucelli, amministratrice delegata di Mars Italia e general manager della regione Mars Sud Europa – Siamo quindi estremamente orgogliosi di aver ottenuto la certificazione internazionale Edge, che ci distingue per il nostro impegno verso una società sempre più inclusiva, riconoscendone risultati e valore”.