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Startup Rent2Cash: un milione di investimenti in innovazione

Startup Rent2Cash: un milione di investimenti in innovazioneMilano, 11 apr. (askanews) – Rent2Cash, la prima startup italiana che anticipa fino a 3 anni di affitto ai proprietari di immobili fornendo un servizio di “rental advance” che converte le proprietà immobiliari in liquidità finanziaria immediatamente disponibile, alla vigilia del lancio delle operazioni introduce nel team una figura dedicata a Tecnologia e Innovazione. Entra, infatti, in azienda Marco Grassi, con oltre 15 anni di esperienza in grandi aziende da Accenture a BIP, passando per il Gruppo BCC Iccrea e NextChem del Gruppo MAIRE e come strategy advisory per fondi, acceleratori e startup. Grassi debutta in Rent2Cash al fianco di Gianluca Fioranelli e Yilang Chen, come Co-Founder e Chief Technology & Innovation Officer.


L’arrivo di Grassi per l’azienda rappresenta ulteriore passo avanti nel processo di innovazione di Rent2Cash che vede stanziati in Digital&Innovation oltre 1 milione di euro durante i prossimi 3 anni. I fondi saranno destinati allo sviluppo e all’integrazione di servizi che sfruttano Generative AI, Machine Learning, Realtà Virtuale e Realtà Aumentata, Automation, Behavioral Analytics e Cybersecurity. L’obiettivo di Grassi in Rent2Cash è relativo alla crescita del business sul mercato italiano, all’espansione in altre country e al lancio di un Osservatorio Nazionale del mercato affitti. Grassi metterà a disposizione di Rent2Cash le sue competenze, in particolare in ambito di scouting, due diligence e integrazione, sia per il modello di business che tecnologico. Le sue attività si concentreranno, inoltre, sull’asset strategico VAULT, l’algoritmo proprietario di Rent2Cash che prende in considerazione più di 50 criteri per esaminare in modo completo la situazione dell’immobile, del contratto di locazione, del proprietario e dell’affittuario. “Sono lontani i tempi in cui il real estate era considerato un settore a scarso tasso di innovazione – dice Grassi – il nostro settore, infatti, è al centro della rivoluzione tecnologica e la contaminazione sta dando vita a un mercato più efficiente e sostenibile, è proprio in questo senso che voglio mettere la mia esperienza e le mie competenze al servizio del processo di innovazione di prodotto e di servizio di Rent2Cash”.


La startup, nata per sollevare i padroni di casa da tutte le incombenze pratiche dell’affitto anticipando 3 anni di canone, ha già raggiunto una valutazione premoney di 5 milioni di euro, ha l’obiettivo di chiudere 20.000 contratti entro la fine del 2028.

La startup dell’energia pulita Proxima Fusion chiude round da 20mln

La startup dell’energia pulita Proxima Fusion chiude round da 20mlnMilano, 10 apr. (askanews) – Proxima Fusion, spin-out dell’Istituto Max Planck per Fisica del Plasma (IPP), a meno di un anno dal round pre-seed di 7,5 milioni di euro, ha raccolto altri 20 milioni in finanziamenti seed. L’operazione sosterrà la startup con sede a Monaco verso la costruzione della prima generazione di impianti di energia da fusione basati su stellarator quasi-isodinamici (QI) con superconduttori ad alta temperatura. La visione di Proxima Fusion è quella di guidare l’Europa in una nuova era di energia pulita.


L’investimento è stato guidato da Redalpine, con la partecipazione del Bayern Kapital sostenuto dal governo bavarese, del DeepTech & Climate Fonds sostenuto dal governo tedesco e della Fondazione Max Planck. “L’interesse spontaneo di nuovi investitori strategici di alto livello, oltre ad accelerare lo sviluppo del nostro progetto, conferma l’impatto disruptive che siamo impegnati a raggiungere, sostenuto dalla straordinaria qualità del team che abbiamo composto”, sottolinea Francesco Sciortino, Co-Fondatore e CEO di Proxima Fusion.


Oltre ad accelerare lo sviluppo delle tecnologie abilitanti chiave nei settori hardware e software, Proxima Fusion utilizzerà i finanziamenti Seed per espandere ulteriormente il team con ingegneri e fisici di livello mondiale, nonché per ottenere ulteriori finanziamenti pubblici.

Cdp Venture Capital, InnovUp: ok Piano ma attrarre capitali esteri

Cdp Venture Capital, InnovUp: ok Piano ma attrarre capitali esteriRoma, 8 apr. (askanews) – “Accogliamo con favore l’approvazione del piano industriale presentato oggi a Milano, che ristabilisce pienamente l’operatività di Cdp Venture Capital quale attore fondamentale per lo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione. È con soddisfazione che vediamo accolte nel Piano alcune delle indicazioni condivise dalla nostra Associazione nella fase di dialogo con gli stakeholders, soprattutto riguardo alla focalizzazione delle risorse nelle fasi pre-seed e seed, da sempre vulnus dell’ecosistema e cruciali per la crescita della filiera italiana dell’innovazione”. Lo ha affermato Cristina Angelillo, presidente di InnovUp, l’associazione no-profit e super partes che rappresenta e unisce la filiera dell’innovazione italiana.


“Attendiamo con interesse di approfondire come verrà declinata la strategia nella gestione della rete degli acceleratori, entrambi attori centrali della filiera. Inoltre, auspichiamo che vengano presto elaborate azioni concrete – oggi assenti nel Piano – per coinvolgere più investitori internazionali nel nostro Paese, che continua ad avere una limitata capacità di attrazione dei capitali esteri – aggiunge -. In definitiva, il nuovo piano di CDP Venture Capital conferma la sua centralità per l’intero ecosistema dell’innovazione ma riteniamo che, per essere pienamente efficace, debba essere affiancato da una rinnovata visione del settore, come quella che ci attendiamo dal varo dell’atteso Startup Act 2.0. Ribadiamo, quindi, il nostro sostegno a CDP Venture Capital e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e ci mettiamo a disposizione per continuare l’ottimo lavoro sin qui svolto con l’obiettivo di creare una vera Startup Nation”.

Startup, Vento (Exor Ventures): in due anni investiti 20 milioni

Startup, Vento (Exor Ventures): in due anni investiti 20 milioniMilano, 29 mar. (askanews) – In due anni di attività 60 investimenti chiusi, su oltre 2.400 startup valutate nella loro fase iniziale, e 20 giovani aziende lanciate. Venti i milioni di euro investiti, tra attività di venture capital e venture building. E’ il primo bilancio di Vento, il braccio italiano di Exor Ventures, che ha presentato oggi alcuni numeri in occasione del secondo anniversario dal lancio. Le startup che hanno passato la selezione per un ticket di investimento hanno ottenuto in media 150mila euro, unica condizione per considerare l’ingresso nel capitale è la presenza di un founder italiano.


Accanto al lavoro da classico di un fondo, Vento ha lavorato allo sviluppo delle idee imprenditoriali sostenendo persone di talento nella realizzazione delle loro startup. Attualmente, alla sua terza edizione, il programma di venture building ha ricevuto più di 1.500 candidature, selezionato 110 talenti e lanciato 20 startup (investimenti fatti in 10 di queste). Ora Vento sta lavorando al suo prossimo comitato di investimento, che deciderà su potenziali investimenti pre-seed di 80.000 euro nell’ultima coorte di 40 talenti.


“Siamo il fondo non governativo più attivo in Italia e e abbiamo un portafoglio di società molto diversificato”, ha detto Diyala D’Aveni, alla guida di Vento. “Health Tech e Biotech rappresentano insieme un significativo 20% dei nostri investimenti, a dimostrazione della nostra dedizione alle startup che si trovano all’intersezione tra tecnologia, sanità e scienze biologiche. Il resto del nostro portafoglio abbraccia settori vitali come Software/SaaS/Marketplace (35%), Fintech e Deeptech (10% ciascuno), nonché settori emergenti come SpaceTech e PropTech (5% ciascuno), dimostrando il nostro impegno nel coltivare un’ampia gamma di tecnologie che aprono la strada a un futuro fatto di avanzamenti tecnologici e impatto duraturo”.

Startup, round da 1,7mln per Joinrs: ora focus sull’estero

Startup, round da 1,7mln per Joinrs: ora focus sull’esteroMilano, 24 mar. (askanews) – La piattaforma di recruiting digitale italiana Joinrs ha concluso un round di investimento da 1,7 milioni di euro. Le risorse raccolte verranno utilizzate per accelerare il percorso di internazionalizzazione di Joinrs, che già vede oltre 100mila nuovi utenti internazionali utilizzare la piattaforma per entrare nel mondo del lavoro.


Tra i principali investitori della startup appaiono il fondo Innova Venture della Regione Lazio, finanziato dal POC Lazio 2014/2020 e gestito da Lazio Innova, Doorway e diversi Business Angels internazionali. Joinrs proseguirà la propria crescita con l’aperura di una nuova sede all’estero, che sarà annunciata a breve, e rafforzando quelle di Roma e Milano con l’inserimento nel team di nuove risorse.


“Con la raccolta di capitali appena conclusa abbiamo intenzione di consolidare la posizione di Joinrs in Italia e di validare il modello di business in altri paesi target”, commenta Gabriele Giugliano, CEO e co-founder di Joinrs. “In pochi mesi abbiamo già superato i 100mila utenti iscritti in UK, Spagna e Brasile e siamo determinati nel continuare a far crescere la nostra piattaforma e community, continuando a rendere per i giovani sempre più semplice ed efficace il processo di inserimento nel mondo del lavoro e, al contempo, permettendo alle aziende di individuare i migliori talenti junior”.

Hilton e Teleperformance best place to work per i collaboratori

Hilton e Teleperformance best place to work per i collaboratoriMilano, 22 mar. (askanews) – Hilton, Teleperformance Italia, Cisco Systems sono tra i migliori posti dove lavorare per i collaboratori delle aziende. Il ranking è stato stilato da Great Place to Work Italia ascoltando il parere di 219mila collaboratori di 379 organizzazioni, suddivise in base al numero di dipendenti (10-49, 50-149, 150-499 e più di 500), attive sul territorio nazionale. Un terzo di queste appartiene al settore IT (30%), seguono poi industria manifatturiera e produzione e i servizi professionali (15%), mentre a livello di distribuzione territoriale più di 3 aziende su 4 (77%) hanno sede in Lombardia, Lazio e Veneto. “La crescita delle organizzazioni, anche nel Sud, passa dallo sviluppo di un rapporto di fiducia tra persone e leader aziendali” dichiara Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia.


Ecco, suddivisi per categorie sulla base del numero di collaboratori, quali sono i migliori ambienti di lavoro in Italia nel 2024. Tra le grandi aziende, con più di 500 collaboratori, la migliore organizzazione in cui lavorare è Hilton, realtà globale leader nel settore ospitalità, seguita da Teleperformance Italia (servizi professionali, assistenza telefonica/centri di vendita) e Conte.it (servizi finanziari e assicurazioni auto). Nella categoria delle organizzazioni che hanno tra i 150 e i 499 collaboratori trionfa Cisco Systems, leader mondiale nelle tecnologie che trasformano il modo con cui le persone si connettono, comunicano e collaborano che entra nella classifica Best Workplaces Italia per il 23° anno, davanti a Bending Spoons SpA (Information Technology – Software) e Dow (industria manifatturiera e produzione, prodotti chimici). Il podio della categoria tra i 50 e i 149 collaboratori vede al primo posto Biogen Italia Srl, una tra le prime aziende globali nel campo delle biotecnologie e completano il podio Storeis (servizi professionali – pubblicità e marketing) e Skylabs (Information Technology – Consulenza IT). Nella categoria con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49, il primo posto lo conquista Auditel, società attiva nel settore media che rileva gli ascolti dell’intera offerta televisiva italiana nella sua articolazione digitale, satellitare, live e on demand, su tutte le piattaforme e i device davanti a Exein Spa, realtà che opera nel settore della cybersecurity ed Eoliann s.r.l. Società Benefit (Information Technology).

Up2You Insight, sostenibilità aiuta aziende a creare sinergia vincente

Up2You Insight, sostenibilità aiuta aziende a creare sinergia vincenteRoma, 6 mar. (askanews) – La fidelizzazione dei dipendenti viene considerata un asset dalla stragrande maggioranza delle aziende, anche perché un nuovo dipendente può arrivare a costare oltre il doppio in più in termini di costi aziendali complessivi. Ma sono troppo scarse le risorse che vengono messe a disposizione per creare quel clima favorevole di coinvolgimento che è uno dei punti cardine per ‘trattenere’ il personale. È quanto emerge dalla survey di Up2You Insight, il gruppo di ricerca dell’omonima green tech, che ha intervistato i responsabili HR e CSR di 60 aziende, appartenenti a 7 settori, tra cui tech, farmaceutico e consulenza, per individuare difficoltà e obiettivi nel coinvolgere dipendenti e collaboratori, raccogliendo dati utili per individuare alcuni punti interessanti nel rapporto tra impresa e gestione delle risorse umane.


Secondo lo studio ben l’87% delle aziende punta a fidelizzare i lavoratori. Tra i vantaggi di una maggiore sinergia tra azienda e lavoratore ci sono fattori economici e di efficienza. Se infatti da una parte sostituire una persona può arrivare a pesare sul bilancio aziendale il 63% in più in termini di costi di formazione e inserimento, dall’altra un maggiore coinvolgimento delle persone fa aumentare del 21% la performance lavorativa. Ma non mancano le difficoltà. Il 92% delle aziende percepisce la difficoltà nel trovare strategie e strumenti per coinvolgere in modo efficace una popolazione aziendale eterogenea, il 63% una bassa partecipazione ai corsi di formazione, ma soprattutto il 46% lamenta la mancanza di budget per iniziative di coinvolgimento. Ma a mettere d’accordo i dipendenti è la propensione alla transizione ecologica: 2 lavoratori su 3 dichiarano di essere più disposti a lavorare in aziende che si impegnano nella sostenibilità ambientale. Il dato, emerso da uno studio IBM, indica appunto la disponibilità delle persone a sentirsi parte di un gruppo che tra gli obiettivi mette anche la tutela dell’ambiente.


“Molto spesso le persone sentono come necessari dei cambiamenti che però non sono in grado di mettere in pratica individualmente. Il coinvolgimento da parte dell’azienda traccia delle linee guida che indicano un percorso comune e che porta a risultati più evidenti e concreti”, spiega Andrea Zuanetti, CEO e Co-Founder di Up2You. “Per chi fa business, crederci è la strategia vincente, per questo abbiamo ideato PlaNet, la web app che sfrutta la gamification per unire formazione e interazione, creando un percorso coinvolgente attraverso news, sfide pratiche e contenuti personalizzati”. Tra le iniziative proposte anche la PlaNet Green Cup, la sfida di cinque settimane a tema sostenibilità con cui le aziende possono motivare e coinvolgere il personale. 9 quelle che hanno partecipato all’edizione 2023 e grazie alle quali sono state risparmiate 17 tonnellate di anidride carbonica. Per l’edizione primavera 2024 c’è tempo fino al 5 aprile per iscriversi.

Bce: vigilare sui profondi cambiamenti nei sistemi di pagamento

Bce: vigilare sui profondi cambiamenti nei sistemi di pagamentoRoma, 5 feb. (askanews) – La digitalizzazione e il crescente utilizzo di sistemi senza contanti sta accelerando “profondi cambiamenti che stanno ridefinendo il sistema europeo dei pagamenti”. E in questo quadro l’Eurosistema delle banche centrali e la Bce devono intervenire a più livelli per assicurare un mercato dei pagamenti al dettaglio che risulti “sicuro, integrato, innovativo e competitivo e garantisca l’accesso al danaro pubblico”. Lo spiega un articolo di approfondimento che viene anticipato dal Bollettino economico della Bce.


Secondo lo studio, i consumatori si aspettano sempre più che le imprese offrano i loro servizi anche online, peraltro 24 ore su 24 e 7 giorni su sette, e di poter pagare utilizzando i loro strumenti preferiti. Allo stesso tempo, si attendono di poter scegliere tra contanti e pagamenti non in contanti nei punti vendita fisici, e più di recente anche di poter pagare con sistemi contactless, magari utilizzando un portafogli digitale su un dispositivo mobile (tipicamente lo smartphone). Inoltre si attendono di poterlo fare in maniera maniera rapida, senza dover sopportare lunghe attese per l’autorizzazione alla transazione, mantenendo privacy e sicurezza dell’operazione. Infine, dice ancora la Bce, i consumatori vogliono poter fare tutto questo con commissioni basse o inesistenti.


Va da sé che queste legittime pretese implicano una reticolata architettura tecnologica che renda possibile il funzionamento efficiente e sicuro di questi sistemi. E oltre all’ormai capillare diffusione di dispositivi mobili sofisticati come gli smartphone, a contribuire all’evoluzione dei sistemi di pagamento ci sono anche altri aspetti della tecnologia. Ad esempio “le applicazioni di intelligenza artificiale possono avere un’utilizzo, per esempio per aiutare identificare transazioni anomale o a prevenire frodi analizzando i comportamenti sui pagamenti. Tuttavia – avverte la Bce – ci sono anche preoccupazioni su questa tecnologia, come il suo uso per cybertattacchi attacchi come il phishing”.


Un altro elemento che raccoglie interesse sui pagamenti cashless è rappresentato dalle tecnologie a registro distribuito (Dlt), che possono in particolare facilitare le transazioni su segmenti come i servizi di streaming, i micro pagamenti e i pagamenti programmati. Tutti questi sviluppi, oltre a richiedere impegno e investimenti dei player tradizionali, come le banche, richiamano interesse anche di nuove realtà o startup che vogliano inserirsi nel mercato. Tenendo presente la storica dipendenza dell’Ue da piattaforme e gruppi esterni all’Unione stessa, ad esempio sulle carte di credito ma più di recente anche sui “wallet” negli smatphone. Su queste tematiche va segnalato come nei mesi scorsi la commissione europea ha formalizzato una proposta che riguarda un aspetto strettamente collegato con queste tematiche: i pagamenti e i bonifici istantanei e che prevede anche di imporre a banche e istituzioni che offrono questi servizi di farlo allo stesso livello di prezzo del bonifico ordinario. Il tutto mentre nell’area euro persistono ampie differenziazioni di prezzi sui bonifici istantanei, a volte anche tra banche degli stessi paesi, che magari li offrono come un servizio premium. Mentre un costo elevato delle commissioni sui bonifici istantanei finisce per renderlo non molto fruibile per le operazioni quotidiane, specialmente se ad alta frequenza.


Tornando allo studio della Bce, l’istituzione rileva che le dinamiche di evoluzione attualmente in corso segneranno presumibilmente accelerazioni e questo “richiederà che anche l’Eurosistema resti attento assicurare sicurezza e efficienza dei pagamenti al dettaglio e l’accesso al pubblico in diversi scenari possibili”.

Startup della sicurezza Sikuro raccoglie 1 milione in crowdfunding

Startup della sicurezza Sikuro raccoglie 1 milione in crowdfundingRoma, 30 gen. (askanews) – Ha già raccolto un milione di euro la campagna avviata sul portale di equity crowdfunding Mamacrowd da Safety Job S.r.l per il progetto Sikuro, una piattaforma innovativa per la sicurezza nei cantieri.

Hanno partecipato alla raccolta come lead investor Fleap Holding S.p.A, la holding blockchain- based costituita e partecipata al 100% da FLEAP S.p.A., con un investimento pari a 400.000,00 euro, e il Gruppo Azimut. Tra gli elementi di interesse dell’operazione di acquisizione compiuta da Fleap Holding S.p.A. vi è il fatto che Holding ha raccolto il capitale per l’acquisizione attraverso la creazione di strumenti finanziari partecipativi basati su scritture su DLT. Tali strumenti sono stati sottoscritti quindi da Azimut con il fondo chiuso riservato Azimut Digital Equity Italy. In seguito alla sottoscrizione degli SFP, la Holding ha quindi investito nella campagna di crowdfunding lanciata da Safety Job S.r.l. alla quale ha partecipato anche il fondo Azimut ELTIF – Venture Capital ALIcrowd III. SIKURO: una piattaforma in cloud per la sicurezza nei cantieri Grazie alle detrazioni fiscali del 110 e alla lunga serie di progetti infrastrutturali supportati dal PNRR, l’edilizia in Italia sta vivendo un momento di grandissima crescita. Il Paese intero è costellato di cantieri e ciò si traduce in un impulso formidabile per tutte le aziende e i professionisti del settore.

“L’edilizia rappresenta l’11% del PIL nazionale e il 10% del PIL europeo, offrendo occupazione a ben 18 milioni di persone. Ma quante energie sono necessarie per fare in modo che ognuna di esse sia tutelata e possa lavorare sempre in piena sicurezza? Tantissime. Purtroppo, spesso queste energie sono letteralmente ‘sprecate’ in una miriade di adempimenti burocratici e tecnicismi, svolti con l’unico obiettivo di evitare errori e inesattezze, con potenziali conseguenze pecuniarie e legali. Oggi la vera sfida per tutte le aziende del settore riguarda invece la digitalizzazione e l’automazione dei processi. Solo in questo modo è possibile concentrarsi seriamente sull’obiettivo più importante: la sicurezza delle persone”, a raccontarlo è Walter Licini, Founder e Ceo di SIKURO. Da quando è stata fondata, nel 2017, SIKURO ha continuato a crescere costantemente. “Il nostro modello di business ‘a cascata’ consente una rapida diffusione del servizio perché sono i committenti stessi a richiedere l’uso della piattaforma alle imprese subappaltatrici per poter accedere ai cantieri e svolgere i lavori”, spiega Roberto Nembrini, General Manager della startup. Ad oggi, si sono collegate alla piattaforma circa 9000 imprese e sono stati gestiti più di 4300 cantieri tra i quali oltre 400 grandi opere. Ogni giorno, circa 160mila lavoratori sono connessi e autorizzati.

“Tra i nostri clienti ci sono 50 delle 200 principali imprese edili italiane e ogni anno raddoppiamo il numero di clienti e il fatturato. Nel 2023, abbiamo già raggiunto un fatturato di circa 2 milioni di euro, registrando un aumento del 90% rispetto al 2022”. Il modello di funzionamento di Fleap Holding S.p.A., che ha reso possibile il proprio investimento, prevede l’acquisizione di partecipazioni in società ad alto potenziale di crescita, individuate a seguito di valutazione da parte della holding stessa, la quale, attraverso la digitalizzazione delle scritture su DLT, emette SFP (strumenti finanziari partecipativi dedicati alla specifica azienda target) disponibili agli investitori professionali che accedono alla holding tramite un applicativo digitale dedicato. L’operazione non rientra nell’ambito di applicazione del D.L. 25 del 17 marzo 2023.

La complessa operazione, che si inserisce nella sperimentazione regolamentare sandbox, è stata coordinata dallo Studio LX20 Law Firm con un team guidato dall’Avv. Alessandro Negri della Torre il quale ha dichiarato: “L’operazione di investimento perfezionata da Fleap Holding S.p.a. insieme agli intermediari aderenti alla sperimentazione sandbox è di notevole interesse per il mercato italiano in quanto rappresenta un traguardo concreto nel processo di digitalizzazione e di automazione dei processi societari e di investimento tramite le tecnologie a registro distribuito con diversi potenziali vantaggi per le parti coinvolte in termini di efficienza, velocità e una riduzione delle complessità tipiche di operazione analoghe”. Azimut, in qualità di intermediario aderente alla sperimentazione, ha avuto un ruolo di primaria importanza nell’operazione attraverso il fondo Azimut Digital Equity Italy. Giorgio Medda, Amministratore Delegato di Azimut Holding, ha commentato: “L’investimento in Sikuro realizzato tramite il fondo Azimut Digital Equity Italy, che si affianca a quello effettuato con il fondo ALIcrowd III sempre all’interno della campagna di crowdfunding in corso sulla piattaforma di Gruppo Mamacrowd, segna un ulteriore progresso nella strategia complessiva di Azimut nell’impiego della tecnologia blockchain e dei digital asset. La nostra adesione al progetto di Fleap nasce dalla forte convinzione che l’integrazione della blockchain nelle attività di gestione degli asset costituisca una delle innovazioni più rivoluzionarie nel settore. Siamo quindi soddisfatti di aver potuto verificare con successo il valore aggiunto della blockchain nel semplificare e agevolare operazioni, che tradizionalmente richiederebbero più passaggi e una maggiore burocrazia”. Spiega Thomas Iacchetti CEO di FLEAP: “L’operazione Sikuro rappresenta un traguardo significativo per il mercato degli investimenti in Italia. La tecnologia e il modello di funzionamento di Fleap Holding possono essere utilizzati per agevolare i tradizionali processi di acquisizione di partecipazioni in società innovative, non solo nel settore del crowdfunding ma, più in generale, nel comparto del venture capital italiano. La creazione di club deal, la strutturazione di spv per esigenze specifiche e la successiva gestione di partecipazioni delle target secondo criteri di efficienza e personalizzazione sono tutti casi applicativi che stiamo esplorando all’interno della sandbox regolamentare”.

Botta e risposta tra Big Tech Usa e Vestager sul caso Amazon-iRobot

Botta e risposta tra Big Tech Usa e Vestager sul caso Amazon-iRobotRoma, 29 gen. (askanews) – Botta e risposta tra l’associazione delle Big Tech statunitensi e la vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, dopo la clamorosa rinuncia di Amazon all’acquisizione di iRobot, il produttore di robot aspirapolvere e pulitori domestici. Una decisione che ha aperto un “caso”, anche perché riguarda una società in difficoltà.

La responsabile delle politiche Antitrust Ue è intervenuta con un comunicato ad hoc. Precedentemente Amazon e iRobot, con una nota congiunta avevano riferito che il piano di acquisizione era stato cancellato, senza citare esplicitamente la Commissione europea ma imputando la decisione agli ostacoli “eccessivi e spropositati” sollevati dalle autorità che, è implicito, sono quelle europee. “La nostra indagine preliminare approfondita – ha detto Vestager – ha mostrato che l’acquisizione di iRobot avrebbe consentito a Amazon ostacolare le imprese rivali limitando o diminuendo loro l’accesso loro agli Amazon Stores. Per esempio Amazon sarebbe stata nella posizione di rimuovere o non far comparire robot pulitori rivali; ridurre la visibilità di robot pulitori mostrati nel marketplace; limitare l’accesso su alcuni dispositivi o alcuni prodotti o di aumentare i costi per le inserzioni pubblicitarie dei produttori rivali per vendere i loro pulitori robotizzati”.

“Abbiamo anche trovato che Amazon avrebbe avuto l’incentivo a ostacolare i rivali di iRobot, perché sarebbe stato economicamente redditizio farlo. Tutte queste strategie potrebbero aver avuto un impatto restrittivo sul mercato dei robot pulitori – aggiunge la vicepresidente della Commissione – portando aumenti dei prezzi, minore qualità e minore innovazione per i consumatori”. Opposta la visione del caso da parte della Ccia, associazione che rappresenta imprese di informatica e comunicazione e che oltre ad Amazon annovera tra le sue associate tutti i giganti tecnologici Usa. Sulla caso specifico “non ci sono motivi validi per evitare che una azienda acquisisca un produttore di elettrodomestici in affanno”.

Secondo Daniel Friedlaender, vicepresidente dell’associazione “redditività e dimensioni di una azienda non possono essere utilizzati come motivi per escluderla dalle acquisizioni. Se l’Europa adotta una politica sulle fusioni guidata motivazioni politiche mosse unicamente da scopi di politica industriale, piuttosto che come strumento di concorrenza, questo porterà inevitabilmente a meno competizione e meno innovazione. Sarà negativo per i consumatori, per le possibilità di scelta e per l’industria europea”, ha sostenuto. Secondo l’associazione il caso “manda un messaggio sbagliato sia agli gli investitori che alle start-up europee: appena raggiungete una determinata dimensione potete scordarvi di fusioni e acquisizioni”.