Agroalimentare, a Piacenza la seconda edizione del Novalis ForumRoma, 8 nov. (askanews) – “Le aziende del settore agroalimentare: soluzioni innovative e novità normative per lo sviluppo di prodotti fitosanitari”. È questo il titolo della seconda edizione del ‘Novalis Forum’, un momento di confronto sui temi più attuali del settore agroalimentare, al quale parteciperanno esperti, aziende e rappresentanti delle istituzioni. Dopo la prima edizione del 2021 a Piacenza, e la pausa per il Covid, il Novalis Forum, promosso da Vitalia Consulting, si svolgerà martedì 21 novembre sempre nella città emiliana nella splendida location della Sala dei Teatini, l’ex Chiesa di San Vincenzo.
Il tema di questa seconda edizione guarda alle sfide poste da fenomeni come l’incremento della domanda di prodotti alimentari e gli effetti del cambiamento climatico. “L’approccio corrente – sottolinea Stefano Jondini, Ceo di Expedia e promotore dell’evento – associa difesa delle colture a tutela della salute e riduzione dell’impatto ambientale legati all’utilizzo di prodotti fitosanitari, con conseguente riduzione delle sostanze chimiche disponibili”. Dalle oltre 2000 sostanze attive approvate nei primi anni duemila si è passati alle circa 300 attuali, il che richiede lo sviluppo di nuove tecnologie che possano essere impiegate nella difesa delle colture. “Soluzioni – aggiunge Jondini – che includono, per esempio, approcci diversi come l’individuazione di nemici naturali degli agenti infestanti o alternative naturali o di basso impatto alle sostanze chimiche. Uno sforzo che vede coinvolte insieme diverse professionalità come aziende produttrici, centri di ricerca, laboratori, sperimentatori e consulenti”.
Perché Novalis Forum? In latino la parola Novalis significa “campo lasciato a riposo, a maggese”, una pratica la cui importanza non è ferma nel passato ma è stata recentemente ribadita dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo che ha promosso il maggese all’interno della strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030. Così come un terreno usato intensivamente subisce un calo della fertilità e ha bisogno di un momento di stop per rigenerarsi e prepararsi per rendere ottimamente in futuro, così è necessario ogni tanto fermare le proprie attività quotidiane per confrontarsi e prepararsi e ripartire con i giusti strumenti per affrontare le sfide attuali e non farsi cogliere impreparati da quelle future. E’ questo lo spirito con cui è nato il Novalis Forum, offrire un momento di incontro e confronto tra i professionisti del settore, condividere conoscenze e informazioni e trasformarli in azioni che permettono di raggiungere le diverse aspettative di operatori agricoli, aziende e consumatori.
Versalis detiene il 100% di Novamont, completato closing acquisizioneMilano, 18 ott. (askanews) – Versalis da oggi detiene l’intero pacchetto azionario di Novamont, di cui già possedeva il 36%. L’operazione, annunciata il 28 aprile scorso e autorizzata dalle autorità competenti, si è conclusa oggi con l’acquisizione del 64% del pacchetto azionario di Novamont da Mater-Bi, società controllata da Investitori Associati II e NB Renaissance.
Novamont, di cui amministratore delegato rimane Catia Bastioli, è una società benefit, leader mondiale nella produzione di bioplastiche e nello sviluppo di biochemical e bioprodotti attraverso l’integrazione di chimica, ambiente e agricoltura ed è certificata B Corporation. Novamont ha 650 dipendenti, sede a Novara e stabilimenti produttivi a Terni, Bottrighe (RO) e Patrica (FR) e laboratori di ricerca a Novara, Terni e Piana di Monte Verna (CE), oltre al sito Matrìca a Porto Torres (SS) in joint venture paritetica con Versalis, e a una società con Coldiretti per lo sviluppo e la distribuzione di soluzioni per l’agricoltura. Detiene circa 1.500 tra brevetti e domande di brevetto, è attiva all’estero con sedi in Germania, Francia, Spagna e Stati Uniti e ha una rete di distributori in oltre 40 Paesi in tutto il mondo. A seguito dell’acquisizione di una società norvegese leader a livello mondiale nello sviluppo, produzione e commercializzazione di applicazioni biodegradabili e compostabili certificate ha anche uno stabilimento produttivo in Estonia. “L’acquisizione di Novamont ci consentirà, attraverso l’integrazione dei due portafogli, di accelerare la nostra strategia, nella direzione della chimica da fonti rinnovabili”, ha dichiarato Adriano Alfani, amministratore delegato di Versalis. “Oggi inizia il percorso di integrazione dei nostri business, che valorizzerà le competenze delle persone e che ci porterà alla definizione di un piano industriale che farà leva su una piattaforma tecnologica unica e su un portafoglio prodotti sempre più low-carbon, in linea con la strategia Versalis e con il percorso di transizione energetica Eni”.
Nucleare, Urso: deve far parte del mix energetico dell’ItaliaRoma, 12 ott. (askanews) – Il nucleare deve fare parte del nuovo mix energetico dell’Italia “e io credo che questa scelta oggi sia una scelta largamente condivisa. Dei sondaggi ce lo dicono, soprattutto tra le nuove generazioni, che sono più consapevoli di noi, evidentemente”, su questi temi. Lo ha affermato il ministro di Imprese e made in Italy, Adolfo Uerso, intervistato da Sky Tg24.
“Accade in buona parte del resto d’Europa”. Sulle centrali atomiche “noi dobbiamo avere una visione di neutralità tecnologica e utilizzare tutto quello che la scienza, la tecnologia, l’impresa ci fornisce. Ovviamente – ha proseguito Urso – con l’obiettivo di rispettare sempre più l’ambiente e di raggiungere quella autonomia strategica nel campo dell’energia che è fondamentale per lo sviluppo della nostra società, del nostro sistema produttivo e anche per le nostre libertà. Abbiamo visto quello che è accaduto dopo l’invasione russa in Ucraina. E c’è costato molto caro, quanto abbiamo dovuto faticare per affrancarci dal carbonfossile, dal gas russo”. “Dobbiamo evitare che accada la stessa cosa su altri fronti, per cui in prospettiva mi immagino un paese che sempre più punti sulle rinnovabili, che saranno una delle principali fonti energetiche, che utilizzi l’energia che è proprio sotto i suoi mari”. Infatti uno dei primi interventi del governo “è stato quello di riaprire la strada per quanto riguarda la trivellazione sicura nel Mar Adriatico – ha rivendicato Urso – per aumentare la produzione del gas. Così come di qualunque altra fonte energetica. E tra questa sicuramente c’è anche il nucleare”.
Il nucleare “di quarta generazione, ancora più sicuro, che tanti altri paesi europei hanno deciso di realizzare nel proprio territorio. Noi consumiamo energia nucleare importata da altri Paesi, pensiamo alla Francia, ma non soltanto la Francia, che producono energia nucleare a poche decine di chilometri da Torino e a pochi chilometri da Trieste, la Slovenia. Cioè noi viviamo in un’Europa con le centrali nucleari, peraltro di vecchia generazione, di seconda generazione, che producono a poca distanza dei nostri confini, nella stessa nostra Europa. Quindi il fatto che Trieste abbia il nucleare qualche decina di chilometri a est o a ovest, che rifornisce le nostre imprese siderurgiche, non credo che cambi molto le cose. Energia in maniera continuativa per le imprese e per le famiglie. Io faccio soltanto una logica di buon senso – ha concluso il ministro – e il buon senso mi dice che una centrale nucleare a 10 km a est o a 10 km a ovest della città italiana non cambia nulla”.
Bankitalia: taglio CO2 finora senza effetti rilevanti su lavoro ItaliaRoma, 9 ott. (askanews) – In Italia la riduzione della CO2 generata dalle attività produttive è attribuibile prevalentemente all’utilizzo di fonti energetiche meno inquinanti e non ha avuto finora effetti di rilievo sul lavoro. mentre solo nei comparti ad alte emissioni si è osservata una riduzione dei posti di lavoro. Lo sostiene uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia, “La transizione verde e il mercato del lavoro italiano”, nella collana Questioni di economia e finanza.
“Nel complesso – si legge – la transizione ecologica sembrerebbe associarsi a una ricomposizione dell’occupazione a favore di professioni più qualificate”. Lo studio stima che il Pnrr dovrebbe creare tra 51 mila e 122.000 posti di lavoro supplementari sulla produzione di beni e servizi legati alle telematiche ambientali, prevalentemente concentrati su costruzioni e sui settori di ricerca e sviluppo.
“La transizione verso un’economia a zero emissioni, obiettivo principale del Green Deal europeo, avrà conseguenze importanti per l’occupazione – dice Bankitalia – influenzandone sia i livelli sia la composizione. Dopo aver illustrato i possibili meccanismi economici da un punto di vista teorico, il lavoro fornisce un’analisi empirica delle tendenze osservate in Italia e nelle altre principali economie dell’area dell’euro nel periodo 2011-2021”.
Ambiente, 19 università aderiscono alle 10 tesi per sostenibilitàRoma, 6 ott. (askanews) – Ha avuto successo la fase di avvio del progetto “Dieci tesi per la sostenibilità” promosso da Symbola, Luiss e Unioncamere con il sostegno di Deloitte, il patrocinio della Conferenza dei Rettori (Crui) e la collaborazione di AlmaLaurea, della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) e del Consorzio Interuniversitario nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali (Instm).
Alla vigilia della pubblicazione del bando, attesa entro ottobre, sono 19 le università che hanno aderito all’iniziativa con presenze significative sull’intero territorio nazionale: la Federico II di Napoli, Tor Vergata, La Sapienza, la Ca’ Foscari di Venezia, la Bocconi, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, i Politecnici di Milano, Torino e delle Marche, il Sant’Anna di Pisa, l’Universitas Mercatorum, le Università di Cagliari, Teramo, Camerino, Catania, Palermo, Teramo e Brescia. Si tratta un’iniziativa inedita, unica in Italia, rivolta a premiare 10 tesi provenienti, questa la novità, da tutte le discipline, sia umanistiche che scientifiche, che abbiano forti e originali riferimenti al principio della sostenibilità. Saranno chiamati a partecipare tutti gli studenti italiani delle lauree magistrali, a ciclo unico o che abbiano conseguito titoli equipollenti, relative agli anni accademici 2021/2022 e 2022/2023 (già presentate al momento della candidatura). La scelta dei vincitori sarà affidata a un comitato scientifico guidato da Stefano Zamagni e Paola Severino: il primo docente di Economia politica all’Università di Bologna, la seconda presidente della Luiss School of Law.
“Affrontare con coraggio la crisi climatica – ha dichiarato Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola – non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. Una formidabile spinta per contrastare la crisi climatica è venuta dall’ultima esortazione del Papa. È necessario il contributo di tutti i saperi. In questa direzione si muove l’Europa indicando coesione, transizione verde e digitale come la strada per rafforzare la nostra economia. Anche per questo il progetto ‘Dieci Tesi per la sostenibilità’ promosso da Fondazione Symbola, Unioncamere e Luiss è importante. Un’iniziativa inedita rivolta a premiare 10 tesi universitarie provenienti da aree disciplinari diverse che abbiano forti e originali riferimenti al principio della sostenibilità. Un’occasione per dare forza ad un’Italia che fa l’Italia”. “Apertura, inclusione e trasversalità dei saperi sono caratteri incisi nel Dna della Luiss – ha aggiunto Vincenzo Boccia, presidente dell’Università Luiss Guido Carli -. La sostenibilità rappresenta per noi, i nostri docenti e i nostri ragazzi un tratto culturale che tiene insieme conoscenze e coscienze. Con questa iniziativa contribuiamo a costruire competenze che potranno essere utili al mondo dell’impresa oggi impegnato nella complessa transizione verde. Siamo davvero lieti che tante altre università abbiano voluto condividere il percorso che con le “10 Tesi” promuoviamo con Symbola e Unioncamere perché questo sentire comune conferma la grande maturità del Paese verso i temi di una crescita equilibrata e possibile”.
“Questa iniziativa – ha proseguito Andrea Prete, presidente di Unioncamere – risponde pienamente all’impegno del sistema camerale sul fronte della promozione della sostenibilità nel mondo produttivo, possibile anche attraverso la crescita delle competenze interne all’impresa. L’apporto che i giovani laureati potranno fornire sarà quindi molto utile per le aziende che ospiteranno i tirocini per individuare nuovi percorsi di adeguamento dell’attività produttiva alla transizione verde e ai giovani offrirà la possibilità di mettere alla prova le proprie conoscenze all’interno dell’impresa”. “Affrontare la sfida della transizione climatica ed ecologica è una priorità per Deloitte a livello globale – ha conclus -. Per questo, come Deloitte Climate & Sustainability abbiamo deciso di dare il nostro sostegno alla realizzazione di questo progetto, così da rafforzare ulteriormente il rapporto tra formazione accademica e il mercato e accrescere la consapevolezza della necessaria interazione tra saperi”.
Marco Bussone eletto presidente del PEFC ItaliaMilano, 6 ott. (askanews) – Marco Bussone è il nuovo presidente di PEFC Italia, l’ente promotore della gestione sostenibile del patrimonio forestale. Lo scorso 3 ottobre, a Bologna, il Consiglio di amministrazione ha individuato il nuovo vertice per il prossimo triennio (2023-2025), che succede nella carica a Francesco Dellagiacoma, al timone dell’associazione dal 2020.
Classe 1985, giornalista professionista, Bussone scrive e collabora con diverse testate e riviste di settore. Già presidente, dal 2018, dell’Unione Nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti Montani (UNCEM) e, dal 2020, della Fondazione Montagne Italia, ha precedentemente ricoperto l’incarico di vicepresidente Uncem Piemonte dal 2015 al 2021. Dal 2014 è Consigliere Comunale a Vallo Torinese, paese in cui risiede. È un triennio decisamente sfidante quello che si prospetta nell’immediato futuro di PEFC Italia, proiettato verso un forte consolidamento della rete che congiunge i tanti attori impegnati nelle filiere forestali. Per comunicare e promuovere efficacemente una visione sostenibile del patrimonio boschivo italiano sono necessarie sinergie operative che coniughino innovazione tecnologica e digitalizzazione per il sistema forestale con le urgenze, ogni giorno più evidenti, afferenti non solo alla crisi climatica ed energetica, ma anche alle pesanti criticità sociali ed economiche sempre più al centro del dibattito.
“Le filiere forestali italiane sono illuminate da molti riflettori. E siamo noi, tutti insieme, a dover indicare il percorso per dare forza e valore al sistema: imprese, enti locali, proprietari forestali, università, terzo settore, associazioni di categoria, volontariato organizzato, politici, studenti, professionisti”, ha dichiarato Bussone.
Assicurazioni, Signorini (Ivass): norme tengano conto di rischi climaRoma, 3 ott. (askanews) – “La transizione energetica va perseguita fondamentalmente tramite politiche generali (regole, incentivi o tasse, investimenti pubblici); la regolamentazione prudenziale, bancaria e assicurativa, ne dovrebbe tener conto, non tanto a fini di incentivazione diretta, quanto nell’ambito dell’obiettivo che le è proprio, la stabilità delle istituzioni finanziarie. Precisamente a tal fine essa deve prendere in considerazione tutti i rischi che gravano sugli operatori, inclusi quelli legati al cambiamento climatico e alla transizione sostenibile”. Lo ha affermato Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, nel suo intervento all’Insurance Summit dell’Ania.
“L’eventuale introduzione di ‘fattori di sostenibilità’ nella regolamentazione, perciò, dovrebbe essere giustificata da solida e comprovata evidenza empirica. Contiamo che Eiopa riesca come previsto, a valle dell’approvazione della revisione di Solvency II, a dar corso al mandato ricevuto in merito, identificando e proponendo un sistema di incentivi ovvero di penalizzazioni basato su una comprovata evidenza – ha proseguito – circa la natura e l’entità dei rischi da presidiare. Daremo in ogni sede opportuna il nostro contributo alla discussione”.
Fmi: politiche clima solo di spesa alzano debiti-Pil di 45-50 puntiRoma, 2 ott. (askanews) – Le politiche di riduzione delle emissioni di CO2 mediante crescenti sussidi e investimenti pubblici sulle energie rinnovabili avranno costi pesantissimi sui bilanci pubblici: il Fondo monetario internazionale prevede che potrebbero far salire i livelli di indebitamento pubblico tra 45 e 50 punti percentuali di Pil, da qui al 2050. Per questo, in un articolo anticipato dell’imminente Fiscal Monitor – l’analisi semestrale sulle politiche di Bilancio – l’istituzione di Washington suggerisce che bisogna far ricorso a “un mix di misure”, che includa le sovracitate sovvenzioni ma anche meccanismi di aumento del prezzo in base alle emissioni (una tassa chiamata Carbon pricing) e altri provvedimenti.
I Paesi che intendono impegnarsi su queste politiche fronteggiano infatti quello che al Fmi chiamano un “trilemma”, un conflitto fra tre diversi aspetti: raggiungere gli obiettivi sul taglio delle emissioni, assicurare la sostenibilità dei bilanci pubblici e disporre della “fattibilità” a livello politico delle relative misure. “In altri termini, perseguire due di questi obiettivi avviene al prezzo di sacrificare parte del terzo”, affermano gli autori dello studio (Era Dabla-Norris, Ruud de Mooij, Raphael Lam, Christine Richmond). Secondo i tecnici del Fmi “sebbene nessuna singola misura possa da sola far raggiungere gli obiettivi climatici, il sistema di Carbon pricing è necessario, anche se non sempre sufficiente, a far ridurre le emissioni. Dovrebbe essere parte integrante di qualunque pacchetto di politiche”.
“Il prezzo del carbonio andrebbe complementato da altri strumenti di mitigazione per intervenire sulle incapacità del mercato e per promuovere l’innovazione e lo sviluppo di tecnologie a basse missioni”, prosegue l’articolo. Servirebbe poi un prezzo minimo carbonio su scala globale. Mentre i ricavi di bilancio di questa tassa “andrebbero condivisi in parte tra paesi per facilitare la transizione verde”. Peraltro “una transizione giusta e equa – affermano ancora al Fmi – includerebbe solidi trasferimenti fiscali a famiglie, lavoratori e comunità vulnerabili”.
Questi aspetti di “giustizia sociale” sono un elemento spesso citato nelle politiche di transizione verde e ecologica. Con scetticismi su chi alla fine sarebbe chiamato a sopportarne maggiormente i costi, e il crescente sospetto che si tratterebbe della classe media delle economie avanzate. Il tutto senza menzionare il fatto che lo stesso concetto di cambiamento climatico resta controverso e oggetto di contestazioni, anche se questo aspetto è poco presente sui media ha però una sua rilevanza tra gli esperti, come messo in rilievo dal recente appello che ha visto oltre 1600 scienziati firmatari, tra cui alcuni premi Nobel. Eloquentemente intitolato “Non c’è una emergenza climatica”, solleva critiche sulla narrativa dominante, denuncia le “esagerazioni”, i passati errori previsionali sulle temperature del Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) e il fatto che le cause alla base delle variazioni climatiche sarebbero più naturali che antropiche.
Ad ogni modo secondo, i calcoli del Fmi “con il giusto mix di misure di spesa e di aumento dei ricavi” (cioè tasse) il debito pubblico nelle economie avanzate limiterebbe la crescita tra 10 e 15 punti di Pil per il 2050, posto che l’istituzione stessa riconosce che queste stime “sono soggette a elevata incertezza”. Mentre rinviare i sistemi di Carbon pricing farebbe salire i costi tra 0,8 e 2 di Pil per ogni anno di ritardo. Altro tema sensibile riguardo ai costi è il fardello che graverebbe sul settore privato. Lo studio cita le stime dell’Agenzia internazionale per l’energia secondo cui i progetti per mitigare i cambiamenti climatici necessitano di aumentare gli investimenti a 2.000 miliardi di dollari l’anno entro il 2030. E il settore privato deve coprire la maggioranza di questi investimenti, tra l’80 e il 90 per cento a seconda del fatto di includervi o meno la Cina. “Il settore privato dovrà colmare il grosso delle necessità di finanziamento sul clima”, afferma l’istituzione di Washington. E al tempo stesso serviranno forme di sussidio per i paesi emergenti e in via di sviluppo, oltre a quelle già esistenti, per supportare la transizione verde e anche per i trasferimenti e la condivisione di tecnologie a basse emissioni di carbonio.
Fondazione Univerde, Festa Alberi nelle Scuole celebrata a RomaRoma, 2 ott. (askanews) – Sarà celebrata a Roma la 23° Festa degli Alberi nelle Scuole promossa da Fondazione UniVerde, Società Geografica Italiana, Re.N.Is.A e Re.Na.Tur. con l’adesione di I.I.S. “C. Colombo”, Liceo Ginnasio Statale “T. Mamiani” e I.T.A “E. Sereni”, Mercoledì, 4 ottobre alle 10.00 a Villa Celimontana.
La difesa della natura è un tema che unisce e favorisce il dialogo interreligioso. Le scuole sono fondamento di civiltà, cultura e rispetto. In Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, tra l’1 gennaio e il 23 settembre di quest’anno l’estensione delle aree percorse da grandi incendi boschivi ha superato gli 86.000 ettari. Oltre il 15% erano coperti da ecosistemi forestali, tra cui porzioni di macchia mediterranea e boschi di leccio (64%) e superfici ricoperte da boschi e rimboschimenti di conifere (18%). Le stime divulgate da ISPRA evidenziano che le aree boschive percorse da incendio, per i primi 9 mesi dell’anno, si suddividono in: 1.666 ettari di latifoglie decidue (querceti, castagneti e faggete), 8.278 ettari di latifoglie sempreverdi (leccete e macchia mediterranea), 2.385 ettari di conifere (pinete mediterranee e abetaie) e 714 ettari di boschi misti. Circa il 90% delle aree andate a fuoco risultano tra Sicilia (70%) e Calabria (18%). Se gli impatti avversi del cambiamento climatico sugli habitat sono sempre più evidenti, secondo i dati dell’ultimo Rapporto Ecomafia, nel 2022 nella nostra Penisola sono stati ben 5.207 i reati accertati per incendi dolosi, colposi e generici: ecco perché la sensibilizzazione delle nuove generazioni è fondamentale per la tutela dei nostri patrimoni arborei. Al dialogo interreligioso nelle scuole di ogni ordine e grado, per mantenere in salute il nostro Pianeta, è dedicata la 23° Festa degli Alberi nelle Scuole l’evento celebrativo di mercoledì 4 ottobre, ore 10.00, promosso da Fondazione UniVerde, Società Geografica Italiana, Re.N.Is.A. – Rete Nazionale Istituti Agrari e Re.Na.Tur. – Rete Nazionali Istituti per il Turismo, in collaborazione con le Scuole secondarie di secondo grado di Roma: Istituto di Istruzione Superiore “Cristoforo Colombo”, Liceo Ginnasio Statale “Terenzio Mamiani”, Istituto Tecnico Agrario “Emilio Sereni”, che si terrà presso la storica sede della Società Geografica Italiana di Palazzetto Mattei in Villa Celimontana (Via della Navicella, 12 – Roma). Media Partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, SOS Terra, Opera2030.
La “Festa degli Alberi” fu istituita, nelle giornate del 4 ottobre (Giorno di San Francesco, Patrono d’Italia, dei cultori dell’ecologia e protettore degli animali) e del 21 marzo (Giorno di San Benedetto, Patrono d’Europa), con Decreto Interministeriale del 4 agosto 2000 a firma del Ministro delle Politiche Agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, e dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione, Tullio De Mauro, quale importante occasione per stimolare una sana coscienza ecologica e la valorizzazione dei nostri patrimoni naturali. Dopo la lettura, in apertura dei lavori, del messaggio della Senatrice a vita Liliana Segre (Presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza; Componente della Commissione Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica del Senato della Repubblica e della Commissione permanente per l’infanzia e l’adolescenza), si terranno gli interventi introduttivi di: Claudio Cerreti (Presidente della Società Geografica Italiana; Professore ordinario di geografia presso l’Università Roma Tre); Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde; Docente di turismo sostenibile ed ecoturismo presso le Università di Milano-Bicocca, Roma-Tor Vergata e Napoli-Federico II); Patrizia Marini (Presidente della Rete Nazionale Istituti Agrari – Re.N.Is.A.; Dirigente scolastico I.T.A. “E. Sereni” di Roma); Maria Chiara Gallerani (Delegata Rete Nazionale Istituti per il Turismo – Re.Na.Tur.) a cui faranno seguito gli interventi di: Federico Mollicone (Presidente Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, Camera dei Deputati); Gen. C.d’A. Andrea Rispoli (Comandante Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari, Arma dei Carabinieri); Sabrina Alfonsi (Assessore all’Ambiente e all’Agricoltura, Roma Capitale); Lorenza Bonaccorsi (Presidente I Municipio, Roma Capitale); Rav Jacov Di Segni (Direttore Ufficio Rabbinico della Comunità Ebraica di Roma); Mons. Fabio Fabene (Arcivescovo di Montefiascone e Segretario del Dicastero delle Cause dei Santi); Nader Akkad (Imam della Grande Moschea di Roma); David Granieri (Presidente Coldiretti Lazio). Modera: Gianni Todini (Direttore Askanews).
Seguiranno domande da parte di studentesse e studenti. In occasione dell’incontro si terrà la tradizionale messa a dimora di un albero. L’evento è anche occasione per rilanciare la storica campagna della Fondazione UniVerde, #StopIncendi: l’iniziativa promossa da Alfonso Pecoraro Scanio che rinnova la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso la necessità di mantenere azioni costanti a prevenire e reprimere i reati incendiari, anche ricorrendo alle potenzialità della tecnologia dei droni. La celebrazione della Festa degli Alberi nelle Scuole è per la Fondazione un appuntamento ricorrente che nasce dalla volontà di diffondere speranza e operosità positiva sul futuro ambientale e sull’importanza dell’attivismo civico per realizzare cambiamenti tangibili nella società, a partire dai cittadini di domani. Un’azione sostenuta, insieme alla Società Geografica Italiana, anche con il concorso fotografico nazionale “Obiettivo Terra” che proprio al patrimonio arboreo dedica la Menzione “Alberi e foreste” assegnata con la preziosa collaborazione del Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri.
Maps Group e Genova Car Sharing:Progetto mobilità elettrica sharingRoma, 29 set. (askanews) – In occasione della presentazione dello Smart Mobility Report 2023 di Energy & Strategy (Politecnico di Milano) Maps Group e Genova Car Sharing (società del Gruppo Duferco Energia) hanno annunciato l’avvio di un progetto congiunto che mira a definire le modalità più opportune per offrire servizi di mobilità elettrica in sharing agli utenti delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Il progetto, informa una nota, è il primo in tale ambito e si svilupperà attraverso una prima fase (entro il 2023) di selezione delle CER-pilota, indagine sulle esigenze di mobilità dei membri delle CER stesse, costruzione dell’offerta di mobilità elettrica in sharing e integrazione tra le rispettive piattaforme di gestione – della CER e del servizio di sharing, per poi – nei primi sei mesi del 2024 – avviare una sperimentazione concreta attraverso la messa a disposizione dei membri delle CER-pilota di una flotta di mezzi elettrici in sharing (auto in primis, ma anche bici, scooter, quadricicli a seconda delle esigenze), con pianificazione ‘intelligente’, sulla piattaforma software ROSE CER, della ricarica per massimizzare l’energia condivisa e quindi gli incentivi, così come la puntuale rendicontazione delle emissioni di CO2 evitate. “Grazie a questa partnership avremo l’opportunità di contribuire allo sviluppo della mobilità elettrica come ulteriore leva di valore offerto alle nascenti Comunità Energetiche Rinnovabili, anche nella loro forma di autoconsumo collettivo condominiale – afferma Maurizio Ferraris direttore mercato Maps Energy. “Oggi l’attenzione si focalizza soprattutto sugli incentivi, come uno dei principali obiettivi per i partecipanti. Le comunità energetiche sono, però, pensate anche come un soggetto nuovo nel mercato energetico per offrire sempre più opportunità di servizio ai propri membri. Oltre alla condivisione della produzione dell’energia rinnovabile, e il suo autoconsumo virtuale, dentro la comunità si potrà, infatti, condividere anche l’auto elettrica. Questa modalità innovativa di car sharing di comunità, integrata tra i servizi CER e che consente la pianificazione ottimizzata della ricarica per massimizzare l’energia condivisa, offrirà un ulteriore valore semplice da comunicare e fruibile fin da subito oltre a migliorare gli obiettivi energetici, ambientali e sociali. Sarà, così, un modo nuovo ed efficace per stimolare l’interesse e la partecipazione delle persone e delle famiglie alle comunità e, quindi, di aiutare i nostri partner ‘developer’ nella promozione e crescita. Abbiamo già diversi soggetti interessati; il nostro contributo sarà quello di selezionare e valutare con Elettra le CER candidate e i profili di potenziale mobilità elettrica per coinvolgerle nella sperimentazione operativa sulla nostra piattaforma già dai prossimi mesi”.
“La comunità di Elettra conta oggi solo su Genova oltre 8.500 persone che hanno percorso oltre 2 milioni di km in due anni evitando oltre 220 tonnellate di CO2 – afferma Marco Silvestri, Direttore di Elettra Car Sharing – persone che hanno scelto di condividere l’auto per diversi motivi, da quello economico (la proprietà di una vettura per percorrenze inferiori agli 8.000 Km annui è antieconomica rispetto ad un servizio di auto in condivisione) a quello legato alla facilità di gestione (Elettra, grazie alla sua piattaforma di gestione, alla sua flotta elettrica ed ai servizi di ricarica Duferco, offre un servizio chiavi in mano, con una rendicontazione puntuale sugli utilizzi e sui Kwh consumati per ciascun aderente), per arrivare infine alla ricerca dell’interesse collettivo legato ad una migliore vivibilità delle città e qualità della vita delle persone. Sono tutti vantaggi che vogliamo condividere con i promotori e gli utenti delle CER, che spesso nascono proprio su queste stesse aspirazioni”.