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Sudcorea, battaglia attorno Yoon: il presidente rischia l’arresto

Sudcorea, battaglia attorno Yoon: il presidente rischia l’arrestoRoma, 9 dic. (askanews) – La battaglia attorno al presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol è appena cominciata. Dopo che il leader di Seoul ha provato a imporre la legge marziale e, poi, è stato costretto a fare un’umiliante marcia indietro; dopo che una mozione di impeachment presentata dall’opposizione (che è maggioranza in parlamento) non ha raggiunto il quorum necessario, ora tocca alla giustizia fare il suo corso rispetto a un capo dello stato ormai più che dimezzato e sottoposto a procedimenti per tradimento, che rischia anche l’arresto.


Il ministero della Giustizia ha imposto oggi divieto di espatrio al presidente ed è la prima volta nella storia della Corea del Sud che un presidente in carica viene sottoposto a un divieto di espatrio. La misura era stata richiesta dell’Ufficio per le indagini sulla corruzione di alti funzionari (CIO), dopo che il capo di questa istituzione, Oh Dong-woon, aveva dichiarato durante una riunione parlamentare di aver dato disposizioni agli investigatori di richiedere la restrizione.


Ai sensi della legge sull’immigrazione, il ministro della Giustizia può vietare a un cittadino coreano di lasciare il paese per un massimo di sei mesi se la sua partenza è considerata potenzialmente dannosa per “l’interesse nazionale, la sicurezza pubblica o l’ordine economico”. Questa decisione pone un forte problema rispetto all’espletamento di una delle principali funzioni del presidente, che è il “volto” del paese nella politica internazionale.


Secondo quanto riferito dai media sudcoreani, il ministero si è mosso dopo che diverse richieste sono arrivate da più agenzie investigative, che stanno tutte indagando sul presidente. Tuttavia, il ministero ha rifiutato di divulgare dettagli su altre agenzie che potrebbero aver presentato richieste simili. Non è ancora stato emesso un divieto di espatrio anche per la first lady Kim Keon-hee, che è al centro di una serie di scandali che hanno fatto precipitare il consenso attorno al presidente e hanno portato all’azione inconsulta del presidente, che il 3 dicembre ha proclamato la legge marziale per emergenza, ma poi è stato costretto a revocarla in seguito a un voto massiccio contrario dell’Assemblea nazionale.


Il capo del CIO ha annunciato che il suo ufficio intende “esaminare” la questione al più presto. Il presidente è rimasto fuori dalla scena pubblica da sabato, quando ha rilasciato una breve dichiarazione televisiva di due minuti per scusarsi, poche ore prima che l’Assemblea Nazionale non riuscisse a votare sulla mozione di impeachment per mancanza di quorum. Yoon, dal canto suo, ha annullato il suo incontro settimanale con il primo ministro Han Duck-soo e una riunione programmata con i suoi segretari. L’Ufficio nazionale d’investigazione (NOI) presso l’Agenzia nazionale di polizia ha dichiarato, dal canto suo, di aver identificato 11 persone, tra cui Yoon e l’ex ministro dell’Interno e della Sicurezza Lee Sang-min, come sospetti nell’indagine sulla legge marziale. Ieri i procuratori hanno formalmente avviato un caso contro Yoon, accusandolo di tradimento e abuso di potere. Ai sensi della Costituzione, le accuse di tradimento non sono soggette all’immunità presidenziale, consentendo indagini penali e potenziali procedimenti. “Non ci sono restrizioni fisiche o personali sui soggetti di questa indagine”, ha dichiarato Woo Jong-soo, capo del NOI, durante una conferenza stampa, aggiungendo che l’inchiesta procederà “in conformità ai principi di legge”. Il NOI ha sottolineato che Yoon potrebbe essere soggetto a un arresto d’emergenza, se considerato idoneo, sebbene sia necessario un esame legale per stabilire se soddisfi i criteri. Divieti di espatrio d’emergenza sono stati imposti a figure di rilievo, tra cui l’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun, l’ex ministro dell’Interno, l’ex comandante del controspionaggio, generale Yeo In-hyung, e il capo di Stato maggiore dell’esercito, Generale Park An-su, nominato comandante addetto all’esecuzione della legge marziale, dopo la dichiarazione di Yoon. Misure simili agli arresti d’emergenza vengono applicate in casi urgenti che riguardano accuse gravi punibili con la pena di morte, l’ergastolo o almeno tre anni di reclusione, in particolare quando i sospettati sono considerati a rischio di fuga o inclini a manomettere le prove. Indagini parallele sono in corso tra polizia e procura. Il CIO, da parte sua, sta valutando “tutte le azioni legali possibili” per l’eventuale detenzione di Yoon con l’accusa di tradimento. Il CIO ha inoltre ribadito la richiesta a polizia e procura di trasferire le loro indagini sotto la propria giurisdizione, citando preoccupazioni sull’imparzialità. Le dispute giurisdizionali potrebbero tuttavia complicare ulteriormente le indagini, influenzando la raccolta di prove e la fase processuale.

Accordo Consiglio nazionale commercialisti e Commissario Expo

Accordo Consiglio nazionale commercialisti e Commissario ExpoRoma, 5 dic. (askanews) – Promuovere la crescita, l’internazionalizzazione e l’innovazione delle imprese italiane grazie anche al supporto di commercialisti esperti in mercati esteri, è l’obiettivo del protocollo d’intesa stipulato tra CNDCEC – Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e Commissariato Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka. In programma eventi, seminari, workshop e forum tematici al Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka.


“Per le aziende italiane che guardano ai mercati asiatici, la consulenza di professionisti qualificati, come commercialisti con competenze in fiscalità internazionale, è strategica” ha commentato Mario Vattani, Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka. “Con i commercialisti italiani e le loro aziende clienti, presenteremo progetti e pratiche innovative in linea con i temi di Expo. Attraverso i 132 Ordini territoriali del CNDCEC e il dialogo con i Professionisti Giapponesi (JICPA), Expo Osaka diventa un’occasione per rafforzare l’internazionalizzazione delle nostre aziende in mercati oggi importantissimi per la nostra economia, tenendo alta l’attenzione anche sul tema dell’attrazione di investimenti stranieri”. “Partecipare a Expo 2025 Osaka rappresenta per la professione del commercialista un’occasione per valorizzare il Sistema Italia: i commercialisti hanno un ruolo centrale per accompagnare le imprese verso i mercati esteri e rafforzare le realtà italiane manifatturiere e i servizi di avanguardia, contribuendo ad esaltarne le competenze creative e innovative”, ha dichiarato il Presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio. “Siamo onorati di poter contribuire e lavorare in sinergia assieme a tutte le istituzioni che si adoperano per promuovere la crescita del Sistema Italia”.


Expo 2025 si terrà a Osaka dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 e ha per tema “Progettare le società del futuro per le nostre vite”. Il Padiglione Italia, progettato dall’architetto Mario Cucinella, lo interpreta con “l’Arte rigenera la vita”.

Legge marziale Sudcorea, anatomia di un (fallito) colpo di mano

Legge marziale Sudcorea, anatomia di un (fallito) colpo di manoRoma, 5 dic. (askanews) – Sul fallito colpo di mano presidenziale avvenuto in Sudcorea nella notte tra martedì e mercoledì, quando il capo di stato Yoon Suk-yeol ha prima promulgato la legge marziale per poi doverla ritirare in seguito al voto negativo dell’Assemblea nazionale, si comincia a fare luce ed emergono i primi elementi che delineano responsabilità, oltre a dare un quadro delle motivazioni che hanno portato al suo deragliamento.


A ispirarlo e guidarlo, secondo le prime testimonianze presentate all’Assemblea nazionale nelle audizioni d’urgenza che si tengono oggi, sarebbe stato l’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun e, nel governo, alcuni dei ministri avrebbero espresso perplessità o, addirittura, opposizione alla mossa di Yoon. Durante l’audizione parlamentare, i membri del governo, incluso il ministro degli Interni e della Sicurezza Lee Sang-min, hanno affrontato domande sui loro ruoli e sulla loro conoscenza della situazione. Lee, in particolare, ha dichiarato: “Ricordo che alcune persone hanno usato la parola ‘opposizione’”, Un parlamentare del Partito democratico (DPK) ha chiesto quanti ministri avessero espresso opposizione durante la discussione sulla legge marziale nella riunione, avvenuta martedì sera. Lee non ha risposto su questo, ma ha detto che di fronte alle preoccupazioni dei membri del governo, Lee inizialmente ha evitato di rispondere direttamente, Yoon ha dichiarato che il senso di responsabilità percepito dai membri del governo era diverso da quello del presidente, in quanto comandante in capo.


La riunione del gabinetto si è tenuta alle 22 locali e ha avuto una durata di circa 20 minuti, con 11 membri presenti. È stato discusso anche l’impatto della legge marziale sull’economia. Attorno alle 22.30, Yoon è apparso alla televisione annunciando alla nazione l’incredibile notizia dell’imposizione della legge marziale, che non veniva proclamata dal 1979. Poi, il presidente ha nominato il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Park An-su, che ha emesso la direttiva con la quale si vietavano le attività politiche sia dell’Assemblea nazionale sia di ogni gruppo politico e civico. Inoltre, nel provvedimento, si mettevano i media sotto il controllo della legge marziale e si precettavano i medici, da mesi in sciopero, sotto il rigore del provvedimento militare.


Park, nella sua audizione, ha riferito di aver appreso dal discorso presidenziale dell’imposizione della legge marziale. L’alto ufficiale ha sostenuto, con un’espressione imbarazzata di fronte alle incalzanti domande dei parlamentari dell’opposizione, di non essere stato preventivamente consultato o avvertito dal presidente. Il generale ha affermato di aver appreso che avrebbe assunto il ruolo di comandante addetto all’applicazione della legge marziale solo durante una riunione con i principali comandanti successiva all’annuncio. “Il ministro della Difesa ha dichiarato durante la riunione che il capo di stato maggiore dell’esercito sarebbe stato il comandante della legge marziale. E’ in quel momento che ho capito cosa stava succedendo”, ha detto Park.


Park ha detto che il proclama di legge marziale non sarebbe stato vergato da lui, ma gli sarebbe stato trasmesso dal ministro della Difesa Kim Yong-hyun, che dopo il fallimento del colpo di mano si è dimesso ed è ora indagato per tradimento. Sebbene non sia chiaro se Kim abbia redatto personalmente il proclama, Park ha dichiarato che il ministro lo ha consegnato già pronto. Il generale, dal canto suo, ha detto di aver suggerito che fosse necessario un esame legale per verificare eventuali irregolarità nel documento. Tuttavia, Kim avrebbe respinto la richiesta, affermando che il testo era già stato sottoposto a revisione legale e avrebbe insistito per l’annuncio immediato. I parlamentari dell’opposizione hanno chiesto chi fosse l’autore del documento, considerato incostituzionale anche perché, vietando le attività politiche del parlamento, tentava di impedire che a norma di legge questo si esprimesse sull’imposizione della stessa legge marziale. Park ha risposto: “Non lo so”. E anche il viceministro della Difesa ha dichiarato che “non è possibile confermare chi l’abbia redatto” e che “non risulta sia stato scritto dal ministero della Difesa”. A mezzanotte, poi, l’esercito ha tentato di entrare nel parlamento, sfondando le finestre. Sono stati dispiegati circa 280 soldati, compresi membri delle forze speciali, trasportati in elicottero. Tuttavia, cittadini e politici dell’opposizione avevano già barricato gli ingressi, impedendo l’accesso ai militari. Il generale Gwak Jong-geun, comandante delle forze speciali, ha suggerito di utilizzare taser e proiettili a salve per gestire la resistenza. Tuttavia, dopo una discussione tra il comando e il generale Park, sarebbe stato deciso di non autorizzare l’uso di tali strumenti. Solo all’una di notte, l’Assemblea nazionale è riuscita a votare la mozione di revoca della legge marziale, con l’unanimità dei presenti (190 su 300). Dopo il voto, il presidente Yoon ha visitato la sala di controllo del comando centrale insieme a Kim Yong-hyun. Per tre ore e mezza tutti hanno tenuto il fiato sospeso: Yoon avrebbe revocato o no la legge marziale? Alle 4:27, Yoon ha infine annunciato in diretta televisiva la revoca della legge marziale, sei ore dopo la sua proclamazione. Il ministro della Difesa Kim Yong-hyun, deluso per il fallimento dell’operazione, avrebbe detto ai comandanti: “La nostra forza era insufficiente rispetto agli avversari. Tornate in sicurezza”. Lo stesso giorno, Kim ha presentato le sue dimissioni, accettate dal presidente Yoon il 5 dicembre.

Giappone, sospeso leader partito minore che sta trattando con Ishiba

Giappone, sospeso leader partito minore che sta trattando con IshibaRoma, 5 dic. (askanews) – Il leader del Partito democratico del popolo, una piccola formazione politica giapponese cruciale però per la tenuta del governo di minoranza di Shigeru Ishiba, è stato sospeso per tre mesi a causa di una relazione extraconiugale. E questo rischia di mettere in difficoltà la già perigliosa navigazione dell’esecutivo giapponese di Ishiba.


Yuichiro Tamaki – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo – ha dichiarato di accettare la decisione presa dal Partito democratico per il popolo, che ha quadruplicato i propri seggi a 28 su 465 nella Camera dei Rappresentanti durante le elezioni generali del 27 ottobre. Tuttavia, ha escluso di dimettersi dalla carica di leader del partito. Durante il periodo di sospensione, che durerà fino al 3 marzo del prossimo anno, il presidente ad interim Motohisa Furukawa assumerà la guida del partito. Tamaki, negli ultimi tempi, è stato coinvolto nelle negoziazioni politiche con il Partito liberaldemocratico al governo.


Gli analisti ritengono che la sospensione potrebbe influire negativamente sulla popolarità del partito, complicando ulteriormente la situazione per il primo ministro Ishiba, che guida un governo di minoranza insieme al suo alleato, il partito buddista Komeito, dopo che la coalizione ha perso la maggioranza alla camera bassa. “Prendo questa decisione molto seriamente,” ha dichiarato Tamaki ai giornalisti, scusandosi con gli elettori. Ha inoltre ammesso che il resoconto di un incontro segreto con una donna in un hotel, pubblicato da una rivista il mese scorso, è in gran parte accurato.


Tamaki non potrà guidare i colloqui con i liberaldemocratici e il Komeito sulla proposta del suo partito di innalzare la soglia per l’imposta sul reddito, un’iniziativa volta ad aiutare le famiglie colpite dall’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. Si tratta di una prova fondamentale per valutare se l’idea di governare con un esecutivo di minoranza e con maggioranze mobili costituite ad hoc sia o meno praticabile. Il Partito liberaldemocratico, che esprime il premier quasi ininterrottamente dagli anni ’50 del secolo scorso, è uscito parecchio indebolito dalle elezioni di ottobre, anche a causa di una serie di scandali relativi alla gestione dei fondi della politica, che hanno eroso la popolarità della formazione politica. E’ emersa, dopo anni, un’opposizione competitiva, guidata dal Partito democratico costituzionale, che punta a scalzare Ishiba e il suo partito dal potere alle prossime tornate elettorali.

Legge marziale Sudcorea, Yoon criticato anche dagli Usa

Legge marziale Sudcorea, Yoon criticato anche dagli UsaRoma, 5 dic. (askanews) – Qual è stato il ruolo degli Stati uniti nel fallito colpo di mano del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol? Washington – che, oltre a mantenere oltre 23mila soldati in Corea del Sud, ha enorme influenza nella politica a Seoul – ha mantenuto nelle sei ore in cui Yoon aveva proclamato la legge marziale, nella notte tra martedì e mercoledì, un profilo basso nelle dichiarazioni. Tuttavia, all’indomani alcune affermazioni fatte da alti funzionari dell’amministrazione Biden hanno aperto uno squarcio sulle opinioni maturate negli Stati uniti, che non sono favorevoli alla mossa azzardata fatta da Yoon.


Il vice segretario di Stato Kurt Campbell ha giudicato negativamente il passaggio fatto da Yoon, usando toni insolitamente aspri nei confronti di quello che, fino a pochi giorni fa, era considerato uno dei cocchi di Washington, tanto che era stato onorato come padrone di casa del Summit for Democracy organizzato dagli Stati uniti. “Quanto accaduto nelle ultime 24 ore in Corea del Sud, nella Repubblica di Corea, è stato completamente, profondamente imprevedibile e improbabile, e credo che il presidente Yoon abbia commesso un grave errore di valutazione”, ha detto Campbell intervenendo all’Aspen Security Forum.


L’esponente dell’amministrazione Usa ha ricordato come, per i sudcoreani, l’imposizione della legge marziale ha un forte impatto emotivo e riporta a una memoria di un passato sanguinoso non troppo lontano. Le persone – ha notato il vicesegretario di Stato – “sono state pronte a scendere in piazza per chiarire che si trattava di un processo profondamente illegittimo, e che sarebbe stato contrastato dalla volontà del popolo e, francamente, dalla volontà degli organi legislativi”. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, che ha una particolare expertise sull’Asia, ha confermato che gli Stati uniti non sono stati consultati in alcun modo prima della dichiarazione di legge marziale di Yoon. “Abbiamo appreso la notizia dall’annuncio in televisione, come il resto del mondo”, ha dichiarato Sullivan durante un evento organizzato dal CSIS a Washington. Sullivan ha anche sottolineato l’importanza del funzionamento corretto delle istituzioni democratiche in Corea del Sud.


Le dichiarazioni vengono dopo che anche il segretario di Stato Antony Blinken ha fatto capire che Washington non ha apprezzato. In una conferenza stampa a Bruxelles, il capo della diplomazia Usa ha detto ieri: “Nel nostro giudizio, qualsiasi disaccordo politico deve essere risolto pacificamente e nel rispetto dello stato di diritto”.

Sudcorea, polizia indaga su presidente Yoon per tradimento

Sudcorea, polizia indaga su presidente Yoon per tradimentoRoma, 5 dic. (askanews) – La polizia sudcoreana ha avviato oggi un’inchiesta per tradimento nei confronti del presidente Yoon Suk-yeol, dopo che nella notte tra martedì e mercoledì il capo di stato ha dapprima proclamato la legge marziale, per essere poi costretto a ritirarla in seguito al voto contrario dell’Assemblea nazionale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


L’indagine è stata assegnata al team di indagine sulla sicurezza dell’Ufficio nazionale d’investigazione dell’Agenzia di polizia nazionale dopo la presentazione di due denunce. Una denuncia è stata presentata dal partito di opposizione minore Partito della ricostruzione della Corea, mentre l’altra è stata presentata da un gruppo di 59 attivisti. Le denunce non puntano il dito solo su Yoon, ma anche sull’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun, il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Park An-su, e il ministro dell’Interno Lee Sang-min.


Anche la procura e l’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto livello hanno ricevuto denunce Yoon di tradimento e stanno valutando se avviare proprie indagini o affidarle alla polizia. La procura di Seoul, inoltre, ha imposto oggi un divieto di espatrio all’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun.


Secondo i media sudcoreani, sarebbe stato proprio Kim a consigliare a Yoon di dichiarare la legge marziale di fronte allo stallo politico nell’Assemblea nazionale, controllata dall’opposizione. Kim ha presentato ieri del dimissioni e il presidente le ha accettate.

Caos Sudcorea, voto impeachment Yoon sarà sabato

Caos Sudcorea, voto impeachment Yoon sarà sabatoRoma, 5 dic. (askanews) – Il principale partito dell’opposizione sudcoreana, Partito democratico, intende votare sabato la mozione di impeachment del presidente Yoon Suk-yeol, presentata dopo che questi ha promulgato due giorni fa la legge marziale, per poi doverla ritirare sei ore dopo in seguito al voto negativo dell’Assemblea nazionale. Lo riferiscono i media sudcoreani.


Il Partito democratico (DPK) e altri cinque piccoli partiti di opposizione hanno presentato una mozione di impeachment, sostenendo che la dichiarazione di legge marziale di Yoon costituisce una violazione della Costituzione e della legge che regola gli stati d’emergenza. Yoon ha dichiarato la legge marziale martedì notte, citando presunti atti “anti-statali” da parte dell’opposizione.


Cho Seung-rae, vice portavoce del DPK, ha dichiarato che il partito prevede di tenere il voto sulla mozione intorno alle 19 di sabato (11 del mattino in Italia), per consentire ai legislatori del partito di governo – il Partito del potere del popolo – di riflettere adeguatamente sulle azioni di Yoon. La mozione è stata presentata a una sessione plenaria dell’Assemblea nazionale mercoledì mattina. Secondo la legge, deve essere votata entro 72 ore dalla sua presentazione.


Per l’approvazione della mozione è necessaria una maggioranza di due terzi, che richiederebbe il sostegno di almeno otto legislatori del partito di governo, dalle cui fila proviene Yoon. Il Partito democratico è maggioranza all’Assemblea nazionale con 170 voti, mentre l’intera opposizione ha a disposizione fino a 192 voti su 300. Il PPP – partito di provenienza di Yoon – ha 108 voti. Il PPP, durante le concitate ore della notte tra martedì e mercoledì, ha mostrato crepe. Il leader Han Dong-hoon ha giudicato “sbagliata” la mossa di Yoon. Ma ieri la formazione politica ha deciso in un’assemblea di respingere la mozione di impeachment, che sospenderebbe subito il presidente dalle sue funzioni, in attesa di una pronuncia della Corte costituzionale, per la quale potrebbero occorrere mesi.

Legge marziale Sudcorea, capo opposizione: credevo fosse deepfake

Legge marziale Sudcorea, capo opposizione: credevo fosse deepfakeRoma, 5 dic. (askanews) – Il leader del principale partito d’opposizione sudcoreano, il Partito democratico, in un’intervista pubblicata oggi dalla CNN ha affermato di aver creduto che la dichiarazione della legge marziale da parte del presidente Yoon Suk-yeol l’altra sera fosse “un deepfake”.


Yoon, dopo che l’Assemblea nazionale ha votato contro lo stato d’emergenza, è stato costretto a revocare il provvedimento dopo sei ore e adesso deve affrontare una richiesta d’impeachment da parte delle opposizioni. “Quella sera, dopo il lavoro, ero a letto con mia moglie a casa nostra, quando mia moglie improvvisamente mi ha mostrato un video su YouTube dicendo: ‘Il presidente sta dichiarando la legge marziale’”, ha raccontato Lee Jae-myung alla CNN.


“Ho risposto: ‘Questo è un deepfake. Dev’essere un deepfake. Non può essere vero’” ha aggiunto, riferendosi al termine che indica audio e video falsi creati con l’intelligenza artificiale. “Ma quando ho guardato il video, il presidente stava davvero dichiarando la legge marziale – eppure pensavo tra me e me: ‘È fabbricato, è falso’”. Quella stessa notte, Lee, che era il principale rivale di Yoon nelle elezioni presidenziali del 2022 e che si trova lui stesso coinvolto in diversi problemi legali dopo essere stato incriminato per una serie di accuse, si è precipitato in parlamento, trasmettendo in diretta mentre scavalcava una recinzione per entrare nell’edificio, mentre i parlamentari si affrettavano a votare contro il decreto. Il video è diventato virale, accumulando decine di milioni di visualizzazioni sulla piattaforma X.

Morta Chiung Yao, una delle più famose scrittrici in lingua cinese

Morta Chiung Yao, una delle più famose scrittrici in lingua cineseRoma, 4 dic. (askanews) – La scrittrice taiwanese Chiung Yao, famosa nel mondo per alcuni suoi romanzi sentimentali, è morta oggi suicida nella sua casa di New Taipei City. Lo scrivono i media taiwanesi.


In un messaggio lasciato nella casa, l’autrice di “My Fair Princess”, un grandissimo successo anche televisivo, ha scritto di voler controllare il momento e il modo della propria morte anziché affrontare la debolezza della vecchiaia e lasciarlo al destino. “Mi considero una ‘scintilla’ e ho bruciato con tutte le mie forze. Ora, prima che le fiamme si spengano, scelgo questo modo per tornare a casa con grazia”, ha scritto nella note di suicidio, secondo il South China Morning Post. In un post su Facebookm poco prima del suo compleanno ad aprile, Chiung aveva scritto di voler lasciare il social network a causa dei numerosi disturbi fisici che stava vivendo. La scorsa settimana era tornata online per dedicare due post al marito defunto, l’editore e produttore taiwanese Ping Hsin-tao, morto per una malattia nel 2019. I due erano stati sposati per 40 anni.


Chiung e Ping erano una coppia influente nel mondo letterario. Ping pubblicò molti romanzi di Chiung attraverso la sua casa editrice Crown Publishing. La coppia collaborò anche per adattare i romanzi di Chiung in serie televisive e film, spesso ricoprendo i ruoli di produttori o sceneggiatori, come nel caso di “My Fair Princess”. Ping aveva subito un ictus nel 2016 e gli era stata diagnosticata una demenza vascolare. Secondo Chiung, desiderava morire con dignità, ma i suoi figli insistettero per intubarlo, causando dissapori familiari.


Chiung Yao, il cui vero nome era Chen Che, era nata a Chengdu, nella provincia di Sichuan, nel sud-ovest della Cina, nel 1938. La sua famiglia si trasferì a Taiwan dopo la Rivoluzione Comunista nel 1949. Il suo primo romanzo, Outside the Window, fu pubblicato nel 1963, quando aveva 25 anni, e adattato in un film nel 1973 con Brigitte Lin Ching-hsia, una delle tante star del cinema che devono il loro successo iniziale ai libri di Chiung.


Chiung ha scritto in totale 65 romanzi, e il termine “romanzi alla Chiung Yao” è diventato sinonimo di storie d’amore sentimentali e intrise di tragedia. Opere molto amate dal pubblico e solitamente snobbate dalla critica. Alla fine, Chiung è una delle autrici in lingua cinese i cui romanzi sono più venduti al mondo. Le piattaforme social cinesi sono state sommerse da omaggi da parte di fan e celebrità e anche i media statali di Pechino, tra i quali il Quotidiano del Popolo hanno riportato la notizia della morte di Chiung.

Sudcorea, legge marziale di Yoon: atto disperato d’un leader isolato

Sudcorea, legge marziale di Yoon: atto disperato d’un leader isolatoRoma, 4 dic. (askanews) – Un ipotetico fornaio sudcoreano – che va a dormire presto e si sveglia presto – non si sarebbe accorto del fatto di aver vissuto per sei ore sotto la legge marziale. Tanto è durato l’azzardo di Yoon Suk-yeol, il presidente della Corea del Sud, che ha tentato di dirottare il percorso democratico con una mossa della disperazione, l’imposizione della legge marziale per emergenza, di fronte al fatto che da aprile di quest’anno è un’anatra zoppa, avendo il suo partito – il Partito del potere del popolo – perso le elezioni ed essendosi spaccato.


Un leader sempre più isolato, attaccato sia per la sua gestione politico-economica sia per le mosse spericolate di sua moglie, la stilosa Kim Keon-hee, accusata di traffico di influenze, in un paese sempre schiacciato tra un profondo moralismo di stampo confuciano e una corruzione galoppante. Yoon ha dichiarato lo stato di emergenza e la legge marziale poco prima delle 22:30, revocandola solo sei ore dopo, quando l’Assemblea Nazionale ha approvato all’unanimità dei presenti (190 su 300) una risoluzione per revocarla. Era la prima volta in 44 anni, la diciassettesima nella storia della Corea (la decima dalla fondazione della Corea del Sud) in cui veniva invocato questo strumento, che nella costituzione sudcoreana è all’articolo 77 ed è prevista in situazione di guerra o di grave instabilità che metta a rischio la tenuta dello Stato. L’ultima volta era accaduto nel 1979 dal primo ministro Choi Kyu-ha dopo l’assassinio del presidente (o, meglio, del dittatore) Park Chung-hee, che era al potere dopo un colpo di stato del 1961. Quello stesso provvedimento era stato prorogato poi dal successore di Park, Chun Doo-hwan, anch’egli golpista.


Questi usò i militari per reprimere le proteste degli studenti a Gwangju, facendo uccidere centinaia di ragazzi. A Seoul iniziò una stagione di grandi proteste studentesche e scontri di piazza. Nel 1981 il regime dové revocare la legge marziale. A quanto scrivono i media sudcoreani, neanche i leader dello stesso Partito del potere del popolo erano stati avvertiti delle intenzioni del presidente. Infatti, il leader ha immediatamente definito “sbagliata” la scelta di Yoon e parte della formazione politica ha votato a favore della revoca dello stato d’emergenza. Questo suona sinistro per Yoon: oggi sei partiti d’opposizione, tra i quali il Partito democratico (che però è maggioranza in parlamento), hanno presentato una richiesta di impeachment e, se anche parte del suo partito dovesse votare a favore, per il presidente sarebbe la fine. Per l’impeachment di Yoon sono necessari due terzi del parlamento, quindi solo 10 voti in più rispetto a quelli che ieri sono riusciti a votare nella notte lo stop alla legge marziale. Un obiettivo a portata di mano. Lo showdown è previsto tra venerdì e sabato.


“La dichiarazione notturna della legge marziale è una mossa estrema che mina le istituzioni democratiche della Corea”, ha dichiarato Celeste Arrington, professoressa associata di scienze politiche e affari internazionali alla George Washington University, interpellata dal giornale JoongAng Ilbo. “Mostra quanto Yoon sia frustrato con l’Assemblea Nazionale, che è stata controllata dal partito di opposizione per tutto il suo mandato.” Yoon è entrato in carica nel maggio 2022, ma di fatto è diventato una figura marginale da quando il Partito democratico di opposizione ha ottenuto una schiacciante vittoria alle elezioni generali di aprile di quest’anno. Da allora, l’amministrazione Yoon non è riuscita a far approvare le leggi desiderate ed è rimasta bloccata nel veto di quelle approvate dal Partito democratico. Ultima umiliante sconfitta, il forte ridimensionamento del budget.


Il tutto mentre il paese mugugna per i problemi economici e sociali che si stanno manifestando. Da mesi i medici sono in sciopero e neanche il tentativo di costringerli a rientrare al lavoro, con il generale incaricato di applicare la legge marziale che ha inserito la loro precettazione nel primo e unico fallimentare decreto, è riuscito nell’intento. Il gradimento del presidente, secondo gli ultimi sondaggi, è sceso sotto il 20%, un record negativo per un capo di stato sudcoreano. “La dichiarazione della legge marziale sembra violare la Costituzione perché non si tratta di una situazione in cui è ‘necessario rispondere a esigenze militari o mantenere l’ordine pubblico in tempo di guerra, in un incidente o in una situazione d’emergenza simile’”, ha spiegato ancora Arrington. “Yoon potrebbe aver violato anche la normativa sulla legge marziale, se non l’ha deliberata in anticipo con i ministri”, ha aggiunto Arrington. Inoltre, ha concluso, inviare i militari all’Assemblea nazionale ripete le tattiche illiberali dei leader autoritari del passato”. Secondo diversi articoli, il Partito del potere del popolo sta attualmente “formando un consenso” sull’espulsione del presidente dal partito e sulla sostituzione del ministro della Difesa Kim Yong-hyun, che a dire di diversi media avrebbe dato a Yoon il consiglio suicida di proclamare la legge marziale. Quest’ultimo, intanto, come tutti i membri del governo ha offerto le dimissioni. La folle notte di ieri, inoltre, dimostra anche che Yoon non era preparato a gestire tutte le variabili coinvolte. E’ parso più che altro un gesto disperato: l’Assemblea nazionale è riuscita a votare la mozione di revoca mentre i soldati sfondavano le finestre del parlamento e gli addetti parlamentari barricavano l’aula con tavoli e sedie, in modo che i parlamentari potessero esprimere il voto. Una mobilitazione militare carente, probabilmente poco propensa a prendere parte a un atto che puzzava di colpo di stato, si è dovuta confrontare con la rapida reazione democratica di centinaia di cittadini infuriati che si sono raggruppati di fronte all’Assemblea nazionale, chiedendo lo stop alla legge marziale e la testa di Yoon. Se c’è un fatto positivo, nella notte folle di Yoon, è proprio il fatto che il colpo di mano sia fallito e che parte delle istituzioni democratiche e la popolazione sono riuscite a disinnescare, senza spargimento di sangue, una mina piantata nel percorso della imperfetta ma vibrante democrazia sudcoreana.