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Caos in Sudcorea, l’intero governo offre le sue dimissioni

Caos in Sudcorea, l’intero governo offre le sue dimissioniRoma, 4 dic. (askanews) – Tutto lo staff ha presentato le dimissioni al presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, dopo la folle notte in cui il presidente ha proclamato a sorpresa la legge marziale e l’Assemblea nazionale l’ha costretto a fare marcia indietro dopo sei ore. Lo riferiscono i media della Corea del Sud.


Dopo questi traumatici eventi della notte, si sono susseguite riunioni d’emergenza nella dirigenza sudcoreana. In una di queste, ospitata dal primo Ministro Han Duck-soo, tutti i membri del governo, a partire dai 18 ministri, hanno offerto le loro dimissioni. Il primo ministro ha inoltre discusso la questione con i leader del partito di governo, il Partito del potere del popolo, e con i collaboratori di Yoon in una riunione d’emergenza. L’incontro a porte chiuse è durato circa un’ora e mezza. Alla riunione erano presenti Han, il ministro del Coordinamento delle Politiche Governative Bang Ki-sun, il presidente del Partito del Potere Popolare Han Dong-hoon e il suo segretario capo, il deputato Park Jeong-ha, oltre al capo di gabinetto di Yoon, Chung Jin-suk, e al segretario per gli Affari politici Hong Chul-ho. Il primo ministro e il leader del Partito del potere del popolo si sono poi recati all’ufficio presidenziale a Yongsan-gu, Seoul.


Tutti i collaboratori di Yoon, inclusi il capo di gabinetto Chung, il direttore della Politica nazionale Sung Tae-yoon e il consigliere per la Sicurezza nazionale Shin Won-sik, insieme a 11 segretari senior, hanno offerto le loro dimissioni, secondo quanto riferito dall’ufficio presidenziale. La decisione è stata presa dopo che Chung ha presieduto una riunione a porte chiuse con i segretari senior.

Sudcorea, Assemblea nazionale vota mozione revoca legge marziale

Sudcorea, Assemblea nazionale vota mozione revoca legge marzialeRoma, 3 dic. (askanews) – L’Assemblea nazionale sudcoreana ha approvato una mozione per revocare la dichiarazione di legge marziale d’emergenza emessa stasera dal presidente Yoon Suk-yeol, con tutti i 190 parlamentari presenti che hanno votato a favore. Lo scrivono i media sudcoreani.


Il presidente dell’Assemblea nazionale, Woo Won-shik, ha convocato una sessione plenaria d’emergenza poche ore dopo la dichiarazione di legge marziale da parte del presidente. Secondo la legge sudcoreana, il presidente è tenuto a revocare la dichiarazione se l’Assemblea nazionale lo richiede dopo un voto a maggioranza.

Legge marziale Sudcorea, capo esercito: vietate attività politiche

Legge marziale Sudcorea, capo esercito: vietate attività politicheRoma, 3 dic. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha nominato il capo dell’esercito, generale Park An-su, comandante responsabile della legge marziale, dopo aver proclamato lo stato d’emergenza per la prima volta da 44 anni a questa parte. Lo scrive oggi il sito internet del giornale JoongAng Ilbo. L’alto ufficiale ha già annunciato che le attività politiche sono, in base alla legge marziale, vietate.


A partire da martedì da oggi – ha annunciato Park, secondo quanto riporta il JoongAng – tutte le attività legate all’Assemblea nazionale e ai partiti politici sono vietate. Inoltre sono proibile tutte le altre attività politiche, comprese le manifestazioni. Tutti i media e le pubblicazioni ricadono sotto il controllo della legge marziale. “Qualsiasi atto che neghi o tenti di rovesciare il sistema democratico liberale è proibito, e le notizie false, la manipolazione dell’opinione pubblica e la propaganda ingannevole sono vietate”, continua la dichiarazione.


Chiunque violi la legge marziale può essere arrestato senza mandato, afferma la dichiarazione.

Legge marziale Sudcorea: l’azzardo d’un presidente a rischio

Legge marziale Sudcorea: l’azzardo d’un presidente a rischioRoma, 3 dic. (askanews) – Non c’è l’ultimo test missilistico della Corea del Nord o il rischio di un nuovo test nucleare ordinato Kim Jong Un: dietro la proclamazione da parte del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol della legge marziale pare piuttosto essere una mossa esclusivamente a fini interni da parte di un leader sempre più impopolare e politicamente isolato. Lo dimostra il fatto che non solo il principale partito d’opposizione, il Partito democratico (che però è maggioranza all’Assemblea nazionale), ha condannato la mossa del presidente, ma anche il suo Partito del potere del popolo ha definito la mossa come “sbagliata”.


Yoon è apparso oggi in televisione e ha annunciato: “Proclamo lo stato di emergenza per sradicare le forze pro-Nordcorea e proteggere l’ordine costituzionale della libertà”. E ha detto che, “attraverso questo stato di emergenza, ricostruiremo e difenderemo la Repubblica di Corea libera, che sta precipitando verso la rovina”. A tal fine, ha proseguito, “eliminerò senza indugio i principali responsabili di questa rovina e le forze anti-statali che si sono macchiate di atti malvagi”. E’ la decima volta che in Corea del Sud viene proclamato lo stato d’emergenza, un provvedimento molto traumatico che sospende il governo civile, mettendo sotto il controllo militare l’esecutivo, e sospendendo le procedure legali civili in favore di quelle militari.


Lo stato d’emergenza è previsto dall’Articolo 77 della Costituzione della Corea del Sud. La sua proclamazione è tra i poteri del presidente, che può ricorrervi in caso di guerra, di incidenti gravi o di altre emergenze nazionali. Quando viene dichiarata la legge marziale d’emergenza, sono possibili misure quali la restrizione della libertà di parola, stampa, assemblea e associazione, oltre che modifiche straordinarie all’autorità dei governi o dei tribunali e l’applicazione di un sistema di mandati in conformità con le disposizioni delle leggi correlate.


Il presidente ha ora l’obbliga di notificarla immediatamente l’Assemblea nazionale, e quando questi richiede la revoca della legge marziale con il consenso della maggioranza dei suoi membri, il presidente è obbligato a revocarla. Nell’Assemblea nazionale, il Partito del potere del popolo, dalle cui fila proviene il presidente Yoon Suk-yeol, è in minoranza e, peraltro, il suo attuale leader Han Dong-hoon ha definito – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap – la mossa “sbagliata” e ha promesso di bloccarla.


Il capo del Partito democratico, Lee Jae-myung, ha definito “incostituzionale” la proclamazione della legge marziale e ha convocato con emergenza al’Assemblea nazionale “per impedire il crollo della democrazia”. Intanto, però, gli ingressi dell’Assemblea nazionale di Seoul, secondo Yonhap, sono stati chiusi. Il ministro della Difesa, dal canto suo, ha ordinato una riunione dei comandi militari per rafforzare la vigilanza. Da mesi, i partiti di sinistra, in particolare, hanno messo nel mirino il presidente, organizzando grandi proteste a Seoul e chiedendo l’impeachment del presidente. La popolarità di Yoon è crollata, in particolare dopo lo scandalo di traffico di influenze che coinvolge la moglie.

Legge marziale in Corea del Sud: cosa comporta?

Legge marziale in Corea del Sud: cosa comporta?Roma, 3 dic. (askanews) – E’ la decima volta che in Corea del Sud viene proclamato lo stato d’emergenza, un provvedimento molto traumatico che sospende il governo civile, mettendo sotto il controllo militare l’esecutivo, e sospendendo le procedure legali civili in favore di quelle militari.


Lo stato d’emergenza è previsto dall’Articolo 77 della Costituzione della Corea del Sud. La sua proclamazione è tra i poteri del presidente, che può ricorrervi in caso di guerra, di incidenti gravi o di altre emergenze nazionali. Vi sono due tipologie di leggi marziali che possono essere applicate. : quella d’emergenza e quella di sicurezza. Quando viene dichiarata la legge marziale d’emergenza, sono possibili misure quali la restrizione della libertà di parola, stampa, assemblea e associazione, oltre che modifiche straordinarie all’autorità dei governi o dei tribunali e l’applicazione di un sistema di mandati in conformità con le disposizioni delle leggi correlate.


In caso di dichiarazione della legge marziale, il presidente deve notificarla immediatamente l’Assemblea nazionale, e quando questi richiede la revoca della legge marziale con il consenso della maggioranza dei suoi membri, il presidente è obbligato a revocarla. Nell’Assemblea nazionale, il partito del presidente Yoon Suk-yeol è in minoranza, quindi è possibile che il provvedimento del presidente venga bocciato.


Tra le precedenti proclamazioni della legge marziale, dalla fondazione della Corea del Sud nel 1948, figurano la ribellione di Yeosu-Suncheon e la Guerra di Corea. Dopo gli anni ’60, la legge marziale è stata dichiarata più volte per sedare l’opposizione politica, un comportamento che è visto come un abuso dello strumento dai giuristi.

Sudcorea, presidente proclama lo stato d’emergenza

Sudcorea, presidente proclama lo stato d’emergenzaRoma, 3 dic. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha dichiarato oggi lo stato di emergenza. In una dichiarazione urgente tenutasi presso l’ufficio presidenziale di Yongsan, il presidente Yoon ha annunciato: “Proclamo lo stato di emergenza per sradicare le forze pro-Nord e proteggere l’ordine costituzionale della libertà”. Lo riferiscono i media sudcoreani.


“Attraverso questo stato di emergenza, ricostruiremo e difenderemo la Repubblica di Corea libera, che sta precipitando verso la rovina”, ha detto ancora Yoon. “A tal fine, eliminerò senza indugio i principali responsabili di questa rovina e le forze anti-statali che si sono macchiate di atti malvagi”. Yoon ha sostenuto che “si tratta di una misura inevitabile per garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini, nonché la sostenibilità del Paese, di fronte ai movimenti delle forze anti-statali che mirano a sovvertire il sistema, e per lasciare alle generazioni future una nazione stabile e giusta”.


Il presidente sudcoreano ha assicurato che eliminerà “le forze anti-statali il più rapidamente possibile” e “normalizzerà” il Paese”. E ha proseguito: “Pur riconoscendo che la proclamazione dello stato di emergenza potrebbe causare qualche disagio ai cittadini rispettosi dei valori costituzionali della Repubblica di Corea, farò del mio meglio per ridurre al minimo questi disagi”. Il presidente Yoon ha spiegato che “questa misura è inevitabile per garantire la continuità della Repubblica di Corea libera” e ha ribadito che “non ci sarà alcun cambiamento nell’impegno del Paese verso le sue responsabilità e contributi nella comunità internazionale”.


Infine, ha rivolto un appello ai cittadini: “Come presidente, chiedo con tutto il cuore la vostra fiducia. Mi dedicherò completamente a proteggere la Repubblica di Corea libera. Confidate in me”.

Usa schiereranno nel nordest del Giappone F-35A dal 2026

Usa schiereranno nel nordest del Giappone F-35A dal 2026Roma, 2 dic. (askanews) – L’esercito Usa inizierà a dispiegare i caccia F-35A nel nord-est del Giappone nella primavera del 2026. Lo scrive oggi l’agenzia di stampa Kyodo.


Il dispiegamento pianificato dei caccia presso la base aerea di Misawa, nella Prefettura di Aomori, nel Giappone nordorientale, fa parte degli sforzi di Washington per modernizzare gradualmente le sue risorse militari in Asia orientale, in risposta alle crescenti sfide di sicurezza regionale poste da Cina, Corea del Nord e Russia. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato a luglio che 36 caccia F-16 destinati al ritiro presso la base di Misawa saranno sostituiti da 48 F-35A, anche se non ha ancora ufficialmente comunicato una data precisa.


La pista della base di Misawa è utilizzata congiuntamente dall’esercito statunitense e dalla Forza di Autodifesa Aerea del Giappone, che già dal 2018 ha iniziato a schierare F-35A nella base per affrontare le violazioni dello spazio aereo e svolgere attività di sorveglianza sulla Corea del Nord.

Cina dispiega navi e aerei nel Mar cinese meridionale

Cina dispiega navi e aerei nel Mar cinese meridionaleRoma, 28 nov. (askanews) – Il Comando di teatro meridionale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha annunciato oggi di aver organizzato pattugliamenti di prontezza al combattimento con forze navali e aeree nelle acque territoriali e nello spazio aereo dell’Isola di Huangyan (Secche di Scarborough), nel Mar cinese meridionale.


Questi pattugliamenti “mirano a salvaguardare con determinazione la sovranità e la sicurezza nazionale, mantenendo la pace e la stabilità nella regione del Mar cinese meridionale”, si legge nella dichiarazione. La Cina rivendica qualcosa come l’80% di questa area dell’Oceano Pacifico. Negli ultimi mesi, particolarmente intense sono le frizioni con le Filippine.

Trump e l’Asia: preoccupazione dopo le prime nomine

Trump e l’Asia: preoccupazione dopo le prime nomineRoma, 28 nov. (askanews) – L’Asia si prospetta come il fulcro del secondo mandato della presidenza Trump negli Usa, così come fu il primo, e il presidente eletto sta delineando la sua squadra per affrontare la questione centrale dei rapporti economico-commerciali con la Cina. E le prime nomine suscitano preoccupazione non solo a Pechino, ma anche nelle capitali amiche della regione.


Trump torna al potere dopo quattro anni, con uno scenario molto cambiato rispetto all’inizio del primo mandato, quando dové imprimere una forte sterzata protezionista a una situazione internazionale fortemente globalizzata. Oggi, il protezionismo è maggiormente interiorizzato e i quattro anni con Joe Biden alla Casa bianca, per quanto riguarda la Cina, non hanno segnato una vera modifica nelle politiche Usa. Anzi, l’amministrazione Biden ha firmato importanti leggi per investire nella manifattura americana e ha imposto vari controlli sulle esportazioni e sul commercio per contenere i progressi tecnologici della Cina.


Le prime nomine di Trump danno l’idea di un’amministrazione fortemente ostile alla Cina. Il prossimo segretario di Stato Marco Rubio e il futuro segretario alla Difesa Pete Hegseth sono stati fortemente critici nei confronti di Pechino. Altrettanto il prossimo consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz. A gestire l’aspetto economico-commerciale, però, saranno il futuro segretario al Commercio Howard Lutnick e il nuovo rappresentante per il Commercio Usa Jamieson Greer (confermato dal primo mandato di Trump), noto per avere un approccio duro sui dazi.


Tuttavia, a dispetto di quanto suggeriscono queste nomine, nessuno si azzarderebbe a scommettere su quali saranno le decisioni di Trump, che è uno dei leader più imprevedibili della storia americana. Sul fronte delle “colombe” si dovrebbe collocare il prossimo segretario al Tesoro Scott Bessent e diversi analisti si chiedono quale ruolo potrà avere Elon Musk, che si sta comportando da consigliere del futuro presidente, oltre alla nomina del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE), affiancato dal miliardario Vivek Ramaswamy.


Musk ha forti interessi in Cina e Tesla, la principale azienda della galassia Musk, produce una parte significativa dei suoi ricavi proprio in Cina. Ma l’Asia non è solo Cina. Trump nel primo mandato mise nel mirino dei suoi dazi anche altri paesi, che fossero alleati o meno. Vietnam, Giappone e Corea del Sud, ma anche Thailandia e Taiwan potrebbero diventare potenziali bersagli. In questo senso, questi paesi potrebbero essere costretti a scelte difficili tra Usa e Cina. Una polarizzazione più estrema tra Pechino e Washington potrebbe costringere diversi paesi asiatici a una scelta più netta, anche sul fronte commerciale. Ma, nello stesso tempo, la politica dei dazi potrebbe costringere paesi strettamente legati agli Usa – Giappone, Corea del Sud, Taiwan – a ragionare sul proprio approccio commerciale a Pechino. Al momento, nessuno si sbilancia. Anche perché mancano alcune nomine cruciali, per quanto meno visibili di quelle già indicate. Per esempio, il sottosegretario al Tesoro per gli affari internazionali ha un ruolo centrale nei rapporti commerciali con Pechino e il sottosegretario al Commercio per l’industria e la sicurezza gestisce i controlli sulle esportazioni.

La Cina assedia il “Mare della morte” con una cintura di alberi

La Cina assedia il “Mare della morte” con una cintura di alberiRoma, 28 nov. (askanews) – La Cina ha chiuso d’assedio del deserto del Taklamakan – il secondo più grande deserto mobile del mondo, conosciuto come “Mare della morte” e raccontato già da Marco Polo – con una cintura di alberi e arbusti, per cercare di mettere sotto controllo le tempeste di sabbia. Lo hanno segnalato oggi i media statali di Pechino.


L’”incircling” del deserto del Taklamakan, situato nella regione autonoma uigura dello Xinjiang, nel nord-ovest della Cina, un’area grande quanto la Germania, è stato progettato per prevenire le tempeste di sabbia, proteggere le infrastrutture locali e promuovere opportunità economiche regionali. La cintura verde, lunga 3.050 km è stata completata oggi, dopo che l’ultimo lotto di diverse specie di vegetazione è stato piantato nella contea di Yutian, al confine meridionale del deserto.


I deserti mobili, come il Taklamakan, sono caratterizzati da dune di sabbia mosse dal vento e da frequenti tempeste di sabbia, che possono influenzare il clima, l’agricoltura e la salute umana. Circa l’85% dei 337.600 kmq del deserto è coperto da dune mobili. “L’azione del vento e della sabbia ai bordi del deserto è estremamente forte, e le dune di sabbia si espandono verso l’esterno”, ha dichiarato Lei Qiang, ricercatore presso l’Istituto di ecologia e geografia dell’Accademia cinese delle scienze dello Xinjiang.


Lei ha affermato che l’iniziativa per “bloccare” i bordi del deserto utilizzando cinture verdi e misure di controllo delle sabbie basate sull’energia solare, come i pannelli solari, proteggerà l’ecologia e al tempo stesso salvaguarderà ferrovie e strade. Ci sono voluti 40 anni per costruire i primi 2.761 km della cintura verde. Nel novembre dello scorso anno, sono stati avviati i lavori per completare gli ultimi 285 km intorno al deserto, secondo l’emittente statale CCTV.


Un esercito di 600.000 persone ha lavorato per piantare specie come pioppo del deserto, salice rosso e saxaul per completare l’ultimo tratto della cintura.