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Nordcorea: vendita elicotteri Usa a Seoul deliberata provocazione

Nordcorea: vendita elicotteri Usa a Seoul deliberata provocazioneRoma, 23 ago. (askanews) – La Corea del Nord ha denunciato oggi la decisione Usa di autorizzare la potenziale vendita di elicotteri da guerra Apache alla Corea del Sud come un atto “provocatorio che mina deliberatamente ad aumentare l’instabilità nella regione”.


“Questo è un atto provocatorio e sconsiderato che aumenta deliberatamente l’instabilità della sicurezza nella regione”, si legge in una dichiarazione attribuita a un funzionario nordcoreano dall’agenzia di stampa di stato KCNA. “Gli Stati Uniti stanno diventando sempre più attivi nelle loro vendite di armi al Giappone, alla Repubblica di Corea e ad altri alleati nella regione Asia-Pacifico, e questa è una sfida alla sicurezza nella regione che non può essere ignorata”, continua la dichiarazione. Washington ha annunciato all’inizio di questa settimana la decisione di approvare una proposta di vendita alla Corea del Sud di 36 elicotteri d’attacco AH-64E Apache e altri materiali per un valore di 3,5 miliardi di dollari.


“Poiché gli Stati Uniti sono determinati a fornire materiale bellico e attrezzature letali ai loro alleati nella regione, la deterrenza strategica della Repubblica democratica popolare di Corea (nome ufficiale della Corea del Nord, ndr.) sarà ulteriormente rafforzata per proteggere la sicurezza nazionale e gli interessi e la pace regionale” ha aggiunto il funzionario. Seoul e Washington hanno lanciato lunedì la loro esercitazione annuale “Ulchi Freedom Shield”, della durata di 11 giorni, con l’obiettivo di rafforzare la loro prontezza difensiva congiunta contro le crescenti minacce militari della Corea del Nord.

Corsa per premiership Giappone, Koizumi jr. favorito da elettori

Corsa per premiership Giappone, Koizumi jr. favorito da elettoriRoma, 23 ago. (askanews) – I giapponesi sembrano volere un rinnovamento, quanto meno generazionale, alla testa del paese. Secondo un sondaggio condotto dal Nikkei e da TV Tokyo, il giovane ex ministro dell’Ambiente Shinjiro Koizumi – figlio dell’ex primo ministro Junichiro Koizumi – appare in vantaggio nelle preferenze degli elettori per la corsa a succedere al primo ministro Fumio Kishida a settembre.


Koizumi jr. – 43 anni – è ritenuto essere uno dei possibili concorrenti a prendere le redini del Partito liberaldemocratico nelle elezioni interne che si terranno il 27 settembre, dopo che Kishida ha annunciato che non concorrerà. Nel sistema giapponese, il leader del partito di maggioranza – in questo caso il Partito liberaldemocratico – diventa in maniera quasi automatica anche primo ministro. Nel sondaggio, Koizumi è stato considerato come la scelta migliore per il 23% degli interpellati, seguito dall’ex segretario generale del partito Shigeru Ishiba (che già ha tentato per quattro volte senza successo la scalata) con il 18%. In un precedente sondaggio tenuto a luglio, Ishiba era risultato il favorito. Staccata invece all’11% la ministra per la Sicurezza economica Sanae Takaichi.


Questi sondaggi, pur rappresentando un indicatore, non segnano un fatto decisivo nella corsa. L’elezione interna, infatti, non è un’elezione primaria, ma una procedura e voto ristretto e con regole piuttosto bizantine. I candidati devono prima di tutto presentarsi con 20 firme di parlamentari del partito entro due settimane prima del voto. Dopodiché il leader viene scelto con un voto a doppio turno, fissato per il 27 settembre. Nel primo votano esclusivamente i membri della Dieta, il parlamento nipponico. Se nessuno dei candidati raggiunge la maggioranza assoluta, si effettua un ballottaggio allargato tra i due primi eletti, in cui votano di nuovo i parlamentari e un rappresentante per ogni articolazione prefettizia del partito. Questo tipo di elezione dà una fondamentale importanza alle fazioni (habatsu) del Partito liberaldemocratico, più che alla più ampia base elettorale.


(Immagine tratta dal profilo X di Shinjiro Koizumi)

Discorso alla Convention, Harris ha esposto la sua politica estera

Discorso alla Convention, Harris ha esposto la sua politica esteraRoma, 23 ago. (askanews) – Una politica estera non accondiscendente, che punta a mantenere il primato Usa e non intende lasciare margini a sistemi autoritari. E che dice senza mezzi termini: “L’America, non la Cina vincerà la competizione per il XXI secolo”. Queste le tracce di quale sarà l’approccio al mondo esterno di Kamala Harris, se diventerà presidente degli Stati uniti.


Nel suo discorso di accettazione della nomina presidenziale del Partito democratico alla Convention di Chicago, Kamala Harris ha dedicato una parte del discorso alla politica internazionale, ribadendo il sostegno all’Ucraina nel conflitto con la Russia e il sostegno al diritto alla difesa di Israele, definendo però “devastante” quanto accaduto a Gaza dopo il 7 ottobre e confermando la richiesta di arrivare a un cessate-il-fuoco. E’ la prima volta che Harris mette sul piatto in maniera complessiva le sue idee di politica estera in questa campagna elettorale, visto anche che in precedenza il compito era sostanzialmente assolto dal presidente Joe Biden, il quale ha una lunga esperienza sul campo, e visto che temi come Israele e Palestina sono considerati divisivi nel campo democrartico.


Certamente urticante per Pechino è stata l’affermazione di Kamala Harris, secondo la quale farà in modo che “l’America, non la Cina, vinca la competizione per il XXI secolo”, facendo riferimento ai settori più avanzati delle tecnologie e al tema della leadership internazionale. Una smentita – di fatto in diretta – di Donald Trump, che mentre Harris parlava, postava furiosamente sul suo social media Truth Social che la rivale “non ha menzionato la Cina, non ha menzionato il fracking, non ha menzionato l’energia, non ha menzionato in maniera sensata la Russia e l’Ucraina, non ha menzionato i tanti temi che stanno distruggendo il nostro paese”.


Invece il discorso di Harris sulla politica estera è stato molto più aggressivo di quanto non si prevedesse. Aggressivo e caustico nei confronti di Trump, accusato di aver flirtato nel suo mandato con i regimi autoritari. “Non mi avvicinerò ai tiranni e ai dittatori come Kim Jong Un, che tifano per Trump,” ha detto Harris. “Perché – ha aggiunto – sanno che è facile manipolarlo con l’adulazione e i favori. Sanno che Trump non giudica severamente gli autocrati, perché vuole essere egli stesso un autocrate”. Invece, suo obiettivo da presidente sarà quello di stare dalla parte dei valori della democrazia, perché “nell’eterna lotta tra democrazia e tirannia, so da che parte stare e quale sia la parte degli Stati uniti d’America”. Una parte che è anche quella degli alleati della Nato, ha chiarito ancora Harris, ribadendo che continuerà a sostenere fermamente l’Ucraina e gli alleati. In questo senso sa di colpire duro Trump, che sul tema del rapporto con Vladimir Putin finora nella campagna è stato ambiguo e, rispetto alla Nato, nel suo mandato precedente ha creato una situazione non particolarmente favorevole.


Forse il punto più delicato per Harris è proprio quello del Medio Oriente, stretta com’è tra le proteste dei pro-Palestina del suo partito (e fuori dalla Convention era in corso un sit-in mentre parlava) e le accuse di essere anti-Israele che arrivavano dallo stesso Trump (“Lei ODIA Israele”, ha postato l’ex presidente su Truth Social). Il tutto mentre l’amministrazione Biden cerca di sostenere l’ipotesi di un cessate-il-fuoco in cambio della restituzione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas dal blitz in Israele del 7 ottobre. Harris ha detto che, da presidente, farà sempre in modo che Israele possa difendersi, “perché il popolo di Israele non deve mai più affrontare l’orrore causato dall’organizzazione terroristica Hamas il 7 ottobre, inclusa la violenza sessuale indicibile e il massacro di giovani a un festival di musica”. Nello stesso tempo, però, ha detto che “ciò che è accaduto a Gaza negli ultimi 10 mesi è devastante”, riferendosi all’attacco israeliano contro Gaza per sradicare Hamas, in cui sono morti finora più di 40mila palestinesi,secondo il ministero della salute di Gaza controllato da Hamas. La candidata ha detto che lei e Biden stanno lavorando per porre fine alla guerra in modo che “Israele sia sicuro, gli ostaggi vengano rilasciati, la sofferenza a Gaza finisca e il popolo palestinese possa realizzare il suo diritto alla dignità, sicurezza, libertà e autodeterminazione”.

Protesta “solenne” Cina dopo incontro funzionari Usa-Dalai Lama

Protesta “solenne” Cina dopo incontro funzionari Usa-Dalai LamaRoma, 22 ago. (askanews) – La Cina ha protestato “solennemente” con gli Stati uniti avvertendoli di non favorire le tedenze “separatiste” del Dalai Lama, il leader spirituale tibetano che ha avuto un incontro nelle ultime ore a New York – dove l’esponente religioso sta curandosi dopo un intervento chirurgico – con alcuni alti funzionari americani.


“La Cina si oppone fermamente a qualsiasi paese che consenta al Dalai Lama di visitarlo sotto qualsiasi pretesto e si oppone fermamente a qualsiasi incontro tra funzionari governativi di qualsiasi paese e il Dalai Lama in qualsiasi forma”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning durante una conferenza stampa regolare giovedì. Pechino – ha contiunuato – “ha presentato proteste solenni agli Stati uniti. La nomina di un cosiddetto coordinatore speciale per le questioni tibetane costituisce un’interferenza negli affari interni”, ha aggiunto, sottolineando che Pechino non riconosce la posizione di coordinatore.


“Non permettete al Dalai Lama di svolgere attività politiche separatiste negli Stati uniti e non intrattenete alcun contatto con lui in nessuna forma”, ha aggiunto rivolgendosi direttamente agli Usa. L’89enne leader spirituale del buddismo tibetano è in visita a a New York e ha incontrato la coordinatrice speciale per la questione tibetana, sottosegretaria di Stato Uzra Zeya, oltre che la direttrice per i diritti umani della Casa bianca, Kelly Razzouk. L’incontro – secondo il Dipartimento di Stato – “ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti a promuovere i diritti umani dei tibetani”.

Fukushima, TEPCO interrompe estrazione materiale radioattivo

Fukushima, TEPCO interrompe estrazione materiale radioattivoRoma, 22 ago. (askanews) – La Tokyo Electric Power Co. (TEPCO), proprietaria della centrale nucleare di Fukushima teatro nel 2011 del peggiore incidente atomico della storia dopo quello di Cernobyl, ha dovuto sospendere l’attività senza precedenti di estrazione del combustibile nucleare fuso da uno dei reattori della centrale, a causa di una serie di problemi individuati durante i preparativi. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.


Si tratta di un rovescio per il programma di smantellamento di Fukushima Daiichi, che durerà ancora decenni. La TEPCO non ha potuto specificare quando potrà fare un nuovo tentativo, dopo aver sospeso l’operazione stamani in seguito all’identificazione di errori di configurazione nel dispositivo di recupero dei detriti. “È meglio procedere con il lavoro in modo sicuro e graduale piuttosto che affrettarsi,” ha dichiarato il presidente di TEPCO, Tomoaki Kobayakawa, ai giornalisti.


Il tentativo mira a recuperare solo pochi grammi di detriti di combustibile dall’unità No. 2 in circa due settimane. TEPCO ha scelto il reattore No. 2 come il primo da cui iniziare il lavoro di recupero, poiché la situazione all’interno è più chiara rispetto agli altri reattori, essendo l’unico tra i tre reattori interessati alla fusione del materiale radioattivo a non aver subito anche un’esplosione di idrogeno.


Secondo il piano, TEPCO spera di recuperare fino a 3 grammi di detriti utilizzando un dispositivo telescopico dotato di uno strumento di presa. Il dispositivo può estendersi fino a 22 metri e accedere ai detriti attraverso un punto di penetrazione nel contenitore primario di contenimento. Si stima che nei reattori 1, 2 e 3 della centrale nucleare di permangano ancora circa 880 tonnellate di detriti prodotto della fusione del combustibile nucleare con le strutture circostanti, in seguito all’incidente causato dal devastante terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011.


Questi detriti continuano a emettere radiazioni estremamente elevate, rendendo inimmaginabile l’avvicinamento da parte di esseri umani. Ciò rende al momento impossibile anche la dismissione completa della centrale a oltre 13 anni dall’incidente. La scorsa settimana l’Autorità regolatoria per il nucleare giapponese ha dato il suo via libera all’operazione, dichiarando che non vi sarebbero problemi di sicurezza dopo aver condotto leispezioni preliminari sull’attrezzatura. L’operazione che avrebbe dovuto aver luogo oggi era inizialmente prevista per il 2021, ma è stata più volte rimandata. Secondo il programma di smantellamento stabilito dal governo e da TEPCO, la rimozione dei detriti sarà la terza e ultima fase del processo, che si prevede durerà tra i 30 e i 40 anni. Il dispositivo tubolare deve essere inserito nel reattore attraverso un punto di penetrazione situato sul lato del contenitore del reattore, che ha un diametro interno di circa 55 cm e una lunghezza di circa 2 metri. Secondo TEPCO, la rimozione dei detriti inizierà ufficialmente una volta che il dispositivo avrà superato una “valvola di isolamento” installata appena prima del punto di penetrazione. Questa valvola blocca la fuoriuscita di materiale radioattivo dal contenitore. Più avanti si trova un binario di circa 7,2 metri collegato alla base del recipiente a pressione del reattore, dove si trovano i detriti. Una volta raggiunto questo binario, un braccio situato all’estremità del tubo ruoterà verso il basso per spostarsi verso la base. L’estremità del tubo è dotata di una pinza metallica a due punte per afferrare i detriti. Dopo essere entrata nella base, la pinza sarà abbassata verso i detriti sul fondo per recuperare meno di 3 grammi. Il tubo sarà poi estratto dal contenitore del reattore seguendo lo stesso percorso, e i detriti saranno collocati in una scatola di trasporto, che verrà poi trasferita tramite un carrello in una “glove box” nucleare, progettata per la manipolazione di materiale radioattivo all’interno dell’edificio del reattore. Dopo aver misurato i livelli di radiazione e altri parametri all’interno della scatola, i detriti saranno trasferiti in un contenitore di trasporto per essere portati in un impianto di analisi nella vicina prefettura di Ibaraki. (Immagine tratta dal sito internet della TEPCO)

Russia-Cina: rafforzamento cooperazione in settore gas-petrolio

Russia-Cina: rafforzamento cooperazione in settore gas-petrolioRoma, 22 ago. (askanews) – La Russia e la Cina hanno concordato di sviluppare la loro collaborazione nel campo della produzione e del trasporto di petrolio, gas e carbone, oltre a sostenere la costruzione di oleodotti e gasdotti. Lo si apprende dal comunicato congiunto odierno successivo alla riunione dei primi ministri di Russia e Cina Mikhail Mishustin e Li Qiang.


“Le parti – si legge nel comunicato congiunto – hanno concordato di approfondire la cooperazione multisfaccettata nell’esplorazione, produzione, trasformazione e trasporto di petrolio, gas (incluso il Gnl) e carbone; sostenere la costruzione e il funzionamento stabile degli oleodotti e gasdotti russo-cinesi; promuovere la cooperazione nell’ambito dei progetti di liquefazione del gas naturale; sviluppare la cooperazione nel settore dell’energia elettrica; fornire assistenza ai progetti energetici esistenti e supportare lo sviluppo di nuovi progetti energetici, compresi quelli transfrontalieri”.

Sudcorea, procura assolve First Lady per lo scandalo della borsetta

Sudcorea, procura assolve First Lady per lo scandalo della borsettaRoma, 21 ago. (askanews) – Lo scandalo della borsetta in Corea del Sud, almeno da un punto di vista giudiziario, sembra destinato a non avere seguito. Un team di investigazione della procura ha deciso di assolvere la first lady Kim Keon Hee dalle accuse relative all’accettazione di una borsa Dior da un pastore coreano-americano nel 2022. Lo segnala l’agenzia di stampa Yonhap.


Il team dell’ufficio della Procura distrettuale centrale di Seoul (SCDPO), incaricato del caso della First Lady, ha recentemente riferito la decisione a Lee Chang-soo, capo del SCDPO, e Lee prevede di riferirlo presto al procuratore generale Lee One-seok, hanno aggiunto i funzionari. Il rapporto al Procuratore Generale è previsto per giovedì, hanno aggiunto.


La divisione del SCDPO ha concluso che non è possibile perseguire Kim per violazione della legge anti-corruzione in relazione alle accuse di aver ricevuto illegalmente la borsa di lusso del valore di circa 3 milioni di won (poco più di 2mila euro) e altri regali costosi dal pastore Choi Jae-young due anni fa. La decisione è arrivata circa quattro mesi dopo che il Procuratore Generale ha ordinato di istituire un team di investigazione speciale per il caso.


Il team investigativo ha anche concluso che la borsa ricevuta da Choi sembra non avere alcuna rilevanza con le funzioni del marito della first lady, il presidente Yoon Suk Yeol. La figura della First Lady in Sudcorea non ha specifiche mansioni politiche. Il team ha considerato la borsa come un regalo scambiato tra individui per esprimere gratitudine, tenendo conto delle circostanze e delle presunte richieste di favori da parte di Choi nei confronti di Kim, incluso quello di garantire la futura sepoltura dell’ex rappresentante coreano-americano della Camera dei Rappresentanti degli Stati uniti, Jay Chang Joon Kim, in un cimitero nazionale.


Il principale partito di opposizione, il Partito democratico (DP), ha criticato la decisione, accusando il team investigativo di essere indulgente con Yoon e la First Lady.

Soldato nordcoreano riesce ad attraversare confine e scappa al Sud

Soldato nordcoreano riesce ad attraversare confine e scappa al SudRoma, 20 ago. (askanews) – Un soldato nordcoreano è riuscito oggi ad attraversare il confine verso la Corea del Sud, in un momento di alta tensione le due Coreee di alto livello reciproco di propaganda. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


L’esercito sudcoreano ha rilevato il soldato a nord della Linea di demarcazione militare all’interno della Zona smilitarizzata (DMZ) che separa le due Coree, nella sezione orientale del confine, e ha condotto un’operazione per aiutarlo a raggiungere il Sud. Il soldato nordcoreano, vestito con un’uniforme, si ritiene abbia camminato verso sud attraverso un sentiero situato vicino alla strada di Donghae lungo la costa orientale, una delle due rare strade che collegano le due Coree, dove il Nord ha installato mine e rimosso i lampioni.


Gli Stati maggiori congiunti sudcoreani hanno confermato la defezione del soldato, che si ritiene fosse un sergente maggiore, e hanno dichiarato che le autorità competenti stanno conducendo un’indagine su come si sia svolta la defezione. Non sono stati forniti ulteriori dettagli sul disertore. Finora non sono stati rilevati movimenti insoliti da parte dell’esercito nordcoreano, hanno aggiunto i JCS.


La defezione è avvenuta appena 12 giorni dopo che un residente nordcoreano ha disertato verso il Sud attraversando la zona neutrale dell’estuario del fiume Han, situato a ovest del confine terrestre intercoreano. La Corea del Sud sta diffondendo in questi giorni trasmissioni anti-Pyongyang su larga scala, che includono notizie e musica K-pop, ogni giorno attraverso altoparlanti lungo il confine, da metà luglio, in risposta ai ripetuti lanci di palloni contenenti spazzatura da parte del Nord.


Si dice che la campagna di altoparlanti abbia incluso notizie sulla defezione di un ex diplomatico nordcoreano presso l’ambasciata di Pyongyang a Cuba, oltre a un messaggio che esorta i soldati nordcoreani a fuggire dalle loro “vite da schiavi”. Si ritiene che le trasmissioni siano udibili nelle aree di prima linea del Nord, dove le truppe sono state dispiegate da aprile per piantare mine ed erigere muri presumibilmente come barriere anticarro, come parte degli sforzi per dissuadere i residenti e i soldati nordcoreani dall’attraversare il confine. La Corea del Nord ha lanciato più di 3.600 palloni di spazzatura dal 28 maggio, in risposta ai palloni che trasportano volantini anti-Pyongyang fatti volare dai disertori nordcoreani in Corea del Sud. Nella prima metà dell’anno il numero di disertori nordcoreani arrivati nel Sud ha raggiunto quota 105, in leggero aumento rispetto ai 99 dell’anno precedente.

Taiwan testa i suoi missili contro eventuale attacco Cina

Taiwan testa i suoi missili contro eventuale attacco CinaRoma, 20 ago. (askanews) – Le forze di Taiwan hanno messo oggi in mostra la loro potenza missilistica in un’esercitazione a fuoco vivo mirata a simulare il contrasto a potenziali attacchi aerei e marittimi da parte dell’Esercito popolare di liberazione della Cina. Lo segnala oggi il South China Morning Post.


L’esercitazione annuale si è svolta martedì presso la base di Jiupeng, un sito sensibile situato sulla costa sudorientale dell’isola, nella contea di Pingtung. Per la prima volta in 12 anni, l’esercitazione è stata aperta ai media. Durante l’esercitazione, sono stati lanciati almeno tre tipi di missili per simulare l’intercettazione di aerei da guerra e munizioni.


I media taiwanesi hanno mostrato il lancio di due missili superficie-aria Patriot PAC-II di fabbricazione statunitense, utilizzati per testare le loro capacità di intercettazione. Successivamente, è stato lanciato un missile superficie-aria Tien Kung-III (Sky Bow-III), prodotto a Taiwan e progettato per distruggere missili da crociera in arrivo. Inoltre, un missile RIM-66 Standard a medio raggio è stato lanciato da una fregata taiwanese al largo delle coste durante l’esercitazione.


Tutti i missili hanno colpito i loro obiettivi presso la base di Jiupeng, dove il principale produttore di armi dell’isola, il National Chung-Shan Institute of Science and Technology, testa i suoi missili. Secondo i media taiwanesi, prima del lancio dei quattro missili, l’esercito ha testato anche una versione estesa del Hsiung Feng II-E, un missile da crociera superficie-superficie sviluppato dal Chung-Shan Institute.


Lo sviluppo del sistema missilistico Hsiung Feng II-E (Brave Wind II-E) è stato mantenuto segreto dalle forze armate dell’isola, poiché si tratta di una delle armi di contrattacco che verrebbero utilizzate in caso di conflitto attraverso lo stretto di Taiwan. Con una gittata di almeno 1.000 km, il missile potrebbe raggiungere le aree del delta del fiume Yangtze e del fiume delle Perle nella Cina continentale.

Giappone, corsa per succedere a Kishida si prevede affollata

Giappone, corsa per succedere a Kishida si prevede affollataRoma, 20 ago. (askanews) – La corsa per diventare prossimo primo ministro del Giappone, attraverso il passaggio obbligato delle elezioni interne del Partito liberaldemocratico di maggioranza, sembra essere come quelle tappe dei tour ciclistici in pianura, quando numerosi concorrenti corrono in un gruppo compatto. Sono almeno 11, almeno finora, gli aspiranti che si sono fatti avanti da quando il premier attuale, Fumio Kishida, ha annunciato l’intenzione di lasciare il timone.


Nel sistema giapponese il leader del partito di maggioranza diventa automaticamente il primo ministro. Il Partito liberaldemocratico (Jiminto) andrà alle elezioni il 27 settembre, in un momento di pesante crisi di credibilità dopo che questa è stata minata da una serie di scandali. Tali scandali hanno portato l’esecutivo Kishida a un livello di consenso attorno al 20%, secondo i sondaggi, e questo ha spinto il capo dell’esecutivo a fare una scelta di rottura, probabilmente anche in seguito a un intenso lavorìo dietro le scene all’interno della formazione politica che governa il Giappone in maniera quasi ininterrotta dagli anni ’50 del secolo scorso. Kishida, secondo quanto riferisce oggi l’agenzia di stampa Kyodo, ha segnato oggi il percorso che porterà al voto, chiedendo agli aspiranti candidati di dare un segnale di rinnovamento per consentire al partito di rianimarsi. La campagna elettorale interna durerà 15 giorni, il voto è fissato definitivamente per il 27 settembre.


“L’elezione sarà un’opportunità per mostrare un partito riformato”, ha detto Kishida, citato da un alto parlamentare durante una riunione del partito, secondo Kyodo. Kishida, il cui mandato di tre anni come presidente del partito scade alla fine di settembre, ha annunciato la scorsa settimana che non cercherà la rielezione, esprimendo l’opinione che il partito abbia bisogno di un nuovo inizio. “Ciò che è più importante – ha continuato – è assicurarsi di fare una politica che sia in sintonia con la gente”.


Non sarà un lavoro facile per il prossimo leader. Dopo l’uccisione dell’ex premier Shinzo Abe, personalità forte del partito, il Jiminto è stato investito prima dallo scandalo sulle relazioni di diversi parlamentari con la Chiesa dell’Unificazione, il gruppo religioso contro il quale l’assassino di Abe si era scagliato. Poi, una serie di vicende relative a gestioni irregolari dei fondi politici da parte di esponenti del partito hanno contribuito a rendere la situazione ancor più precaria per il partito. L’opposizione al momento non sembra ancora avere né la forza né l’unità per lanciare la sfida ai liberaldemocratici. Il Partito costituzionale democratico, principale formazione di minoranza, andrà al voto per la leadership il 23 settembre.


L’ex ministro della sicurezza economica Takayuki Kobayashi è stato il primo lunedì a candidarsi per la presidenza del partito di Kishida. Ha 49 anni e spera di rappresentare l’istanza del rinnovamento, promettendo anche di liberarsi dalle dinamiche delle fazioni interne del partito. Altre ipotesi nel segno del rinnovamento sono l’ex ministro 43enne dell’Ambiente Shinjiro Koizumi (figlio del popolare ex premier Junichiro Koizumi) e la ministra dela Sicurezza economica Sanae Takaichi, che se vincesse sarebbe la prima premier donna della storia del Giuappone. Tuttavia, per i media nipponici il favorito sembra essere l’ex ministro della Difesa Shigeru Ishiba, 67 anni, che ancora non dichiara apertamente la sua candidatura. Per quattro volte Ishiba ha tentato in passato di diventare leader del partito e non ce l’ha fatta. Questa potrebbe essere la volta giusta per lui. Tra i membri di spicco del gabinetto Kishida che potrebbero entrare nella corsa ci sono il portavoce del governo giapponese Yoshimasa Hayashi, il ministro del Digitale ed ex ministro degli Estero Taro Kono, l’attuale ministra degli Esteri Yoko Kamikawa e il ministro dell’Industria Ken Saito. Ognuno di loro, per essere ufficialmente candidato, dovrà raccogliere almeno 20 firme di presentazione di parlamentari. I votanti il 27 settembre saranno 734, la metà sono parlamentari e l’altra metà saranno iscritti di base del partito.