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Giappone, terremoto Marina: sanzioni per incauto trattamento segreto

Giappone, terremoto Marina: sanzioni per incauto trattamento segretoRoma, 12 lug. (askanews) – Un terremoto è in corso nelle forze armate giapponesi e, in particolare, nelle Forze di autodifesa marittima, cioè la marina. Il ministero della Difesa ha deciso di sanzionari 218 persone, tra le quali un viceminsitro e i vertici delle Forze di autodifesa, per una serie di irregolarità riguardo leggerezze nel trattamento di informazioni segrete di rilevanza per la sicurezza nazionale e la ricezione illegittima di indennità per immersioni subacquee.


“Devo prima di tutto scusarmi per aver causato preoccupazione ai cittadini”, ha detto il primo ministro Fumio Kishida, che è dovuto intervenire da Washington dove si trovava per il summit Nato. “Riconosciamo – ha continuato – che l’attuale ambiente di sicurezza è estremamente difficile e la difesa del nostro paese non può permettersi alcun errore. Il ministro della Difesa (Minoru Kihara) deve esercitare una forte leadership per riorganizzare rapidamente il ministero della Difesa e le Forze di Autodifesa, e garantire un sistema di difesa impeccabile. Deve impegnarsi al massimo per riconquistare la fiducia del popolo giapponese”. Kihara, dal canto suo, ha convocato una conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio dei Ministri, nella quale ha dichiarato: “Le attività del Ministero della Difesa e delle Forze di Autodifesa si basano sulla fiducia del popolo giapponese. Tuttavia, questo incidente ha tradito la fiducia, cosa che non deve mai accadere. Come ministro della Difesa, porgo le mie più sentite scuse ai cittadini”. E ma aggiunto: “Per ripristinare la fiducia, è essenziale che non solo i dirigenti, ma ogni singolo membro delle Forze di Autodifesa si impegni con determinazione. Per questo motivo ho deciso di inviare un messaggio video rivolto a ciascun membro. Intendiamo implementare rigorose misure preventive per evitare che tali incidenti si ripetano, lavorando uniti come Ministero della Difesa e Forze di Autodifesa per riconquistare la fiducia del popolo”.


Riguardo alla sostituzione del capo di stato maggiore della Marina, inoltre, il ministro ha dichiarato: “Considerando i vari incidenti avvenuti all’interno della Marina, ho ritenuto necessario riorganizzare la struttura con una nuova leadership. Sento profondamente la responsabilità di aver compromesso la fiducia del pubblico e ho deciso di restituire volontariamente un mese del mio stipendio di ministro della Difesa”. Secondo il Ministero della Difesa, le violazioni e le irregolarità riguardano la gestione delle informazioni segrete di sicurezza nazionale, la ricezione di indennità per immersioni subacquee, il consumo di pasti gratuiti forniti alle unità e casi di molestie sul luogo di lavoro.


La questione apparentemente più rilevante è quella riguardo le falle nel trattamento delle informazioni riservate: 58 violazioni sono state riscontrate tra le Forze di Autodifesa di terra, mare e aria, inclusa la possibilità per personale non autorizzato di accedere a dati sui movimenti delle navi in 38 unità della Marina. Per quanto riguarda l’indennità per immersioni subacquee, 62 membri della Marina, compresi ufficiali, hanno falsamente dichiarato di aver effettuato immersioni per ricevere indennità indebite. L’importo totale delle indennità ricevute illegalmente negli ultimi cinque anni e mezzo, a partire da aprile 2017 fino a ottobre dell’anno scorso, ammonta a circa 43 milioni di yen (247mila euro). Inoltre, 22 membri della Marina, compresi ufficiali, hanno consumato pasti gratuiti riservati solo ai membri residenti nelle basi, per un totale di circa 1,6 milioni di yen, poco più di 9mila euro, in tre anni fino a marzo dello scorso anno.


Altri tre funzionari di alto livello nel dipartimento responsabile della pianificazione delle politiche di difesa sono stati coinvolti in casi di molestie sul luogo di lavoro, con comportamenti intimidatori verso i subordinati. Il Ministero della Difesa ha preso misure disciplinari, inclusa la destituzione, contro 117 persone coinvolte in queste violazioni e irregolarità. Inoltre, un viceministro e il capo di stato maggiore delle Forze di Autodifesa sono stati ammoniti, portando il totale a 218 sanzioni. Il capo di stato maggiore della Forza di autodifesa marittima, Ryo Sakai, sarà sostituito il 19 di questo mese. Le “informazioni segrete specifiche” – oggetto delle violazioni – riguardano informazioni sulla sicurezza, come la difesa e la diplomazia, che richiedono particolare protezione. Queste informazioni sono designate da ministri o alti funzionari, e per trattarle è necessario superare una valutazione di idoneità. Secondo il Ministero della Difesa, ci sono state 58 violazioni relative alle “informazioni segrete specifiche”, di cui 45 riguardano la marina, 9 l’Aeronautica, 2 l’Esercito, e una ciascuna per il Comando Integrato e l’Ufficio Informazioni. Delle 45 violazioni della Marina, 38 sono avvenute su 38 navi, comprese le navi Aegis, unità di punta delle Forze di autodifesa nipponiche. La maggior parte delle violazioni riguarda l’assegnazione di personale che non aveva superato la valutazione di idoneità, a lavorare in “centri di comando e controllo” dove vengono trattate informazioni classificate come “segreti specifici”, relative ai movimenti delle navi. Il ministero della Difesa considera che permettere a personale non idoneo di accedere a queste informazioni equivale a una fuga di notizie. Tuttavia, la Marina apparentemente non aveva questa consapevolezza e non aveva fornito l’addestramento necessario, il che fa ritenere a una colpa più che un dolo, dovuta a carenze organizzative e non a una volontà di danneggiare la sicurezza nazionale. Inoltre, su alcune navi, vi era una carenza di personale nei “centri di comando e controllo”, il che ha portato a posizionare personale non idoneo in queste posizioni.

Giappone: preoccupa crescente collaborazione militare Cina-Russia

Giappone: preoccupa crescente collaborazione militare Cina-RussiaRoma, 12 lug. (askanews) – Il Giappone ha rilasciato oggi il suo annuale Libro bianco della difesa, un documento importante per comprendere le dinamiche della politica internazionale e strategica in Asia. In particolare, in questa edizione, il 2024 Defense White Paper segnala “grave preoccupazione” per le attività militari congiunte di Cina e Russia, oltre a ribadire che la Corea del Nord è più che mai una minaccia per la stabilità regionale.


In questo quadro, Tokyo vede nella relazione sempre più stretta con la Nato un atout per affrontare un contesto di maggiore rissosità regionale, che vede in teatri come quello di Taiwan i suoi principali punti caldi, anche nell’ottica di una crescente rivalità tra Pechino e gli Stati uniti. “Il nostro paese sta affrontando l’ambiente di sicurezza più duro e complesso del dopoguerra. Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le fondamenta delle regole che formano l’ordine internazionale sono state infrante con estrema facilità. Non si può escludere che in futuro possano verificarsi situazioni altrettanto gravi nella regione dell’Indo-Pacifico, in particolare nell’Asia orientale. Nella comunità internazionale si sta verificando un cambiamento storico dell’equilibrio di potere, con l’Indo-Pacifico al centro di questa trasformazione”, spiega il rapporto giapponese.


“La Cina sta rapidamente aumentando la sua forza militare e intensificando le attività nel Mar Cinese Orientale, compresa l’area intorno alle Isole Senkaku, e nel Pacifico. La Corea del Nord sta portando avanti lo sviluppo di armi nucleari e missili, lanciando missili balistici. Inoltre, la Russia continua l’invasione dell’Ucraina e mantiene attive le operazioni militari nella regione dell’Estremo Oriente, comprese le Isole Curili del Nord, e sono state osservate attività congiunte di aerei e navi con la Cina”, ha segnalato nella sua introduzione il ministro della Difesa Minoru Kihara. In particolare, preoccupa la collaborazione sempre più intensa tra Mosca e Pechino. “Il segretario generale Xi Jinping, al suo terzo mandato, ha rafforzato ulteriormente la cooperazione con la Russia, comprese le attività militari. Intorno al nostro paese, sono stati condotti voli congiunti di bombardieri e pattugliamenti congiunti di navi da guerra. Queste attività ripetute e congiunte sono chiaramente intese come dimostrazioni di forza contro il nostro paese e rappresentano una grave preoccupazione per la nostra sicurezza”, spiega il Libro bianco nipponico.


Questo riferimento non è una novità assoluta, ma per la prima volta appare nella prima parte del rapporto, segnalando una maggiore preoccupazione rispetto alla riconfigurazione della geopolitica asiatica. La collaborazione militare russo-cinese si concretizza anche in forniture di sistemi d’arma avanzati, secondo il Libro bianco. “Le forze aeree della Cina sono costituite principalmente dalle forze aeronautiche della marina e dell’aeronautica militare. Per quanto riguarda i caccia moderni di quarta generazione, la Cina ha importato dalla Russia i caccia Su-27, Su-30 e i più recenti Su-35, considerati di quarta generazione avanzata. Inoltre, la Cina sta sviluppando caccia moderni di produzione nazionale. Tra questi ci sono i caccia J-11B, ritenuti una copia del Su-27, e i J-16, considerati una copia del Su-30. La Cina produce in serie anche il caccia nazionale J-10”, segnala il rapporto nipponico. “I caccia imbarcati J-15, utilizzati sulle portaerei ‘Liaoning’ e ‘Shandong’, sono considerati – prosegue – una copia del caccia imbarcato russo Su-33. Inoltre, la Cina sta equipaggiando le unità operative con i caccia di quinta generazione J-20 e sta sviluppando anche i caccia J-31 (J-35). Si ritiene che il J-31 (J-35) possa diventare la base per lo sviluppo del successore del caccia imbarcato J-15”.


La Corea del Nord, dal canto suo, spesso conduce test missilistici in direzione del Giappone e rappresenta una “minaccia più grave e imminente per la sicurezza nazionale del Giappone rispetto al passato”, segnala ancora il Libro bianco. Il Giappone prevede di raddoppiare le sue spese per la difesa fino allo standard Nato del 2% del Pil entro il 2027, cioè 43mila miliardi di yen (247 miliardi di euro), anche se il valore in calo dello yen potrebbe ridurre il suo potere d’acquisto. Il budget per la difesa per gli anni fiscali 2023 e 2024 rappresenta il 42% di questa cifra. Nell’attuale anno fiscale (dal primo aprile 2024 al 31 marzo 2025), il budget per la difesa è stato di 7.730 miliardi di yen (44,4 miliardi di euro). Quest’anno, il documento nota anche che Pechino invia regolarmente navi in aree vicine alle isole contese nel Mar cinese orientale, le isole Senkaku (Diaoyu per i cinesi) ribadendo che le ambizioni militari della Cina rappresentano “la più grande sfida strategica” per il Giappone e il mondo. Sembra che la Cina continentale intenda rendere le attività militari aumentate intorno a Taiwan una nuova normalità per la regione, ha detto il documento, che ha anche elencato i crescenti rischi per la difesa associati con l’IA, la cybersicurezza e la disinformazione. “La comunità internazionale sta affrontando la sua più grande prova dalla Seconda Guerra Mondiale e la competizione tra stati, specialmente tra Stati Uniti e Cina, è destinata ad intensificarsi,” ha dichiarato il libro bianco. Il Giappone, in risposta, sta rafforzando i legami di difesa con paesi affini nella regione, inclusi Australia e Corea del Sud, e lunedì ha firmato un importante patto di difesa con le Filippine per consentire il dispiegamento di truppe nei rispettivi territori.

Wang Yi: infondate le accuse della Nato contro la Cina

Wang Yi: infondate le accuse della Nato contro la CinaRoma, 12 lug. (askanews) – Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha respinto le “accuse infondate” della Nato secondo cui Pechino starebbe aiutando la Russia nella sua guerra contro l’Ucraina.


Le dichiarazioni di Wang, fatte durante una chiamata con il suo omologo olandese, sono arrivate dopo che i leader degli stati membri della Nato, nella dichiarazione finale del summit annuale che si è riunito a Washington, hanno affermato che la Cina è una “decisiva facilitatrice” della guerra russa in Ucraina, con il suo “sostegno su larga scala” all’industria della difesa di Mosca. Parlando con il nuovo ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp, Wang ha affermato che “la Cina non accetta assolutamente” le accuse e ha insistito che è “sempre stata una forza per la pace e la stabilità”. In commenti riportati dai media statali, ha detto che il diverso sistema politico e i valori della Cina “non dovrebbero essere usati come motivo per la Nato di incitare il confronto con la Cina”, e ha chiesto alla NATO di “rimanere entro i suoi limiti”.

Biden: risposta travolgente se Nordcorea sferra attacco nucleare

Biden: risposta travolgente se Nordcorea sferra attacco nucleareRoma, 11 lug. (askanews) – Il presidente Usa Joe Biden, incontrando oggi il suo omologo sudcoreano Yoon Suk-yeol, ha ribadito che un eventuale attacco nucleare da parte della Corea del Nord contro il Sud dovrà affrontare una “risposta rapida, travolgente e decisiva” da parte degli Stati uniti, con l’uso di “tutta la gamma delle capacità Usa, inclusa quella nucleare”.


I due leader – ha segnalato in un comunicato la Casa bianca – si sono incontrati oggi a margine del summit Nato a Washington per ribadire “i progressi nella cooperazione sulla sicurezza” tra i due paesi in materia di “deterrenza estesa”, a partire dalla costituzione lo scorso anno del Gruppo consultivo nucleare bilaterale permanente. “I presidenti hanno ribadito i loro impegni nella Dichiarazione di Washington Usa-Repubblica di Corea e hanno sottolineato che qualsiasi attacco nucleare da parte della Repubblica democratica popolare di Corea (Corea del Nord) contro la Repubblica di Corea sarà affrontato con una risposta rapida, travolgente e decisiva”, si legge nel comunicato. “Il presidente Biden – prosegue la Casa Bianca – ha ribadito che l’impegno degli Usa alla deterrenza estesa è sostenuto da tutta la gamma delle capacità Usa, inclusa quella nucleare”.

Portavoce Cina: Nato residuo Guerra fredda, pericolo per il mondo

Portavoce Cina: Nato residuo Guerra fredda, pericolo per il mondoRoma, 11 lug. (askanews) – La Nato è un “residuo della guerra fredda”, le cui “ansie di sicurezza” mettono “in serio pericolo il mondo”. Questa la reazione oggi del portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian, parlando nel quotidiano briefing per la stampa a Pechino, quando gli è stata chiesta una valutazione sulla parte della dichiarazione finale del summit Nato di Washington, in cui la Cina viene accusata di essere “decisiva facilitratice” della guerra russa in Ucraina.


La reazione di Li Jian viene dopo un inasprimento della formulazione della dichiarazione finale Nato per quel che riguarda la Cina rispetto al Comunicato di Vilnius, che era stato adottato lo scorso anno al summit dell’Alleanza atlantica, in cui si affermava che l’approfondimento del partenariato strategico tra Russia e Cina è “contro i nostri valori e interessi”. Nella conferenza stampa dopo il vertice, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, ha spiegato che il sostegno di Pechino alla Russia è un “cambiamento strategico rilevante”. Per questo i 32 membri della Nato hanno concordato su un “wording” più aspro del comunicato, definendo così per la prima volta in maniera puntuale una responsabilità della Cina nella guerra. La formulazione, precisamente, dice che la Cina è diventata “un facilitatore decisivo della guerra della Russia contro l’Ucraina attraverso il cosiddetto ‘partenariato senza limiti’ e il suo ampio sostegno alla base industriale della difesa della Russia”.


La Cina viene così associata più strettamente alla Russia, diventando di fatto una “minaccia” per l’Alleanza, mentre fino al summit dell’anno scorso era descritta più come una “sfida sistemica”. Pechino, dal canto suo, ha percepito il colpo. Lin Jian ha accusato la Nato di aver esagerato nella dichiarazione le tensioni nella regione Asia-Pacifico; di aver prodotto un documento “intriso di mentalità da Guerra Fredda e di retorica bellicosa, pieno di pregiudizi, diffamazioni e provocazioni”.


Secondo l’analisi del portavoce cinese, questa formulazione risente del fatto che, nel suo 75mo anniversario della fondazione, la Nato ha bisogno di giustificare la sua esistenza “esaltando la sua unità e la sua gloria, dipingendosi come organizzazione dedita alla pace”. Invece, ha continuato il portavoce, “è un residuo della Guerra freddo, un prodotto della contrapposizione tra i blocchi”. E ha ricordato come, “col pretesto di evitare catastrofi umanitarie”, ha “bombardato la Jugoslavia per 78 giorni”. O ha segnalato “le tragiche situazioni in Afghanistan e Libia”, le quali “dimostrano che dove la Nato estende la sua mano nera, si producono instabilità e caos”. Insomma – ha continuato Lin – “la cosiddetta ‘sicurezza’ della NATO viene ottenuta a spese della sicurezza di altri paesi: molte delle ansie di sicurezza che la Nati vende sono autoindotte, e il ‘successo’ e la ‘forza’ della Nato rappresentano un grande pericolo per il mondo. Mantenere la sua esistenza creando nemici immaginari e espandendo il proprio potere è una tattica abituale della Nato. La sua errata percezione sistematica della Cina, il suo denigrare la politica interna ed estera della Cina, ne è un esempio”.


Entrando nel dettaglio della questione ucraina, Lin ha definito “irragionevole” che la Nato attribuisca delle responsabuilità alla Cina. “La posizione obiettiva e giusta della Cina e il suo ruolo costruttivo nella questione ucraina sono ampiamente riconosciuti dalla comunità internazionale”, ha sostenuto il portavoce. “La Nato continua a diffondere disinformazione fabbricata dagli Stati uniti senza alcuna prova, calunniando apertamente la Cina, esacerbando le relazioni sino-europee e danneggiando la cooperazione tra Cina e Europa. La crisi ucraina viene prolungata e la comunità internazionale è ben consapevole di chi soffia sul fuoco e chi spinge per l’escalation”, ha segnalato il volto del ministero degli Esteri di Pechino. Ma, soprattutto, a Pechino interessa molto come la Nato si stia saldando con gli alleati asiatici degli Usa, Giappone e Corea del Sud in particolare, i cui leader partecipano ormai in pianta stabile ai summit e sono anche a Washington in questi giorni. “L’espansione della Nato nell’Asia-Pacifico, il rafforzamento dei legami militari con i paesi vicini alla Cina e con gli alleati degli Stati uniti per attuare la strategia indo-pacifica americana, danneggino gli interessi della Cina e minano la pace e la stabilità nella regione Asia-Pacifico, suscitando dubbi e opposizione tra i paesi della regione”, ha affermato Lin Jian. Lin Jian ha quindi “concluso ribadendo che la Cina esorta la Nato ad abbandonare la mentalità della Guerra Fredda, la contrapposizione tra blocchi e il gioco a somma zero, a correggere la sua errata percezione della Cina, a smettere di interferire negli affari interni della Cina, a smettere di diffamare la Cina e a smettere di interferire nelle relazioni sino-europee. La Cina non permetterà che l’Europa sia destabilizzata e poi si tenti di destabilizzare l’Asia-Pacifico”.

Cina-Usa, rapporti in crisi: ma su estradizioni collaborano

Cina-Usa, rapporti in crisi: ma su estradizioni collaboranoRoma, 11 lug. (askanews) – In un momento di alta tensione tra Pechino e Washington, almeno sul fronte della giustizia ci sono sforzi delle due parti di mantenere un livello di collaborazione. Secondo quanto hanno riferito oggi i media cinesi, oggi è stato estradato un cittadino Usa che era ricercato in America per abuso sessuale su minori.


Il ministero della Pubblica sicurezza cinese ha dichiarato oggi di aver deportato verso gli Usa il cittadino americano identificato solo col nome di “Scott”. Secondo l’emittente statale CCTV, il sospettato è stato consegnato agli agenti del Dipartimento di sicurezza diplomatica degli Stati uniti all’Aeroporto internazionale di Shanghai Pudong mercoledì.


Scott è ricercato dagli Stati Uniti dal 2014 ed è stato oggetto di una “red notice” – un mandato di cattura internazionale – dell’Interpol nel 2018. Le autorità cinesi hanno localizzato il sospettato e lo hanno detenuto su richiesta degli Stati uniti, aggiungendo che il sospettato non ha commesso crimini sessuali su minori in Cina. La consegna viene dopo che gli Stati uniti a giugno per rimandare in Cina due fuggitivi sospettati di “reati gravi”.


Usa e Cina non hanno un accordo di estradizione, ma Washington ha consegnato alcuni fuggitivi ricercati dalle autorità cinesi da quando il presidente Xi Jinping ha avviato la sua campagna anti-corruzione. Tra questi anche Xu Chaofan, un ex banchiere ricercato in Cina per il suo coinvolgimento nel più grande caso di corruzione nel settore bancario cinese. La Cina e gli Stati uniti hanno intensificato la cooperazione nel campo della giustizia da quando Xi ha incontrato il presidente Usa Joe Biden a San Francisco a novembre e i due hanno concordato di collaborare in diversi ambiti.


Un altro dossier sul quale tra Pechino e Washington è ripartita la collaborazione è quello sulla crisi del fentanyl. Dopo che per molto anni gli Usa hanno chiesto alla Cina di aiutare, colpendo le aziende cinesi accusate di vendere i precursori del fentanyl, con il vertice Xi-Biden Pechino ha accettato di intervenire. La scorsa settimana, un totale di 116 immigrati illegali cinesi sono stati deportati dagli Stati Uniti nel primo grande volo charter dal 2018.

Incontro Kishida-Yoon: preoccupati per rapporti Putin-Kim

Incontro Kishida-Yoon: preoccupati per rapporti Putin-KimRoma, 11 lug. (askanews) – Il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol hanno espresso oggi preoccupazione per l’avvicinamento tra la Russia di Vladimir Putin e la Corea del Nord di Kim Jong Un, alla luce della riconfigurazione in blocchi del mondo.


I due leader si sono incontrati a Washington, a margine del summit Nato, al quale sono invitati come partner asiatici degli Usa e del blocco atlantico, pur non essendo parte dell’Alleanza atlantica. L’incontro viene in un momento di forte rafforzamento delle relazioni tra i due alleati regionali degli Stati uniti, i quali hanno questioni territoriali e storiche ancora aperte tra di loro e per lunghi periodi hanno vissuto una situazione di rapporti congelati.


“Considerando la situazione internazionale attuale, è significativo che i leader di Giappone e Corea del Sud collaborino strettamente, condividendo una solida relazione di fiducia e una consapevolezza strategica delle problematiche. Vorrei scambiare opinioni franche sulle recenti questioni di sicurezza, inclusa la situazione in Corea del Nord, e altre questioni internazionali”, ha detto Kishida aprendo l’incontro con Yoon. Questa settimana fa Giappone e Sudcorea hanno rafforzato i loro rapporti militari, con un nuovo accordo che rende più facile l’accesso reciproco per i soldati.


Durante l’incontro, Kishida ha sottolineato la forte preoccupazione dell’impatto sulla sicurezza regionale derivante dal recente incontro tra i leader di Russia e Corea del Nord. I due hanno concordato di continuare a collaborare strettamente tra Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud per contrastare queste dinamiche regionali. I due leader hanno anche condiviso la consapevolezza che la sicurezza dell’Europa e dell’Indo-Pacifico sono inseparabili e hanno concordato di rafforzare la collaborazione con la Nato.


Kishida e Yoon hanno inoltre confermato l’intenzione di potenziare ulteriormente le relazioni bilaterali in vista del 60mo anniversario della normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Giappone e Corea del Sud, che sarà celebrato l’anno prossimo.

Expo Osaka, accordo Confindustria e commissariato generale Italia

Expo Osaka, accordo Confindustria e commissariato generale ItaliaRoma, 10 lug. (askanews) – Garantire la massima partecipazione delle imprese del sistema industriale italiano a Expo 2025 Osaka. Questo il principale obiettivo del Protocollo d’Intesa siglato oggi da Confindustria e Commissariato Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, a Roma nella sede di Confindustria. L’accordo permetterà inoltre di promuovere turismo e territori, sostenere l’internazionalizzazione delle filiere produttive e attrarre investimenti, valorizzando le nostre tecnologie e il saper fare italiano. L’accordo, firmato da Barbara Cimmino, Vice Presidente di Confindustria per l’Export e l’Attrazione degli investimenti, e da Mario Vattani, Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, in vista dell’Esposizione Universale, consolida la collaborazione tra le due istituzioni nello sviluppo delle connessioni tra aziende italiane e nuovi potenziali partner esteri per facilitare lo sviluppo di relazioni economiche e accordi commerciali.


Presente all’incontro anche Matteo Zoppas, Presidente Agenzia ICE, per sottolineare l’impegno dell’Agenzia nella promozione delle attività imprenditoriali sui mercati esteri. Il supporto è fondamentale per valorizzare il Made in Italy e contribuire all’internazionalizzazione delle aziende nell’area asiatica di cui Expo 2025 Osaka sarà importante volano. “Identificare progetti da coinvolgere, in stretto raccordo con le Associazioni del Sistema, privilegiando quelli più significativi in relazione all’Area Asia-Pacifico e ai Paesi considerati strategici, creare momenti di incontro e condivisione con le imprese associate, con gli enti, le istituzioni, le accademie con cui il Commissariato ha instaurato accordi di collaborazione, promuovere, in partnership con il sistema pubblico, l’organizzazione di missioni outgoing in Giappone e incoming per avviare collaborazioni dirette con enti e operatori dell’Area e favorire i contatti delle imprese italiane con le controparti di interesse. Questi alcuni degli obiettivi del Protocollo d’Intesa firmato oggi con il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani, che ci vedrà impegnati per i prossimi mesi nel definire un piano condiviso di attività per facilitare l’aggregazione di risorse e competenze nel mondo imprenditoriale italiano, in cui le aziende saranno le vere protagoniste, in relazione ai temi e ai progetti della partecipazione italiana a Expo 2025”, ha detto la Vice Presidente di Confindustria, Barbara Cimmino. “Per un semestre il Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka sarà uno strumento efficace per promuovere le nostre eccellenze in Giappone e in Asia, regione caratterizzata da mercati giovani e in forte crescita” ha commentato il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Amb. Mario Vattani. “Oltre a spazi dedicati nei quali è possibile presentare progetti e organizzare eventi, le imprese che verranno a Expo si troveranno supportate dai servizi offerti da una rete di Istituzioni e Associazioni di categoria con le quali in questi mesi abbiamo stretto accordi di collaborazione. La partnership con Confindustria è un elemento importante di questo percorso di internazionalizzazione”.


Per Matteo Zoppas, Presidente Agenzia ICE: “L’Expo 2025 Osaka è un evento che unisce promozione e sviluppo del Made in Italy, che rappresentano le principali attività dell’Agenzia ICE. L’Esposizione Universale è infatti una vetrina unica per le produzioni italiane e per la crescita delle esportazioni, non solo nel mercato locale ma anche in Giappone e in tutto il Continente asiatico. Agenzia ICE attraverso la sua rete di uffici potrebbe contribuire all’Expo di Osaka organizzando l’incoming di operatori e buyer qualificati con l’obiettivo di creare momenti di business matching e porre le basi per un ulteriore sviluppo delle aziende italiane nell’area. In Giappone l’Export Made in Italy nel 2023 ha raggiunto gli 8 miliardi di euro composto da prodotti di eccellenza dal punto di vista della qualità, dell’innovazione e della tecnologia con grandi prospettive di crescita. Expo 2025 Osaka sarà quindi un’occasione da non perdere per capitalizzare la capacità di attrazione del Made in Italy attraverso il contributo che tutto il Sistema Paese, rappresentato da ICE, Sace, Simest e Cdp, insieme al grande impegno del Governo, offrirà alle aziende e alle associazioni che vi parteciperanno. Il migliore ambasciatore all’Expo delle cose belle e ben fatte in Italia: il Made in Italy”. Expo 2025 si terrà a Osaka dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 sotto il tema “Disegnare la società del futuro per le nostre vite”. L’Italia si presenta con un Padiglione disegnato dall’architetto Mario Cucinella che ha come slogan “L’Arte rigenera la vita”. Sono previsti oltre 30 milioni di visitatori. Questa Esposizione Universale sarà un’importante opportunità di promozione integrata per le aziende italiane nell’area dell’Asia-Pacifico nel quale presentare “lo stato dell’arte” del nostro Paese: dal design all’agroalimentare, dalla moda alla tecnologia, dalle infrastrutture e dall’urbanistica all’energia, dalla scienza all’industria con approfondimenti su aerospazio, robotica, scienze della vita e alta tecnologia fino alla farmaceutica e al biomedicale.

Cina, il mistero della caduta dell’ex ministro Difesa Wei Fenghe

Cina, il mistero della caduta dell’ex ministro Difesa Wei FengheRoma, 10 lug. (askanews) – La campagna anti-corruzione voluta dal presidente cinese Xi Jinping non ha risparmiato, in questi anni, anche alti papaveri della nomenklatura. Tuttavia, la vicenda che ha portato alla sbarra recentemente due ex ministri della Difesa e membri del Politburo, il sancta sanctorum del Partito comunista cinese, appare curiosa e potrebbe suggerire il fatto che uno di questi, Wei Fenghe, potrebbe essersi compromesso con una forza ostile, forse straniera. Lo racconta oggi il South China Morning Post.


Wei e Li Shangfu sono stati ufficialmente destituiti il 27 giugno scorso e quasi certamente dovranno ora affrontare un doloroso procedimento legale che, già in alcuni casi recenti, è sfociato in gravi condanne, tra le quali quella a morte. I dettagli delle accuse che sono piovute nei confronti degli alti esponenti politici e militari non sono stati forniti. Tuttavia la formulazione utilizzata per definire la colpa di Wei ha attirato l’attenzione degli esperti di cose cinesi, perché è dissimile da quella solitamente utilizzata peri casi di corruzione. In cinese tale formulazione si legge “zhongcheng shi jie”, cioè Wei “è stato sleale e ha perso l’onore della propria funzione”.


La seconda parte della formula – “shi jie” – ha una storia particolare nella giurisdizione cinese, perché indicava una particolare colpa nella Cina classica, attribuibile agli studiosi-letterati che facevano da spina dorsale del potere imperiale. Nel IV secolo a.C. lo “jie” era uno scettro di bambù o di bronzo che veniva affidato ai funzionari per rappresentare l’autorità imperiale. Invece “shi” è un verbo che vuol dire “perdere”. Quindi “shi jie” voleva dire “perdere lo scettro”. Durante la dinastia Song (X-XIII secolo), invece, la stessa formula veniva usata per indicare il comportamento allora deprecato delle vedove che osavano risposarsi, Il sospetto avanzato dagli esperti di cose cinesi, ascoltati dal SCMP, è che questa particolare formula sia stata utilizzata in maniera eufemistica per indicare un tradimento e la compromissione con una forza ostile.


Di certo, Wei è l’unico indagato dall’onnipotente Commissione centrale per l’ispezione di disciplina, il braccio armato della campagna anticorruzione, almeno nell’ultimo decennio. Uno storico, che ha chiesto di restare anonimo, ha ricordato a SCMP un altro caso famoso in cui l’accusa fu “shi jie”, quello di Xiang Zhongfa. Xiang era segretario generale del Partito comunista, quando fu catturato dai nemici del Kuomintang nella guerra civile. Prima di essere giustiziato, tradì il Partito spifferando ai suoi carcerieri tutta la rete clandestina comunista a Shanghai. Pechino considera questo ex alto esponente come una vergogna.


Un altro esponente famoso incorso nella stessa accusa fu Gu Shunzhang, capo della rete di spionaggio del Partito, che disertò a vantaggio dei nazionalisti di Chiang Kai-shek, mettendo in pericolo l’esistenza stessa della formazione che poi fonderà la Repubblica popolare cinese. Questo fa pensare agli esperti che le accuse di Wei vadano oltre un semplice caso di tangenti, mentre quelle di Li sono gravi, ma più consuete. Al momento, è impossibile dire nello specifico quali siano le accuse nei confronti di Wei. E’ chiaro che però si tratta di qualcosa di grave. Il generale era uomo potente, il primo ufficiale promosso ai massimi gradi dallo stesso Xi pochi giorni dopo essere salito al potere nel 2012. Un esponente militare strettamernte legato al presidente, il che fa pensare che la sua caduta rovinosa sia motivata da una situazione percepita come molto grave. Alfred Wu, professore associato alla Lee Kuan Yew School of Public Policy dell’Università Nazionale di Singapore, ha detto al SCMP che il linguaggio suggerisce un rapporto con l’esterno di Wei. “La parola ‘shi jie’ non è applicabile quando il CCDI descrive solo comportamenti criminali che hanno causato danni interni all’interno del partito o all’interno della Cina,” ha detto Wu. L’accusa nei confronti di Wei, tra l’altro dice che l’alto ufficiale ha “tradito la fiducia” della leadership del partito e della Commissione militare centrale, “inquinando seriamente l’ambiente politico dell’esercito e causando grandi danni alla causa del partito, alla difesa nazionale e alla costruzione militare, così come all’immagine dei suoi superiori”.

I giapponesi non amano la divisa: reclutamento esercito va male

I giapponesi non amano la divisa: reclutamento esercito va maleRoma, 10 lug. (askanews) – Le Forze di Autodifesa del Giappone, cioè le forze armate nipponiche, vivono una crisi di vocazioni. Secondo quanto ha riferito il ministero della Difesa di Tokyo, il reclutamento per l’anno fiscale 2023, finito ad aprile, è riuscito a intercettare solo 9.959 nuovi membri, cioè il 51% del fabbisogno.


Infatti i comandi giapponesi avevano bisogno di reclutare 19.598 persone per coprire l’intero organico previsto. In particolare, i gradi inferiori vedono ricoperto non più del 30% del target previsto. “Dobbiamo considerare prontamente misure per rafforzare la base umana necessaria a potenziare fondamentalmente le nostre capacità di difesa,” ha dichiarato Makoto Oniki, viceministro alla difesa e capo del comitato per aumentare il reclutamento.


Per ridurre i deficit nel reclutamento, il Ministero della Difesa prenderà in considerazione il miglioramento della retribuzione e dei benefit per rendere i lavori nelle SDF più attraenti. Potrebbe anche semplificare e automatizzare più compiti tramite l’intelligenza artificiale e attingere al personale in pensione e al settore privato. Il governo ha dichiarato che non aumenterà il totale del personale delle SDF, che è di circa 247.000 unità, entro la fine dell’anno fiscale 2027.