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Nordcorea: Usa-Sudcorea pagheranno “prezzo orribile” per esercitazioni

Nordcorea: Usa-Sudcorea pagheranno “prezzo orribile” per esercitazioniRoma, 7 mar. (askanews) – La Corea del Nord ha minacciato oggi Stati uniti e Corea del Sud per la loro esercitazione militare congiunta della prossima settimana, affermando che rischiano di pagare “un prezzo orribile”.


L’avvertimento nordcoreano viene un giorno dopo che le forze armate dei due paesi hanno annunciato che l’esercitazione annuale Freedom Shield inizierà lunedì e proseguirà per 11 giorni, con esercitazioni simulate al computer e addestramenti sul campo. “Freedom Shield ha subito è stata ripetutamente cambiata in peggio, con intenti maligni ben evidenti. Questo presto scatenerà una tempesta che aggraverà la situazione di sicurezza sulla Penisola coreana”, ha affermato l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA, denunciando che Seoul e Washington intendono aumentare da 10 a 16 le esercitazioni congiunte perché prese da una “frenesia bellica” che ha raggiunto livelli pericolosi. “I nemici pagheranno un prezzo orribile a causa delle loro esercitazioni belliche folli e sconsiderate, che ci costringeranno ad adottare le misure necessarie da Stato sovrano per l’autodifesa, nonché le azioni minacciose più dure”, ha aggiunto la KCNA.


La scorsa settimana, Kim Yo Jong, la potente sorella del leader nordcoreano Kim Jong Un, in risposta all’ultimo arrivo della portaerei nucleare statunitense USS Carl Vinson in Corea del Sud, ha avvertito che la Corea del Nord rafforzerà la propria deterrenza strategica se gli Stati uniti continueranno le loro dimostrazioni militari anti-Corea del Nord.

Sudcorea, tribunale ordina il rilascio del presidente sospeso Yoon

Sudcorea, tribunale ordina il rilascio del presidente sospeso YoonRoma, 7 mar. (askanews) – Un tribunale distrettuale ha ordinato oggi il rilascio del presidente, sottoposto a procedura d’impeachment, Yoon Suk-yeol, dopo aver accolto la sua richiesta di annullare il suo arresto per l’imposizione della legge marziale il 3 dicemebre scorso. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


Yoon è detenuto in un centro di detenzione a Uiwang, appena a sud di Seoul, da quando gli investigatori lo hanno arrestato il 15 gennaio con l’accusa di aver incitato un’insurrezione con la sua dichiarazione di legge marziale. Il Tribunale distrettuale centrale di Seoul ha dichiarato di aver approvato, lo scorso febbraio, la richiesta di Yoon di annullare il suo arresto e di rilasciarlo, per un vizio formale nel suo arresto.


Il tribunale ha inoltre messo in dubbio la legittimità di un’indagine condotta dalla Procura per la corruzione degli alti Ffnzionari nei confronti della presunta insurrezione, ritenuta al di fuori dell’ambito delle sue competenze. Secondo i legali di Yoon, nonostante l’ordine, il presidente sarebbe ancora detenuto. La procura potrebbe presentare ricorso, quindi per legge Yoon può essere detenuto fino a scadenza dei termini per la presentazione.


Il rilascio, comunque, non fermerebbe il processo penale contro Yoon. Percorso parallelo segue, invece, la procedura di destituzione del presidente, oggi sospeso. La Corte costituzionale deve decidere se confermare o negare l’impeachment votato dall’Assemblea nazionale.

Wang Yi: Usa non s’illudano di contenerci e avere relazioni

Wang Yi: Usa non s’illudano di contenerci e avere relazioniRoma, 7 mar. (askanews) – Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha lanciato oggi un messaggio al presidente Usa Donald Trump, usando la conferenza stampa in occasione delle annuali “Due Sessioni” a Pechino: nessun Paese si deve illudere di poter contenere l’ascesa cinese e, nello stesso tempo, poter sviluppare con la Repubblica popolare delle relazioni.


“Il rispetto reciproco è il principio fondamentale delle relazioni internazionali, oltre a essere una condizione importante per i rapporti tra Cina e Stati uniti. Nessun Paese dovrebbe avere l’illusione di poter reprimere la Cina da un lato e sviluppare buone relazioni con essa dall’altro”, ha affermato Wang. “Le relazioni tra Cina e Stati uniti sono interconnesse e paritetiche. Se si sceglie di collaborare, si ottengono benefici reciproci. Ma se continua la pressione, la Cina adotterà certamente misure di ritorsione decise”, ha sottolineato il ministro, puntando il dito contro la politica dei dazi punitivi imposta da Trump.

Giappone: convinti che Usa continueranno a proteggerci

Giappone: convinti che Usa continueranno a proteggerciRoma, 7 mar. (askanews) – Il Giappone è convinto che gli Stati uniti “continueranno ad adempiere ai loro obblighi di protezione” stabilità in base al Trattato di sicurezza, compreso l’ombrello nucleare. Lo ha affermato oggi in una conferenza stampa il capo di gabinetto e principale portavoce del governo di Tokyo Yoshimasa Hayashi in una conferenza stampa.


Recentemente il presidente Usa Donald Trump ha denunciato una sproporzione nel rapporto con il Giappone, affermando che il trattato in essere impone agli Usa di proteggere il Giappone, ma non il contrario. “Siamo al corrente delle recenti dichiarazioni del presidente Trump (…). L’alleanza nippo-statunitense è il pilastro fondamentale della politica estera e di difesa del nostro Paese. Gli Stati uniti hanno ribadito il proprio impegno nei confronti del Giappone in base al Trattato di sicurezza nippo-statunitense in varie occasioni, tra cui il recente vertice tra i leader di Giappone e Stati uniti. Il governo è assolutamente convinto che gli Stati uniti adempiranno a tutti i loro obblighi ai sensi del Trattato di sicurezza nippo-statunitense con ogni mezzo, incluse le armi nucleari”, ha dichiarato Hayashi


Il funzionario ha ricordato che il trattato prevede una clausola di risposta congiunta Usa-Giappone in caso di aggressione contro il territorio nipponico e la possibilità per gli Stati uniti di usare le basi in Giappone. “Il governo continuerà a compiere investimenti ordinati per rafforzare in modo significativo le nostre capacità di difesa e collaborerà da vicino con gli Stati uniti per potenziare ulteriormente le capacità di deterrenza e risposta nel quadro dell’alleanza nippo-statunitense”, ha aggiunto Hayashi.


Il portavoce non ha fornito una stima su come potrebbe cambiare la spesa del Giappone per le basi militari statunitensi al termine dell’attuale periodo di accordi. Durante il suo primo mandato, Trump aveva sostenuto l’idea che il Giappone dovesse quadruplicare la spesa destinata alle basi militari statunitensi.

Wang Yi: la Cina sostiene ogni sforzo per la pace in Ucraina

Wang Yi: la Cina sostiene ogni sforzo per la pace in UcrainaRoma, 7 mar. (askanews) – La Cina sostiene tutti gli sforzi volti a raggiungere la pace in Ucraina. L’ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri cinese Wang Yi nel corso della conferenza stampa annuale collegata allo svolgimento a Pechino delle “Due Sessioni”.


“La Cina accoglie e sostiene tutti gli sforzi volti a raggiungere la pace”, ha affermato Wang parlando della guerra in Ucraina, dopo il cambiamento impresso dal presidente Usa Donald Trump che ha avviato un dialogo con la Russia. Wang ha sottolineato che la crisi ucraina si sarebbe potuta evitare. “La crisi ucraina dura da oltre tre anni. Guardando indietro, possiamo dire che questa tragedia avrebbe potuto essere evitat, tutte le parti dovrebbero trarne le dovute lezioni” ha detto il capo della diplomazia cinese.


Il ministro cinese ha rivendicato il fatto che Pechino ha cercato una soluzione politica del conflitto dal suo primo giorno.

Cina: guerra commerciale non spaventa, abbiamo affrontato altre crisi

Cina: guerra commerciale non spaventa, abbiamo affrontato altre crisiRoma, 6 mar. (askanews) – La guerra commerciale avviata dal presidente degli Stati uniti Donald Trump non spaventa la Cina. L’hanno suggerito i principali responsabili economico-commerciali del governo di Pechino, in una conferenza che si è tenuta oggi nell’ambito dell’annuale riunione delle Due Sessioni.


Avendo affrontato varie sfide globali negli ultimi anni, “il commercio estero della Cina ha accumulato preziose esperienze e superato molteplici prove”, ha affermato il ministro del Commercio Wang Wentao, esprimendo fiducia nel fatto la Cina è “pienamente preparata a mantenere la stabilità dei suoi fondamentali commerciali, compiendo al contempo nuovi passi per diventare una nazione commerciale ancora più forte”. Wang ha sostenuto che la chiave è la diversificazione e ha ricoredato che Pechino è partner commerciale principale per oltre 150 paesi e regioni. “Se le cose non funzionano in Occidente, funzioneranno in Oriente; se non vanno a Nord, allora andranno a Sud”, ha detto il ministro.


Il capo della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, Zhaeng Shanjie, responsabile primo della pianificazione economica cinese, ha segnalato che lo scorso anno il Pil della Cina ha raggiunto i 135mila miliardi di yuan (circa 17.372 miliardi di euro), contribuendo per circa il 30 percento alla crescita globale. L’incremento annuo del Pil equivale alla produzione economica totale di Shanghai, il fulcro economico della Cina, o alla dimensione economica di un paese classificato intorno al ventesimo posto nel mondo, ha spiegato Zheng Shanjie.


Particolarmente importante è stata la crescita nei settori tech, a partire dai chip e dall’intelligenza artificiale. “I modelli di intelligenza artificiale cinesi sono in competizione per la supremazia”, ha detto Zhang, segnalando anche l’accelerazione in corso nella costruzione di robot umanoidi. “Questo dimostra – ha detto il dirigente cinese – che i tentativi di alcune forze di sopprimere e bloccare la Cina non faranno altro che accelerare il nostro ritmo di innovazione indipendente”.

Le “Due Sessioni” in Cina al lavoro, appuntamento annuale cruciale

Le “Due Sessioni” in Cina al lavoro, appuntamento annuale crucialeRoma, 5 mar. (askanews) – Con l’apertura odierna dei lavori del Congresso nazionale del popolo (Cnp), dopo che ieri ha aperto i battenti anche la Conferenza consultiva politica del popolo cinese, hanno avuto inizio le “Due Sessioni”, l’appuntamento politico più importante di ogni anno in cui non vi sia anche un Congresso del Partito comunista cinese.


A Pechino sono giunti circa 5mila delegati da tutta la Cina, che rappresentano non solo i territori, ma anche le diverse professioni e i gruppi etnici di minoranza in una kermesse politica in cui vengono ratificate leggi, presentati piani e indicate prospettive e priorità. Uno dei principali eventi è stata oggi la relazione al Congresso nazionale del popolo del primo ministro Li Qiang, con la presentazione del rapporto di lavoro del governo, e con la fissazione dei principali obiettivi economici – Pil “+5% circa”, deficit/Pil 4%, inflazione 2% – e l’annuncio delle strategie di politica economica, che il capo dell’esecutivo ha annunciato estremamente incentrata sulla spesa per rafforzare i consumi.


Alla sessione di apertura del Cnp è stato presente anche il presidente Xi Jinping, che solitamente partecipa a diverse sessioni di delegazioni locali e poi potrebbe svolgere una relazione alla fine dei lavori. L’evento è ovviamente chiamato “Due Sessioni” proprio perché i due organi svolgono in maniera contemporanea o quasi le loro sedute. Ma i due organi non possono essere considerati come parte di un sistema bicamerale, perché la Conferenza consultiva politica del popolo cinese non ha alcun reale potere politico ed è il luogo dove vengono spesso lanciate anche le proposte meno convenzionali. All’interno di questo organismo sono presenti, tra gli oltre duemila delegati, anche celebrità di vari settori, dai capitani d’impresa, ad attori come Jackie Chan e sportivi come la star della pallacanestro Yao Ming.


Il Congresso nazionale del popolo, invece, è composto da 3mila delegati. E’ l’organo “legislativo” della Cina, ma è sostanzialmente chiamato a ratificare le decisioni prese altrove: dalla Commissione economica centrale a, soprattutto, il Politburo del Partito comunista cinese, il sancta sanctorum del potere nella Repubblica popolare. Ciononostante, seguire le Due Sessioni è importante, non solo per avere un quadro della direzione economica impressa alla Cina, ma anche perché in quella sede vengono darti annunci politici fondamentali per il paese. Per esempio, due anni fa è stato formalizzato l’inedito terzo mandato per Xi Jinping come leader.


Quest’anno, oltre all’annuncio di politiche di stimolo economico, le Due Sessioni presentano il nuovo approccio all’impresa privata – soprattutto quella tech che sta dando soddisfazioni a Pechino – dopo alcuni anni di stretta regolatoria. Recentemente, Xi Jinping ha ospitato un incontro – cosa che non avveniva dal 2018 – con molti dei leader delle aziende più avanzate (da DeepSeek a Tencent, ecc.) in cui si è rivisto anche Jack Ma, il fondatore di Alibaba che appariva messo ai margini da qualche anno. Sul fronte internazionale, ci si attende una ribadita rivendicazione sulla sovranità rispetto a Taiwan, con sullo sfondo l’inasprirsi del conflitto commerciale-politico con il ritorno alla Casa bianca del falco anticinese Donald Trump. Non c’è invece da attendersi che emerga all’interno delle Due Sessioni alcuna fronda o opposizione: le riunioni si basano su accordi ben consolidati in precedenza e tutto è studiato nei minimi particolari. Anche se, in passato, ci sono episodi clamorosi. Per esempio, nel 2022 i giornalisti stranieri sono riusciti a mostrare al mondo il momento in cui l’ex presidente Hu Jintao è stato portato via dalla Grande Sala del Popolo dal suo posto accanto a Xi. Un altro elemento da tenere d’occhio è il fatto che si tenga o meno la conferenza stampa finale. Lo scorso anno fu cancellata.

Cina, premier: noi per mercato aperto, nonostante dazi (di Trump)

Cina, premier: noi per mercato aperto, nonostante dazi (di Trump)Roma, 5 mar. (askanews) – In un confronto a distanza, nelle stesse ore in cui a Washington il presidente Usa Donald Trump nel suo discorso sullo Stato dell’Unione ribadiva le ragioni della sua guerra commerciale, il primo ministro cinese Li Qiang a Pechino – aprendo la sessione dei lavori del Congresso nazionale del popolo – prometteva una maggiore apertura commerciale ed economica al mondo e il sostegno a un ordine globale multilaterale.


Sul fronte della politica economica e commerciale, i due paralleli, attesi discorsi, hanno fatto emergere visioni antitetiche tra Washington e Pechino: mentre Trump annunciava tagli su tagli per ridimensionare il governo federale e abbassare le tasse, Li presentava un concetto di spesa più aggressiva per stimolare la crescita, con un aumento per il 2025 dell’obiettivo del rapporto del deficit/Pil al 4 per cento, di un punto in più rispetto al 3 per cento dello scorso anno. Invece, l’obiettivo d’inflazione resta del 2%. Li Qiang ha confermato inoltre quanto si prevedeva riguardo al target di crescita del prodotto interno lordo, che rimane invariato rispetto a quello del 2024, cioè un ambizioso “intorno al 5 per cento”. Questo obiettivo, secondo Li, è raggiungibile, nonostante “un ambiente esterno sempre più complesso e severo possa avere un impatto maggiore sulla Cina in settori come il commercio e la scienza e tecnologia, mentre l’unilateralismo e il protezionismo sono in aumento”.


Secondo la relazione di lavoro governativo presentata al massimo organo legislativo perché sia esaminata, saranno emessi nel 2025 buoni del tesoro a maturità molto lunga per un valore totale di 1.300 miliardi di yuan (circa 182 miliardi di dollari), con un incremento di 300 miliardi di yuan rispetto all’anno precedente. I fondi saranno utilizzati per finanziare programmi di permuta commerciale, finalizzati a stimolare il consumo interno e gli investimenti in infrastrutture, ricerca e sviluppo. Come previsto, nella relazione introduttiva di Li al Congresso nazionale del popolo, che si riunisce nell’ambito delle annuali “Due Sessioni” avviate ieri dal primo giorno di lavori della parallela Conferenza consultiva politica del popolo cinese, Li ha anche messo in luce la necessità di favorire l’iniziativa delle imprese private attraverso anche un’azione legislativa e la collaborazione tra il settore statale e quello privato. Si tratta di un’esigenza evidenziata anche dal recente incontro del presidente Xi Jinping con una serie di importanti imprenditori tech cinesi.


Il primo ministro ha affermato che Pechino limiterà le restrizioni contro le aziende private, procederà a una rettifica globale della “competizione involutiva” e rafforzerà la fiducia delle imprese. Saranno inoltre incoraggiati gli investimenti esteri. “Indipendentemente da come cambierà l’ambiente esterno, la Cina resterà fedele alla sua politica di apertura, che porterà a maggiori riforme e opportunità di sviluppo”, ha dichiarato il capo dell’esecutivo cinese. Il premier ha aggiunto che anche i settori di internet e cultura saranno aperti “in maniera ordinata”, mentre l’accesso a telecomunicazioni, sanità ed educazione sarà ampliato. Li ha detto che Pechino incoraggerà gli investitori stranieri ad espandersi in Cina e a cooperare con le imprese lungo tutta la catena di fornitura industriale.


Questo impegno all’apertura viene mentre il principale concorrente globale, l’America di Trump, innalza le barriere doganali, innescando una vera e propria guerra commerciale. Dal suo insediamento, ha avviato dazi contro Canada, Messico, Unione europea, annunciandone altri a partire dal 2 aprile contro diversi paesi (ha citato Corea del Sud, Brasile, India). Contro la Cina, considerato il bersaglio grosso, ha innalzato i dazi dal suo ritorno alla Casa bianca già del 20% totali in due tornate. Pechino ha risposto con una raffica di dazi ritorsivi di varia natura. Li, dal canto suo, ha espresso “sentiti ringraziamenti” ai partner internazionali, promettendo un’apertura più ampia e perfino unilaterale per attrarre investimenti, talenti e altre risorse dal mondo. Questo sarebbe parte degli sforzi per stimolare la crescita economica cinese e lo sviluppo delle tecnologie del futuro, dall’intelligenza artificiale alla produzione di biomateriali, dalla tecnologia quantistica al 6G.

Pechino risponde ai dazi di Trump colpendo il settore alimentare

Pechino risponde ai dazi di Trump colpendo il settore alimentareRoma, 4 mar. (askanews) – Le prime due economie del mondo hanno inasprito ulteriormente oggi la loro guerra commerciale, dopo che sono entrati in vigore i nuovi dazi imposti dal presidente degli Stati uniti Donald Trump, che hanno raddoppiato al 20% i nuovi dazi imposti dal suo ritorno alla Casa bianca. Pechino ha risposto, come era previsto, con tariffe di rappresaglia che andranno a colpire il settore agro-alimentare americano: un 15% su pollo, grano, mais e cotone; un 10% su soia, sorgo, maiale, manzo, prodotti lattiero-caseari.


I dazi cinesi entreranno in vigore da lunedì prossimo, secondo la comunicazione che ha diffuso il ministero delle Finanze di Pechino. L’annuncio è giunto praticamente non appena è scaduto il termine per la nuova tariffa generale del 10% imposta da Trump sulle merci cinesi. La Casa bianca ha già applicato due ulteriori serie di dazi del 10% su esportazioni cinesi, stimate in oltre 500 miliardi di dollari, secondo i calcoli della dogana cinese.


Oggi gli Usa hanno anche con l’imposizione di tariffe del 25% sulle importazioni da Messico e Canada, dopo la scadenza di una sospensione di un mese. Washington ha motivato questa raffica di restrizioni commerciali con la scarsa propensione dei tre paesi a fermare i traffici di fentanyl, un oppioide sintetico la cui diffusione è vista come una vera e propria epidemia negli Stati uniti.


La Cina, dal canto suo, sostiene di essere il paese più rigido al mondo nella lotta agli stupefacenti. Dietro la motivazione ufficiale, tuttavia, c’è una realtà fatta di competizione geopolitica tra Stati uniti e Cina, con Washington che considera Pechino il principale concorrente nella corsa all’egemonia globale.


Il ministero del Commercio cinese, oggi, ha anche aggiunto 10 aziende americane, tra le quali società legate alle forze armate coinvolte nella vendita di armi a Taiwan, a una cosiddetta lista di entità inaffidabili. Quindici aziende sono state inserite in una lista di controllo delle esportazioni. All’azienda biotecnologica statunitense Illumina, già etichettata come entità inaffidabile dalla Cina, è stato applicato, in particolare, il divieto di vendere dispositivi di sequenziamento genico nel paese. Inoltre, lo stesso ministero ha annunciato un’indagine sui prodotti in fibra ottica statunitensi, sospettati di aver eluso le misure antidumping della Cina, dichiarando che l’inchiesta durerà sei mesi e potrà essere prorogata. Separatamente, la dogana cinese ha dichiarato stasera che le importazioni di tronchi statunitensi saranno state immediatamente interrotte dopo il rilevamento di alcuni parassiti nel materiale. L’autorità ha inoltre revocato le licenze a tre aziende americane per l’importazione di soia in Cina, per motivi di salute e sicurezza alimentare, affermando che è stato riscontrato un tipo di fungo. Oltre a questa serie di azioni ritorsive, la Cina ha annunciato di aver presentato un’altra denuncia contro gli Stati uniti presso l’Organizzazione mondiale del commercio, ripetendo un reclamo presentato in precedenza all’Omc per i dazi del 10% imposti da Trump agli inizi di febbraio. “Le misure tariffarie unilaterali degli Stati uniti violano gravemente le regole Omc e minano le fondamenta della cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti”, ha dichiarato un portavoce del ministero del Commercio cinese. “La Cina – ha proseguito – è fortemente insoddisfatta e si oppone fermamente a tali misure”. Le contromisure adottate oggi dalla Cina fanno il paio con quelle adottate un mese fa. Pechino ha risposto immediatamente alla prima raffica di dazi del 10% adottata da Trump con dazi sul carbone americano, sul gas naturale liquefatto, sul petrolio greggio, su macchinari agricoli e su alcuni veicoli. La decisione di Trump d’intensificare le tariffe anti-cinesi ha fatto salire il dazio medio effettivo sulle importazioni cinesi a circa il 34%, segnando un aumento del tasso tariffario sulla Cina quasi doppio rispetto a quello registrato durante l’intera prima amministrazione Trump. Gli economisti di Nomura stimano che le tariffe cinesi adottate oggi colpiranno merci statunitensi per un valore di 22,3 miliardi di dollari. Pechino sta prendendo di mira le esportazioni agricole americane in Cina, che sono passate dal 4% del totale nel periodo 1998-2004 al 15% nel periodo 2012-2023, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. La Cina rimane un acquirente fondamentale di alimenti statunitensi come mais e manzo. Lo scorso anno ha importato prodotti agricoli per un valore di 24,7 miliardi di dollari dal suo principale rivale, diventando il terzo cliente più importante subito dopo Canada e Messico, secondo i dati dell’agenzia. Tuttavia, le due superpotenze non dipendono l’una dall’altra come in passato. Le statistiche statunitensi mostrano che, in generale, le importazioni dalla Cina sono diminuite dal 21,6% del totale nel 2018 al 13,4% nel 2024. Negli ultimi anni la Cina ha cercato di emendarsi da alcuni prodotti agricoli statunitensi, rivolgendosi a fornitori come il Brasile e promuovendo sostituti nazionali. Le importazioni cinesi di semi oleosi e mangimi animali dagli Stati uniti sono crollate del 23% lo scorso anno rispetto al 2023, e sono diminuite del 29% rispetto al 2021, secondo i calcoli basati sui dati della dogana cinese.

Giappone, Hisahito si presenta alla stampa: sarà prossimo Imperatore?

Giappone, Hisahito si presenta alla stampa: sarà prossimo Imperatore?Roma, 3 mar. (askanews) – Il principe Hisahito, formalmente secondo in linea di successione al trono imperiale giapponese (ma probabile successore a Naruhito), ha tenuto oggi la sua prima conferenza stampa da adulto, dopo aver compiuto la maggiore età (8 anni) sei mesi fa. Un passaggio importante per il giovane principe sulle cui spalle, se non ci saranno provvedimenti per allargare la Famiglia imperiale, rischia di esser posto tutto il peso della crisi di successione della Casa del Crisantemo.


Davanti ai giornalisti che compongono il club dei cronisti presso l’Agenzia della Casa imperiale, vestito d’un elegante abito blu scuro, ha esordito ammettendo di essere imbarazzato ed esprimendo il cordoglio alle vittime degli incendi che si sono verificati nella zona di Iwate e in altre aree del Giappone. Ha inoltre ringraziato per i “tanti insegnamenti” osservando l’Imperatore e l’Imperatrice. Il principe ha annunciato che, essendo diventato maggiorenne, pur dando priorità agli studi, gradualmente inizierà a prendere parte alle attività ufficiali previste per la Famiglia imperiale. “Desidero affrontare ogni questione con attenzione, seguendo i consigli gentili di chi mi sta vicino, e adempiendo pienamente al ruolo che mi spetta in quanto adulto e membro della Famiglia imperiale”, ha affermato il figlio del principe Fumihito (Akishino).


Sebbene, secondo l’ordine di successione, il principe ereditario sia formalmente Akishino – fratello minore dell’imperatore Naruhito – in realtà Hisahito è l’unico maschio della generazione seguente a quella Naruhito, quindi si presume che il futuro imperatore alla fine sarà lui. In questo senso, oltre allo studio scolastico normale, per Hisahito potrebbe essere già iniziata la formazione speciale “teiogaku” che si applica a chi ricoprirà ruoli imperiali. Rispondendo alle domande, Hisahito è stato anche interpellato sul ruolo dell’Imperatore-simbolo. Nel sistema costituzionale giapponese, l’Imperatore non è sovrano (che è il popolo) ma è “simbolo” del Giappone. Il giovane principe ha detto che questo ruolo implica che l’Imperatore sia “costantemente attento al popolo e che resti vicino ad esso”.


Hisahito, rispondendo alle domande ha detto di essere una persona che “si imbarazza facilmente”. Ma ha anche affermato di avere il pregio di saper “perseguire con impegno” i propri interessi. “In altre parole, sono capace di immergermi completamente in ciò che mi affascina. Ad esempio, in una giornata estiva, mentre osservavo le libellule nei boschi o intorno a uno stagno a partire dal primo pomeriggio, mi sono spesso reso conto che il sole era già tramontato. Tuttavia, se lo si guarda da un’altra prospettiva, questo può essere considerato anche un difetto, in quanto a volte mi attacco troppo alle cose. Desidero imparare a essere più flessibile in base alle circostanze”, ha affermato il giovane principe. Oltre a essere appassionato d’insetti, ha inoltre detto di coltivare ortaggi e riso – attività che pratica da tempo – e di provare grande gioia quando riesce a raccogliere il raccolto e a gustarlo in famiglia. Il rapporto tra la Famiglia imperiale e l’agricoltura è un tema particolarmente rilevante nella tradizione nipponica. Per quanto riguarda i grandi temi internazionali, Hisahito si è detto particolarmente interessato al tema del cambiamento climatico: “Penso che il cambiamento climatico, che rappresenta una delle grandi sfide per le persone che vivono sulla Terra, sia un tema di grande rilevanza. Ritengo che gli eventi meteorologici estremi degli ultimi anni siano dovuti a questo, causando numerose calamità naturali sia in patria che all’estero, con danni derivanti da forti piogge, caldo eccessivo, incendi boschivi e abbondanti nevicate. Mi preoccupa l’impatto che tali eventi hanno sulla vita delle persone”.


Hisahito ha inoltre fatto cenno a un suo prossimo, possibile periodo di studio all’estero, come hanno già fatto lo zio Naruhito (primo principe imperiale giapponese a studiare in un’università estera, a Londra per la precisione) e il padre Akishino. “Penso che, andando all’estero, si possano fare esperienze diverse da quelle di sempre, incontrare persone provenienti da vari paesi e regioni, e scoprire culture differenti. Inoltre, anche dal punto di vista accademico, credo si possa acquisire una nuova prospettiva di apprendimento”, ha detto Hisahito. Al principe è stata anche proposta una delicata questione di un possibile futuro matrimonio. Ma, come prevedibile, su questo non ci sono state particolari novità. “Non ho ancora riflettuto a fondo sul momento ideale o sulla scelta del partner”, ha detto Hisahito. La questione è particolarmente importante, perché al momento la Famiglia imperiale annovera solo due possibili successori a Naruhito: Akishino, che è però appartenente alla stessa generazione dell’Imperatore, e lo stesso Hisahito. Per la legge salica, a partire dal periodo Meiji, iniziato nel 1868, solo i maschi della Famiglia imperiale possono ascendere al trono imperiale. Dopo la nascita di Aiko, l’unica figlia di Naruhito e dell’imperatrice Masako, più volte è stata posta la possibilità di modificare la legge di successione, ritornando ad ammettere la possibilità di avere Imperatrici regnanti (ce ne sono state otto nella storia, due delle quali sono ascese al trono per due volte), ma finora non se n’è fatto nulla. Attualmente, i settori più conservatori della politica vorrebbero lavorare sull’ipotesi di riammettere alcuni rami decaduti della Famiglia imperiale, che furono messi fuori dalla linea di successione alla fine della Seconda guerra mondiale. Invece, in passato, il primo ministro Shigeru Ishiba si era espresso a favore dell’apertura alle donne (che tra l’altro è vista con favore, stando ai sondaggi, dalla gran parte dei giapponesi). Ci sono anche proposte di consentire alla Coppia imperiale di poter adottare. Appare tuttavia improbabile che la linea di successione venga sconvolta ammettendo la discendenza femminile.