La Cina rallenta negoziati su costruzione gasdotto con la RussiaRoma, 24 nov. (askanews) – La partnership “senza limiti” tra Russia e Cina, in realtà, qualche limite sembra averlo, almeno a giudicare dalla vicenda del gasdotto Power of Siberia 2, che viene vista come una vera ancora di salvezza per l’economia energocentrica russa, bloccata nel suo sbocco a Occidente dalle sanzioni. Secondo quanto racconta oggi in un ampio articolo il South China Morning Post, il maxiprogetto procede a rilento, perché la Cina cerca di sfruttare la sua posizione di forza per spuntare prezzi migliori.
Il gasdotto, se completato, devierebbe 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, che in precedenza riforniva l’Europa, verso la Cina settentrionale, offrendo un significativo impulso alla sicurezza energetica di Pechino e denaro nelle casse di Mosca. Il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato in precedenza che Mosca espoerterà quasi 100 miliardi di metri cubi all’anno di gas verso la Cina. Per arrivare a questo obiettivo, è necessario Power of Siberia 2, perché il Power of Siberia 1 ha un limite di 67 miliardi di metri cubi l’anno.
Una fonte russa ha spiegato SCMP che Pechino “comprende molto bene il suo potere contrattuale, è in una posizione molto più forte” e quindi richiede “forti sconti”. Dall’altro lato, Putin è sotto “enorme pressione” per costruire il gasdotto, altrimenti “un’enorme quantità di gas” verrà sprecata e la Russia perderà denaro. “In termini di costruzione, (Pechino) vuole assicurarsi che non ci siano rischi né costi. La Russia è la parte che paga l’intero conto”, ha aggiunto la fonte al giornale di Hong Kong. Un esempio della forza contrattuale di Pechino è mostrata, secondo un esperto citado da SCMP, dalla questione del tracciato. Mosca avrebbe preferito passare solo per la Mongolia, che avrebbe ridotto i costi di costruzione, ma la Cina ha di fatto imposto di attraversare la provincia autonoma cinese di Xinjiang.
La Cina mostra un atteggiamento prudente nei confronti del progetto, con il Power of Siberia 2 raramente menzionato nei documenti governativi o nei media statali. Putin probabilmente s’attrendeva di raggiungere un accordo durante il summit “Belt and Road” tenutosi a Pechino a metà ottobre, ma alla fine è tornato a Mosca a mani vuote.
Durante la sua visita nella capitale mongola Ulaanbator in ottobre, la vicepremier russa Viktoria Abramchenko ha affermato che la ricerca di fattibilità è stata completata e che il lavoro di progettazione terminerà quest’anno. Ha inoltre stimato che la costruzione della Power of Siberia 2 potrebbe iniziare dopo l’approvazione dei lavori di progettazione nel primo trimestre del 2024, con lavori che dureranno sei anni. Ma questa tempistica non sembra possibile, perché a quanto hanno detto le fonti a SCMP non si è ancora nemmeno iniziato a parlare di prezzi, tariffe e quant’altro. E saranno certamente necessarie ampie negoziazioni. La Cina ha adottato una strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas, a fronte di un aumento dei consumi annuale. Si stima che il consumo annuale di gas naturale aumenterà dal 5,5 al 7% nel 2023, anno su anno, fino a 390 miliardi di metri cubi, secondo un rapporto dell’Amministrazione nazionale per l’energia. Ciò invertirebbe il calo dell’1,2% nel 2022. Per garantire un approvvigionamento energetico stabile e affidabile, la Cina già importa gas da Australia, Qatar, Asia centrale (Turkmenistan), oltre che dalla Russia.