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ByteDance ridimensiona il settore giochi

ByteDance ridimensiona il settore giochiRoma, 27 nov. (askanews) – ByteDance, la controllante cinese di TikTok, ha annunciato che “ristrutturerà” la sua attività di videogiochi, dopo che non è riuscita a ridurre il gap di mercato contro i leader di mercato. Lo riferisce oggi il Financial Times.

“Abbiamo preso la difficile decisione di ristrutturare la nostra attività di gioco”, ha dichiarato la compagnia. Il gigante dei social media ha investito nel settori giochi nel 2019, assumendo sviluppatori i e in seguito acquisendo studi indipendenti, tra cui Moonton e Pico.

Tuttavia ora è arrivato un momento di ridemensionamento che, secondo il FT, implicherà la perdita di centinaia di posti di lavoro. In Cina il mercato dei giochi annovera 710 milioni di potenziali clienti. E’ dominato da giganti come Tencent e NetEase.

La Cina rallenta negoziati su costruzione gasdotto con la Russia

La Cina rallenta negoziati su costruzione gasdotto con la RussiaRoma, 24 nov. (askanews) – La partnership “senza limiti” tra Russia e Cina, in realtà, qualche limite sembra averlo, almeno a giudicare dalla vicenda del gasdotto Power of Siberia 2, che viene vista come una vera ancora di salvezza per l’economia energocentrica russa, bloccata nel suo sbocco a Occidente dalle sanzioni. Secondo quanto racconta oggi in un ampio articolo il South China Morning Post, il maxiprogetto procede a rilento, perché la Cina cerca di sfruttare la sua posizione di forza per spuntare prezzi migliori.

Il gasdotto, se completato, devierebbe 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, che in precedenza riforniva l’Europa, verso la Cina settentrionale, offrendo un significativo impulso alla sicurezza energetica di Pechino e denaro nelle casse di Mosca. Il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato in precedenza che Mosca espoerterà quasi 100 miliardi di metri cubi all’anno di gas verso la Cina. Per arrivare a questo obiettivo, è necessario Power of Siberia 2, perché il Power of Siberia 1 ha un limite di 67 miliardi di metri cubi l’anno.

Una fonte russa ha spiegato SCMP che Pechino “comprende molto bene il suo potere contrattuale, è in una posizione molto più forte” e quindi richiede “forti sconti”. Dall’altro lato, Putin è sotto “enorme pressione” per costruire il gasdotto, altrimenti “un’enorme quantità di gas” verrà sprecata e la Russia perderà denaro. “In termini di costruzione, (Pechino) vuole assicurarsi che non ci siano rischi né costi. La Russia è la parte che paga l’intero conto”, ha aggiunto la fonte al giornale di Hong Kong. Un esempio della forza contrattuale di Pechino è mostrata, secondo un esperto citado da SCMP, dalla questione del tracciato. Mosca avrebbe preferito passare solo per la Mongolia, che avrebbe ridotto i costi di costruzione, ma la Cina ha di fatto imposto di attraversare la provincia autonoma cinese di Xinjiang.

La Cina mostra un atteggiamento prudente nei confronti del progetto, con il Power of Siberia 2 raramente menzionato nei documenti governativi o nei media statali. Putin probabilmente s’attrendeva di raggiungere un accordo durante il summit “Belt and Road” tenutosi a Pechino a metà ottobre, ma alla fine è tornato a Mosca a mani vuote.

Durante la sua visita nella capitale mongola Ulaanbator in ottobre, la vicepremier russa Viktoria Abramchenko ha affermato che la ricerca di fattibilità è stata completata e che il lavoro di progettazione terminerà quest’anno. Ha inoltre stimato che la costruzione della Power of Siberia 2 potrebbe iniziare dopo l’approvazione dei lavori di progettazione nel primo trimestre del 2024, con lavori che dureranno sei anni. Ma questa tempistica non sembra possibile, perché a quanto hanno detto le fonti a SCMP non si è ancora nemmeno iniziato a parlare di prezzi, tariffe e quant’altro. E saranno certamente necessarie ampie negoziazioni. La Cina ha adottato una strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas, a fronte di un aumento dei consumi annuale. Si stima che il consumo annuale di gas naturale aumenterà dal 5,5 al 7% nel 2023, anno su anno, fino a 390 miliardi di metri cubi, secondo un rapporto dell’Amministrazione nazionale per l’energia. Ciò invertirebbe il calo dell’1,2% nel 2022. Per garantire un approvvigionamento energetico stabile e affidabile, la Cina già importa gas da Australia, Qatar, Asia centrale (Turkmenistan), oltre che dalla Russia.

Giappone, inflazione a ottobre torna a salire: 2,9%

Giappone, inflazione a ottobre torna a salire: 2,9%Roma, 24 nov. (askanews) – L’indice principale dei prezzi al consumo del Giappone è aumentato del 2,9% in ottobre rispetto all’anno precedente, in inversione di tendenza per la prima volta in quattro mesi. Lo ha riferito oggi il Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni.

L’inflazione core, che esclude gli alimenti freschi, è aumentata dal minimo di 13 mesi di settembre del 2,8% dopo che i sussidi per l’elettricità e l’energia, iniziati a gennaio, sono stati dimezzati. Le bollette dell’elettricità e i prezzi del gas sono scesi rispettivamente del 16,8% e del 10,2% in ottobre, più lentamente rispetto ai cali del 24,6% e del 12,5% di settembre. Le tariffe alberghiere sono aumentate del 42,6% su base annua, rispetto al 17,9% del mese precedente, in un momento di forte crescita del turismo in entrata.

I prezzi dei prodotti alimentari, esclusi gli alimenti freschi, sono aumentati del 7,6% in ottobre, ma il ritmo è diminuito rispetto all’8,8% di settembre. I dati sull’inflazione core hanno superato l’obiettivo del 2% della Banca del Giappone per il 19mo mese consecutivo.

L’indice principale dei prezzi al consumo per ottobre, che comprende tutte le voci, è cresciuto del 3,3%, mentre l’indice core-core, che esclude alimenti freschi ed energia, è aumentato del 4,0%. I dati sull’inflazione sono un elemento sensibile per il governo giapponese, mentre la Banca del Giappone mantiene una linea di politica monetaria espansiva, in controtendenza rispetto alle altre banche centrali dei paesi più sviluppati.

Il primo ministro Fumio Kishida punta su aumenti salariali dopo i negoziati della primavera 2024 tra datori di lavoro e sindacati, per evitare che il potere d’acquisto delle famiglie si abbassi eccessivamente. A settembre i salari reali in Giappone sono scesi del 2,9% rispetto all’anno precedente, segnando il 18mo mese consecutivo di calo.

Giappone allenta restrizioni finanziamento banche in aiuto startup

Giappone allenta restrizioni finanziamento banche in aiuto startupRoma, 22 nov. (askanews) – L’Agenzia giapponese per i servizi finanziari allenterà una serie di restrizioni alle banche che non consentono di andare oltre una certa quota in compagnie con più di 10 anni di storia aziendale. Lo afferma oggi il Nikkei.

In linea di principio, le banche in Giappone non possono detenere più del 5% dei diritti di voto nelle società operative per garantire che siano finanziariamente solide e per evitare la concentrazione della proprietà industriale. Ma esiste un’eccezione per le startup con meno di 10 anni che permentte alle banche di assumerne fino al 100% della proprietà attraverso filiali indipendenti specializzate negli investimenti. L’agenzia sta valutando la possibilità di espandere questa eccezione per includere le piccole e medie imprese private che abbiano più di 10 anni. Il nuovo limite massimo sarà determinato in base, tra gli altri fattori, alle esigenze del settore. Le startup di ricerca e sviluppo spesso impiegano più di 10 anni per portare i loro prodotti sul mercato. Secondo il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, oltre il 60% delle startup focalizzate su ricerca e sviluppo hanno impiegato più di 10 anni per quotarsi in borsa.

“Le banche hanno sottolineato che l’attuale regola dei 10 anni è troppo breve per fornire un sostegno coerente dalla ricerca e sviluppo alla commercializzazione”, ha affermato un alto funzionario dell’agenzia. Fornire denaro di rischio alle startup è essenzialmente il ruolo del capitale di rischio e dei fondi. Secondo la Japan Venture Capital Association, il 41% dei fondi raccolti dalle startup nel 2022 era capitale di rischio, mentre il 3,5% proveniva da istituzioni finanziarie. Tuttavia, l’importo degli investimenti azionari provenienti dal capitale di rischio in Giappone è solo circa l’1% di quello negli Stati Uniti.

Alibaba nega l’esistenza di un maxi-piano di licenziamenti

Alibaba nega l’esistenza di un maxi-piano di licenziamentiRoma, 22 nov. (askanews) – In una lettera interna Alibaba Group Holding ha chiarito i dettagli di un piano del fondo familiare dell’ex presidente e co-fondatore Jack Ma di vendere azioni della società di e-commerce e ha smentito le voci secondo cui prevede di licenziare 25mila dipendenti. Lo segnala oggi il South China Morning Post, testata che fa parte della galassia Alibaba

In un messaggio pubblicato sull’intranet di Alibaba, la responsabile del personale Jane Jiang ha sostenuto che le indiscrezioni sui licenziamenti sono completamente false e che la società ha denunciato la questione alla polizia. “Voci secondo cui Alibaba avrebbe licenziato 25.000 persone si sono diffuse ampiamente negli ultimi due giorni con una trama inventata su come abbiamo esaminato le risorse umane e abbiamo persino chiesto l’approvazione al dipartimento di previdenza sociale”, ha detto Jiang.

La manager ha anche detto che il trust del fondatore Jack Ma ha firmato un contratto con un agente di borsa all’inizio di quest’anno per vendere azioni di Alibaba, e il piano è stato annunciato pubblicamente a metà novembre in conformità con le relative regole. Jiang ha spiegato che Ma intende utilizzare i fondi raccolti per sostenere la sua tecnologia agricola e le sue iniziative di beneficenza. “Il 16 novembre era la data in cui rendere pubblica

Gb e Sudcorea lanciano negoziato per aggiornare area libero scambio

Gb e Sudcorea lanciano negoziato per aggiornare area libero scambioRoma, 21 nov. (askanews) – La Corea del Sud e la Gran Bretagna hanno annunciato l’avvio di colloqui per aggiornare il loro accordo bilaterale di libero scambio in linea con gli sforzi volti a riflettere il mutevole contesto economico. L’ha annunciato oggi il ministero dell’Industria di Seoul, in occasione della visita a Londra del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol.

Il ministro dell’Industria Bang Moon-kyu e il suo omologo britannico, Kemi Badenoch, hanno in programma di firmare una dichiarazione congiunta sull’avvio dei negoziati per aggiornare l’area di libero scambio domani. I due paesi hanno firmato l’accordo per l’area di libero scambio nell’agosto 2019, con efficacia da gennaio 2021, dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.

“I colloqui si concentreranno sulla creazione di un nuovo accordo di libero scambio di terza generazione che rifletta i bruschi cambiamenti nell’economia e nel contesto commerciale, compreso il rafforzamento della sicurezza economica e la stabilizzazione delle catene di approvvigionamento”, ha affermato il ministero sudcoreano. Seoul e Londra stabiliranno nuove regole commerciali, in particolare nei settori dell’energia, del digitale e della bioeconomia, con l’obiettivo di favorire un partenariato “inclusivo e orientato al futuro”, secondo il ministero sudcoreano. Il primo round di negoziati si svolgerà in Corea del Sud a gennaio. I due paesi – ha segnalato ancora il ministero – hanno inoltre concordato di rafforzare la loro cooperazione nel settore dell’energia nucleare, compresa la costruzione di nuove centrali. In particolare, le due parti hanno firmato nove memorandum d’intesa incentrati sulla costruzione di un rapporto di cooperazione che abbracci l’intero ciclo di vita delle centrali nucleari.

Le aziende energetiche sudcoreane gestite dallo stato, tra cui la Korea Electric Power Corp., hanno inoltre stipulato un totale di otto accordi, che comprendono la pianificazione, il funzionamento e lo smantellamento degli impianti nucleari, per cercare “la relazione più ampia possibile”.

Giapponese Komatsu acquista statunitense American Battery Solutions

Giapponese Komatsu acquista statunitense American Battery SolutionsRoma, 21 nov. (askanews) – La compagnia giapponese Komatsu, attraverso la sua controllata al 100% negli Stati Uniti (Komatsu America Corp.) ha annunciato l’acquisizione di American Battery Solutions, Inc. (ABS), un produttore di batterie con sede a Detroit, Michigan. Komatsu prevede di concludere l’acquisizione l’11 dicembre 2023, a condizione che siano completate tutte le procedure necessarie per il closing. L’azienda nipponica non ha fornito dati relativi al valore economico dell’operazione.

ABS sviluppa e produce un’ampia gamma di batterie per carichi pesanti e industriali, utilizzando batterie agli ioni di litio per veicoli commerciali, autobus e veicoli stradali e fuoristrada. L’azienda fornisce sistemi di batterie standard e personalizzati ottimizzati in base alle esigenze di ciascun cliente. La tecnologia di ABS, combinata con la conoscenza avanzata dello sviluppo del prodotto e l’esperienza del suo personale, consente all’azienda di sviluppare e produrre pacchi batteria progettati per offrire prestazioni e durata del prodotto superiori e per migliorare la sicurezza, secondo quanto afferma il comunicato di Komatsu. L’acquisizione di ABS consentirà a Komatsu di sviluppare e produrre le proprie attrezzature per l’edilizia e l’estrazione mineraria alimentate a batteria, attraverso l’integrazione della tecnologia delle batterie di ABS con la conoscenza e la rete di Komatsu. Le prime apparecchiature prodotte con le batterie ABS verranno utilizzate per alimentare attrezzature minerarie nel Nord e Sud America, dove la domanda di elettrificazione è in aumento. In futuro, Komatsu mirerà ad espandere l’uso delle batterie nelle macchine edili e a stabilire un sistema di fornitura globale. Komatsu continuerà a supportare il business delle batterie di ABS per sviluppare ulteriormente l’elettrificazione dopo l’acquisizione.

ABS opererà come entità aziendale autonoma all’interno di Komatsu e proseguirà i propri piani di crescita attuando i programmi per i clienti attuali e potenziali nei segmenti dei veicoli commerciali. Le opportunità di estrazione mineraria e di costruzione offerte da Komatsu consentiranno ad ABS di posizionarsi come uno dei principali fornitori mondiali di sistemi di batterie sia nei mercati su strada che fuori strada. Attraverso l’acquisizione, Komatsu accelererà lo sviluppo di veicoli elettrici alimentati a batteria utilizzando la tecnologia ABS relativa alle batterie, insieme ad altre iniziative che Komatsu sta portando avanti con i suoi partner, per contribuire ulteriormente all’elettrificazione delle attrezzature edili e minerarie e alla realizzazione di una società decarbonizzata. Questi sforzi aiuteranno Komatsu a raggiungere il suo obiettivo gestionale di riduzione del 50% delle emissioni di CO2 derivanti dall’uso dei suoi prodotti entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2010), nonché l’obiettivo sfida dell’azienda di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050. Komatsu sviluppa e fornisce tecnologie, attrezzature e servizi per i mercati dell’edilizia, dell’estrazione mineraria, dei carrelli elevatori, dell’industria e della silvicoltura.

Cina, 77% fondi dei esteri arrivati nelle borse nel 2023 andati via

Cina, 77% fondi dei esteri arrivati nelle borse nel 2023 andati viaRoma, 21 nov. (askanews) – Oltre tre quarti dei fondi stranieri investiti nel mercato azionario cinese nei primi sette mesi dell’anni sono defluiti via. Lo riferisce oggi il Financial Times, segnalando che gli investitori globali hanno fatto uscire oltre 25 miliardi di dollari nonostante i tentativi delle autorità di Pechino di ristabilire la fiducia nella seconda economia mondiale.

Le vendite consistenti degli ultimi mesi portano l’incidenza degli investitori offshore al livello più basso dal 2015 nell’ambito del primo anno del programma Stock Connect che lega le piazze cinesi con Hong Kong. Gli investitori offshore nei primi mesi, puntando sul rimbalzo post-Covid e sull’abbandono della politica Zero Covid, hanno investito a un livello record sui mercati cinesi. Ma negli ultimi mesi hanno lasciato le loro posizioni, in particolare preoccupati dalla crisi di liquidità e dai dati della crescita deludenti.

Secondo un calcolo di FT, l’inflow di fondi esteri sulle piazze cinesi, dopo aver toccato il picco di 235 miliardi di yuan (32,6 miliardi di dollari) all’inizio di agosto, è sceso del 77% ad appena 54,7 miliardi di yuan (7,6 miliardi di dollari). Questo ha portato l’indice CSI 300 – che raggruppa le piazze di Shanghai e Shenzhen – a perdere l’11% in termini di dollari quest’anno, mentre quelle di Giappone, Sudcorea e India crescevano tra l’8 e il 10%.

Banche centrali Cina-Arabia saudita firmano accordo swap valutario

Banche centrali Cina-Arabia saudita firmano accordo swap valutarioRoma, 20 nov. (askanews) – Le banche centrali di Cina e Arabia Saudita hanno firmato un accordo per lo scambio di valuta per promuovere il commercio bilaterale denominato in yuan e riyal. Lo hanno annunciato le due istituzioni centrali.

La Banca popolare cinese (PBoC) e la Banca centrale saudita (SAMA) hanno firmato un accordo di swap triennale per un valore massimo di 50 miliardi di yuan (6,3 miliardi di euro), ovvero 26 miliardi di riyal, secondo le dichiarazioni rilasciate lunedì dalle autorità monetarie dei due paesi. Il patto, che può essere prorogato di comune accordo, riflette il rafforzamento della collaborazione tra le due banche centrali, ha affermato SAMA.

L’accordo con SAMA è il 30mo swap firmato dalla PBOC negli ultimi dieci anni, secondo quanto riferisce il South China Morning Post. La banca centrale cinese sta cercando di promuovere il più possibile l’utilizzo dello yuan a livello mondiale per diminuire il peso del dollaro come moneta di scambio e affrancarsi dalla dipendenza dal biglietto verde. La PBoC ha già accordi di swap con diversi paesi del mondo arabo: gli Emirati Arabi Uniti nel 2012, il Qatar nel 2014 e l’Egitto nel 2016. Nell’ultimo anno, l’aumento dei tassi di interesse statunitensi ha aumentato il valore del dollaro, spingendo alcune economie emergenti a passare a transazioni denominate in yuan più economiche.

La seconda economia mondiale è anche il più grande importatore globale di petrolio greggio e prezza le transazioni dei derivati petroliferi nella propria valuta dal 2018. I contratti sono stati concepiti per aiutare la Cina ad acquisire potere di fissazione dei prezzi e a internazionalizzare lo yuan, ad un livello momento in cui le relazioni tra Pechino e Washington cominciavano a diventare tese. Lo scorso anno la Cina ha importato greggio saudita per un valore di 65 miliardi di dollari, circa l’83% delle esportazioni totali del regno verso la Cina.

Giappone, governo punta a bilancio aggiuntivo da 80,8 mld euro

Giappone, governo punta a bilancio aggiuntivo da 80,8 mld euroRoma, 20 nov. (askanews) – Il parlamento giapponese – Dieta – ha avviato oggi il dibattito su un budget aggiuntivo di 13.200 miliardi di yen (80,8 miliardi di euro) per l’anno fiscale 2023, che si conclude alla fine di marzo 2024, mentre il governo si muove per finanziare un pacchetto di sostegno all’economia che mira ad alleviare il peso dell’aumento dei prezzi sulle famiglie. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.

La spesa aggiuntiva porterà la spesa totale dello stato giapponese per l’anno fiscale in corso a 127.580 miliardi di yen (781 miliardi di euro), di cui un terzo sarà garantito dall’emissione di debito pubblico. L’emissione di debito per il solo bilancio supplementare ammonta a 8.880 miliardi di yen (54,3 miliardi di euro).

Il Primo Ministro Fumio Kishida vuole che il bilancio supplementare venga approvato dalla Dieta entro la fine del mese. Il lavoro per redigere un budget iniziale per l’anno fiscale 2024 si intensificherà a dicembre. Parte del budget extra verrà utilizzato per fornire un bonus da 70mila yen alle famiglie (428 euro) a basso reddito che sono esenti dal pagamento delle tasse. Inoltre fondi saranno destinati a estendere i sussidi sul carburante fino alla prossima primavera e dare incentivi fiscali alle piccole e medie imprese che aumentano i salari.