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Samsung, membri famiglia venderanno azioni per quasi 2 mld euro

Samsung, membri famiglia venderanno azioni per quasi 2 mld euroRoma, 10 gen. (askanews) – Alcuni dei principali membri della famiglia Lee, che controlla la Samsung, intendono vendere quasi 2.800 miliardi di won (1,9 miliardi di euro) delle loro azioni in Samsung Electronics e altre affiliate in blocco, apparentemente per reperire le risorse che consentano di pagare le tasse di successione. Lo riferisce oggi l’agenzia di stampa Yonhap.

Hong Ra-hee, la madre del presidente della Samsung Electronics Lee Jae-yong, e le sue due figlie, il CEO dell’Hotel Shilla Lee Boo-jin e Lee Seo-hyun, capo della Samsung Welfare Foundation, stanno spingendo per liberarsi un totale di 29,8 milioni di azioni del valore di 2.200 miliardi di won (1,5 miliardi di euro) in Samsung Electronics. La vendita avverrà con uno sconto dell’1,2-2% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni Samsung Electronics di 73.600 won mercoledì.

Hong prevede di vendere l’importo maggiore con 19,2 milioni di azioni o una partecipazione dello 0,32% in Samsung Electronics, seguito da Seo-hyun con 8,1 milioni di azioni o lo 0,14% e Boo-jin con 2,4 milioni di azioni o lo 0,04%. Secondo le fonti, l’amministratore delegato dell’Hotel Shilla prevede inoltre di cedere alcune delle sue partecipazioni in Samsung C&T Corp., Samsung SDS Co. e Samsung Life Insurance Co..

La vendita è considerata finalizzata al pagamento di tasse di successione per un totale di 12mila miliardi di won (8,3 miliardi di euro) in seguito alla morte del defunto presidente del gruppo Samsung Lee Kun-hee nell’ottobre 2020. Dalla sua morte, i membri della famiglia del gruppo proprietario hanno pagato le tasse di successione a rate nell’arco di cinque anni, a partire dall’aprile 2021.

Taiwan al voto sabato: elezioni strategiche per Usa e Cina

Taiwan al voto sabato: elezioni strategiche per Usa e CinaRoma, 10 gen. (askanews) – Sono elezioni cruciali non solo per l’assetto delle relazioni tra i paesi dell’Asia orientale, ma per la configurazione delle forze in campo nella competizione globale che vede sempre più protagonisti Stati uniti e Cina, quelle che si terranno sabato nell’isola di Taiwan, che è al contempo une delle più vibranti democrazie al mondo e quella che Pechino considera semplicemente una sua provincia ribelle.

Poco meno di 20 milioni di elettori su 23 milioni di abitanti saranno chiamati a votare per presidente e parlamentari tra le 8 del mattino e le 16 (ore 1-9 del mattino in Italia). I risultati sono attesi nel giro di poche ore. Non ci saranno né voti per corrispondenza, né voti anticipati: chi deve votare lo deve fare nella propria contea d’origine. Il presidente di Taiwan è il capo di stato e comandante in capo delle forze armate. Il presidente e il vicepresidente sono eletti direttamente insieme.

Il parlamento è unicamerale ed è conosciuto come Yuan legislativo. Conta 113 seggi, 73 dei quali sono eletti con un sistema maggioritario nei distretti uninominali e 34 con il voto di rappresentanza proporzionale delle liste di partito. Sei ulteriori parlamentari vengono selezionati voti unici non trasferibili nei distretti multimembri esclusivamente per le popolazioni indigene. I presidenti sono responsabili della difesa e degli affari esteri, comprese le relazioni con la Cina e gli Stati Uniti, e nominano il premier, che forma il suo gabinetto per dirigere il governo. In pratica, Taiwan è una repubblica presidenziale. I parlamentari dello Yuan legislativo approvano leggi e decidono sui bilanci, compresi gli stanziamenti per la difesa.

La successione all’attuale presidente Tsai Ing-wen il 20 maggio. Il nuovo presidente resterà in carica fino a maggio 2028. La presidente in carica, Tsai Ing-wen, non è in gara: ha completato due mandati e quindi è ineleggibile. Contestata particolarmente da Pechino per le sue posizioni che rasentano l’indipendentismo, è la leader del Partito democratico progressista che ha realizzato nell’isola negli ultimi anni notevoli riforme, compresa quella che ha reso Taiwan l’unico paese del mondo cinese ad avere il matrimonio gay.

A raccogliere il suo testimone proverà l’attuale vicepresidente Lai Ching-te (William Lai), un veterano della politica di 64 anni, che è un solido sostenitore dell’autogoverno dell’isola, particolarmente inviso a Pechino che lo vede come un indipendentista. E’ considerato il favorito, anche se le ultime elezioni locali del 2022 non sono andate bene per i progressisti e le valutazioni degli analisti vedono i diversi candidati piuttosto vicini tra loro. Lai, nella campagna elettorale, ha addolcito i toni nei confronti di Pechino, Taiwan, ha detto, spera di essere “amica della Cina”. E questa è una dichiarazione con un doppio significato: da un lato auspica maggiore serenità nei rapporti, dall’altro respinge l’idea della riunificazione sulla quale tanto spinge invece il presidente cinese Xi Jinping. E, in effetti, dal punto di vista cinese, è l’opzione peggiore: Pechino considera l’attuale vicepresidente un indipendentista che porterà in rotta di collisione le relazioni. A concorrere con lui, come vicepresidente, c’è Hsiao Bi-khim. Nata in Giappone e cresciuta negli Usa, dove è stata anche ambasciatrice, è stata definita dai cinesi come un’”irriducibile separatista”. L’ex capo della polizia e sindaco di Nuova Taipei Hou Yu-ih, 66 anni, è invece il candidato conservatore del Kuomintang (Partito repubblicano). Il partito che fu Chiang Kai-shek – il fondatore di Taiwan, nata dalla fuga nell’isola dopo la sconfitta nella guerra civile cinese contro le forze comuniste di Mao Zedong nel 1949 – ha gradualmente assunto posizioni più conciliatorie con Pechino rispetto ai democratici progressisti. Nel Dna di questa forza politica c’è il “no” al separatismo, che però si fonda su un’adesione ambivalente alla politica dell’”Unica Cina”. Cioè, non specifica chi rappresenti l’”Unica Cina”. E infatti sul tema dell’indipendenza dalla Cina, durante la campagna elettorale, è stato piuttosto vago, e questo gli attratto critiche. Hou è stato un efficace poliziotto – che peraltro vuole l’applicazione della pena di morte, ora di fatto sospesa – e un sindaco apprezzato nella città più popolosa di Taiwan. Si è fatto affiancare nel ticket conservatore da Jaw Shaw-kang, commentatore politico 73enne che fu leader di un partito di destra – il New Party – in passato e che è apertamente a favore della riunificazione con Pechino. Oggi è a favore della ripresa quanto meno dei negoziati per un patto commerciale con Pechino. Un punto interrogativo è rappresentato dal terzo incomodo nella corsa, cioè il leader della formazione populista Partito popolare di Taiwan, Ko Wen-je, che nel 2023 è stato corteggiato da Hou come possibile vicepresidente, ma ha deciso di respingere la proposta di ticket. Per il suo anticonformismo, questo medico 64enne è popolare tra i giovani. Ha sostenuto il Movimento dei Girasoli nel 2014 – guidato dagli studenti che volevano contrastare l’influenza della Cina rappresentati dai negoziati commerciali voluti dall’allora presidente Ma Yong-jeou – ed è stato sindaco di Taipei. Da sindaco si è un po’ rimangiato le posizioni anti-cinesi, approfondendo le relazioni con Shanghai, e si è collocato in una posizione intermedia tra quella che ha definito “provocazione” anticinese dei progressisti e l’eccessiva “deferenza” del Kuomintang nei confronti di Pechino. Per la vicepresidenza si è fatta affiancare da Cynthia Wu, giovane erede di uno dei principali conglomerati industriali di Taiwan ed ex analista di Merrill Lynch. C’è infine il candidato occulto, che è ovviamente la Cina, che negli ultimi anni ha moltiplicato le dichiarazioni e i comportasmenti bellicosi. L’ultimo caso è stato quello di un satellite cinese che martedì ha sorvolato l’isola, facendo scattare l’allarme sugli smartphone dei taiwanesi. “La Cina non farà alcuna concessione o compromesso sulla questione di Taiwan e chiederà agli Stati uniti di rispettare il principio dell”Unica Cina’”, ha detto ancora oggi la delegazione cinese ai Colloqui di politica di difesa Usa-Cina che si sono tenuti a Washington, secondo una dichiarazione del ministero della difesa cinese. Affermazioni che fanno eco a quanto affermato dal presidente Xi nel suo messaggio di inizio anno: “Taiwan sarà sicuramente riunificata alla Cina” perché “le persone sulle due coste dello Stretto di Taiwan appartengono alla stessa famiglia”. A lui ha indirettamente risposto la presidente taiwanese Tsai, chiarendo nel suo discorso di capodanno che “e relazioni con la Cina devono essere decise dalla “volontà del popolo taiwanese”. Sebbene Xi abbia sempre chiarito che l’opzione militare non è esclusa per ottenere la riunificazione, tuttavia il presidente cinese continua a limitarsi ad affermazioni di principio, senza dare termini specifici a una possibile azione. D’altronde, gli Stati uniti forniscono armi all’isola, che considerano strategica, e lo stesso presidente Joe Biden a settembre 2022 ha affermato – poi “corretto” dal Dipartimento di Stato – che Washington difenderà anche con proprie forze l’isola. Cioè, un’invasione dell’isola potrebbe innescare una spirale incontrollabile tra le potenze. Taiwan è considerata strategica non soltanto per motivi geopolitici e militari. In realtà l’isola si è costruita un ruolo di superpotenza dei semiconduttori. A partire dal gigante TSMC, l’apparato industriale tecnologico taiwanese fornisce i chip per molte delle tecnologie strategiche, dalla difesa alla mobilità. Senza i chip taiwanesi, di fatto, molte industrie avanzate negli Usa e nell’Occidente si fermano.

Cina, aereo C919 inizia servizio regolare Pechino Shanghai

Cina, aereo C919 inizia servizio regolare Pechino ShanghaiRoma, 9 gen. (askanews) – L’aereo passeggeri C919, che nelle intenzioni rappresenta la sfida cinese a Boeing 737 e Airbus 320, ha volato oggi per la prima volta sulla rotta più trafficata del paese che collega la capitale Pechino con il centro economico di Shanghai. Lo ha annunciato la China Eastern Ailines.

Il C919 è decollato dall’aeroporto internazionale di Shanghai Hongqiao ed è atterrato all’aeroporto internazionale di Pechino Daxing, spiegano i media cinesi. Il volo sarà una rotta regolare, disponibile per le prossime due settimane. Il C919 è un aereo di linea sviluppato a livello nazionale dalla Commercial Aircraft Corporation of China (Comac), di proprietà statale. È progettato per trasportare da 140 a 210 passeggeri e vuole competere con il 737 di Boeing e l’A320 di Airbus.

Dopo il suo primo volo commerciale a fine maggio – sempre da Shanghai a Pechino – China Eastern ha operato regolarmente tre modelli che servono rotte da Shanghai alla metropoli sud-occidentale di Chengdu. Secondo la compagnia aerea, alla fine dello scorso anno il jet aveva completato 655 voli commerciali e trasportato quasi 82.000 passeggeri.

La China Eastern con sede a Shanghai ha prenotato i primi cinque C919 nel 2021 e finora ne sono stati consegnati quattro. A settembre, ha annunciato che ne avrebbe acquistati altri 100 in un accordo del valore massimo di 10 miliardi di dollari, il più grande ordine singolo del modello finora. Alla fine di dicembre, Air China, la compagnia di bandiera del paese e la più grande per dimensioni della flotta, ha annunciato che avrebbe acquistato sei aerei C919 con consegna prevista tra il 2024 e il 2025.

La Cina sta anche cercando di espandere la propria presenza aeronautica all’estero, con l’Amministrazione dell’aviazione civile che si è impegnata a collaborare con l’Agenzia per la sicurezza aerea dell’Unione europea per aiutare a incorporare i suoi aerei nei piani del continente durante la conferenza annuale della scorsa settimana.

Giappone, imprenditori promettono consistenti aumenti salariali

Giappone, imprenditori promettono consistenti aumenti salarialiRoma, 8 gen. (askanews) – I capi delle principali organizzazioni imprenditoriali giapponesi hanno promesso di spingere per aumenti salariali più consistenti rispetto allo scorso anno, dopo che il primo ministro Fumio Kishida li ha invitati a superare l’aumento dei prezzi. Qualcuno si spinge anche a proporre meccanismi d’aumento strutturali e automatici: una forma di scala mobile. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.

“Affronteremo la questione degli aumenti salariali con maggiore passione e determinazione rispetto allo scorso anno”, ha detto all’evento Masakazu Tokura, presidente della Japan Business Federation, conosciuta anche come Keidanren, la “Confindustria” giapponese, aggiungendo: “Il Giappone si trova ora ad affrontare una situazione possibilità irripetibile di uscire completamente dalla deflazione.” Le osservazioni sono arrivate mentre le principali aziende giapponesi hanno aumentato i salari in media del 3,99% lo scorso anno, l’aumento più grande in 31 anni. Tokura ha detto che spera di vedere risultati migliori nelle negoziazioni salariali primaverili di quest’anno.

Intervenendo all’evento organizzato dalle lobby imprenditoriali e al quale hanno partecipato numerosi dirigenti delle principali aziende del paese, Kishida ha sottolineato che un aumento del reddito disponibile è vitale per realizzare un circolo virtuoso di aumenti salariali e crescita economica. “Farò ogni passo possibile per garantire che l’attuale tendenza positiva continui”, ha detto Kishida. “Quest’anno sarà un anno molto importante. Chiedo la vostra collaborazione per realizzare potenti aumenti salariali.”

Takeshi Niinami, presidente dell’Associazione giapponese dei dirigenti aziendali, ha dichiarato in una conferenza stampa che le grandi aziende devono aumentare i salari di oltre il 5% per garantire che l’effetto positivo si ripercuota anche sulle imprese più piccole. “Dobbiamo rendere l’aumento dei salari una norma sociale”, ha detto Niinami, aggiungendo: “Quest’anno sarà la cartina di tornasole per vedere se i salari continueranno ad aumentare”. Nel frattempo, Tomoko Yoshino, capo di Rengo, la Confederazione sindacale giapponese, ha ribadito la sua politica di chiedere un aumento salariale superiore al 5% e ha promesso di creare slancio per aumenti salariali più consistenti rispetto allo scorso anno in una conferenza stampa separata.

L’aumento dei salari è importante anche per la Banca del Giappone, che sta osservando da vicino il corso delle trattative salariali di primavera di quest’anno per determinare se debba porre fine alla sua politica di tassi di interesse negativi.

Cina, alto dirigente di Evergrande arrestato

Cina, alto dirigente di Evergrande arrestatoRoma, 8 gen. (askanews) – Evergrande New Energy Vehicle, la controllata dello sviluppatore immobiliare che produce auto elettriche, ha annunciato oggi in una comunicazione alla Borsa di Hong Kong, dove è quotata, che il suo direttore esecutivo è stato arrestato, pertanto ha sospeso le sue quotazioni.

“La compagnia ha appreso che il suo direttore esercutivo, Liu Yongzhuo, è stato arrestato in accordo con la legge in base al sospetto di aver commesso dei crimini illegali”, si legge nella nota di Evergrande New Energy Vehicle. Evergrande è nel cuore della crisi immobiliare cinese ed è un gigante immobiliare in profonda crisi di liquidità. Lo scorso anno più volte non è riuscita a ripagare il suo debito offshore.

La controllata nel settore dell’auto elettrica è stata fondata come filiale nel 2019 come parte di uno sforzo per diversificare le sue fonti di finanziamento e i suoi mercati.

Cina pubblica linee-guida su uso IA nella ricerca scientifica

Cina pubblica linee-guida su uso IA nella ricerca scientificaRoma, 5 gen. (askanews) – La Cina ha pubblicato nuove linee-guida sull’intelligenza artificiale per quanto riguarda il suo uso nella ricerca scientifica, vietando fra l’altro che l’IA possa essere accreditata come co-autrice di una ricerca nelle richieste di finanziamento e segnalando che qualsiasi utilizzo nella ricerca debba essere chiaramente dichiarata. Lo segnala oggi il South China Morning Post.

Le “Linee guida per una condotta responsabile della ricerca” sono state pubblicate il 21 dicembre dal Ministero della Scienza e della Tecnologia, con l’obiettivo di promuovere il “sano sviluppo” della ricerca scientifica. Le nuove regole coprono vari aspetti del processo di ricerca, compresa la selezione degli argomenti e la revisione tra pari, con le considerazioni principali su etica, sicurezza e trasparenza, pur non fodnendo regole dettagliate per situazioni specifiche.

L’intelligenza artificiale ha aiutato i ricercatori di tutto il mondo a fare scoperte come nuovi antibiotici che potrebbero aiutare a combattere i superbatteri resistenti ai farmaci e catalizzatori generati dall’intelligenza artificiale di un team cinese che potrebbero aiutare a produrre ossigeno su Marte. Alcuni scienziati hanno anche elencato tra i coautori strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT, una pratica che molte riviste hanno già interrotto. Ciò ha dato luogo a discussioni sull’opportunità o meno di attribuire credito all’intelligenza artificiale nel caso in cui scopra nuovi materiali o farmaci – e anche un dibattito filosofico più ampio sulla questione se debba essere considerata uguale agli esseri umani nella ricerca della conoscenza.

Secondo le linee guida, l’intelligenza artificiale generativa può ancora essere utilizzata nella ricerca, ma qualsiasi contenuto o risultato che utilizza la tecnologia deve essere chiaramente etichettato come tale.

Huawei licenzia team pubbliche relazioni in Usa-Canada

Huawei licenzia team pubbliche relazioni in Usa-CanadaRoma, 5 gen. (askanews) – La compagnia cinese Huawei ha smantellato i suoi team di pubbliche relazioni e relazioni governative negli Stati uniti e in Canada, segno che potrebbe non esserci più aspettative da parte sua rispetto a un allentamento delle restrizioni a cui è sottosposta in questi paesi. Lo segnala oggi il Nikkei Asia, citando fonti informate.

I dipendenti sono stati licenziati negli ultimi mesi, molti subito dopo il capodanno. Alcuni lavoravano per Huawei da circa un decennio e sono rimasti sconvolti dalla notizia, ma altri avevano previsto la decisione in arrivo a causa del peggioramento delle relazioni Usa-Cina. Huawei aveva ampliato le sue attività di pubbliche relazioni e relazioni governative in Nord America dopo essere stata inserita per la prima volta nella lista nera del governo degli Stati uniti nel 2019. Più o meno nello stesso periodo, la direttrice finanziaria Meng Wanzhou – figlia del fondatore – era stata arrestata a Vancouver, in Canada, su richiesta degli Usa, che ne chiedevano l’estradizione.

Nel 2021, Huawei ha assunto il lobbista democratico veterano Tony Podesta e altre tre società di lobbying per concentrarsi sulle questioni relative al rilascio di Meng, nonché sul commercio, sulle sanzioni economiche e su altre misure. Ma negli anni successivi le relazioni Usa-Cina sono ulteriormente peggiorate e Huawei è diventata un simbolo dei giganti tecnologici cinesi che attirano l’attenzione dei governi occidentali. Chris Pereira, ex responsabile delle pubbliche relazioni di Huawei e ora fondatore e amministratore delegato del gruppo di consulenza aziendale iMpact, ha dichiarato a Nikkei Asia che il ridimensionamento era previsto e ha aggiunto che Huawei North America aveva due obiettivi principali: il rilascio di Meng e il superamento delle restrizioni Usa. Meng è stata rilasciata ed è tornata in Cina nel 2021, mentre l’altro obiettivo non sembra a portata di mano alla luce delle relazioni tra Pechino e Washington. Peraltro, al momento, Usa e Canada “in realtà non sono importanti” per la struttura delle entrate di Huawei. Sui mercati esteri la compagnie cinese punta più sul Medio Oriente, il Sudest asiatico, il Sudamerica e l’Europa dell’Est.

La settimana scorsa, Huawei ha registrato il fatturato più alto degli ultimi tre anni. Le vendite nel 2023 hanno superato i 700 miliardi di yuan (99 miliardi di dollari), in aumento del 9% rispetto al 2022, e la società è ottimista riguardo al nuovo anno. “Dopo anni di duro lavoro, siamo riusciti a superare la tempesta. E ora siamo praticamente di nuovo sulla buona strada”, ha detto il presidente Ken Hu in un messaggio di Capodanno. “La convinzione condivisa ci ha aiutato a rompere l’assedio e ad andare avanti insieme”.

Nordcorea spara colpi d’artiglieria in zona cuscinetto marittima

Nordcorea spara colpi d’artiglieria in zona cuscinetto marittimaRoma, 5 gen. (askanews) – La Corea del Nord ha sparato circa 200 proiettili di artiglieria oggi nelle acque al largo della sua costa occidentale. L’affermano le forze armate sudcoreane.

Lo Stato maggiore congiunto di Seoul ha affermato di aver rilevato i colpi di artiglieria da Capo Jangsan e Capo Deungsan, entrambi nelle aree costiere sud-occidentali del Nord, dalle 9:00 alle 11:00 locali I proiettili si sono schiantati nella zona cuscinetto marittima a nord della Northern Limit Line (NLL), il confine marittimo di fatto nel Mar Giallo. La zona cuscinetto è stata istituita nell’ambito di un accordo militare intercoreano firmato il 19 settembre 2018, per ridurre le tensioni al confine.

Il comdando sudcoreano ha affermato che non sono stati segnalati danni causati dal fuoco dell’artiglieria del Nord contro civili o militari sudcoreani e ha definito la mossa di Pyongyang un atto “provocatorio”, minacciando rappresaglie. “Avvertiamo gravemente che l’intera responsabilità di tali situazioni di crisi ricade sulla Corea del Nord e chiediamo con forza la sua sospensione immediata”, ha detto il portavoce dello Stato maggiore, colonnello Lee Sung-jun, in una conferenza stampa. “Sotto stretto coordinamento tra la Corea del Sud e gli Stati uniti, le nostre forze armate stanno seguendo e monitorando le attività correlate e condurranno misure corrispondenti alle provocazioni della Corea del Nord”.

Secondo i funzionari, l’esercito sudcoreano sta pianificando di condurre esercitazioni a fuoco vivo sulle isole di confine nord-occidentali nel Mar Giallo nel corso della giornata in risposta al fuoco dell’artiglieria del Nord. Lo scorso novembre, la Corea del Nord ha annullato unilateralmente l’accordo militanre intercoreano del 2018, dopo che Seoul lo aveva parzialmente sospeso per protestare contro il successo del lancio da parte del Nord di un satellite spia militare.

Pyongyang ha sparato l’ultimo colpo di artiglieria in una zona cuscinetto marittima nel Mare dell’Est il 6 dicembre 2022. L’ultima minaccia della Corea del Nord è arrivata dopo che il leader nordcoreano Kim Jong Un, nella riunione di fine anno del governo di Pyongyang, ha definito i legami intercoreani come relazioni “tra due stati ostili tra loro” e ha chiesto intensificati preparativi per “sopprimere l’intero territorio della Corea del Sud” in un colpo solo.

Nordcorea, Seoul: giovane figlia probabile erede di Kim Jong Un

Nordcorea, Seoul: giovane figlia probabile erede di Kim Jong UnRoma, 5 gen. (askanews) – La giovane figlia del leader nordcoreano Kim Jong Un, che lo accompagna negli ultimi tempi ai test missilistici e alle parate militari, è il suo “più probabile” successore. Ci scommette l’agenzia di spionaggio della Corea del Sud.

È la prima volta che il servizio di intelligence sudcoreano NIS afferma che Kim Ju Ae potrebbe davvero essere l’erede designata di Kim Jong Un. E’ dalla fine del 2022 che Ju Ae appare sistematicamente accanto al padre nelle occasioni ufficiali.

“Sulla base di un’analisi completa delle attività pubbliche e del livello di rispetto per Kim Ju Ae sin dalla sua prima apparizione pubblica, attualmente sembra essere il successore più probabile”, ha affermato il NIS, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. “Ma teniamo gli occhi aperti su tutte le possibilità perché Kim Jong Un è ancora giovane, non ha grossi problemi di salute e ci sono molte variabili”. Si ritiene che la signorina Kim sia la seconda figlia maggiore del leader nordcoreano e che abbia circa 10 anni.

Ancora oggi l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA ha dato notizia di una visita di Kim Jong Un a una fabbrica di missili ICBM e, immancabile, al suo fianco c’era Ju Ae vestita come al solito di nero. La KCNA ha definito la giovane “Rispettata figlia”, di fatto un titolo che suggerisce la possibilità di una futura mansione ufficiale.

Giappone, oltre 70% grandi aziende prevede crescita nel 2024

Giappone, oltre 70% grandi aziende prevede crescita nel 2024Roma, 4 gen. (askanews) – Oltre il 70% delle principali aziende giapponesi si aspetta che l’economia nipponica cresca nel 2024, ritenendo che una solida spesa per consumi e investimenti sia destinata a superare l’impatto dell’inflazione. L’ha mostrato un sondaggio dell’agenzia di stampa Kyodo.

Nell’indagine condotta su 113 aziende – tra le quali Toyota Motor e SoftBank Group – il 72% ha dichiarato di aspettarsi una crescita moderata e l’1% vede una solida espansione nel 2024. Il totale del 73% è superiore a quello di un anno prima, quando il 56% aveva dichiarato di aspettarsi una crescita moderata o solida anche se l’impennata dei prezzi delle materie prime e dell’energia rappresentavanoi fattori di rischio significativi.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) prevede per il Giappone una crescita pari all’1% nel 2024, con un ritmo più lento rispetto all’1,7% stimato per il 2023. In un questionario a scelta multipla che chiedeva perché le aziende si aspettano una crescita, l’85% degli intervistati che prevedevano un’espansione economica hanno citato una ripresa dei consumi privati e il 65% ha indicato la spesa del crescente numero di visitatori stranieri.

Circa il 62% ritiene che la spesa in conto capitale dovrebbe aumentare. Nel settore dei semiconduttori, ad esempio, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co sta costruendo uno stabilimento da 8,6 miliardi di dollari nella prefettura di Kumamoto e Rapidus Corp prevede di costruire uno stabilimento di chip all’avanguardia a Hokkaido. Solo il 22% degli intervistati prevede una crescita zero, mentre il 3% ritiene che l’economia giapponese si contrarrà moderatamente, con il 54% preoccupato per una contrazione della spesa al consumo. Tra le altre preoccupazioni sono stati sollevati anche il rallentamento delle economie straniere e i rischi geopolitici come la guerra tra Israele e Hamas.

Nessuna azienda ha dichiarato di aspettarsi una recessione nel 2024. Il 43% degli intervistati ha dichiarato di prendere in considerazione o di pianificare un aumento salariale per i dipendenti, mentre il 45% si è dichiarato indeciso. Il primo ministro Fumio Kishida ha chiesto alle aziende di mettere in programma aumenti nelle retribuzioni dei lavoratori, intaccati nel potere di spesa dall’inflazione. Mentre il 27% ritiene che la debolezza della valuta giapponese abbia un impatto negativo, il 7% ritiene che sia positivo. “Lo yen debole fa salire i prezzi delle merci importate e i costi dell’energia, anche se attira più turisti in arrivo in Giappone”, ha detto una compagnia ferroviaria. Circa il 17% ha affermato che il range più desiderabile del dollaro USA va da 120 yen a meno di 130 yen e il 12% ha detto che da 130 yen a meno di 140 yen. Recentemente il dollaro è stato scambiato intorno a 141 yen.