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La Cina cerca di rafforzare la sua potenza di calcolo

La Cina cerca di rafforzare la sua potenza di calcoloRoma, 4 gen. (askanews) – La Cina lavora per rafforzare il più possibile la sua potenza di calcolo. L’Amministrazione nazionale dei dati ha annunciato che la rete integrata frutto di un mega-progetto nazionale sarà attiva dal prossimo anno.

“Eastern Data and Western Computing”, un progetto nazionale lanciato all’inizio del 2022, punta a riunire gli hub informatici per creare una rete unica potenziata dai diversi data center regionali in modo da rafforzare la potenza di calcolo cinese, segnala il South China Morning Post in un suo articolo. La NDA è stata istituita a ottobre 2023 per migliorare il sostegno all’economia digitale con il compito proprio di colmare il divario digitale tra la parte orientale del paese, più sviluppata, e quella occidentale. “Il divario di potenza di calcolo tra est e ovest si è ridotto negli ultimi anni, ma ci sono ancora problemi da affrontare”, ha detto mercoledì l’agenzia di stampa statale Xinhua citando un anonimo funzionario della NDA.

Altri problemi includono una sicurezza inadeguata nei cluster di data center, nonché una capacità di invio limitata e una bassa qualità di trasmissione della rete, che limitano lo spostamento dei carichi di lavoro di elaborazione dati nell’est verso i data center nell’ovest. “Per migliorare l’abilità tecnologica della Cina è necessaria una migliore sinergia tra le regioni orientali e occidentali, nonché tra governi e aziende”, ha affermato il funzionario. La direttiva per “attuare completamente” il progetto Eastern Data and Western Computing e accelerare la costruzione di una rete di potenza di calcolo integrata a livello nazionale è stata emanata da Pechino la settimana scorsa.

Secondo l’ordinanza, la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, la NDA, l’Amministrazione cinese per il cyberspazio, il Ministero dell’industria e della tecnologia dell’informazione (MIIT) e l’Amministrazione nazionale per l’energia lavoreranno insieme per garantire che gli hub informatici nazionali contribuiscano alla maggior parte della capacità informatica del paese entro il 2025. Le agenzie devono inoltre garantire che la tecnologia di base della rete sia affidabile e sicura, che i centri di calcolo siano altamente efficienti e che almeno l’80% della loro energia sia fornita da energia verde.

Nell’ambito del mega progetto, segnala il SCMP, la Cina ha creato otto hub informatici nazionali.

Cina vuole certificare in Europa il suo jet C919

Cina vuole certificare in Europa il suo jet C919Roma, 4 gen. (askanews) – La Cina intende ottenere la certificazione del suo jet da trasporto civile C919 in modo che possa volare anche in Europa e competere con modelli dello stesso segmento costruiti da Boeing e Airbus. Lo ha comunicato oggi l’Amministrazione dell’aviazione civile cinese (CAAC) durante una conferenza, secondo quanto riporta il South China Morning Post.

La CAAC accrescerà i suoi sforzi con l’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea (EASA) in modo da consentire ai suoi “aerei civili nazionali di andare all’estero”. Il C919 opera commercialmente in Cina da maggio dello scorso anno, ma è stato certificato solo dall’autorità di regolamentazione cinese.

Prodotto dalla Commercial Aircraft Corporation of China (Comac), di proprietà statale, il C919 è stato progettato per competere con il 737 di Boeing e l’A320 di Airbus. Il C919 conta molte aziende straniere come fornitori di componenti chiave, con il suo motore realizzato da CFM International, una joint venture tra la statunitense GE Aerospace e la francese Safran Aircraft Engines.

Martedì, la China Eastern Airlines con sede a Shanghai ha dichiarato di aver ricevuto il suo quarto jet C919.

Crisi immobiliare Cina, Dalian Wanda vende hotel lusso a Shanghai

Crisi immobiliare Cina, Dalian Wanda vende hotel lusso a ShanghaiRoma, 3 gen. (askanews) – Il gruppo immobiliare cinese Dalian Wanda, in crisi di liquidità, ha venduto il suo hotel di lusso a Shanghai al miliardario indonesiano della pasta e della carta Sukanto Tanoto nel tentativo di reperire fondi utili ad affrontare le difficoltà. Lo segnala il South China Morning Post.

L’hotel di lusso da 193 camere, inaugurato nel giugno 2016, si trova sul famoso lungomare Bund di Shanghai ed è stato acquisito il mese scorso da Pacific Eagle Real Estate con sede a Singapore, il braccio di investimento e sviluppo immobiliare del conglomerato di Tanoto, RGE Group. “In qualità di investitore a lungo termine, Pacific Eagle Real Estate sta acquisendo Shanghai Wanda Reign sul Bund Hotel per la conservazione del capitale”, ha detto un portavoce di Pacific Eagle Real Estate.

Sebbene il prezzo di acquisizione non sia stato reso noto, fonti di mercato affermano che siano stati pagati tra 1,44 e 1,66 miliardi di yuan (184 e 212 milioni di euro). Wanda Reign sarà il secondo investimento alberghiero di Pacific Eagle dopo il Mondrian Duxton da 304 camere di Singapore, inaugurato lo scorso luglio. Con questa acquisizione, la società possiede ora quattro asset in Cina, tra cui complessi residenziali e una torre per uffici.

Il marchio Wanda verrà mantenuto dopo la vendita e l’hotel continuerà a essere gestito dalla divisione alberghiera di Dalian Wanda. Il mese scorso, il magnate indonesiano si è offerto di rilevare Vinda International Holdings in un accordo del valore di 26,1 miliardi di dollari di Hong Kong (3,3 miliardi di dollari) per diversificare ulteriormente le sue attività basate sulle risorse, che si estendono sui mercati dalla Cina alla Spagna al Brasile.

Il family office di Tanoto, che supervisiona il suo core business, è stato impegnato in acquisti sfrenati per espandere i propri investimenti immobiliari, in un momento in cui Dalian Wanda, controllata dal miliardario cinese Wang Jianlin, ha venduto beni per ripagare i propri debiti. Il conglomerato è stato alle prese con una crisi di liquidità negli ultimi due anni. A luglio, aveva avvertito di un deficit di finanziamento pochi giorni prima del rimborso di un’obbligazione da 400 milioni di dollari. Il media cinese Caixin ha riferito martedì che il Dalian Wanda Commercial Management Group, una filiale di gestione immobiliare del Dalian Wanda Group, ha venduto altri quattro dei suoi complessi commerciali di punta Wanda Plaza a Suzhou, Huzhou, Shanghai e Guangzhou. A novembre, la società del gruppo Wanda Properties ha cercato di estendere di 11 mesi la scadenza di un’obbligazione da 600 milioni di dollari, con scadenza nel gennaio 2024, poiché la società faticava a finanziare il rimborso. Da allora gli obbligazionisti hanno acconsentito, accettando un piano di rimborso rateale. A dicembre, Wang ha accettato di vendere una partecipazione del 51% nella Beijing Wanda Investment, che controlla Wanda Film Holding, alla China Ruyi Holdings, sostenuta da Tencent. In precedenza aveva venduto una quota del 49% a luglio per contribuire a rimborsare 400 milioni di dollari di obbligazioni in scadenza.

Ex dirigente Samsung accusato d’aver venduto tecnologie chip a Cina

Ex dirigente Samsung accusato d’aver venduto tecnologie chip a CinaRoma, 3 gen. (askanews) – I pubblici ministeri sudcoreani hanno incriminato oggi un ex dirigente della Samsung Electronics con l’accusa di aver divulgato tecnologie chiave dei semiconduttori del colosso tecnologico a una società cinese in cambio di denaro. Lo segnala l’agenzia di stampa Yonhap.

L’ufficio della procura del distretto centrale di Seoul ha incriminato il dipendente di Samsung – di cui è stato dato solo il cognome, Kim – che in precedenza aveva lavorato come capo dipartimento con l’accusa di aver violato la legge sulla protezione della tecnologia industriale. L’uomo è in stato di detenzione. Kim è accusato di aver rubato le informazioni sensibili di Samsung sulla produzione del semiconduttore DRAM da 18 nanometri, una tecnologia core designata dallo Stato come strategivca, e di averle trasferite al produttore cinese di semiconduttori ChangXin Memory Technologies (CXMT) per utilizzarle per lo sviluppo dei suoi prodotti.

I pubblici ministeri sospettano che Kim abbia consegnato dati su sette tecnologie chiave nella produzione di semiconduttori e altre a CXMT in cambio di decine di milioni di dollari quando si è trasferito nell’azienda cinese nel 2016. Kim è anche sospettato di aver fatto trasferire nell’azienda cinese circa 20 tecnici della Samsung e di altre aziende, offrendo loro elevate ricompense finanziarie.

L’azienda cinese, che nel 2016 era alle prime armi, è rapidamente diventata un importante produttore di DRAM, riducendo il divario tecnologico con i suoi concorrenti in Corea del Sud e negli Stati Uniti.

Cina costituisce compagnia per creare il “sole artificiale”

Cina costituisce compagnia per creare il “sole artificiale”Roma, 3 gen. (askanews) – La Cina punta decisamente a costruire il suo “sole artificiale”: la China National Nuclear Corporation (CNNC) ha annunciato la creazione di una nuova società statale per accelerare la costruzione di un reattore a fusione nucleare. Lo segnala il South China Morning Post.

La China Fusion Energy Inc. unirà l’attività di ricerca e sviluppo cinese sull’energia nucleare da fusione, che oggi è stata dispersa tra istituti di ricerca e aziende private. “Il Consiglio di Stato ha chiarito in un recente incontro che ‘la fusione nucleare controllata è l’unica direzione per l’energia del futuro’, e il settore si sta sviluppando molto rapidamente in Europa e negli Stati Uniti”, ha detto Chen Rui, fondatore di Startorus Fusion, una società hi-tech focalizzata sull’applicazione commerciale dell’energia da fusione che entra a far parte della nuova compagnia. “In questo contesto – ha aggiunto – il governo centrale cinese sta iniziando a prestare maggiore attenzione al settore”.

Insieme all’azienda, è stato istituito un consorzio di innovazione collaborativa, composto da 25 entità e guidato dalla CNNC, per lavorare insieme per superare alcune sfide chiave nel campo della fusione nucleare. “La fusione nucleare controllata come soluzione ideale alla sfida energetica globale è diventata la prima linea della competizione scientifica e tecnologica tra i principali paesi”, ha affermato il vicepresidente della CNNC Cao Shudong in una dichiarazione sul sito web della società.

I membri del consorzio per l’innovazione sono principalmente imprese statali, tra cui la China Aerospace Science and Industry Corporation Limited e la State Grid Corporation of China. Coinvolte anche quattro università e un’azienda privata. Secondo le informazioni pubblicate dalla CNNC sull’incontro, a 13 membri è stato assegnato il compito di affrontare la prima serie di 10 sfide che affrontano questioni come i magneti superconduttori ad alta temperatura, i materiali dei reattori a fusione e lo stoccaggio di energia ad alte prestazioni.

Nel corso della conferenza è stato inoltre istituito un fondo per l’innovazione per contribuire a garantire i finanziamenti. Sebbene non sia chiaro chi siano i principali azionisti di China Fusion Energy, Chen ha affermato che è stata formata principalmente dalla tecnologia di fusione del Southwestern Institute of Physics (SWIP), affiliato alla CNNC. Allo stesso modo, l’anno scorso l’Istituto di fisica del plasma (IPP), sotto l’Accademia cinese delle scienze, nella provincia di Anhui, il governo locale e le società private hanno fondato congiuntamente una società chiamata Neo Fusion basata sulla tecnologia dell’istituto. SWIP e IPP sono le due principali forze nazionali impegnate nella ricerca e sviluppo sulla fusione da lungo tempo. Proprio come il sole, la fusione nucleare – spesso definita “sole artificiale” – genera energia riscaldando gli atomi di idrogeno a oltre 100 milioni di gradi Celsius (180 milioni di Fahrenheit) e confinandoli abbastanza a lungo da fonderli in atomi più pesanti. La fusione nucleare non produce rifiuti radioattivi a vita lunga associati alla fissione nucleare, né contribuisce al riscaldamento globale. Esistono diversi approcci alla fusione controllata, ma la maggior parte si sono concentrati sulla tecnologia del “confinamento magnetico”, che riscalda e comprime il plasma in un gigantesco reattore a forma di ciambella chiamato tokamak. Tuttavia, rimane la sfida su come creare un potente plasma e confinarlo abbastanza a lungo da consentire agli atomi di idrogeno di combinarsi per produrre elettricità netta.

Giappone rinnova programma no-tax per investimenti azionari

Giappone rinnova programma no-tax per investimenti azionariRoma, 2 gen. (askanews) – Il Giappone ha rinnovato il suo programma di investimenti azionari esentasse “NISA” per i privati, rafforzando gli sforzi del paese per incoraggiare uno spostamento dal risparmio verso gli investimenti nel mercato azionario. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.

Il nuovo programma Nippon Individual Savings Account amplia i limiti di investimento annuali ed estende il periodo di esenzione fiscale da un massimo di 20 anni a un termine indefinito. La riforma s’inquadra nel programa per un “nuovo capitalismo” sostenuto dal primo ministro Fumio Kishida, che mira a raddoppiare le attività finanziarie detenute dalle famiglie giappones. A oggi le famiglie nipponiche mantengono un risparmio in valuta per circa la metà dei loro beni, con un valore di circa 13.600 miliardi di euro.

Introdotto nel 2014 e modellato sul sistema della Gran Bretagna, il programma NISA consente agli investitori di negoziare azioni e fondi di investimento attraverso conti dedicati presso istituti finanziari. In precedenza, i conti NISA consentivano investimenti fino a 1,2 milioni di yen (7.700 euro) all’anno in azioni nazionali ed estere, fondi negoziati in borsa e fondi comuni di investimento immobiliare. Secondo il quadro rivisto, il tetto complessivo degli investimenti annuali soggetti a esenzione fiscale è ora fissato a 3,6 milioni di yen (23.110 euro).

Inoltre, gli individui possono detenere fino a 18 milioni di yen (115mila euro) sui loro conti NISA, con status di esenzione fiscale permanente. In Giappone, alla fine di settembre, secondo i dati della Banca del Giappone pubblicati a dicembre, solo il 18% circa delle attività finanziarie delle famiglie è detenuto in azioni e fondi d’investimento.

Giappone, yen basso fa volare la voglia di spendere dei turisti

Giappone, yen basso fa volare la voglia di spendere dei turistiRoma, 2 gen. (askanews) – Il boom turistico in Giappone, alimentato anche dallo yen particolarmente basso, ha portato le vendite dei grandi magazzini nipponici a livelli record. Secondo i dati di novembre, pubblicati dalla Japan Department Stores Association, le vendite mensili duty-free hanno raggiunto il livello record di 39,49 miliardi di yen (253 milioni di euro), pari 2,3 volte rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Lo segnala Nikkei.

Takashimaya, uno dei principali gestori di grandi magazzini, ha recentemente rivisto al rialzo le sue previsioni sui ricavi operativi totali per l’anno fiscale, sulla base della forte spesa dei turisti stranieri, e prevede un utile netto record di 30 miliardi di yen (192,5 milioni di euro), in crescita del 7,8% rispetto all’anno fiscale precedente. I turisti acquistano anche articoli di fascia alta di brand occidentali come Louis Vuitton, Chanel o Hermes perché “lo yen debole lo fa sembrare un buon affare”. Inoltre i turisti stranieri non devono pagare l’imposta sui consumi giapponese.

Isetan Mitsukoshi Holdings ha dichiarato che le sue vendite esentasse hanno raggiunto un livello record a novembre, dopo essere aumentate anche in ottobre, con un interesse particolarmente elevato da parte dei consumatori per borse, gioielli e orologi di lusso. Prevede un utile netto di 37 miliardi di yen (237 milioni di euro) per l’anno fiscale che terminerà a marzo. Secondo l’Organizzazione Nazionale del Turismo del Giappone, il numero di visitatori in Giappone nel mese di novembre è stato di 2,44 milioni, in aumento di 2,6 volte rispetto all’anno precedente e ha superato i 2 milioni per il sesto mese consecutivo.

I dati mostrano che il numero di turisti provenienti da 13 paesi – tra cui Corea del Sud, Taiwan, Singapore, Vietnam, Australia e Stati Uniti – ha raggiunto livelli record nel mese di novembre, mentre i visitatori cinesi da gennaio a novembre sono stati 2,11 milioni, in calo del 76,2% rispetto allo stesso periodo del 2019, prima della pandemia. Secondo i dati preliminari pubblicati dall’Agenzia governativa giapponese per il turismo, la spesa dei turisti stranieri ha raggiunto 1.390 miliardi di yen (8,9 miliardi di euro) nel periodo luglio-settembre 2023, con un aumento del 17,7% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Cina, indice Pmi Caixin-S&P: industria cresciuta di più a dicembre

Cina, indice Pmi Caixin-S&P: industria cresciuta di più a dicembre

Roma, 2 gen. (askanews) – L’attività industriale cinese è cresciuta a un ritmo più rapido a dicembre grazie a maggiori incrementi della produzione e dei nuovi ordini, ma la fiducia delle imprese per il 2024 è rimasta contenuta. Lo mostra oggi il sondaggio PMI di Caixin/S&P Global.

L’indice Pmi a 50,8 alla fine del 2023 da 50,7 di novembre, segnando l’espansione più rapida in sette mesi. La soglia dei 50 punti separa la crescita dalla contrazione. Il settore manifatturiero è stato messo sotto pressione a causa della debolezza della domanda nel 2023, con una flessione del settore immobiliare, fattori geopolitici e consumatori avari che hanno pesato sulla ripresa post-pandemia.

Il PMI Caixin è in contrasto con i dati ufficiali pubblicati domenica che mostravano una contrazione dell’attività manifatturiera a un ritmo più rapido e superiore al previsto a dicembre. Secondo l’indagine Caixin, la produzione industriale a dicembre è aumentata al ritmo più rapido da maggio, mentre la crescita dei nuovi ordini ha raggiunto il massimo degli ultimi 10 mesi grazie alla domanda più solida e alla ripresa della spesa dei clienti a fine anno

I dati sono stati raccolti tra il 6 e il 14 dicembre, secondo S&P Global.

Singapore, nel 2023 Pil cresciuto dell’1,2%

Singapore, nel 2023 Pil cresciuto dell’1,2%Roma, 2 gen. (askanews) – L’economia di Singapore è cresciuta dell’1,2% lo scorso anno. Lo rivelano i dati preliminari pubblicati dal governo oggi. Si tratta di un dato ambivalente: se, da un lato, la città stato ha evitato la recessione in un contesto di rallentamento economico globale, dall’altro il dato segnala un rallentamento della crescita rispetto al 3,6% del 2022.

L’economia basata sul commercio ha registrato esportazioni lente a causa della domanda più debole da parte di partner commerciali chiave come Stati Uniti, Europa e Cina. Secondo il Ministero del Commercio e dell’Industria, nel periodo ottobre-dicembre la crescita è stata del 2,8% su base annua, in accelerazione rispetto all’espansione dell’1% nel trimestre luglio-settembre.

I settori legati all’aviazione e al turismo di Singapore hanno continuato a beneficiare della ripresa degli arrivi di visitatori. Il settore manifatturiero orientato alle esportazioni, in particolare l’industria elettronica, ha dovuto affrontare una domanda più debole da parte dei principali partner commerciali, ma ha iniziato a registrare una crescita nell’ultimo trimestre. Il settore manifatturiero della città-stato è cresciuto del 3,2% nel quarto trimestre rispetto all’anno precedente, riprendendosi da tre trimestri di contrazione. “La crescita del settore è dovuta all’espansione della produzione in tutti i cluster, ad eccezione di quello dell’ingegneria di precisione”, ha affermato il ministero del Commercio.

Le esportazioni nazionali non petrolifere di riferimento di Singapore sono cresciute a novembre dell’1% su base annua dopo 13 mesi consecutivi di contrazione, mentre le spedizioni verso Stati Uniti, Cina e Hong Kong sono cresciute. Il settore dei servizi è cresciuto del 2,4% con la maggior parte dei settori in espansione, mentre il settore delle costruzioni è cresciuto del 9,1% grazie all’aumento della produzione sia nel settore pubblico che in quello privato.

Su base trimestrale e destagionalizzata, il Pil di Singapore è aumentato dell’1,7% nel quarto trimestre, dopo la crescita dell’1,3% nei tre mesi precedenti. I dati preliminari del Pil si basano sull’andamento dei primi due mesi del trimestre. Singapore prevede che la sua crescita per il 2024 sarà compresa tra l’1% e il 3%, con aspettative di ripresa dei semiconduttori e di altre esportazioni.

Chip, ASML sospende export verso Cina di alcune apparecchiature

Chip, ASML sospende export verso Cina di alcune apparecchiatureRoma, 2 gen. (askanews) – Il produttore di apparecchiature per la costruzione di chip ASML ha dovuto fermare alcune esportazioni verso la Cina dopo che il governo olandese ha parzialmente revocato la sua licenza di esportazione. L’ha comunicato oggi la stessa compagnia.

“La licenza per la spedizione di sistemi di litografia NXT:2050i e NXT:2100i nel 2023 è stata parzialmente revocato dal governo olandese, con un impatto su un piccolo numero di clienti in Cina”, ha segnalato la compagnia olandese. “Non ci aspettiamo che l’attuale revoca della nostra licenza di esportazione o le ultime restrizioni sul controllo delle esportazioni degli Stati Uniti abbiano un impatto materiale sulle nostre prospettive finanziarie per il 2023”, ha contiunuato.

Nelle recenti discussioni con il governo degli Stati uniti, ASML ha ottenuto ulteriori chiarimenti sulla portata e l’impatto dei regolamenti statunitensi sul controllo delle esportazioni. Le ultime norme di esportazione statunitensi (pubblicate il 17 ottobre 2023) impongono restrizioni su alcuni sistemi di litografia ad immersione DUV per un numero limitato di impianti di produzione avanzati. La restrizione s’inquadra nella decisione dell’Aia di adeguarsi alle restrizioni imposte da Usa e Giappone l’anno scorso in materia di export di tecnologia verso la Cina.