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Inaugurato padiglione italiano a Smart China Expo 2023

Inaugurato padiglione italiano a Smart China Expo 2023Roma, 4 set. (askanews) – Si è tenuta oggi, presso lo Yuelai International Conference and Exhibition Center di Chongqing, la cerimonia di inaugurazione del Padiglione Italia alla Smart China Expo 2023.

Lo spazio espositivo di 242 metri quadrati, curato congiuntamente dal Consolato Generale d’Italia a Chongqing e dalla Camera di Commercio Italiana in Cina, ospita al suo interno 11 tra le realtà imprenditoriali attive in Cina maggiormente rappresentative dell’elevato livello tecnologico dell’industria italiana. Presente all’evento Console Generale d’Italia a Chongqing, Fabio Schina, il quale ha espresso la propria soddisfazione per la partecipazione italiana all’importante manifestazione fieristica. “La Smart China Expo senza dubbio costituisce, non solo per quel che riguarda il Sud-ovest ma a livello nazionale, un palcoscenico di grandissimo rilievo nell’ambito dell’innovazione e dell’hi-tech, tra i campi prioritari della cooperazione italo-cinese”, ha riferito Schina, che ha assunto il proprio incarico a Chongqing lo scorso 28 agosto.

“La Smart China Expo rappresenta senza dubbio un’occasione preziosa per dare massima visibilità alle nostre aziende già attive nel Sud-ovest o interessate a esplorare le opportunità offerte da questa dinamica regione”, ha fatto sapere il Presidente della Camera di Commercio Italiana in Cina Paolo Bazzoni, che ha ricordato l’impegno della CCIC nel dare impulso agli investimenti italiani nel Sud-ovest. Al taglio del nastro hanno inoltre preso parte diversi rappresentanti delle autorità locali, i quali hanno speso parole di apprezzamento sulle relazioni sino-italiane nel settore della scienza e dell’innovazione tecnologica.

La Cina sempre più forte nel mercato delle auto elettriche

La Cina sempre più forte nel mercato delle auto elettricheRoma, 4 set. (askanews) – Le mani della Cina sull’auto elettrica: secondo quanto ha rilevato il Nikkei, le compagnie cinesi hanno ampliato la presenza in una serie di mercati, a partire da quello dei veicoli elettrici e delle batterie.

Il Nikkei ha esaminato le quote di mercato di 63 prodotti finali, servizi, componenti fondamentali e materiali indispensabili all’attività economica globale. Tra i primi cinque leader di mercato in ciascuna categoria, nel 2022 le aziende cinesi hanno ampliato le proprie quote di mercato rispetto all’anno precedente per veicoli elettrici, materiali per batterie, display a cristalli liquidi e altri 15 prodotti e servizi chiave.

Le aziende cinesi hanno inoltre conquistato quote superiori al 30% in 13 di questi mercati. La presenza di aziende cinesi è particolarmente evidente nei veicoli elettrici e nei mercati correlati. Sebbene Tesla nel 2022 detenesse la fetta più grande del mercato dei veicoli elettrici col 18,9%, tre produttori cinesi controllavano una quota combinata maggiore, il 27,7%. La quota di Tesla quell’anno è stata inferiore di 3,4 punti percentuali rispetto al 2021. La cinese BYD, invece, ha conquistato la seconda quota maggiore, l’11,5%, rispetto al precedente 6,9%.

Quattro dei cinque principali produttori di isolanti per batterie agli ioni di litio, utilizzati nei veicoli elettrici e in altri prodotti, sono cinesi che detengono una quota combinata del 63%. Nel mercato delle batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici, BYD ha ampliato la propria quota dal 7,7% al 14,4%. BYD e altri produttori cinesi insieme si sono assicurati una quota superiore al 60%.

Country Garden vola in borsa, dopo Ok creditori a spalmare pagamenti

Country Garden vola in borsa, dopo Ok creditori a spalmare pagamentiRoma, 4 set. (askanews) – I titoli dello sviluppatore immobiliare cinese in difficoltà Country Garden sono volati oggi in borsa, crescendo di circa il 19 per cento, dopo che nel weekend i creditori hanno concordato sul piano di ristrutturazione del pagamento dell’obbligazione in valuta cinese che doveva scadere sabato.

Country Garden, uno dei giganti del settore immobiliare cinese, è in grave crisi di liquidità e si muove in un mercato, quello immobiliare, che sta vivendo una situazione critica con rischi concreti di contagio anche per il settore finanziario. I creditori nel weekend hanno deciso di spalmare in diverse scadenze su tre anni il pagamento di un bond da 4 miliardi di yuan (515 milioni di euro) che sarebbe dovuto arrivare a maturazione sabato. Una boccata d’ossigeno per la compagnia, che oggi è arrivata a vedere aumentato il suo titolo sulla borsa di Hong Kong fino al 19 per cento, dopo che quest’anno questo ha perso più del 50 per cento del valore.

Country Garden ha dichiarato la scorsa settimana di aver registrato una perdita netta record per i primi sei mesi del 2023 da 48,9 miliardi di yuan (6,2 miliardi di euro). Nello spesso periodo dello scorso anno, la compagnia registrava un utile netto di 612 milioni di yuan (77.6 milioni di euro). Il suo saldo di cassa si è ridotto del 21% a 101,12 miliardi di yuan (12,8 miliardi di euro) rispetto a 123,48 miliardi di yuan (15,6) di un anno fa. L’indebitamento della compagnia pari a 1.190 miliardi di yuan (150,8 miliardi di euro, anche se questo è sceso del 3,3% rispetto a un anno fa. I debiti con scadenza inferiore a un anno, sono aumentati del 31% a 69,52 miliardi di yuan (8,8 miliardi di euro).

Il presidente della società Mo Bin ha recentemente dichiarato che “se la performance finanziaria del gruppo continua a peggiorare in futuro, il gruppo potrebbe non essere in grado di rispettare gli impegni finanziari, il che potrebbe comportare il default di questi prestiti e il default incrociato di alcuni altri prestiti. All’inizio di agosto Country Garden ha mancato il rimborso di due cedole obbligazionarie Usa per un valore di 22,5 milioni di dollari, e successivamente ha sospeso la negoziazione di 11 obbligazioni onshore, suscitando preoccupazioni per una nuova crisi per il settore immobiliare cinese.

Crisi immobiliare Cina, Contry Garden perde 6,2 mld euro in semestre

Crisi immobiliare Cina, Contry Garden perde 6,2 mld euro in semestreRoma, 30 ago. (askanews) – Il gigante immobiliare cinese a rischio fallimento Country Garden ha dichiarato oggi alla Borsa di Hong Kong di aver registrato una perdita netta record per i primi sei mesi da 48,9 miliardi di yuan (6,2 miliardi di euro).

Nello spesso periodo dello scorso anno, la compagnia registrava un utile netto di 612 milioni di yuan (77.6 milioni di euro). Il suo saldo di cassa si è ridotto del 21% a 101,12 miliardi di yuan (12,8 miliardi di euro) rispetto a 123,48 miliardi di yuan (15,6) di un anno fa. La compagnia è alle prese con i mancati pagamenti delle cedole e ha chiesto una proroga del rimborso delle obbligazioni onshore.

Si trova di fronte a una grave crisi di liquidità a fronte di un indebitamento pari a 1.190 miliardi di yuan (150,8 miliardi di euro, anche se questo è sceso del 3,3% rispetto a un anno fa. I debiti con scadenza inferiore a un anno, sono aumentati del 31% a 69,52 miliardi di yuan (8,8 miliardi di euro). La situazione di Country Garden s’inquadra in un momento critico per il mercato immobiliare cinese, che è stato uno dei motori del successo economico della Repubblica popolare.

Il presidente della società Mo Bin ha dichiarato che “se la performance finanziaria del gruppo continua a peggiorare in futuro, il gruppo potrebbe non essere in grado di rispettare gli impegni finanziari di questi prestiti, il che potrebbe comportare il default di questi prestiti e il default incrociato di alcuni altri prestiti.” In precedenza, Country Garden aveva annunciato un progetto di finanziamento azionario per raccogliere circa 270 milioni di dollari di Hong Kong emettendo circa 350,6 milioni di azioni a 0,77 dollari di Hong Kong ciascuna.

A inizio di questo mese Country Garden ha mancato il rimborso di due cedole obbligazionarie Usa per un valore di 22,5 milioni di dollari, e successivamente ha sospeso la negoziazione di 11 obbligazioni onshore, suscitando preoccupazioni per una nuova crisi per il settore immobiliare cinese. Deve ancora affrontare i rimborsi entro un periodo di grazia di 30 giorni che terminerà la prossima settimana. Anche una delle sue grandi obbligazioni onshore scade questo sabato e sarà effettivamente dovuta lunedì prossimo. La società sta inoltre cercando l’approvazione in un incontro con gli obbligazionisti per una proposta di estensione del periodo di grazia per l’obbligazione onshore a 40 giorni. Oggi le azioni di Country Garden sono scese del 3,3% a 88 centesimi di Hong Kong, aggiungendo una perdita del 67% da inizio anno.

Toyota annuncia produzione e vendite record nel mese di luglio

Toyota annuncia produzione e vendite record nel mese di luglioRoma, 30 ago. (askanews) – Toyota ha annunciato oggi produzione e vendite record per il mese di luglio, segno di una ripresa dopo la crisi Covid e dei semiconduttori che ha zavorrato l’industria dell’auto lo scorso anno. L’annuncio della compagnia viene all’indomani del blocco totale delle sue fabbriche in Giappone a causa di un problema informatico, parzialmente risolto tanto che oggi 12 dei 14 impianti hanno ripreso la produzione.

Nel mese di luglio Toyota – con i marchi Toyota, Daihatsu e Hino – ha venduto in tutto il mondo 918.345 vetture, con un incremento del 5,2% su base annua. Le vetture con marchio Toyota vedute sono state 859.506, con un incremento del 7,8 per cento. Le auto vendute all’esterno del Giappone sono state in totale di 741.798. La auto prodotte nello stesso mese sono state 918.347, con un incremento del 10% su base annua, 809.400 delle quali con marchio Toyota. 500.714 sono state prodotte nelle fabbriche al di fuori del Giappone.

Sono sei mesi consecutivi che le vendite di Toyota sono in crescita e sono sette mesi consecutivi che la produzione aumenta. Cumulativamente, la Toyota ha venduto nei primi sette mesi di quest’anno 6.338.186 vetture (5.797.140 con marchio Toyota). Questo fatto segna un incremento del 5,5 per cento su base annua. Le vendite di auto extra Giappone sono state 4.951.208.

La produzione gennaio-luglio è stata di 6.545.784 auto, con un +10,2% su base annua, fuori dal Giappone sono state prodotte 4.072.804 auto. “Sia le vendite che la produzione sono aumentate su base annua come risultato di una ripresa dall’impatto delle carenze di semiconduttori e del Covid-19”, ha spiegato Toyota. “Sia la produzione globale che quella estera – ha proseguito – hanno raggiunto livelli record come risultato del miglioramento della capacità produttiva in ciascuna regione in risposta alla solida domanda”.

Toyota ha anche annunciato oggi di aver ripreso la produzione di veicoli Toyota e Lexus in 12 dei suoi 14 stabilimenti in Giappone. Ieri tutte le fabbriche in Giappone sono stati chiuse a causa di un guasto al sistema. I restanti due dovrebbero riaprire entro la fine della giornata. Il problema tecnico del sistema si è verificato lunedì e ha impedito l’elaborazione degli ordini di ricambi.

Calo popolazione in Cina: c’è chi s’inventa premio per sposa giovane

Calo popolazione in Cina: c’è chi s’inventa premio per sposa giovaneRoma, 29 ago. (askanews) – La Cina si trova ad affrontare una grave crisi demografica e, per questo, le autorità del paese provano a inventare anche provvedimenti un po’ creativi per cercare di incentivare la natalità. Una contea in una delle province più ricche ha istituito un premio in denaro per le coppie in cui la sposa ha 25 anni o meno. Lo racconta oggi il South China Morning Post.

La contea di Changshan, nella provincia occidentale dello Zhejiang, ha annunciato la scorsa settimana che le coppie che contraggono matrimonio riceveranno 1.000 yuan (127 euro) in contanti se la sposa avrà 25 anni o meno. In Cina, l’età legale per il matrimonio è di 22 anni per gli uomini e 20 per le donne. Fino all’abolizione della politica del figlio unico nel 2016, il governo cinese promuoveva matrimoni tardivi e nascite tardive, nonché nascite migliori e meno numerose, come parte della sua politica di pianificazione familiare.

L’anno scorso, le registrazioni dei matrimoni in Cina sono scese a 6,83 milioni, segnando il nono calo annuale consecutivo e il livello più basso dalla fine degli anni ’70. Ad aprile, un distretto della città di Shaoxing nello Zhejiang ha lanciato un elenco di politiche per favorire la natalità, inclusa l’offerta di un pacchetto regalo del valore di 1.000 yuan agli sposi, sebbene non fosse specificato alcun limite di età.

A Xian, durante la Festa Qixi che è praticamente il San Valentino cinese, molti hanno ricevuto messaggi di testo dalla Commissione sanitaria locale con l’invito a “sposarsi e partorire ad un’età appropriata” per “portare avanti l’eredità cinese e condividere la responsabilità del ringiovanimento nazionale”. L’anno scorso la popolazione cinese si è ridotta di 850mila, scendendo a 1,4118 miliardi. Per la prima volta dal 1961 ha registrato un calo. I nuovi nati sono stati soltanto 9,56 milioni, segnando un calo del 9,98% rispetto ai 10,62 milioni del 2021.

Ad aprile le Nazioni Unite avevano dichiarato che l’India era sul punto di superare la Cina come paese più popoloso del mondo. Per alcuni demografi lo è già.

La Cina proroga le esenzioni fiscali per gli stranieri

La Cina proroga le esenzioni fiscali per gli stranieriRoma, 29 ago. (askanews) – La Cina ha deciso di estendere le esenzioni fiscali per gli stranieri residenti. L’ha reso noto oggi il ministero delle Finanze di Pechino, facendo tirare un sospiro di sollievo alla business community straniera presente nel Paese.

I contribuenti stranieri residenti che sceglieranno di adeire a questo particolare regime fiscale, continueranno a godere di esenzioni fiscali sull’affitto della casa, sulla formazione linguistica e sull’istruzione dei bambini, si legge in un comunicato Ministero. Le esenzioni dovevano scadere alla fine del 2023, ma con la nuova proroga gli stranieri potranno godere di questo regime fino alla conclusione del 2027.

“L’estensione di quattro anni del regime di imposta sul reddito individuale per i cittadini stranieri, in base al quale alcune spese – tra cui l’alloggio, l’istruzione dei figli e la formazione linguistica – sono trattate come non imponibili è una notizia molto positiva”, ha commentato la Camera di commercio europea in Cina. “Avendo continuamente sostenuto questo tema a tutti i livelli di governo – ha proseguito -, la Camera europea ritiene che ciò possa contribuire a frenare il deflusso di talenti stranieri avvenuto negli ultimi anni. Annunciata a margine dell’inizio del nuovo anno scolastico, sarà una notizia estremamente gradita per le famiglie che hanno deciso di venire o restare in Cina”.

Giappone, cresce tasso disoccupazione: a luglio 2,7%

Giappone, cresce tasso disoccupazione: a luglio 2,7%Roma, 29 ago. (askanews) – Il tasso di disoccupazione del Giappone è salito al 2,7% a luglio dal 2,5% del mese precedente. L’ha reso noto oggi il governo nipponico.

Si tratta del primo peggioramento in quattro mesi. I dati del governo segnalano che è dovuto al fatto che più donne si sono messe sul mercato del lavoro in una fase in cui il costo della vita è più elevato. Il rapporto sulla disponibilità di lavoro – ha segnalato il ministero in un altro rapporto diffuso oggi – è calato di 0,01 punti da giugno a 1,29, scendendo per il terzo mese consecutivo, segno che il numero di persone in cerca di lavoro è aumentato rispetto a una disponibilità di posti costante. Questo vuol dire che si sono manifestate 129 offerte di lavoro ogni 100 persone in cerca di lavoro.

Il numero degli occupati è sceso dello 0,1% a 67,4 milioni destagionalizzato, mentre il numero dei disoccupati è aumentato a 1,84 milioni.

Giappone, governo: abbiamo l’occasione di uscire dalla deflazione

Giappone, governo: abbiamo l’occasione di uscire dalla deflazioneRoma, 29 ago. (askanews) – Il Giappone ha la possibilità di chiudere il capitolo della deflazione che ha zavorrato l’economia nazionale per quasi tre decenni. L’ha affermato il governo di Tokyo, che ha pubblicato oggi il suo rapporto annuale di politica economica e fiscale.

L’esecutivo, tuttavia, non ha potuto ancora dichiarare chiusa la deflazione, perché l’attuale dinamica in crescita dei prezzi è dovuta principalmente all’aumento dei costi d’importazione, mentre non è chiaro se l’aumento dei salari – fattore chiave per determinare il superamento della fase deflattiva – sia sostenibile e strutturale. Nel cosiddetto Libro bianco – su cui è stata data ampia copertura sui media giapponesi – è spiegato che l’attuale propensione al consumo ha contribuito all’inflazione e agli aumenti degli oneri per le famiglie, che hanno modificato le aspettative dei cittadini sui prezzi. “Non dovremmo trascurare il fatto che il Giappone ha l’opportunità di emergere dalla deflazione, dato che i recenti aumenti dei prezzi sono serviti da innesco per l’aumento delle aspettative di inflazione al consumo e per l’aumento dei prezzi, che erano ancorati a zero”, afferma il rapporto.

Affinché però la deflazione sia dichiarata chiusa, i giapponesi devono convincersi che la prospettiva di una discesa dei prezzi non sia realistica. “E’ necessario garantire la fine della deflazione dissipando la mentalità deflazionistica profondamente radicata tra i consumatori e rafforzando le aspettative di crescita”. In questo senso, il governo – secondo il rapporto – si deve coordinare strettamente con la politica monetaria della Banca del Giappone (BoJ), la quale a sua volta ha rilevato una tendenza al cambiamento della mentalità deflazionistica. Il tasso di inflazione del Giappone è stato a luglio il 3,3%, il livello più alto degli ultimi quarant’anni, ed è costantemente al di sopra dell’obiettivo del 2% della BoJ da più di un anno. Tuttavia il governo e la banca centrale prevedono che rallenterà nei prossimi mesi, man mano che gli effetti degli elevati costi di importazione svaniranno.

Tuttavia la fiammata dell’inflazione pone un problema alle famiglie, con i salari reali in continuo calo nonostante le negoziazioni annuali sui salari tra aziende e sindacati per l’anno fiscale 2023 siano state le migliori degli ultimi tre decenni: i salari crescono con facilità anche grazie alla rigidità del mercato del lavoro. Il Libro bianco dal canto suo ha sottolineato la necessità di migliorare la produttività del lavoro, riqualificare la forza lavoro e facilitare il passaggio da un lavoro all’altro per ottenere retribuzioni e condizioni di lavoro migliori. Il focus in particolare ora è sulle generazioni più giovani. Il Giappone è incamminato decisamente sulla via del declino demografico. Proprio oggi il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare ha rivelato che il numero dei bambini nati da gennaio a giugno di quest’anno è stato di poco più di 371.000, compresi gli stranieri, con un calo del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I nuovi nati lo scorso anno sono stati 770.747, scendendo sotto gli 800.000 per la prima volta da quando sono iniziate le statistiche nel 1899.

Il primo ministro Fumio Kishida ha promesso di orientare in maniera decisa il bilancio per il sostegno alla natalità e all’infanzia, in linea con l’orientamento assunto durante la pandemia, quando l’aumento della spesa a sostegno di famiglie e imprese ha messo in secondo piano il tema del rigore fiscale. Un totale di 141mila miliardi di yen (890 miliardi di euri) sono stati stanziati per misure volte a far fronte al Covid-19 e all’inflazione negli ultimi tre anni fiscali. Di questi, 128mila miliardi di yen (808 miliardi di euro) sono stati finanziati dall’emissione di debito pubblico, che è ora pari al 224% del Pil. Il Libro bianco lancia un allarme riguardo al recente aumento dell’emissione di titoli di Stato a un anno, rispetto a quelli a più lungo termine. La BOJ possiede già circa la metà del debito pubblico in circolazione come parte della sua aggressiva politica monetaria espansiva. “Quando la percentuale delle obbligazioni a breve termine aumenterà, ciò renderà (la nazione) più direttamente colpita dalle fluttuazioni dei prezzi delle obbligazioni causate da fattori esterni”, afferma il Libro bianco. “Anche il ritmo degli aumenti dei costi del servizio del debito accelererà.”

Agenzia cybersecurity Giappone per 9 mesi infiltrata da hacker

Agenzia cybersecurity Giappone per 9 mesi infiltrata da hackerRoma, 29 ago. (askanews) – L’Agenzia giapponese per la cybersecurity è stata infiltrata da hacker che sono riusciti per nove mesi ad avere accesso a dati sensibili per qualcosa come nove mesi. L’afferma oggi il Financial Times, citando tre fonti governative e private che hanno informazioni sul tema.

La NISC è l’agenzia che ha la responsabilità della sicurezza informatica giapponese. Secondo le fonti, gli hacker – che sarebbero sostenute da entità statali cinesi – avrebbero iniziato l’attacco lo scorso autunno e avrebbero potuto agire indisturbati fino a giugno di quest’anno. La notizia viene in un momento in cui Tokyo sta rafforzando la sua collaborazione militare con gli Stati uniti e la Corea del Sud ed è anche impegnata in progetti di armamenti, come quello per il jet di nuova generazione con Regno unito e Italia. E’ quindi detentore di segreti militari piuttosto importanti.

NISC ha ammesso a inizio agosto che alcuni dati personali legati scambi di mail tra ottobre e giugno potrebbero essere filtrati dai suoi sistemi. Il ministero degli Esteri cinese ha escluso che Pechino possa essere dietro all’attacco, puntando invece il dito contro gli Stati uniti e ricordando che “WikiLeaks precedentemente ha rivelato che gli Usa hanno condotto cyberspionaggio nei confronti del Giappone, a partire da membri del governo”, ha detto Pechino.