Dipartimento Stato Usa cambia scheda su Cina, Pechino irritata
Dipartimento Stato Usa cambia scheda su Cina, Pechino irritataRoma, 20 feb. (askanews) – Il Dipartimento di Stato degli Stati uniti ha eliminato dalla sua scheda informativa sui paesi, disponibile sul sito web, il nome ufficiale Repubblica popolare cinese per la Cina, in una ridefinizione delle note esplicative che suggerisce il cambiamento d’approccio dell’Amministrazione Trump rispetto alla precedente Amministrazione Biden. La prima reazione di Pechino a questi cambiamenti è apparsa piuttosto irritata.
Nel “fact-sheet” del Dipartimento di Stato ci si riferisce a Pechino non più come Repubblica popolare cinese, ma semplicemente come Cina. Questa correzione viene dopo che, la scorsa settimana, è stata eliminata la frase: “Non sosteniamo l’indipendenza di Taiwan”, che ha provocato una netta reazione cinese e un commento positivo taiwanese. La scheda informativa recita: “La competizione strategica è l’inquadramento attraverso il quale gli Stati Uniti vedono il loro rapporto con la Cina”. La differenza rispetto allo stesso documento sotto la precedente amministrazione è evidente: “La competizione strategica è l’inquadramento attraverso il quale gli Stati Uniti vedono il loro rapporto con la Repubblica Popolare Cinese (RPC)”.
Nikkei Asia fa notare che i tre comunicati che costituiscono la base delle relazioni diplomatiche tra Washington e Pechino emessi nel 1972, 1979 e 1982 facevano tutti riferimento alla Cina con il suo nome ufficiale, “Repubblica popolare cinese”. E anche nei precedenti comunicati prodotti dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa bianca, la denominazione Rpc era la prassi. “Il Dipartimento di Stato aggiorna regolarmente il proprio sito web e le schede informative. La scheda informativa sulla Cina è stata aggiornata per riflettere le politiche e le priorità dell’attuale amministrazione in relazione alla Cina e al rapporto USA-Cina”, ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato a Nikkei Asia.
La scheda, in effetti,segnala anche un netto cambio di priorità. Mentre la versione dell’amministrazione Biden parlava di lavorare a stretto contatto con alleati e partner per affrontare la RPC “da una posizione di forza”, la nuova scheda afferma che gli USA gestiranno il loro rapporto con la Cina “sotto i principi della reciprocità e della correttezza”. Ma, più che la parte politica, è quella economica che diventa preponderante. La Cina – recita – ha “uno dei più restrittivi contesti d’investimento al mondo”. Inoltre, “è impegnata in pratiche ingiuste, come il lavoro forzato e massicci sussidi statali, che mettono le imprese americane in svantaggio e le rendono complici negli abusi dei diritti umani in Cina”. Inoltre, Washington si impegna a “contrastare l’attività informatica dannosa del Partito comunista cinese (PCC) contro il governo degli Usa”. Il ministero degli Esteri cinese ha risposto in maniera molto irritata ai cambiamenti prodotti. “La modifica da parte del Dipartimento di Stato Usa della pagina dedicata alle relazioni Usa-Cina e della relativa lista dei fatti distorce la verità, calunnia la politica diplomatica cinese e alimenta la cosiddetta competizione strategica tra Cina e Stati uniti. La Cina esprime il proprio forte malcontento e si oppone fermamente”, ha affermato il portavoce Guo Jiakun nell’odierna conferenza stampa a Pechino.
“Invitiamo gli Stati Uniti – ha continuato – a tradurre in azioni concrete gli importanti accordi raggiunti durante il dialogo tra i capi di Stato dei due paesi, a cessare di fuorviare il popolo americano e la comunità internazionale, a smettere di screditare e fare pressioni sulla Cina, e ad adottare un approccio obiettivo e razionale nella gestione delle relazioni sino-americane, al fine di promuoverne uno sviluppo stabile, sano e sostenibile”.