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Apple, Tim Cook in Cina visita impianto del fornitore Luxshare

Apple, Tim Cook in Cina visita impianto del fornitore LuxshareRoma, 18 ott. (askanews) – Nella sua visita in Cina Tim Cook, il numero uno di Apple, ha incluso anche una puntata negli impianti di produzione gestiti da Luxshare Precision Industry Co., uno snodo importante della sua catena di fornitura per il visore per realtà mista Vision Pro. Lo racconta oggi il South China Morning Post.

Cook è stato avvistato stamani mentre visitava una fabbrica di proprietà di Luxshare – un importante fornitore di Apple AirPods che ha anche vinto ordini di iPhone 15 ed è stato nominato assemblatore di Vision Pro – nella parte settentrionale della provincia orientale dello Zhejiang, secondo quanto riferito da Shanghai Securities News, una testata di proprietà statale. Alcune foto di questa visita sono state pubblicate sull’account di Cook sul servizio di microblogging Weibo. Sempre oggi Cook ha incontrato il ministro del Commercio cinese Wang Wentao a Pechino. Questi ha garantito che dle multinazionali come Apple continuano ad essere benvenute nel paese, secondo una dichiarazione pubblicata sul sito web del ministero. Una rassicurazione che viene dopo che alcune amministrazioni locali cinesi hanno vietato ai loro dipendenti l’utilizzo in servizio di iPhone.

Il tour della fabbrica di Luxshare mostra inoltre come Apple sia ancora interessata a mantenere la sua catena di fornitura cinese, dopo che vari fornitori del gruppo hanno diversificato il lavoro di assemblaggio in paesi come India e Vietnam. La visita alla fabbrica di Cook arriva poche settimane dopo che il media statale China Daily ha riferito che Luxshare si stava già preparando per il lavoro di assemblaggio del Vision Pro.

Le aziende della Cina continentale e di Taiwan costituivano più della metà del numero totale di fornitori coinvolti nella produzione di Vision Pro, che comprende anche le società sudcoreane Samsung Electronics e LG Electronics e la giapponese Sony Corp. Luxshare è stata co-fondata nel 2004 da Grace Wang Laichun, originaria della città di Shantou, nella provincia meridionale del Guangdong. Dopo 10 anni di lavoro presso la catena di montaggio dei connettori per cavi della Foxconn sulla terraferma, Wang lasciò l’azienda e fondò la compagnia assieme a suo fratello.

Cina, Country Garden: non riusciamo a onorare parte debito offshore

Cina, Country Garden: non riusciamo a onorare parte debito offshoreRoma, 18 ott. (askanews) – Lo sviluppatore immobiliare cinese a rischio default Country Garden Holdings ha dichiarato oggi di non essere in grado di adempiere a tutti i suoi obblighi sul debito offshore. Lo riferisce Nikkei Asia.

“La società non è in grado di soddisfare in tempo tutti gli obblighi di rimborso dei suoi debiti esteri”, ha dichiarato la compagnia in una comunicazione. Ieri Country Garden si trovava a dover pagare interessi per 15 milioni di dollari per la scadenza di un periodo di grazia di 30 giorni dopo aver mancato la data di pagamento del 18 settembre.

La compagnia non ha specificato quali obblighi di debito non è in grado di adempiere in tempo e se abbia effettuato il pagamento di 15 milioni di dollari. Tuttavia, la società ha affermato che spera di negoziare una “soluzione globale” per risolvere la sua crisi finanziaria. In una dichiarazione ufficiale resa alla borsa di Hong Kong il 10 ottobre, il presidente di Country Garden Mo Bin ha riconosciuto che la società non era già riuscita a onorare 470 milioni di dollari di Hong Kong (60 milioni di dollari) di debiti, senza rivelare ulteriori dettagli. Mo ha sottolineato che la società non dispone di liquidità sufficiente per “adempiere a tutti i suoi obblighi di pagamento offshore”, anticipando sostanzialmente la dichiarazione di mercoledì.

La compagnia ha registrato una perdita netta di 48,9 miliardi di yuan (6,7 miliardi di dollari) nei primi sei mesi di quest’anno. I suoi debiti in essere sotto forma di titoli senior, obbligazioni convertibili, obbligazioni societarie e prestiti bancari e di altro tipo ammontavano a 257,9 miliardi di yuan (35,2 miliardi di dollari) alla fine di giugno, con 108,7 miliardi di yuan (14,8 miliardi di dollari) da pagare entro un anno. La società disponeva di liquidità e mezzi equivalenti per 101,1 miliardi di yuan (13,8 miliardi di dolari).

Cina, Xi promette una Belt and Road più “piccola” ma “intelligente”

Cina, Xi promette una Belt and Road più “piccola” ma “intelligente”Roma, 18 ott. (askanews) – Xi Jinping non rinuncia all’Iniziativa Belt and Road, un vettore della geopolitica cinese da lui voluto con la prospettiva di riaprire le antiche “vie della seta” e restaurare l’antica centralità cinese nell’Eurasia. Ma le idee grandiose d’un tempo oggi appaiono ridimensionate, come meno brillante e rapida è la crescita dell’economia di Pechino. E così, il presidente cinese oggi ha chiarito che i futuri progetti della Belt and Road saranno “piccoli ma intelligenti” e orientati al mercato.

Xi ha parlato in un discorso ai leader e agli uomini d’affari stranieri riuniti a Pechino, proponendo di migliorare la connettività attraverso l’integrazione di porti e rotte marittime e terrestri tra Asia ed Europa. “La cooperazione Belt and Road è passata a un’altra fase: dal disegnare i contorni abbiamo progredito al riempire i dettagli”, ha detto Xi ai delegati nella Grande Sala del Popolo, celebrando i 10 anni del programma. “Siamo ora impegnati nel lancio – ha detto il leader cinese – di un gran numero di progetti esclusivi e programmi ‘piccoli ma intelligenti’ incentrati sulle persone.” Ad ascoltarlo erano presenti un migliaio di personalità, tra le quali una ventina di capi di stato e di governo. Ma quello che certamente ha spiccato di più è stato Vladimir Putin, il leader russo che ormai esce poco dal territorio della Federazione dopo l’inizio del conflitto ucraino e il mando di arresto spiccato dalla Corte Penale Internazionale. Con lui Xi ha avuto a margine un bilaterale.

Il terzo summit Belt and Road viene in un momento di rallentamento della crescita cinese e questo ha posto dubbi sulla capacità di Pechino di continuare ad alimentare il programma. Secondo i dati compilati dal Global Development Policy Center dell’Università di Boston, i prestiti cinesi all’Africa – uno degli obiettivi principali di Belt and Road – sono diminuiti in modo significativo e sono scesi al di sotto dei 2 miliardi di dollari nel 2021 e nel 2022. A questo vanno aggiunti i dubbi di diversi paesi che hanno aderito al programma, ma poi si sono interrogati sull’impatto che il debito nei confronti di Pechino può avere sulla loro sovranità e prospettive economiche future. Inoltre il contesto geopolitico maggiormente polarizzato ha messo in discussione le relazioni, tanto che un paese come l’Italia – unico membro del G7 ad aver firmato un memorandum d’intesa con Pechino per aderire all’iniziativa – potrebbe non rinnovarlo alla sua scadenza a fine anno.

Xi però non ha alcuna intenzione di mandare in cantina questo progetto. La settimana scorsa Pechino ha diffuso un libro bianco sul programma intitolato “L’Iniziativa Belt and Road: un pilastro-chiave della comunità globale di un futuro condiviso”. In questo documento è precisato che Belt and Road continuerà a essere parte della strategia generale di Pechino e che “la Cina è pronta ad aumentare il suo apporto di risorse nella cooperazione globale”. Inoltre, alla vigilia del forum, Xi ha ospitato un banchetto BRI durante il quale ha promesso: “Dobbiamo intraprendere con slancio ed entusiasmo il nuovo viaggio verso un altro decennio d’oro”. Secondo la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC), la principale agenzia di pianificazione economica del paese, a giugno la Cina aveva firmato più di 200 accordi di cooperazione con 152 nazioni e 32 istituzioni internazionali in cinque continenti nell’ambito dell’iniziativa. Dal 2013 al 2022, gli investimenti cumulativi bilaterali tra la Cina e i paesi partner hanno raggiunto i 380 miliardi di dollari, di cui 240 miliardi di dollari provengono dalla Cina.

Xi ha oggi annunciato che la China Development Bank e la Export-Import Bank of China istituiranno strumenti di finanziamento per 350 miliardi di yuan (48 miliardi di dollari), insieme a un’iniezione di 80 miliardi di yuan (11 miliardi di dollari) nel Fondo della Via della Seta per sostenere progetti “sulla base del mercato e del funzionamento degli affari.” Il presidente cinese ha insistito ancora sul fatto che Belt and Road è un’iniziativa incentrata sul reciproco vantaggio e che si oppone alla concezione del mondo basata sui blocci, alla coercizione economica, alla spinta al disaccoppiamento economica. Un richiamo che ha una presa sul Sud globale, rispetto a un Occidente visto come arroccato attorno agli Stati uniti in una fase di intensa tempesta geopolitica.

Ia, la sfida cinese: per Baidu Ernie ha superato ChatGPT-4

Ia, la sfida cinese: per Baidu Ernie ha superato ChatGPT-4Roma, 17 ott. (askanews) – Era stato presentato come la sfida cinese a ChatGPT nello scetticismo generale. Oggi il gigante cinese dei motori di ricerca, Baidu, ha affermato che il suo software d’intelligenza artificiale generativa, Ernie, s’è affinato raggiungendo i livelli di GPT-4, la versione più avanzata del modello linguistico di grandi dimensioni sviluppato da OpenAI.

Il co-fondatore e amministratore delegato dell’azienda Robin Li Yanhong, secondo quanto riferisce South China Morning Post, ha presentato una dimostrazione di Ernie Bot 4 alla conferenza Baidu World 2023 a Pechino. Il miliardario ha mostrato l’abilità del bot nel comprendere domande complesse, generare immagini e gestire l’aritmetica di base. “Ernie Bot ha completato una serie di aggiornamenti significativi nelle sue capacità di comprensione, suggerimento, ragionamento e memorizzazione”, ha affermato Li. “Le sue capacità – ha aggiunto – non sono affatto inferiori rispetto a GPT-4.”

In Cina è una vera e propria corsa a caccia di ChatGPT, lanciata da OpenAI a novembre 2022. Sono un centinaio i concorrenti presentati quest’anno dalle aziende tecnologiche cinesi, a partire da giganti come Alibaba e Tencent. ChatGPT – come anche il suo principale concorrente, Bard di Google – non sono ufficialmente disponibili in Cina, quindi i Big Tech cinesi stanno operando in un contesto di sostanziale mancanza di concorrenza da parte degli attori stranieri.

In questo contesto, inoltre, si è mossa anche l’autorità regolatoria dello stato cinese, che ha acceso un faro sull’intelligenza artificiale. Quest’anno Pechino hanno emanato nuove linee guida e regole intese a garantire che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale siano in linea con le narrazioni ufficiali. Una particolare attenzione è dedicata a quei contenuti considerati sensibili, rispetto ai quali si cerca d’imporre una tagliola Quando vengono poste domande su argomenti considerati delicati in Cina, Ernie Bot di Baidu interrompe il dialogo suggerendo altri argomenti di conversazione.

Baidu aveva precedentemente affermato che il suo Ernie Bot 3.5 aveva superato il GPT 3.5 di OpenAI in termini di comprensione quando ha lanciato quella versione a giugno. Oggi ha detto che il suo modello ha persino superato GPT-4 in alcune funzionalità in lingua cinese, ha affermato la società. Negli ultimi mesi, Baidu ha rinnovato una serie di sue app, tra cui ricerca e mappe, per includere nuove funzionalità che attingono a Ernie Bot. Baidu ha lanciato per la prima volta i test Ernie Bot a marzo e li ha aperti al grande pubblico dopo aver ottenuto l’approvazione del governo in agosto. Ora ha una base di utenti di 45 milioni e 54mila sviluppatori, ha detto martedì Wang Haifeng, chief technology officer di Baidu.

Cina, compagnie statali annunciano piani riacquisti azioni

Cina, compagnie statali annunciano piani riacquisti azioniRoma, 17 ott. (askanews) – Sei grandi compagnie statali hanno presentatopiani di riacquisto di azioni per un valore totale di 4 miliardi di yuan (521 milioni di euro), in un segnale di attenzione da parte di Pechino per la stabilizzazione dei mercati azionari.

Ieri sera Baoshan Iron and Steel, China Three Gorges Renewables e altre quattro società quotate di proprietà del governo centrale cinese (SOE) hanno presentato alle borse di Shenzhen e Shanghai in dichiarazioni separate i loro piani di buy-back di azioni. Baoshan Steel, il più grande produttore mondiale di lega, ha presentato il piano più aggressivo, affermando che spenderà fino a 3 miliardi di yuan (391 milionid di euro) in riacquisti nei prossimi 12 mesi, da tenere come azioni proprie ai fini dei futuri incentivi per i dipendenti.

Il produttore di energia verde China Three Gorges prevede di riacquistare le sue azioni spendendo tra 300 e 500 milioni di yuan nel prossimo anno, mentre China Railway Construction e il produttore di telecamere di sorveglianza Hangzhou Hikvision Digital Technology hanno dichiarato che spenderanno 300 milioni di yuan ciascuno per i riacquisti nei prossimi sei mesi. La principale società mineraria China Coal Energy ha dichiarato di voler riacquistare fino a 50 milioni di azioni nei prossimi 12 mesi, ma non ha rivelato dettagli finanziari, e il produttore di semiconduttori China Resources Microelectronics ha dichiarato che spenderà almeno 100 milioni di yuan per riacquistare le sue azioni nel corso del 2024.

Toyota ferma produzione in 10 linee di produzione in Giappone

Toyota ferma produzione in 10 linee di produzione in GiapponeRoma, 17 ott. (askanews) – Toyota Motor ha annunciato oggi di aver dovuto fermare 10 linee di produzione in sei stabilimenti nel Giappone centrale poiché sta avendo difficoltà nell’approvvigionamento di molle in seguito a un’esplosione presso uno dei suoi fornitori. Non si sa quando le operazioni potranno riprendere.

L’incidente è avvenuto lunedì pomeriggio presso la fabbrica di Chuo Spring nella città di Toyota, prefettura di Aichi, ha riferito la case automobilistica. Secondo Chuo Spring, due lavoratori di sesso maschile, uno sulla trentina e un altro sulla quarantina, sono rimasti feriti e uno è stato portato in ospedale per cure. L’esplosione ha danneggiato parte dell’impianto del fornitore, compreso il forno di essiccazione, e la causa dell’incidente è ancora oggetto di indagine, ha detto Chuo Spring.

Toyota ha 14 stabilimenti di assemblaggio in tutto il Giappone che producono automobili sia per il mercato nazionale che per quello estero.

Cina, autorità pensano a fondo stabilizzazione mercato azionario

Cina, autorità pensano a fondo stabilizzazione mercato azionarioRoma, 13 ott. (askanews) – Le autorità del settore finanziario cinese hanno proposto la costituzione di un fondo di stabilizzazione per il mercato azionario in modo da accrescere la fiducia degli investitori in un momento di rallentamento della seconda economia del mondo. L’ha rivelato oggi il Financial Times.

La proposta sarebbe stata presentata da membri della Commissione regolatoria delle azioni cinesi e del ministero delle Finanze al Consiglio di Stato, l’esecutivo cinese. Il fondo dovrebbe ammontare ad almeno 1.000 miliardi di yuan (circa 130 miliardi di euro) per essere efficace, secondo una delle fonti del FT: I regolatori cinesi avrebbero iniziato a discutere l’idea già dal 2015, ma solo que’stanno la proposta ha preso corpo.

TSMC chiederà a Usa deroga permanente restrizioni impianto in Cina

TSMC chiederà a Usa deroga permanente restrizioni impianto in CinaRoma, 13 ott. (askanews) – Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) ha chiesto l’approvazione permanente per fornire apparecchiature per chip statunitensi al suo stabilimento di Nanchino, in Cina, dopo che la sua licenza di un anno per gigante taieanese a Nikkei Asia.

“TSMC è stata autorizzata a continuare ad operare a Nanchino e attualmente stiamo richiedendo un’autorizzazione permanente per le nostre operazioni in Cina”, ha affermato il più grande produttore di chip al mondo. “Siamo stati informati dal Bureau of Industry and Security (BIS) di richiedere un’autorizzazione validata per l’utente finale, che fungerebbe da autorizzazione permanente”. Le autorizzazioni VEU esistono dal 2007, ma TSMC ha affermato che “non era necessario” richiedere tale licenza in passato. “Ci aspettiamo di ricevere un’autorizzazione permanente”, ha aggiunto la società.

Lo scorso anno il produttore di chip taiwanese ha ricevuto una licenza di un anno per continuare a ricevere supporto per le apparecchiature statunitensi per il suo impianto di chip a Nanchino. Il 7 ottobre dello scorso anno, gli Stati Uniti hanno introdotto ampi controlli sulle esportazioni per bloccare le spedizioni verso la Cina di qualsiasi nuova apparecchiatura in grado di produrre chip logici a livello di 14 nanometri o superiore.

Lo stabilimento di Nanchino di TSMC produce chip da 12 e 16 nm, generalmente considerati allo stesso livello di quelli da 14 nm, nonché chip meno avanzati da 28 e 22 nm. Più piccolo è il nanometro, più avanzati e potenti sono i chip. I controlli sulle esportazioni di Washington non solo impediscono ai produttori statunitensi di strumentazione per chip di supportare la produzione di fascia alta in Cina, ma vietano anche alle aziende di altri paesi, come TSMC, di utilizzare apparecchiature di fabbricazione americana per i clienti cinesi in determinate circostanze senza l’approvazione degli Stati Uniti.

La richiesta di TSMC per una licenza permanente per il suo stabilimento di Nanchino arriva mentre Washington si prepara a rafforzare ulteriormente i controlli sulle esportazioni.

Western Digital e Kioxia verso fusione area chip di memoria

Western Digital e Kioxia verso fusione area chip di memoriaRoma, 13 ott. (askanews) – Il produttore di chip statunitense Western Digital sta finalizzando i piani per scorporare la sua attività di memoria a semiconduttori e combinarla con la giapponese Kioxia Holdings nel tentativo di aumentare la competitività. Lo scrive oggi il Nikkei.

Western Digital sta collaborando con gli istituti finanziari per stabilire i termini della transazione. L’obiettivo è raggiungere un ampio accordo questo mese, ma deve affrontare l’opposizione del produttore di chip sudcoreano SK Hynix, che è un azionista indiretto di Kioxia. Kioxia, precedentemente Toshiba Memory, è la terza più grande azienda di memorie flash al mondo, mentre Western Digital è al quarto posto. Una fusione porterebbe le dimensioni dell’azienda in linea con quelle della sudcoreana Samsung Electronics, leader del mercato.

Un simile accordo dovrebbe essere approvato dalle autorità antitrust. Non è chiaro se possa ottenere l’approvazione in Cina. La fusione metterebbe Kioxia e le attività di memoria di Western Digital sotto un’unica holding. Kioxia deterrebbe il 63% e Western Digital il 37%, in base al valore aziendale. Dopo un adeguamento del capitale, la ripartizione finale sarebbe del 50,1% per Western Digital e del 49,9% per Kioxia.

Il presidente di Kioxia Nobuo Hayasaka diventerebbe presidente della società risultante dalla fusione e i rappresentanti di Kioxia costituirebbero la maggioranza del consiglio di amministrazione. La nuova società sarebbe registrata negli Stati Uniti, mentre la sua sede centrale sarebbe situata in Giappone. Il suo obiettivo sarebbe quotarsi al Nasdaq e alla Borsa di Tokyo.

I finanziatori, tra cui le tre principali banche del Giappone e la Banca per lo sviluppo del Giappone, stanno valutando la possibilità di fornire finanziamenti tra 1.500 e 1.900 miliardi di yen (9,5 e 12 miliardi di euro).

Cina, a neolaureati nel settore Ia stipendi da 2.400 euro mese

Cina, a neolaureati nel settore Ia stipendi da 2.400 euro meseRoma, 12 ott. (askanews) – Un rapporto pubblicato dalla piattaforma di reclutamento cinese Liepin segnala che i neo-laureati che entrano nel settore dell’intelligenza artificiale (Ia) sono i più pagati della Cina. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.

Secondo il rapporto, i reclutatori del settore dell’intelligenza artificiale offrono uno stipendio medio di 18.592 yuan (2.400 euro) al mese ai laureati nel 2023, più di qualsiasi altro settore. Al secondo posto sono i giovani laureati che entrano in un alto comparto tech, quello della blockchain e, poi, in un paese che invecchia sempre più, vengono i neo-laureati che s’impegnano nel settore dell’assistenza agli anziani. Solo dopo vengono i giovani ingegneri dei settori aeronautico e aerospaziale e i laureati che entrano nel comparto dell’hardware dei computer.

Il rapporto sottolinea che c’è una grande sete di talenti nell’intelligenza artificiale. Le aziende cinesi si stanno affrettando ad assumere persone con competenze di intelligenza artificiale generativa per poter colmare il gap con le compagnie Usa che hanno già sfornato prodotti come ChatGPT. Lo stipendio medio offerto quest’anno dal settore dell’intelligenza artificiale è di oltre il 40% superiore rispetto ai livelli registrati negli ultimi tre anni. La domanda di talenti nell’Ia è triplicata rispetto a cinque anni fa. “La guerra dei talenti a livello nazionale ha reso i laureati un punto chiave di contesa tra le città”, afferma il rapporto, aggiungendo che città cinesi come Xian e Hefei stanno raddoppiando gli investimenti nel settore tecnologico. Secondo il rapporto, i lavori legati ai settori dell’informatica, di Internet e dei videogiochi rimangono l’obiettivo più popolare per i laureati, anche se parte dell’entusiasmo è diminuito negli ultimi due anni.

I lavori legati all’elettronica, alle telecomunicazioni e ai semiconduttori, nel frattempo, sono diventati la terza categoria più popolare, con un tasso di invio di CV quasi doppio rispetto al livello del 2021. In generale, i reclutatori in Cina hanno offerto uno stipendio medio di 10.342 yuan (1.335 euro) ai laureati nel 2023, leggermente inferiore ai 10.575 yuan (1.365 euro) del 2022. Liepin attribuisce il calo dei salari medi alle incertezze macroeconomiche degli ultimi anni, sottolineando che i salari sono ancora oltre i livelli visti nel 2021.

In termini di città, Pechino, sede di molti giganti tecnologici cinesi come Baidu e Meituan, offre lo stipendio medio più alto, seguita dal polo finanziario Shanghai e dai poli tecnologici di Shenzhen e Hangzhou. Quest’anno sono entrati nel mercato del lavoro un numero record di 11,6 milioni di laureati. La disoccupazione tra le persone di età compresa tra 16 e 24 anni è aumentata al livello record del 21,3% a giugno, dopodiché il governo ha dichiarato che avrebbe sospeso la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione giovanile.