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Nordcorea, regime porta in piazza 120mila persone contro gli Usa

Nordcorea, regime porta in piazza 120mila persone contro gli UsaRoma, 26 giu. (askanews) – Più di 120mila persone hanno partecipato a manifestazioni di massa nella capitale nordcoreana, Pyongyang, contro gli Stati uniti e la Corea del Sud per quelle che il regime ha definito “provocazioni belliche”. L’occasione è stata data dall’anniversaione del 73mo anniversario dello scoppio della Guerra di Corea (1950-53).

La manifestazione ha avuto luogo ieri e l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA ne ha dato notizia oggi. Era organizzata dal Partito dei lavoratori coreani – il partito unico – e hanno preso parte lavoratori e giovani in una coreografia ampiamente studiata. La guerra di Corea scoppiò il 25 giugno 1950, quando le truppe nordcoreane invasero la Corea del Sud. Gli Stati uniti e altri 20 paesi alleati inviarono truppe a fianco della Corea del Sud sotto la bandiera delle Nazioni unite. Invece forze “volontarie” cinesi intervennero al fianco dei nordcoreani e la guerra si concluse di fatto confermando la divisione in due delle Coree, dopo una carneficina.

La KCNA ha affermato che i partecipanti hanno accusato gli Stati Uniti per la guerra e hanno osservato che, senza questo contributo negasto, “non ci sarebbe stata un’inimicizia così radicata nella madrepatria e la Corea non sarebbe stata macchiata di sangue innocente”. In quello che sembra essere un tentativo di giustificare il programma nucleare e missilistico del regime, KCNA ha affermato che “il popolo coreano ha saldamente conquistato l’arma più forte in assoluto per punire gli imperialisti statunitensi e una deterrenza per l’autodifesa che nessun nemico osa provocare”.

I partecipanti, che hanno tenuto marce e gridato contro gli Stati Uniti slogan, ha anche espresso determinazione nel vendicarsi e nel comminare una “punizione spietata” agli Stati Uniti, dicendo che è loro “dovere” regolare i conti con gli imperialisti statunitensi.

Cina: vari contatti con Mosca durante ammutinamento Wagner

Cina: vari contatti con Mosca durante ammutinamento WagnerRoma, 26 giu. (askanews) – Durante l’ammutinamento del gruppo Wagner, Russia e Cina sono rimasti in contatto “a vari livelli”. L’ha affermato oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning durante la quotidiana conferenza stampa a Pechino.

“L’incidente del gruppo Wagner è un affare interno della Russia. In qualità di vicino amico della Russia e partner strategico globale di coordinamento per la nuova era, la Cina sostiene la Russia nel percorso della stabilità nazionale, dello sviluppo e della prosperità, e noi crediamo nella capacità della Russia di farlo”, ha detto Mao Ning. Durante la crisi dell’altro ieri, “i nostri due paesi sono rimasti in stretta e solida comunicazione a vari livelli”, ha detto Mao Ning, rifiutandosi di condividere ulteriori dettagli su tali comunicazioni.

Li Qiang: tra Cina e Ue non ci sono discordanze di fondo

Li Qiang: tra Cina e Ue non ci sono discordanze di fondoRoma, 23 giu. (askanews) – La Cina e l’Unione europea non hanno tra loro un conflitto di interessi su questioni fondamentali e Pechino auspica obiettività da parte di Bruxelles nella promozione delle relazioni bilaterali. L’ha affermato oggi il premier cinese Li Qiang incontrando il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

“Non vi è alcun conflitto di interesse su questioni fondamentali tra la Cina e l’Ue”, ha detto il capo dell’esecutivo di Pechino in una conferenza stampa, secondo quanto ha riferito il ministero degli Esteri cinese. “Entrambe le parti – ha proseguito – traggono vantaggio dal reciproco sviluppo, s’attengono al principio dell’autosufficienza strategica e al multilateralismo, oltre ad avere un’ampia concordanza di opinioni su questioni globali, su come affrontare il cambiamento climatico”. La Cina e l’Ue dovrebbero lavorare per una fiducia reciproca e risolvere i dubbi attraverso una cooperazione di successo, ha osservato Li, aggiungendo che lo sviluppo della Cina porta opportunità e stabilità al mondo piuttosto che rischi e shock per la produzione globale e le catene di approvvigionamento.

Li è al suo primo viaggio all’estero dopo essere stato eletto capo del Consiglio di Stato, il governo cinese. Ha già fatto tappa in Germania e Francia tra il 18 e il 23 giugno.

Francia e Giappone decidono di rafforzare cooperazione difesa

Francia e Giappone decidono di rafforzare cooperazione difesaRoma, 23 giu. (askanews) – Il ministro degli Esteri giapponese Yoshimasa Hayashi e la sua omologa francese, Catherine Colonna, hanno concordato di rafforzare i rapporti di difesa reciproci. L’ha reso noto oggi il Ministero degli Esteri nipponico.

Hayashi e Colonna si sono incontrati giovedì, a margine del Summit per un nuovo patto di finanziamento globale convocato dal presidente francese Emmanuel Macron a Parigi. “I ministri hanno concordato di istituire un gruppo di lavoro sulla sicurezza economica in ambito diplomatico. Hanno inoltre concordato di continuare a promuovere una cooperazione concreta, come lo scalo della fregata francese ‘Lorraine’ al porto di Tokyo e l’addestramento congiunto con le forze di autodifesa marittima e aerea”, ha affermato il ministero di Tokyo.

Oltre alla sicurezza e alla difesa, Hayashi ha accolto con favore i progressi delle relazioni bilaterali in settori quali l’economia, la scienza e la tecnologia, l’impegno globale e gli scambi culturali e interpersonali. I due ministri hanno anche discusso delle sanzioni russe e del sostegno all’Ucraina, ma non della potenziale apertura di un ufficio NATO a Tokyo.

Sudcorea blocca i canali degli influencer nordcoreani

Sudcorea blocca i canali degli influencer nordcoreaniRoma, 23 giu. (askanews) – La Corea del Sud ha bloccato l’accesso locale a tre canali YouTube, presumibilmente gestiti dalla Corea del Nord per scopi di propaganda, su richiesta dell’agenzia di spionaggio di Seoul. Lo riferisce oggi l’agenzia di stampa Yonhap.

I tre canali YouTube — Sally Parks SongA Channel, Olivia Natasha-YuMi Space DPRK daily e New DPRK — non sono accessibili dalla Corea del Sud, con un messaggio sulla piattaforma che recita “non disponibile”. Il National Intelligence Service (NIS) ha chiesto alla Korea Communications Standards Commission, l’ente di censura di Internet del paese, di bloccare l’accesso a quei canali per timore che facciano propaganda verso il pubblico sudcoreano, secondo i funzionari della commissione.

“La Corea del Nord ha gestito tali canali YouTube come parte della sua guerra psicologica contro la Corea del Sud. È nostro compito rispondere”, ha detto un funzionario del NIS. Mentre la piattaforma di streaming video YouTube ha un dovuto bloccare una raffica di profili gestiti da Uriminzokkiri, l’organo di propaganda del Nord, in un’ondata propagandistica giudicata fuori scala rispetto al solito. .

I canali bloccati, che presentano giovani donne e bambini nordcoreani come narratori chiave, sono stati visti come il tentativo del Nord di passare dal suo tradizionale metodo di propaganda a uno stile più coinvolgente rivolto a un pubblico globale più ampio. Il canale SongA di Sally Parks, ad esempio, presenta vlog giornalieri di una ragazzina di 11 anni di nome Song-a, che si presenta come una studentessa delle elementari a Pyongyang che ama leggere i libri di “Harry Potter”.

Nonostante il tentativo di ritrarre la vita quotidiana nel Nord, gli osservatori hanno espresso l’opinione che i canali YouTube facciano parte di uno schema di propaganda attentamente orchestrato in un paese in cui l’accesso a Internet e ai contenuti esteri è limitato. Gli organi di propaganda della Corea del Nord – dove l’accesso a internet è rigidamente negato ai comuni cittadini – utilizzano varie piattaforme di social media, tra cui Instagram e Twitter, per fare propaganda al regime.

L’Italia torna sui mari d’Asia: la Morosini attracca in Giappone

L’Italia torna sui mari d’Asia: la Morosini attracca in GiapponeRoma, 22 giu. (askanews) – La Marina italiana torna a solcare i mari d’Asia orientale, in una lunga campagna navale in un momento di tensione nella regione. La Nave “Francesco Morosini”, un pattugliatore d’altura di ultima generazione, classe Thaon di Revel, è attraccata al porto militare di Yokosuka, dove ha la sua base la VII Flotta statunitense e la Forza di autodifesa marittima giaponese.

La permanenza a Yokosuka della Morosini dovrebbe durare alcuni giorni, mentre il dispiegamento nell’Indo-Pacifico – un’area calda del mondo dove ci sono tensioni anche a causa della crescente assertività cinese – è previsto per un periodo di cinque mesi. L’equipaggio della nave è di 137 uomini e la nave è uno dei gioielli dell Marina militare italiana. Si tratta di un’imbarcazione ad alta flessibilità operativa, concepita per svolgere compiti sia di carattere prettamente militare, quale il pattugliamento, il trasporto logistico e il combattimento, ma anche di protezione civile.

La nave italiana, a giudicare dai tweet che sono seguiti all’annuncio del suo arrivo su diversi profili ufficiali, ha suscitato grande curiosità nel pubblico giapponese. Ma ha anche dato un segnale di attenzione da parte dell’Italia per questa regione, in linea con l’idea di “Naval Diplomacy” che è uno degli obiettivi della missione: durante i cinque mesi di missione Nave Morosini attraccherà in quindici porti di quattordici Paesi del sud-est asiatico. L’Italia segue una serie di paesi europei che hanno approfondito il loro coinvolgimento nell’Indo-Pacifico. A margine del vertice del Gruppo dei Sette a Hiroshima, in Giappone, il mese scorso, il primo ministro britannico Rishi Sunak e il primo ministro giapponese Fumio Kishida hanno firmato un partenariato strategico, accettando di raddoppiare il numero delle truppe britanniche che partecipano a un’eserctazione militare congiunta in Giappone e per ridislocare una portaerei britannica nell’Indo-Pacifico nel 2025. Inoltre la Germania e la Francia hanno inviato loro navi da guerra nella regione negli ultimi anni.

Prima di arrivare in Giappone, la Morosini si è fermata a Singapore e in Indonesia. Dopo Yokosuka, la tappa seguente dovrebbe essere il porto di Busan, in Corea del Sud. Il ritorno della Morosini è previsto a settembre.

Cina protesta formalmente per dichiarazioni Biden su Xi “dittatore”

Cina protesta formalmente per dichiarazioni Biden su Xi “dittatore”Roma, 22 giu. (askanews) – La Cina ha presentato proteste ufficiali alla Casa bianca in seguito alla dichiarazione del presidente Usa Joe Biden nella quale ha dato al leader cinese Xi Jinping del “dittatore”. L’ha riferito l’ambasciata cinese a Wasahington, che ha avvertito rispetto a possibili “conseguenze” per le provocazioni contro il sistema politico cinese e il suo leader.

In un segno di rinnovata tensione, pochi giorni dopo il viaggio in Cina del segretario di Stato americano Antony Blinken, che includeva un incontro con Xi lunedì, Pechino ha alzato la posta contro Washington, mettendo in dubbio la sua sincerità riguardo alla stabilizzazione dei loro difficili legami. Secondo una dichiarazione rilasciata oggi dall’ambasciata cinese a Washington, l’ambasciatore Xie Feng “ha presentato serie dichiarazioni e forti proteste” ad alti funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato. In esse, si lamentano “osservazioni denigratorie” di Biden che sono anche “assurde e irresponsabili”.

Ieri la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha condannato i commenti di Biden come “estremamente ridicoli e irresponsabili” e ha affermato che “violano gravemente i fatti di base, il protocollo diplomatico e la dignità politica della Cina”. Tuttavia, le sue osservazioni, fatte durante un regolare briefing a Pechino mercoledì, non sono apparse sul sito web del ministero. L’ambasciata ha rincarato la dose, affermando che “la diffamazione del massimo leader cinese” mina la fiducia reciproca e che “la natura e l’impatto (di questa) sono molto negativi”.

“Il governo e il popolo cinese si sentono profondamente offesi e si oppongono fermamente. Il presidente Biden ha detto esplicitamente prima che gli Stati Uniti rispettano il sistema cinese, non cercano di cambiarlo e non hanno intenzione di una nuova guerra fredda. Ma con le ultime osservazioni irresponsabili sul sistema politico e sul leader cinese, le persone non possono fare a meno di mettere in dubbio la sincerità della parte statunitense”, sostiene l’ambasciata cinese, che ha promesso di “rispondere risolutamente” alla “provocazione politica contro il massimo leader cinese”. E ha esortato Washington a mettere in campo “immediatamente azioni serie per annullare l’impatto negativo e onorare i propri impegni. In caso contrario, dovrà sopportare tutte le conseguenze”.

Taiwan: 19 aerei e 5 navi cinesi visti vicino all’isola

Taiwan: 19 aerei e 5 navi cinesi visti vicino all’isolaRoma, 21 giu. (askanews) – Il ministero della Difesa taiwanese ha dichiarato oggi che 19 aerei e cinque navi dell’Esercito popolare di liberazione cinese sono stati visti avvicinarsi all’isola.

“19 aerei dell’Esercito popolare di liberazione cinese e 5 navi intorno a Taiwan sono stati rilevati oggi alle 6:00”, ha affermato il ministero su Twitter. L’esercito taiwanese ha monitorato la situazione e ha incaricato i suoi aerei, navi della marina e sistemi missilistici terrestri di “rispondere a queste attività”.

Biden dà del “dittatore” a Xi, Pechino: irresponsabile provocazione

Biden dà del “dittatore” a Xi, Pechino: irresponsabile provocazioneRoma, 21 giu. (askanews) – E’ durato due giorni il disgelo Usa-Cina iniziato dopo l’incontro tra il presidente Xi Jinping e il segretario di stato americano Antony Blinken a Pechino. Non si sa se per una gaffe o per un voluto strappo, ma il presidente americano Joe Biden ha provocato una dura reazione cinese definendo Xi un “dittatore”. Il ministero degli Esteri della Repubblica popolare ha risposto affermando che s’è trattato d’una dichiarazione “estremamente irresponsabile”.

Biden ha partecipato ieri a un incontro di raccolta fondi per le presidenziali del prossimo anno in California e, in riferimento alla vicenda del presunto pallone spia abbattuto dagli americani questo inverno nei cieli Usa, ha usato parole particolarmente urticanti per Pechino. “Il motivo per cui Xi Jinping si è molto arrabbiato quando abbiamo abbattuto quel pallone pieno di equipaggiamento per lo spionaggio è che non sapeva che fosse lì”, ha detto Biden ai circa 130 ospiti del ricco evento in una casa privata di Kentfield. “Seriamente: è molto imbarazzante per i dittatori, quando non sono a conoscenza di quanto accade”. Non è chiaro se Biden volesse dare una rappresentazione di Xi come non responsabile per la vicenda del pallone e quindi si è fatto scappare la definizione di “dittatore”, o se abbia volutamente deciso di calcare la mano. Fatto sta che questa frase potrebbe aver vanificato il lavoro di ricucitura di Blinken, ammesso che il tentativo di rasserenamento delle relazioni avesse basi concrete.

La reazione cinese non si è fatta ovviamente attendere. “La Cina esprime un acuto disappunto e una forte protesta” per le affermazioni di Biden, che sono “completamente assurde, estremamente irresponsabili, contraddicono i fatti e violano gravemente l’etichetta diplomatica; oltre a vulnerare seriamente la dignità politica della Cina, sono un’aperta provocazione politica”, ha detto oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning nella quotidiana conferenza stampa a Pechino. Le dichiarazioni di Biden, in ogni caso, appaiono piuttosto incoerenti sia con l’azione diplomatica di Blinken, ma anche leggendo il prosieguo del discorso fatto dal presidente americano. Sempre nello stesso evento, Biden ha detto che “il punto più importante è che ora siamo in una situazione in cui vogliamo avere di nuovo una relazione” con la Cina. E ha aggiunto: “Tony Blinken è andato lì, il nostro segretario di stato; ha fatto un buon lavoro e ora prenderemo del tempo”.

La visita di Blinken, in effetti, è stata presentata come una ripresa del dialogo tra Washington e Pechino, alla luce della necessità condivisa da entrambe le parti di mantenere aperta la porta diplomatica delle due potenze. Tuttavia, i passi successivi non saranno semplici. Gli Usa e la Cina, infatti, sembrano avere idee diverse sul proseguimento del dialogo. Mentre gli americani sembrano ansiosi di far partire un tavolo di consultazione militare – dopo che Pechino ha negato un incontro per riprendere le consultazioni di sicurezza -, i cinesi vogliono piuttosto riavviare i colloqui sul terreno dell’economia. In ballo, tra l’altro, c’è la possibilità di un summit tra Biden e Xi, in una data da definire (ma si ventila l’ipotesi di novembre, quando a San Francisco si terrà il summit Apec della Cooperazione Asia-Pacifico). Si pensa che Blinken abbia posto la questione di un incontro al vertice quando ha visto Xi, ma nel rapporto fornito dal ministero degli Esteri di Pechino dell’incontro si segnala solo che il presidente cinese “ha chiesto al segretario Blinken di presentare i suoi saluti al presidente Biden”. Nessun cenno quindi a un possibile vertice e, dopo le ultime dichiarazioni di Biden, questa eventualità sembra allontanarsi.

Yoon a Macron: norme Ue non discriminino aziende Sudcorea

Yoon a Macron: norme Ue non discriminino aziende SudcoreaRoma, 21 giu. (askanews) – Il leader sudcoreano Yoon Suk-yeol ha chiesto l’aiuto del presidente francese Emmanuel Macron per garantire che le leggi commerciali dell’Unione europea non abbiano un impatto negativo sulle imprese sudcoreane. L’ha detto oggi il viceconsigliere di sicurezza nazionale Kim Tae-hyo, dopo che i due leader si sono incontrati ieri a Parigi.

“Il presidente Yoon ha chiesto un’attenzione speciale al presidente Macron, in modo che le nuove misure legislative commerciali promosse dall’Ue non abbiano effetti discriminatori sulle nostre imprese”, ha detto Kim, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. I leader hanno concordato di aumentare gli investimenti governativi reciproci nelle industrie avanzate, a partire dalle batterie ricaricabili.